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In camera oscura gli ingranditori Durst, cavalli di battaglia e muli di fatica praticamente indistruttibili come il 659 a condensatori con doppia ottica in torretta a scamotaggio orizzontale per coprire il 135 o Leica format ed equipaggiato di 50 mm per stampa; l'altro era l'ottanta millimetri classico normale per le stampe da negativo Rollei, adatto per cerimonie come battesimi comunioni cresime e soprattutto matrimoni. Solo in seguito Hasselblad sostituì Rollei per sua capacità di montare ottiche intercambiabili e magazzini per le prime immagini a colori, sebbene bisognerà aspettare metà degli Anni Settanta per il pieno regime colore su ventiventicinque (sostituto dei bianconero dicottoperventiquattro) d'album che si conservano ancora, altro dai “fail” usa e getta e proprietario compreso va da sé.
E con il Durst si faceva di tutto, tranne quando i suoi condensatori erano affatto utili, anzi, per riproduzioni partendo, casomai, da stampe “millepunti” Ferrania, sorta di superficie a buccia d' arancio vero e proprio incubo; allora l'alternativa era il Siluro cosiddetto per sua conformazione “militare”. Privo di condensatori internamente di specchi, rimandava sul piano focale luce più che morbida ad attenuare difetti e l'immancabile “moiré” (un gioco da ragazzi eliminare oggi con i Pshop o Gimp equivalente) della millepunti.
Siluro e chassis porta negativi eran sistemati già belli e grandi i seinove, stessa pellicola Agfapan in uso per fototessere, alfine di no esasperare il tiraggio-ingrandimento-lineare della Ferrania bella da vedersi ma s'è detto incubo se riprodotta.
Sicché il ricorso ad una calza di donna indispensabile. Oh niente di “luci” rosse come adesso uso vedere a web! Calza abilmente sagomata a sandwich fra due cartoni neri, sotto l'obiettivo, durante la posa mossa in continuazione sino al termine della stessa già calcolata tramite piccolo provino-posa.
E dopo? Certo mani e matite “appzut'” affilatissime a completare l'opera. Quanto al resto, visto a certa distanza, la stampa difficile distinguere le “bravate” della millepunti: tanto se re-incorniciata, sotto vetro e altro costo per il malcapitato cliente, riprodotta su diciottoperventiquattro; tanto se in formato trentaperquaranata “appesa” a cap' diett', su la testata del letto come tanti e tanti anni addietro, incastonata fra Santi e Madonna. Mussolini e il Re stavan dall'altra parte: lato traslato e fate come ve pare!

(Copia & Incolla se vi pare)
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Ps. Fate caso al "diaframma" dell'obiettivo: fori a diversa "misura" e niente a che vedere con i notori delle fotocamere, digitale o men che sia. Vero che pure la Diana plasticotta fotocamera in formato 120 o seipersei montava altrettanto disco/fori a mo' di diaframma o buchi che dir si voglia




Da l'originale 1920 x 2560 pixel Olympus Wz 5060 da taglio micidiale salvato in più che buono Jpg. Poi in Pshop Elemnts desaturata, riaggiustata e virata con un vecchio plug-in; l'immagine ottenuta salvata in sRGB Tiff. importata in Print & Layout Canon, altri aggiusti sul viraggio e livelli, complice il “giallo” antico del supporto Canson Heritage da 300 gr. finalmente una serie di stampe come comanda Iddio. Stessa trafila per godibilissimi quasi A3+ d'una stellare Rosaspina Fabriano, e anche una prova su più “modesta” Fabriano4 ha restituito un piacevole e degno di nota risultato. Certo poi basta dire all'incauto osservatore che le stampe sono impresse su Hahnemühle o Canson o l'americanata Moab e la presa per il c...è assicurata, ché si vive di luoghi comuni del Pensiero Unico che li ha generati (partoriti?)



Io, la stampante e lo scuro

I file sono come “folie” mo' ce stann' e mo' vanno via. Stamani ho buttato, con certa stizza, delle stampe d'un verde manco i cani. E allora la fidata Canon Pixma Pro 200 che spara “acqua” colorata dicono gli influencer che pontificano su le sorti magnifiche e progressive...del pigmento eterno. E in universo che manco l'aria sotto vetro viene da ridere quanto a longevità.
Sia come sia già nel mettere i fogli in macchina, bei fogli Canson Heritage da leccarsi i baffi solo a tastarne la superficie. E i parametri? No, stavolta facciamo con l'occhiometro e contro c...arta dopo dieci anni di stampe inkjet, eh. Perfetto, il primo e il secondo foglio tutto nel driver Layout di Canon: non perdete tempo con i Pshop vari, e pure da Pshop Elements provato è un sonoro: ni.
Ritornati al driver Canon la musica è cambiata e finalmente stampe molto molto intricante su substrato “antico” d'antan, com'erano certe carte da stampa analogica Ferrania Anni Sessanta del passato secolo, godibile cose.
E potevamo esimerci: da cosa? Due residui fogli A3 + Rosaspina Fabriano cui stampa teniamo per i nostri occhi, oltretutto non si può manco azzardare mostrare video se non da piangere per le cazzate di monitor iper-ultra profilati-questo e quello (non a caso sonde e sondine li abbiamo buttati da tempo nel cassonetto, differenziata si capisce) e manco l'Artificio Mentale (serve ad eliminare posti di lavoro con prospettiva che i robot poi “venderanno” ad un altro simile) è ipotizzabile oggi e domani: solo visone a stampa sott'occhi. Stampate ché di diman non v'è certezza!


Ps. Non ce po' fregà de meno di “esatta-esatta” corrispondenza monitor-stampa (su cui con lentino certi imbecilli analogici, via Youtube, pretendono chissà cosa al microscopio!) da cui il giusto posto che reclama la stampante e sua “lingua”. Vi è stato un tempo che portammo al laboratorio qui vicino, diapositive da riversare il Cibachrome (oggi emulato molto bene, si è sperimentato, da Ilford che combinazione per chi sa di fotografia). Lo stampatore ne ricavò trentaperquarata con tonalità calda, molto ma molto meglio delle “fredde” diapositive. E da quel fatto: diamo a Cesare ciò che...





A.D.
Millenovecentosettanta
Duemilaventitrè


Finalmente a casa? Certo che il cerchio si chiude e lo ricorda il Logo da poco, ma state a sentire. A sinistra dell'immagine sovrastante, il pacco di cartoncini analogici oramai velato ed inutilizzabile dal trascorrere gli anni che era il classico diciotto-per-ventiquattro, molto smerciabile: vero, a parte i matrimoni ancora in bianconero, certe redazioni con “allure” il ventiquattro-per-trenta la condizione base. Il formato subito superiore a questi era appannaggio dei passepartout da galleria, quaranta-per-cinquanta per “puristi” del formato Leica.
Ilford, in basso a destra dell'immagine, qui, in formato RC o detta auto-smaltante all'epoca per non dire supporto in plastica, che asciugandosi all'aria, diversamente dalla smaltatura a cilindro, era funzionale per le agenzie e loro usuale fretta. E noi di questa landa i “fuorisacco” o l'antesignana della posta celere si permetteva alla Gazzetta di Bari ricevere le immagini per l'impaginato quotidiano in tempo per l'offset; il Mattino di Napoli; il Tempo e il Roma della Capitale. Vero anche a Milano per il Corriere. E d'altronde chi per ventura si è imbattuto su queste pagine, sa che lo (studio) dov'eravamo apprendisti stregoni-factotum o Agenzia (foto-giornalistica) Lampo, una simil Carrese di provincia italiana; immagini di cronaca usate finanche dalla convicina RAI, distante dal centro cittadino e noi poche centinaia di metri.
Ilford, di ritorno, RC e niente Multigrade poco in uso, lo si evince dal 3 che sta per contrasto stampigliato su la scatola (alla destra) cui clown sembra fare il verso (tanto di cappello, eh) all'altra d'eleganza particolare.
Siamo a cinquanta e oltre anni di distanza, non più silver halide, bensì inkjet. Due mondi e lo si vede dalla composizione legati idealmente e con guanti bianchi, pensa te. Le mani in pasta, meglio nella bacinella del bagno di sviluppo analogico con nonchalance al posto delle scomodissime pinze; oggi bianchi guanti necessari a prelevare-sistemare cartoncini nella stampante del caso, Canon, brand che pare va a nozze, sembra, con le carte e matte, verosimilmente per composizione-inkjet.
Ilford in nero (a sinistra) cui interno (si tratta di un sample pack riuscito ad avere rocambolescamente da quando l'Albione patria d'Ilford ha smesso di stare, dicono, in seno all'Europa) è fra l'altro la mitica Galerie baritata, versione “uguale” l'analogica che, tuttavia, pesava molto di più; un'altra interna versione di pari caratteristiche, sebbene stesa su cellulosa, opaca scorre al tatto. Interno Ilford dove pure trova posto, in due versioni che a noi sembra sovrapponibili, le Glossy che provano a fare il verso al mitico Ilford-Cibachrome.
E ora di sample non ne useremo più, d'altronde se la Ilford è diversa (?!) da Canson e questa da Hahnemühle, sodalizio europeo manco a dire franco-tedesco, baryta o meno è esercizio retorico; siamo oltre il piluccare, a sti livelli o si è fotografi stranavigati per capirne le sottili sottigliezze, o viceversa minchiapixellisti & gallerioti, chiappe al vento, ecco!

Ps. Mettiamo qua per non appesantire l'immagine con didascalia. Immagini di due mondi: a destra l'analogico agire di pellicola-sviluppo-stampa. E per arrivare a questa bisognava possedere su le spalle centinaia e centinaia d'ore nell'antro alchemico-camera oscura; fatto di mille accortezze e tanta ma proprio tanta manualità artigianale impensabile oggi ai “pellegrini” pinguini giovani leve che ri-tornano al bianconero, lo riscoprono pur non avendone traccia alcuna nel loro già manomesso DNA. La cosa ben più che boutade, è costatatio di chi ha vissuto mai i tempi in cui tutto era “bianconero” e, quindi, difficilissimo da intendere ed impossibile trasferire su carta, nel caso Ilford Galerie il non plus ultra.
Ilford digitale in bella ed elegante scatola nera, piena di “smooth” surface rag dove il Mastro è l'arcinoto Pshop e “fratelli” tra cui l'impareggiabile e beffardo Wilber mascotte Gimp, mastodonte programma che fa, se restiamo al solo bianconero, cose pregevoli. E d'altro non è caso ché troppo very nice tipo PhaseOne: de gustibus!



Lavorare stanca


Altroché se è vera la cosa. I provini, quindi, immagine, in overture, traslitterati dall’analogico al digitale terrestre, molto terrestre per chi intende. Passati in codifica binaria, via Olympus E1 del glorioso 4/3 e ottica Macro Zuiko. E uno dice: ma sono “solo” cinquemilioni-di-pixel, che ci farà con questi? Tanto e da non credere una volta traslitterati, ancora, su digitale terrestre e sue malie alfanumeriche. Poi certo un po’ di manico, minimo sindacale, quanto al resto, ecco, la Premiata Ditta Photoshop...Elements. E sentiamo già i gridolini e commenti: uhhh dilettante (!) buhhh come osa e ne scrive pure! Cialtrone! Gente quando avete finito…
Traslitterazione in attesa di creare un catalogo indicizzato, dalla serie: campa cavallo! In attesa, però, ci sono i provini su Ilfobrom (non Multigrade, così un tempo) contatti archiviati numerate etc etc etc. Senonché, già sabato inizio Marzo AD 2023, scremati i negativi codificati, passo successivo l’inversione negativo/positivo per evitare di (non)capirci qualcosa, abituati come siamo a vedere tutto “positivo” corrente: lato traslato e fate come ve pare.
Senza torchietto/bromografo analogico, quando le strisce di sei fotogrammi di negativo venivano messi a contatto con foglio-carta Ilford, viene in aiuto l’utility di Photoshop Elements, nat’ vota. E così messo un foglio Canon Pro Matt nella stampante Canon Pro, il formato A3, eh, avessi voglia a provino bello grande e grosso non già lillipuziani mm 24 x mm 36 originale analogico ma a misura di credit card, via.
Poi il rituale è lo stesso Ieri & Oggi: pennarello rosso per cassare i fotogrammi che non servono, fossero ad esempio fetenzie resusciterebbero, comunque, in Pshop altro che “Lazzaro vieni fuori”. Mira + culi no? Rosso per circoscrivere, in fine, l’inquadratura. E non è finita, sì, perché terminata la stampa inkjet, come per il pane, bisogna lasciare “lievitare” o meglio “secchi” l’inchiostro, giusto ventiquattr’ore. Solo così, infatti, ci si rende conto delle (eventuali) quaglie/errori di traslitterazione monitor/stampante/stampa, o se invece tutto è ok. Intendiamoci dopo più di dieci anni a trafficare, ecco, con la materia vi rendete conto che tutto l’ambaradan tecnico fatto di sonde/spettrografi/colorimetri a pallino e questo e quest’altro serve a niente: esagerato? Beccatevi sto signore che ne dice & contraddice, ché al resto so’ chiacchiere. Ho stampato da monitor per Excel senza calibrazione alcuna…ho stampato il calendario 2023 da Mac (senza profilazione/calibratura se non di default) via Hp Indigo che è na bellezza. I file? Jpeg: Tombola oops, Bingo! Spazio colore CMYK? E quando mai, nel caso richiamato il software della Hp traduce, alla grande, RGB > CMYK. Risultato? Monitor di qua, stampa industriale on-line di là: che dire ancora? Niente. Punto a capo.
Scusi Manunzio ma perché tutta sta storia? Tutto a suo tempo!






Immagini ( e impaginato da Manunzio) dal ricettario lucano anni novanta per conto dell'Azienda del Turismo regionale, prodotto interamente con Zenza Bronica SQ-A e ottica Zenzanon 80 mm f 2.8; l'illuminazione alogene riflesse su muro completamente intonacato di bianco, e soffitto di pari colore. Poiché il set allestito era presso ristorante, che si era prestato alle riprese, pur doveva aprire ai clienti e da qui l'uso di attrezzature al minimo per non intralciare il normale e diuturno lavoro del ristoratore, chef e suoi collaboratori nonché l'accesso di sempre numerosi clienti in considerazione dell'ottimo rapporto qualità-prezzo


Memento audere semper
(Food Photography)

Se ne parlava un post fa. Sì, Manunzio dedica tempo al cosiddetto food da non meno di trent'anni e in analogico, pellicola dia per intenderci, Kodak Epr-64 in bagno E-6 che nottetempo, d'estate, portavamo in un Lab colore alle falde del Vulture: named volcano land not bird paisà!
Ora la cosa è lunghetta e la dividiamo ché non sarebbe “digeribile” su quella colonna infame che è il cellulare: scrollare per abbandonare subito la lettura per gli analfabeti di ritorno figurarsi l'andata, non è caso.
Food va, e antefatto l'acquisto della Zenza Bronica SQ-A, tutt'altro che ripiego di sua eccellentissima Hasselblad: oddio su le pagine di Tutti Fotografi, un malcelato stizzito articolo ne parlava, si bene, della Zenza e però...Sicché per chi ha mai usato l'un e l'altro corpo: che ce ne viene?
Consentitemi al solito uno stacco: porto i plasticoni (sacca di plastica a scomparti trasparente con dentro i sei per sei) immortalati da Zenza e sue bellissime e nitide ottiche per stizziti furibondi Zeissman. Bene l'allora Agenzia Panda Photo, sede romana, mi riceve previa telefonata e lascio in archivio i plasticoni non prima che l'imb...elle che le guarda sull'opalino e contafili nell'altra (cosiddetta lente d'ingrandimento usata per i tessuti e mutuata poi per esaminare i negativi o dia su 135, mentre per il seisei bisognava dissanguarsi con trecentomila lire di lupe, così il termine tecnico mah, della Schneider Kreuznach Magnifier 6x6 per gustarsi l'intero sei per sei...) esclama: Hasselblad, eh! Tu mo' che dici lo mandi solo a fanculo? Per chi conosce a mena dito tanto le biottiche tipo Rollei Yashica e per certi momenti Minolta (si l'aveva in dotazione un fotografo figaro-coiffeur pour dames di paese alias Lorito se memoria regge i cinquant'anni e passa di ricordo) e mono-lenti Hasselblad Zenza Bronica e la Rollei SL66, che un giorno o l'altro ri-descriveremo in ogni sua infinitesimale rotellina di ingranaggi di questo vero e proprio Panzer tedesco indistruttibile e pari lenti Zeiss come Hassel...sa il valore delle cose! E le corna? No niente “delitto d'onore” contemplato in vetusti Codice d'Onore Penale, casomai “impronta” svirgolature, si, ai quattro angoli del fotogramma: Hassel a sx ha due tacchette, Zenza i quattro lati sono “svolazzanti” Yashica arrotondati etc etc etc.
Torniamo a Zenza cui lenti erano, se ben ricordo, prodotte nientemeno che da Nikon: quando stampavo in bianconero su Galerie Ilford, il meglio del meglio, i negativi di una EC Zenza di un amico, poi diventato anche un bravo direttore della fotografia nella Milano lì lì da scolarsi le ultime gocce delle pazzie craxiane (oltre oceano governava il mondo un cowboy mezzo attore western alias Donald Reagen & Sodali europoidi di qua) Anni Ottanta secolo tramontato alle spalle: i peli del viso si potevano contare, il fotografo che come me faceva reportage a go-go. Fermiamoci qua, va...



Sottostante i link per conoscere la Zenza Bronica e il modello SQ-Q (paisà copia il link/s e provaci a verificare sul Web poiché non assumiamo nessuna responsabilità se nel frattempo sia stato rimosso etc)


https://www.nocsensei.com/camera/storia/massimilianoterzi/zenza-bronica-ovvero-la-macchina-di-zenzaburo/

https://www.nadir.it/ob-fot/ZENZA_SQA/default.htm

Nb. Di quest'ultimo collegamento esprimiamo tutta la nostra riprovazione in ragione del fatto, esposto nel post, di certa malcelata stizza. E diciamola tutta: i “fotografi veri” usavano in Era analogica Nikon & e per medio formato Hasselblad, mentre le “lastre” diecidodici erano appannaggio delle Sinar e parco lampo Elinchrom, mai e poi mai i “dilettanteschi” Bowens et simila a dirne una. Pregiudizi prezzolati, quindi, di gentaglia omologhi dei “giornalaisti” a libro paga dei citati brand, cui, tuttavia, nulla si può di male non foss'altro per prova provata, come altrettanto per la Zenza Bronica meccano-elettrica che hai mai creato problemi. Mai e non certo trattata con i guanti bianchi. Troppo spesso le “prove” o “recensioni” ancor oggi e di casi se può fornire quanti se ne vuole, uno si ha fotocopia poiché propostomi come “correttore” più di bozze coglionate a man salva!



L'ultima battaglia

A surfare in Rete ti incappo in una stampante Canon dalla strana matricola e pari giorno prima Epson: i soliti Yankee a storipiare lingue altrui. Ma incuriosito della cosa, anche perché fino a quanto ho avuto quel mostro, senza virgolette perché così, di HP 9180 stupenda A3+ nella stampa in bianconero e su supporti strani, se ne è già parlato, proseguiamo lettura. E vedi tu come è strano l'umanoide? Provai a regalarla (sai che novità!) ad un'associazione non profit avvisando che dovevano solo mettere i serbatoi nuovi di ink e via. La via dovetti fare e di corsa davanti a certi grugniti animaleschi (davanti a cosce aperte una donna forse top manager o delle pulize intenta a fare ma non è carino riferire) ma dell'associazione: gratis la stampante!
Sia come sia Northlight cui sito spulciavo da mane a sera per orientarmi fra settaggi vari mette in video le richiamate printer. Flashback: se portavi il bel rullino bianconero ti veniva restituito a stampa manco i cani! Sballati contrasi posa graffi a complemento e pagate cash: zitti e muti. Siché altra via era nell'Era analogica trattarseli da sé l'intera filiera: significa? Semplice tutto a regola d'arte però i costi costicchiavano. E non tanto il trattamento negativo nudo e crudo con pletora di sviluppo-tempi e case produttrici di chimica ad hoc, tanto brand(y) che tutt'altro serie B alla Orano da Milano (si riempivano quaderni e quaderni che conserviamo al pari di reliquie) quanto e soprattutto la stampa. E altra vagonata di supporti sviluppi e tecniche e mascheramenti...non balli in maschera si capisce!
E passati armi e bagagli (manu militari?) in Epopea bittologica paro paro si ripropone la cosa. Certo i service che offrono stampe a colori e bianconero, se è parlato chi ne vuole se lo trova e legge sul sito, in tutta onestà, quei con scrupolo e calibrature monitor-plottere o equivalenti alias Lambda quotidiano, non fa rimpiagere i soldi spesi, anzi. E quindi chi proprio proprio vuole piluccare le sue stampe le nuove proposte, del duopolio CanE (venuto al volo of course!) Canon ed Epson valgono i piccioli per l'acquisto. E più la prima a dir vero se non altro perché il secondo brand(y) per risparmiare, si vede a video, la prossima mette tutto in scatola da costruirsi tipo Lego, ancor più là il Meccano dei lunghi pomeriggi ad inventare l'impossibile! Ah finalmente Epson non sviccia più, e pause e soldi, fra ink nero & opaco almeno questo: una prece per gli ingegneri!

Ps. In copertina la otto-colori delle meraviglie targata Hp 9180, gioiello cui oggi è particolarmente difficile reperire gli link necessari: peccato!


Canon PRO-200 printer
Update for the Canon PRO-100 printer
http://www.northlight-images.co.uk/canon_pro-200/


Canon PRO-300 printer
New A3+ 13″ printer succeeds PRO-10S
http://www.northlight-images.co.uk/canon-pro-300-printer-announced/

Epson printer news, updates and rumours
http://www.northlight-images.co.uk/epson-printer-news-updates-and-rumours/


HP Photosmart Pro B9180
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