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Behind the scene

Ottica 200 millimetri con moltiplicatore focale pari ai quattrocento, Zeiss su Contax Rts prima generazione (Anni 70) e pellicola...boh. Scatto analogico comunque. Ma ripresa vera o table-top si sarebbe detto con termine passato? Eh bella domanda. Tavolo con luce diffusa da destra, fondale bianco e...farina resa più bianca con candeggio, mettiamola così. La casa una scatola di quelle per i presepe? Finto ovviamente quanto sin qui detto, ché è presa reale su declivio cittadino poi sparito per far posto alla Universty of Lucania, ops che si incazzano e ci danno del nostalgico (durante il Fascismo questa landa si chiamava paro paro come ai temi de li romani: Lucus-Lucania. Poi per democratizzare la cosa post guerra l’han cambiata in Basilicata, Basileus bizantino, Cattedrale di Acheruntia che non è rima con l’infernale rio...Acheronte e non la finiamo più).
Lo scatto è la serie di un “time-lapse” a mano. Ci spieghiamo. No, non è la camera Rts Conatx e tenuta su cavalletto e con intervallometro e clicchete clichete la sequenza poi montata in MP4….None. Uno scatto a tempo: metti cavalletto togli cavalletto metti...per un intero anno e si fa notte. Niente MP4 che non esisteva, bensì scatti su le notte della Quattro stagione, niente Vivaldi prego, bensì la reale alternanza di stagioni. Perché? Mi intrigava sta povera casetta quasi diruta del tutto in un campo da sembrare uno still life vivo. Si fa notte pure qua...ai grandi bisogna sempre dire tutto, uffa...il Piccolo Principe de Saint Exurpéry memoria. Morale della tavola tutti in favola, no, mi pare il contrario di un Carosello d’antan. Ah manico ed occhio soprattutto di Manunzio mica si compra su Amaz...qualsiasi. Meditate gente, meditate se vi pare, si capisce!








E vabbene un’ancella della Dea Madre, fotografa, siamo buoni in questa giornata che sia ringraziato una qualche Potenza Numinosa volge al termine a nome otto marzo. Ahi, però. Il video è in sé divertente con due perle: prima mai e poi mai i rulli 120 vanno aperti al volo e poi introdotti nella Rollei del caso, Hasselblad pure etc. E questo perché: piglia e ti scappa di mano? Secondo non meno importante con il banco ottico l’ottica va sempre (senza se e senza ma) protetta anche con il volet dello châssis pellicola che fa ombra; estrema ratio il palmo della mano contro sole o sorgente luminosa che dir si voglia!
Beh certo la nostra fotografa sul campo, non prima che a casa, si porta sul set na Moka, proprio così però di quelle, molto rare, da dodici tazze! E ne beve, sarà la flemma British ma, insomma, con quella coppa di café da salire a mani nude su gli alberi che fotografa…

https://www.youtube-nocookie.com/embed/678q54Pl2CE

Ps. La nostra usa un Sekonic, mirando posa come un normale apparecchio fotografico, tanto analogico che digitale: luce riflessa, quindi. Ahi ahi ahi l’ortodossia vuole l’incidente luce. Ahi

Pss. A precedente collegato non sappiamo se la Ilford, benemerita bianconero del caso rullini 135, ha risolta il problema della carta protettiva che s'attacca/va all’emulsione 120. Noi all’epoca non a caso preferivamo l’ottima Agfapan 100, che aveva tra l’altro la linguetta di sigillo rullino finale, al sapore di menta!




FUORI DALLA GRAZIA DI IDDIO, E CHE C...
(Fotografare il paesaggio non è facile)


Un sano turpiloquio vale più di mille parole “pulite” anche se il controvalore viscerale è poca cosa, e ce ne vorrebbe di cosmico bestemmiare, si capisce.
Qui mi trovo per quei arcani del Web al cospetto d’ immagini paesaggistiche, ecco, di un vecchio, che per tutt’altra ragione e vita è lontano cosmicamente da queste; e poi mica tanto celato sotto sotto dev’essere senz’altro iscritte, pensa il vecchio, nell’arte e con maiuscola forse, oppure in subordine nell’allure fotografico se tanto mi dà tanto. Niente di tutto questo perché il vecchio pensa di vecchiume e di stare ancora in studio a fare il galletto o il cappone dipende dalla “tendenza” ci siamo intesi. Studio fatto di art director, copriwater, scritto così, layout e luci artificiali, che sia tungsteno un dì o flash è minestra senza sale a dirla tutta. Un laboratorio, questo sì, di quei in cui un qualsiasi virus (Covid dixit?) ne manipoli ad libitum (vero BigPharma?) per ricavarne infine cosa, ritorno, se non fototessere, di quelle che si usano per documenti tout court, ma che veicol + ano il Potere nelle sue multiformi accezioni? Immagini di sepolcri imbiancati, sebbene ammoniscono le Scritture...piene di ogni putridume...e di moda o assimilati. Se per questo basta leggere il Leopardi che accocchia (mette insieme) Morte & la Moda, e poi fateci sapere…
Vecchio, quindi, che senza né arte né parte, va e parte per non si sa cosa di che meta “esotica”. Scozia certo, scogliere vento Atlantico, che in mani certe e sicure metti un Cole Thompson del caso, manco a dire di fotografie in bianconero e queste sì per gourmet dal palato extra extra fine so’ altra cosa invece di cazzate di un vecchio. Nientemeno questi usa almeno tre valletti-assistenti-prezzolati come in studio; una di questi poverina attaccata alla Mela fotografica computerese, via CaptureOne (software che ci abbiamo a bordo del nostro, sebbene vi preferiamo il beffardo Wilber full Open Source) ne controlla nel vento gelido in diretta (!!!) lo scatto: mai sentito parlare vecchio ‘nzallanuto di bracketing se è del caso? E usa il vecchio una mastodontica PhaseOne e tanto di “lungo” teleobiettivo. Turgido senza meno.
No vecchio non ci siamo e l’hai pur detto che “fotografie il paesaggio non è facile”. Verissimo ché bisogna avere le physique du rôle (fisico bestiale?) dentro e fuori, e poi il “genere” racconto fotografico è come l’amore e si fa in due, mettiamola così egregio ritrattore, così una volta a queste latitudini il fotografo “ritrattista” pur senza...trattore.
L’immagine di paesaggio appartiene, vecchio, alle anime elette, che si pongono almeno vi provano domande più che vezzi di prime donne. E infine Scozia Atlantico vento senza manco scatti in Bianconero, la Lingua della Fotografia? Taci allora! Sta a casa riposati che la vecchiaia mal si concilia con brutte giornate di vento pioggia e...fumi, ma di questo lasciamo sospeso senso. Sit tibi terra levis. Amen

(Copia & Incolla se vi pare)
https://www.youtube-nocookie.com/embed/6FYJydaClRA

Sempre Watson sottostante link di Fotografia & Arte (ci aveva pensato paro paro e di suo, riconvertendosi da tricoter/magliaro “artista” l’italico Giovanni Gastel, e glielo avevamo scritto, già Presidente Afip)

https://www.youtube-nocookie.com/embed/m6tvx6hm5Pc

Ps. Non le mandiamo a dire ma a liz@cyclopsnyc.com ne mandiamo copia per rettitudine ed onestà intellettuale che non si compra presso Logge e/o Capo bastone Mafioso, o due al prezzo di uno!




Hey teachers a other brick in the...ass

Libera interpretazione, forse, dei mitici Pink Floid d'antan. Ma non è questo, bensì il posteriore ricevente il “mattone” de l' ultima fatica aggiunta alla home da titolo Land(scape). Tutto qua? Si nel richiamare Leopardi:

È curioso vedere che gli uomini di molto merito hanno sempre modi semplici, e che i modi semplici sono presi come prova di poco valore

Senonché messa così quattro fattarielli, quattro parole pur necessitano. Questo perché il paesaggio (a strati) di Manunzio è pieno di cose, non meno di volti vere e proprio “presenze”. E non c'è immagine fotografica che ne contenga, così, a caso. In inizio la forma l'ora il giorno e l'atmosfera al punto giusto per uno scatto. Poi. Dopo come buon vino messo ad “invecchiare”, cambiato scena ,lato traslato o come vi pare, le stesse immagini d'archivio vengono alla linea tipico cavalli di razza. Immagini, per inciso, riprese per stragrande maggioranza con semplice, si fa per dire, Point & Shoot della scomparsa Olympus. Ecco allora riemerge dalla memoria una pubblicità d'antan “Devo dipingere una parete grande e ci vuole il pennello grande...." e di rimando s'udiva "no c'è bisogno di un grande pennello” Cinghiale la marca de l'ultimo fotogramma nel Carosello Anni Settanta. Già e non meno che il “manico”, e qui del fotografo di paesaggio Manunzio!

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Numerologia casereccia, così, alla buona

E si certo. Mare spiaggia e da leggera balza l'inquadratura di una bella immagine: cartolina? E perché no, molto meglio della cercatrice di telline o l'immagine (mal impaginata, stampata da cani in fangosa piatta visione) della Munari, così come a pagina 33/34 fig. 2.30 e seguente del suo orrifico “Raccontare per immagini” by Feltrinelli/Apogeo a trenta euro da rapina. E d'altronde chi si contenta gode, ancor più Munari/Feltrinelli la editrice de li “compagni”: compà tu fatic' e je magn'!
E veniamo a noi. Una giornata al mare...con solo mille lire così cantava l'Equipe 84 su testi di Paolo Conte jazzman; canzone pure di Bruno Lauzi a suo modo. L'immagine in copertina è solare e movimentata nella sua “fissità” bi-dimensionale. L'inquadratura, a ben vedere, ecco, è zeppa di triangoli (ovviamente immaginari) su una tela cui sviluppo orizzontale è quasi tagliata in due (non si fa dico i Sacri Testi: di chi?) anche se vista, l'immagine, la battigia (non bagnasciuga!) non è proprio così suddivisa equamente.
Triangoli e solo gli essenziali: la mamma con bimbo ne è un altro con il venditore in primo piano; in alto a destra il triangolo triangola a sua volta con i bagnanti subito a sinistra (una di questi alza la mano in saluto, forse). Infine quei due, maschio e femmina almeno così sembra, in basso a sinistra presi sul momento di uscire di scena danno sale alla staticità, come pure il bimbo nell'atto di muovere.
Scatto su treppiedi (!) in formato Raw (che impiega una ventina e più di secondi a scrivere su scheda, allora meglio il più che buono Jpg!) di Olympus Camedia WZ C-5060.
Tutti al mare, tutti al mare a mostrar le chiappe chiare con li “pesci” in mezzo all'onna noi s'annamo a divertì della Gabriella Ferri non poteva mancare. Si pure Giuni Russo ce sta con la sua...me ne vado ad Algherooo...



Ps. Si è detto alla buona in headline, anche se in scena sono presenti ventuno umani: grand' piccl' e mezzan' o di ogni età. Sicché "il numero 21 è considerato in molte culture il numero della perfezione dal momento che è il risultato della moltiplicazione dei numeri 3 e 7, numeri a loro volta considerati perfetti. Tre il triangolo e Padre-Figlio-Spirito Santo; Problema-reazione-soluzione finale del Deep State luciferino ad Adenocromo. Sette, infine, il patto cui è pieno la Bibbia: il settanta volte sette Secondo Vangelo di Matto 18.21; sette i giorni della settimana, le spade nel cuore della Madonna...il settennato del Capo dello Stato 'taliano p' nuje ca ce chiangnimm' 'O Re, quello di Giancarlo Giannini e che avete capito!

Pss. Il triangolo centrale e lo scatto successivo vedi link, zoom in, oltre alla triangolazione ( non meno dei bagnati retrostanti la coppia del vertice giallo con il tuffatore, anche qui, che da sale movimentando la scena altrimenti “statica”) coglie quelle mani giunte verso l'uomo per chissà cosa, sebbene acqua mare e forse...ci siamo intesi. Questo a ricordare che oltre i triangoli, quadrati cerchi ellissi del piano euclideo...non bisogna dimenticare di conchiudere pur nella bi-dimensione della scena una “storia”. Genere ex novo, certo, da inserire non già nella street photography ammorbante, quanto a ben vedere in "aquatic photography" da far contenta, forse, la Vestale del Pensiero Unico eterodiretta Munari


Manunzio photographer since 1969


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Il deserto di Mojave (destra immagine) dove si trova la profonda depressione degli Stati Uniti, 86 m sotto il livello del mare, è conosciuta come la Death Valley, Valle della Morte, a circa 150 km a Nord-Ovest di Las Vegas, è uno dei luoghi più inospitali di tutto il pianeta. A sinistra lo scatto di Manunzio a migliaia di kilometri dal sito

Mille e più miglia lontane


Assonanza malandrina. E quanto mi ha fatto piangere sti immagine da non credere.
Antefatto e per tutt'altro: caldo anzitempo e sospetto come l'odierno, ecco, ma “chine d'acqua a zeffun'” pioggia continua. Il luogo “esotico” di quando narriamo è sempre il circondario (carcere?) da dove si scrive: Manunzio ha un occhio universale meniamola così. Senonché tra i due scatti, a parte migliaia di chilometri di distanza, a dex il lago secco della Death Valley, a sinistra viceversa na tonza-laghetto prosciugato anch'esso, e che oramai non eiste più. Fine. E il pianto?...già. Il caldo che non vi dico, benché provvisto di cappello in paglia stile Banana Joe alla Bud Spencer...il sudore seppure dell'ora mattutina viene giù che hai voglia a detergere: straripa, invade le sopracciglia, infine si “getta” negli occhi. Bruciore e vista (?) annebbiata che a stento riesco a ritornare in macchina (all'epoca Manunzio aveva una Ford Fiesta sgangherata quanto basta, stile 'merikano di certi film) e provare un minimo di sollievo; anche se ci volle una settimana e passa fra lavaggi continui, colliri, qualche “rosario” frammisto a urticante ma “chi c...m' a fatt' fa?”

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Ps. Se fossi disonesto e prezzolato al punto giusto, vedi Stampa & Regime diuturna e codazzo di Muse, avrei potuto imbastire, stile d'antan pietre-blackdeker modigliani in Arno di Firenze, pari passeggiata misteriosa pietrosa (scatti più d'uno su Camedia Olympus C-5060). E tutto sarebbe avvenuto con il “concorso” dei prezzolasti “scienziati” (avrei mandato file in ogni redazione del Terraqueo) ancora, di un luogo che, dopo gli scatti, sede odierno condomini, è scomparso: insomma basta(va) la parola, suvvia. E come nel famoso Deserto, sue baggianate spiegazioni “scientifiche” stile Odifreddi numerologo a libro paga dei soliti “ignoti”, corre e tuttora un corso d'acqua...a spiegazione che lì e qui “uguale” fenomeno è: da scompisciarsi dal ridere




Grading meravigliao

Il video è quanto di più istruttivo si possa su la fotografia analogica. Mi spiego. C'era un signore che sbraitava su social circa il fatto che la fotografia digitale non ha niente di me3no, anzi, se non superiore all'analogica. Buon uomo gli si potrebbe rispondere perché si agita: chi la paga? Evidente che il richiamato ominide è nato nella notte come funghetto e così pensa che insieme tutt'intorno è nato il Mondo. Ragazzate (cazzate?) si capisce di chi, non solo non ci arriva, ma soprattutto nato evidente in Era analogica e per chi capisce ci si ferma qui oltre è sterile intrattenimento da circo equestre.
Il video di nuovo è l'esatta corrispondenza di quando in Era analogica si faceva per portare a casa lo scatto che ripagasse delle levatacce mattutine, in estate poco male, anzi, in altre stagioni lasciamo perdere. Cavalletto di prammatica e su non la Hasselblad o il carrarmato SL 66 Rollei, quanto una più modesta, si fa per dire, Zenza Bronica SQ-A che definire splendida è riduttivo. Porta pellicola con l'immancabile Epr-64 Pro tenuta rigorosamente, ecco, in frigo secondo dettami di Mammasantissima Kodak. Rulli 120 che di notte, dopo altrettanta camminata d'auto, si portava alle falde del Vulture, il vulcano e non l'uccello dell'inglese storpiatura, dove era un Lab colore e conoscendo i titolari si calavano, i rulli, nel' E-6 di sviluppo per riaverli perfetti ed asciutti circa un'ora dopo; solo in quel momento la giornata poteva dirsi conclusa. Ma avevamo sui vent'anni.
Macchina su cavalletto e filtri digradanti, uso dire sebbene la dizione è degradante che però i soliti cruscaroli intendono (chi li paga?) quale “degrado”: glielo fai capire che so' stronzi e non intendono se non con bustarella italiota? Tempo perso.
Digradanti Cokin e porta filtro per ogni obiettivo, bastava sostituire l'attacco filtro et voilà. E se proprio prorio volevi fare il “veri naise” lo scatto in sorta di preview su Polaroid, no? Si anche se pellicola c'era è allora la posa giusta da Lunasix Gossen, poi un secondo scatto mezzo diaframma in meno per farci stare su la stessa foto cielo e terra, diavolo ed acqua santa luminoso. Oggi è una passeggiata con l'immarcescibile Pshop, che ostinati preferiamo nella versione Elements di dieci anni fa giorno più giorno meno. Certo appena qualcuno comincia storcere il naso, di nuovo, Lightroom sulla barra Mac: mo' che volemo fa?
E il grading? Bella come domanda anche se un po' idiota. Si perché se scatti in analogico alle sei di mattino estivo, i colori quelli sono e senza grading alcuno. Se scatti in autunno, o il pomeriggio è naturale che i colori siano di conseguenza: scienza dicono. E allora già in partenza bisognava necessariamente mettere in conto cosa volevi trovare oltre ed anche il soggetto. Luce da conoscere e padroneggiare come né più né meno di una scaletta di sceneggiatura o previsualizzare alla Ansel Adams, che però scattava soprattutto in bianconero da padreterno. Oggi si scatta in Raw tanto c'è Pshop, si fotografa a mezzogiorno d'Equatore con ottiche zero virgola qualcosa e venticinquemila leghe di luce; certo poi qualcuno lamenta vignettatura e fors'anche disturbo detta grana, ma è cosa da niente. Si butta la macchina fotografica si aspetta lo zerovirgola-virgola-qualcosa obiettivo e gli Iso otto miliardi sempre in pieno sole allo Zenit equatoriale. Certo la foto vien male. Allora si butta la macchina...E lì c'è Internet delle meraviglie pieno pieno di masturbatori schizzanti l'impossibile dibattere sui social da minchiapixellisti: che dire di più? Avanti con i consigli per gli acquisti...ché la fotografai è altra cosa!


Landscape Photography | In the Field
https://www.youtube-nocookie.com/embed/tZmZm5vMWvU&feature=emb_rel_end


Ps. Nell'immagine sovrastante il fotografo punta la parte della scena su "grigio medio" fotografico al fine di esporre correttamente. Tuttavia i sacri testi consigliano l'uso della calotta spot per la misurazione con esposimetro esterno; perché, dicono sempre i richiamati testi (in analogico) la misurazione TTL delle fotocamere, quindi, in luce riflessa è poco attendibile. Strano però che qui l'occhio del fotografo passa attraverso il mirino dell'esposimetro...Fisime da circoli fotografici onanisti d'antan, d'occhi per niete allenati a cogliere e discernere le lunghezze d'onda




Minimalismo. Tempo è Denaro e siccome lo “sterco del Diavolo” è metrica quotidiana, eh capirete. Minimo che non rima con minimalismo (perdita di senso di sé) ma concentrarsi su l'essenziale che non rima altrettanto. E nel video segnalato a piè pagina un tipico british mood, che a tratti non dispiace (siamo chiari e di pelle nordica, forse per questo il richiamo della foresta per cui non disprezziamo alla fine le “gotiche” giornate). Viceversa errori madornali “tecnici” nel video da mettere a rogo il fotografo. Fotografia e lasciate da parte le pippe etimologiche greche o meno, ha sebbene ridotto all'osso ( e si vede!) una curva di apprendimento elementare non è “a fessa 'mman' e criature” spesso citato ma che in napoletano significa per nulla quella cosa lì, che ha altro suono e vocabolo, onomatopea penetrante dello scuotimento!
Errore grave, quindi, non si fotografa mai e poi mai a f/16 il paesaggio: sentito parlare di diffrazione che impapocchia tutto? Effe otto va benissimo tanto in analogico che digitale.
Altro tragico errore l'uso di filtri davanti l'obiettivo, non la cosa in sé, quanto i riflessi della madonna che genera, senza lens-shade, infatti, a cose fatte su slide le dovevi buttare. In Pshop ci perdete gli occhi! Controprova il nostro pisolante porta filtri Cokin ai lati, dove arrivano i maledetti riflessi, è scocciato di nastro telato nero pece. E funzionava, mo' chi lo usa più. Resiste lo scotch.
A riprendere il discorso, fatto mente locale a che cazzate del genere ritornino mai più, la composizione su cavalletto che, personale, non deve mai e poi mai essere simmetrica come la Morte, quanto giocando in tutti i modi da impallidire il Kamasutra: quando arriverete mai a capirlo tutt'altro che peregrina botta, ecco, del solito Manunzio.
Il paesaggio è Categoria dello Spirito e va maneggiato con cura, in un orizzonte fatto di troppi e assai trompe-l'oeil che vivono, appunto, giusto sbatter ciglia. Certo poi: de gustibus!

A Quick Intro to Minimalist Landscape Photography
https://www.youtube.com/watch?time_continue=422&v=jrnG2Lrogio&feature=emb_logo



Giochi d'acqua

Fiume e non altrimenti per noi montanari, che non abbiamo laghi e castelli nei pressi. Chiare e fresche acque bevute e nuotate, e se lo raccontiamo qui ed ora più di ogni analisi chimica a statistica. Insomma in sedicesimo le avventure di Hucleberry Finn & Tom Sawer; giornate in pieno sole e facce e braccia cotte dai suoi dardi, dormite su l'erba come mai più. Ante machina fotografica nautum est. Passano gli anni e ci ritroviamo “maturi” l'acqua è tutto un liquame neanche azzardarsi a toccare il fiume, che non ha manco più il suo alveo naturale per la mania “ordinatrice” del bipede che ama fare Iddio. Ciò non di meno non tutto è perduto (tranne l'onore?) è il denaro pubblico diventa una lunga pedonale da starci mezza giornata a farla con passo lento: buona cosa. Anzi si vocifera che lo stesso percorso con i soldi della benemerita Europa, possa allungarsi ancora per un'altra decina di kilometri sino ad una oasi protetta: bingo. Ma anche così, di nuovo, il fiume va più che bene, e certuni poi in tuta e quant'altro di prammatica a fare footing di giorno, mentre al calar delle tenebre e calura il vocabolo è più anatomico in due, e ci siamo intesi.
Acque verdi che non di meno disegnano (rispecchiano?) a volte tutt'altro che il circondario. Breve l'immagine a corredo ne è esempio: un volto (sinistra) su le acque e controcampo un viso di ghiaia che la lambisce; basta soffermarsi più di un attimo di uno sguardo terra-acqua e viceversa. Mute presenze. Dite? Certo riflessi e accidenti vari, d'accordo. Però siete sempre i soliti laudatores: “tutto ciò che è reale e razionale, e tutto ciò che è razionale è reale madama la marchesa”. Sia, ma cos'è “reale” e “razionale” da dirsi in modo inequivocabile ed eterno?
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