date » 29-07-2020 12:20
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Alchimia per trasmutare la materia grezza, tanto sul piano fisico che ( non altrimenti) spirituale. E a scuola Dante il Venerabile fa proprio questo con la sua Commedia tripartita: Inferno-Purgatorio-Paradiso. A parte il fatto che la zona franca a nome Purgatorio è invenzione dei soliti teologi ché nelle Scritture non trova traccia: una volta erano gli esami scolastici riparazione a Settembre. Bianconero categoria dello Spirito, quante volte scritto è condizione esistenziale, su le note del bianco&nero e sue nuance di grigi. Pellicole rivelatori e agitazione e contrasto, se stampata poi a condensatore via Durst o in luce diffusa; anche in questo gli ingranditori Durst erano impareggiabili, come la scatola di luce blu (letterale) che trovava posto nello chaissis del mastodontico 139. Luce (non più blu) morbida ha raggiunto l’odierno con la Multigrade Ilford buon standard odierno, certo non straccetto o rag à la page. Catena, quindi, senza scomodare Ansel Adams e suo Sistema Zonale, quando le emulsioni sensibili lo erano poco verso certe lunghezze d’onda spettrale. E l’uso dei filtri colorati giallo-arancio-rosso-verde, sì, un fatto estetico ma anche e non meno per forzare la mano, ecco, a certi colori/grigio. Catena che una volta entrati in Camera oscura la roulette o il terno a lotto relativo al bagno di sviluppo tutt’uno.Vero è che fra Plus-X e anche Tri-X Kodak questi per le “notturne” con D 76 oppure ID 11 o brodi per vasche verticali (solo i puristi usavano le tank a spirale nylon europee Paterson) da trentacinque litri-ti tipo D 50; per non dire della smisurata serie di “universali” alla ST 20 di Ornano by Milano. Certo anche Ilford non paziea ancora oggi fra FP-HP-brutta Delta (come Kodak T-Max) e suoi bagni e il Microphen delle meraviglia. E così Agfa Rodinal…e famiglie di pellicole dell’Est europeo che si mostrano tutt’altro che di serie B nell’odierno analogico panorama. Siché tornata in auge (Pecunia non olet) l’analogica pellicola anche gli sviluppi/rivelatori unici trova posto nell’Era dell’Unico Pensiero
Branco Ottico Zone
http://www.brancoottico.fineartlabo.com/zone-black-and-white-film-developer/
date » 22-02-2020 12:37
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Archivi della memoria
Serie di seipersei Rollei d'anatan riesumate nel sistemare l'archivio analogico trasposto in digitale; quando immagini simili sul finire degli Anni Sessanta erano etichettate o incasellati su riviste di fotografia nella categoria “terza età al sud”. L'importanza del casellario veniva, secondo questi maître à penser, prima di ogni altra cosa e come cassetta di lepidotteri infilzati.
Tuttavia qui preme ricordare di come, anche con una poco agevole Rollei, era possibilissimo costruire “storie” con meno di niente, poi in camera oscura il quadrotto fotogramma sotto ingranditore Durst poteva essere “tagliato” e riquadrato secondo necessità o gusto espressivo personale con tutta la “nitidezza” degli Zeiss a corredo delle Rollei. La pellicola una collaudatissima Agfapan 100 trattata nel calderone (non era ancora in uso le tank su rocchetto nylon alla Paterson) Kodak, in lunghe vasche verticali termostatate e da 35 litri di sviluppo, che a cadenza di materiale negativo bianconero trattato, si provvedeva ad integrare con pari quantità di soluzione fresca
Ps. Il formato Leica noto come 135 aveva ed ha controparte, simil colonne di Tempio, nel codice 120 che significa Rollei anzitutto, Hasselblad Mamya etc verrà dopo, e diversamente da quello si utilizzava per cerimonie in particolar modo, e cronaca tout court. E presso Foto-Agenzia Lampo dove chi scrive ha fatto gavetta, in sorta di Agenzia Carrese strapaese, a cadenza regolare capitava un giornalista che firma il pezzo poi infisso con le foto su la bacheca anodizzata della Pretoria o Main street cittadina, e il giorno seguente, via fuori sacco postale su la tratta per Bari, le pagine interne della Gazzetta del Mezzogiorno (a volte il Roma, Mattino di Napoli o Tempo della Capitale) cui redazione cittadina era a pochi metri di distanza.