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Miao fa buon viaggio...


Sono stato vicino a Bottino/Miao-miao l’intera notte prima della sua morte fra un lamento e altro, e non meritava questa indegna fine egregio Padreterno o chi per lui gran figlio di puttana!
Ma è giunto pure il momento di porre fine a Manunzio.it

"È giunta, ormai, l'ora di andare, io a morire, voi a vivere. Chi di noi vada a miglior sorte, nessuno lo sa, tranne gli dei"

Apologia di Socrate





Una data imprecisabile di certo i Sessanta del secolo alle spalle nella Town dove si vive più simile a lager aperto...per non far vedere. Fuori Porta San Giovanni (Giovanni dei grembiulini!) l’antecedente fra mezzi (stando attenti a non farsi investire) su la striscia di strada, acciottolato fatto di basili neri di lavica fattura, con bancarelle e pure un chiosco alimentare senza norme igieniche ma siamo ancora qui a rievocare la cosa (!). E fontana di buona acqua che dissetava e si sentiva diversa + mente dalla potabilizzata con tons di cloro, che di certo non fa bene. E due.

Dunque...bancarelle e su scaffale alla buona troneggiava nel colore nero verde light la Diana, sì, la stessa plastica dei Lomography. Mirino manco i cani ed otturatore a ghigliottina nel vero senso del termine; scatto argentato e zigrinato ghigliottinante su l’obiettivo che basta premere, e se tutto ok ché non c’è alcun meccanismo contro doppie triple...esposizioni alè foto fatta. Diaframma? Nell’Ottocento era un disco forato, buchi di vario diametro, idem con patate, ecco, su la Diana. E i fuochi? Beh basta accenderli con “borbone” legnetti imbevuti di zolfo ed altro per i rstucc’ (resti, steli, di falciatura). E vabbene c’e una graduata scala. Oddio scala, gradinata che basta ruotare l’ottica lillipuziana in plastica quanto basta, su distanze prestabilite e poi ognuno per sé e Iddio per tutti. Plasticosa macchina in formato 120 (ne esiste anche per il 135 format ma quadrotto e invece dei canonici 36 scatti il doppio) ossia il più orecchiabile Hasselblad format! Forse così poco ingrandendo i negativi (rigoroso bianconero!) sotto ingranditore di studi fotografici dove si portavano i rullini, come si farebbe all’odierno con file dal service...uscivano, poi, delle stampine dieci-quindici o cartolina che dir si voglia che più tardi stamperò da “garzone” di bottega della FotoLampo, piccola agency anche, di provincia simil Carrese Milanocentrica etc etc etc. Questo dopo, un po’ più grandicello e inizi dei Settanta sempre secolo trascorso.
Senonché dopo l’acquisto (Diana) per mille lire (sproposito pure allora ché si poteva comprare colazione pranzo e cena!) datomi dalla madre senza fa capì nient’ al babbo, al solito pesce in barile...scatti cui memoria, i negativi non esistono più.
Diana delle mirabilia cui abbrivo, chi l’avrebbe mai pensato, ci porta l’odierno orizzonte di poca gloria (film) e molte tante rughe di dispiacere diciamo così e digitale “terrestre” formato Pshop (usiamo Elements da incalliti dilettanti, dicono quei bravi a libro paga Giostra degli acquisti). E pure questa è fatta, eh, Padre guardiano!

Ps. Elements non solo ma anche il buon Lightroom, Capture One, la batteria di plug-in Nik mano fredda, e il sornione Wilber di Gimp prossimo, si dice, alla versione 3.0: non ci facciamo mancare niente. Ah pure Photopea alias Pshop on line, a gratis!

Pss. Oggi la Diana serve in mano alla generazione Z (ultima dell'italico alfabeto) a pazziare: click click che poi devi sviluppare da te, dice la Giostra acquisti, e poi scannare con accrocchi per telefonino (altro acquisto indispensabile, dicono, i giostraroli)e infine clip clip mandare su i social per il facile facile "Mi piace" o "Non mi piace" il massimo della "socializzazione" fra sordomuti, eterodiretti à la page buy very very nice, oyeee. https://www.youtube-nocookie.com/embed/50_6bP7Zr9s







Il giochino è semplice: si provi a pronunciare una qualsiasi parola di senso compiuto e in italiano (!). Ora a prima volta il suono (ci si eviti le pippe sociondropodeché e filosoficamente morte tipo Umberto Galimberti che impazza a Web, e pure quell’altro compare a nome Biglino che pari sono nell’opera fittizia di acculturazione, quando poi l’esatto opposto, di portare anch’essi all’ammasso il popolo forse già bue di suo, e la posta è,comunque, Vaticano Spa) non accade Nulla come la vestale Munari, E continuate il giochino, d’altronde la Giostra acquisti questo vuole, manu militari si capisce. Giocare e le donne oggi Otto marzo altro che Idi di Cesare memoria, ci giocano con le palle: lato traslato o come vi aggrada.
‘mbè? Veramente questo lo dico io: ‘mbè! Il suono, sociondropodeché etc, perde senso, svanisce, evapora tant’è l’usura del vocalizzo e se vogliamo si de-sacralizza: vero grembiulini?
Bene, anzi no. Se dai vocalizzi si evocano i fantasmi immagine fottografiche* al corrente l’usura è, né più né meno, come esalare l’ultimo respiro senza scomodare Montale** bensì Platone e suo Mito. Signori inglesi (!) il Mito sono le fondamenta dell’Occidente tutto, anche della vostra capa di m...ammalucchi, e sì. Allegoria come traslate è altra cosa e non sono sovrapponibili, giacché il Mito della Caverna è carne viva, mica chiacchiere.
Immagini in cover veniamo al sodo d’autore che avevamo già didascalizzato efficacemente in altro post ma che potremmo, ci sta tutta, ripetere paro paro. Una volta tanto Myphotoportal torna ab-ovo (io fui ciò che tu sei, tu sarai ciò che io sono dice il teschio ridens al pellegrino che si fermi nei pressi del tumulo di terra!) Bianconero, infine, di una tristezza travolgente eppure...si provi a pronunciare una qualsiasi parola di senso compiuto e in italiano...

https://www.filippocristallo.com/dualita_urbana-p29232

*Fottografia conio, come minchiapixel, di Manunzio che sta a significare il salto quantico, dal mestiere & hobby d’antan con attrezzatura analogica e pure digitale sino all’altro ieri, allo spaesamento l’evaporazione di senso e pratica del fare click e click (le digicamere emulano tramite finto suono l’otturatore che scatta) sostituita dalla conta a chi c’è la più lungo e grande e bello, il pixel, si capisce

**Eugenio Montale “Forse un mattino”
https://online.scuola.zanichelli.it/letterautori-files/volume-3/pdf-online/45-montale.pdf


Ps. Vedete? Due spiegazioni, si vabbè, che più idiote manco Crist’ riuscirebbe, preso dalla Treccani...a memoria di Faber memoria: cazzate a man bassa quando si “intellettualizza” pure l’aria che si respira: il Nulla, la vestale Munari!

https://www.treccani.it/vocabolario/mito/
https://www.treccani.it/enciclopedia/ricerca/allegoria/?search=allegoria











Ho fotografato soprappensiero rubando la battuta a Jonny nel cartoon West & Soda animazione che faceva il verso ai spaghetti western di Sergio Leone.
Centro cittadino, quindi, e portoni ancora aperti che oggi solo varcare la “sogliola” ti sparano senza se e senza ma, ché vicino l’ingresso ci stan sacchetti di terra, pure questa citazione da Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po’ di Lucio Dalla(s).
La luce della cover, cui mai e poi mai ti dicono, ti narrano il duo satanico Munari & Verolino, la prima maîtresse impegnata in Oriente del Nulla l’altro ennesimo ed inutile reply di tanti sedicenti fotografi ca fann’ o stritt a Napule pure all’estero, non gli basta ammorbare già l’aria sua domestica, no. Si dirà il solito Manunzio, no? No affatto i due richiamati sono paradigmatici di come la “fottografia” avanza e spazza prova n’è dei tanti emuli del Nulla che scorrazzano su ricettacolo Scampia/Myphotoportal e portati dal patron del sito su palmo di mano, pure. E poi se repetita juvant Manunzio in contraltare non si fa certo pregare, per chi capisce sinnò te futte cantava Pino Daniele finale delle citazioni mattutine.
E di ritorno, androne d’edifico d’altri tempi e gradoni perchissà dove, ci abbiamo provato…La pianta e il riflesso, via: prima l’uno poi l’altro ambedue, si è detto in headline ripresi sovra pensiero d’una immagine essenzial + mente monocromatica giocata, forse qui la sua intima forza, su la gamma giallo-ocra. Quanto al riflesso quello è di post-produzione, il reply s’intende perché non c’era, c’è e ci sarà di far capire come lo specchio che ne riflette sino all’infinito e tutt’altro, poi, che pazziella: infatti la riflessione (lato traslato o come vi pare) apre ad altri Mondi, e di come il suo influsso sia pericolosissimo tant’è che da ragazzi venivamo ammoniti di brutto dallo specchiarsi (fare mossettine stupide tipiche dell'età senza pensieri) di sera soprattutto. Ma. Si questo a babbo morto, morto eh visto con il senno di poi (immagine cover) quando gli occhi fuori da ogni illusione naturale, hic et nuc, s’accorge che il secondo vaso con pianta fissandolo giusto un po’ è un teschio e foglie orbite; non solo ma pure retrostante raggio che “sciabola” la verzura, ecco, si vedono eccome altri volti. E questo è un esercizio, prassi oramai, nel guardare l’immagine a monitor senza occhiali da “cecaglione” e usiamo le multifocali ché pure da vicino oramai...In buona misura un ottimo esercizio Zen, gratuito e certo con senno di poi e Manunzio a dirla tutta è un po’ tardone; ci abbiamo impiegato più di mezzo secolo ad affinare l’occhio da quella volta che con Rollei Agfapan e Metz mi spedirono in periferia, che adesso è dove scrivo e non più periferico rione. Sì mi mandarono, e fu ,l’iniziazione eh grembiulini, quella che poi sarà di tante altre volte la scena di eventi familiari nel caso battesimo e per l’epoca la cosa richiedeva il fotografo, impaurito all’impossibile di non cogliere l’attimo...fuggente. E ci fu lo scuotimento del patron Foto Lampo, il Baffo sardonico, come a dire questo (chi scrive) non farà mai il fotografo ché nun è c...du soje; poi Luciano vice del richiamato patron, in camera oscura sotto ingranditore “raddrizzò” le sorti su le Ilfobrome Ilford e quando vennero a prendersi le, mi pare 13 x 18 o forse 18 x24, non mi feci trovare, ma rientrato in studio Luciano se la rideva sotto i baffi mentre il (soprannominato) Baffo alias Roco Abriola stava al solito per i c...artoncini fotografici suoi. “Juagliò - Luciano - so’ rimast’ cunntent’ di li foto ca gne fatt’ al battesimo…” Così da quel lontano Anno Domini 1969: chi me lo doveva dire arrivato sino ad oggi, fotografo, che tutto era nei miei pensieri e infatti lo “sono” , si vede e si legge pure. Ahi, no? Ni…




Ps. Lo si è scritto tante volte che il Baffo era patron della Foto Lampo, si per cerimonie varie d’epoca, ma soprattutto AGL ossia Agenzia Fotogironalistica Lampo il nome dello studio. E le notizie le scriveva il giornalista (pubblicista?) Saro Zappacosta per la Gazzetta del Mezzogiorno, il Tempo e il Roma di Roma e Mattino di Napoli, a volte sin lassù dalle parti di Via Solferino in Milano, Milano presagio eh , sede del prestigioso Corriere della Sera. Sì, vero anche su l’Unità grazie al “compagno” Arturo Giglio che le mandava insieme al pezzo di questo e quel fatto (una foto lo ritrae insieme al Segretario Pci Enrico Berlinguer questi con copia in mano dell’Unità dall’espressione tutt’altro che serena, va) pure a Paese Sera stampato in Roma tre volte al giorno: colazione pranzo e cena, ecco. Foto Lampo in ultimo sorta di Publifoto in Milano di Carrese memoria anche questo scritto tant’altre volte



Occhio come mestiere


Problema Reazione Soluzione. Tria sunt perfectione, no? Mah specie se la cosa è fuori dell’ordinario: vero grembiulini bianchi però macchiato di Adrenocromo sangue di innocenti?
Mai dimenticare le cose per il vero nome. E il Mondo è un’apparenza non lo dice Manunzio, come se fosse l’ultimo arrivato, no è Platone e sua Caverna: più chiaro di così, si muore. Infatti la strage degli Innocenti per l’Elisir, dicono, di lunga vita prima del bagno infernale in Saecula saeculorum, amen.
Il cartello in cover, l’affiche, il poster sta(va) sotto la finestra del cortile Manunzio e mica solo quella di Hitchcock; di quando chi scrive teneva a capa fresca (senza pensieri, va) con la fidatissima W z 5060 di Olympus a porta di mano (motivo come altro per uscire a fare quattro passi con la scusa di fotografare, ma pure viceversa ci sta). Senza problemi di sensore piccolo (vabbene ma fa danni, ecco, come un coso grosso senza scomodare certi hard core mio, eh). Una Point & Shoot del caso: che vuoi di più? Miracoli, sì, e pure in formato 70 x 100 cm da non credere, mira + culo della matematica e finiamo qua.
Lo scatto è parte dello sterminato archivio, sempre Manunzio, che a distanza di anni si mostra in tutta la sua diciamo utilità: file conservati e catalogati sotto Lightroom vetusta serie (che in ossequio al proverbio fa ancora buon brodo, versione 5). E si qui l’occhio del fotografo ci sta solo in parte, ché la ripresa è solo il primo step. Infatti il secondo il terzo e via enumerando sta in un altro archivio, cartaceo risalente a più di un quindicennio fa: addirittura è venuto alla luce, manco fosse uno scavo, stampe fatte con la Hp Laserjet gloriosa stampante laser dei mitici tempi di Amiga Computer: veniamo da lontano e parimenti lontano andiamo.
Sia come sia dall'archivio vengon fuori stampe A3+ “lith” pellicola (13 x 18) che in camera oscura analogica adattata o preso a prestito dalle arti grafiche faceva la sua. Anzi stampandoci sopra, come normale carta Ilfobrom del caso, venivano (le conserviamo pure queste in archivio) delle diapositive proprio così bianconero da leccarsi baffi e quant’altro!
Stampe, come in cover, in solo nero (il timbro rosso fuoco ci sta per...chi capisce) e bianco della carta va da sé. Un dì erano molto à la page, oggi? Fa ride e certo de gustibus. Oddio certi palati raffinatissimi senza scomodare la buonanima di Falcone...Insomma in un Universo omologato da paura un attimo che serve a piglia fiato, no? No perché qui ricolorano pure Maria Santissima si capisce, purtroppo!





Oriente? Sì senza dubbio. Però. Vedete in un mondo che si dice globalizzato, e forze che ne contrastano a finzione scenica ché tutto si tiene in stile Babele/Babilonia ieri ed oggi, pensa di fagocitare, meglio censurare anche semplici banalità sconfinante con il buon senso. Insomma giacché pur sempre di fotografia qui su Manunziopuntoit si parli, ci si prova al cospetto “ fottografico” del succitato binomio; trovare una donna ragionante non per (necessari) schemi della Giostra acquisti, è cosa buona e giusta per chi intende, si capisce. Una donna, quindi, che come artista, prezzolata quanto si vuole come tutto il sulfureo regno dominato dagli “angeli” detti decaduti (qui Gastel) che dice la sua, ci prova anch’ella si capisce. E pendant mica poi tanto basta sentire cosa dicono (tutto si tiene, no?) i figli di un’altra fotografa, Sally Mann, allorché dicono “lei, la loro madre, vede il mondo/realtà da artista” che tradotto fuori dai denti sta per “una che non ci sta con la testa” papale papale.Insomma, certo, due angolazioni che più distanti non si potrebbe fra americana e la nata vietnamita americanizzata malgré elle, come la stessa narra. Dell’americana, poi, aveva colto un fatto (foto) scritto su Fiaf/Agorà intorno al duemilatredici, tutt’altro che “incantevole” ché la nostra americana malnata agnostica atea di tre quattro cotte fate come vi pare lascia e tutt’ora trasparire delle sue “bucoliche” immagini in grande formato, esangue va da sé che all’occhio profano invece...Qui terminiamo ché la fotografia è cosa seria e non “a fessa ‘mman’ e criature”! Per il napoletano dire che tutto dice non già fatto anatomico!

Photographer An-My Lê: “A good picture is one that is surprising.” https://www.youtube-nocookie.com/embed/cxDp-ljM9o0

The intricate photographic techniques of Sally Mann https://www.youtube-nocookie.com/embed/T-fbu6b9LOE

Sally Mann: V + in + culum https://www.youtube-nocookie.com/embed/s_UUCvB0UP4



Ps. Della richiamata Sally non riesco più a trovar traccia sul Web delle mirabilia, di certo il testo di Manunzio al solito poco incline al compromesso della Giostra acquisti è stato cancellato, tolto dalla circolazione ché la mente dei minchiapixellisti e non solo orbati dalle vestali del Nulla alla Munari Pensiero Unico, potrebbe capire. Abominio. Consigli per gli acquisti Canalecinqueeee

Pss. E non dite che Manunzio è Misantropo (sebbene esiste, in stile seconda legge della “meccanica dinamica” la ferale Misandria cui poco o nulla si dice, altrimenti crolla il teatrino dell'Utero Cosmico) che non mette in pagina il pensiero dell’altra metà del cielo, si vabbé di Mao memoria...


CINQUANTACINQUE


Sembra ieri che comprai il secondo numero di Tutti Fotografi (TF): chi l’avrebbe detto dell’odierno digitale? Impensabile quanto, tuttalpiù, si parlava di Cibernetica, grossi macchinoni in appositi palazzi non meno ingombranti di quei, e camice bianco e schede perforate: fa ride? Tutt'altro. Sia come sia, ecco, come il pensiero (solo?) di Manunzio trova conferma se ce ne fosse bisogno, come se poi Manunzio fosse l’ultimo strunz’ della Terra a rivaleggiare con Munari & Co., delle cose che si scrive.
Breve l’ultima di copertina del richiamato fascicolo di TF, si parla (pubblicizza) della Minolta gloriosa e sue stratosferiche lenti Rokkor, ci dispiace assai non averla provata, si capisce la SrT 101: mitica. E l’altro giorno non so dove l’ho vista vendere a pochi euro: un magone e lucciconi che non vi dico. Esagerazione? Tutt’altro e leggete cosa scrivono i “pubblicitari”...Senza anima/sentimento dicono(pagina intera)..le altre macchine. E noi cosa diciamo e al riguardo dell’altrettanto mitica Olympus 4/3 E-1: quante volte lo scriveremo della sua inside mistica? Sony che tanto si vanta in mazzette a questo e quello che ne parli “bene” delle sue camere da lì trae la sua “potenza” nell’aver acquisito, forse a quatt’ e nu sold’, la Minolta. Meditate gente e nun jate appriess’ al NULLA a nome Sara Munari & Co che pure essa sta su Myphotoportal che ci pare a ben ragione diventata nell’ospitare di tutto e di più “fottografi” Scampia mo’ come a mo’: condominio indefinibile e più impresentabile! L’amministratore dovrebbe farci un pensierino nell’aggiungere alle pagine “storiche” dei suoi condomini, una stella fosse pure di quelle natalizie di sti tempi a dimostrazione che non tutto il liquame di “fottografi” meritano una home page: sì, a fessa 'mman e criature! Vabbene che pecunia non olet**...ma urina sempre quella è, caro Vespasiano e discendenti cui si è detto e fatto cenno del NULLA poco sopra e sodali, si capisce!

**La tradizione, accolta da Svetonio in Vite dei Cesari e ripresa poi da Cassio Dione in Storia romana, vuole questa frase attribuita a Vespasiano, a cui il figlio Tito aveva rimproverato di avere messo una tassa, la centesima venalium, sull'urina raccolta nelle latrine gestite dai privati, popolarmente denominate da allora "vespasiani". Dall'urina veniva ricavata l'ammoniaca necessaria alla concia delle pelli e da questa tassazione provenivano cospicue entrate per l'erario

Ps. No, non abbiamo "fottografato" vento neve pioggia musica ed altro come refrain della pagina Minolta in cover, ma solo tredici miliardi di volte i Canyon Yankee, venti miliardi di volte New York, settecento miliardi di miliardi la shit con su bandierina Stars & Stripes, oyeee. Dedicato ai minchiapixellisti si capisce, eh!






Quando è finita, è finita

Beh sì la cosa si presta a tant’altre “osservazioni”. Vedete il Mondo Analogico non esiste più e l’odierno scimiottare più che post moderno è de facto post mortem, da mane a sera per chi surfa su la Rete delle mirabilia e ha il polso della situazione per non dire “naso”.
Sì, certo tanto potè l’immagine su la capa dei più giovani che a noi, tuttavia, qualche legittimo dubbio ci ronza. Se le sempiterne Babilonesi famiglie-pensiero-economia-culturame imperanti il Terraqueo, e non aggiungiamo altro ché non serve ai consumatori di “pellicole”, prima fanno e poi disfanno più di Penelope, lo scopo c’è eccome. Il digitale è spionabile in tempo reale manco i cani, impensabile in tempi analogici. Lavaggio del cervello, quindi, inimmaginabile e foriero di controllo Totale, ultimo Covid-19, del famigerato terzetto Cia-Mossad-Pentagono e cespuglietti vari a contorno, per digerire meglio, ecco.
Un Mondo analogico, scritto con obbligo di maiuscola, che aveva ritmi e tempi non paragonabili l’attuale Generazione Z, che è pur sempre l’ultima lettera dell’italico alfabeto. Manca l’aria del bianconero, e poi chiudono giornali edicole e quant’altro, ergo dove le meni le “pellicole”? Life a dirne una (da noi in sedicesimo il Tempo dove reportava, ecco, un coinquilino di Myphotoportal tale Francesco Cito) è morta da tempo; luogo deputato ai grandi fotografi e loro scatti che han, se non altro, scritto pagine di Storia e di quella fotografica senz’altro. Vero e poi c’è sempre tempo di entrare nel merito su la giustezza dell’anzidetto, ci mancherebbe.
E quindi che si fa “riavvolgi” in digitale ciò che hai scattato su “pellicola” (una mostra l’abbian fatto proprio così con strisciate di carta inkjet chilometrica) va da sé e più ancora se bianconero? Chi ha pazienza di caricare, scaricare la fotocamera analogica? Chi se la sente di sviluppare il rullio, sia esso bianconero che famigerato C-41 negativo per non parlare del calderone infame, l’invertibile E-6 buono per tutto e per nessuno? Guarda caso Kodak ci andava a nozze con il suo sbianca-fix “universale" mentre per prova provata le gloriosissime Fujichrome portavano una patina magenta poiché i tempi della Kodak non andava bene, tant’è che sviluppata in proprio le Fujifilm su drum termostatati Jobo delle meraviglie, i risultai erano di tutto rispetto alla faccia dei prezzolati di Progresso fotografico che ne lamentavano il non “standard” Kodak. Per non parlare del ciarpame e donne di quattro soldi delle patinate riviste fra cui Airone, Bella Italia etc. che all’unisono rispondevano: le macchine (quali?) sono tarate per le Kodak. E se presentavi plasticoni di queste Epr-64 poi torcevano il naso: A moneca e Camaldoli muscio nun le piace tuosto le fa male...
Il colore degli smartphone e il bianconero dei cretini che “ricolorano” con softarr (scritto così che è lungo a dirsi)? Impossible. Certo i metropolitani zombie alias Yankee (go home) devono pur passare il tempo. Vero ma loro passano e non resta letteralmente NULLA ché sono scomparsi pure i cassetti e i detti album di famiglia, le associazioni fotografiche, i club….e avessi voglia a continuare.
Vabbene per alcuni che ci sanno fare con l’Analogico, e vi rendete subito conto dello spessore della foto che mostrano, c’è dietro un “qualcosa” che non sia ripreso in bianconero solo da macchine XYZ (all’Epoca una caterva di Marchi quasi tutti provati, tranne la Exakta RTL 1000 e la inarrivabile Minolta Srt 101 e sue gloriose lenti Rokkor che fan a tutt’oggi fortuna alla Sony avendola acquista la factory tempo fa, e mo’ fanno i gradassi) alla moda momentanea. E’ una questione di educazione linguistica meniamola così: modus vivendi che, di nuovo, non c’è più. Poi come dire de gustibus...noi non ritorniamo indietro ché il “digitale” molto terrestre ci consente cose impossibile, impensabile in Era Analogica. Sì, per chi ha pruriti “artistici” e poi un ritorno a cosa? Analogico è vita certo pure il digitale, però…



Scattare con una macchina fotografica a pellicola induce inoltre una maggior intenzionalità nel processo creativo: disporre di un numero limitato di scatti costringe a pensare attentamente e valutare quando premere il pulsante dell'otturatore. Come spesso accade in tutto ciò che è frutto della creatività.

https://www.fotografidigitali.it/news/cresce-la-domanda-per-le-pellicole-fotografiche-kodak-sospende-la-produzione-per-ammodernare-gli-stabilimenti_133326.html

Pensare? Scherziamo fra un Cheeseburger, che ci vuole una mandibola di mezzo metro ad aprirsi manco i coccodrilli; steck di tre quattro kili da digerire in una settimana e Coca: oh dico siamo matti? Avanti con i consigli, ecco, per gli acquisti. Eppure ci sono tanti hobby per...rimorchiare possibile che quello delle “farfalle” non tiri più? Vabbè che ci sono le pillole blu...Intelligenti pauca verba. Amen


Ps. Ci andrei molto cauto circa l’impronta “digitale” e quella “analogica” d’una stampa (a monitor a che serve?) e fuori di metafora fra una Galerie Ilford (un nome una garanzia secolare) e pari carta baritata inkjet; pure Canson che si piega su di sé come fosse (!?) un carta agli alogenuri d’argento, e l’effetto e consistenza sempre per prova provata è notevole e non sfigura dinanzi al galleriota con finta benda agli occhi pollice ed indice destro intento alla conta di carta moneta, e pari gamba di legno, eterodiretto dalla Triplice manco i cani





Munari l’avanspettacolo impazza e avanza

La nostra (!?) vestale by Cia-Mossad-Pentagono eterodiretta manco i cani, ne trova un’altra. Pensiero artificiale e cosa di meglio dell'odierno Artificiale Intelligenza dei richiamati tre compari neo “muratori” delle “sorti magnifiche e progressive” di Babele, la Torre, con obbligo di fila, manco fosse una “orchestra” di sulfurea orchestrazione?
Vedete siamo figli di...Occidente giudaico. Landa costruita secondo Pensiero Unico del Libro maledetto a nome Bibbia, cui autori, giusto e bene ricorda Mauro Biglino (ci eravamo arrivati molto prima, giacché in casa conserviamo due Bibbie e libri che un tempo, alla Giordano Bruno, sarebbe costato il fuocherello per eresia, comunque, grazie Mauro) non si sa chi sono. Già non si sa "chi" del Copia & Incolla da altre religioni.
Cosa c’entra Munari e le Scritture? Seguite che la cosa che è pura “coincidenza”. Benedette virgolette ma non se ne può fare a meno, e sappiamo che Umberto eco si agita nella tomba infuocata. Sia come sia pigliate, ecco, il Vangelo Secondo Giovanni: vedete ancora? Secondo e ci fosse una che sia una volta primi e di paternità e/o maternità d’autore biblico certo. Ma si scoprirebbe il trucco di Vaticano Spa proprietario, diciamo così, del copyright biblico.
Dunque Giovanni, quello dei grembiulini, in Incipit delle sue baggianate eterodirette “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio” Mammamia che cazzata linguistica, che contorcimento sintattico grammaticale (!) figuriamoci “logica”.
E mo’? Ecco la Munari pensiero non meno eterodiretto di quei, due punti a capo.

Se un'opera d'arte è creata da un algoritmo, chi è l'autore? L'artista che ha fornito i dati o l'algoritmo stesso? La domanda sull'autore di un'opera d'arte generata da un algoritmo è al centro di un dibattito complesso e in continua evoluzione. Non esiste una risposta univoca e definitiva, ma possiamo analizzare le diverse prospettive e argomentazioni….L'algoritmo come co-creatore: Altri sostengono che l'algoritmo stesso è un co-creatore (vedi Giovanni sopra ndr) dell'opera d'arte, in quanto apporta un contributo originale e inaspettato al processo creativo. L'algoritmo, infatti, è in grado di generare combinazioni e associazioni che l'artista non avrebbe potuto prevedere….L'opera come prodotto collettivo: Una terza prospettiva considera l'opera d'arte generata dall'AI come il prodotto di un processo collettivo, in cui l'artista, l'algoritmo e i dati utilizzati per addestrare (verbo ubiquo ndr) l'algoritmo stesso contribuiscono in modo paritario alla creazione dell'opera.

Baggianate, no? Molto di più amabilmente già del siculo “Uno, nessuno e centomila”. Evidente che la nostra Munari in perfetto delirio (squilibrio?) fa la maestrina, zitta zitta parla per ellissi, parabola terrestre si capisce, e chi intende gongola.
Ora rimaniamo in tema di fottografia: per cortesia non zufolate sul raddoppio consonantico ché, grazie, già postato e datevi requie. Sicché senza scomodare Walter Benjamin e sua riproducibilità artistica grazie alla “tecnica” ponetevi una domandina semplice semplice: ma se l’Opera, maiuscolo per i grembiulini pensiero luciferino, metti caso è fatto “democratico” e quindi di tutti e di nessuno, l'Egotico Kapitale tout court afferma pretende e infin manu militari proclama: ma se è di tutti allora è di NESSUNO, gnam gnam...e ci siamo intesi.
Sicché se ci spostiamo un cicinino nel campo della cosiddetta arte, con obbligo di maiuscolo che poco ci frega, e senza scomodare Sgarbi in joint-venture d’antiche tele aumma aumma taroccate, la riproducibilità già da secoli addietro (scuola dì questo e quel compare copista, dicono) per croste passate per “vere” (Pirandello sopra richiamato non a caso) dipinti e non solo, capite la portata del “falso” elevato a “vero”. E la firma poi olografa un tempo solo Digigraphie Epson che autenticava, in numero limitato e firmato e timbrato e garantito da galleristi-mercanti con benda all’occhio? Codazzo cui si accoda pure Canson che timbra a secco le sue “perle” di carta, del sedicente artista fottografo: come la mettiamo? Ma alla pecorina natural + mente alla faccia dell’unicità fottografica (leggasi Benjamin) del rag/straccetti o Awagami gelso e alberi ed arbusti affini, ink da cazzate centenarie ed oltre passe-partout acid free e chi più ne ha ne metta. Questa è Munari & Co. birichina con la mano alla gola della cover, certe inquadrature per chi capisce!

https://saramunari.blog/2024/11/19/arte-e-ai-un-binomio-in-evoluzione/



Ps. La Munari viene mandata avanti, che a noi vien da ridere dicono lor signori. Vien da ridere abbriva dalla leggenda metropolitana che vuole due compari, che introdottisi furtivamente in pollaio uno si prende legnata sui denti dal proprietario, poi tornato indietro al sodale compare gli dice di proseguire perché a lui vien da “ridere” coprendo così la legnata presa. Non abbiamo traslitterazione inglese, spiace per gli anglofili seguaci acefali della Munari, ieri oggi e di diman non v’è certezza. La cosiddetta AI è arma di dominio, arma al posto delle “scuppette” o più o meno fucili in senso lato d’antan, tant’è che se fate un retro-passo, un riavvolgimento di moviola oppure odierno Non-Linear editing video, cosa accade? Semplice le “intelligenze” umane che lavoravano nel corso dei secoli (scrivendo in latino!) sperimentavo, provavano o come vi pare Urbi et Orbi. E rimaner in Fotografia analogica metti un Sir Herschel-fissativo e un Daguerre, meglio poi Talbot inventore de facto del negativo-positivo, secondo vulgata della Storia fotografica. Caravanserraglio che han creato ante quello che oggi passa il convento silicio-digitale. Uomini che tuttalpiù menavano per Simposi o Forum odierni per scambi di vedute, panoramiche, zoomate o meno. Ecco e più intelligenza collettiva di così, si muore. Infatti è la natura poi mica tanto oscura di coloro che ri-sognano il castello medievale, caccia alla volpe a perder tempo e schiavi via Covid ed Haarp cambi climatici per il resto. E d’altronde se si guarda il sionista genocida (tutti se ne sono resi conto, soprattutto la Francesca P. Albanese giurista e docente italiana, specializzata in diritto internazionale e diritti umani che dal 2022 è relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, tranne il pupazzetto bianco vestito di Vaticano Spa, che lassù in “loggia” in San Pietro (guardato in bella vista da un obelisco, altri due sono a Washington e City of London o tripartizione religoso-militar-finanziario babilonese) con afflato paterno chiede se per caso c’è da quelle parti di Terra poco santa, un fattariello di genocidio. Stesso pupazzetto che insieme ai fratelli “maggiori” mangioni che è meglio, ebrei sionisti perniciosissimi, faranno di Gerusalemme (Trump in altro momento l’ha controfirmato) la Caput Mundi del popolo eletto, sebbene non si sa chi come e quando con quale sistema elettorale e inviati Onu a scongiurare brogli, si è svolta la cosa. Cristiani & Sionisti core a core nella costruzione del Tempio “che ricostruirò in tre giorni” Secondo Vangelo Giovani 2. 19, per l’avvento dell’astronave che porterà il tristo Yahweh/ Yawe quello pure dei Testimoni di Geova per la seconda volta; sì, lo Jhwn gutturale di cavernicoli pastori a pasc’ i pecur’, a benedire Is + Ra + El e il resto di Goym, dopo olocausto nucleare rimasti a far da servi a questi

Pss. Una vetusta e bordò-nero spelacchiata Bibbia, conservata, forse, ancora c/o Biblioteca Nazionale di questa landa, con Imprimatur ecclesiastico doc della sua “confraternita” di Neri Gesuiti, lo stesso del pupazzetto bianco vestito di Vaticano Spa, al riguardo della Parusia/Venuta neotestamentario di Gesù lo dà come “equipaggiato”. Ma un “equipaggio” se non è di nave è pur sempre di...flotta aerea in forma discoide o men che sia?


K1000

Una sigla mitica in casa Pentax, un po’ come ricordare la R4 Renault un mulo tutto fare, grande macchina molto azzeccata pur se spartana che non si può.
E quindi un altro mitico brand per chi sa conosce vive la fotografia prima analogica al tempo corrente sin dagli albori digitale tout court, se novero il computer grafico per antonomasia Amiga-Commodor mai creato e volutamente misconosciuto da Stampa & Regime ché ai bambini minchiapixel mica puoi raccontare verità: batterebbero piagnucoloni i piedi per terra da perfetti idioti!
Sia come sia K 1000 è stata una di quelle spartane macchine fotografiche da non dirsi: giusto l’indispensabile né più né meno poi stava al “manico” del fotografo manovrare di conseguenza e soprattutto in camera oscura e lasciamo stare.
Eppure dovrei annoverare fra le “decinaia e decinaia” di fotocamere più sovente imprestate da amici e conoscenti, infatti la prima in assoluto fu per centonovantaerottimigliaia di lire, scritto così è più pesante in ogni senso, Ftb di Canon. Nasco canonista certo poi mica so’ fesso arrivo planando su Olympus, che non esiste più come brand ma rivive più “bella e superba che pria” e dovremmo continuare le battute di Petrolini...grazie, prego! Ecco.
Mitica Asahi Pentax poi solo Asahi (odierno acquisita da Ricoh brand della GR ipertascabile e per carità di patria si tace di Leica!) formato seipersette impossibile altro che Mamya RZ o la piccoletta Hasselblad: un altro mondo made in Takumar lens!
Senonché e con piacere che segnaliamo il prossimo Venerdì 25 Ottobre presso Noc/New Old Camera una chiacchierata su tema, peccato per la lontananza da Milano ché in altri e lontani tempi da questa landa a lì...pazienza e seguiremo, penso, lo streaming

Massimiliano Terzi Asahi Pentax Centocinque anni di Storia
https://www.newoldcamera.com/eventi.aspx?id=1046&type=E


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