Manunzio



GRIII

Che non è il “giornale-radio” di Mammasantissima Rai. Qui la sigla è la saga infinita GR della Ricoh, non di solo copiatrici il brand è noto e prospera. Sia come sia e proprio l'atro giorno lungo il C.so Garibaldi, qui in questa town da 15 minuti che esiste e lotta contro di noi parafrasando slogan sessantottini, la vetrina d'un Wedding Photographer (non chiamateli fotografi di matrimonio/cerimonie come un tempo noialtri che vi troverete trafitti da sguardo fulminante!) una GR a pellicola esposta, però, in vetrina e che usammo anche noi un dì con agganciato il minuscolo driver a molla: si avete letto bene si dava la “corda” tipo vecchio orologio e sparava 10 fotogrammi consecutivi. Green antelitteram non consumava batterie e, se memoria non falla, pure completamente meccanica diaframmi/tempi di otturazione.
Venuto il “digitale” molto terrestre la Ricoh ha convertito la scatoletta in un fenomeno di massa ante Fujifilm 100 XYZ , digitale da leccarsi i baffi a quanto si vede e si legge per noi che negli Anni Settanta pur usavamo una Ricoh Tls 401. Senonché va a sapè certe strategie di “markketting” o marchetta do ut des, serale, che dir si voglia e che non si "trova" e bisogna mettersi in fila...
Sicché in definitiva la GRIII e modelli precedenti sono e restano un must per la “street-photogaraphy” che tanto piace alla Sara Munari & Co. Infatti i volti dei ritratti entrano nello smisurato DataBase poliziesco di Cia-Mossad-Pentagono via “social” si capisce per il Grande Fratello (che pure usa telecamere in ogni dove). Altrimenti, ditemi, perché mai questa ossessione compulsiva per lo street (un tempo reportage e non è questione nominalistica) cui prodest? Appena svelato e questa pure come al solito a gratis...oops free!

(Copia & Incolla se vi pare ché i link possono cambiare o sparire del tutto e Manunzio non sa cosa farci)

The GR III Is So Popular, Ricoh Can’t Keep It in Stock
https://petapixel.com/2023/08/28/the-gr-iii-is-so-popular-ricoh-cant-keep-it-in-stock/

https://www.juzaphoto.com/recensione.php?l=it&t=ricoh_gr_iii


Manunzio fotografo sin dal 1969



Correva l'anno



Agosto Anno Domini 2003... Manunzio scusi mal sopportiamo già il suo “british humor”. Anno Domini 2003 virgola, odierno 2023! Vent'anni fa e dalle pagine la fu rivista Reflex di Giulio Forti: ex da Fotografare/Cesco Ciapanna editore, ex da Tutti Fotografi/Editrice Progresso Fotografico 1969...
Olympus la terribile che negli anni Settanta passati (a miglior gloria?) da piccoletta, si fa per dire, sconvolse l'élite con la OM-1 (guarda tu il caso così l'odierno re-brand, che sostituisce Olympus). E proprio di sti tempi Olympus annunciava la E 1 Urbi & Orbi una ex-novo alla lettera, digicamera d'una malia unica, irripetibile impossibile per altri brand: ah riuscissimo a riportare le stesse magiche parole dell'attempato capo-team quattroterzista ma non conserviamo più il link, damn!
Sia come sia la E-1 vent'anni fa veniva fuori tutt'altro “out of a clear blue sky”. Infatti e gli storici prezzolati non la raccontano e perché tengono famiglia...della saga antecedente la E 1: C (amedia) 2020, 2030, 2040 che fantasia all'Olympus! Seguito la nostra immarcescibile de facto Leica alias C-5050 con trentacinque millimetri equivalente ad effe unoeotto da brividi. Infine la E-10 e affinata successiva E-20 (immagine in piccolo a latere) su CCD Kodak due-terzi pollice: un mostro. Siparietto.
Il luogo e il personaggio non ricordo più, l'episodio sì. Il collega fotografo in quel di Firenze narrava di mirabilie (la portava in spalla lo ricordo come ora, status symbol) durante gli scatti a una sfilata di moda: si avete capito bene! Diavolo di una E 20 Olympus.
Tuttavia e arriviamo al fondo la 4/3 non fu capita, già. Questione di certe “proporzioni euristiche" di “solidi” affatto platonici. Il mondo è governato da segni e simboli, non da leggi e frasi, no? Beh ci fermiamo qui per chi intende

Manunzio fotografo sin dal 1969


Il set di Capricorn One, film prodotto dalla americana Warner-Bros thriller Anni Settanta, su una congiura governativa; la trama è ispirata alla teoria del complotto sull'Apollo 11, la quale sostiene che la missione relativa al primo sbarco umano sulla Luna sarebbe stata un inganno orchestrato dalla Nasa o nick name: Never Aero Space Agency


Il bastone & la carota

Il primo per dare mazzate (segno di comando-sottomissione-ordine) vero, specie se usato alla cosiddetta “cecata maniera” o 'ndo cojo cojo, come viene viene in lingua 'taliana. E il secondo che poi è un turgido ortaggio a forma cilindrico piramidale, punta sottile e resto che si “allarga” per meglio entrar in cavità...
Sarà come dice “Giovanni” (virgolette per i sempiterni grembiulini, nel suo Vangelo, per l'appunto “secondo” egli; oh mai che troviate nelle cosiddette Scritture, che non è un Pdf spedito dal famigerato Padreterno alle umane genti in forma di parabola, in primis lobby ebraiche via Torah o Antico Testamento, trovate un primo: no, tutto secondo questo e quello da credere su l'unghia come i dané) a cartiglio affermi ”...la libertà vi farà liberi...” Ma caro il mio di quale libertà cianci? La mandria umana stragrande maggioranza vuol continuare a ruminare pezzi di carta con zeri sopra e corre dietro a u pilu, ambosex trisex e fate come ve pare. Ecco, la mandria. La quale ha bisogna di quando scritto in epigrafe e di pigliare l'ortaggio, che è tanto buono!
Vero la pigliamo, ecco, alla lontana e mica siamo il “manuale” di certe signore delle stelle, no. Sì è fotografi da mattina a sera per tutti i giorni e quelli detti comandati (da chi?).
C'è stato un tempo che infuriava la battaglia fra iconici e iconoclasti, questi in ossequio alla Bibbia...”Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra” Torah/Antico Testamento, Esodo 20.4. Insomma non userai “fotografie” che prima del mezzo è costruzione squisita + mente cerebrale, mettiamola così. Fumo, simulacro, il non vero elevato a Sistema. E siam giunti alla fine consigliando il link sottostante su “altri” mondi, casomai colorati, di rosso. Rosso? Si deve aggiungere casomai il Numero 666 della Bestia per spaccare le vuote zucche degli uman(oidi)? Suvvia prestate attenzione a quanto l'autore (responsabile telecamere Curiosity rover, fotografo, riporta del suo “passatempo” di paesaggi terrestri “simili” a quelli marziani, non questi a quelli in fotocopia!)


The Inside Story Behind Curiosity’s Time-Blended Mars Panorama
https://petapixel.com/2023/06/16/the-inside-story-behind-curiositys-time-blended-mars-panorama/


Ps. Per un lungo periodo di tempo Manunzio ha cercato, via Google detto l'Onnipresente Unico Motore, proprio i “paralleli” d'immagini terrestre spacciati per Marte; finanche un fotogramma dipinto, ovvia + mente, di rosso e con tanto di asfalto e Suv del fotografo natural + mente. E se questa poteva sembrare accostare sacro&profano, nel link riportato si parla senza scuorn' alcuno d'immagini, fotogrammi terrestri simili al rosso pianeta e mica il contrario, no poiché cadrebbe la sceneggiata a puntate e i miliardi spesi a costruire set cinematografici, da Kubrick in poi

Pss. Manunzio conosce le malie delle Scritture, i Vangeli da cui tutto ma proprio tutto discende l'Occidente-giudaico-crtistiano-greco-romano. Sistema di Potere & Finaziarizzazione (usura legalizzata manu militari) sono proprio nelle Scritture, senza le quali nulla ma proprio nulla sarebbe possibile sul Terraqueo: vedete voi se il Cancel Culture from NWO via Davos ne fa menzione. Infatti basterebbe metterlo al rogo, ecco, il Sacro Testo per creare ipso facto il Paradiso terrestre, e fine di ogni malattia da ultimo Covid-Fauci-Oms-BigPharma & Sbarchi lunari con tanto di cartoncino nero tenuto su con scotch appiccicato sul Lem!


Mi ricordo, si, mi ricordo (Minolta)

Un tempo infame come le acque travolgenti in streaming dal catodo odierno. Partimmo un giorno ed anno imprecisato con una Mini, in tre. La radio accesa sembra un frame “on the road” ma non è la California dream, bensì questa landa che dai monti la Statale SS 407 (4 e 7 cabalistico e somma 11 della Giustizia) costeggiando monti, infilando valli, in declivio serpeggia su lungo viadotto tutto intero già immerso sul gretto del fiume: sembra di quelle passerelle aggettate su sponde e acque. La strada all'improvviso non ha più il protettivo sparticorsie, non ci sono ancora in piedi i blocchi New Jersy, trasmuta a quattro corsie per senso di marcia. Il sole gagliardo e musica fa da sottofondo. Kilomteri e kilometri e “campagna” a destra e viceversa allagata così come, qui ed ora, se ne vede in diretta televisiva (ridicoli omuncoli e zoccolette televisive con stivali in ammollo, ma a debita distanza, ci raccontano dell'acqua che sale, motteggia, e mica il perché e percome della tragedia voluta, dicono, da Giove pluvio, che cambiato forma camaleontica somiglia più a Riscaldatori atmosferici, Haarp e compagnia cantando, a morte). Alberi d'ulivo a perdita d'occhio ed acqua alle radici e che s'allaga su la rotabile che precorriamo prima di arrivare dove dobbiamo arrivare alla Totò/Peppino maniera. Un tornante di strada si arrampica, sebbene sembri più una mulattiera, verso il paese. Bianco esangue e di incolonnate case, e bare dissotterrate da slavine di fango e detriti, ma c'è un sole gagliardo. Siamo in piazza che sembra adunanza elettorale; di fianco sul palco un fotografo con camera che sembra la F mitica. Scatta, il reporter, senza fretta, solo dopo quando viene dalla nostra forse per cambio angolazione o chissà che, la cinghia che tiene al collo la fotocamera massiccia e linee austere dal pentaprisma turrito, stile Photomic, pur se in livrea nera come il resto...ma, sì, è lei Minolta XM

Ps. Di quei momenti non è rimasta traccia fotografica se non un minuscolo pezzo di carta fotografica mezzo mozzicato che ritrae noi tre in un momento di pausa “pranzo”





Ogni promessa è debito compatibilmente con la “memoria”. E togliamoci dal guado. Dunque scrivevamo l'altro giorno del Vario Leica Elmarit 14-50/2,8-3,5 Asph, il vecchio trombone acquistato a buonissimo prezzo: combinazione, sebbene avessi già lo zoom Olympus Zuiko Digitale 14-54mm/ 2.8-3.5 equivalente. Equivalenza per modo di dire,giacché il primo Leica con “motorino” di messa a fuoco, mentre il secondo, Olympus, motore Wave: un fulmine. Lenti dai risultati mirabolanti.
E tornando al vetro Leica l'acquisto è dovuto al fatto che sul barilotto vi è O.I.S stabilizzatore d'immagine, non presente su lo Zuiko-Olympus. Avevamo dei progetti, poi della cosa non se ne avuto necessità, ché nel frattempo con un altro acquisto azzeccato targato “piccola” E-520 sempre Oly, lo stabilizzatore è a bordo corpo macchina, come le nostre due Ammiraglie E-3, evoluzione della mitica E-1, ci ha tolto l'imbarazzo. E a queste i pesi-piuma delle Pen in formato Micro 4/3 ci ha catapultati in altro universo; impensabile quando vent'anni fa, dopo le Camedia Oly, acquistammo proprio l'Ammiraglia di sempre la richiamata E 1 erede di due “prototipi" a nome E 10 e sua evoluzione, che conserviamo con religioso rispetto, E 20.

Ps. Il Vario Leica non nasce per Olympus, sebbene la compatibilità è totale, bensì per Panasonic anch'essa in formato 4/3, successivo Micro via adattatore e si guardi alle mirabilia della serie GH giunta alla sesta generazione, e in nostra dotazione un altro mito targato GH4.
Ottica il Vario che ha due peculiarità: il bottone A, utilizzabile solo sui corpi Panasonic per l'impostazione automatica del diaframma, e ghiera reale a passi di mezzo stop, ma che Olympus emula via software. Un connubio Nippo-Teutonico come un tempo, guarda caso, proprio Leica negli Anni Settanta e sua crisi petrolifera ma non solo, quando armi e bagagli dalla Germania arrivò sino in casa Minolta, eccellente brand (poi pappato a quattro soldi da Sony) e sue Rokkor lens, nonché mitica Srt-101, fotocamera analogica che non ci è stato possibile acquistare ma che ben ricordiamo il feeling solo a tenerla in mano da un amico danaroso, che non capiva assolutamente una mazza di fotografia: potenza, al solito, del soldo, sì del suo babbo!

Pss. Il titolo tutt'altro che peregrino visto le cose sin qui dette è prestito, ecco, dalla partenopea song Duje Paravise. Manunzio non fa mai niente a caso per chi capisce



A volte la navigazione in Rete fa affiorare “relitti”. Sì, certi tipi alla Epstein & Maxwell anzitempo, ci siamo intesi.
Navigazione, poi, del tutto “fortuita” se accettiamo la cosa, tutt'altro per il Manunzio, e ci si ferma qui altrimenti sconvolgeremmo il NWO o detto Annuit Coeptis: vero front-end Soros?
Via, ecco di Hamilton qui ci capita, e che di nome faceva “David” come la stella impressa di certune popolazioni, del quale si era persa memoria; fotografo delle ninfette, Lolite e ci siamo intesi pure qua. Forse varrà la pena (pene è meglio, no?) di ripassare le sue “pudiche” immagini fotogra + fiche . Fotografo, sempre Hamilton, portato in palmo di pene per sue creature, eppure un pochino triste: come mai non trovate?

A latere fotografia di D. Hamilton tratta da la Serie I Grandi Fotografi Fabbri Editore.

Una madre porta sua figlia da un famoso fotografo, un artista di mezza età. Lui apre la porta, è nudo, vestito della sola macchina fotografica. La figlia, tredici anni appena compiuti, entra da sola. La porta si chiude.

Probabilmente conoscete tutte le immagini di David Hamilton. Negli anni Settanta era uno dei più famosi fotografi al mondo; sicuramente il più acclamato, ritenuto da tutti un maestro. A novembre del 2016 è morto suicida nel suo appartamento di Parigi: su di lui pendeva da qualche tempo la pesante accusa della pedofilia.

Direte: 'mbè? Bocche sempre più buone, o, meglio, omertose là fuori e sai che novità. Una Mamma/Maxwell, eh. Due M due Morte, va tu mo a sapé. Adescatrici ambedue, sempre Mamme o la Morte. Capisco non ve ne fotte un c...Eppure di queste cose si propala, mettere il palo nel c...atodo tubo, ecco, e se ne vede da mane a sera dell'Occidente giudaico-cristiano-greco-romano che fa la guerra altrui e le perde (vedi Napoleone-Mussolini-Hitler) non solo moralmente (!) pure e soprattutto economicamente: i Bankister crollati, e non è finita. Certo le storti magnifiche e progressive del Kapitale. K alias Kaput: finis terrae. E u pilu? Gia...

Link copia ed incolla (se vi pare)
"Lui, il grande fotografo, che mi fotografava bambina e mi stuprava"
https://news.robadadonne.it/flavie-flament-david-hamilton-fotografo-pedofilia/

Ps. Coincidenze “astrali” Epstein muore “suicidato” a New York, pari sorte capita, forse, al David Hamilton, trovato già cadavere nel suo quartierino francese alla “venerabile” età di ottantatré anni (8+3 = 11 detta la Giustizia esoterica) che, notorio, poi i trapassati non parlano per l'eternità



Lo sfondo di questa fotografia, dice la didascalia, è una diapositiva a colori 35 mm (full frame digitale) proiettata su uno schermo di acetato opaco con un proiettore da 500 watt. Sono state fatte due lunghe esposizioni: una per il soggetto senza sfondo, l'altra per lo sfondo proiettato, senza alcuna illuminazione del soggetto (coperto di panno nero ndr). Per eliminare i punti di luce al centro dello schermo, a metà esposizione dello sfondo il fotografo ha usato come schermo una spatola nera di cinque centimetri. L'immagine è parte di una brochure stampata da Kodak negli Anni Sessanta e sino ai primi dei Settanta


Ante Photoshop natu est

Proprio così. Infatti non è che il Mondo (quale?) appena schiocchi le labbra manco, alé si materializza. Per carità! Esula il presente, se è la “mente” (di chi?) a creare la cosiddetta realtà più o meno aumentata. Sabbie mobili e si farebbe un regalo ai Davos boy e suo gran
venerabile, o più che altro panzone flaccido ed accidioso Klaus Schwab $ Corporation più che Company.
Dunque, va. Per fare foto ambientate, metti qualcosa d'esotico mare, spiagge, ma fatto in casa/studio era d'uso telo particolare traslucido, e retrostante diaproiettore: davanti il set per l'abbisogna. Sì, vero un po' primitivo, parliamo di tanti anni fa, per fare fotografie “ambientate” poi. E poi venne in soccorso il fronti-frontigrafo, non più da dietro ma davanti, libidine ironia a parte. In pratica il proiettore alle spalle del fotografo, mettiamola così. Eccone un'altra.
E' vero altresì che certe campagne a stampa largheggiavano (c'era spesso tomesani, quello di Tau Visual, che ne scriveva per Progresso Fotografico anni Settanta) senza ricorrere a Cinecittà ma ci siamo intesi. Allora si costruiva ex novo proprio ma proprio tutto il set in studio senza ricorso a “davanti & pure dietro”. Altri tempi altri costi e senza ancora all'orizzonte la “realtà” aumentata” e quel popò, stamani siamo di filotto..manco i Photoshop o Gimp e chi più ne ha ne metta, scontorno compreso in digitale, quello analogico era a Milano d'agenzie specializzate in questo, e reprodia troppo lungo a narrarsi. Sino a quando l'Ikea ex novo in grafica 3D, da leccarsi il...portafoglio. Si capisce


Ps. Si è provato a consultare polverose enciclopedie fotografiche e il "manuale del fotografo" d'antan, niente da fare. Vero che in quest'ultimo c'è schema, fotografia e quant'altro, ma manca la dizione di fronte-fontigrafo e non è che l'inglese "front projection unit" aiuti poi molto, confondendosi con quei artifizi usati agli albori cinematografici, o l'home theater domestico. E Manunzio qui si ferma, segnalandovi, comunque, questo link






Fischiava il vento e urlava la bufera


Vigilia di Natale e Manunzio di guardia al deposito armi: vero siamo negli anni Settanta e qualche ben intenzionato, ecco, di Destra e/o di Sinistra potrebbe assaltarla e fare rivoluzione, a salve si capisce ché non si muove foglia che Loggia & Mossad non voglia.
Sono le undici di sera del ventiquattro Dicembre e Manunzio munito di sola bajonetta (!) di guardia a l'arsenale si ripara come può in un angolo del castello, adibito a caserma del 4° Reggimento Assaltatori di Montagna. Ma non c'è verso che il vento dia requie, anzi, fischia ancora più. Una notte di freddo cane: non ne posso più di fare la guardia al bidone, uso dire per chi ha mai avuto a che fare con le “armi”. Insomma infreddolito mi avvicino alle scale che portano, lassù, alle Trasmissioni il reparto che riceve ed invia ordini. Ma vedete quand'è lunga 'sta scalinata? Passo dopo passo tanto sono indolenzite le gambe, finalmente, poi la porta: entro, in Paradiso? Luci e caldo di stufa frammisto ad “aromi” umani e la legna che arde in stufa di ghisa (stessa della guerra 15-18?). E dietro mi lascio l'armeria e una lanterna di luce fioca (per non farsi scorgere dal “nemico”?) tutt'intorno d'una tristezza e nella notte che precede Natale. Dentro le Trasmissioni, saranno quattro cinque, e si preparano la cena ché quella dei cucinieri... Di là dei vetri appannati qualche fiocco mulina l'aria. Stiamo bene e in compagnia, mangiamo cose da tutt'Italia che le famiglie han mandato a noi per le Feste. E vino di quello serio trafugato dalla cucina (Ufficiali) e poi cognac...Dovrei ritornare a far il turno di guardia: dico ma siete scemi? Qui fa caldo e lì...Anzi, mezzo 'mbriaco mi ritiro in camerata gelida come la morte (irrobustisce le membra, dicono, mentre loro signori sottufficiali e superiori stanno in camerette ben riscaldate!) tocco il compagno d'armi che deve prendere il mio posto di guardia, così a rotazione. E' nel letto mezzo assonnato ('mbriaco pure lui?) grugnisce qualcosa e mi dice di appendere la bajonetta al letto a castello, mentre mi infilo divisa e tutto sotto le coperte. E dormo dormo...di mattino presto il Maresciallo di guardia mi manda a chiamare, poiché, dicono, ho saltato la guardia: e tutti gli altri? Furbi eh! Vabbene scendo dal “secondo piano” del mio letto a castello e vado sotto un'aria livida e fredda. Attendo mentre il Capoposto la carraia mi dice che a momenti arriva l'AR: di Natale? Sì mi risponde ed è per te! Per me? E perché mai...va va dal Maresciallo, e chiude la bocca impastata già di “cicchetto” a prima mattina. Qui bevono tutti anche in neonati!
Attendo davanti la porta del budello lungo e stretto dov'è acquartierato, ecco, Il Maresciallo che mi volge le spalle mentre chiede della mancata consegna: le guardie all'armeria. E lo fa come a parlare a se stesso più che a me che sto zitto. L'AR (in questo caso è un cabinato Fiat) verrà a prendermi, dice, per i “canonici” giorni di prigione! Ma volete voi? Manunzio s'avvicina le spalle del Maresciallo che appena si giara gli stringo la mano: Buon Natale! Il Maresciallo resta basito, farfuglia qualche cosa poi mi dice di ritornare in camerata, proprio mentre l'AR entra per la carraia, ma senza di me. Pure loro, autista e caporalmaggiore si guardano come a dire dire: e mo'? Con la coda dell'occhio vedo il Maresciallo parlare con loro, poi il saluto militare e ritornano indietro. Mi fermo e guardo la carraia che si richiude e il Capoposto che mi guarda allibito. Ah Buon Natale Capoposto e lo saluto militarmente e me ne ritorno (a dormire) in camerata sino all'ora della tromba per il rancio (neologismo militare per pranzo, colazione o cena che dir si voglia) di Natale. E stavolta fatto e cucinato come Iddio appena nato ed incarnato nella “mangiatoia” che in latino sta...a dì Praesepe. Buon Natale!


Ps. A Pasqua successiva siamo di nuovo di guardia come a Natale, solo che stavolta il Maresciallo mi manda a chiamare (ci sono problemi?) e invitandomi ad entrare mi versa nella gavetta un Rosè asciutto dalla Sicilia. Buona Pasqua Marescià, già, risponde come a Natale...



Senza farla lunga due video di un fotografo che dice cose in buona misura condivisibili, e non solo per la buona reputazione ancora oggi della Mitica Ammiraglia E 1 Olympus QuattroTerzi (odierne digicamere usano il Micro 4/3 lo standard anche della ultima Panasonic GH 6) direi di sempre se riuscite a discernere dal video il grano dall'oglio...insomma c'è di che essere ragionevolmente d'accordo con le “tesi” del videomaker

Copia link e vai...paisà

Sono tornato a fotografare con una reflex Olympus E1
https://www.youtube-nocookie.com/embed/W-pRNu8T3cI

Olympus E1 - Quali progressi tecnologici in 20 anni?
https://www.youtube-nocookie.com/embed/MF8yLROibFw&t=527s



Ps. Da poco e con la commercializzazione della E-5 il frontale, quello che una volta conteneva il pentaprisma delle fotocamere, non porta più la scritta Olympus ciò per le note vicende del Marchio, bensì l'etichetta OM System. Resta e non a caso OM, sigla che negli Anni Settanta secolo trascorso creò un vero e proprio terremoto con le sue “ridotte” dimensione dei corpi macchina a pellicola e non meno, allora come oggi, delle ottiche Zuiko; dovreste ancora vedere la Solms base di Leica, torcersi “man' e pier' ” (espressione per “attacco epilettico indotto” o torcere per contrazione voluta mani e piedi, che significa fuori metafora stizza e del pacco intestinale) all'arrivo della OM-1. E come l'alfabeto non brevettabile quella “emme” fregio delle telemetro per antonomasia (!) la richiamata tedesca ottenne però manu militari (Germania uber alles) ragione da qui l'anteposta O, ma che nel video del nuovo brand è abilmente ricostruita: O(lympus) M(aitani) SYSTEM. Le parole scrisse un grande della Letteratura Italiana del Novecento trascorso, sono pietre ed OLYMPUS-OM-SYSTEM di quelle miliari che segnano la Storia con maiuscola non a caso, per chi intende

Pss. Non so quanto sia stucchevole per voialtri ricordare ogni piè sospinto di Olympus, ma chi ha attraversato il Novecento analogico e gli odierni giorni digitale, sperimentando di tutto o di più senza "suggerimenti" prezzolati, non può che parlare di Olympus come LA fotocamera tout court e suoi eccezionali Zuiko lens secondi a nessuno: Leica o Zeiss che sia e per noi nati con questo ultimo sul fondo della retina fotografica, quanto dire. E della Olympus odierna reincarnazione OM-SYSTEM dalle pagine dei prezzolati "giornalaisti" la parallela esclusione della Saga Camedia, terreno di ampie e molteplici sperimentazioni; tanto per restare in argomento E1 formato 4/3 questa ricalca poco più poco meno le antecedenti Point&Shot E-10 ed E-20, questa si è personalmente testato, e ancora oggi con qualche acciacco regge sebbene sia "solo" un CCD by Kodak 2/3 di pollici!


Ferrania



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Un po' prima della fine Anni Sessanta si andava, da questa landa, sino a Foto Bucci distante poche centinaia di metri, quando la città era ancora confinata entro le mura e delle Porte del Centro storico, grossista e pure laboratorio colore Agfa-Ferrania-Kodak con ognuna propria linea di sviluppo negativo colore non ancora omologate all'universale C-41 degli Yankee Kodak. Si andava, quindi, a fornirsi di sviluppo Ferrania (busta da sciogliere in litro d'acqua) per pellicola bianconero, e quant'altro per la camera oscura: la mamma aveva mandato alla Bagnini di Roma richiesta per l'ingranditore Durst J(unior) 35 adatto al formato detto Leica, una piccola sciccheria, ma non arrivava mai: possibile? Aveva tutto calcolato la mamma e il pacco lo trovai un giorno di ritorno dalle Medie sotto il letto e la Befana (allora e non Babbo Natale portava i doni) già da tempo passata!
Foto Bucci dove "stanziava" lo zio retrostante l'ingresso vetrina di macchine e ogni possibile ben d'Iddio fotografico, con in mano matite e mattolina la speciale “colla” stesa sui negativi seipernove usata per le fototessere: ritocco di visi che oggi Pshop e suoi tool per ammorbidire la pelle e togliere imperfezioni si fa in un click. Matite come bisturi affilatissime nelle mani dello zio e non abbiamo mai capito come provaci, ché una cosa per adepti pure questa, altrettanto erano i “misteri” diaframmi da usare sulle Rollei con i flash. Segreti e li si rubava con gli occhi facendo finta di niente per non prendersi il cazziatone tipico dei grandi!
E in un angolo del negozio la vetrinetta-tavolo ad elle separava, di là Foto Bucci e sua cenere-sigaretta a sfida della gravità: per inciso a dir vero il patronimico era Pecoriello, tuttavia, aveva conservato il “brand” Bucci...di qua del bancone-vertrinetta i clienti e su la sinistra in disparte accatastata FotoNotiziario (oggi solo online) e il mensile Ferrania sfogliata con avidità per apprendere fatti ed attrezzature ante Internet natu est...

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