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Om System...una furbata

Per chi naviga da una vita, prima analogica e odierna vegetale e non è errore di battitura e finiamo qui, la furbata la si riconosce eccome.
Om erano cosi chiamate le icone fotocamere della Olympus Corporation. Arrivarono fecero terra bruciata e la Fotografia analogica non fu più la stessa. Memorabili le pagine dei “grandi” fotografi che se le portarono in giro per soldi di pubblicità, si capisce, altri come mezzi di “scrittura” incredibili soprattutto le lenti Zuiko che gareggiavano alla pari, roba da matti, con Zeiss e quei cornacopi di Leica all’epoca ancora a Solms poi scapparono, anzi, Settanta secolo scorso in Giappone in braccio a Minolta ma per una prossima volta.
Insomma dei giocattoli, ecco, e soprattutto mirini incredibili per l’epoca altro che solfa Nikon o ancora una quei cornacopi di Canon, che ancora stavano a rimorchio della richiamata rivale e si preparava al colpo di grazia: oggi se la contende con quei coglioncelli di Sony, il Nulla come la Munari ché pari sono.
Om-1 degli olimpionici che si erano incazzati i Crucchi germanici, sì, sta storia che si sarebbe dovute chiamare Olympus M-1 a loro prudeva il culo ché avevano la serie M, però a telemetro: quale concorrenza? Vinsero e Olympus glielo pose molto dolcemente come san fare gli orientali, a quei di Leica precedendovi la O che per certi font somiglia in tutto e per tutto ad un cerchio: vero grembiulini?
Ecco spiegato la furbata, seguito anche fallimento-chiusura catena fotocamere Olympus mentre restano in piedi e con pari marchio solo attrezzature medicali tipo endoscopi etc.
E veniamo a noi ché devo parlare non troppo bene della “nuova” Om-3 che fa il cattivo verso dell’analogica icona degli Anni Settanta: fatto di moda per i bambini mai cresciuti dell’Occidente alle battute finali. Dico questo per tacitare le mie Olympus: l’Ammiraglia di sempre E-1 in standard originale, la E-3 anch’essa e de facto Ammiraglia o se vogliamo co-ammiraglie entrambe e la piccoletta E-510 comunque micidiale anch’essa Old standard 4/3. E noi diranno le altre camere? E mica mi son scordato, dunque, siamo all’antefatto della E-1 vecchio stampo diciamo così, vale a dire la mitica E-20 (pisola nel cassetto sovrastante archivio negativi b&n sebbene in standard 2/3 by CCD Kodak d’una figata pazzesca (fu stampato un libro edito dalla Olympus chiamato “Un giorno nella vita dell’Africa” che mi sono ripromesso di compare ma un di sti giorni prima della fine, chissà, grazie all’apporto di un panel di fotografi international very nice che provarono la richiamata e altre Point & Shoot Camedia xxx, potenza dei soldi alias marketing senza meno eppure anch’esse pietre miliari). E ancora la mia Leica formato sensore “unghia” Olympus C 5050, l'incredibile C-5060 cui archivio Manunzio è fondamento, lo stratosferico CCD Kodak in formato 2/3 a nome C-8080, cui file a 50 Iso sono da leccarsi i baffi!
Naturalmente la E-P2 formato Micro 4/3 una figata al quadrato, la schifiltosetta (non mi ha mai preso realmente) E-P5 assolutamente perforante, sì ecco, e ultima non ultimo la Pen-F restyling riuscitissimo della equivalente analogica Anni Sessanta che si vede pure al collo di Eugene Smith, proprio lui. Pen che all’epoca fece altrettanta (mezza) terra bruciata per il fatto di essere una “mezzo” formato odierno Full-frame: settantadue fotogrammi su caricatore da trentasei pose, ma i pugnettari onanisti (michiapixellisti antelitteram!) storsero il naso per il metà formaggio, ecco, per loro che aveano bocca larga i richiamati onanisti: tenevano famiglia via. E Ilford per beve inscatolò settantadue pose (mezzo fotogramma) su poliestere mi pare così la cosami si incazzarono i tengo famiglia, non pigliavano, ecco, troppi dané dalla cosa o fatti numerologici-esoterici.
Così va la detta storia. Citato la Pen F, infine, non a caso a "confronto" retrò la bruttarella Om-3 con quel finto “box” sovrastante che una volta conteneva il pentaprisma in vero vetro, e ci fu un tempo, se non ricordo male la Ricoh Tls- 401 invece all’interno teneva specchi anche per problemi logistici che non è caso richiamare. E quindi? Restyling brutto che van bene per i ragazzini/e (Munari pure anche se tardona) e per i reparti marketing che pure tengono famiglia. Resta insoluta insolvibile l’eterna questione: vabbene che la fottografia (raddoppio più che pertinente per chi intende) ci guadagna così l’Arte a botta finale?


Ps. Mi corre l’obbligo ché è così e niente se vi pare di richiamare quello scatolotto, per adesso funziona ancora, a nome Epson Z 850 delle mirabilia cui abbrivo o porta digitale Manunzio che da lì è partito dopo l’ibrido passaggio per un giornale locale di news: analogica pellicola e passaggio Canon Scan 2700F in formato digitale finale per la redazione del richiamato giornale e non solo

Pss. Rullo di tamburi per il Micro Quattro Terzi che è anche dotazione di Manunzio con mitica GH4, l’incomparabile bridge Fz 300 in formato 2/3 che su Raw mena certe sciabolate di dettaglio e con il suo soft Silkypix roba da matti; infine, inteso come elenco, la gloriosa e malcapita G9 tutte di Panasonic che via adattatore si “innestano” ai vecchietti Zuiko lens: figata pure questa e soldi risparmiati che facciamo contenta (!?) la coniuge espertissima di Excel e contabilità "doppia" da ragioniere di Casoria...e ho detto tutto!




Gli attrezzi, parte, di Manunzio per la stampa digitale praticata da circa un quindicennio. E seguito di ripetuti “esperimenti” le sonde colore e tutta la teoria della giostra degli acquisti è stata butta nel cestino, sostituti dall’occhiometro di più di cinquant’anni di fare fotografia magistralmente sintetizzata dal pacco carta analogico, oramai inservibile causa anni stoccaggio, sottostate il terzetto superiore sempre Ilford brand per chi capisce di fotografai e non sentito dire di un Verolino qualsiasi e Munari eterodiretta dalle centrali sulfuree transatlantiche. Carte inkjet di certi brand à la page, nel caso Canson, e per prova provata la squisita eterea leggerezza d'eleganza formale e sostanziale Canon Premium Matt. In alto il pacco Fabriano, carta che ci accompagna dalle elementari dalla fine Anni Cinquanta secolo trascorso, un universo piegato ai nostri fini e “ammorbidita” da spary-fissatore Maimeri 609. Carta Fabriano che fa, anche, da sub-strato alla esile e pure esemplare, dietro Canson, Ilford della serie cadetta il brand dal microcontrasto favoloso per chi ha occhi di fotografo e non di semplici minchiapixellisti onanisti compulsivi, tristi solitari e finale. Su in alto a destra il non ancora provato spray-laminatore-conservativo inkjet della Hahnemühle cui c'è poco da dire tant'è universale brand



Cosa fatta capo ha
Bello le frasi fatte, fritte e rifritte: forse che l’uomo non è animale rituale-abitudinario? Ebbene solo le menti, illuminate da profonde luce interna mica dei grembiulini, e che avete capito! Sanno ciò che è giusto e gettano a mare inutile zavorra.
Breve, Manunzio ha impiegato un quindicennio, giorno più giorno meno, a trovare la quadra della stampa digitale inkjet. Inizio drammatico ché non esistevano profili ICC e il resto pura e semplice roulette cui, però, ci inzuppavano pane & danari a strafottere i vari Boscarol di tre-cotte (http://www.boscarol.com). E così step by step oggi pare una camminata, relativa, la stampa inkjet. Cosa s’intende dire? Anzitutto lungo il tragitto ci si è liberati di tutto l'abaradan fatto di stregoneria-ideologia unica più che matematica e binaria applicata all’inkjet: sonde di calibrazione per questo quello e quell’altro ancora. Sicché pensavamo di aver adempiuto e giunti alla fine. Ma...quando tutto sembra sia finito è li che comincia la salita cantava Antonello Venditti. Proprio così. E non è che la cosa riguardi chi si fa stampe da sé, no. E’ tutto un “ragionamento” falso errato e bugiardo della solita giostra acquisti e prezzolati adepti.
Ora seguiamo a giorni alterni, si è già scritto, Northlight Keith Cooper. Bene o forse no. Sì perché costui, lo si scrive su la sua pagina You-Tube, pensa alla fotografia digitale con solipsismo binario*. E lo vedreste cercare i dot-ink con finanche una lente d’ingrandimento! Poi dice l’esatto opposto: vale a dire che una stampa non la si vede (giudica?) con la proboscide azzeccata la carta di certo allure si capisce. Oddio non è che il primo visto & letto su la Rete delle mirabilia, sebbene sfugge nome, con lente contafili (ingrandimento) azzeccata su la carta, un blasé insieme alla sua proboscide, pontificare su la bontà della stampa! Obbrobrio di chi non capisce un cazzo di fotografia e digitale, casomai consigliato dalla mamma di comprare una, metti caso, Hasselblad da mezzo miliardo di pixel (se li dovrebbe ficcare nell’anatomia del caso e vivere felice e fesso stampando le sue cazzate su Baryta simil argentea Galerie Ilford d'antan) così resta estasiato delle minuscole macchioline di ink casomai certificate Epson Digigraphie e non chiedete all'oste se il vino è buono! Squallidi figuri che Stampa & Regime in sodalizio con gallerioti dalla benda finta all’occhio e gamba di pirata del caso, propalano: vale a dire mettere il palo...letterale pratica medievale o giù di lì. E la claque a seguito. Bis.
E il paziente Manunzio, cui confronto Giobbe biblico ci fa barbino, buttato stavolta, tutte le cazzate che rimanevano attaccate alle richiamate sonde & co. s'è allegerito la mente. Volete una? Le “macchioline” di rumore, e relativo esborso di money a soppressione, a monitor si vedono come patate cuccuziell’ cetrioloni e banane per l'abbisogna anatomica? Beh a stampa non si vedono un c...alibro tant’è impercettibile, senza dire che la stampa di goccioline d’inchiostro sono altra cosa dai bei piselli turgidi, sempre per l'abbisogna, a monitor, per chi capisce di banale tecnologia "contabile". E che dire del razor un-sharp (si dovrebbe sparare a palle incrociate gli inglesi speaker tout court circa il vocabolo, che ci azzecca il solito c...atodo e significava un tempo “maschera di contrasto” in italiano non per aumentare lo “sharp” bensì abbassare il contrasto nelle duplicating slide e non meno che il bellissimo e però micidiale Cibachrome per stampare quelle e non solo) che nel pannello PPL software Canon di una stratosferica razionalità altro che Pshop di Keith Cooper e compagnia cantando, c’è la spunta per questo “riportare l’originale un-sharp” che abbiamo disattivato su stampe A3? Sì così l’impossible impatto grazie a file d’una Olympus Camedia C-8080 da 8, dicasi otto, megapixel su CCD Kodak alla stratosferica tacca, ecco, dei 50 Iso!!! Il resto continuerebbe a ripeter il sulfureo prof. Sator-Sartori: so’ cazzate. Sottoscriviamo


* Il post trovate (cercatelo se vi frega il genio, interesse, ché non lo segnaliamo) su la sua pagina l’ultima sua l’Help lanciato a (s)proposito delle carte Awagami. Anatema e Manunzio gli ha risposto per le rime: vedete ‘a lantern’ ‘mman’ e cecate lanterna messa i mano a ciechi? Senza dire che la splendida carta giapponese, provata proprio agli inizi della carriera di stampadores, ecco, quando per posta aerea (non c’erano ancora distributori internazionali e qui, ora, nel Belpaese la Apromastore e la Chartas, quest’ultima di squisita gentilezza tutta femminile in veste di consulente-venditrice) ne arrivò plico. Benedetti giapponesi della Trilateral, dei Gesuiti (che già sapevano tutto via Archivio Segreto Vaticano e delle “distrutte” pergamene la Mitica Biblioteca d’Alessandria d’Egitto di precedenti civiltà terrestri fra cui Atlantide) scopritori del suolo giapponotto che servirà in seguito a trampolino di lancio via Seconda Guerra Mondiale contro la Cina, odierna fabbrica mondo, che mo’ se ne sbatte ché s’è comprato mezzo mondo compreso debito pubblico degli ameri + cani; anzi, il fondello della personale GH4 Panasonic come pure l'adattatore 4/3 vs Micro 4/3 ne riporta cartiglio altro che made in Japan! E non la finiamo più ché uomini di Mondo che han fatto, ecco, il militare tre anni a Cuneo. Totò dixit. Sic transit gloria mundi!






Stagione estiva, ieri oggi e domani

Tanti e troppi anni fa mentre preparavo i bagni (non acquatici!) per la stampa quotidiano della Foto-Lampo, già ricordato a josa, la radio in camera oscura a tot ora con refrein richiamava la cocente estate: non solo ora che Televisione & Regime angosciano di change climate antropico, quando finanche il premio Nobel Rubbia “dissente” (con buona pace di Mentina e suo eterodiretto Open pro Covid, da ultimo) dal mantra Pensiero Unico.
Sia come sia in camera oscura, ritorno ad incipit, quando nessuno era nei pressi ci stampavamo i nostri bianconero still-life, a volte di food altre volte “Natura morta” a loro e chi ha coniato il vocabolo!
Sicché a distanza di tempo con il digitale è tutt'altra faccenda accorciandosi la filiera pensiero-braccio. E qui la “dritta” su la messinscena della copertina.
Fondale copri tavolo che mal sistemato e spiegazzato, su le prime lì per lì durante lo scatto, mica sembra simil sabbia. Infatti si era interessati ai vetri, riflessi caldi attraverso solita window/finestra vera esposta a Sud. E vetreria di bicchierone, coppa e smilza bottiglietta. Ripiena di nettare vino bianco? Macché due gocce d'aceto diluite in acqua, proprio così. Altre volte drops di Amaro Montenegro e/o Amaro Lucano a “piacere”...
Nient'altro che luce della finestra richiamata, a cert'ora del giorno, prima che il tragitto solare (pure lui tiene famiglia!) declini a pomeriggio; pure buono ma l'atmosfera è per altre cose, degne di essere narrata, forse per una prossima.
La digicamera, dite? Point&Shoot Olympus C (amedia) 8080 a 50 Iso da sballo su CCD Kodak, tant'è che se la vede, e fa vedè sorci verdi gialli e altre cromie, finanche con doppio superfice “sensoriale” 2/3 vs. 4/3 della mitica E 1. Certo macchina sul Manfrotto 190 Old version. Tutto qua.
Sì è una stampa di prova su cartaccia di copisteria, così la copertina del post, utile tuttavia a farsi idea dal “vivo” non meno, correggere questa o quella cosa che troppo spesso a monitor si dà per scontato: come leggere a “pappagallo” uno scritto ed accorgersi che il “correttore” legge quello che c'è a monitor mica nella capa. Succede oh se succede.
Ancora (impaginato) troverà posto il complemento-integrazione, richiamo di Cesare Pavese. Pavese: di “Lavorare stanca” da Canelli fianco a fianco il vignaiolo zio delle Langhe? Proprio lui.
Finalino: scegliere fra un migliaio d'immagini, ne parleremo a suo tempo, impaginare...stanca, giacché le mani puoi fermarle a riposare la capa no, funziona sempre e non ha orario, almeno per Manunzio!

Ps. I soliti del Pensiero Unico ci avevano detto a fracasso dei c....ome si chiamano, e ci siamo capiti che l'Era computerese avrebbe abolito la carta: cazzate casomai raddoppio esponenziale senza se e senza ma. Tuttavia un file a video ci devi stare seduto davanti, un impaginato pure se abbozzo su carta non consuma corrente “ecologico” in nuce com'è. L'apri, nel caso dalla pila di fogli, sfogli e scarabocchi con note a margine

Pss. I richiami ipertestuale, diciamo esatti, al verso/paragrafo Manunzio l'ha chiesto invano all'amministratore Myphotoportal, senonché vi beccate l'intero post come pure si sorbe chi scrive che a volte farebbe comodo arrivare al “sodo”. Mi si dice che unico grafomane Myphotoportal scordi la “feature”. Sic transit gloria mundi, no? Amen

Manunzio fotografo sin dal 1969



Correva l'anno



Agosto Anno Domini 2003... Manunzio scusi mal sopportiamo già il suo “british humor”. Anno Domini 2003 virgola, odierno 2023! Vent'anni fa e dalle pagine la fu rivista Reflex di Giulio Forti: ex da Fotografare/Cesco Ciapanna editore, ex da Tutti Fotografi/Editrice Progresso Fotografico 1969...
Olympus la terribile che negli anni Settanta passati (a miglior gloria?) da piccoletta, si fa per dire, sconvolse l'élite con la OM-1 (guarda tu il caso così l'odierno re-brand, che sostituisce Olympus). E proprio di sti tempi Olympus annunciava la E 1 Urbi & Orbi una ex-novo alla lettera, digicamera d'una malia unica, irripetibile impossibile per altri brand: ah riuscissimo a riportare le stesse magiche parole dell'attempato capo-team quattroterzista ma non conserviamo più il link, damn!
Sia come sia la E-1 vent'anni fa veniva fuori tutt'altro “out of a clear blue sky”. Infatti e gli storici prezzolati non la raccontano e perché tengono famiglia...della saga antecedente la E 1: C (amedia) 2020, 2030, 2040 che fantasia all'Olympus! Seguito la nostra immarcescibile de facto Leica alias C-5050 con trentacinque millimetri equivalente ad effe unoeotto da brividi. Infine la E-10 e affinata successiva E-20 (immagine in piccolo a latere) su CCD Kodak due-terzi pollice: un mostro. Siparietto.
Il luogo e il personaggio non ricordo più, l'episodio sì. Il collega fotografo in quel di Firenze narrava di mirabilie (la portava in spalla lo ricordo come ora, status symbol) durante gli scatti a una sfilata di moda: si avete capito bene! Diavolo di una E 20 Olympus.
Tuttavia e arriviamo al fondo la 4/3 non fu capita, già. Questione di certe “proporzioni euristiche" di “solidi” affatto platonici. Il mondo è governato da segni e simboli, non da leggi e frasi, no? Beh ci fermiamo qui per chi intende

Manunzio fotografo sin dal 1969




Dedicata a Sara Munari del condominio Myphotoportal

Abitiamo il virtuale condominio, sebbene precediamo la nostra per tempo, poiché fra i primi ad aderire più di dieci anni fa alla “piattaforma”.
L'immagine di copertina in “notturna” è still-life domestico su sfondo acquatico di cartone riflettente. E di una complessa illuminazione? No, per niente, ma semplice penna cinese luminosa pennellata di 10 secondi su vetusto, eppur gagliardo, CCD Kodak di Olympus Camedia C-8080 a 50 equivalenti ISO, su cavalletto Manfrotto vecchia serie 190.
Occhio come mestiere che di certo non è fotocopia di fotocopie yankee style della giostra per acquisti: quieta non movere e mota quietare da Pensiero Unico. La nostra modesta ouverture viene prima dell'uscita di “manuale” della nostra, che si è già prenotato presso solito libraio, per non mancare la primizia (fotocopie di fotocopie) per i tipi della Feltrinelli/Apogeo. Il Tempo Galantuomo è

Manunzio fotografo dal 1969



Il problema (di non poco conto) e soluzione finale, se vi pare

Richiamato il precedente sembra arrivata la quadratura nella new entry del parco macchina Manunzio, FZ300 Panasonic (trovata pressoché nuova a metà prezzo corrente) cui cuore è “solo” 2/3, stesso ma e stellare C (amedia) 8080 Olympus by CCD Kodak che...Andiamo con ordine. Vedo c'è in giro gente che gli funziona ancora il contenuto della scatola cranica, arrivato in cima (dove?) ha capito e torna indietro: uomini non “signore” che non si capacitano ché è loro natura, più e più cercano l'arrampicata su le nuvole. Ma cadranno oh se cadranno rovinosamente esangue dall'altra parte che baldanzose han salito: poco ma sicuro. Il Tempo Galantuomo è. Sempre.
Dunque, c'è chi ri-incomincia a ragionare che di minchiapixel, ritorna il neologismo non a caso, si muore quantomeno di noia, la conta. Sarebbe interessante intessere immagini della Storia fotografica dei Grandi, che usavano sovente Leica, per accorgersi quasi sempre del slight out focus ma “sublime” scena inquadrata, e mai spinta oltre il classico 30x40 incorniciato nell'altrettanto classico passepartout gallerista 40x50 non necessariamente colonne d'Ercole, ma...Si intende vale più una milionata di pixel in più (sembra il remake lessicale di Sergio Leone con Clint Estwood & Lee van Cleef ) o l'essenza il racconto per immagini? Se fra i primi, buona fortuna e che il Cielo usi clemenza nell'ora del Passaggio ad Altra Dimensione; gli altri verosimilmente lasceranno qualcosa di sé, almeno si augura.
Ritorno e chiudiamo: tanto la C-8080 che la new entry FZ300 bridge-ponte, meglio estensione più che protesi corporee ci fate quel che vi pare, pure un 70x100 da non credere appeso ad una parete (vista oltre il metro distante, o doppio diagonale, secondo canoni di psicologia della visone, eh).
Purtroppo non conservo più file e la stampa in dimensione poster fatta, però, con una “topolino” C- 5060 WZ ancor più lillipuziano sensore della Olympus richiamata e FZ300 per suffragare poco sopra: immagine così, stampata senza neanche un ritocco in Pshop, lo avreste ottenuto in analogico non già con Hasseblad, bensì Mamya RB 6x7!
Sicché non abbiamo null'altro da aggiungere e chiediamo alla Corte l'assoluzione piena delle bridge, oggi come oggi non plus ultra...Così è se vi pare!


Ps. Vero è che su la Ep 2 Olympus e suo “tubetto” 24-100 equivalenti FF la manovrabilità non ha paragoni per prova provata, ci mancherebbe. Tuttavia le bridge consentono di non distrarsi, e come estensione corporea (è così e non modo di dire) impareggiabili. E' vero sento già le proteste venire dalle borse fotografiche: Ep-5 la stellare Pen F e i corpi E3, l'Ammiraglia di sempre E1 QuattriTerzi, la 520 e la E20 altrettanto 2/3...anche se, ne sono certo, nella mischia si discosta la C-8080 due terzi CCD Kodak che a 50 Iso impostati non ce ne per nessuno! Il resto so' chiacchiere da osteria una volta, bar sport de noantri al cambio corrente: Cesare artro vino...No grazie!




Da sinistra a destra la famiglia Olympus e su la destra, or ora, la new entry FZ300. La C-5060 WZ (a sinistra) è quella che per anni ci ha accompagnato con bello e cattivo tempo in ogni dove, tant'è che l'archivio di 285.00 file è venuto su grazie a questa incredibile camera Olympus, nome che è una garanzia ancora oggi che non “esiste” più per le note vicende del brand. La seconda (da sx) C- 5050 è una non meno incredibile “Leica” con il suo trentacinque millimetri equivalenti full frame alias 135 di Barnack memoria. F 1.8 lente e pari apertura che si costruiscono solo e soltanto in questi giorni che pare la nuova Gold rush per i brand ancora in vita; la C-8080 CCD by Kodak ancora oggi con “solo” otto-mega-pixel comunque stellare. Infine la FZ 300 Panasonic con ottica Leica che non è uno scherzo, anzi, parente acquisito di Olympus, avendone adottato anche il sensore MicroQuattroTerzi



Il problema (di non poco conto)

La cosa è lunga e la dividiamo. E allora C- 5060 artefice dei 285.00 file d'archivio digitale.
Anzitutto mai avuto un problema, e la soletta porta batterie, per giorni interi uno dietro l'altro ha sempre erogato energia per il suo lillipuziano sensore, incredibile.
Ora per chi è nato adesso e non ha minima idea (Cancel culture docet!) dell'Era analogica, l'italica Ferrania (con cui si è iniziato fine anni Sessanta a sperimentare la sua P30) pubblicizzava le sue pellicole a colori con jingle: “Tempo bello tempo brutto con Ferrania riesce tutto” squisitamente equiparabile alla Oly WZ 5060 in esame.
Fianco a fianco nell'immagine panoramica la “Leica” C-5050, qui con il c...rotto, sì, l'alloggio portabatteria non più chiudibile ma con protesi sottostante, vite e pezzetto di staffa porta lampada degli Anni 70 (sic) avessi voglia ancora.
Quanto alle altre due ritorneremo a breve. Il problema, allora: come conciliare creatività, si vabbè...e armamentario? Ancora come portare per ore ed ore uno zaino pieno di ogni ben di Iddio senza poi, a fine giornata, causa stress e muscolatura dolente evitare il rosario di mannaggia? Impossibile, a meno ché non si è tra coloro che “fanno” i fotografi ad ore stile passeggiatrici ser(i)ali...Il problema, infatti, costoro non se lo pongono: semel in anno, no? Viceversa per chi ci ha la creatività come forma morbosa (!?) lo zaino, eh...
Passo indietro alcuni decenni fa e borsone fotografico analogico: due Contax, tre lenti normale-grandangolo e 135 ché mai andato oltre tranne qualche fugace “toccata&fuga” superiore sempre made Zeiss: noblesse oblige, no? Uhmm. E poi corpo Zenza Bronica SQ-A, magazzini pellicola di riserva, pentaprisma e leva laterale carica otturatore...quattro ottiche cui un padellone, letterale, quaranta millimetri niente male rispetto al pari Distagon 40 mm Zeiss Hasseblad o anche Rollei all'epoca SL-66, detta eine panzer! Poi pellicole 120 rigorosamente Pro Epr 64 tenuta, secondo canone, in frigo, pari pellicola e procedura per il formato 135 delle Contax. A latere, zaino, vettovaglie e non so cos'altro che uno zaino militare, per averlo provato in prima persona da milite, un peso piuma. E a sera, i sacramenti? Ni poiché ero giovane e pure incosciente come quella volta che mi arrampicai su un muro cadente e niente...fori di foscoliana memoria: avevo visto pari angolazione e ci avevo provato, sì, la dia sta ancora in archivio ma a vederla mette ora per allora i brividi di incoscienza! Qui ci fermiamo però e l'invesa risposta...alla prossima. Stay tuned paisà!

Ps. Quante volete scritto che le richiamate camere, eccetto la Pana, sono state nelle mani di Alex Majoli della Magnum Agency: si ma tu Manunzio non sei Majoli, eh. Transeat ma le (foto)camere...e poi qui link è ancora oggi sul sito Getty Images e “fatte” con Point&Shot finanche di Epson 850-Z di “solo” duemilioni-pixel l'immagine bianconero tre finestre con neve: che volemo fa?




Ei fu siccome immobile dato il mortal sospiro...Olympus

Giorno più giorno meno cinquant’anni sono una vita. E quella strana scatoletta che portava un ideogramma per Pen l’aveva ricevuto l’amico dal padre, diciamo venditore di macchie, un bell’uomo ma di tre cotte. Un regalo come tanti e gli fregava de meno, e me la prestò. E su le prime la cosa strana che invece di fare foto orizzontali, bisognava girare la camera e ottenere settantadue fotogrammi: infatti era la mezzo formato di Olympus appesa anche così al collo di Eugene Smith.
Agli inizi dei Settanta la Olympus scompaginò le carte con una miniaturizzazione ed un mirino eccellente per l’epoca per non parlare delle ottiche Zuiko, pari a pari con Zeiss di riferimento, il resto è Storia, quanto meno della Fotografia, con Om1 2 3 Titan 4 e la Om 10 furbacchiona: automatica di fabbrica ma con jack sormontato da ruota dei tempi pure manuale.
Poi l’oblio sino alle Camedia usate nel silenzio dei soliti ammanigliati Nikon (Coolpix) e non da Alex Majoli della Magnum Agency, e di lì a poco il “laboratorio” a nome E10 subito dopo l’upgrade E20, altro che Coolpix: un fotografo fiorentino incontrato non ricordo dove ma in Puglia, c’era Berengo Gardin a tenere un workshop, raccontò di averla usata, la E20, per riprendere una sfilata di moda! E all'epoca costava intorno i quattro milioni se memoria non falla. E di lì da quel “prototipo” venne alla luce, quanto mai adeguato alla camera fotografica tout court e tanto su argento d'antan che odierno silicio fa della luce la sua materia o anima; la E1 questa volta in formato 4/3 (l’E10-20 sono su base 2/3 Ccd Kodak ed ottiche non intercambiabili) che inaugurò suo malgrado uno sfortunato sistema passato per E3 altra ammiraglia, che aveva perso il fascino della “sagoma” strana del precedente modello, ma tozza e tracagnotta, sino al canto del cigno E5, tardivo ed inutile upgrade. Mentre parallelo scorrevano le piccolette E 400, 500, ecc. ottime camera di fascia popolare diciamo così: stesso attacco ottiche ed accessori, in controcanto invece del prisma reflex uno “specchio” brutto e fetente. E ciò non di meno portavano in dote il famigerato Live view inaugurato con la E 300: pietra miliare per chi intende e pratica la fotografia.
Siché alla legge del “signor” Mercato uso dire non si sfugge, anche se un unico hamburger dell'altrettanto Produttore amerikano, unico Motore di ricerca...e non ripetiamo la trafila di “unicità” il menzionato “signore” deve semplificare secondo tabellare babilonese per gli eterodiretti omologati che si fregiano, beati loro, del titolo uman(oidi). E d’altronde chi si contenta gode: chi cosa quando è perché appartiene ai posteri. Il Re è morto? Viv’ lu Re!


Immagine sovrastante
Da sinistra a destra in alto, Camedia C 5050 de facto una piccola Leica con il stratosferico equivalente in scala 35/1.8 camera usata per anni dal reporter Majoli della Agenzia Magnum, quanto dire circa affidabilità e restituzione della scena data sebbene a fronte di un sensore poco più grande di un unghia; C 8080 che viene in linea, anche grazie alla forma decentrata del grip stile E 10, qui a fianco la E 20 , quarta da sinistra. La Camedia C 5060 Wz, terza da sinistra, cui personale archivio digitale di centinaia di miglia formato Jpg è debitrice; Camedia che possono registrare in Tiff e Raw e grazie all’ottimo motore di rendering Jpg. Lo stesso che equipaggia la E1, quinta da sinistra in alto, e che senza altre elaborazioni può ancora oggi andare in stampa offset anch’essa in via di estinzione. Caratteristica unica del panorama fotografico la E 1, oltre la porta Usb, quella Scsi all’epoca super veloce, anch’essa passata a miglior gloria a vantaggio delle odierne Usb 3.0. Il cuore della E 1 fu una joint-venture Olympus Kodak che forniva un buon Ccd ancora oggi sbalorditivo su sensore “piccolo” 4/3 di solo cinque mlioni di pixel.
Flash di sistema e sotostante la seconda unità lampo la “piccola” E 510 che porta in dono l’ottimo Live view, scomodo da usare ma pur sempre utile per inquadrare esattamente la scena ad esempio gli still life. Su la destra sottostante E 3 seconda ammiraglia 4/3 di Olympus dalla linea tozza e ma più “centrata” della E 1. Anch’essa dotata di Live view e deciso passo avanti per l’AF.
Da sinistra in basso seminascosta E P2 e avanti essa la Pen E P5 gioiellino con Lcd ribaltabile che tanto fa comodità simile, e molto meglio del piccolo Lcd della richiamata Camedia C 5060 Wz. Reattiva veloce anche con adattatore: infatti la serie Pen non più con baionetta 4/3 nella versione Micro4/3, accetta e di buon grado le ottiche della E 1-E 3, soprattutto quelle dotate di motore ad ultrasuoni. La Contax in scena tutt’altro che peregrina con adattatore consente sui corpi 4/3 così pure M 4/3 di utilizzare ottiche Zeiss. Cavi e quant’altro sono “incroci” ben riusciti fra mondo analogico e digitale, sia M 4/3 che precedente baionetta nella logica che “niente si butta e tutto si ricicla”


Modelli camera Olympus digital
https://www.wrotniak.net/photo/news-20.html



Old time

Serie infinita dei numeri in spazio euclideo possiamo dire che ci sta: stretto ma ci sta. Numeri che poi sta dietro il digitale e Pshop in particolar modo, qui in versione “amatoriale” Elements fianco a fianco con Lightroom: e mo’ che volemo fa? E per uno che non ci ha regole, usuali del Sistema, con l’aggravante artistico poi in ogni sua foto…ma non corriamo. L’immagine in specie vien fuori da circa mille scatti (!) fatti ad una modella “non professionista” (gran figa laureata al corrente ben piazzata in Olanda, olé) ma dall’espressività e tenuta di scena, da regina: fidatevi che in cinquant’anni di mestiere ne abbiam visto di belle, ecco! Infatti il merito sta nella modella “non professionista” che in pose naturali ha permesso di estrarre, anche, questo scatto, frutto del caso forse. Per meglio dire l’immagine finale è elaborata in Elements con alcuni livelli di regolazione, poi il colpo di grazia, ossia la tonalità che si vede, per l’appunto di Tonality Stand-allone ma pure plug in per Elements e ovviamente LR dei “professionisti”. Cos’è accaduto? Un taglio immagine da file 4/3 con “solo” cinque milioni di pixel (!) all’altezza della bocca che ha dato senso al tutto, e con la “virata” esattamente come la mente, che qui non mente alla manunzio, l’ha vista. Niente di più se non un'aria d'altri tempi, di cartoline licenziosette e profumate che sotto Natale i barbieri regalavano ai loro clienti...per chi ne vuole due file: originale e il cosiddetto set, si vabbè…

Man fotografo sin dal 1969

Ps. Olympus 4/3 E1 una camera che trascende l’umana esperienza terrena: una volta appresi della sua elaborazione/nascita, insomma il progetto e l’ingegnere che l’aveva partorito (una volta era così in lingua italiana) aggiungendovi di trovarla al di là delle sue aspettative e con una malia interna tutta sua e particolare, la camera eh. Ipse dixit. E noi con lui.
Obiettivo 2.8/3.5 prima serie equivalente ad un 28/105 su diagonale pieno formato: tanto alla posizione grandangolare (!) che alla massima adattissima a ritratti, qui in esempgio. Iso a paletta 800 la Extrema Thule della E1 su CCD Kodak, comunque un mostro! Luce di finestra con cielo coperto: the must. E a rischiarare le ombre un ombrellino con all’interno il fidatissimo “cobra” così dicono li francisi per flash, Culman altrettanto teutonico come i gloriosi Metz: eine panzer! Ai milanesotti & radiofonisti farebbe ridere. Qui c’è poco dal ridere: se ne dia pace i Sandro Jovine a pagamento con Giovanni Gastel Settimio Benedussi Oliviero nazionale…che la classe è arte e mica inscrizione a loggettina massonica per pugnettari. L’aria è cambiata dal 1717: intelligenti pauca verba!

Pss. Manunzio pare “fesso” ma guarda lontano e ci ha sempre un piano B in tasca: che si intende? Semplicemente che l’immagine postata, nel caso su ViewBug sharing foto, taste al disotto di ogni immaginazione “popolare” ci conforta. Con calma s’intende perché, tuttavia, si può ora dare scacco matto (ci arrovella da anni) ad una corazzata chiamata Getty Images e natanti consimili, restata unica e solitaria ad imbottire le teste dei teleguidati planetari. Siamo abituati alle sfide “impossibili” come ben sa il Tribunale di Potenza, Pm vari Ministri sottosegretari e merdaglia varia…siamo una forza tranquilla che naviga altrettanto e va lontano!


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