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Manc’ se si sciuov’ Crist' da la croce…

...e gn’ rompe u c...omputer di bordo giacché le digicamere sono equiparabili ad essi, piaccia o meno la cosa. Sì, di ritorno neanche il Bambinello non ancora passato per il Golgota, per questo bisogna attendere secondo Calendario liturgico i giorni di Pasqua e dintorn, vi riuscirebbe (causa tenera età?). Nella sua (s)terminata bontà di pargolo, solo i bambini lo sono e posso gridare ai quattro angoli del Terraqueo che il solito re di turno è nudo come un verme più che secondo natura. E sempre loro, i bambini di cuore, che è il Regno dei Cieli Secondo Scritture. Alè tanto per cambiare genere, ecco!
No, di ritorno, è la stessissima storia del 440 al posto del giusto 432 Hz musica questi che produce armonia e effetti benefici sull’umanoide e pure sul vino. Dite? Non lo mostro ma ho una bella brochure: “Quando non provi l’emozione della prima volta” della BMW via Deutusche post, ja. A paginen zeroquattordicen, immagine di botti mentre “ascoltano” brani classici. Naturalmente chi fa questo, BMW o meno sponsor, sa il fatto suo e potrebbe gingillarsi con mille altre “diavolerie”, no? Punto.
Tutto questo? Sì centra con il link che proponiamo e delle digicamere, qui (ex) Olympus odierne Om-System, ma la cosa è estendibile, eccome, all’altro Partner del Micro Quattro-Terzi delle Mirabilia a nome Panasonic.
E’ in buona misura, infine, questione esoterica, che sembra la solita boutade di un Manunzio oltre ogni limite: no magari lo si rinchiude in qualche reparto in spregio alla Legge sui Manicomi di Basaglia memoria, lo si ri-edifica e ci si sbatte dentro solo soletto il richiamato Manunzio, che farebbe però salti di gioia per un intero palazzo a disposizione fra still life boudoir à la page, ritratti e...e...! Roba da pazzi, no? Mah...dunque numerologia e perché mai? Semplice la ciurmaglia tra Full-frame a Aps A B C D E… stanno in rapporto 3: 2 mentre il richiamato Quattro terzi, sia old che Micro invece nella proporzione 4:3 che somiglia molto al seisette di Mamya memoria, meditate gente meditate almeno a Natale! Ah il famoso (famigerato?) Oscar Barnack di Leica ci aveva fatto un pensierino al posto del tre a due, il quattro terzi poi vattelappesca richiamato dal suo Capo Loggia e/ o Bastone, o due al prezzo di uno, ci ha lasciato e così passato alla storia formato Leica, o 24 x 36, o codice, ecco, 135 l’inutile emulo odierno Full frame, mah!

(Copia & Incolla se vi pare)

Perché resterò con Micro Quattro Terzi nel 2025
https://www.youtube-nocookie.com/embed/JJNruHuLxm0

Olympus M.Zuiko Digital ED 12-50mm f/3.5-6.3 EZ
https://www.juzaphoto.com/recensione.php?l=it&t=olympus_m12-50

Nb. C'è un post il secondo (user194525) sovrastante link, che riletto dopo un po' lascia sconcerto per averlo scritto che sembra di altri! E comunque tutto vero in classico stile Manunzio


Ps1. E sì cacio sui maccarun’ di nuovo la Panà G9: detto e ridetto dei soliti prezzolati recensori? No banalissima constatatio non ritrovabile a Web e manco documentato dai nostri richiamati prezzolati. Si tratta del tasto Fn su le ottiche Pro Olympus, veramente il nostro tubetto o se vi pare il cannolo con lenti però di (ex) Olympus ce l’hanno e non pare si fregino del Pro, ma sia Zuiko e pure ED. E il richiamato è un “oscuro” Olympus M.Zuiko Digital ED 12-50mm f/3.5-6.3 EZ , che non sappiamo come e quando e perché acquistao. Ottica Meravigliao, come il famoso Cacao di Arbore memoria, pure con tasto Macro di cose turche per chi sa di cosa si parla, di cosa riesce a fare e non meno di chi sa mettere mano al Pshop del caso che usiamo da anni in versione Elemnts: calma che ci abbiamo Lightroom 5.0 Photo Affinity 1.0 e 2.0, il Wilber beffardo di Gimp, l’arsenale DxO giunto alla versione 7.0, e pure Photopea quando siamo in vena di cose così così. Sì, il softarr, sempre scritto così poi un giorno diremo il come perché etc., in rete calco di Pshop Element, che enssun prezzolato si sogna di dire a proposito di soft “a gratis”.
Sicché e farla breve settato Menu su la G9 il tasto Fn per il Fuoco Far (si può abbinarlo anche ad altro) che dire quanto ad autofocus che non è lo “stesso” di Sony-Canon? E se non è così non si è à la page, non amico degli amici, ahh! Contano i fatti per passare al tocco Fn da quasiasilsi cosa in PP, zacchete al Far on da non credere. Quei che recensiscono forse mettono a fuoco pallottole traccianti? Missili ipersonici o f...delle loro amatissime mamme che amano i loro amatissimi, figli di...mamma che ancora una volta...?

Ps2. Slang locale quel manc...che indica quasi a testimonianza della cosa impossibile il Nazareno inchiodato da duemila anni allo stesso palo, orizzontale & verticale. Cosa impossible (a farsi per gli ottusi eterodiretti a telecomando) o irrealizzabile così la traslazione, ecco, in degua (lingua) ‘taliana Crusca o men che sia lì a sigillare la cosa!

Ps3. Rumore dicono all'unisono, si rimandano fotocopie di fotocopie l'un l'altro, il MicroQuattroTerzi. Baggianate a monitor, quei tascabili si capisce. Ma è piccolo? Ma allora chiamate Rocco Siffredi che, dicono, ha discreto "sensore" per ogni pertuso: maschio e femmina!





Colpire al cuore (Stato dell’Arte)

Così il titolo di un film d’Anni di piombo, tempo della “lotta armata” e clou il rapimento e uccisione dell’On. Moro e sua scorta a opera, anche, delle Brigate Rosse che, tuttavia, non sapevano tenere un’arma in mano secondo ricostruzioni di Commissioni parlamentari d’inchiesta sul caso Moro; fatto che rima con quei “terroristi” che non guidavano una macchina, né un alare Piper però il jet che si “schiantò” su una torre del famigerato accadimento storico “torri gemelle” fake d’abborracciata grafica 3D (tutti i testimoni oculari dei fatti “morti” in strane e più che sospette circostanze). Fermiamoci qui.
Quindi li francisi, gli ideatori della nuova “cosa” fotografica telemetrica si sono ispirati, guarda te, a Leica. Un blasone da Cancel Culture. Paradigma delle moderne Full-frame e tutto ciò che ha che vedere con il codice (Da Vinci?) 135, detto appunto formato Leica ventiquattrpertrentasei, classico. Ma la cosa ha un precedente, proprio così, quando Zenit russa strinse accordo con Leica per la commercializzazione di un “mostro” bicipite a telemetro: design russo resto germanico. E se tanto mi dà tanto già ai tempi dell’analogico Konica* diede alla luce, ecco, una telemetro molto “perforante”. Tanto l’uno che l’altro durate lo spazio di un mattino.
Viceversa pare che Le Coq (Galli, Francesi) ora si avvicinino al Mito M, tutt’altro che a modica cifra, ça va sans dire, per ricavarne sangue da rape? Mah.
Infine, siamo, dopo la Pentax17 in clima nicchia, diciamo così mezzo e mezzo, almeno sino al giorno in cui Samsung telefonica, e Mela (morsicata o bacata?) decideranno il “game over” finale e addio a sogni di gloria per tutti vero: Canon, Sony et simila. Sì, anche Nikon che da mo’ in “rianimazione” irreversibile. Il resto direbbe il fu Sator Sartori Prof & Accademico: “So’ cazzate”. Sottoscriviamo! Ah sì, en passant, c’è anche Fujifilm digitale telemetro serie X-Pro, brand(y) che già in epoca analogica aveva la sua “Leica” tipo Fuji Fujica G690 BL ottica intercambiabile formato...seipernove, e recente passato TX-1**

*https://www.gerardobonomo.it/2022/05/03/konica-hexar-rf-o-leica-m/

**https://jonasraskphotography.com/2019/06/17/fujifilm-tx-1-the-original-xpan/


https://pixii.fr/

Wow! Zenit and Leica Present Joint Production Camera!
https://www.mirrorlessrumors.com/wow-zenit-and-leica-present-joint-production-camera/

https://leica-camera.com/en-int/press/counterstatement-ukraine-insider-russia-shipments






L'Unità del cosiddetto Genere umano si fa nella diversità mica nell'omologazione...erotica sentimentale. Vabbene il solito Manunzio, eppure si prestai orecchio poi ognuno per sé e Iddio per tutti quanti escluso nazifascisti ucraini ed ebrei sionisti, per non dire altro.
Su la prima parte, Unità, ci trasciniamo dal tempo del Catechismo e siamo su la fine degli Anni Cinquanta del Novecento, il Secolo breve.
Quanto al “erotico sentimentale” la cosa è decisamente, forse, poco intuibile di primo acchito, eppure Manunzio l'usa tutti i giorni e sui volti esterrefatti e scandalizzati degli umanoidi: erotismo? No, è che Manunzio l’usa come Extrema Thule, sempre nostra salus. Erotismo come non plus ultra: vabbè c'entra na mazza con quell'anatomia, e amen!
Veniamo a noi che è meglio. C'è sta nuova Pentax 17, il brand Pentax, marchio accattato da quei piccoletti della Ricoh oggi formato fotocopiatrici ché questo è ciò che resta del brand(y). E che ti fa, dunque, Pentax? Una nuova camera, sì, ma analogica e pure mezzo formato tipo Pen che usammo su la fine degli Anni Sessanta; stessa che compare a tracollo del “terribile” Eugene Smith, d’una pubblicità d'antan. Sta di fatto che all'epoca già bisognava fars' i croc' (letterale segnarsi di croce in senso lato, adoperare tutta la sapienziale esperienza del caso, infatti, Manuzio addetto allo sviluppo bianconero dei rullini c/o Agl/Foto Lampo, su via Pretoria qui a questa landa ed oggi fa caldo africano, sviluppava il negativo a parte, il rullino, per evitare ogni irrecuperabile danno visto il francobollo di specie, mentre con il formato Leica pieno invece si andava sul “sicuro”) per tirare fuori stampe al massimo 18 x 24.
Croc' allora, tant’è vero che in camera oscura nello stampare il “mezzo francobollo” (dire mezzo formato non è esatto poiché questo si riferisce al formato 6 x 6 cui si ricava il 6 x 4.5 o della famosa Zenza Bronica, e noi usavamo per parte nostra il formato pieno della SA con ottiche Nikon/Tamron marchiate Zenzanon, siamo a dirla tutta sul formato Rollei o Hasselblad che dir si voglia) la torretta del Durst 659, che portava il 50 per il Leica formato e l'ottanta millimetri per i negativi seipersei, il mezzo francobollo metteva in condizioni di abbassare la testata quasi a contatto con piano stampa per solite stampe familiari di routine!
Pentax ci prova, quindi, con l'analogico di nuovo. Ma i tempi della mitica Spotmatic, MeSuper (sottoesponeva di mezzo diaframma come default di fabbrica e a ben ragione, ma con lazzi e frizzi sui giornali dell'epoca in sorta di cose bar sport si discuteva come i capponi di Renzo) Lx, e a salire Pentax (Asahi-Pentax all'epoca) seipersette dai vetri incredibili altro che pippe Zeiss (!) sono nella scatola della memoria, un dì collettivo. Ecco: collettivo di umani e non odierni zombie. Ragazzi e ragazze pascolanti qua e là in città latrine o discariche di plastica.
E l'Unità non il giornale, si capisce? Si va a far fottere: un cretino con tutto l'allure che vuoi, resta tale in digitale che transita nell'analogico, da qui l'omologazione. No, evidente non ci siamo, anche perché Hamburger era, Coca pure, Mc Donato idem...omologazione. L'analogico è tutt'altra cosa, anche perché un rullino da trentasei foto (vero in mezzo formato per “magia” raddoppia: stacchetto ci aveva provato Ilford* a farne di 72 interi Leica format ma cambiando supporto: apriti cielo!) non è verso l'Infinito ed oltre. Si ragiona in analogico che di questi luridi tempi una bestemmia è! Certo se gli Yankee ed europoidi omologati fanno stessi scatti, mangiano le stesse cose (siamo ciò che mangiamo tout court chi lo ricorda il pensiero di Feuerbach ?). Insomma na bella trovata pubblicitaria per pesciolini minghiapixellisti. Attenzione a non confondere chi opera con l'analogico, giovani bambini vecchi rimbambiti, con destrezza in camera oscura. Bravi ma han capito che l'analogico, noi altrettanto vecchio rimbambito, è un altra dimensione-pensiero. E a questi che gli dici? Chapeau!

*Per ottenere 72 fotogrammi formato 24 x 36 su pellicola 35 mm, la lunghezza passava da poco più di 160 centimetri ad oltre tre metri, adottando un nuovo supporto in poliestere dallo spessore di 80 micron contro i 140 della versione Ilford Hp5 tradizionale

https://www.nocsensei.com/camera/storia/massimilianoterzi/ilford-hp5-auto-winder-la-pellicola-con-il-boost/


Nb. Piange il cuore alla lettera l'esposizione che ne fa l’estensore (se donna una Potenza tellurica stra fulmini) del glorioso Durst 659; si capisce benissimamente bene che lo scribacchino prezzolato eterodiretto (se donna ci guadagna di più in strada a cert’ora della sera) il secondo prima stava dietro bancone di pizzicagnolo a vendere kebab: Allah akbar!

https://www.lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/ST110-00664/

(Copia & Incolla se vi pare)

https://petapixel.com/2024/06/17/pentax-17-review-a-brand-new-film-experience-worth-having/
https://www.fowa.it/news/pentax-17





Diteggiare...pallido ed assorto

Prestito poetico fra “colleghi” eh. Street, certo non è Manhattan ma ci può stare ché abbastanza europea (il quadretto) .
Lo scatto in cover de facto monocromatico è, pari luce diffusa di afa, proprio come adesso che si scrive al riparo di ombrate mura, poco ritraibile se andiamo dietro baggianate a mezzo stampa di certune muse, a pagamento. Eppure, sempre il quadretto, è un frammento di street, non certo paragonabile alla iconica cercatrice (come animali da cortile al becchime) di telline** del mal stampato e inchiostrato e carestuso libraccio.
Ora: come si chiama chi scatta per strada? ZZZ...zzz...zz..a parte passeggiatrice ad ore, pure ha nome sonante o contante vate vobis; metti, ecco, chessò questo e quello ? Una volta il reporter/reportage oggi street-photography senza strettarolo. Pare niente. No, assolutamente se manca il nome della “cosa” (nomina sunt conseguentia rerum?) manca pure il suo possesso secondo millenaria cultura occidentale a partire, guarda tu il caso, dalla Genesi il Libro mica baggianate bianconero del frammassone Salgado, che una volta era contabile! La faccenda, quindi, è decisamente strana, stamane siamo di manica larga in avverbi in + mente. Mentire mente eh avessi voglia a solfeggiare: Dooo, Ree, Miii...
Il quesito o vexata quaestio resta insoluto e gravido di conseguenze. Punto e a capo.
Immagine, il quadretto e tre, qui è “suddiviso” con Pshop sebbene l'occhio l'ha già “inquadrato” così come arco riflesso di pisicologia (pissi pissi bau bau, eh) e non siamo alla salivazione di Pavlov, ma poco ci manca. Canone stilistico, ecco, da quell'Arte che robot-umanoidi odierni via zolfatar-latomistii, direttori occulto, insufflano fateci caso gli imbrattatori di tele o mura in Firenze, che tutti giovani sono. Gli stessi che divelte barriere correvano a suicidarsi con anti-Covid nelle vene! Quei che vengono messi sotto le ruote di senza patente e alcolizzati; che non devono vedere domani pro de-popopulation via Genesi e non solo. Infine quelli che si schiantano su le Torri ma lasciano i loro passaporti in bella vista: ciao mamma vedi come mi diverto! Esseri di zolfo che vorrebbero eradicare tutto e loro compresi alla fin fine (cupio dissolvi) tant'è la sifilide arrivata nei loro cervelli, fraciti. Viene da ridere sganasciando mascelle o rotolandosi per terra: il Cancel Culture, che a sto punto tassativamente si deve svelare in una prossima, dire cos'è, e di certo non bullshit di Stampa & Regime tipo Open Mentina da La7.
Sia come sia, allora, se rivoltate l'immagine in caso di specie: destra-sinistra cos'accade? Beh il “nonno” che era in B ora passa in...serie A, mentre quei due retrocessi sono. Immagine che, vecchietti a parte, sviluppandosi da sinistra a destra, dice l'Occidente vedere, positivo è: vero. Resta non di meno quel marciapiedi rivoltato che bello non è pende come i titoli spazzatura di Wall-Street and City of London. Si, vero con Pshop tutto...s'addrizza?

** fig. 2.30/1/2 pg. 33-34 di “Raccontare per immagini” con almeno i due scatti che sembra una posa (cercatrici) da quotidiano wc, Sara Munari via Apogeo/Feltrinelli

Link precedente

Ps. A proposito di “streetgate” riportiamo il link ancora baggianate (formato Leica à la page) lo spasimo triste solitario e finale del Nulla, di certo fottografare, refuso non è. Suvvia dietro il “pifferaio” Munari e come nella fiaba l'annegamento a fiume vi attende. Hic et nunc
A day in Manhattan

Manunzio fotografo sin dal 1969


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Allah Akbar

Dunque Leica o Deutsches Afrikakorps rediviva (Rommel la Volpe del deserto e suoi Panzer Division , comandava de facto anche le “scatolette” cingolate alias Ariete del Duce, chissà in quale dimensione si trova) ci prova a vedere non aspirapolvere ai Tuareg, no, ma formato Leica. A telemetro ché la classe n'est pas de l'eau! Infatti, l'arnese è in mano ad una ridente “principessa” con dita laccate rosso simil Leica. Scatta la nostra nel deserto, fiera e solitaria vs il Corano, e chissà se (Leica) come i camion della Deutsches Afrikakorps ha il filtro anti-sabbia, diversamente da quei scassi cabinati Fiat che non avevano benzina figurarsi il filtro-radiatore: memorabile e nei libri, invece di mandare benzina per i mezzi, mandarono per “errore” acqua normale nei fusti benzina e altro*: si veda la sequenza El Alamein Linea di fuoco. A noi lo zio sottotenente mandato in Africa ne riferiva.
Sicché la nostra principessa fotografa (qualche piccolo dubbio ci viene dalla postura che fa della Leica fra sue deliziose dita di rosso tinte) e ride di sicuro, in bianconero. E rivede, tapina, l'immagine sul retro della Leica, che in un modello precedente, M-10-D aveva eradicato Lcd; noi ansiosi ad immaginare il giorno e l'ora precisa in cui i Teutonici avessero provveduto pure a togliere il sensore...
Besenisse is besenisse e per la principesse araba un bell'affare, in mano. Donne notorio, e come tirano su il mercato, che avete capito, da non credere. Alla cassa dopo la prestazione.
* "Tu non hai capito niente! Di a Mussolini... Che se vuole che arriviamo ad Alessandria deve mandare armi, munizioni, divise e uomini freschi a darci il cambio! E deve mandare l'aviazione... A bombardare gli inglesi! Non il lucido da scarpe!" Dal film El Alamein Linea del fuoco




A.D.
Millenovecentosettanta
Duemilaventitrè


Finalmente a casa? Certo che il cerchio si chiude e lo ricorda il Logo da poco, ma state a sentire. A sinistra dell'immagine sovrastante, il pacco di cartoncini analogici oramai velato ed inutilizzabile dal trascorrere gli anni che era il classico diciotto-per-ventiquattro, molto smerciabile: vero, a parte i matrimoni ancora in bianconero, certe redazioni con “allure” il ventiquattro-per-trenta la condizione base. Il formato subito superiore a questi era appannaggio dei passepartout da galleria, quaranta-per-cinquanta per “puristi” del formato Leica.
Ilford, in basso a destra dell'immagine, qui, in formato RC o detta auto-smaltante all'epoca per non dire supporto in plastica, che asciugandosi all'aria, diversamente dalla smaltatura a cilindro, era funzionale per le agenzie e loro usuale fretta. E noi di questa landa i “fuorisacco” o l'antesignana della posta celere si permetteva alla Gazzetta di Bari ricevere le immagini per l'impaginato quotidiano in tempo per l'offset; il Mattino di Napoli; il Tempo e il Roma della Capitale. Vero anche a Milano per il Corriere. E d'altronde chi per ventura si è imbattuto su queste pagine, sa che lo (studio) dov'eravamo apprendisti stregoni-factotum o Agenzia (foto-giornalistica) Lampo, una simil Carrese di provincia italiana; immagini di cronaca usate finanche dalla convicina RAI, distante dal centro cittadino e noi poche centinaia di metri.
Ilford, di ritorno, RC e niente Multigrade poco in uso, lo si evince dal 3 che sta per contrasto stampigliato su la scatola (alla destra) cui clown sembra fare il verso (tanto di cappello, eh) all'altra d'eleganza particolare.
Siamo a cinquanta e oltre anni di distanza, non più silver halide, bensì inkjet. Due mondi e lo si vede dalla composizione legati idealmente e con guanti bianchi, pensa te. Le mani in pasta, meglio nella bacinella del bagno di sviluppo analogico con nonchalance al posto delle scomodissime pinze; oggi bianchi guanti necessari a prelevare-sistemare cartoncini nella stampante del caso, Canon, brand che pare va a nozze, sembra, con le carte e matte, verosimilmente per composizione-inkjet.
Ilford in nero (a sinistra) cui interno (si tratta di un sample pack riuscito ad avere rocambolescamente da quando l'Albione patria d'Ilford ha smesso di stare, dicono, in seno all'Europa) è fra l'altro la mitica Galerie baritata, versione “uguale” l'analogica che, tuttavia, pesava molto di più; un'altra interna versione di pari caratteristiche, sebbene stesa su cellulosa, opaca scorre al tatto. Interno Ilford dove pure trova posto, in due versioni che a noi sembra sovrapponibili, le Glossy che provano a fare il verso al mitico Ilford-Cibachrome.
E ora di sample non ne useremo più, d'altronde se la Ilford è diversa (?!) da Canson e questa da Hahnemühle, sodalizio europeo manco a dire franco-tedesco, baryta o meno è esercizio retorico; siamo oltre il piluccare, a sti livelli o si è fotografi stranavigati per capirne le sottili sottigliezze, o viceversa minchiapixellisti & gallerioti, chiappe al vento, ecco!

Ps. Mettiamo qua per non appesantire l'immagine con didascalia. Immagini di due mondi: a destra l'analogico agire di pellicola-sviluppo-stampa. E per arrivare a questa bisognava possedere su le spalle centinaia e centinaia d'ore nell'antro alchemico-camera oscura; fatto di mille accortezze e tanta ma proprio tanta manualità artigianale impensabile oggi ai “pellegrini” pinguini giovani leve che ri-tornano al bianconero, lo riscoprono pur non avendone traccia alcuna nel loro già manomesso DNA. La cosa ben più che boutade, è costatatio di chi ha vissuto mai i tempi in cui tutto era “bianconero” e, quindi, difficilissimo da intendere ed impossibile trasferire su carta, nel caso Ilford Galerie il non plus ultra.
Ilford digitale in bella ed elegante scatola nera, piena di “smooth” surface rag dove il Mastro è l'arcinoto Pshop e “fratelli” tra cui l'impareggiabile e beffardo Wilber mascotte Gimp, mastodonte programma che fa, se restiamo al solo bianconero, cose pregevoli. E d'altro non è caso ché troppo very nice tipo PhaseOne: de gustibus!



La notte che mori la Fotografia

Era nata con i Lumi, positiva non al Coronavirus. Trionfo della Tecnica presto robotica al posto di matite e pennelli, correva l'anno 1839. Padrino, o levatrice che dir si voglia, non già Marlon Brando, bensì un positivo non tamponato a nome Arago, intellettuale radicale ca va sans dire ne perorò le virtù magnifiche e progressive del Capitalismo dinanzi le Camere francesi: chimica stesa su lastra non ancora in capsule (anti)Covid e dal baraccone dioramico di Daguerre alle altezze di Felix Tournachon detto Nadar con tanto di carte de visite alla Disderì.
Certo l'inizio non fu dei più semplici tra luddisti, ne avevano capito l'esatta portata di natura aliena, estraniante, falsificata del cosiddetto Reale fotografico scambiata per Natura tout court, e crostaroli pittoruncoli che si vedevano scippare il ritratto nobile. E si perché l'invenzione fotografica permetteva a chiunque di “rappresentarsi” di esserci al Mondo, in immagine seppure effimera, di sguincio come erano e da vedersi i primi dagherrotipi, di lì a breve sostituiti via W.H.F. Talbot reale inventore, secondo vulgata, del negativo su carta e controtipo positivo fotografico già immaginato sul Lago di Garda dove si trastullava con “camera obscura” e ricalchi di fogli traslucidi.
Prosperò la Fotografia fra alambicchi, fiere e baracconi fieristici sino al giorno in cui s'innamorò a tal punto da generare un figlio, di celluloide prima poi perforato ed a schermo infine. Figlio degenere già da subito nel mostrare treni in arrivo fra gli astanti di Caffè-concerto impauriti che la locomotiva a schermo più del trucco fosse viva reale e volesse travolgerli. Locomotiva simbolo di velocità e progresso e benessere per certuni.
Cresceva la Fotografia del Novecento inscatolata in pezzi di ottone germanici, scesa dal cavalletto ottocentesco di mano in mano il formato Leica di Barnack moltiplicava come un virus eterodiretto il circondario terrestre ed uman(oide). E non c'era cose o luoghi che non venisse “immortalato” (la fifa della Morte con gesto apotropaico veniva esorcizzato dalla chimica&ottomeccanica) inquadrato e poi messo in pagina offset alla National Geographic. Certo anche su bianche pareti di Gallerie very nice alla Stieglitz; ugualmente il figlio degenere che orami diventato adulto abbindolava masse, sedute e comode dinanzi pari muro bianco, seppur telato, nell'oscurità della Caverna Mito platonico: niente di nuovo nulla si crea nulla si distrugge...tutto si ricicla. Era il Cinema, sì, sotto tutela di scritturali falliti cui accanto, tuttavia, la storia, ora triste ora drammatica e ora ilare proiettata a schermo era, tuttavia, dell'alchemico Direttore della Fotografia. I conti tornano.
Poi il colore colorò la “realtà” ed imbellì la Fotografica, prima su le lastre di patate, fecole tricromie alla Lumièr, RGB e non al forno, poi Agfacolor e di là del mare Oceano il Kodachrome in “bianconero” ma colorato, l'ossimoro per un'altra volta. Ma il Sogno di Dominion (stesso delle macchine truffaldine per la conta solo pro Biden Usa 2020) e l' ibridazione con la Macchina (circolava già nelle Caverne sale cinematografiche Metropolis di Fritz Lang Anno Domini 1927) generò ancora un figlio, senza scomodare Pirandello, minaccioso e suadente più del fratello fotografico e a scorrimento. Fu la Televisione e l'apoteosi. Immagine in formato scatola domestica di mogano, focolare alla Renzo Arbore e sua Band. Divisi media per colpire unite (Nata – Fotografia - come un fatto meccanico, è andata sentimento e alla fantasia, e li ha mutati. Guido Piovene, Gli scrittori e la Fotografia Editori Riuniti 1988) prima ancora del Fronte Popolare post Seconda carneficina mondiale che proprio su l'Immagine aveva costruito Tutto: Fotografia-Televsione e certo la Cinematografia “che è l'arma più forte” campeggiante il Duce Mussolini da Cinecittà spettacolo. E che in tandem con lo sceneggiatore Starace (di notte pugnace ma di giorno fugace) M + incul + pop(olo) Ministero preparava per la pugna otto milioni baionette, e solo queste ché bastava l'ardire (ardore dei cerchi di fuoco da saltarci dentro di slancio senza ustionarsi) italico; mani contadine contro i carri armati plutocratici Anglo-americani che un bel dì sbarcano secondo copione Studios by Hollywood (bosco sacro a chi?) più con il favore delle Tenebre della italo americana Mafia a suono del Settimo Cavalleggeri alla Stagecoach/Ombre rosse, tip-tap di Fred Astaire & Ginger Roger, in Sicilia. Ahh cumpari.
“Tu schiaccia il pulsante che al resto ghe pensì mi” più del Cavaliere da Arcore, Kodak che invase il Terraqueo di 126 preconfezionato al ritmo di Rock-and-roll, fino agli Anni Duemila, tempo di svolte, non ancora alla Covid certo prodromo per entrare ancor più nella carne degli uman(oidi) sino al controllo totale di essi via chip ino + cul + ati antivirali di Big Pharma, Capitalismo totalitario-sanitario.
Pi X El al posto di grani d'argento (ritornati ora ora di moda & money non olet) che qualche buontempone scambia per pixel, quanto luciferino messaggio in codice.
Siché la Fotografia oramai invecchiata e sotto i colpi della Milano da bere e Jovine (tronista di radio Myphotoportal.it) a complemento poca ci raccapezza più. Il suo “corpo” trasformatosi in robot a base digitale: uno zero acceso spento mi piace non mi piace, toglie gli ultimi residui romantici del Tempo che fu in bianconero. La Signora oramai invasa da chip ino + cul + ati come qualsiasi antivirale è senza più anima, né visione, anzi, poveretta scambia tele-visoni per frame dei minchiapixellisti giovani giocherelloni allevati a PlayStation. Siché la Fotografia si convince, per quel poco di lucidità ancora viva rimastole, sebbene il chip impiantati da Bill & Melinda Gates Oms Fauci e Big Pharama, della fine. Tant'è vero che già grandi chip, che fan tutto tranne il caffè, ormai alle telefonate d'una volata, oggi chat-mail, specchio della giostra gli acquisti, stupidissime emoticon, video filmati del gatto miao miao in sorta di album virtuale, alla lettera han preso il suo posto (indegno?). E mentre i membranacei album ancora esistono a tenere ricordi di famiglie, guerre pestilenze e campionati, insomma la Memoria storica, i dati di questi chip morsicati oggi ci sono ma “diman non v'è certezza”? Fragili file cui tutta l'umane genti s'appende al manico del tram fintantoché c'è corrente: litio solare atomica. Poi l'Abisso Leviatan.
E dinanzi l'Orrido orizzonte senza bricole di gloria la Morte colse la Fotografia non già nel letto della sceneggiata alla Henry Peach Robinson del 1858, no, bensì la “agonia” stile Gomorra alla Netflix. E mentre da lontano un rumore prima indistinto via via fragoroso e minaccioso schiumava onde alte, sempre più e più di un Tsunami eterodiretto e prodromo del Covid, si spense alla soglia dei centottanta anni giorno più giorno meno, sostituita da Photoshop grafica 3D di Ikea. Senonché il giorno dopo, ad esquie avvenuta, un certificato elettorale via US-Mail le recapitava per votare: si scopri a commedia ultimata che aveva votato, via Dominion software taroccato, post mortem per Biden, il democratico senile con alle spalle Harris la Dea Madre primordiale, Kaos primigenio di tutta la sceneggiatura umana.
Ma, ma quando l'allineamento iniziale e terminale, dicono certuni filosofi greci, più delle planetarie sfere celesti aristoteliche, si trova al giusto momento: Bang e tutto implode. Forse per (ri)cominiciare di nuovo dentro un “orizzonte degli eventi” per chi capisce. Sit tibi terra levis M.me Photographie au revoir!



Pentax 645


Un bel scatolotto con elettronica decisamente al top. Fotocamera identificata del formato quadrotto, o meglio quattroemezzosei un super formato Leica o famigerato corrente Full-frame. Provata e riprovata perché un amico ci aveva il pallino delle fotocamere che cambiava a ritmo settimanale, non solo ma stampava pure con Durst e sviluppatrice colore. Più ancora si sperimentava in camera oscura ora questo ora quell'altro procedimento dai fotogrammi Pentax. Una meraviglia di macchina senza, tuttavia, magazzini intercambiabili: sì una volta caricata la fotocamera con data pellicola, metti colore, per avere il bianconero, nessuno ancora ipotizzava Pshop & Co, dovevi avere un secondo magazzino con bianconero e a fine giornata altro che Dj!
Pentax toglieva dall'impiccio, dalla serie: Aut Caesar aut Nihil. Tuttalpiù un secondo “rocchetto” con pellicola e bastava sostituire questo a quello e voilà. Montava ottiche stratosferiche, e poi Pentax e famosa proprio per questo, vetro ottico impareggiabile e per cerimonia, dicasi matrimonio soprattutto, altro che il morente CaNikon e che Iddio li abbia in gloria. Amen

Two Go To Film Cameras For Wedding Photographers
https://www.youtube-nocookie.com/embed/z645_I-Nt8w&feature=youtu.be&inf_contact_key=bf248cb663851b186da86c658d195b2bd18a532c4142cb79caf2b269de1401fa


Ps. Il link rimanda ad un ipotetico e impossibile paragone germano-japonese, le Contax di pari taglia a noi risultano tutt'altro che esperimento riuscito, pure perché Contax strizzava occhio alle Hasselblad



Caravaggio (cum grano salis)

Vabbene però datevi na calmata così come il grafico figlio di Sky: Caravaggio aggiungendovi, guardando meglio a monitor Mac, e con rumore. Ah non ci eravamo accorti.
Ok go back. Il cielo è velato ma qua e là un raggio di luce pure arriva. L'aria è grigia ma non piove. In cucina nella fruttiera, come ad invito, frutta si direbbe di stagione. E ancor prima del caffè due mele e pera, che non si fa appena alzati mi raccomando, sono nella living room che è più figo che dire soggiorno. Tavolo lungo che sembra fatto apposta. Finalmente il sole, meglio una scherda, lama non eccessiva. Un panno per l'abbisogna a mo' di tovagliolo. Siché sul bordo del lungo mobile, sistemato il tovagliolo e la frutta il resto è nell'inquadratura sovrastante. Certo poi ci ha pensato un plug-in di Pshop Elements versione boh tanto è vetusto. Una sola prova del preset e il gioco è fatto: sopra sembra un disegno, ecco, tutto il resto e si vede è digital image. Finto vero direi verosimile. E Caravaggio? Buon'anima qui c'entra per puro lato B, infatti era interesse tutt'altro se non “fermare” l'attimo di luce. Ecco raccontare con niente il chiaro-scuro-elementi per la messinscena.
E il rumore? Daje prodotto dal preset che non dà per niente fastidio, anzi, valore aggiunto. Rumore che una volta sarebbe stata grana fotografica, decisamente su formato Leica al contrario su 120 o più ancora 10x12 per coloro che fabbricavano fotogrammi per chissà quale mercanzia per offset.
E qui per chi ne vuole gli echi che ogni bravo fotografo ( si vabbé) dovrebbe avere, certo, nel suo bagaglio o più background scritto così “veri naise”: storia dell'arte

Divisionismo
https://it.wikipedia.org/wiki/Divisionismo

Michelangelo Merisi in arte Caravaggio
https://it.wikipedia.org/wiki/Caravaggio


Ps. Camera Olympus E-510 formato 4/3 con ottica 14/54 (equivalente 28-105 in full frame) con impostazione manuale 1/20 f 4.0 a mano libera (con accessorio inventato a sostegno camera: no stativo no cavalletto) a Iso 200. Luce di finestra naturale (no window/bank) del giorno 11 Ottobre 2020 ore 7.45


Corpo E-P2 rustico e tosto che non pare e, via adattare a sinistra mette in contatto, letterale, il vegliardo f 14/54 2.8-3.5 Quattro Terzi; specchiante a destra il 12-50 con vetro ED e aperture f 3.5-6.3 equivalente passo full frame 24-100 millimetri decisamente factotum en plein air considerato gli f, anche se a cavalletto i file poi sono ben incisi. E peculiare dell’obiettivo lo zoom manuale o motorizzato secondo necessità, oltre alla feature di avere due tasti sul barilotto: Macro e spingendo una delle ghiere (zoom e fuoco manuale) per ritrovarsi un buon ingrandimento ( per l’abbisogna via adattatore il 35 millimetri di Olympus, che pisola da qualche parte, s'arriva al rapporto 1:1). Lente che ha componente ED già a suo tempo montato sulla C 5060 WZ e ancor prima E-20. Il seondo tasto L-Fn blocca l’autofocus


Linee per millimetro

Su Tutti Fotografi, uscita la prima volta nel Novembre 1969, a fondo pagine c’erano schede tecniche (da staccare e conservare) dedicate a pellicole e naturalmente MTF delle ottiche: un modo come altro per starnazzare a bar sport, o circoli fotografici, a dir vero poco frequentati a nostra latitudine: uno addirittura in specie di suttan’ (luogo al di sotto del calpestio) sottostante chiesa, cenacolo e fratellanza si ritrovava a parlare di fotografia: circolo fotografico per adepti del click e linee per millimetro. Certo all’epoca cosa importante per il formato Leica tirar fuori fino all’ultimo dettaglio da fotogrammi modulati secondo Oscar Barnack, su quello cinematografico in rapporto 3:2. E corollario, parliamo di bianconero trattato da sé (!) di acutanza di film-sviluppi etc. Mondo alchemico che Pshop oggi (usiamo Elements quante volte da scrivere, poi ogni tanto Lightroom per essere “in”) se la ride. A dirla tutta: se si voleva veleggiare oltre l'immaginabile allora bisognava usare Rollei e quadrotto formato seipersei, ma chi aveva i dané per simil cosa? Si il solito figlio di papà, come no. Vero le tedesche Pentacon Six ma è altra cosa, non foss’altro che un 50 luminoso su formato Leica ci si arrivava, impossibile 80 equivalente. E quindi cavalletto e le discussioni finivano intorno mezzanotte: tempi di contestazione e vi era urgenza di cambiare, nientemeno, il Mondo. E oggi di quei lontani fotografi alcuni portano il cagnolino a fare pipì ai giardinetti, e se li fermi manco ti riconoscono più (fan finta).
Era digitale va, Pshop o come vi pare tipo Gimp dalla beffarda mascotte Wilber (se ci date un occhiata tal e tanti tools da rabbrividire Pshop il fratellone grande si capisce) che a volte vi fermate a dire: com’è possibile che un "fail" tiri fuori sta roba? Possibile possibile data la natura infinita dei numeri...si vabbè si fa notte.
Numeri delle mirabilia e per noi del formato Quattro Terzi & Micro. A farla breve. A fondo pagina i file: Old/14-54 e New 12-50 in formato Micro, mentre il primo è Quattro Terzi d’originale Sistema Olympus. La differenza di "cesello" si nota ad ingrandimento questo significare che, seppure via adattatore il Quattro Terzi che equipaggiava di serie la E1 prima Ammiraglia, non sfigura con il piccolo 12-50. Proporzione che richiama i "piccoli" vetri di Leica. E ci si ferma qui

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Ps. Luce pomeriggio inoltrato senza tenda filtrante come al solito, gli Exif per i santommaso sono salvati con i “fail”
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