Manunzio




Chi offre di più? E uno e due...aggiudicato!

Lo scriviamo a giorni dispari e pure pari che il marchio Leica è tutto tranne che, oramai, un “apparato” fotografico. Si, certo con alcuni modelli, non dico analogico, ma digitale ci si può volendo pure fare qualche scatto, in rigoroso bianconero digitale si capisce. E non siamo a conoscenza se nel nuovo tipo rangerfind c’è ancora, visto il vezzo di toglierlo da un modello e reintrodurlo nel successivo, il tanto vituperato Lcd per riveder gli scatti: che obbrobrio vile e per gente incolta, via. Siamo pur sempre in ansia costante in attesa che Leica decida di togliere pure il sensore: e che sarà mai? L’essenziale e farsi pagare, cosa importa non è dato, con mutuo ipotecario accesso presso banche: Deutsche Bank in odore di fallimento, oops default?
E se non fotografi che ci fai? Interessante quesito delle auction/asta per portarsi a casa il trofeo del caso come certuni che vanno in Afrika (Korps?) sparano a pagamento e si portano a casa, semmai, a testa do lione. Trofeo per trofeo certo una Leica XYZ è meno cruento, e sia.
E della serie L con Panasonic e Sigma Corporation? Del secondo brand, mettiamo subito mani avanti, ché tutto il bene possibile ed immaginabile: ho tre macchine Micro 4/3 cui una bridge. E se ne dico peste e corna, a ben ragione, immaginate le ritorsioni ché sono diventai permalosi i giapponotti + Leica joint. Sì, vero, manca Roma per fare il famigerato trio d’antan: Ro-Ber-To. E sappiamo come è finita nell’Anno Domini 1945 l’Asse italico-germanico-nipponico! La storia insegnerà pure ma non ci sono scolari ma sordidi esseri ripetitivi. I soliti babilonesi alla frutta: Gaza docet ma pure l’Ukraina nun pazzea, anzi.
Dunque anche i ricchi piangono? Ni sennonché è certo che la serie L si trova pure usata (!?) da Leica, dalla serie: che s’adda fa p’ campà. Sic transit gloria mundi. Amen

Ps. Oddio come siamo diventate permalose oh digicamere Olympus. Vero ce ne sono tre stipate (conservate) in pari formato Micro 4|3. Quattro in originale 4/3, e due ancora funzionate “point & shoot” Contente della nomina? Fiuuu...

(Copia & Incolla se vi pare)
https://classic.leica-camera.com/it/it/lcit/Leica/Sistema-SL/
https://classic.leica-camera.com/it/it/lcit/Leica-Black-Paint/




Ottiche digital (ottica 24 mm Yashica al centro, Zeiss Planar 50 mm a destra su Contax) verso analogiche e tutt'altro che sfida pro questo e quello; ricette ottiche di più di cinquant'anni l'un l'altra reggono bene per chi non ha per la testa che minchiapixel e/o risoluzioni inutili e dannose all'immagine finale. La Contax Rts (destra immagine) a mezzo secolo di distanza con suo scatto felpato di classiche tendine a scorrimento orizzontale regge benissimo l'odierno seppure necessita di batteria per funzionare. Retrostante la Yashica meccanica che simile ad Panzer macina ancora fotogrammi senza problemi. Lato opposto le telecentriche Zuiko (camera Pen F e Ep 5) milestone che han segnato e tutt'ora la storia delle fotocamere digitali insieme all'intramontabile “telecamera” Panasonic GH4, pimpante a tutt'oggi



FAMIGLIA ALLARGATA
Mondi diversi l'analogico e digitale, troppo a dirsi per chi quel mondo non sa che è esistito ed in gran prate ripreso in bianco e nero l'anima della Fotografia. Fotocamere tutto d'un pezzo, lato traslato e come vi pare. Pesanti eppure ben disegnate, anzi, per restare alle Contax pare fossero uscite dalle matite (non c'erano Cad all'epoca) della Porsche. Vero o meno anche queste macchine furono “mal comprese” ché imperava Nikon tallonata da Canon che oggi le batte l'ultimo chiodo della bara; Sony manco l'ombra, quando al suo posto la gloriosa (ne ha fatto le scarpe) Minolta cui ceneri l'odierna richiamata. E le ottiche? Era un fiorire di pezzi di vetro, poi tra cui gli Zeiss & Leica a farseli nei propri crogioli, quanto al resto vi provvedeva la Hoya soprattutto a fornire delle buone ricette, ottiche. E a queste si aggiungevano le cosiddette “sotto-marca” impossibile da ricordare tipo Cosina-Petri-Voigtlander e altre che non viene più in mente. Certo insieme l'Olimpo, lassù l'Olimpo le mitiche Ashai Pentax e loro stellari Takumar.
Certo poi la progettazione ottica teneva al fatto che era, qui, il ventiquattrotrentasei cui disegnare il vetro tout court; del tretaquaranta inquadrato per gallerie à la page quando a maggioranza bastava il ventiquattrotrenta. Tranne quella volta che insieme ad altri mattacchioni osammo sfidare le Aquile Zeiss con vetri equivalenti (stessa baionetta) Yashica. E ne tirammo in camera oscura uno stratosferico poster cinquatapersessanta, e lì si vide differenza. Eravamo giovani e mica sapevamo che per legge psico-fisica a distanza di osservazione (non il naso incollato al supporto) pari ad una volta, volta e mezzo la diagonale dell'immagine tutto era/è inutile fra i due vetri: germanico vs. nipponico. E questa regola vale anche oggi per tutto e dimostra l'imbecillità dei minchiapixellisti che corrono dietro a l'ultimo pixel.
E delle ottiche? Capitava a sera di scattare in luce ambiente di lampioni cittadini, senza Noctilux Leica, per strade e manifestazioni sicché la pellicola per di più HP5 “tirata” a milleseicento Asa “equivalente” odierno Iso la Contax & Zeiss faceva ancor bene la loro parte; certo con tempi lunghi e mano ferma. Era allora il Planar de noatri unoesette al posto dell'inarrivabile (money) unoquattro dal centro favoloso e bordi...Non altrimenti, oggi una Photoshoppata qualsiasi con o senza plug-in, eh avessi voglia a “pareggiare” i conti.
E venne il contrordine degli anni Duemila: compagni è l'ora non dei Pavesini, così la réclame d'epoca, ma del digitale terrestre, molto terrestre. Storia recente che le ottiche, c'è l'ha insegnato Olympus con sua progettazione telecentrica dei favolosi Zuiko, che la luce digitale è diversa dal quella naturale, analogica. Olympus delle mirabilie, anche questo “incompreso” a salve eterodirette, in Mondovisione.
Sicché uno dice: 'mbè? Se nonché la bajonetta Olympus/Panasonic tramite robusti adattatori consente a chi ne vuole di “resuscitare” non già Lazzaro delle Scritture, gloriosi vetri qui il Planar, insieme ad un superlativo Yashica (usavano stessa bajonetta) ventiquattromillimetri che si “raddoppia” dato il cosiddetto cropp del Micro 4/3: niente male. Certo l'inizio è un casino per fuochi manuali e diaframmi, casomai assistiti dall'automatismo di questi, però le immagini (file) sono di certo gusto: vintage? Yes very nice e niente niente male. Anzi






Sulanto dixit

Carneade chi era costui? Un nordeuropeo che usa il Micro trequarti, Oly & Panas. Ha dei buoni video da vedé, ma non è questo.
Si sa con la bella stagione, mare spiaggia monti...chi usa il Full-frame chi addirittura la buona pellicola d'antan. Certo poi anche falangi di microterzisti, buongustai. Gourment, si fine intenditor, che guardano dall'alto in basso i CanSony (Nikon resiste a questi perché attaccata alla canna acca-due-o, una volta staccata per eutanasia...).
Sicché scritto e riscritto chi capisce (già chi?) di fotografia e Microterzista dovrebbe di ciò fregiarsi, tant'è conclamata bontà le macchine M 4/3, figurarsi lo sterminato parco ottiche, che, quanto meno, sono da definirsi stellari (si provi a dare occhiata al sito Juza). Poi, volendo si dovrebbe parlare di pisicologia della visione che non è si mangia né beve per chi intende.
Ora si fanno robot su teorie pisicologiche, pari ad un ameba e però spacciate per intelligenti più dell'Homo Sapiens. Pisicologia, ancora una, che vuole e l'occhio che a certa distanza nun capisce più niente in fatto di “acutanza” una volta analogica odierna “nitidezza” . Roba come l'Araba Fenice: che esiste ciascun lo dice dove sia nessun lo sa!
Eppure se ne dava conto della “pisicologia” della visione a dimostrazione che, a muro distanza.... inutile continuare, tranne che nel video che si posta c'è una frase del Sulanto anch'essa da incorniciare a muro...fotografie che mi fanno sentire bene ogni volta che le guardo.
E non ditelo alla zelota dei latomisti luciferini stars and stripes, ma si, la Munari front-end e chi sennò?

Ps. Vero la Olympus photo è stata passata ad altri che la chiamano al corrente OM-System, rebrandig che ancora meglio della conosciuta ed ottima “banda” è de facto ancora nominata Olympus per chi sa e apprezza la “ditta” già in evo analogico figurasi nel corretene digitale

Pss. Il richiamato Sulanto fa réclame a...Saal un service online per la stampa. Bene a noi nun ce ne pò fregà de meno perché non l'usiamo né intratteniamo rapporti commerciali


Surprising how little difference sensor size makes in reality prints!

Manunzio fotografo sin dal 1969


Corpo E-P2 rustico e tosto che non pare e, via adattare a sinistra mette in contatto, letterale, il vegliardo f 14/54 2.8-3.5 Quattro Terzi; specchiante a destra il 12-50 con vetro ED e aperture f 3.5-6.3 equivalente passo full frame 24-100 millimetri decisamente factotum en plein air considerato gli f, anche se a cavalletto i file poi sono ben incisi. E peculiare dell’obiettivo lo zoom manuale o motorizzato secondo necessità, oltre alla feature di avere due tasti sul barilotto: Macro e spingendo una delle ghiere (zoom e fuoco manuale) per ritrovarsi un buon ingrandimento ( per l’abbisogna via adattatore il 35 millimetri di Olympus, che pisola da qualche parte, s'arriva al rapporto 1:1). Lente che ha componente ED già a suo tempo montato sulla C 5060 WZ e ancor prima E-20. Il seondo tasto L-Fn blocca l’autofocus


Linee per millimetro

Su Tutti Fotografi, uscita la prima volta nel Novembre 1969, a fondo pagine c’erano schede tecniche (da staccare e conservare) dedicate a pellicole e naturalmente MTF delle ottiche: un modo come altro per starnazzare a bar sport, o circoli fotografici, a dir vero poco frequentati a nostra latitudine: uno addirittura in specie di suttan’ (luogo al di sotto del calpestio) sottostante chiesa, cenacolo e fratellanza si ritrovava a parlare di fotografia: circolo fotografico per adepti del click e linee per millimetro. Certo all’epoca cosa importante per il formato Leica tirar fuori fino all’ultimo dettaglio da fotogrammi modulati secondo Oscar Barnack, su quello cinematografico in rapporto 3:2. E corollario, parliamo di bianconero trattato da sé (!) di acutanza di film-sviluppi etc. Mondo alchemico che Pshop oggi (usiamo Elements quante volte da scrivere, poi ogni tanto Lightroom per essere “in”) se la ride. A dirla tutta: se si voleva veleggiare oltre l'immaginabile allora bisognava usare Rollei e quadrotto formato seipersei, ma chi aveva i dané per simil cosa? Si il solito figlio di papà, come no. Vero le tedesche Pentacon Six ma è altra cosa, non foss’altro che un 50 luminoso su formato Leica ci si arrivava, impossibile 80 equivalente. E quindi cavalletto e le discussioni finivano intorno mezzanotte: tempi di contestazione e vi era urgenza di cambiare, nientemeno, il Mondo. E oggi di quei lontani fotografi alcuni portano il cagnolino a fare pipì ai giardinetti, e se li fermi manco ti riconoscono più (fan finta).
Era digitale va, Pshop o come vi pare tipo Gimp dalla beffarda mascotte Wilber (se ci date un occhiata tal e tanti tools da rabbrividire Pshop il fratellone grande si capisce) che a volte vi fermate a dire: com’è possibile che un "fail" tiri fuori sta roba? Possibile possibile data la natura infinita dei numeri...si vabbè si fa notte.
Numeri delle mirabilia e per noi del formato Quattro Terzi & Micro. A farla breve. A fondo pagina i file: Old/14-54 e New 12-50 in formato Micro, mentre il primo è Quattro Terzi d’originale Sistema Olympus. La differenza di "cesello" si nota ad ingrandimento questo significare che, seppure via adattatore il Quattro Terzi che equipaggiava di serie la E1 prima Ammiraglia, non sfigura con il piccolo 12-50. Proporzione che richiama i "piccoli" vetri di Leica. E ci si ferma qui

OLD
NEW


Ps. Luce pomeriggio inoltrato senza tenda filtrante come al solito, gli Exif per i santommaso sono salvati con i “fail”



Pilu, come tira una donna…

Il mercato e che avete capito? Forse. La giostra degli acquisti è in stato comatoso ma imbellettata da Stampa&Regime di settore sembra…come sepolcro abbacinante (“Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati, all'esterno belli a vedersi, dentro pieni di ossa di morti e di ogni putridume”. Mt 23, 27)
E’ l’andazzo va avanti in particolar modo dal 1717 - che numeri! – di Rito scozzese York e fate come ve pare, cari grembiulini. A dir vero bisogna menzionare un paio di secoli prima il buon compare Galilei (della cosiddetta scienza che fa tic tac tic tac eterna e immutabile) e sir Newton frammassone di certa risma, compare di lì a breve del “creatore della specie” altra risma a nome Darwin a giustificare le sorti magnifiche e progressive del Kapitale, kappa kome killer va da sé. O dell’altro tic tac che l’uomo discende dalla scimmia, oh s’è per questo basta guardarlo bene, il suo volto da scimpanzé: nomen omen o perfetta fisiognomica! In altre parole l’universale sistema “valoriale” finito oramai post Bretton Woods per chi intende o fa finta di no, al solito telecomandato. Magaldi venerabile maestro, eh ce la caviamo niente male e pure senza “obbedienza”!
Giostra che vive momenti di crollo finale nel più ampio finale dell’Occidente giudaico-cristiano-greco-romano o dell’America way of life, che scriviamo a giorni dispari.
E dunque la giostra vuoi non ricorra al “pilu” di un Cetto Laqualunue alias Antonio Albanese? Si certo. Pilu di fimmina che tira…gli acquisti. Sebben qui è una “greca” che maldestramente poco sa e conosce (!?) dei suoi Padri, i modesti Socrate Platone Aristotele…giusto per gradire, quando coni Micro 4/3 Olympus vaniloqui del Nulla, che le piace. Nulla? Niente signorina e non già Nulla che altra categoria…dello spirito! Com’è scesa in basso e stringe il cuore la nostra amata Grecia dei libri di squola, ecco!

How to use the 2x Teleconverter MC-20 for Wildlife Photography


Man fotografo dal 1969

Ps. Il buon sir Charlie Darwin con la sua “teoria” avvalora e tutt’oggi, anzitutto, la scemenza che l’uomo derivi dalla scimmia, mentre talaltri sostengono vexata quaestio derivi da masturbazione genetica ibridato in pesce, forse padulo che vola all’altezza del c…Ma la più migliore di tutte, sempre stronzata, la grande Teologia del Mercato, Demiurgo supremo con certa allure, sì certo, ma di zolfo infernale! O dell’homo homini lupus, delle sorti magnifiche del Kapitale o dell’eugenetica iniziata ad Aushwitz e d’intorni. Insomma del ferino e belluino, il più debole soccombe al “grande”. Che stronzo Darwin etero diretto, quando poi era già arcinota a quei macellai con lorica e lingua gutturale ad far invidia ai barbari germanici (!) con famigerato “Ubi major minor cessat”!


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