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Duje viecchie prufessure 'e cuncertino
Nu juorno nun avevano che fá…

Certo quelli erano musici: direte il solito Manunzio? No, tutt’altro. E state a sentire. Pur non avendo la tamobla (qui in dialetto d’un tempo automobile) ci siamo, comunque, fatti lasciare dal secondo figlio detto il più riuscito e per tirarlo su mi ha fatto spandecà (dannare non poco)…
Ingresso Belle Arti, poche centinaia di metri da dove si verga la presente: vergare, Mamma mia che poesia! E si vabbè qualcosa bisogna pur mettere della nuda cronaca di fatti a seguire.
Ingresso, campo intero, ecco, bottega-negozio: panoramica su gli astanti scaffali della nostra Extrema Thule (chiede senso ai grembiulini, se vi pare). Vabbene un fotografo in terra infedelis, poi mica tanto le cose che ci dividono dai “parenti” pittori: ‘mbratta (più o meno cioccolatai) tele o men che siano. Li abbiamo fregati, i nominati pittori, da tempo ed essi per fregare noi altri sono diventati, anche, iperrealisti più del re. Finiamo qua che ambedue le squadre, ecco, ha il dente amaro dell’altro, ma quanto a casi da quasi duecento anni lor signori e signore si capisce mai avrebbero immaginato sorpassati (a volte purtroppo) i duemila e passa “disegni” fa.
Ora entrare in Belle Arti è ritrovare un Mondo perduto secondo vulgata dell’Amerika (k as killers) style oramai al tramonto conclamato ché nulla è eterno e gli orientali reclamo il loro, a buon diritto: vedi Gaza.
Sia come sia matite, colori, e tubetti coloranti che non ci frega diversamente dal carboncino e fessaggine, oops fusaggine che quando mettete su la carta...Oddio la carta che ci porteremmo a casa l’intero negozio! Carta very nice che a tastà (toccare non divide nulla con il taste degli Yankee go home) v’accorgete delle vibrazioni che trasmette, altro che star dietro linee per millimetro, lenti zero virgola qualcosa da usare, dicono, all’Equatore allo Zenit di Mezzogiorno e s’incazzano pure per la vignettatura dello zero e qualcosa! Gente che non capisce un c...atadiottrico e manco tener in mano una fotocamera senza farsi male: sì, la solita Munari & Minchiapixellisti che dir si voglia.
Dunque carta da infilare nella “dilettantesca” Pixma 200 Pro di Canon che, dicono i prezzolati sul web, spara acqua colorata e non pigmenti di pigmei, ci torniamo su questo statene certi dopo quindici anni un sito...non mettiamo il c...arro davanti ai buoi, cornuti guarda caso!
Ora nelle Belle Arti oltre il patron di questi, arriva un omone sornione che mi guarda: penso il solito im...ianchino altro nome per dire pittore, almeno un tempo questo per quello. Pittore, eh. Ed è il patron a dire “Guarda là” mentre l’omone aspetta. “Tanì” di rimando “ma tu sii”? E ci abbracciamo. A lor signori che leggono pare na boutade come altra, eppure in quell’attimo due “viecch’ prufessor’” finiti nelle Belle Arti eh. Tanti e tanti anni fa a stampare il Cibachrome, e lui Tanino (Gaetano-Tanino) aveva una camera oscura tutta per sé. E la sua F3 di Nikon e...tempi in bianconero e pure colore da diapositiva su Ciba, che sul sito di Ilford è tornata più bella e gaia che pria...grazie prego alla Petrolini d’antan. Transeat.
E infine due fotografi, lui a dir vero elettricista dell’Enel (insieme a Scintill’ Renato Russo passato da tempo a miglior vita: sit tibi terra Levis, Renato) di una triade: Nikon-Me Super di Pentax e chi scrive con Contax) che “pittano” dipingono dice Tanino mentre gli rispondo che siamo lì per acquistare altra carta...che a casa sembra un cartifico, difficile da descrive se tutto è “vegetale” a monitor si capisce!

Ps. Scritto e riscritto: abbiamo uno scaffale di nobilissime inkjet papers: Canson soprattutto non meno che la germanica Hahnemühle e Awagami by Japan; Canon à la page, Epson pure, Ilford ma nun ci attizza molto per via di quel “diaframma” a nome solfato di bario tout court che limita grandemente la trasmissione di sensazioni-emozioni che solo e soltanto la Carta per Belle Arti riesce a trasmettere, tattilmente e per gli occhi e pure per il naso: emunctae naris. E non parlo della amalfitana Amatruda, un must meglio nu babbà di carta sfrangiata (deckle in quella barbara lingua a nome inglese). Nu piezz’ e ‘cuton’ difficle a dirsi se non provato in vivavoce, ecco. E che con l’acqua colorata sparata dalla Pro 200 Canon impossible eguagliare con dodici ventiquattro centoquattro taniche di colore pigmentate. Fine trasmissione: lato traslato o come vi pare!

Pss. Duje viecch' cui titolo originale è: Dduje Paravise un must della immortale musica classica napoletana e pure 'taliana






Bedda Matri ancora una

Uno spot della Madonna, ops Dea Madre che la precede o si trucca d’essa (lei grammaticale?) come un Fregoli, sebbene non si può dire fregola ché richiama certi pruriti, non si curano con creme BigPharma, anzi del tutto naturale per la progressione della specie, certo un giorno)
Diana e non Daiana detta alla ‘mericana. Dea Matri della caccia? Eh proprio così sempre un giorno remoto, anche se l’uomo è cacciatore, allora come la si mette: davanti dietro alto basso simulacro?
Immagine certo e di Leica divenuta oramai come dice il comico Checca Zalone una marca di “micchia” ossia minchia dentro la nicchia? Mah!
Dea Madre cacciatrice (non più con arco e frecce) o dovremmo dire Amazzone e tutt’altro che la famigerata giostra degli acquisti galattici del capoccione Bezos? Forse.
Immagine, ancora, che non somiglia, nello spot, alla savana da cui pare discendiamo tutti tranne gli Ebrei che sono una razza a parte, dicono: Gaza genocidio docet. Una boscaglia? Può darsi. Sennonché la nostra “donna” cui non si conosce patronimico sarà sorella di De Niro? Come cosa c’entra: Il Cacciatore di Cimino! Vero che l'inizio sequenza lo si vede, il De Niro, nei panni del cacciante che spara al cervo o simil specie, anche se dopo che lo stesso andato in Vietnam (facevamo le manifestazione pro Hồ Chí Minh e Vietcong al grido di “yankee go home!”) e ritornato su le montagne, punta un altro cervo, e che fa? Spara in aria, l’Uomo per chi capisce. Viceversa la Bestia immonda donna (ben messa di crassa urbana pinguedine borghese à la page) nello spot Leica camerata pallottola spara, tranquilla: Io so’ io e tu non sei un c...ervo vivo oramai. Questo è lo spaccio della Bestia al resto provateci a ragionarci su, direbbe il Crozza finto governatore del TriVento Zaia...


(Copia & Incolla se vi pare)
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Ps. Dottor. Freud cosa imbraccia la "donna" nello spot se non un "lungo" e dritto fucile? E non è lei che ha lasciato detto: tutto ciò che "simbolicamente" lungo e turgido è c...arabina del caso? Qui sormonta il fucile l'ampio c...annocchiale? Ergo come la mettiamo e che posizione darle?





La notte che mori la Fotografia

Era nata con i Lumi, positiva non al Coronavirus. Trionfo della Tecnica presto robotica al posto di matite e pennelli, correva l'anno 1839. Padrino, o levatrice che dir si voglia, non già Marlon Brando, bensì un positivo non tamponato a nome Arago, intellettuale radicale ca va sans dire ne perorò le virtù magnifiche e progressive del Capitalismo dinanzi le Camere francesi: chimica stesa su lastra non ancora in capsule (anti)Covid e dal baraccone dioramico di Daguerre alle altezze di Felix Tournachon detto Nadar con tanto di carte de visite alla Disderì.
Certo l'inizio non fu dei più semplici tra luddisti, ne avevano capito l'esatta portata di natura aliena, estraniante, falsificata del cosiddetto Reale fotografico scambiata per Natura tout court, e crostaroli pittoruncoli che si vedevano scippare il ritratto nobile. E si perché l'invenzione fotografica permetteva a chiunque di “rappresentarsi” di esserci al Mondo, in immagine seppure effimera, di sguincio come erano e da vedersi i primi dagherrotipi, di lì a breve sostituiti via W.H.F. Talbot reale inventore, secondo vulgata, del negativo su carta e controtipo positivo fotografico già immaginato sul Lago di Garda dove si trastullava con “camera obscura” e ricalchi di fogli traslucidi.
Prosperò la Fotografia fra alambicchi, fiere e baracconi fieristici sino al giorno in cui s'innamorò a tal punto da generare un figlio, di celluloide prima poi perforato ed a schermo infine. Figlio degenere già da subito nel mostrare treni in arrivo fra gli astanti di Caffè-concerto impauriti che la locomotiva a schermo più del trucco fosse viva reale e volesse travolgerli. Locomotiva simbolo di velocità e progresso e benessere per certuni.
Cresceva la Fotografia del Novecento inscatolata in pezzi di ottone germanici, scesa dal cavalletto ottocentesco di mano in mano il formato Leica di Barnack moltiplicava come un virus eterodiretto il circondario terrestre ed uman(oide). E non c'era cose o luoghi che non venisse “immortalato” (la fifa della Morte con gesto apotropaico veniva esorcizzato dalla chimica&ottomeccanica) inquadrato e poi messo in pagina offset alla National Geographic. Certo anche su bianche pareti di Gallerie very nice alla Stieglitz; ugualmente il figlio degenere che orami diventato adulto abbindolava masse, sedute e comode dinanzi pari muro bianco, seppur telato, nell'oscurità della Caverna Mito platonico: niente di nuovo nulla si crea nulla si distrugge...tutto si ricicla. Era il Cinema, sì, sotto tutela di scritturali falliti cui accanto, tuttavia, la storia, ora triste ora drammatica e ora ilare proiettata a schermo era, tuttavia, dell'alchemico Direttore della Fotografia. I conti tornano.
Poi il colore colorò la “realtà” ed imbellì la Fotografica, prima su le lastre di patate, fecole tricromie alla Lumièr, RGB e non al forno, poi Agfacolor e di là del mare Oceano il Kodachrome in “bianconero” ma colorato, l'ossimoro per un'altra volta. Ma il Sogno di Dominion (stesso delle macchine truffaldine per la conta solo pro Biden Usa 2020) e l' ibridazione con la Macchina (circolava già nelle Caverne sale cinematografiche Metropolis di Fritz Lang Anno Domini 1927) generò ancora un figlio, senza scomodare Pirandello, minaccioso e suadente più del fratello fotografico e a scorrimento. Fu la Televisione e l'apoteosi. Immagine in formato scatola domestica di mogano, focolare alla Renzo Arbore e sua Band. Divisi media per colpire unite (Nata – Fotografia - come un fatto meccanico, è andata sentimento e alla fantasia, e li ha mutati. Guido Piovene, Gli scrittori e la Fotografia Editori Riuniti 1988) prima ancora del Fronte Popolare post Seconda carneficina mondiale che proprio su l'Immagine aveva costruito Tutto: Fotografia-Televsione e certo la Cinematografia “che è l'arma più forte” campeggiante il Duce Mussolini da Cinecittà spettacolo. E che in tandem con lo sceneggiatore Starace (di notte pugnace ma di giorno fugace) M + incul + pop(olo) Ministero preparava per la pugna otto milioni baionette, e solo queste ché bastava l'ardire (ardore dei cerchi di fuoco da saltarci dentro di slancio senza ustionarsi) italico; mani contadine contro i carri armati plutocratici Anglo-americani che un bel dì sbarcano secondo copione Studios by Hollywood (bosco sacro a chi?) più con il favore delle Tenebre della italo americana Mafia a suono del Settimo Cavalleggeri alla Stagecoach/Ombre rosse, tip-tap di Fred Astaire & Ginger Roger, in Sicilia. Ahh cumpari.
“Tu schiaccia il pulsante che al resto ghe pensì mi” più del Cavaliere da Arcore, Kodak che invase il Terraqueo di 126 preconfezionato al ritmo di Rock-and-roll, fino agli Anni Duemila, tempo di svolte, non ancora alla Covid certo prodromo per entrare ancor più nella carne degli uman(oidi) sino al controllo totale di essi via chip ino + cul + ati antivirali di Big Pharma, Capitalismo totalitario-sanitario.
Pi X El al posto di grani d'argento (ritornati ora ora di moda & money non olet) che qualche buontempone scambia per pixel, quanto luciferino messaggio in codice.
Siché la Fotografia oramai invecchiata e sotto i colpi della Milano da bere e Jovine (tronista di radio Myphotoportal.it) a complemento poca ci raccapezza più. Il suo “corpo” trasformatosi in robot a base digitale: uno zero acceso spento mi piace non mi piace, toglie gli ultimi residui romantici del Tempo che fu in bianconero. La Signora oramai invasa da chip ino + cul + ati come qualsiasi antivirale è senza più anima, né visione, anzi, poveretta scambia tele-visoni per frame dei minchiapixellisti giovani giocherelloni allevati a PlayStation. Siché la Fotografia si convince, per quel poco di lucidità ancora viva rimastole, sebbene il chip impiantati da Bill & Melinda Gates Oms Fauci e Big Pharama, della fine. Tant'è vero che già grandi chip, che fan tutto tranne il caffè, ormai alle telefonate d'una volata, oggi chat-mail, specchio della giostra gli acquisti, stupidissime emoticon, video filmati del gatto miao miao in sorta di album virtuale, alla lettera han preso il suo posto (indegno?). E mentre i membranacei album ancora esistono a tenere ricordi di famiglie, guerre pestilenze e campionati, insomma la Memoria storica, i dati di questi chip morsicati oggi ci sono ma “diman non v'è certezza”? Fragili file cui tutta l'umane genti s'appende al manico del tram fintantoché c'è corrente: litio solare atomica. Poi l'Abisso Leviatan.
E dinanzi l'Orrido orizzonte senza bricole di gloria la Morte colse la Fotografia non già nel letto della sceneggiata alla Henry Peach Robinson del 1858, no, bensì la “agonia” stile Gomorra alla Netflix. E mentre da lontano un rumore prima indistinto via via fragoroso e minaccioso schiumava onde alte, sempre più e più di un Tsunami eterodiretto e prodromo del Covid, si spense alla soglia dei centottanta anni giorno più giorno meno, sostituita da Photoshop grafica 3D di Ikea. Senonché il giorno dopo, ad esquie avvenuta, un certificato elettorale via US-Mail le recapitava per votare: si scopri a commedia ultimata che aveva votato, via Dominion software taroccato, post mortem per Biden, il democratico senile con alle spalle Harris la Dea Madre primordiale, Kaos primigenio di tutta la sceneggiatura umana.
Ma, ma quando l'allineamento iniziale e terminale, dicono certuni filosofi greci, più delle planetarie sfere celesti aristoteliche, si trova al giusto momento: Bang e tutto implode. Forse per (ri)cominiciare di nuovo dentro un “orizzonte degli eventi” per chi capisce. Sit tibi terra levis M.me Photographie au revoir!



Yankee go home?

Non è facile ora fare i conti con sti Yankee. Sì certo l'America che per noi sessantottini era l'incarnazione assoluta del Male. E mo? Molto imbarazzante vedere quel che accade lì fra truffe fraudolente pro Biden e scippi vs Trump. Ancor più la gente per strada da noi inimmaginabile. Ora sono giorni che stiamo virtualmente in America a leggere e molto vedere di tutto e di più, notizie che il Mainstream(ing) occulta di qua e di là l'Oceano Atlantico. Amaro in bocca, di come un computer in senso lato, manco a farla apposta (!) chiamato Dominion, calcola brogli per un demente conclamato alias Sleepy Biden, tant'è non a caso gli han posto a latere la “badante” Harris, Dea Madre ma ne riparleremo, versus il de facto vincitore Trump. Brogli eh avessi voglia ora qui ora lì e per il terraqueo, però manco più il buon gusto, ecco, di aggraziare il furto la rapina lo scempio. Troppa grazia Sant'Antonio, troppa. Continueremo a dire: Yankee go home? Qualche dubbio, anche troppi, ci avanza.
A latere ma non troppo veramente sconvolgente l'essere catapultati nel mitico Sessantotto, sì perché uno Yankee a video (immagine sovrastante) è la nostra esatta “fotocopia” non solo nei tratti ma anche, soprattutto, per la vis polemica paro paro a Manunzio. E più di una volta guardando le immagini scorrere ci siamo dati pizzicotti per vedere se ancora fossi su sto Mondo cano che ci ho sotto i piedi di Faletti memoria. Dite? In greco la parola Metempsicosi è calco di quella Reincarnazione/Causa/Effetto orientale. E siamo ancora a scrivere, tuttavia il double Manunzio americano è impressionante: che strana “reincarnazione” qui ed ora (!) al contrario in stile...Manunzio notorio fuori squadra & compasso, no? Boh!

Ps. A latere nell'immagine un altro double, infatti, così lo scompaginato fotografo Gabriele Agamennone che con neve, a queste latitudini, in periodo invernale e bottiglia Ace (usata per la varichina) veniva a chiedere al Lab “Foto-Lampo-Notizie” il “bagno di sviluppo” per i suoi strampalati scatti: girava con occhiali e cappello Yankee come in foto. Oyee

Pss. Il problema per chi ha "intelletti sani" non è certo il Biden rincoglionito, no. Il problema è se anzitutto il genere umano potrà ancora dirsi tale e non robot in saecula saeculorum. Amen per chi capisce che il Covid è pura fuffa per il "Grande reset" luciferino e che quindi la chiamata elettorale americana è la divisone fra Luce o Tenebra, altro che bon ton e passa la mano al nuovo Biden, prestanome della negromante Harris, eletto, però, dai solo Media. E per cui verrebbe da dire: abolite tutto e instaurate il Fascismo tecnosanitario III Millennio



Strategia del ragno

Dunque la strategia dell’accatta accatta (acheter in french, buy globalist language) stavolta fa aggio e su un veditore di meraviglie, tra il poco serio e molto faceto: la giostra degli acquisti. Quindi accatevill’ ‘na bella mirrorless però da cinquanta megapixel (così pochi?) per i viaggiatori, nel corpo del post sottostante, che uniscono utile (molto) al (poco) dilettevole, in ogni accezione!

To fall in love with technology is a dangerous proposition, due to the fact that the nature of tech is to move forward, to change, to evolve


Man fotografo dal 1969

Ps. L’imbecille estensore parla della prima mirror a sproposito, e cita la R-D1 Epson (e pure Leica, tombola!) notoriamente “rangerfinder” cannoneggiato da Wiki al solito prezzolata “enciclopedia” libera: sì vabbè. Casomai dovremmo parlare di Olympus (Pen) e certamente della G1 panasonic in formato Microquattoterzi ante ma da un venditore già disonesto pura perdita di tempo. Yankee go home



Yankee Go Home

Amerika (non scrivo perché ancora con kappa!) way of life. C’è da capirli gli Yankee venuti su per volontà dei “padri pellegrini” un po’ troppo frammassoni, ma tant’è. Un continente, grazie Cristoforo Colombo pro Vaticano Spa, spopolato ante litteram da malthusiana “decrescita felice”: vero geometra Giuseppe Grillo, in arte Beppe? E per far posto ai neo romani barbari europei poi ibridati americani. Paisà come Legioni di sanguinari macellai che, guarda caso, esportavano in illo tempore la “democrazia”. Niente di nuovo sotto il sole. Continente americano che nasce ben oltre la famigerata strage degli Innocenti di biblica memoria. Qui siamo a livello perfetto di sterminio dei nativi americani (scritto senza kappa) che ha aperto le porte di Aushwitz: d'altronde nel loro sangue bastardo i cosiddetti yankee son pur sempre mezzo sangue germano-latino. Una tragedia al quadrato!
Tutta sta filippica? Calma paisà, calma. Dunque vivendo costoro nel NULLA sperimentano qui cosa l’attende lì, vabbè post mortem…Figli del do ut des (non che noi da quest’altra parte dell’Atlantico siam da meno) della Teologia del Mercato con Wall Street and City of London suoi profeti, senza passato di vestigia e quindi senza storia, figurarsi il futuro, in perenne guerra con se stessi a sua volta “esportato” democraticamente al Mondo intero! Certo se a questa componente di base, ecco, s’aggiunge Sion ma tout court il cerchio infernale si chiude per chi intende.
E quindi paisà anche quest’altro cerchio si chiude con il link proposto dove del NULLA si parla di fotografia del NULLA, e nel caso di specie ambientato in tanto di backyard domestico; anzi se ci fai (ci sei?) caso paisà quella casetta degli attrezzi usata per lo stage a cosa somiglia? E lo sapevo non ci vuoi arrivare. Come dici? Dall’auricolare perenne che porti all’orecchio non ti arriva nessun input della regia da ripetere come pappagallo saltellante ammaestrato dalla giostra degli acquisti…ah peggio per te perché quella casetta altro non è che un loculo. Ma sì, ma sì di quelle carrellate di tanti film dell’orrore vacuo degli Yankee dei loro cimiteri, di cippi pagani qual sono e restano che manco Cristo gli toglie ‘na croce.
E anche stamani appoggiato con estrema precisione di fuoco nelle chiappe del Nuovo (dis)Ordine Mondiale, salutiamo. Alla prossima paisà!

Photographed Portraits in my Backyard Shed using just Natural Light

Man fotografo dal 1969

Ps. Nella messinscena noterete la cosiddetta fotografa, tanto in digitale che con Mamya 4,5x6 su pellicola à la page, muoversi ad altezza se non un po' di più della modella. Ahi ma so' amerikani: che dire di più?
Pss. Per gli imbecilli a telecomando la ripresa dall’alto, una volta con fisheye o grandangolo estremo di certe réclame e non solo, è segno di sottomissione (gerarchizzazione) del soggetto che non gioca da pari a pari, e alla faccia pure di H.C. Bresson!




‘na bott’ au cerch’ e nat’ au tumpagn’
(cerchiobottismo alla Tonino Di Pietro e nella Treccani, Dna di taluni italiani, a novanta gradi con famiglia)


Quando uno tiene famiglia ci sta poco da fottere (fare). Anzi pare il solito refrain del “si parla a nuova perché suocera intenda”. Mah!
Fotografia va. E di un Padre Nobile, e si qui tutto vabbene poi però la coda del diavolo (mazzetta eh) dell’articolista deve nominare, come cavolo a merenda e Pecunia non olet, infatti, un tale “fotografo” mai coperto. Un fotografo con allure (merde?) e occhi a mandorla. Sichè mentre il giorno prima di dovevi sorbire le puttanate but very fine degli yankee, cosiddetti padroni, mo’ la stessa solfa con gli orientali asiatici. Carneade chi era costui? Ma mi faccia il piacere…

Storia di una fotografia. Moonlight: the pond di Edward Steichen

Man


Ps. Il titolo è: “Un tocco (interessato) alla cerchio e parimenti alla botte (dove c’è vino e/o grana)”

Pss. Il cretino di articolista (Storia di una fotografia) non sa (troppo stupido con smartphone e michiapixel ultra) che era del tutto normale dipingere “a mano” le fotografie già subito dopo i primi dagherrotipi, figurarsi le stampe (il mio maresciallo durante il servizio militare - laboratorio fotoriproduzioni manco a dire! - in quel di Lecce, ci passava con aniline e acquerello interi pomeriggi…così come in ogni studio fotografico serio! Siamo tutti fotografi, no? Chi prego!

date » 17-12-2018 11:07

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tags » natale 2019, caffellatte natale manunzio, feste natale, ricordi infanzia anni sessanta,



Jingle bells jingle all the way…e poi uno dice Yankee go home, ah retaggio sessantottino. Sia come sia per quanto ci riguarda ci concediamo una lunga pausa, altrimenti e di sti tempi infami, non assaporiamo che le compere (poche) e null’altro, E questi giorni sono sacri per tanti lunghi motivi, e ne troverete traccia tra qualche giorno in copertina il riaffioro dagli abissi della memoria della tazza di caffellatte, che mi toccò in sorte proprio un giorno di Natale

Man


Ps. Qua ci sta il link al Calendario in A3 del prossimo 2019 per chi ne avesse voglia potrà scaricarlo

Pss. E' Natale e vi si risparmia quanto sopra detto...

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Kaalendar_2019.pdf (7.95 MB)



Fenomeni da barraccone: Yankee go home.E non abbiamo poi molto da dire delle americanate. Povera gente stanno nel Nulla senza storia né altro, certo hanno coraggio più degli altri umani (umanoidi?) che sperimentano il Nulla abituati come sono sin da piccoli.
Tuttavia la cosa, americanata, ammettiamolo ecco, ha un suo fascino: vabbene orrido. Immortalare (!?)il Nulla in una città Fantasma, e giocando con le mani americane mai dome, ferme. E fateci caso la baracca riattata può benissimo essere come un vecchio garage dove gli Yankee sono soliti inventarsi di tutto e di più: Steve Jobs e Mela a dirne una per restare al passo (scorsoio?). Fotografia se n'è andata con il suo inventore: Occidente giudaico-cristiano-greco-romano

Camera obscura


Non chiederci la parola che squadri da ogni lato /l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco /
lo dichiari e risplenda come un croco/perduto in mezzo a un polveroso prato.
Ah l'uomo che se ne va sicuro/agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola/stampa sopra uno scalcinato muro!
Non domandarci la formula 6 che mondi possa aprirti/sì qualche storta sillaba e secca 7 come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti/ciò che non siamo, ciò che non vogliamo

Eugenio Montale



Ps Per chi è interessato al minuto sette e spiccioli un aereo con tanto di chemtrail o scie chimiche irroranti
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