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Cannizzaro, una condomina di Myphotoportal


Della richiamata due cose mi colpiscono: la prima è quell'esser accovacciata, in posa fecale cover sinistra immagine, se non uterina regressiva, nuda va da sé in mezzo a sterpaglie che guarda caso somiglia ad un immagine della sacerdotessa (del Nulla ) a nome Munari, seconda posa lapidea accovacciata in cover a destra.
Orbene la nostra Cannizzaro, dice, che si aufotografa (autoflagella è meglio?) per esprime che

in fotografia l’autoritratto non come gesto egocentrico, come descrizione e raffigurazione sterile di me stessa ma come veicolo di espressione e liberazione di stati d’animo e pensieri



Bello il cioccolatino Perugina. Insomma, via, sempre la nostra (si)fotografa non mica per egocentrismo, nooo, ma che tricche & tracchete ricerca di “senso”, quale non è dato ma pigliatelo per buono. Una volta era il nasino oltre il quale alcuni/ne ponevano le mitiche colonne d’Ercole: Boaz  & Yakin di loggia massonica. Adesso è il corpo tutto ma non più, checché, a rappresentare il “limite della conoscenza”. Dunque Dante…

“O frati”, dissi “che per cento milia
perigli siete giunti a l’occidente,
a questa tanto picciola vigilia
 
d’i nostri sensi ch’è del rimanente,
non vogliate negar l’esperienza,

considerate la vostra semenza: 
fatti non foste a viver come bruti, 
ma per seguir virtute e canoscenza”



Corpo del reato va tu mo’ a sapè. Autorappresentazione di un sé femminile: vabbene. Ma anche un tale a nome De Chirico, certo non fotografo ma compulsivo, nell'’ autoraffigurante effige era, forse, dello stesso avviso?
Vero, in altro appartamento del “glorioso” Myphotoportal condominio c’è una che si “autorappesenta” tale…Rosita Delfino che nuota nelle sue acque amniotiche più che marine.
E poi la nostra, e finiamo, Cannizzaro richiama Jacopone da Todì e il suo “S’i fossi foco”. Ahi lasciando l’autocombustione, meglio il cupio dissolvi che fonda radici di autodistruzione a nome Paolo di Tarso, sua “mossa del cavallo” qui ci fermiamo. Tobola, sure Bingo!



Ps. C’è un immagine, sito web della richiamata, in cui la nostra mostra cartolina del 1936, spiaggia calabrese: un uomo il nonno che regge in braccio, fra altri uomini stesi su la battigia, un bambino il padre della Cannizzaro. Eh ma come il maschio represso? Ma come l’inutile bianco di pellame cui immagine virile, fonda questa dalla cintola in giù, lato traslato o come vi pare? E sì, povere donne del Cancel Culture: non toccatemi il nonno di patriarcale Era; non toccatemi il bel papà (complesso di Elettra). Manca lo zio scapestrato e bell'uomo a fare tris: Tria sunt perfectionem, no? Benedetta Cancel Culure: questo sì, quell’altro no secondo ciclo. Mestruale si capisce legato alla Luna













Ritrovamenti e "affioramenti" eterodiretti,
(Tempistica sospetta)



La giornata della “memoria” a senso unico eterodiretta* è passata, la propaganda sionista tutt'altro. E se un giorno (!?) era “ne uccide più la parola che la spada” oggi il medium immagine: Google docet per chi capisce.
C'è sta raccontata dell'archivio della Vivian Maier affiorato un giorno, così. E uno dice: possibile? Hai fotografato, cara tata così riportano della Maier, questo è quello e in articulo mortis manco a donare i tuoi scatti ad un Istituto culturale che sia? No, si è atteso che un baldo giovane un giorno in mercato delle pulci...
Poi la “valigia” di Endre Friedmann alias Bob Capa, un dandy prestato alla fotografia. Ebreo pensa te il caso che ci ha regalato immagine bianconero e dalla Spagna Fascista/franchista (prodromo di quello che di lì a breve sarà IIa Guerra Mondiale, con il Settimo Cavalleggeri tarattattà liberatori Stars & Stripes a liberarci, così i libri di squola, e non rompete su la q di quadro; libri che gli scribacchini-storici prezzolati scrivono e sai che novità) delle sorti magnifiche e progressive del Kapitale Anglo-sionista-americano. Immagine sino all'altro giorno ché nel clima del Cancel Culture a giorni scomparirà ipso facto, Dea Madre o Grande Utero formato Gerda Tara, che rimpiazzerà il “maschio” fotografo...
Riaffiorano or ora altri “documenti” a distrazione delle masse appecorate; ebrei instradati verso i Lager, pieni questi e di ogni “genere” umano**. E non lo si "ricorda": vero senatrice ebrea Segre?
Pistolotto allora, tutt'altro quanto ennesimo tentativo di depistaggio, distrazione di ciò che gli “oppressi” affrancatasi dalle maglie camere a gas e divenuti oppressori, sai che novità, riversano il Genocidio subito (!?) su i Palestinesi di Gaza, e non solo

Nb. Termine Genocidio è usato dalla Corte Penale Internazionale dell'Aja: Ipse dixit

Photographer’s Secret Images of Holocaust Victims Being Rounded Up Are Discovered
https://petapixel.com/2024/01/29/photographers-secret-images-of-holocaust-victims-being-rounded-up-are-discovered/


* Si tratta di una lettera, scritta dall'allora ministro degli esteri inglese Arthur Balfour a Lord Rothschild, inteso come principale rappresentante della comunità ebraica (con i "distinguo" di Wikipedia ossia lor signori stessi)
https://it.wikipedia.org/wiki/Dichiarazione_Balfour_%281917%29


** Simboli dei campi di concentramento nazisti
https://it.wikipedia.org/wiki/Simboli_dei_campi_di_concentramento_nazisti


Ps. C'è ebreo ed ebreo, immagine, va da sé e lo si è scritto tante volte (La segheria abbandonata, Rigoni Stern, Einaudi) tanto per tenersi mille leghe da i soliti sviamenti sionisti di Stampa & Regime tout court




Problema & Soluzione


Lo still-life è la disciplina del fotografo che precede il bianconero (Statuto della Fotografia) e suo trattamento in camera oscura. Tant'è vero che dovrebbe mettersi ad incipit in ogni “manuale” che voglia aver pretesa di insegnare. Pretesa, sì, perché o si nasce o non c'è dispensa che insegna a fotografare. Ovviamente vale per ogni tipo di “attività” uman(oide) e non c'è che guardarsi intorno: chi con un cacciavite fa miracoli e chi (già chi?) si riempie le mani di cerotti.
Occhio come mestiere, quante volte lo scriveremo ancora, pre-visualizzazione poi gusto per le vetrerie del caso in specie. Disciplina fa si che interessi la “forma” la cattura e la “trasmissione” Urbi et Orbi. E basta poco: cavalletto, una vecchia digitale (che fa buon brodo come dice proverbio) due cartoni di recupero (non buttati nella differenziata) un ND circolare per avere tempi lunghi. E uno specchio riflettente (ricordo di Archimede?) di qua, di là un domopack su altrettanto recupero cartonato. Niente di più. Disciplina d'occhio-braccio-cuore come la regola aurea, ecco, del H.C. Bresson: in salsa domestica?

Ps. L'immagine in testa è tono su tono, ben altro dalla errata nonché blasfema definizione di “monocromatica” usata per abbindolare nuove leve che s'esprimo, oramai, nel falso e sulfureo codice che è l'inglese: cancel culture per robotizzare e asservire la mandria umana, così secondo alcuni

Pss. A latere l'immagine “nuda e cruda” come la vede la digicamera, rimessa poi in “ordine” secondo visone "mentale" con pochi tocchi in Pshop Elements, non prima di essere "pennellata" con specchio da trucco per signora, altra cosa dalle leccate (lato-traslato) immagini di Harold Ross

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