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L'Unità del cosiddetto Genere umano si fa nella diversità mica nell'omologazione...erotica sentimentale. Vabbene il solito Manunzio, eppure si prestai orecchio poi ognuno per sé e Iddio per tutti quanti escluso nazifascisti ucraini ed ebrei sionisti, per non dire altro.
Su la prima parte, Unità, ci trasciniamo dal tempo del Catechismo e siamo su la fine degli Anni Cinquanta del Novecento, il Secolo breve.
Quanto al “erotico sentimentale” la cosa è decisamente, forse, poco intuibile di primo acchito, eppure Manunzio l'usa tutti i giorni e sui volti esterrefatti e scandalizzati degli umanoidi: erotismo? No, è che Manunzio l’usa come Extrema Thule, sempre nostra salus. Erotismo come non plus ultra: vabbè c'entra na mazza con quell'anatomia, e amen!
Veniamo a noi che è meglio. C'è sta nuova Pentax 17, il brand Pentax, marchio accattato da quei piccoletti della Ricoh oggi formato fotocopiatrici ché questo è ciò che resta del brand(y). E che ti fa, dunque, Pentax? Una nuova camera, sì, ma analogica e pure mezzo formato tipo Pen che usammo su la fine degli Anni Sessanta; stessa che compare a tracollo del “terribile” Eugene Smith, d’una pubblicità d'antan. Sta di fatto che all'epoca già bisognava fars' i croc' (letterale segnarsi di croce in senso lato, adoperare tutta la sapienziale esperienza del caso, infatti, Manuzio addetto allo sviluppo bianconero dei rullini c/o Agl/Foto Lampo, su via Pretoria qui a questa landa ed oggi fa caldo africano, sviluppava il negativo a parte, il rullino, per evitare ogni irrecuperabile danno visto il francobollo di specie, mentre con il formato Leica pieno invece si andava sul “sicuro”) per tirare fuori stampe al massimo 18 x 24.
Croc' allora, tant’è vero che in camera oscura nello stampare il “mezzo francobollo” (dire mezzo formato non è esatto poiché questo si riferisce al formato 6 x 6 cui si ricava il 6 x 4.5 o della famosa Zenza Bronica, e noi usavamo per parte nostra il formato pieno della SA con ottiche Nikon/Tamron marchiate Zenzanon, siamo a dirla tutta sul formato Rollei o Hasselblad che dir si voglia) la torretta del Durst 659, che portava il 50 per il Leica formato e l'ottanta millimetri per i negativi seipersei, il mezzo francobollo metteva in condizioni di abbassare la testata quasi a contatto con piano stampa per solite stampe familiari di routine!
Pentax ci prova, quindi, con l'analogico di nuovo. Ma i tempi della mitica Spotmatic, MeSuper (sottoesponeva di mezzo diaframma come default di fabbrica e a ben ragione, ma con lazzi e frizzi sui giornali dell'epoca in sorta di cose bar sport si discuteva come i capponi di Renzo) Lx, e a salire Pentax (Asahi-Pentax all'epoca) seipersette dai vetri incredibili altro che pippe Zeiss (!) sono nella scatola della memoria, un dì collettivo. Ecco: collettivo di umani e non odierni zombie. Ragazzi e ragazze pascolanti qua e là in città latrine o discariche di plastica.
E l'Unità non il giornale, si capisce? Si va a far fottere: un cretino con tutto l'allure che vuoi, resta tale in digitale che transita nell'analogico, da qui l'omologazione. No, evidente non ci siamo, anche perché Hamburger era, Coca pure, Mc Donato idem...omologazione. L'analogico è tutt'altra cosa, anche perché un rullino da trentasei foto (vero in mezzo formato per “magia” raddoppia: stacchetto ci aveva provato Ilford* a farne di 72 interi Leica format ma cambiando supporto: apriti cielo!) non è verso l'Infinito ed oltre. Si ragiona in analogico che di questi luridi tempi una bestemmia è! Certo se gli Yankee ed europoidi omologati fanno stessi scatti, mangiano le stesse cose (siamo ciò che mangiamo tout court chi lo ricorda il pensiero di Feuerbach ?). Insomma na bella trovata pubblicitaria per pesciolini minghiapixellisti. Attenzione a non confondere chi opera con l'analogico, giovani bambini vecchi rimbambiti, con destrezza in camera oscura. Bravi ma han capito che l'analogico, noi altrettanto vecchio rimbambito, è un altra dimensione-pensiero. E a questi che gli dici? Chapeau!

*Per ottenere 72 fotogrammi formato 24 x 36 su pellicola 35 mm, la lunghezza passava da poco più di 160 centimetri ad oltre tre metri, adottando un nuovo supporto in poliestere dallo spessore di 80 micron contro i 140 della versione Ilford Hp5 tradizionale

https://www.nocsensei.com/camera/storia/massimilianoterzi/ilford-hp5-auto-winder-la-pellicola-con-il-boost/


Nb. Piange il cuore alla lettera l'esposizione che ne fa l’estensore (se donna una Potenza tellurica stra fulmini) del glorioso Durst 659; si capisce benissimamente bene che lo scribacchino prezzolato eterodiretto (se donna ci guadagna di più in strada a cert’ora della sera) il secondo prima stava dietro bancone di pizzicagnolo a vendere kebab: Allah akbar!

https://www.lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/ST110-00664/

(Copia & Incolla se vi pare)

https://petapixel.com/2024/06/17/pentax-17-review-a-brand-new-film-experience-worth-having/
https://www.fowa.it/news/pentax-17


Image

Immagine di street non foss’altro che i manichini in vetrina sta(va) su la Main street e quindi...non di meno fotogrammi che non trovate (manco se si stacca' Criste da la croc') negli scatti degli amanti della strada a tutte le ore. E c’è da capirli ché infame Quinte colonne Munari & C. troppo presi a fornire coordinate a Pentagono-Cia-Mossad su volti e raggruppamenti non più vietati così come durante il Covid del Tandem Speranza-Conte via BigPharma. Pare una boutade alla Manunzio eppure garantiamo che per le ore e i giorni passati su Web così non è, ma poco importa. E d’altronde era un giornalista Gianni Lanes** a rivelare che i dati sanitari viaggiano oltre Oceano, al Pentagono.
Sia come sia si ritorna all’essenza, lo scatto. E non siamo un Atget, solo d’uno che con la macchina, qui una Point&Shoot Olympus, guarda osserva calibra e nel caso scatta. Vetrine a dirla tutta di quando la Main Street a nome Via Pretoria su l’impianto romano non a caso, finisse completamente distrutto alla Soros maniera via Davos Boy gli stessi del clan Chicago o Disordine Mondiale.
Immagine in poche battute passata alla gloriosa Hp 9180 su carata da fotocopia riesumata dall'archivio di carta, ecco, Manunzio e spruzzata di vernice per inglobare il “carbone” degli ink, immagine stesa su cartoncino per migliore manovrabilità. Click on to enlarge image

Sì, bianconero e colorata a mano per togliere dal mondo “reale” e trasferirla come Manunzio sa fare in quello “immaginario” o da questo a quella fate come vi pare. Manipolazione, incrocio fra analogiche matite, pastelli, gessetti e ink digitale. Un manufatto che mai e poi mai potrà restituire una qualsiasi AI. Infatti il taste/tastà (tastare, toccare in dialetto indigeno) è la trasmissione di energie intrappolate dal supporto non meno dall’occhio. Siamo in buona misura ancora analogici tout court.
Per i cultori del Nulla (lasciate che i morti seppelliscano i morti) si continui a vedere fotocopie di fotocopie che Mayphotoportal mena in primo piano (!) e certi funghetti nati di notte tempestosa, fotografi pensa te (al peggio non c’è mai fine) usciti, guarda caso, da quella brava fotocopista della Munari & Co. E si vede. Il Nulla elevato al Nulla. De gustibus certo, non a caso si parla al corrente e di generazione Z che è l’ultima lettera dell’Alfabeto italiano. Ultima. Una prece

** Complottardo, No Vax, Diertrologista un tempo, Terrapiattista, Scemo di guerra, Giapponese nella Jungla, Sessantottino impenitenti d’antan fate come vi pare ma qui il lik lo mettiamo qui augurandosi che Google-Cia-Mossad non l’han a togliere bper “oblio”
http://oppt1776.blogspot.com/p/tessera-sanitaria.html

Atget
https://it.wikipedia.org/wiki/Eugène_Atget



Ps. Scemo di guerra quanto volete ma qui il Pdf...a buon intenditor



L’immagine per essere trattata ci vorrebbe un trattato, ben altro che gioco di parole. Un losco figuro forse Android stile Blade runner, insignificante, fa da sfondo e tiene con discreta nonchalance, stile Leica sotteso mica tanto, la Fuji X 100 VI già in codice: X numerale latino per dieci, la scritta “rossa” di sapore sulfureo, sempre in latino sta per 6. E allora 10 x 100 x 6 kabalistico? Resta l’immagine centrale del robot umanoide che punta l’occhio, in questo caso il destro diciamo “reale” bensì chi osserva è il “sinistro” di nome e di fatto: occhio di Horus, sì, identico al triangoloso occhio-veggente su l’One-Dollar. Espressione mortuaria che di più non si può, stemperata dalla “donna” in bianco sporco virginale che più di mostrare la coscia di prammatica, con tanto di pilu, ne mostra la sola rotula. Forse per brodo di “coltura”

Noi della AGL (Agenzia Giornalistica Lampo) su la Main Street, qui da dove si scrive, oltre le immancabili Rollei biottiche, usavamo Fuji precisamente la BL 69, una tascabilissima seipernove. Tascabile come può esserlo un piccolo carrarmato!
Il fatto che fosse già una cartolina a contatto (caricata con negativo bianconero Agfapan) di notevole formato più per banco ottico (ed alcuni tramite adattatori sostituivano la classica seinove o singola negativa ma pure diecidodici formato) da farci i manifesti stradali veniva presa per la sua ratio non meno di poter montare (!) ottiche grandangolari. Naturalmente tutta sta bestia l’usava il “Baffo” in boss della Foto-Lampo (Agenzia, sì, ma anche e soprattutto di cerimonie).
Certo non era, la visione, discreta di un H. C. Bresson (sua inseparabile Leica) quanto un arma letale puntata contro, la Fuji BL.
E sin qui il solito pistolotto dei tanti “t’arrcuord’” o amarcord che furoreggiano di sti tempi pre-elettorali, locali nazionali continentali galattici e verso l’Infinito ed oltre…? No certo, la storia potremmo, ecco, insegnarla (Manunzio è pur sempre, curriculum, an Elmentary Teacher!) solo che non ci sono scolari, o meglio i finti tonti là fuori, a telecomando ante Sanremmo, post Sanremo a tutte le ore giorno and night: quieta non movere et mota quitare, no? Ni.
Sia come sia, certi ricordi basta zacchete associ nome, foggia (minuscolo e non è pugliese) l’inquadratura e pose. Cadaveriche quanto basta, mortuarie da non dirsi, da Dea Madre coloured finta viva. Evviva! E non si capisce, infine, in cosa e soprattutto perché uno debba spendere quasi duemila-euro per portarsi a casa (obitorio?) un trofeo che tutto serve, oramai, tranne che fare (?!) immagini. Accatatevill’? No Sofì** grazie assai avimm’ già dato!


** accattatevill’, compratelo, così Sofia Loren che in uno spot pubblicizzava prosciutto: mo’ cotto o crudo che sia sempre su gli occhi (sì, certo anche altri distretti anatomici, casomai arrotolati e con un po’ di burro in punta...ci siamo intesi) finisce. E con belle fette su gli occhi del caso sai che vista: alla cassa, via!

(Copia & Incolla se vi pare)
https://fujifilm-x.com/en-us/products/cameras/x100vi?utm_campaign=EID_X100VI_launch&utm_medium=email&utm_source=adestra

Ps. Nell'inquadratura verticale della réclame nipponica Fuji la Dea Madre, abbronzata di prammatica e non si può dire altrimenti ché si finirebbe in tribunale e/o gogna mediatica Urbi et Orbi, la manina tiene la digicamera, in volteggio acrobatico, come qualsiasi imbecille il suo smartphone. E meno male che su la Rete ci sono tutorial circa il "dettaglio" da ottenere in più dallo scatto (acrobatico). Senza dire che con sistemi anti-gravitazionale in essere (vedi soggetto volante durante riprese Formula Uno in, pare ricordare, Germania) con un tocco di voce "Ehi Siri scattami, brevi manu, a mezz'aria sta foto mentre poi visto che ti trovi me lo porteresti, sì, l'affare gocciolante, a fare pipì...che sono occupato per altre cose più (sic) importanti?"







Gare du Nord Paris
(fottografia)


Finalmente arrivati, via treno dall’Italia che l’aereo costa, in Francia e dovevamo poi balzare verso la Germania e oltre in uno di quei tour da leccarsi i baffi: preparato a puntino d’una banda d’una ventina fra maschi e femmine, vabbè vocaboli d’antan.
Altoparlanti gracchiano incomprensibile francese, inglese, boh! Carrelli di qua e di là, scale mobili ops tapis-roulant in andirivieni continuo sotto una luce dall’alto della cupola, sembra più che altro un formicaio indaffarato mentre si cazzeggia, e qualcuno di noi prova un accordo su la chitarra, da figli dei fiori; sistema lo zaino affardellato da campo, sì, militare… Poi incollati e, stranamente, ordinati in fila indiana seguendo la lingua rossa dipinta per terra ci avviamo al treno...dei desideri che all’incontrario va, babbei. Tutto finto mai stato in Francia e quella “lingua rossa” fu disegnata a collegare tutte le “emergenze “architettoniche della Main street di questa landa un giorno dedicato all’arte di Italia (Cosa) Nostra è… bedda matri Maria!
Un modo come altro per prendervi regolarmente per il c...uore in mano considerato che la didascalia fa della “fottografia” quel che vuole. Minchia cumpari niente male come inizio d’anno!

Ps. L’orizzonte quotidi + ano è zeppo di fake però basta imbellettarle con del testo, o musica direbbe Samuele Bersani, il jingle che guida la pubblicità

Pss. Occhio come mestiere vi riesce chi, mica per caso, accocchia (mette insieme) scienza e fantasia “universalizzando” in caso di specie un episodio quotidi + ano di provincia italia + ana (moglie dell’ano!) eh Munari mai dimentica nei nostri c...uori!





Un mattino

Venivo chiamato per fare questo e quella riproduzione cartografica, così la mattina alla pensilina (trovare parcheggio al centro storico cittadino e di primo mattino un terno al lotto) insieme a ragazzi di scuola attendevamo bus; Piazza XVII Agosto e scale mobili su ancora per lo “sbarco” (così i cartelli d’allerta dei tapis-roulant) in Piazza Mario Pagano, nota per il lungo mausoleo del Prefetto, da qui Piazza Prefettura, appunto. Poche centinaia di metri, a volte senza anima viva quando un tempo popolata di gente e aroma di caffè che riempiva la strada Pretoria o Main street.

Non troverai mai la verità se non sei disposto
ad accettare anche ciò che non ti aspetti.
Eraclito


Soprintendenza Archivistica fuori Porta San Gerardo (di fianco Cattedrale omonima) e d’una pianta grassa, quasi cascante che a giorni cercavo di potare, senza essere visto, pur senza alcuna conoscenza di questo; irrigavo, comunque, ogni fine settimana. Un giorno come altri, non ci pensavo manco più, entro nel salone di due porte finestre, lì all’angolo vicino al termosifone (molte volte aprivo le vetrate per far arrivare aria fresca e non chiuso, e pare portasse bene all’arbusto) la pianta s’era ripresa per metà, l’altra di sé rinsecchita. Eppure mai visto quelle foglie, rami a dir vero, mostrami quel disegno: possibile? Si un Cuore (scritto maiuscolo per dare reale e consistente idea del fatto) come gli innamorati ne disegnano sui muri...la pianta, mi aveva “premiato” con un Cuore verde!



Natale d'altri tempi

Il salone, più che altro bugigattolo, lì in alto dei suoi tre gradini d’ingresso in pietra, marmo grigio stinto; l’attesa si consumava in chiacchiere e su li signorin’, che gravitano su la barberia, tutte forme, mentre e sotto Natale dalle mani di Tanino, sornione brizzolato viveur, barbiere distribuiva ai clienti il classico calendarietto tascabile profumato (ne sento ancora adesso) immagini di donnine succinte; fine anni Cinquanta del secolo trascorso. Tanino e altri barbieri (sulla Main Street Via Pretoria) incaricavano corrieri locali per acquistarli a Napoli, da noti grossisti che si rifornivano a loro volta a Milano. Era un regalo gradito il calendarietto: su le paginette, tenute ferme da un cordoncino colorato, i giorni del mese e dall’altra le succintamente vestite, come pure divi di Hollywood (per signore di certo rango dal loro coiffeur-parrucchiere di fiducia, sovente i parenti su la Pretoria dello zio, anch'egli barbiere poi finito in quel di Sestrières, località sciistica piemeontese degli Agnelli e gente à la page).
Tanino terminato il servizio con certa voce chiamava “spazzola” e presto il ragazzo di bottega (pure noi così dopo scuola estiva, e del fatto ne resta cicatrice sull’indice destro, prima e seconda falange, mentre incauti pulivamo il rasoio da barba) lì pronto a spazzolare collo orecchie e giacca del cliente, e “calendarietto profumato” in bustina di carta velina trasparente. Capitava, sotto Natale, l'usanza di pagare il servizio con banconota di grosso taglio (le famose cinquemila lire, euro di là da venire, simile a un foglio A5) era il sonoro “resto mancia”. Sicché solo allora Tanino replicare: te uagliò a “mancia!” e infilava la carta moneta nel tiretto (cassetto) a mo’ di cassa sul bancone








Status quo (ante)

E che non è il nome del complesso inglese Anni Settanta trascorsi, lo leggevamo dalle pagine settimanali di musica e altro “Ciao 2000” che all’epoca l'odierno sembrava lontanissimo, e invece…
Status quo ante a dir vero da quella cosiddetta lingua morta, fateci caso tutto un mortorio immaginifico secondo i grembiulini: mala tempo currunt, no? Sì et peiora parantur e finache l’atomica (!) per spianare a Ground Zero1 i palestinesi, tutti civili ben s’intende. Immagine pure questa. E ci sarebbe da fare dotta ed accademica disquisizione se i cosiddetti fotografi, meglio paparazzi voyer e loro paparazzate, si inscrivono nella vetusta categoria del reportage o l’odierno street photography che, come Araba Fenice, esiste ciascun dice ma dov’è e cosa sia nessun lo sa...avanti con gli acquisti.
E torniamo a bomba, ecco. Mattina ancora ‘ndraveglia e suonn’ (assonnati ancora un po’) televisione e Telenorba (meridunal brod cast television) di default (!?) che mostra una manifestazione dinanzi la Trinità; si la “chiesa” di Elisa cui eccidio va in onda, la ricostruzione, su Rai1, cui alcune scene sono state riprese sotto la finestra (campo calcio a cinque) di chi scrive. Cosa c’entra e con un Diary che parla d’immagine, o almeno ci prova? Tutto. Immagine s’è appena detto, e allora…
Stadio belga2 dove avvenne una mattanza calcistica, oggi raso al suolo: occhio non vede cuore non duole. Abu Ghraib3 della bella “donna” Dea Madre molto luciferina, e cosa sennò, torture in Mondo visione: raso al suolo: occhio non vede cuore non duole, no? Avete visto come c’entra, eccome, l’immagine. E per tornare ad Elisa, la Chiesa Trinità (!?) prima lasciata con eterna impalcatura, poi zitti zitti, linda e pinta riaperta al culto (l’abbiamo visitata ma sino alla “sogliola” laterale d’ingresso e non quello su la Main street alias via Pretoria) ma senza messa, e da qui la manifestazione della sua “riconsacrata” usanza. La Massoneria, eh! Occhio non vede cuore non duole, e non possono abbattere, la Trinità, però tutt’intorno le casupole, meglio i “suttan’” abitazioni grotte sotto livello strada tipiche una volta del centro storico cittadino, e quelle sì. Mah!

Ps. Immaginate ancora in piedi la Bastiglia...di certi grembiulini

(Copia & Incolla se vi pare)

1 "Sganciare una bomba atomica su Gaza è un'opzione"
https://www.rainews.it/articoli/2023/11/sganciare-una-bomba-atomica-su-gaza-e-unopzione-bufera-sul-ministro-israeliano-subito-sospeso-6d7e33c4-97bb-4dc1-ad6a-dd1f5a60a030.html

Netanyahu Criticizes Minister Who Suggested 'Option' of Dropping Nuclear Bomb on Gaza
https://www.haaretz.com/israel-news/2023-11-05/ty-article/netanyahu-criticizes-minister-who-suggested-option-of-dropping-nuclear-bomb-on-gaza/0000018b-9e7b-db71-a7df-ffffe4510000

2 Strage dell'Heysel
https://it.wikipedia.org/wiki/Strage_dell%27Heysel

3 Scandalo di Abu Ghraib
https://it.wikipedia.org/wiki/Scandalo_di_Abu_Ghraib


NB. Strano che in nota Wikipedia sovrastante link non c’è traccia della “generalessa” Janis Karpinski a comando del lager, come ai tempi dei “camerati” germanici, niente di nuovo sotto il sole. Rimediamo:

Retired Army Col. Janis Karpinski was one of two officers punished over Abu Ghraib.)
https://edition.cnn.com/2009/US/04/22/us.torture.karpinski/index.html

Last update

“Il destino di quella chiesa lo decideranno i cittadini”: così Gildo Claps durante la protesta contro la riapertura dell’edificio in cui fu uccisa e nascosta sua sorella Elisa"
https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/11/06/il-destino-di-quella-chiesa-lo-decideranno-i-cittadini-cosi-gildo-claps-durante-la-protesta-contro-la-riapertura-delledificio-in-cui-fu-uccisa-e-nascosta-sua-sorella-elisa/7344738/





Archivi? Pare vero e proprio no sense nel corrente mondo , dove tutto (immagini suoni breve clip segnatamente) sta su un telefonino non già, appunto, stampate immagini in album e/o cassetti più o meno nobili d’archivio, o cassettiere domestiche d’antan. Storie senza maiuscola dei soliti grembiuli pure “vincitori” della Coppa del Nonno, adusi a camuffare ieri, nascondi oggi, manipola sino a domani che prima o poi il naso lungo di Pinocchio vien fuori.
Questo è ciò che chiamano (chi?) “progresso” dove la Memoria è inutile quanto ancor più dannosa al Carosello degli acquisti eterodiretto tant’è vero che necessita richiamare la filastrocca del “buon” massone di turno Or/well nomen omen:

“Who controls the past controls the future. Who controls the present controls the past”


“La fotografia nel nostro Paese (dice Rete Fotografia ndr) è un bene culturale tutelato, ma per gli archivi dei fotografi la realtà odierna si presenta sfaccettata e soprattutto incerta: pochi sono i progetti che ne favoriscono effettiva salvaguardia e valorizzazione, sporadiche le donazioni e le acquisizioni da parte di enti pubblici o privati, che li collochino all’interno del sistema dei beni culturali, e ne facilitano la loro conservazione e fruizione. In molti casi, inoltre, si assiste a scorpori e dispersioni che ne precludono definitivamente la conoscenza”.

Due casi sotto il naso di Manunzio testimonia che la cosa è drammaticamente vera. La prima il cosiddetto “Archivio Vernotico” a queste latitudini. Archivio fotografico non già di fotografo quanto personale, che travalica tuttavia le mura domestiche, poiché intriso di Storia accaduta e naturalmente vissuta dall’Autore, incontrato per quelle “coincidenze” che se le messe una dietro l’altra…
Breve l’Archivio si compone di immagini del Ventennio fascista, e cimeli, e carte, e timbri e ogni ben di Iddio che solo la caparbietà di chi scrive (c’è un fax al riguardo a testimonianza spedito a un comune qui vicino ne conserva memoria: Municipio a nome Savoia di Lucania originariamente Salvia del Brigante Passavate autore di un fallito attentato alla vita del re Umberto I di Savoia per l’appunto cui in seguito, in segno di riparazione, si chiamò il paese) ha evitato la fine indegna di un pompinoso (fellatio!) popolo italiota che si sciacqua la bocca da Cesare…alla spazzatura della Capitale e non solo! E di un Ministero (!?) della cosiddetta Cultura, appaltata sino a qualche giorno fa, esempio mica estemporaneo, al Camerata germanico Gabriel Zuchtriegel in Pompei. Ministero dato in omaggio, di terza infima categoria, nelle compagini compra & vendi governative italiote, pur di “accontentare” questo e quel amico degli amici. Accontentatore, ecco, che la mattina uscendo di casa alla classica “dove vai” della consorte replica “Al Ministero” e di rimando la querula “Mica dei Beni Culturali, dico, eh!”. Nooo mentre guadagna l’uscita il consorte ministro con fronte madida di sudore per averla fatta franca, almeno sino al giorno seguente…

Secondo e più importante “caso” quello di un archivio fotografico con foto-laboratorio, che stampava a queste latitudini già a colori negli Anni Sessanta: Bucci/Pecoriello detto Zatopec affibbiatogli per il “sotteso” correre in cerca di scoop cittadini come il mitico runner etiope Zatopec, per l’appunto, alle Olimpiadi di Roma Anni Sessanta secolo passato in cavalleria. Archivio sterminato, in mostra e per certo periodo lungo la Main street del centro storico, l'anodizzata vetrinata ne metteva in mostra immagini di “fototessere” ritoccate dallo zio di chi scrive, Panunzio.
Sicché non c’è stato verso per la beduina, animalesca, dedita a traffici poco chiari del Potere: Sindaco, Assessore alla Cultura, pensa te, di questa landa. E poi Ministero….Un muro di niente. Ora sembra che l’archivio sia sotto “tutela” delle figlie del fotografo passato e da tempo a miglior vita. Figlie che stanno a Firenze così ultime notizie. Amen.


Seppure di straforo, mica tanto, l’Archivio fotografico del Ministero sempre "cultura" in Potenza nomen omen da barzelletta...cui ha partecipato in foto chi scrive; soprattutto di un fotografo rinomato e primo “trasvolatore” via Paiper biposto, cui è lungo scrivere se non fosse che tutto ciò che oggi, pompinosamente ancora un’altra fellatio, si sa e conosce de l’Archeologia lucana: dalla costa jonica o Magna Grecia e Matera sino, qui, sotto i piedi di Malvaccaro, Domus pavimentata a tessere monocromatiche lo si deve a queso grande a nome che fu Aldo LaCapra morto tragicamente con la sua compagna di seconde nozze. Archivio ministeriale, ecco, che sta in bella mostra per chi ne vuole, sì, ma nel suttan’ (nome che una volta indicava abitazioni-grotte disotto livello strada, come si possono osservare oggi nei Sassi materani) sottoscala del richiamato Ministero qui da questa sperduta masseria lucana...del petrolio, però. E quanto a questi traffici... ci siamo intesi!



Vuolsi così colà dove si puote

Era stato per lunghi anni anni un tormentone non tanto e non solo per le più fantastiche “ricostruzioni” della scomparsa di Elisa Claps, quanto l'ossessivo numero uncinato che compariva sui muri del Centro cittadino; vicoli e fuori dal contesto urbano su ingressi, detti civili.
Cinquantatré a spray, stessa mano stesso segno grafico come fosse una Matrice. Cinquantatré, ma scisso in: 5 + 3 le iniziali dall'alfabeto di C(laps) E(lisa). Un qualcosa che somiglia ad un codice “identificativo”.
Dramma conosciuto in ogni dove per lo Stivale e pure in Inghilterra, dove l'esecutore dell'efferato delitto ne aveva duplicato pari strategia, a Londra.


Ora di quella storia blasfema, sacrilegio ché il corpo alla fine venne rinvenuto nel sottotetto della Chiesa Trinità, della centralissima Main street via Pretoria, se ne gira in questi giorni di inizio duemilaventitré una Fiction per la Rai firmato da Marco Pontecorvo, del celebre padre Gillo quello della “Battaglia di Algeri” degli anni Sessanta ultimo trascorso. Riprese sino a tutto Marzo, e stamani, sotto casa Manunzio, nel campetto di calcio a cinque alcune riprese sotto raffiche di vento e nevischio. Sit tibi terra levis Elisa






Ma cos'è questa crisi parapappapà...ancora una

Malattia certamente trasmissibile quella del “politico”. C'era Nichetti che negli Anni Settanta e della banda “Renzi Alberi” che su l'Altra Domenica incarnava il GASAD, ossia: Gruppi A Sinistra di Altra Domenica, quanto dire...E deja-vu ad personam di un irriducibile Sessantottino, frazionista pure.
Ora in clima “elettorale” e di Agosto!!! mi starebbe bene un “tavolo” di concertazione unitario degli “alternativi al sistema” per la prossima tornata furba elettiva...fra anime belle: invece dei soliti partituncoli, o liste di disturbo creati dai soliti Davos Boys. Tutti in Parlamento? Ma se han a bella posta ridotto (vero Bibitaro dal San Paolo alias Giggino stellato) il numero dei Parlamentari dei due Rami...per chi mastica politica da cinquant'anni: cazzate, sì ma a bella posta fra compari mafiosi.
Ora a parte Paragone (foto primo in alto da sx) di Italia Exit, per dove please, che dagli schermi le catodiche Emittenti del Pensiero Unico nun ce pare ci sia trippa per gatti, però. Si certo c'è pure l'eterno Marco Rizzo (immagine sovrastante basso a sx che pare il buon Benito Mussolini d'antan) però “comunista” che di quando in quando sta sulle emittenti, e fa figo invitare un “comunista” che non conta un c...apello per l'appunto e come un tempo il blasé Bertinotti, civettuolo eppur massone e finiamo qui.
Che dire del “costituzionalista” che in tempi pandemici mai dismessi parlava nientemeno della rinata sigla CNL, che dai libri di “squola” sta per Comitato Nazionale di Liberazione sorto all'indomani del Otto Settembre millenovecentoquarantatré (il 25 luglio pari anno c'era stato la destituzione di Mussolini da parte di “sciaboletta” alias Vittorio Emanuele III già del Delitto Matteotti a leggere il Golpe Inglese di ChiareLettere editore)? Sì Ugo Mattei (foto in alto e quarto da sx) proprio lui. Persona proba senza meno ma forse fuori tempo massimo per salvare il Titanic Italia...costituzione alla mano, sì, ma morta e non per tastare culi alle donne.
E quello sguardo impertinente della (ex parlamentare) Sara Cunial (seconda colonna foto in basso sx) unica femminuccia dei barricaderi: che dire? Buone cose dette e fatte durante il Rastrellamento Nazifascista del Covid: vero Prof di Diritto (rovescio no?) Conte finanche Primo Ministro non eletto da nessuno? E al riguardo: BigPharama hai notizia come del Ministro da Via Pretoria, main street, e nostre suole consumate in Potenza da dove scriviamo...Sì, non solo Speranza nomen omen, dovremmo schiaffarci pure la Minestra scaldata o prima poliziotta Lamorgese di “nobile casato” sempre da Potenza? Ci abbiamo la memoria lunga noi irriducibili Sessantottini: vero Mario Capanna ex segretario del DP alias Democrazia Proletaria anni Settanta l'altra sera su Rete4? Frazionismo fratta e pure rifritta.
Ah e il barbuto della Trinacria ex magistrato (ultimo in ogni senso foto basso dx) Antonio Ingroia? Già trombato e ne avevamo visto lungo la sua “lista” Rivoluzione, sì, ma Civile...strano perché il compagno Mao ricorda che le “rivoluzioni” non sono un Gala e flute di champagne!
Povera Itaglia après Mariò Draghì...alla francese per chi capisce le deluge, amen.
Chi può faccia valige studenti cari, nulla tenenti e pure pensionati mai visti e tanti a nostra memoria varcare i “sacri” confini dell'Italietta da rivoltare perfino Benito: Eja eja alalà. Dite? Vabbene è il saluto fascista che si dava al Duce: Franza Spegna purché se magna ma che ve frega!
Impresentabili, certo e certificabile spiace Davos Boys che l'altro giorno in Chile anni Settanta detti Chicago Boys, che se non è zuppa pan bagnato è. E' morta la cosiddetta "forma partito" di rappresentanza. Infatti lo si è visto, hic et nuc, plasticamente con Giggino o napulitane che al fine del secondo mandato pentastellato mai più sarebbe potuto tornare (se non facendosi aumma aumma un parttiello personale ed ingraziasi il Mario della Provvidenza che tutti ci invidiano, isole comprese marziani farmacisti autisti nel senso di autistici...) fra gli Ozi&Privilggi della Casta sacerdotal-parlamentare('cca nisciuno è fisso alla Totò Truuffa '62, film dell'Italia del Booooom economico!)) vitalizio compreso. E meno mane che questi squallidi figuri dell'eterno cambio di casacca italica dovevano aprire il Parlamento come "scatolette di tonno"!


Ps. Quanto a noi stiamo alle tastiere (postazione contraerea?) e da questa Home da più di dieci anni, non ci abbiamo cambiato idea su niente e nessuno, oltre ad un metro di altezza di denunce che è lunghissimo a narrare. Hasta la Victoria siempre vero Comandante Che Guevara?


Pss. Nella foto il secondo da sx in alto è tale Francesco Toscano di Visione TV. Buon conduttore con una cristallina pronuncia...siciliana, mah. Pare in itinere parteciparvi al progetto Ancora Italia. Eh e mo'? Si deve intuire, accento a parte, l'arnese marino delle imbarcazioni stazionanti? Oppure di nuovo, un'altra volta, la solita minestra scaldata “ancora” di nuovo, sempre la stessa e solita Italia? Bel dilemma e ubiqua “definizione” da chiedere alla Crusca custodi dell'italico linguaggio o agli (non plurale di aglio...) elettori? Costoro che stanno già al cinquanta percento degli aventi diritto uso dire, docet, delle amministrative di giugno scorso?
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