date » 27-11-2023 12:59
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alcenero spot mamma allatta, franco pinna santuario san fele, mamma allatta fotografia pinna santauario san fele anni cinquanta, fotografia analogica, pinna fotografo fellini, tazio secchiaroli fellini reporter, riviera conero marche, montaggio premier, software da vinci resolve, santuario pierno anni cinquanta, rollei biottica,
L’immagine di Pinna (a destra) è del 1952 presa con Rolleiflex durante i festeggiamenti della Madonna di Pierno, Santuario importante tant’è che prima di entravi bisogna percorrere e per tre volte l’intero perimetro sacro. Pierno (indagata da De Martno ed altri della sua equipe in pari epoca, la località in Provincia di Potenza) dove un tempo e adesso non sapremmo della cosa, si svolgeva il Rito e in certo senso apotropaico lungo a dirsi; rituale che affonda, naturalmente, nei precedenti secoli pre-cristiani, infatti, tutti luoghi detti antichi, come in staffetta, assurgono poi a luoghi sacri del cristianesimo che “ricicla” solo (soltanto?) le apparenze pagane
Un rovello che non trovava requie
E cosa? Lo spot di Alce Nero girato in superbo bianconero (via Premiere o DaVinci Resolve) e la camera mostra un bimbo al seno succhiare, poi allargando il campo la giovane mamma, che seduta sorseggia bevanda del Brand.
Ora sento già più che ‘mbé di rito il beeee-lare degli eterodiretti minchiapixellisti (mettiamoci pure Munari: salve, come va?) senza passato presente e figurasi futuro: zombie.
Sicché pensando al breve ma intenso spot la mente richiama analoga inquadratura ma del fotografo Franco Pinna, già di De Martino l’antropologo socialisteggiante che all’indomani della persa guerra seconda mondiale, forse anche su la scorta del famoso libro-inchiesta-autobiografico Cristo si è Fermato ad Eboli di Levi memoria, va al Sud "arretrato" di Lucania/Basilicata. Fotografo in seguito su i set di Fellini e amico di quell’altro “felliniano” Tazio Secchiaroli, fotografo paparazzo, conosciuto durante un workshop analogico su la Riviera del Conero nelle Marche.
Ma il ricordo è na brutta bestia e l’immagine di confronto (Pinna) dove sarà mai? La monografia, sfogliata dalla libreria su in alto sovrastante il computer cui si scrive e già di malavoglia, non ne fa presa. Allora? Giro per Web: manc’ pa capa venire a capo! E allora giorni e giorni fino alla “lampadina” finale: Archivio Pinna. E scrivo, e mi rispondo, e sfoglio e non trovo incazzato nerissimo. Riscrivo, mi rispondo: guardi che così e così. Vero eccola lì l’immagine, santi numi!
Nulla altro da dire...vostro onore. Fiuuu è andata pure sta vorta 'bbona grazie alla proverbiale capa (!?) tosta di Manunzio
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La realtà del cinema nel suo farsi tra Federico Fellini e Franco Pinna
https://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/la-realt-del-cinema-nel-suo-farsi/137056.html
Mammarcato a buon mercato
(arrivata la buferaaa chi sta bene chi sta maleee)
La enne Potenza del Matriarcato (malgré nous) che secondo alcuni ritorna più bella e più gaia che pria: grazie, prego di Petrolini memoria. Si, esiste un passato e non sempiterno presente per gonzi e qui che di foto tout court si (cerca) di parlare, i minchiapixellisti, crème de la crème dell’imbecillità, formato fotogragralfico per l’appunto.
A capo lato traslato o come vi pare. Immagine, ancora, simulacro piene di ossa e putredine eppure linde e pinte di fuori con tanto di fiori olezzante. Pure. Utero, placenta che tutto trattiene più che espellere secondo Natura (altra maiuscola del caso) dopo i faticosi Nove (3+3+3 di rito forse secondo Rito Scozzese, oliato retto + rificcato, mah) mesi durante il quale il neonato attraversa, fisicamente non meno che in forma psichica, lo stadio della cosiddetta evoluzione secondo Vangelo di Darwin. Falso non meno che i Canonici. Infatti dall'ovocito fecondato (!?) sebbene oggi sono funzionanti farm, che senza bisogno dell’un e dell’altro, a leggere certi gazzettieri (vocabolo tutt’altro che positivo, anzi) inglesi nei loro lab da invidiare quelli sino-americani by Covid-19, e in Rete delle mirabilia basta pazienza e proprio dagli Yankee se ne viene a conoscenza. Punto.
Un Mondo (quale?) che fa a meno della Natura, ecco il maiuscolo d’obbligo sovrastante, e si affida alla tecnica formato silicio, ossia terra:...Memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris...by Vaticano Spa dixit.
Quindi sta Dea Madre, che va e “viene” ad ore, di questo si parla, forse più imbelletta di Chanel Five un che di Zolfanel, dai piedi mica tanto di Venere quanto di Caprone, e crine adorno non già di corona, e fosse pure intreccio di rami sacri alloro e affini, quanto di protuberanze notevoli: corna. Apocalittica creatura, spacciata per donna per i coglioncelli che han testa a spartir orecchi, ma che gli si arrizza solo ad immaginare u pilu di Albanese memoria pure questa. Certo de gustibus. Quand'anche l’immagine è spacciata alla lettera per buonissima o bona fate voi. Illusione prospettica quinta teatrale. Infine se siete onesti (!?) provatevi a vedere e soprattutto leggere a Web come queste sataniche creature quando si parla del loro “bel papà” del nonno “patriarcale” dello zio “matto” ma affascinante donnaiolo...Ebbene vedrete la Dea Madre andare in brodo di giuggiole. Un caso, due tre? No, forse Uno nessuno e centomila!
Ps. Da presso link, forse complottardo e spara petardo fumogeno boh, si è letto e trovato intrigante e se ne consiglia cum grano salis per chi ne vuole: siamo adusi leggere di tutto fieri e forti delle nostre idee di maschio….Oddio è scappato. Forse
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E' arrivata la bufera - Renato Rascel
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Martiri del ritorno del matriarcato
https://www.renovatio21.com/martiri-del-ritorno-del-matriarcato/
Quello che non avete capito del caso montato dell'omicidio di "Giulia Cecchettin"
https://sadefenza.blogspot.com/2023/11/quello-che-non-avete-capito-del-caso.html
date » 22-11-2023 08:26
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era digitale, fotografia digitale, fotocamere miniaturizzate, panasonic brand, nati non foste, thumberwald, verità e fantasie tempi moderni, the day after movie, america way of life, salgado genesi, adenocromo, radical chic bonino più europa, schizofrenia corrente marketing, apocalisse tempi finali, munari e company, museo moma new york, full frame photography, landscape archeology, metti che, cancel culture, umano troppo umani, digital divide, ingranditori digitali, durst lambda, panasonic micro quattro terzi, standard micro quattro terzi,
Metti...
...quel documentario “ Life after the human” che impazza sul web dove si vede il crollo della Eiffel tower, poi in Campo dei Mira + culi in Pisa fracassarsi, un’altra, torre giù; ponti strade, building crollare; foresta e piante finalmente in rivincita su quel liquame solidificato d’umanoide...solo a rivedere ste immagini ti scalda il cuore. Un cimitero planetario, così.
Ripreso in Campo Lungo, accà e allah, una navicella si posa al suolo: chi sarà la "scemeggiatura" non dice e poco frega se è tipo “Io son leggenda” basta e avanza. E metti che fra gli internauti c’è un capo spedizione come per la primigenia ibridazioni d’Elohim demiurghi vs. scimmie para umane; “archeologo” Landscape archeology, ora che ti fa costui/costei o il robot simil uman(oide)? Gira di qua e girà di là capita di quei store, diroccati style Hollywood o l’Amerika (k as killer) way of life e sue cianfrusaglie, tipo ottico meccaniche che qui ci interessa: siamo o no pur sempre un Diary di fotografia non già fotto-grafico? Sicché il buon extraterrestre si china su certe scatolette e gli viene, sconsolato, una specie di sorriso alla song di Fabrizio de André: perché? Oh bella un click del suo computer aereo (come nei film che si digita nell'aria!) e zacchete scorrono frame (ma l’extraterrestre poi capisce quella strana cosa che è stato il babilonese inglese, speaking?) di questa o quel brand fotografico, e miniaturizzato Panasonic. Sorride, almeno così sembra, nel vedere topoline-camere che a malapena si tengono in mano, però con grip pagato profumatamente a parte, s'afferra meglio, anche se aumentano i volumi...e quella cosa lì, poi? Ma si dal suo aereo computer on screen l’extraterrestre vede (!?) ancora accrocchi anch’essi miniaturizzati: mo’ questo tool mo’ quest’altro trasmuta alchemica + mente in tele + camera la topolin-camera-non si sa più cos’è, pur se apposite ad hoc ve ne fossero (telecamere) da gli scaffali e “dai fori cadenti”...Fotocamere top + esche, metti ancor più full-frame, doppio e triplo o mezzo formato (e na gazzosa) con ottiche-cine fighissime, però rigorosamente manuali in tutto: diaframmi & fuochi come un tempo analogico mai tramontato, però su corpi macchina autofocus a contrasto di fase, à la page: che sarà mai?
La caratteristica dell’uomo moderno - diceva Sciascia - fra i passi perduti del Transatlantico-Montecitorio-Parlamento (membro dell’allora Partito Radicale pannelliano) è quella di contraddirsi. Ipse dixit.
Ora il nostro visitor ci prova gusto, gira in paesaggio privo di vita, e capita in una Gallery, metti nuovaiorchese alla Mo. Ma. cui pareti garrule pavesate a festa come navi, ammira piccole photò, di sei metri per tre, of pinhole photography. Strano non si raccapezza della schizofrenia ‘ndo cojo cojo umanoide, digital vs analogic e viceversa**, ma che alla Giostra degli acquisti poco frega(va). Eppure si adegua, sempre l’ET, come i cretini patentati babilonesi minchiapixellisti (certe cosiddette femminine, ibrido coacervo analogico-meccanico at Munari specie) che salvatisi dal The day after, qua e là dondolandosi fra liane (tutto ritorna ab ovo) savana imperante osserva i nuovi arrivati; sebbene, infine, più d’uno ha lasciato detto e soprattutto scritto del tipo Biglino che se ne sono mai andati, gli ET, dai tempi della Genesi, non quella di Salgado (!) si quei di fatti non in vena ma a “nostra immagine e somiglianza” cui costoletta (non di maiale grigliata a puntino) tolta ad uno di questi a farne certe altre strane creaturine “fessurate” e addome “prominente” e il politically correct, che penzola da un palo come tanti Spartacus movie d’antan, vuol non dirsi di più in nome del Cancel Culture dell’uomo bianco solo ed imperativo da eliminarsi!
**taluni fotografi che sparano a raffica in digitale, poi dal service chiedono che il file sia re-impresso su pellicola, tascabile cm 20 x 25, e da qui su carta argentea che viene meglio, dicono, del file su carta e inchiostri “permanent” per gallerioti con benda all’occhio non il sinistro quello di Horus, e mercanti d’arte tot a chilogrammo di panza(ne). Senza ricordare che già esistono ingranditori digitali che…o Lamba Durst iconico brand per i suoi “enlarger” analogici d’antan
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ASMR | Let's Create the Perfect LUMIX S5II Rig Together
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Ps. Il richiamato brand Panasonic è voluto, estensibile tuttavia la cosa sopra detta ad altri brand(y) è tutt’altro che “denigratorio” a riprova le nostre GH4 Fz300 e G9 prima serie. Non siamo, al solito, prezzolati laudatores eterodiretti
date » 13-11-2023 11:45
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consigli acuisti, acquisti fotografici consigliati influencer, influencer fotografia, fotografia digitale, internet meraviglia cacao, minchiapixellisti, babele torre satanica, pensiero unico giostra acquisti, fotocamere digitale, tutta la morra, sit tibi terra levis, sottaper' vinello cantina, cia mossad pentagono dietro wikipedia,
I danni collaterali (!) della Munari Pensiero: at his heart
Tre...cinque...sette...tutta la morraaaa* quest’ultima da dirsi con occhi fuori dalle orbite e fiato pesante di sottaper’**. Un gioco a volte micidiale: si finiva a coltellate!
Numeri dunque passati per “consigli”. Pure. Consigli, ancora, disinteressati si capisce forse complice i like (taroccati) campanelle e...prebende sottobanco che di questi tempi (quali?) cosa normale è.
Eccezione che conferma la regola del Nulla, prova ne sia che ci si esprime ormai in termini binari che è già molto e in quel bastardo idioma a nome inglese, dove regna sublime l’eccezione a ogni regola come l’odierno vivere, sai che novità! Una sempiterna Babele sua Torre, suoi McDonald’s Google Apple BigPharma e Is-Ra-El a complemento mentre mette in scena l’Olocausto di Palestinesi: come prima più di prima. E d’altronde le Sacre Scritture che sian Torah Bibbia o Corano per restare nell’ovile d'Occidente ovvio è.
Ovile ecco. E già alla Giostra degli acquisti non ci piace chi è troppo “omologato” (!?) chi si scoccia e non gioca più nella più estesa accezione. E allora, la Giostra, chiama i suoi lacchè e in un orecchio: cumpariello bello già a libro paga inventati qualcosa che “pare” altro per i c...Pare di certo non è il...tanto onesta pare la Donna mia...di scolastica memoria. None, vocabolo che a queste latitudini dove si scrive sta per: sembra. Sembrare quindi. Simulacro. Ma la cosa per i coniglietti minchiapixellisti è pura musica, ooops sound yeee. L’eccezione del “consiglio” e non già la norma del sempiterno, pure questo:
Quieta non movere e mota quietare. Proprio così in uno dei 5 “consigli” che il nostro dispensa. Fermi immobili e pietrificati: tombale. Una prece e un fiore: no? No!
https://www.youtube-nocookie.com/embed/WiIlkeLDXCE
* La morra (murra in Sardegna, Calabria e Sicilia, more o mora in Friuli, mórra in Molise, mora in Trentino e nel veronese, mourra o mourre in Valle d'Aosta e in Provenza, morra in milanese, mura in bergamasco) è un antico gioco tradizionale….Wikipedia da prendere in piccole dose e precauzioni ché confezionata da Cia/Mossad/Pentagono
https://it.wikipedia.org/wiki/Morra
**vinello da osteria d’antan
Ps1 L’affabulatore dispencer di consigli noi lo ascoltiamo, con alterne accordanze, sovente e non da oggi e quindi niente di personale, tuttavia, il pensiero e l’ideologia sottesa Munaresco, ossia di Sara Munari, ecco, invece no ché siamo mille leghe distante, tanto quanti gli anni (dieci e più) che questa Home squisitamente ha fuori dall’ovile Pensiero Unico verso il baratro, infernale si capisce
Ps2 Influencer insuflatori di batteri/virus/spore varie, che uno dice: basta eliminarli e senza il concorso “virale” di BigPharma si vivrebbe meglio soprattutto con Dignità, non a caso in maiuscolo: dritta come la schiena (di chi c’è l’ha)
Ps3 Si guardi il “pettorale” della T-shirt: NASA (Never Space Agency il set cinematografico alla Capricorn One movie, o il Kubrick London Studios di A Space Odyssey) è lo stesso cui si fregia la Sara Munari entrambi figli d...elle stelle, pianeti galassie ammassi stellari, universi paralleli, materia oscura assai e chi più ne ha ne metta...
date » 17-10-2023 10:44
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aliano provincia matera, valle agri, azienda promozione turistica basilicata, fotografia analogica, epr 64 kodak, agfa scala diapositiva bianco e nero, fotocamera contax rts, contax quartz fotocamera, ottiche zeiss, lenti yashica,
Vexata quaestio, ya, Fräulein Munari & Co. E si perché quando esci dall'urbs/street (extra moenia nulla salus?) e ci provi a fotografare...come chiami allora il davanti: cartolina, nein, reportage geographic style National? Nein. Travel? Oh ya wunderbar.
E vada per travel tanto per non fare il Manunzio quotidiano e inchiodare i minchiapixellisti che devono pure inventarsi, storpiando nomi nel barbaro inglese, qualcosa altrimenti la Giostra degli acquisti tout court s'incazza e di brutto. E i nomi, diciamo così, è Potere. Travel da travailler, altro che old english! e fermiamoci qui.
Travel, dunque.
E di un luogo cui fatti tengo a tenermi lontano se non per le cose da presso. Arco riflesso, luogo comune dei soliti imbecilli tutti di andata e di ritorno, si mischierebbero nella solita “casella-pensiero” e buona notte ai suonatori.
Mi chiamò il Responsabile all'epoca EPT poi lestamente trasmutato alchemicamente secondo canone dei grembiulini (salve, come va?) in Azienda Turismo Basilicata, che noi vecchi nostalgici e filologico dire: Lucania. Nomen omen, qualche tempo fa.
Breve mi si chiedeva una veloce pubblicazione su Aliano, e non aggiungo altro e vedi sopra anzidetto, per i “camerati” germanici. Tourist für immer.
Ora dovete sapere che ogni volta che Manunzio provasse per una qualche pubblicazione “turistica” eh avessi voglia a filosofeggiare, ché il richiamato responsabile...sembrava un simposio fra Manunzio, lui, e cerchia di impiegati dell'APT, appunto. Si cominciava d'estate e si finiva a chiacchiere sine die; non vi dico per il calendario cui “discussione” iniziava in primavera e finiva, stampato a gennaio successivo. E d'altronde una volta l'anno iniziava a Marzo!
Caricate le Contax, 139 Quartz e RTS che ancora oggi, cinquant'anni dopo, funziona ancora (!) ed in una la EPR-64 Kodak slide, nell'altra AGFA Scala 200 e via verso la Valle dell'Agri di stupendi paesaggi e valle e acque...poi a salire che sembra una mulattiera verso Aliano, in Provincia di Matera, le nostre “Colonne d'Ercole” lungo a dirsi e non oltrepassabile.
Click di qua e click di là, al solito Manunzio non lesina su gli scatti: una decina di rotoli 135 pari a trecentosessanta immagini una enormità in era analogica e di solo colore, non vi dico la mitica Scala, di nome e di fatto d'armoniche note. E finiamo qui la prima parte
A latere nel riquadro il colophon segnato in rosso Manunzio/Michele Annunziata, ché non riferisce e fotografa “de relato” per chi intende
date » 10-10-2023 18:27
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macro fotografia, ottiche macro, volti della natura, giordano bruno, fotografia digitale, piante mondo vegetale, umanoide, triregno animale vegetale minerale, nigredo albedo rubedo, mondo verde, lenti addizionali fotografia vicino,
Anche nella materia rimane infuso un verbo…
Gerard de Nerval, Versi aurei
Omologati? None e per banale costatatio, diciamo così, tecnico. Infatti, qui sempre di fotografia si chiacchiera, ci si prova. E dunque sì, le ottiche che ci danno (dannazione?) una visione prospettica differente fra, mettiamola così, grandangolo e tele. Non osiamo dire si tratti di scritture, per carità che il minchiapixellisti potrebbe offendersi. E allora vai con il politcally (in)correct. D'accordo messa così pare il solito Manunzio, se vi accontentate: che dire? De gustibus. Ma non a caso si parla di ottiche, e se a queste aggiungiamo la categorie dei “quasi vicini” o detti macro, il campo s'allarga che pare un ossimoro! Tutt'altro e seguite la cosa. Tecnicamente il macro stringe il campo e vabbene, fatto ottico è. Tuttavia la sottesa eppur parallela creatività, che non si compra da McDonato, ecco, si allarga grazie alle restrizioni fisiche dell'ottica macro tout court: anche le semplici letti addizionali pur parente povero dei blasé apparati macro veri e propri lo sono. Un Mondo lo si scrive in maiuscolo non a caso, se è vero che ne esistono di infiniti e senza scomodare Giordano Bruno et simila.
Sicché spostando una pianta in soggiorno (luogo perfetto dei delitti di Manunzio) e sistemata la digicamera sul quello strano trespolo fatto già segno in precedenza, complice la luce filtrata da domestica tenda, vien fuori l'immagine della cover-occhio in alto. E sin qui tutto bene. E poi cosa? Volti e tali di pietra prossimamente in immagini. E non siamo a giochini prospettici, no. I volti (si rimanda a precedente della sezione Landscape) ci sono e da qui, per chi vuole s'intende, leggersi l'allegato e spassoso/dotto Pdf, insieme a link video non meno che gustoso su quel (altro) pianeta verde di segni & simboli tutt'intorno. E con una avvertenza: l'affabulatore verde dice, sì, cose condivisibili e Manunzio ne potrebbe narrare di proprie a sostegno da impallidire i verdi rami. No, si presti attenzione alla trita e ritrita sottotraccia alchemica-esoterica o “glorificazione” della Natura; sua idolatria a tratti stucchevole se non proprio vomitevole. No, non è la New-Age orientalista bla bla. Manco Panteismo spiccio per quanto ci riguarda, giacché Manunzio al riguardo una sua idea precisa ce l'ha e non è demoniaca come vorrebbe Mamma-santissima Chiesa e suo Catechismo, questo sì, luciferino. Insomma, breve date un'occhiata più da vicino, ecco. Lato traslato e al solito come vi pare!
Ps, Se fossi una pianta tout court mi risentirei di quell'umanoide esprimere, da sottospecie per l'appunto, bipede maligno che si comporta con gli altri con pezzi di vetro e finte collanine, come un Cristobal Colon qualsiasi nel cosiddetto Nuovo Mondo già disegnato a tavolino dai soliti grembiulini babilonesi. Tuttavia accanto al sangue rosso, che il maligno bipede confezione in Adenocromo, scorre non meno importante la verde linfa, ben altro che acqua substrato vegetale. A dirla tutta la bestia umanoide assomma in sé il triregno: animale per l'appunto il vegetale e pure il minerario, sì miniera, di rame argento, soprattutto aurum maligno da zolfo putrescente. Nigredo albedo rubedo tanto per cambiare: solita alchimia alchemica e pari grembiulini
Pss. L'immagine della cover (occhio che scruta, guarda ed osserva) è prodotto da un eccezionale Fz300 Panasonic, sì, una bridge di molta classe e qualità ottico-meccanica. Anche in questo Manunzio è proprio fuori dalla grazia, prego, di Iddio preferendovi la compattezza all'ottica macro presente nel suo corredo Olympus in formato originale (E-1 mitica, E 3 Ammiraglia e 520 mordi e fuggi) 4/3 e con adattatore tanto scuè scuè (alla buona, economico universale) che della Casa in M 4/3 convertito su le Pen e Pen F da brividi
È vero che le piante sono intelligenti?
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date » 29-08-2023 12:33
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caravaggio luce simbolo, cardinal del monte mentore caravaggio, luce cosmica, luce visione, luce dei fotografi, cosmogonie e luce, monsignor ravasi cortile gentili luce, cortile gentili carlo rovelli luce, sara munari credenti e non, cortile gentili, minchiapixellisti, genesi fiat lux, sara munari pifferaio conto terzi, never space agency or nasa, fiat lux genesi,
Sviolinate fra due attori, Gianfranco Ravasi ecclesiastico e Carlo Rovelli scienziato, che a certo punto invertono le parti non credente-ateo per imbellettare le loro baggianate e deliziare il pubblico beota convenuto; anzi lo scienziato candido afferma socraticamente falso come l'oro di bologna, di non sapere. E che là fuori, continua, extra umane vite poco si sa, alla faccia della razionalità 1717 (Anno Domini Massoneria fecit) Taverna dell'Oca London City
Fiat Lux Genesi 1.3
(Delenda Munari est)
Sostanza per chi fa fotografia altro che minchiate di pixel. Simbolo pregnante che non troverete certo sponda nelle baggianate via Nasa o Never Space Agency d'altre volte fatto cenno, cui Sara Munari figlia delle “stelle” è Vestale prezzolata del Pensiero Unico.
Dato premessa, che poco tange con fatti personali circa la Vestale (poco ci frega d'essa se non il fatto che propala cose contro cui siamo razionalmente acerrimi, avversi e contrari per tacer d'altro) veniamo a noi.
Dunque, luce e di un duetto spassoso fra “credente” e uno “scienziato” cui ateità tuttavia è pietosa, fa ride, anzi, giustifica a piene mani il rivale teista parte del duetto. Tutta messinscena, questo è, in Trinacria e nel Cortile dei Gentili, simil luogo del Tempio Sionista a Gerusalemme. Gentili i non intruppati nelle baggianate di Yahweh o detto senza vocali ma cavernicola Yhwn, un amico degli amici: intelligenti puca verba.
Si diceva della figura barbina ( 'o e merd'?) dell'ateo scienziato a salve che non sa assolutamente una mazza di religione e catto-cristiana in primis: voi guidate un treno senza sapere come e perché alla faccia della “razionalità” (prestito dal Nobel Rubbia) !
Ma si è detto è una sceneggiata dove il matador è il Cardinal Ravasi (già da Canale Cinque) ex ras Dicastero Vaticano Spa per la Cultura. Una lenza, un affabulatore un pifferaio in questo simile alla Munari & Co. Una Sirena mitologica non quella delle fabbriche! Eloquio ma per chi intende, però, il curialese e conosce le Scritture cui l'ateo scienziato sa manco l'esistenza, sebbene figlio di...del Pensiero Giuadaico-Cristaino-Greco-Romano e ci si ferma qui.
Suddiviso in due parti il duetto per chi ha cultura superiore è da vedè.
Infine e non diversamente qua e là spunta il Caravaggio creatore, questo sì, del Cielo e della Terra, non le corbellerie della Genesi. Maestro di luce un tantino luciferina ma qui è saggio ed opportuno fermarsi: vero “alchemico” cardinal Del Monte?
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Gianfranco Ravasi e Carlo Rovelli: dialogo sulla luce (parte I e II) -Cortile dei Gentili
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...le tre divinità sono associabili a tre elementi: Giove (Aria) Plutone (Terra) Nettuno (Acqua)...Villa Ludovisi già del Cardinal Del Monte
https://it.wikipedia.org/wiki/Giove,_Nettuno_e_Plutone
Papa Francesco silura il cardinal Ravasi: al suo posto arriva Tolentino
https://www.affaritaliani.it/esteri/papa-francesco-silura-il-cardinal-ravasi-al-suo-posto-arriva-tolentino-817524.html
Manunzio fotografo sin dal 1969
date » 18-05-2023 10:34
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ferrania lettere al direttore pantarei, egregio ig direttore ferrania, fabbrica ferrania, ferraniacolor, nuto revelli mondo dei vinti, critico deni curtis ugo mulas verifiche, letture orizzontatali, carattere italiano arte arrangiarsi, robot materia non vivente, minchiapixellisti, logge sataniche adenocromo, yashica 124 g, ferraniacolor stampe kodak, foto analogica ritratto, ugo mulas verifiche marsilio arte, corpi disincarnati, ferrania stampa kodak,
Ferraniacolor
Un popolo di merda l'italiota, e noi siamo napoletani altra cosa. Premessa alla Manunzio, no? Tutt'altro. Ballerini per Costituzione, lato traslato e fate come ve pare, venduti chiappe al vento a Ur-Lodge a base Adenocromo. Belpaese terra molle e natia del “Franza Spagna purché se magna”. Tranchant, si certo. Fotogramma, solo poi si può dire delle diverse pelli d'uomini e donne che non si piegano, ma è altro discorso, ché se messo insieme, qui ed ora, alla fine fa “televisione” dove si dà spazio a tutte (a salve) tesi per la solita conclusione eterodiretta. Manunzio non è della partita.
Dunque, Ferrania italica Fabbrica di pellicole carte e fotocolor “Tempo bello tempo brutto con Ferrania riesce tutto” jiingle d'antan che i minchiapixel non ci arrivano per loro tare e ino + cul + ati (anti) Covid.
Ferrania che ritroviamo in un be libro “orizzontale” s'intende la dimensione meta-fisica per chi capisce. Scrittura e libro scritto in politichese piano e godibile, tanto la prima parte diciamo storica in generale, quanto la seconda “Egregio sig. Direttore”. E per chi ha letto il Revelli ufficiale del Don “Il mondo degli vinti” via Einaudi Editore troverà a josa corrispondenza.
Fabbrica Ferrania o dell'Italia(no) arrangiarsi che non è solo di queste latitudini, “commedia dell'arte” di Partenope magistralità. Ecco allora cosa c'è in un “rullino” di materiale sensibile tout court. E per quanti si dicono vivi (chi?) una lettura piacevole e veloce. Tutt'altro dal mattonazzo, di nome e di fatto, l'andazzo tipico dei fotolibri a kilogrammo, che ci attende (minaccioso?) sul tavolo su Ugo Mulas scritto, in ouverture da lo spocchioso Deni Curtis che si è conosciuto nostro malgrado. Un libro “verticale” da amici degli amici per amici, lo dice il linguaggio squisitamente iniziatico e poi basta il “pensiero” no? Infatti il librone da cinquanta e passa euro non meno che due-chili-e-spicci di stazza richiama, cosa sennò, il Yankee Pensiero Unico: se ne parla la prossima appena terminato il cilicio, ossia leggerlo tanto le fotografie non servono: basta il “pensiero” tutt'altro che boutade alla Manunzio. Amen Ra. Appunto
Ps. Il libro della Pantarei “Egregio sig. Direttore” non si trova nel solito “circuito” libraio e richiederlo alla nostra solita libreria (Manunzio vi si reca ancora come una volta) tempo perso. Solo scrivendo al Editore è stato possibile una copia; soprattutto il recapito brevi manu via macchina di un commesso viaggiatore ad hoc, proprio così! E quindici euro alla mano per “ricordare” quando c'erano uomini e donne e non robot, pur forse senzienti, ma entità a corrente (!) per funzionare, disincarnati corpi a base silicio
Pss. Nell'Era Analogica, avevamo letto su Progresso Fotografico o Tutti Fotografi, dell'accoppiata Ferrania-3M rollfilm, ossia formato Rollei/Hasselbad (usavamo la mitica 124 G Yashica seconda a nessuno quanto a qualità ottica, anzi, adatta alla “ritrattistica” tout court) e stampa su carta Kodak delle mirabilia. E fintantoché si è scattato foto di cerimonia l'accoppiata vincente non ha mai deluso, tutt'altro
date » 20-04-2023 10:32
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A.D.
Millenovecentosettanta
Duemilaventitrè
Finalmente a casa? Certo che il cerchio si chiude e lo ricorda il Logo da poco, ma state a sentire. A sinistra dell'immagine sovrastante, il pacco di cartoncini analogici oramai velato ed inutilizzabile dal trascorrere gli anni che era il classico diciotto-per-ventiquattro, molto smerciabile: vero, a parte i matrimoni ancora in bianconero, certe redazioni con “allure” il ventiquattro-per-trenta la condizione base. Il formato subito superiore a questi era appannaggio dei passepartout da galleria, quaranta-per-cinquanta per “puristi” del formato Leica.
Ilford, in basso a destra dell'immagine, qui, in formato RC o detta auto-smaltante all'epoca per non dire supporto in plastica, che asciugandosi all'aria, diversamente dalla smaltatura a cilindro, era funzionale per le agenzie e loro usuale fretta. E noi di questa landa i “fuorisacco” o l'antesignana della posta celere si permetteva alla Gazzetta di Bari ricevere le immagini per l'impaginato quotidiano in tempo per l'offset; il Mattino di Napoli; il Tempo e il Roma della Capitale. Vero anche a Milano per il Corriere. E d'altronde chi per ventura si è imbattuto su queste pagine, sa che lo (studio) dov'eravamo apprendisti stregoni-factotum o Agenzia (foto-giornalistica) Lampo, una simil Carrese di provincia italiana; immagini di cronaca usate finanche dalla convicina RAI, distante dal centro cittadino e noi poche centinaia di metri.
Ilford, di ritorno, RC e niente Multigrade poco in uso, lo si evince dal 3 che sta per contrasto stampigliato su la scatola (alla destra) cui clown sembra fare il verso (tanto di cappello, eh) all'altra d'eleganza particolare.
Siamo a cinquanta e oltre anni di distanza, non più silver halide, bensì inkjet. Due mondi e lo si vede dalla composizione legati idealmente e con guanti bianchi, pensa te. Le mani in pasta, meglio nella bacinella del bagno di sviluppo analogico con nonchalance al posto delle scomodissime pinze; oggi bianchi guanti necessari a prelevare-sistemare cartoncini nella stampante del caso, Canon, brand che pare va a nozze, sembra, con le carte e matte, verosimilmente per composizione-inkjet.
Ilford in nero (a sinistra) cui interno (si tratta di un sample pack riuscito ad avere rocambolescamente da quando l'Albione patria d'Ilford ha smesso di stare, dicono, in seno all'Europa) è fra l'altro la mitica Galerie baritata, versione “uguale” l'analogica che, tuttavia, pesava molto di più; un'altra interna versione di pari caratteristiche, sebbene stesa su cellulosa, opaca scorre al tatto. Interno Ilford dove pure trova posto, in due versioni che a noi sembra sovrapponibili, le Glossy che provano a fare il verso al mitico Ilford-Cibachrome.
E ora di sample non ne useremo più, d'altronde se la Ilford è diversa (?!) da Canson e questa da Hahnemühle, sodalizio europeo manco a dire franco-tedesco, baryta o meno è esercizio retorico; siamo oltre il piluccare, a sti livelli o si è fotografi stranavigati per capirne le sottili sottigliezze, o viceversa minchiapixellisti & gallerioti, chiappe al vento, ecco!
Ps. Mettiamo qua per non appesantire l'immagine con didascalia. Immagini di due mondi: a destra l'analogico agire di pellicola-sviluppo-stampa. E per arrivare a questa bisognava possedere su le spalle centinaia e centinaia d'ore nell'antro alchemico-camera oscura; fatto di mille accortezze e tanta ma proprio tanta manualità artigianale impensabile oggi ai “pellegrini” pinguini giovani leve che ri-tornano al bianconero, lo riscoprono pur non avendone traccia alcuna nel loro già manomesso DNA. La cosa ben più che boutade, è costatatio di chi ha vissuto mai i tempi in cui tutto era “bianconero” e, quindi, difficilissimo da intendere ed impossibile trasferire su carta, nel caso Ilford Galerie il non plus ultra.
Ilford digitale in bella ed elegante scatola nera, piena di “smooth” surface rag dove il Mastro è l'arcinoto Pshop e “fratelli” tra cui l'impareggiabile e beffardo Wilber mascotte Gimp, mastodonte programma che fa, se restiamo al solo bianconero, cose pregevoli. E d'altro non è caso ché troppo very nice tipo PhaseOne: de gustibus!