Manunzio




Je t' guard' fiss' fiss e m'arrobba...

Una litania ninna nanna della mamma, quando Manunzio sgattaiolava all'intrasatt' (improvviso, soppiatto) per andare in giro, a piedi, per la città e senza “nisciuno appriess'”. Manunzio, eh veniamo al sodo e lasci perdere il vernacolare!
Vero. Dunque il Belpaese quando si tratta di far grana, eh. Beni Culturali, legge/prontuario Ronchey che stabilì nel 1993 un tot per chi, a scopo commerciale s'intende, vuole ancora oggi azzeccare da qualche parte l'immagine & film del Patrimonio culturale italiano, già difeso dalla Costituzione, art. 9:

“ La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica .Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”.


Vabbè lo riferiamo in diretta, a dimostrazione che a livello della “Cultura” se ai funzionari di ogni ordine e rimascuglia gli togliete l'Excell per fare conti, e tangenti...Ebbene se per ipotesi vi rivolgete alle succursali territoriali del Ministero (una volta per i Beni e Attività Culturali) mo' della Cultura con il faccione odierno occhialuto, così la moda, di un Sangiuliano...il Prontuario vi fornirà, metti caso, per riproduzioni immagini due “pezzature”: Tiff stangata vs. Jpg a prezzi stracciati. Tiff? Sì, un dì le tipografie: ma poi, ammesso e non concesso, l'alta risoluzione e del Jpg a stampa offset la notate dal Tiff? Manco se si schioda Crist' da la croce! Però immaginate uno studente alle prese con i dané. E quando mi trovavo in quei luoghi chiamato a “sopperire” questo e quello addetto del caso, suggerivo in un orecchio al potenziale studente/acquirente, il Jpg da riversarsi su CD (non c'erano penne e manco maltagliati!) meglio se acquistato in proprio, altrimenti...guarda caso, visto la frequentazione di quei luoghi il “personale” preposto guardava Manunzio, che più che provvedere (!) consigliava una vicina copisteria per l'acquisto del “dischetto”.
Morale? Tutti a tavola, si capisce! Ah l'alta risoluzione e con Canon D 20, un'altra volta, giuro, da ridere...Eni/Agip ed altro!

Ps1 Meno male che l'imb...elle Tremonti Ministro dei dané, affermò: “Con la Cultura non si mangia”. Vero, verissimo. Ex Ministro non poco ma a quattro palmenti, eh, avessi voglia...appunto

Ps2 All'epoca del Craxismo della Milano da bere il riccioluto panzone De Michelis ministro s'inventò, quello che è de facto una saga, lo sfruttamento economico del Belpaese, chiamando amici degli amici a raccolta in primis i privati, altrimenti che socialista sarebbe stato! per i famigerati "Giacimenti culturali" dalla serie deregulation/prezzi saldi!

Ps3 Il crinale delle royality è molto scivoloso per l'Inferno, infatti un qualunque pinco pallino sindaco/assessore con delibera..paghi gli scatti del Faraglione, del Colosseo della Cupola di San Pietro...come Totò Truffa 62 "padrone" della Fontana di Trevi che si fa pagare trecento lire per i tre scatti all'acqua da l'italoamericano Caciocavallo/Decio Cavallo

Museum Wins Lawsuit Over Photo of Michelangelo’s David
(Copia ed Incolla, se vi pare)




Fresco di stampa

Beh certo quando fu “accattato” acquistato in prima edizione: AD 1970. E del perché presto detto: fotografo mica poi dozzinale, o com'era d'uso da “scattin'” dalle foto seriale senza un minimo di impronta propria, da flashata in faccia tipo casellario giudiziario. Già 'na botta di luce flash Metz e pacco batteria portato in spalla, mentre la parabola grigioverde da “sbirro” fissata con staffa all'immancabile Rollei biottica caricata d'inimitabile Agfapan 100 by Agfa ca va sans dire.
Senonché il prurito di vendere le foto, eh, contrastava le distanze sino a Milano, piazza d'armi delle agenzie, troppo lontana assai, almeno sino ai primi del Novanta: “ventennio” dopo, oh in Italia sono famosissimi i “ventenni” da Piazza Venezia in poi!
E così, su le pagine di Progresso Fotografico, d'una volta prima di subire il re-branding da compulsivo consigli per gli acquisti; mensile del linguaggio fotografico, inchieste e retropalco, per scritto per lo più da Tomesani, sì, quello di Tau Visual, e che una volta abbiamo visto vis-a-vis alla “Sala degli specchi” a Milano, mi pare il ritrovo della Stampa presente l'istrionico Lanfranco Colombo per un incontro che manco ricordiamo più. Lanfranco che si spinse, pensa te, sino a queste contrade (!) a Rionero in Vulture sede d' un pimpante Lab colore, e presso cui dopo mezzanotte e un centinaio di chilometri andata e ritorno, portavo le EPR-64 Kodak, 35 millimetri e rulli 120, scattati la mattina, ora qui ora là slide che stanno (pisolano?) nell'archivio di Manunzio religiosamente in plasticoni: dodici tasche trasparenti opaline per seipesei.
Libro formato mignon, dunque, che tracciava quello che era il “excursus” per vedere le benedette foto: si vabbè non prima di “oliare” gli ingranaggi. Mazzetta cui il Tomesani richiamava ed intendeva per l'unzione...Mai piegati all'andazzo: da Grazia Neri decana delle agenzie, cui pure provammo il “giro”.
Libro a dir vero che, tuttavia, è ritornato utile a tener la “fiamma” accesa per quelle volte (vedi Ventiquattrore supplemento al Sole Ventiquattr'ore) anche se al corrente, ultima decade il Manunzio, s'è dato all'Arte inkjet e carta cotone, Ah com maiuscola, si capisce. Mah!


Lo sfondo di questa fotografia, dice la didascalia, è una diapositiva a colori 35 mm (full frame digitale) proiettata su uno schermo di acetato opaco con un proiettore da 500 watt. Sono state fatte due lunghe esposizioni: una per il soggetto senza sfondo, l'altra per lo sfondo proiettato, senza alcuna illuminazione del soggetto (coperto di panno nero ndr). Per eliminare i punti di luce al centro dello schermo, a metà esposizione dello sfondo il fotografo ha usato come schermo una spatola nera di cinque centimetri. L'immagine è parte di una brochure stampata da Kodak negli Anni Sessanta e sino ai primi dei Settanta


Ante Photoshop natu est

Proprio così. Infatti non è che il Mondo (quale?) appena schiocchi le labbra manco, alé si materializza. Per carità! Esula il presente, se è la “mente” (di chi?) a creare la cosiddetta realtà più o meno aumentata. Sabbie mobili e si farebbe un regalo ai Davos boy e suo gran
venerabile, o più che altro panzone flaccido ed accidioso Klaus Schwab $ Corporation più che Company.
Dunque, va. Per fare foto ambientate, metti qualcosa d'esotico mare, spiagge, ma fatto in casa/studio era d'uso telo particolare traslucido, e retrostante diaproiettore: davanti il set per l'abbisogna. Sì, vero un po' primitivo, parliamo di tanti anni fa, per fare fotografie “ambientate” poi. E poi venne in soccorso il fronti-frontigrafo, non più da dietro ma davanti, libidine ironia a parte. In pratica il proiettore alle spalle del fotografo, mettiamola così. Eccone un'altra.
E' vero altresì che certe campagne a stampa largheggiavano (c'era spesso tomesani, quello di Tau Visual, che ne scriveva per Progresso Fotografico anni Settanta) senza ricorrere a Cinecittà ma ci siamo intesi. Allora si costruiva ex novo proprio ma proprio tutto il set in studio senza ricorso a “davanti & pure dietro”. Altri tempi altri costi e senza ancora all'orizzonte la “realtà” aumentata” e quel popò, stamani siamo di filotto..manco i Photoshop o Gimp e chi più ne ha ne metta, scontorno compreso in digitale, quello analogico era a Milano d'agenzie specializzate in questo, e reprodia troppo lungo a narrarsi. Sino a quando l'Ikea ex novo in grafica 3D, da leccarsi il...portafoglio. Si capisce


Ps. Si è provato a consultare polverose enciclopedie fotografiche e il "manuale del fotografo" d'antan, niente da fare. Vero che in quest'ultimo c'è schema, fotografia e quant'altro, ma manca la dizione di fronte-fontigrafo e non è che l'inglese "front projection unit" aiuti poi molto, confondendosi con quei artifizi usati agli albori cinematografici, o l'home theater domestico. E Manunzio qui si ferma, segnalandovi, comunque, questo link





Ora a parte “d'ognitorno altra argilla bianca, senz'alberi, senza erba, scavata dalle acque in buche, coni, piagge di aspetto maligno, come un paesaggio lunare” di leviana memoria del Cristo si è fermato ad Eboli, la seconda immagine a destra è piena di “pesci” fossilizzati a bocca aperta, in verticale de i tagli del terreno; ai piedi di questi volti e poi ancora altri su un terreno di squame, scaglie di Quaternaria Era, i contrasti di luce e la stampa inkjet Canon conferisce alla scena drammatica tridimensionalità gareggiante fianco a fianco una analogica stampa: chapeau all'interprete e printmaker


AM2022AD3108

Se il Buongiorno si vede dal mattino. L'abbrivo è un problema se la notte, notoriamente nera per ragioni diciamo tecniche va, l'avete trascorsa in “bianco”. Il che per un fotografo in “bianco&nero”...E veniamo alle foto, va e che non potete gustare in diretta manco con la più pallida e sfrenata “realtà” aumentata: de che? Bianconero da brividi, e tuffo indietro di alcuni decenni ai tempi della Dark-room: stampe in camera oscura, analogiche su carta Ilfobrom e certo alla bisogna l'insostenibile leggerezza di gray nuance grigio alias Galerie per gourmet.
Ilfobrom baritata carta in gradazione fissa: 2 morbida 3 con brio sino, a volte, la 4 contrastata e mai come la 3M Ferrania, da impallidire Lanfranco Colombo (paatron della milanese galleria Kodak-Diaframma poi Ilford) che le vide, tramite un amico nella non ancora Milano da bere, stampate su 24 x 30 (stamani diamo i numeri qualità certificata Manunzio) e di reportage duro e puro come era uso all'epoca della “contestazione generale” sì, eppur marcata alla Tomasi da Lampedusa: ho detto tutto.
Stampe bianconero analogiche a lume di lampada giallo-verde, rossa di messinscena funzionavano solo in epoche d'ortocromatiche emulsioni; luce rossa, infine, adatta più ad altre posizioni, si capisce.
E la sigla? Certo: AM sta per Annunziata Mario, che in famiglia chiamiamo da sempre Enzo suo secondo nome: vedete? Nomen omen del casato e terzogenito poco somiglia al Manunzio “artistico” e però...Bussa al citofono e chiede di salire: mo'? Ma mo' sto armeggiando con uno stil-life che poi servirà per prossimo post: ahi per lo squillo e post prossimo si capisce pure questa. Abbozzo. Entra con una rossa cartella prossima a sbrindellarsi, uhmm. Ma aperta: che dire paisà? Gli occhi si lustrano per le stampe digitali ottenute tramite scannaggio, incruento a dir vero, di negativi seipersei trentasei usciti fuori dalla sua monumentale Rollei 6008, rulli che si sviluppa da sé: tombola!
Ora come si descrive l'indescrivibile? Occhio per occhio non vale: abituati al monitor, e l'infame colonna scrollante “telefonica”; obliterati dei sensi, cosa questa da stappar bottiglie gaudio e spes di algoritmi transumani dei bravi Davos boys: cosa dire? Non scantoniamo. Infatti i Sensi sono 5 numerologia esoterica a parte vi si deve aggiunge il 6° (3+3 massoncelli infernali) dell'altra metà del cielo (Manunzio c'è l'ha poppato dalla mamma) si vabbè che si fa notte.
E quindi step by step più o meno i cm 40 x 40 che il fratello scorre fogli quello che è a tutti gli effetti è, sì, un calanco materano eppure più di colline sfarinanti di leviana memoria, luce che accarezza ogni piega del terreno come pelle ancestrale con dettagli incredibili anche con la proboscide del nasino azzeccato sulla materica superficie di stampa, Canon inkjet dice il fratello. Stampe vista a giusta e debita distanza, quantomeno a misura della diagonale fotografica dicono i Sacri testi, qui veramente si termina perché mai e poi mai è possibile gustarsi una stampa bianconero digitale stampata vieppiù con i contro c...ontrasti. Chapeau.
E prima che il telo cali bisogna dire che il Buongiorno inizia dal mattino. Buongiorno? Sì, Lab in quel di San Severo, landa del Principe esoterico e sua Cappella, però, in Napoli. Fine...cifratura.

La sinestesia (dal gr. sýn «con, assieme» e aisthánomai «percepisco, comprendo»; quindi «percepisco assieme») è un procedimento retorico, per lo più con effetto metaforico, che consiste nell’associare in un’unica immagine due parole o due segmenti discorsivi riferiti a sfere sensoriali diverse.Così, Pitagora associava numeri e suoni e Aristotele confrontava gusti, colori e suoni con il tatto. Treccani online


Ps. Il Lab Buongiorno cui riferisce il fratello Mario-Enzo (Giano bifronte ?) Annunziata fa cose turche, non solo stampe con Canon principe inkjet ché la classe n'est pas de l'eau, anche rilegature artigianali: musica per le orecchie, un po' sorde a dir vero ma mica f...uorvianti di Manunzio. Da farci un pensierino. Buongiorno, ecco


Pss. Scrive il fratello..."fatto 30 facevi trenta e uno indicando il Lab link:" presto fatto e, come già avvertito, un semplice copia incolla collegamento è meglio che non trovarsi la pagina per mille e una ragione esulante da Manunzio

https://www.gicleeart.it/

Memento audere sempre, finale


Preistoria così il figlio grafico e pure fotografo nel guardare le “ricette”. Già a bella botta proprio così, ma. E il ma ci sta tutto che qui lo narriamo: narrare ben altro che dire scrivere infine raccontare.
Ora ancor prima di essere fotografo guardo come i cosiddetti comuni mortali, si vabbè...e certo pure viene il mestiere si capisce. Sicché un giorno vado a trovare l'amministratore dell'APT di Lucania, ma e oggi siamo pieni di “Congiunzione coordinativa avversativa” si deve scrivere Basilicata, ma, un altro, per noi che ci abbiamo pruriti artistici oltre che memoria storica...insomma a dirla tutta per cancellare il toponimo in auge durante il Fascismo l'attuale denominazione fa ride anche perché sembra, secondo certuni storici, nel ricostruire il topos ci riferisce al Basileus bizantino; altri dalla Basilica cattedrale di Acerenza/Acheronte...il che è un fatto relativo a secoli medievali quando invece Lucus/Lucania era già de li romani conquistadores. Sia come sia, salgo all'ultimo paiano alla sede del Commander Executive Chief della “immagine” turistica, aè, della Terra oltre Eboli, va. Gira e ti rigira sembra di stare al mercato e relativa compravendita sino al momento in cui sottopongo all'allora dott. Persichella (nomen omen?) i layout ante fotografia fecit come usava la Milano da bere e craxismo a contorno: paisà così il mondo e craxiano pure, guarda un po', il Perischella, al quale sarei arrivato, comunque, tramite zio socialista...Ma Manunzio è un'altra pasta, ecco, e da qui, come Iddio volle, il ricettario di cose semplici.
Delle due immagine la “prima” in alto si mangia già con gli occhi (oltre al pane si nota della tavola i costituenti tipici: vino olio e spezie che danno alla messa in scena del ricettario il giusto taglio per l'epoca cui furono eseguiti gli scatti, anni novanta secolo trascorso) la seconda immagine di ghirigori non si riesce a tenere manco in mano figurarsi leggere. E così sino all'intervento di Manunzio, che ha dato alle “ricette” la giusta luce. Certo poi sono venute, finalmente, altre pubblicazioni che “rispettano” gli standard di presentazione e dell'interna catena d'alimenti regionale, e ancor più con luce squisitamente professionale. E la "dark food" citata antecedente? Eh una cosa per volta: uno alla volta uno alla voltà per carità...vabbé è il Barbiera di Siviglia. E allora stay tuned paisà e presta occhio alle anticipazioni in home page!

Link al precedente "memento"

Dieci piccoli Indiani




Era informatica e dieci anni sono un bel salto “quantico” . Infatti così iniziammo, prima scrivendo su le digitali tout court con notazioni personali su le “sorti magnifiche e progressive” dell'elettronica a base bit che ha sostituito l'argentea Epopea del Novecento, soprattutto fatto d'immagini bianconero. Siché dieci anni di scrittura giornaliera e più han visto gli ultimi due anni cambio di prospettiva o paradigma: dalla macchina nuda e cruda alla de-costruzione del fantasma ottico (Una piccola macchina...ha avuto più reale e profondo magistero su le anime...nata come fatto meccanico, è andata al sentimento e alla fantasia li ha mutati. G. Piovene Scrittori e Fotografia Ed. Riuniti).
Insomma in questo lungo tempo si è smontato rotella per rotella circuito per circuito atomo e sub atomo della Fotografia, divenuta nel frangente Fottografia. Sì da fottere partenopea: acquisti per gli acquisti, pixel per pixel che molti minchiapixel (conio da minchia siculo + pixel) nel tratteggio di quella bestia bipede corrente (morente?) correre dietro l'ultimo ritrovato inutile oramai; e se anche Leica per sopravvivere a se stessa carrozza sue inutile e costosissime telemetro di “pelle umana” di di fantozziana memoria (resto produzione è puro re-branding di modelli che gli costruisce Panasonic cui intrattiene dai tempi Quattro Terzi rapporti commerciali, a sua volta grazie la Olympus inventore del primigenio 4/3 poco capito dal pubblico di analfabeti di andata e di ritorno, trasmuta in Micro-Quattro-Terzi e sempre stellare ottiche Zuiko must otto-meccanica e chip) cosa dire ancora? Insomma sul Diary si è scritto e in prima persona grazie ad esperienza fotografica maturata lungo l'arco di cinquant'anni da analogica e digitale corrente Era: rarità o forse unicum nel panorama di merdume di riviste, una volta off-set, e suoi prezzolati metri, letterale, alla Jovine maniera nella Milano da bere che con-causa l'Incoronato virus (anagramma qui lieve per Coronavirus) è passata a peggior gloria. Spofondata peer sua stessa mano su le note di Ivano Fossati. Lombardo-Veneto a latere ma non troppo che a breve insieme al Trentino-Sud Tirolo di ritorno sotto il tacco dell'Austria-Ungheria di Franz & Soros come i bei tempi del Can Can concerto, Mouline Rouge di scollacciate soubrette nella Gallia latinizzata post cesarea. Il cosiddetto progresso secondo i babilonesi del Debito ab libitum.
E in questo squasso epocale, quinte di cartone scemografico, accelerato (poi dicono che il bisesto 2020 è invenzione, quando i detrattatori son i laudatores di Cartomanti Oroscopi e...) il funestissimo volge al termine del Primo Tempo del Gran Reset satanico, spartiacque di un prima e dopo mai più riavvolgibile time-line uman(oide).
Siché senza condizionamenti tessere partitiche e di logge “buone” di Magaldi memoria, si è dimostrato diuturno che un'altra via (altra angolazione) è possibile e praticabile del circondario; non di meno il pecorame attende salvifico il vaccino terminale che metterà fine, come la Fotografia, ad ogni velleità umana mostrandone, anche ai ciechi a telecomando, che il Re è nudo. E Manunzio.it questo ha fatto nel decennio che volge al termine: “Vox clamantis in deserto” senza manco feed back di ritorno!
Allora terminiamo di scrivere più, e non aggiorneremo più il Diary. Buona salute lì fuori, soprattutto mentale. Ah per chi corre dietro ai Ranieri Guerra Oms-Fauci-Melinda & Bill Gates di Big Pharma l'antivirus e pure gratis (!) c'è da duemila anni e più e si chiama: Caverna. Sì il racconto esiziale di quel mattacchione di Platone proto regista di “finction”!



Agatha Christie: Dieci piccoli indian
https://www.filastrocche.it/contenuti/dieci-piccoli-indiani/



La notte che mori la Fotografia

Era nata con i Lumi, positiva non al Coronavirus. Trionfo della Tecnica presto robotica al posto di matite e pennelli, correva l'anno 1839. Padrino, o levatrice che dir si voglia, non già Marlon Brando, bensì un positivo non tamponato a nome Arago, intellettuale radicale ca va sans dire ne perorò le virtù magnifiche e progressive del Capitalismo dinanzi le Camere francesi: chimica stesa su lastra non ancora in capsule (anti)Covid e dal baraccone dioramico di Daguerre alle altezze di Felix Tournachon detto Nadar con tanto di carte de visite alla Disderì.
Certo l'inizio non fu dei più semplici tra luddisti, ne avevano capito l'esatta portata di natura aliena, estraniante, falsificata del cosiddetto Reale fotografico scambiata per Natura tout court, e crostaroli pittoruncoli che si vedevano scippare il ritratto nobile. E si perché l'invenzione fotografica permetteva a chiunque di “rappresentarsi” di esserci al Mondo, in immagine seppure effimera, di sguincio come erano e da vedersi i primi dagherrotipi, di lì a breve sostituiti via W.H.F. Talbot reale inventore, secondo vulgata, del negativo su carta e controtipo positivo fotografico già immaginato sul Lago di Garda dove si trastullava con “camera obscura” e ricalchi di fogli traslucidi.
Prosperò la Fotografia fra alambicchi, fiere e baracconi fieristici sino al giorno in cui s'innamorò a tal punto da generare un figlio, di celluloide prima poi perforato ed a schermo infine. Figlio degenere già da subito nel mostrare treni in arrivo fra gli astanti di Caffè-concerto impauriti che la locomotiva a schermo più del trucco fosse viva reale e volesse travolgerli. Locomotiva simbolo di velocità e progresso e benessere per certuni.
Cresceva la Fotografia del Novecento inscatolata in pezzi di ottone germanici, scesa dal cavalletto ottocentesco di mano in mano il formato Leica di Barnack moltiplicava come un virus eterodiretto il circondario terrestre ed uman(oide). E non c'era cose o luoghi che non venisse “immortalato” (la fifa della Morte con gesto apotropaico veniva esorcizzato dalla chimica&ottomeccanica) inquadrato e poi messo in pagina offset alla National Geographic. Certo anche su bianche pareti di Gallerie very nice alla Stieglitz; ugualmente il figlio degenere che orami diventato adulto abbindolava masse, sedute e comode dinanzi pari muro bianco, seppur telato, nell'oscurità della Caverna Mito platonico: niente di nuovo nulla si crea nulla si distrugge...tutto si ricicla. Era il Cinema, sì, sotto tutela di scritturali falliti cui accanto, tuttavia, la storia, ora triste ora drammatica e ora ilare proiettata a schermo era, tuttavia, dell'alchemico Direttore della Fotografia. I conti tornano.
Poi il colore colorò la “realtà” ed imbellì la Fotografica, prima su le lastre di patate, fecole tricromie alla Lumièr, RGB e non al forno, poi Agfacolor e di là del mare Oceano il Kodachrome in “bianconero” ma colorato, l'ossimoro per un'altra volta. Ma il Sogno di Dominion (stesso delle macchine truffaldine per la conta solo pro Biden Usa 2020) e l' ibridazione con la Macchina (circolava già nelle Caverne sale cinematografiche Metropolis di Fritz Lang Anno Domini 1927) generò ancora un figlio, senza scomodare Pirandello, minaccioso e suadente più del fratello fotografico e a scorrimento. Fu la Televisione e l'apoteosi. Immagine in formato scatola domestica di mogano, focolare alla Renzo Arbore e sua Band. Divisi media per colpire unite (Nata – Fotografia - come un fatto meccanico, è andata sentimento e alla fantasia, e li ha mutati. Guido Piovene, Gli scrittori e la Fotografia Editori Riuniti 1988) prima ancora del Fronte Popolare post Seconda carneficina mondiale che proprio su l'Immagine aveva costruito Tutto: Fotografia-Televsione e certo la Cinematografia “che è l'arma più forte” campeggiante il Duce Mussolini da Cinecittà spettacolo. E che in tandem con lo sceneggiatore Starace (di notte pugnace ma di giorno fugace) M + incul + pop(olo) Ministero preparava per la pugna otto milioni baionette, e solo queste ché bastava l'ardire (ardore dei cerchi di fuoco da saltarci dentro di slancio senza ustionarsi) italico; mani contadine contro i carri armati plutocratici Anglo-americani che un bel dì sbarcano secondo copione Studios by Hollywood (bosco sacro a chi?) più con il favore delle Tenebre della italo americana Mafia a suono del Settimo Cavalleggeri alla Stagecoach/Ombre rosse, tip-tap di Fred Astaire & Ginger Roger, in Sicilia. Ahh cumpari.
“Tu schiaccia il pulsante che al resto ghe pensì mi” più del Cavaliere da Arcore, Kodak che invase il Terraqueo di 126 preconfezionato al ritmo di Rock-and-roll, fino agli Anni Duemila, tempo di svolte, non ancora alla Covid certo prodromo per entrare ancor più nella carne degli uman(oidi) sino al controllo totale di essi via chip ino + cul + ati antivirali di Big Pharma, Capitalismo totalitario-sanitario.
Pi X El al posto di grani d'argento (ritornati ora ora di moda & money non olet) che qualche buontempone scambia per pixel, quanto luciferino messaggio in codice.
Siché la Fotografia oramai invecchiata e sotto i colpi della Milano da bere e Jovine (tronista di radio Myphotoportal.it) a complemento poca ci raccapezza più. Il suo “corpo” trasformatosi in robot a base digitale: uno zero acceso spento mi piace non mi piace, toglie gli ultimi residui romantici del Tempo che fu in bianconero. La Signora oramai invasa da chip ino + cul + ati come qualsiasi antivirale è senza più anima, né visione, anzi, poveretta scambia tele-visoni per frame dei minchiapixellisti giovani giocherelloni allevati a PlayStation. Siché la Fotografia si convince, per quel poco di lucidità ancora viva rimastole, sebbene il chip impiantati da Bill & Melinda Gates Oms Fauci e Big Pharama, della fine. Tant'è vero che già grandi chip, che fan tutto tranne il caffè, ormai alle telefonate d'una volata, oggi chat-mail, specchio della giostra gli acquisti, stupidissime emoticon, video filmati del gatto miao miao in sorta di album virtuale, alla lettera han preso il suo posto (indegno?). E mentre i membranacei album ancora esistono a tenere ricordi di famiglie, guerre pestilenze e campionati, insomma la Memoria storica, i dati di questi chip morsicati oggi ci sono ma “diman non v'è certezza”? Fragili file cui tutta l'umane genti s'appende al manico del tram fintantoché c'è corrente: litio solare atomica. Poi l'Abisso Leviatan.
E dinanzi l'Orrido orizzonte senza bricole di gloria la Morte colse la Fotografia non già nel letto della sceneggiata alla Henry Peach Robinson del 1858, no, bensì la “agonia” stile Gomorra alla Netflix. E mentre da lontano un rumore prima indistinto via via fragoroso e minaccioso schiumava onde alte, sempre più e più di un Tsunami eterodiretto e prodromo del Covid, si spense alla soglia dei centottanta anni giorno più giorno meno, sostituita da Photoshop grafica 3D di Ikea. Senonché il giorno dopo, ad esquie avvenuta, un certificato elettorale via US-Mail le recapitava per votare: si scopri a commedia ultimata che aveva votato, via Dominion software taroccato, post mortem per Biden, il democratico senile con alle spalle Harris la Dea Madre primordiale, Kaos primigenio di tutta la sceneggiatura umana.
Ma, ma quando l'allineamento iniziale e terminale, dicono certuni filosofi greci, più delle planetarie sfere celesti aristoteliche, si trova al giusto momento: Bang e tutto implode. Forse per (ri)cominiciare di nuovo dentro un “orizzonte degli eventi” per chi capisce. Sit tibi terra levis M.me Photographie au revoir!




1 2 1 0 1 4 9 2

No niente panico solo una stringa di soli numeri: perché? Ma perché “Non ci resta che piangere” di Troisi e Benigni. Ancora no eh, troppo presi voi che osate tenere una macchina fotografica in mano per produrre solo e soltanto MERDA, prodotta naturalmente da chi LIQUAME è de facto: Homo Merdosis. Certo merda fresca di giovani, si raccomanda di donne che la fa di certo gusto estetizzante non come i giovani maschi fotografi. Merda che più la remena, a queste latitudini uso dire, più la rivolti più emana pestilenziali effluvi, ecco, di merda ovvio. Merdosi fotografi giov + ani e con tanto di allure in forma di Siti, esaltati da critici prezzolasti lordi di fogne come le Zoccole, che li portano su palmo di mano. E se prestate occhio (fotografico) di giovane merda eterodiretta da centrali sovranazionali luciferini del mai dimentico sogno di Babele eccoli sempre lì: Torre che venne meno perché degli uomini veri (Prometeo ancora lui?) ne mescolò le lingue. Scritture Sacre Codice che ha edificato il morente, e datti na mossa, Occidente giudaico-cristiano-greco romano. Ecco ci siamo: romano. L'ultima vestigia che parlava non più il Latino caduto sotto le Invasioni barbariche, inscenate da sé tuttavia, il Greco Pensiero d'Occidente, non necessariamente Unico, anzi. Anno Domini 1463 cade Costantinopoli (seconda Roma la Terza è Mosca) e nel mezzo di un Massacro, sgozzamenti da non dirsi a cielo aperto: cose turche, ecco. Ebbene in tutti questi rivoli di sangue nell'Eburnea Torre i padri sinodali discutevano del “Sesso degli Angeli” alla letterale. Anno Domini 1463 finisce un sogno durato, appunto, millenni: niente su la faccia della Terra può a paragonarsi nel bene e troppo male romano. Ma come capovolgere le sorti? Con l'oro dell'America: El Dorato il prescelto di turno ricoperto di oro, altro che Goldfinger per chi capisce.
L'uovo di Colombo, no? Proprio così il genovese (la stessa bandiera l'hanno ancora in leasing ormai scaduto i furbi Inglesi, quando nel Mediterraneo il franchising, ecco, era nella Genova marinara e sua Nobiltà Nera virus per le altre teste coronate del Continente. Inglesi che si rivolsero alla Lanterna per essere protetti) lo standard dal francese e-standard. Uomo della Provvidenza il genovese (geno + ano?) che aveva studiato per Sette anni lassù in Irlanda-catto-francescana numerologia a parte, come (ri)tornare al Cipango inventata per distogliere l'attenzione: mossa di guerra senza scomodare Sun Tzu e sua Arte della Guerra. Colombo-Innocenzo VIII Papa da scrivere ancora oceani di cose. Tuttavia il Tempo, come sempre, è Galantuomo e il corrente Virus l'Extrema Thule dei globalisti luciferini, grazie al belame delle mandrie umanoide che vedono virus e malattie ovunque e Big Pharma strofinarsi le mani per tanto profitto insperato, forse.
Colombo & America bella trovata. Ultimo a dir vero ad arrivarci, finanche dopo i Romani (disegno ananas ville romana) che si condivano lagane di oraziana memoria con il sugo dei POMODORI e basilico, non già POMI – d - ORO delle fatiche erculee nel giardino delle Esperidi/Canarie e dintorni per l'appunto. Giochi linguistici, basta farci attenzione ché sta sotto il naso: TUTTO. Il Colombo, quindi, Gran Maestro che porta in dono le terre americane cui ricavare tanto oro da armare l'Ultima Crociata contro li Turchi 1463. Vero che in questo zelo ci misero molto più i Conquistadores i Pizarro, un po' più giù dell'asse equatoriale o America del Sud e con a latere i francescani tesi a cancellare, millimetro per millimetro un'altra storia, come la (ri)sistemata Stonage e ci sono pure le fotografie del “restauro”.
Colombo Cerimoniere della Loggia Europa, dei Re cattolicissimi spagnoli e il placet di Vaticano Spa, proto-assassini dei nativi americani che la sapevano lunga, non aveano la cervicale e sapevano guardare benissimo il cielo: vero Hopi?
Arrivano tardi Troisi e Benigni nel film troppo tardi per fermare i gusci di noce a nome Tre Caravelle (vero volto in ispanico?) la Nina la (di)Pinta e Santamaria grazia al piffero. Anno Domini 1492 addì 12 Ottobre: ieri oggi e domani ancora. Inglesi da Slittamento Vocalico, gran furbata, altrettanto virus creato a tavolino da ceppo latino-normanno-francese per i nostri e del Mondo Nuovo America; precursore del Nuovo Ordine Mondiale, trionfo delle sorti magnifiche e progressive del Kapitale/Kaput/Finis terrae. Americani inglesi che invece di tributare onori ai loro Uomini d'arme e ingegno, ci frega poco delle donne, specie le notturne passeggiatrici Lilith, proprio oggi dodici ottobre festeggiamo il Colubus Day: contraddizione? Tutt'altro e preconizzato a tavolino da Italia: Ai-lati anagrammando e c'entra in ogni minestra delle umane venture purtroppo. Ma come diceva il Maestro Alberto Manzi “Non è mai troppo tardi” per redimersi in Corpi Incorruttibili, altro che robot. E noi veri fotografi tiriamo dritti (Essere non Avere) e non fotografiamo MERDA spacciata per oro; si auto-rappresentano in maniera compulsiva-egocentrica-narcisista da Tso (Trattamento Sanitario Obbligatorio Legge 13 Maggio 1978) come quella “signora” in autoritratti femminili onirici, meglio satanici, prontamente esalati da un Jodice qualsiasi, a modica cifra. Signora che compare pure come “esempio” di Siti a pagamento va da sé. Dpcm tout court, quindi, infiniti promulgati nottetempo in spregio Costituzione da un Tale di canuto pelo: Mattarella siciliano

Usa, Columbus Day senza celebrazioni. Trump: "Un grande italiano, basta attacchi
https://www.repubblica.it/esteri/2020/10/12/news/columbus_day_usa_cancellate_celebrazioni-270290339/




Gentile Elena Givone

Abitiamo lo stesso condominio a nome Myphotoportal.com. E sino a non molto tempo fa preso a "sfogliare" siti di photoportalisi adesso più rare volte tant'è la ripetitività del modus fotografandi del proponente. Fotocopie di altre fotocopie. Vede quando accendo il computer sono un utente di immagini ancor prima che fotografo, che cerca immagini di gusto e composizione e con propria anima, non prese dall'immaginario Yankee: povera gente non avendo altro che palazzi e palazzi in ogni dove l'occhio posi, pensano sia così per il terraqueo. E lo impongono il loro horror vacui manu militari. Omologazione democratica si capisce, ché costoro ha mania da custode (carcerario) planetario con solo trecento e rotti anni di storia alle spalle. America way of life che sta, per l'appunto, serrato e chiuso nella scatola cranica hollywoodiana e decisamente prossimo alla fine, il Covid è l'ultimo catalizzatore. E quindi da utente, di nuovo, più spesso inorridisce della vacuità di chi tiene in mano (augurandogli non farsi male) non si sa cosa e le immagine la diretta conseguenza del Nulla, nel ricorrere a stilemi narrativi (che bella parola) della televisione liquame.
S'intende che mai e poi mai il fotografo (proponente) fa ricorso a figure retoriche (non è detto nè scritto che per mostrare la solita mela bisogna fotografare, la mela) cui pure il linguaggio fotografico è dotato come qualsiasi altro, con buona pace di Roland Barthes e precursori trasumani, assertori della fotografe, si, ma fatte dalla macchina fotografica. Precursori e non ci siamo mai accorti della cosa, ciò malgrado siamo loro grati per la solita imbecillità a mano libera e Paese cui ignoranza crassa è lì: Istat o non Istat. Bestiario di andata e figurasi il ritorno, grazie anche a certi “metri” di altezza beduini (critici prezzolati che sparlano di fotografia) pascolanti nella Milano da bere, antivirus va da sé.
E delle sue immagini, Givoni che lasciano amaro in bocca e senza scampo alcuno, quei poveri piccoli appena nati: non a caso il fondale è Nero tanto è introitato Thanatos. Il quale si accompagna al gemello Hypnos cui sonno è effigiato nelle sue inquadrature, ambedue tenuti a laccio dalla Notte madre. Infatti avesse modo di guardare i cosiddetti album di famiglia, cartaceo analogico, s'accorgerà che pari attenzione a neonati, anzitutto, è il bianconero delle cartoline, soprattutto bimbi sul lettone matrimoniale ad occhi aperti e che sorridono: eppure tra questi bambini e gli odierni non ci sono migliaia di anni a differenza, tutt'al più un secolo distante, non già anni luce si capisce. Il resto delle sue immagini è messinscena, quando una volta erano fototessere per documenti o per cerimonia da mandare ai parenti lontani, come se ne vedono a miliardi per il Web

Sito
https://www.elenagivone.com/

Un saluto
Man



Si io fossi foco

Il Cecco Angiolieri di scolastica memoria, offre il destro ma pure il sinistro: farne cosa? Ah ma allora ditelo che siete fessi...con il cuore! Fotografia e “macchine”. Vero se ne parla sempre meno di ferraglia-vetro e chip (non si mangiano casomai sotto pelle per un qualche controllo a debita distanza s'intende, l'umanoide ci tiene a fare Iddio ma prima o poi si rompe corna e zoccoli almeno per mille anni) però nello sfogliare il Web, eccoti l'esatto contrario. Panasonic S5 (video-camera e molto) continua la sua marcia nel segmento L, joint venture con Leica aè tiè tiè e Sigma pragmatica di alternative le classiche lenti, anche di strani cubi detti fotografici: de gustibus.
Breve solo a vedere l'immagine il riflesso pensiero dice che è un fatto serio. Capiamoci: Panà & Olympus portano avanti l'idea del Micro Quattro Terzi, ambedue provengano dall'originario Standard Quattro Terzi per buongustai per chi capisce l'anima della Fotografia, qui declinata a base bit.
Panasonic, non prima del salto del Cavallo, convince già come immagine nella sua nuova S5 formato Full frame, che non ci riscalda il cuore, però fossimo fessi à la page, senza ombra di dubbio saremmo della partita.
E dunque veniamo alle corti. Se io fossi...nudo e crudo ma pur sempre, s'è detto, fra i “veri nais” adepti del Mercato Panasonic sarebbe mia. Non un ratto quanto un gatto, è venuta benino e se non vi piace la rima, fa lo stesso. Manunzio è così da dieci anni qui su la Rete delle mirabilia. E si può permettere lo sputtanamento del terraqueo fotografico, Milano da bere compresa: vile tu uccidi una morta gente (fotografica)!
A chiudere, si può provare a metterci mano e poi sentenziare, no? No e perché mai se oltre al tatto la S5 vi è l'intuizione (sesto senso?) che l'affare per le mani è giusta misura per fotografare, sino a certo punto poiché l'attrezzo è tagliato su misura per i video-maker "veri fain". Certo la macchina c'è poi bisogna vedere il manico, che a quanto leggo e vedo non vende Panasonic né altri. E se lo viene a sapere il signor Mercato...uhh. Intelligenti pauca verba, va!


Ps. Chi scrive con oltre mezzo secolo ininterrotto di prassi fotografica, avendone viste di tutte e di più, il fascino o meglio la sostanza si vede già da come congegnata. Oscuro? Mica tanto. A tutti capita di assistere ad anteprima catodica più che cinema (mascherina?) e tra quelli che sono di natura cartacea (critici a pagamento) attendono il parlato e l'intreccio per dire che c'è storia. Viceversa chi intende pur sempre d'immagine bastano i primi dieci secondi di apertura e guardare la luce, sostanza per eccellenza tant'è che adesso come adesso con musica (senza manco una sillaba) te ne fotti dei critici prezzolati, e ci fai un filmone; se c'è (luce) si prosegue altrimenti intreccio o non intreccio cambi canale o spegni per un cartaceo libro, l'ascolto della Radio alla Finardi maniera
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