date » 20-01-2025 08:25
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ombre fotografia, fotografia digitale, epson 850 z, olympus wz 5060, point & shoot, giallo muro, centro storico, city hall, potenza mezzogiorno italia, getty agenzia fotografica, nati non foste, thumberwald, ivano fossati treni a vapore, fiorella mannoia treni a vapore, il manico del fotografo manunzio, archivio fotografico manunzio, adrenocromo sangue innocenti, sibaritas,
Sibaritas
"A volte sono gli alberi d’Africa a chiamare" così i Treni a vapore di Ivano Fossati e c’è pure quella di Mannoia con la prima, però, di un ritmo più coinvolgente. Ma non è questo parlare di vaporiere, sebbene Manunzio ci è salito sopra e le ha viste sui binari della Stazione...No qui è il giallo che come sorta di sotterranea collegamento rimanda a quel Sibaritas cui headline odierna, che è spagnolo*. E come trovato boh, so solo che al solito metto mano all’etimologia, funziona nelle lingue che conosco, meglio mastico, ivi il barbaro inglese che più finto idioma non poteva essere inventato. Fermiamoci qua.
Dunque con la WZ5060, chissà mai perché settata a 1200 x1600 risoluzione come la precedente 850 Z di Epson, con solo due milioni di pixel da mostro, forse perché “affezionato” ad essa così sta di fatto che molte immagine portano la “bassa risoluzione”. Bassa eh e non si ha voglia di Lunedì di incominciare il rosario e Rocco Siffredi, ci siamo intesi!
Mi trovavo al centro storico di sta landa, quando finirà la punizione di questa reincarnazione impossibile a dirsi non è nota direbbe il sardonico Socrate che terminava (Apologia) “lo sa solo Iddio” o chi per lui, mah. E nel centro cittadino, precisamente la City Hall (siamo international quante altre volte da scrivere?) che adesso è aggraziato edifico e annessa “rotonda” meglio squadrotto spiazzo usato per partitelle giovanili, mercato di erbe e Natale) il giallo muro richiama (Treni a vapore di Fossati-Mannoina) boh.
Sta di fatto e Manunzio sa che prima o poi (la mente?) materializza qualcosa, come infatti il giovanotto (spiace che non sia donna com’è uso corrente del Pensiero unidirezionale che vuole così, Lucifero dixit) e ci vuol poco ad immortalare la scena che poi finirà, nientemeno, sul sito della Getty Images lo spazio di un mattino sennò s’incazzano i Pensatori unici ad Adrenocromo. E nell’attesa di aver fatto il colpaccio tra luci ed ombre un must del Manunzio, eccoti lo sguardo spostatosi di poco sempre sul giallo muro la proiezione di una veranda dell’edifico prospiciente che sembra una bocca, fauci, aperta su...Ma sì ma sì basta “azzeccà” in post (senza Ai) le due immagini e gnam gnam il balcone-fauci-ombra si pappa il tutto così almeno nella capa del richiamato Manunzio. E anche oggi è fatta!
*https://dle.rae.es/sibarita
https://unaparolaalgiorno.it/significato/sibarita
Ps. E mica solo gli Yankee possono storpiare le parole, qualsicosa, Manunzio ci ha messo una s finale al titolos, ecco: olé ombre(s):
Pss. Spazio di un mattino (tolto dalle scatole del sito) perché agli ameri + cani non ci piace ciò che non è Amerika (k as killer) way of Life
date » 13-01-2025 17:48
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bottega cavrar’ potenza, coppersmith, stagnino, paioli e caldere, mordenzatura caldaiette, northlight images, fotografia bianconero analogica, epson piezography, canon printer 1100, canon pixma pro 200, scrollatori onanisti, scrollatori iphone, scrollatori android, nati non foste, thumberwald, tono fotografico, stampa inkjet umida, carta arches, printer photosmart hp 9180, hp stampante 1220c,
Al di là dei muri e numeri
Tono fotografico cos’è mai? L’atmosfera che regna all’interno dell’immagine. Tono cardiaco se vogliamo, pulsazioni. Fatto energetico prodotto dal caso e della scienza ambedue da prendere con le molle. Ora se l’immagine finisce rigor mortis su un telefonino, amen. Gli scrollatori onanisti compulsivi a fine giornata avran “scrollato” mille e mille immagini da Guinness del Nulla poiché fatti della stessa natura effimera e virtuale.
Tono che se è bianconero, ancor più, giocata su scala “colore” dei grigi si presta a tante cose con dovuta accortezza. Breve la cover. Sì, sono stampe (una al giorno leva il medico di torno, eh) ma si immagina che la cosa interessi (?!) anche i richiamati scrollatori, almeno quei che van non massimo come cantava Vasco Rossi.
Interno di un qualcosa di indefinibile forse vicino ad una vecchia galleria attraversata da ciuf ciuf sbuffando d’altri tempi. Nero fumo. Era così la bottega dei cavrarar’ stagnini, ramai and english coppersmith, ché siamo International, no? Lì ci han vissuto tre fratelli in immagine Mast’ Antonio maggiore dei tre, il più “fotoigienico” degli altri due: Mast’ Nicola e con puzza al naso, lato traslato come vi pare, Mast’Ciccio che per attacco di cuore non costituì più il terzetto.
Antro di pece e Potenze telluriche: fuoco fiamme ed infinita pazienza nel formare le caldere, dei cavrarar’ per l’appunto. Paioli anche. Unica e solitaria illuminazione della scena una opalina sufficientemente potente ad illuminare, si fa per dire, la richiamata galleria. A latere il mantice a manovella dà il la alla brace del “tavolo” d’attrazione, come fosse un Circo e le mani in volteggi acrobatici senza rete di protezione, a paragone, ganci per i paioli che ricevono lo stagno fuso per uso alimentare altrimenti tossico e dannoso il solo rame delle forme. Ecco questo è scenografia, bassa letteratura che va tradotta in immagine per l’appunto. Bianconero per scelta e necessità, all’epoca volendo fotografare con le color negative oltre i 400 Asa/Iso un problema non da poco, figuriamoci usare slide e grana fotografica come patate, certo, sì, oggi farebbe very nice ma all’epoca ni. E poi già il bianconero come medium e scrittura fotografica basta ed avanza. Ma. Il Tono ancora una: come rendere quell’aria stagnante e pungente di stagno, fuoco ed acidi per la mordenzatura interna dei paioli chiamiamoli così in senso lato? Il problema è tutto qua e non di poco e basta osservare le due immagini a “confronto” di niente ma qualcosa pur bisogna dire. A sinistra una bella carta inkjet dai neri travolgenti, impossible ad avere con i pigmenti e qui soccorre il “tester” Keith Cooper di Northlight Images a proposito degli ink della Pro 200. Ipse dixit. Ma di nuovo il nero bello pieno da non sfigurare affatto con i neri di una stampa silver halide, tipo Ilfobrome ordinaria per non citare la mitica Galerie sempre Ilford, anzi. Tuttavia il prezzo è troppo, il velo richiamato, l’aria tutta perde a favore di una immagine per cretini, quei che pensano di emulare paro paro il cartoncino fotografico di darkroom. Cazzate eppure c’è gente prezzolata che con il lentino contafili appoggiato su la stampa...vede patate tricromiche mezzo addormentate e grigi: vabbene c’è la Piezography per i very nice, e sono stampe realmente stupende solo per Epson e curve e questo e quello, vabbè ma bisogna pur vivere! A proposito dei solo (stavo per scrivere sola alla romana!) grigi pare che il nuovo driver della new entry Prograf (de facto un plotter da tavolo erede del precedente modello mille) 1100 Canon A2 è in grado di usare solo ink nero & grigi, almeno stante gli ingrandimenti (al microscopio) di certi tester e non ricordo se così anche il richiamato Northlight. Una figata? Mah l’immagine vista a certa distanza la Epson...e la prova ne sono i cartelloni stradali che, sì, estremizzando la cosa, le patate dei punti causa quella chiavica dell’occhio umano che a certa distanza nun capisce chiù nient e s’impappina, scambia la cosa per buona poi se si avvicina al cartellone può solo chiedere il prezzo delle patate: quanto al chilo?
All’opposto, a destra della cover un A3 stampato su bellissima carta Arches per pittori, meniamola così. Sì stacchetto. Canson ne ha fatto sua la base ed è uscita una bella trasmigrazione (anime?) in digitale, provata. Peccato il peso che ha un suo suono, sì, la cosa è lunga e non entriamo oltre. Suono però. Quindi di ritorno la bella carta “martellata” dalla gradevole texture passata per la ghiottona, eh catturare i neri i grigi che pure le stampanti ci hanno la panza...Pro 200 di Canon dà tutto quello che è possibile su carta, ancora una, non trattata con solfato di bario e questo e quello accorgimento per inkjet. Però il Tono c’è, quello, l’aria dell’immagine sa d’acido fiamme fuoco fuliggine di...galleria. Resta il nero poco erotico, ahh e mica è possibile la moglie ubriaca il vino nel tino l’uva nell’orto e un c...in quella regione anatomica, no uso dire a queste latitudini? Troppa grazia Sant’Antonio, troppa e il confronti è impari e tifiamo per la destra immagine, senza se e senza ma, ché il supporto e gli ink han restituito a sufficienza il Tono (senza color correction!) che non è mai paro paro la capa del fotografo che re-immagina l’immagine, però ci va vicino assai. E tanto basta
Ps. Sì anche l’uso dye ad “acqua” della Pro 200 è perfettamente sensata e scelta a suo tempo da Manunzio che puntava anche su i “colori” vivaci al posto degli smorti pigmenti: l’un l’altro ampiamente collaudati, e le immagini d'archivio alcune di quindici anni addietro su Hp 1220 C e pigmenti d’incredibile Photosmarth 9180, un mostro per l’epoca, ne sono la prova inconfutabile che si può fare “arte” il vezzo di Manunzio anche con poca spesa, lato traslato e come vi pare
A photographer is above all someone who looks. It is their socially accepted voyeurism that is significant, not their images. Voyeurism requires a safe distance, a vantage point for the observer beyond the reach of the observed (much like a movie audience, watching but not accountable). In Rear Window, the photographer is cut off not just by the lens of his camera, or by the glass window of his apartment, or indeed by the abyss of the courtyard across which he stares. It is his professionalized looking, with its fantasy of objectivity, that cuts him off. It demands his separation from the world. Despite witnessing what he believes is a murderer covering his traces, he feels no urge to get it on film. Rather, he uses his camera’s long lens as a telescope to watch, swapping it for binoculars when things get really intense.
https://davidcampany.com/re-viewing-rear-window/#:~:text=Rather%2C%20he%20uses%20his%20camera's,a%20classical%20theory%20of%20montage
The 35mm film camera used by Jeff is an Exakta VX Ihagee Dresden, with the Exakta logo covered by a piece of black material in the movie. Why choose the Exakta? In the time the film was shot, there were really only three 35mm camera systems with global recognition: Leica, Contax, and Exakta. Hitchcock could have used a Leica with a reflex housing for the telephoto lens (e.g. Visoflex II), but a solution with a one-eyed reflex with a prism viewfinder was more elegant. Why was the brand covered with black tape? To cover up its East German / Communist origins? This may have played a role, but more likely just an avoidance of advertising in film.
The Exakta is an interesting choice of camera for the period, made by Ihagee Kamerawerk Steenbergen & Co, Dresden, in former East Germany and was produced between 1951-56. The Exakta is notable as being the first ever Single Lens Reflex (SLR) camera for both 127 roll film (1933), and 135 format 35mm film (1936). It’s not surprising that Jeff was using a Exakta, as before Japanese started to dominate the camera market the Exakta dominated the market, capturing perhaps 95% of SLR sales (they did kind of invent the SLR in 1936). The lens being used on the camera is a Kilfitt Fern-Kilar f/5.6 400mm telephoto lens.
https://pixelcraft.photo.blog/2020/10/21/use-of-the-camera-in-hitchcocks-rear-window/
https://www.nadir.it/ob-fot/EXAKTA_REAL/exakta-real.htm
https://www.nadir.it/ob-fot/MUSEO_DRESDA/museo-fotografia-dresda.htm
Ps. La finestra sul cortile Giovedì 25 luglio ore 20.55 TV2000
Petapixel paraculo (ultimo in ordine di comparsata prezzolata ché tengono famiglia: dico e non dico)
Stampa & Regime un’altra notizia da dare in pasto (lato traslato o come vi pare) al pubblico, che se la beve con il pasto, si capisce.
Breve in orizzonte da Cupio dissolvi tutt’altro che biblico, anzi, c’è poco da aggiungere. Lor signori non si fermeranno mai. E pure noi. Amen
Ps. L’altra sera il figlio grafico (bravo pure a fare fotografie) con l’ultima realase, ecco, di Photoscopa mi mostra le mirabilia della AI, sì, generativa. Ahh quanto a questo è bastato digitare, si vede che Siri vocale non riesce ancora a fare ciò che le dita scorrono a tastiera, paesaggio con yacht su mare cobalto; alè le jeux son fait di bella ed intrigante immagine, funebre quanto basta ma per i minchiapixellisti, zombie, cadaveri che camminano del Cancel Culture robba, ecco, da fireworks, no? No
(Copia & Incolla se vi pare)
https://petapixel.com/2024/06/09/adobe-has-made-it-too-easy-to-hate-them/
https://petapixel.com/2020/02/01/photographers-why-are-you-hating-on-adobe/
https://petapixel.com/2024/06/06/photographers-outraged-by-adobes-new-privacy-and-content-terms/
https://petapixel.com/2024/06/09/adobe-has-made-it-too-easy-to-hate-them/
https://petapixel.com/2024/06/03/adobe-removes-ai-images-in-the-style-of-ansel-adams-after-complaint/
NB. A latere, sottostante link, ma non troppo ché la serie sempre quella è: Noi siamo noi e vujji, alla napoletana (come pubblicità di gelati sebbene il pronome è il jingle nujj ma ci siamo intesi, forse) nun’ siete un cazzo. E pagate, dicono, manu militari l’aggiornamento quotidiano altro che annuale altrimenti vi blocchiamo il conto corrente e vi mandiamo gli sbirri a casa a sguarrarv’, pure, ‘o mazz’ fracete ca tenite. Onnipotenza e opzione Sansone, ciò che accade senza fiatare (Satana si incazza di brutto e vi manda i suoi come sopra detto) a Gaza via Stella di David. Stella? Guarda tu il caso della detta “volta” celeste ma qui si termina
https://petapixel.com/2024/05/31/panasonic-explains-stock-photos-on-s9-website-a-mindset-from-over-20-years-ago/
From London, Parkside
Quell’anno insolitamente soleggiato, ma ci trovammo (mi pare ricordare l’anno 1980) in una di quelle tormente da sconvolgere pure la flemma inglese! Ma come eravamo arrivati lassù nella capitale della perfida Albione? Via fotografo incontrato nella Milano da bere, un happening dell’allora AFIP, sì, l’Associazione a...delinquere dei fotografi very nice. Erano i giorni della Pyramid che Giac Casale curava per dare lustro, ecco, alla categoria dei very in ambito europeo nientemeno. E da questo scambio “diplomatico” sto londinese che sembrava uscito dal film di Antonioni Blow up...ma non sottilizziamo. Sia come sia parla tu che parlo io nello sgangherato inglese di Manunzio, ci capimmo. Infatti non passò molto tempo che da Capodichino voilà to London. E s’è detto accoglienza insolita per clima, giusto il tempo di prendere posto in quella Albione terra che si scatenò una di quelle bufere nordiche da impallidire (!) i già pallidi londinesi. Eravamo in giro quel giorno e ci trovammo proprio in faccia Parkside, un bus che si era fermato e fatto scendere i passeggeri stupiti per lo stop non meno per la neve che veniva giù sferzata dal vento gelido. Continuo babbei? Vo' fatto fessi un’altra volta: tutto falso. Certo qualcosa di vero nel Manunzio troppo scrittore di scemenze più che fantasie, c’è. Giac Casale ad esempio che per conto Afip (Presidente Alfredo Pratelli e Giovanni Gastel ne prenderà la guida successivamente) era ambasciatore presso l’ Associazione europea dei very nice richiamati; delle comunicazioni (archivio) dei fatti quante ne volete ché non c’era ancora Internet e manco BBS precursore di quei. E il bus? Beh questa è certificata dopo Novembre 1980 seguito del sisma Campano-Lucano: storia. E ci era arrivato come per incanto, venuto proprio da Londra! Cosa posso dirvi del perché, arrivò qua sotto finestre di Manunzio? Sì, in quei giorni di cupa tristezza l’arrivo di sto “coso” un fatto, appunto, fantastico catapultato d’altra dimensione. E volete voi? Chi lo guidava non so se del Bardo compaesano o italico paisà, intendeva salire per una stradina che dalla provinciale porta al rione Lucania di Manunzio. Cosa impossibile perché allora (da tempo c’è un sottopasso agevole in entrata ed uscita senza attendere le sbarre del passaggio a livello sovrastante, la strada a saliscendi aveva gobbe e binari) già problematiche per autovetture figurasi un bus! E uno dice sarebbe bastato arrivarci comodamente dalla parte a nord del quartiere senza problema alcuno, invece come Iddio volle passò strusciando la carrozzeria su le gobbe, e non era finita ché bisognava passare anche un ponticello stretto stretto per un autovettura alla volta via semaforo stop-and-go. Passò pure questo e finì su una strada qui vicino, aperto per ricovero terremotati. Non servì così come le tende della Protezione (in)Civile, distribuite da chi scrive insieme ad altri volontari, ai cornacopi del Rione.
Passano gli anni e il bus è ricoverato sempre qui a pochi passi su la provinciale, ex latteria, proprio così, mi pare Lucania latte o cosa del genere, dove pure andavamo per l’approvvigionamento caseario. Latteria diventata in seguito “dogana”! Poi un bel giorno sparì e non si è saputo più nulla di lui, bus come persona viva. Un dispiacere che non vi dico, una presenza rassicurante. Manunzio è attaccato alle cose, ma niente a che spartire con il possesso ché gli manca l’Invidia (Peccato Capitale) benzina per quella; sì la “proprietà privata” nasce da qui ed altro si capisce!
Ps. Babbei non solo voialtri, no, l'immagine copertina però in verticale è finita sul sito Getty-Images, poi causa ristrutturazione della stessa Agenzia non più visibile con tutto il resto del portfolio: chi avrebbe mai "acquistato" fotografie not america way of life?
(Copia & Incolla se vi pare)
Lectio Magistralis in Triennale con Giac Casale
https://artslife.com/2013/10/23/lectio-magistralis-in-triennale-con-giac-casale/
https://www.afipinternational.com/news/2013/10/17/giac-casale-dipingere-con-la-luce/
date » 30-01-2024 16:44
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distrazione massa fotografia, manipolazione sionista immagine, fotografia segnaletica, bob capa fotografo, gerda taro compagna capa, genocidio gaza, tempistica sospetta, giornata memoria, cancel culture fotografia, rigoni stern segheria abbandonata einaudi, vivian meier fotografa caso,
Ritrovamenti e "affioramenti" eterodiretti,
(Tempistica sospetta)
La giornata della “memoria” a senso unico eterodiretta* è passata, la propaganda sionista tutt'altro. E se un giorno (!?) era “ne uccide più la parola che la spada” oggi il medium immagine: Google docet per chi capisce.
C'è sta raccontata dell'archivio della Vivian Maier affiorato un giorno, così. E uno dice: possibile? Hai fotografato, cara tata così riportano della Maier, questo è quello e in articulo mortis manco a donare i tuoi scatti ad un Istituto culturale che sia? No, si è atteso che un baldo giovane un giorno in mercato delle pulci...
Poi la “valigia” di Endre Friedmann alias Bob Capa, un dandy prestato alla fotografia. Ebreo pensa te il caso che ci ha regalato immagine bianconero e dalla Spagna Fascista/franchista (prodromo di quello che di lì a breve sarà IIa Guerra Mondiale, con il Settimo Cavalleggeri tarattattà liberatori Stars & Stripes a liberarci, così i libri di squola, e non rompete su la q di quadro; libri che gli scribacchini-storici prezzolati scrivono e sai che novità) delle sorti magnifiche e progressive del Kapitale Anglo-sionista-americano. Immagine sino all'altro giorno ché nel clima del Cancel Culture a giorni scomparirà ipso facto, Dea Madre o Grande Utero formato Gerda Tara, che rimpiazzerà il “maschio” fotografo...
Riaffiorano or ora altri “documenti” a distrazione delle masse appecorate; ebrei instradati verso i Lager, pieni questi e di ogni “genere” umano**. E non lo si "ricorda": vero senatrice ebrea Segre?
Pistolotto allora, tutt'altro quanto ennesimo tentativo di depistaggio, distrazione di ciò che gli “oppressi” affrancatasi dalle maglie camere a gas e divenuti oppressori, sai che novità, riversano il Genocidio subito (!?) su i Palestinesi di Gaza, e non solo
Nb. Termine Genocidio è usato dalla Corte Penale Internazionale dell'Aja: Ipse dixit
Photographer’s Secret Images of Holocaust Victims Being Rounded Up Are Discovered
https://petapixel.com/2024/01/29/photographers-secret-images-of-holocaust-victims-being-rounded-up-are-discovered/
* Si tratta di una lettera, scritta dall'allora ministro degli esteri inglese Arthur Balfour a Lord Rothschild, inteso come principale rappresentante della comunità ebraica (con i "distinguo" di Wikipedia ossia lor signori stessi)
https://it.wikipedia.org/wiki/Dichiarazione_Balfour_%281917%29
** Simboli dei campi di concentramento nazisti
https://it.wikipedia.org/wiki/Simboli_dei_campi_di_concentramento_nazisti
Ps. C'è ebreo ed ebreo, immagine, va da sé e lo si è scritto tante volte (La segheria abbandonata, Rigoni Stern, Einaudi) tanto per tenersi mille leghe da i soliti sviamenti sionisti di Stampa & Regime tout court
AI AI AI...
Vedete voi? Interessante come su l’AI si scateni tempesta in bicchiere (piccolino è meglio e scemografico) che uno già dice: non vi basta quella corrente e di “realtà”, no eh?
Sia come sia evidente che l’operazione, in caso di specie, è fatta per attirare le mosche su la m...armellata e pubblicità indiretta per chi “fotografa” o meglio da in pasto all’algoritmo AI. Ammuina, infatti, basta leggere espressamente il tacito mutismo dei “giurati la giostra” e che, fra involuto linguaggio a telecomando, la dice lunga, tranne svegliarsi e a telecomando: contrordine compagni...porca la miseria”
...cui esilarante reply dei padroni del vapore…
...And additionaly, we have recently asked contributors to tag their content as generative AI & we’re exploring additional labeling and filtering improvements for Stock buyers
...But it now appears that’s not the case. In recent searches for steampunk images, we’ve discovered dozens that were almost certainly generated by AI software but were not labeled that way
Ergo siete voi munnezzaglia vivente, mica noi tacci vostra, che tirate in inganno noi che bravi siamo, presto maledetti e subito alla casa that time is money e di diman’ non v’è certezza!
NB. L'immagine di copertina è vincitrice del Sony Wolr Award, autore che poi non ha ritirato premio
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Adobe Stock Images Not Labelled as AI Generated (Appearing as Vector Art)
https://community.adobe.com/t5/stock-discussions/adobe-stock-images-not-labelled-as-ai-generated-appearing-as-vector-art/td-p/13558844
The AI Revolution: An Interview with Boris Eldagsen on Winning (and Refusing) the Sony World Photography Award
https://ridingthedragon.life/2023/04/16/boris-eldagsen-ai-sony-world-photography-award/?utm_source=substack&utm_medium=email
Can We No Longer Believe Anything We See?
https://www.nytimes.com/2023/04/08/business/media/ai-generated-images.html
https://steampunk-explorer.com/news/adobe-stock-s-ai-problem
Ps. Levate di scudo pruriginose, putualizzazioni cu na corda ‘nganna (con corda al collo, insofferenza e stizza malcelata). E se tutto è finto allora pure noi del vapore, tremano, lo siamo. E da qui le “scuse” a scoppio ritardato altrimenti la Giostra babilonese di sempre non gira: but show must go one
Pss. L’intelligenza Artificiale è un altro tassello del Dominio front-end Soros/Davos Boys già Chicago Boys/Onu/Oms/Banca Mondiale/Fondo monetario...niente di nuovo
date » 24-10-2022 10:05
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opuscolo camedia c 5050, olympus camedia 5060 wz, olympus camedia c 8080, panasonic fz 300, alex majoli, agenzia magnum, ccd kodak, foto paesaggio, foto street, notturno camedia olympus, nati non foste, umidità relativa, thumberwald, zenza bronica sq a, contax rts, contax 139, ottiche zeiss, zeiss distagon[/font2],
Da sinistra a destra la famiglia Olympus e su la destra, or ora, la new entry FZ300. La C-5060 WZ (a sinistra) è quella che per anni ci ha accompagnato con bello e cattivo tempo in ogni dove, tant'è che l'archivio di 285.00 file è venuto su grazie a questa incredibile camera Olympus, nome che è una garanzia ancora oggi che non “esiste” più per le note vicende del brand. La seconda (da sx) C- 5050 è una non meno incredibile “Leica” con il suo trentacinque millimetri equivalenti full frame alias 135 di Barnack memoria. F 1.8 lente e pari apertura che si costruiscono solo e soltanto in questi giorni che pare la nuova Gold rush per i brand ancora in vita; la C-8080 CCD by Kodak ancora oggi con “solo” otto-mega-pixel comunque stellare. Infine la FZ 300 Panasonic con ottica Leica che non è uno scherzo, anzi, parente acquisito di Olympus, avendone adottato anche il sensore MicroQuattroTerzi
Il problema (di non poco conto)
La cosa è lunga e la dividiamo. E allora C- 5060 artefice dei 285.00 file d'archivio digitale.
Anzitutto mai avuto un problema, e la soletta porta batterie, per giorni interi uno dietro l'altro ha sempre erogato energia per il suo lillipuziano sensore, incredibile.
Ora per chi è nato adesso e non ha minima idea (Cancel culture docet!) dell'Era analogica, l'italica Ferrania (con cui si è iniziato fine anni Sessanta a sperimentare la sua P30) pubblicizzava le sue pellicole a colori con jingle: “Tempo bello tempo brutto con Ferrania riesce tutto” squisitamente equiparabile alla Oly WZ 5060 in esame.
Fianco a fianco nell'immagine panoramica la “Leica” C-5050, qui con il c...rotto, sì, l'alloggio portabatteria non più chiudibile ma con protesi sottostante, vite e pezzetto di staffa porta lampada degli Anni 70 (sic) avessi voglia ancora.
Quanto alle altre due ritorneremo a breve. Il problema, allora: come conciliare creatività, si vabbè...e armamentario? Ancora come portare per ore ed ore uno zaino pieno di ogni ben di Iddio senza poi, a fine giornata, causa stress e muscolatura dolente evitare il rosario di mannaggia? Impossibile, a meno ché non si è tra coloro che “fanno” i fotografi ad ore stile passeggiatrici ser(i)ali...Il problema, infatti, costoro non se lo pongono: semel in anno, no? Viceversa per chi ci ha la creatività come forma morbosa (!?) lo zaino, eh...
Passo indietro alcuni decenni fa e borsone fotografico analogico: due Contax, tre lenti normale-grandangolo e 135 ché mai andato oltre tranne qualche fugace “toccata&fuga” superiore sempre made Zeiss: noblesse oblige, no? Uhmm. E poi corpo Zenza Bronica SQ-A, magazzini pellicola di riserva, pentaprisma e leva laterale carica otturatore...quattro ottiche cui un padellone, letterale, quaranta millimetri niente male rispetto al pari Distagon 40 mm Zeiss Hasseblad o anche Rollei all'epoca SL-66, detta eine panzer! Poi pellicole 120 rigorosamente Pro Epr 64 tenuta, secondo canone, in frigo, pari pellicola e procedura per il formato 135 delle Contax. A latere, zaino, vettovaglie e non so cos'altro che uno zaino militare, per averlo provato in prima persona da milite, un peso piuma. E a sera, i sacramenti? Ni poiché ero giovane e pure incosciente come quella volta che mi arrampicai su un muro cadente e niente...fori di foscoliana memoria: avevo visto pari angolazione e ci avevo provato, sì, la dia sta ancora in archivio ma a vederla mette ora per allora i brividi di incoscienza! Qui ci fermiamo però e l'invesa risposta...alla prossima. Stay tuned paisà!
Ps. Quante volete scritto che le richiamate camere, eccetto la Pana, sono state nelle mani di Alex Majoli della Magnum Agency: si ma tu Manunzio non sei Majoli, eh. Transeat ma le (foto)camere...e poi qui link è ancora oggi sul sito Getty Images e “fatte” con Point&Shot finanche di Epson 850-Z di “solo” duemilioni-pixel l'immagine bianconero tre finestre con neve: che volemo fa?