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Ottiche digital (ottica 24 mm Yashica al centro, Zeiss Planar 50 mm a destra su Contax) verso analogiche e tutt'altro che sfida pro questo e quello; ricette ottiche di più di cinquant'anni l'un l'altra reggono bene per chi non ha per la testa che minchiapixel e/o risoluzioni inutili e dannose all'immagine finale. La Contax Rts (destra immagine) a mezzo secolo di distanza con suo scatto felpato di classiche tendine a scorrimento orizzontale regge benissimo l'odierno seppure necessita di batteria per funzionare. Retrostante la Yashica meccanica che simile ad Panzer macina ancora fotogrammi senza problemi. Lato opposto le telecentriche Zuiko (camera Pen F e Ep 5) milestone che han segnato e tutt'ora la storia delle fotocamere digitali insieme all'intramontabile “telecamera” Panasonic GH4, pimpante a tutt'oggi



FAMIGLIA ALLARGATA
Mondi diversi l'analogico e digitale, troppo a dirsi per chi quel mondo non sa che è esistito ed in gran prate ripreso in bianco e nero l'anima della Fotografia. Fotocamere tutto d'un pezzo, lato traslato e come vi pare. Pesanti eppure ben disegnate, anzi, per restare alle Contax pare fossero uscite dalle matite (non c'erano Cad all'epoca) della Porsche. Vero o meno anche queste macchine furono “mal comprese” ché imperava Nikon tallonata da Canon che oggi le batte l'ultimo chiodo della bara; Sony manco l'ombra, quando al suo posto la gloriosa (ne ha fatto le scarpe) Minolta cui ceneri l'odierna richiamata. E le ottiche? Era un fiorire di pezzi di vetro, poi tra cui gli Zeiss & Leica a farseli nei propri crogioli, quanto al resto vi provvedeva la Hoya soprattutto a fornire delle buone ricette, ottiche. E a queste si aggiungevano le cosiddette “sotto-marca” impossibile da ricordare tipo Cosina-Petri-Voigtlander e altre che non viene più in mente. Certo insieme l'Olimpo, lassù l'Olimpo le mitiche Ashai Pentax e loro stellari Takumar.
Certo poi la progettazione ottica teneva al fatto che era, qui, il ventiquattrotrentasei cui disegnare il vetro tout court; del tretaquaranta inquadrato per gallerie à la page quando a maggioranza bastava il ventiquattrotrenta. Tranne quella volta che insieme ad altri mattacchioni osammo sfidare le Aquile Zeiss con vetri equivalenti (stessa baionetta) Yashica. E ne tirammo in camera oscura uno stratosferico poster cinquatapersessanta, e lì si vide differenza. Eravamo giovani e mica sapevamo che per legge psico-fisica a distanza di osservazione (non il naso incollato al supporto) pari ad una volta, volta e mezzo la diagonale dell'immagine tutto era/è inutile fra i due vetri: germanico vs. nipponico. E questa regola vale anche oggi per tutto e dimostra l'imbecillità dei minchiapixellisti che corrono dietro a l'ultimo pixel.
E delle ottiche? Capitava a sera di scattare in luce ambiente di lampioni cittadini, senza Noctilux Leica, per strade e manifestazioni sicché la pellicola per di più HP5 “tirata” a milleseicento Asa “equivalente” odierno Iso la Contax & Zeiss faceva ancor bene la loro parte; certo con tempi lunghi e mano ferma. Era allora il Planar de noatri unoesette al posto dell'inarrivabile (money) unoquattro dal centro favoloso e bordi...Non altrimenti, oggi una Photoshoppata qualsiasi con o senza plug-in, eh avessi voglia a “pareggiare” i conti.
E venne il contrordine degli anni Duemila: compagni è l'ora non dei Pavesini, così la réclame d'epoca, ma del digitale terrestre, molto terrestre. Storia recente che le ottiche, c'è l'ha insegnato Olympus con sua progettazione telecentrica dei favolosi Zuiko, che la luce digitale è diversa dal quella naturale, analogica. Olympus delle mirabilie, anche questo “incompreso” a salve eterodirette, in Mondovisione.
Sicché uno dice: 'mbè? Se nonché la bajonetta Olympus/Panasonic tramite robusti adattatori consente a chi ne vuole di “resuscitare” non già Lazzaro delle Scritture, gloriosi vetri qui il Planar, insieme ad un superlativo Yashica (usavano stessa bajonetta) ventiquattromillimetri che si “raddoppia” dato il cosiddetto cropp del Micro 4/3: niente male. Certo l'inizio è un casino per fuochi manuali e diaframmi, casomai assistiti dall'automatismo di questi, però le immagini (file) sono di certo gusto: vintage? Yes very nice e niente niente male. Anzi




Yashica vs Zeiss




Una di quelle sfide che pare perse già in partenza, eppure non è così. Infatti è questione di “cosa” si misura: patate cipolle ravanelli…o lenti. Vabbene Zeiss è sin troppo noto per chiunque, fanno la réclame delle lenti per occhiali su le televisioni…Certo le nuove leve, già, che se gli levi lo smartphone, si buona notte!
RTS Contax e serie FR Yashica I e II tanto per cominciare. Anni Ottanta del secolo “breve”. O dell’Asse Sino-Germanico meno drammatico, ecco, di quell’altra ante Hiroshima e Nagasaki per intendere.
Insomma di Contax conosciamo vite&opere, figurarsi delle ottiche Zeiss. Planar Tessar...e via così.
Viceversa la Yashica, si parla di Era analogica, aveva una joint venture con i tedeschi, quindi poteva montare anche le blasonate ottiche Zeiss. O per dirla non infrequente (chi scrive) che su le Fr dal nome frusciante, trovava posto ad esempio il Planar 50 mm, e su la Rts l’ottimo 24 mm Yashica, ma…Cosa accade a “vecchi” fotografi che dell’indiscussa supremazia Zeiss ne fanno vanto poiché (usavano) su la Rolleiflex biottica lente Zeiss?
Siché preso il cavalletto Linhof che va benne per palestrate performance…sopra la Rts caricata con Agfapan 25 da tirarci i 50x60 centimetri al bacio, che il gioco è semplice. E alternando l’uno e sette Planar vs lo Yashica equivalente cinquanta millimetri, soltanto a quell’ingrandimento si vide la differenza fra lente germanica (costruita in Giappone, eh!) e il Sino vetro. Abissale? No assolutamente niente di tutto questo, la prova dell’ingrandimento, fatto sul mostruoso 139 Durst a luce “fredda” cosiddetta ché la lampada utilizzava terre rare e di colore blu intenso di una morbidezza unica. In definitiva fu come trovare l’ago nel pagliaio e ben oltre il pelo nel solito uovo. Tant’è vero che sul formato trenta per quaranta, limite massimo del formato 135 o Leica che dir si voglia, era ed è molto difficile vederne differenze tra lenti, anche perché la grana, poi, della pellicola come nel cinquanta per sessanta gioca non poco ruolo, ma è altra storia maledettamente complicata, tipica dell’Era anaologica!

Man


Contax RTS vs Yashica FX-3

YASHICA FR + YASHICA ML 50 1.4

24/2.8 ML - Un ottimo obiettivo che ancora oggi merita di essere acquistato. La resa globale è allineata a quella dei migliori obiettivi della concorrenza con in più un contrasto ed una resa cromatica davvero notevoli
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