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Tazio Secchiaroli, si, mi ricordo

Numana riviera del Conero, Marche estate ‘87 del secolo alle spalle. Giugno, inizi, caldo. Erano di quei incontri, patrocinato da FotoCine80 rivista fotografica stampato a Battipaglia, cui potevi, finalmente, dialogare vis-a-vis con i mostri sacri della fotografia italica; quei che si vedevano (loro scatti) su le riviste fotografiche e non. Nomi altisonanti, e donnine succinte in costume da “bagno”...penale per i fotografi che ne proponevano come il duo Rocchi-Marocco fratelli che per distinguersi avevano due cognomi diversi; partivano di buon mattino per angoli di spiaggia non ancora intruppati di “bagnati” seguiti da stuolo di fotografi (ingrifati?) e modelle…
Avevamo pure noi le nostre modelle al corso (workshop because is very nice sound) tenuto da Danilo Cedrone, fotografo mica gallo. E poi il mitico G. B. Gardin fotografo di reportage: reportage tutt’altra Galassia rispetto l’inutile farsi “street photography”. Stritt’ alla napoletana, di nome e di fatto! Innocuo.
L’aria calda dell’ora meridiana ci vedeva con un discreto numero di “adepti” vicino la tavola e vino bianco a seguire cui tracannare avea l’effetto di inchiodarti alla sedia. Senonché nel deliquio con la coda dell’occhio un signore (saprò dopo chiamarsi Tazio Secchiaroli) armeggia alla Leica verso chi scrive, che si accorge et voilà perso l’attimo fuggente. E non ci fu verso di chiedere il reply a Tazio: no, me sembri un’artro da quello che stavo pe' fotografà, me spiace. E così dismessa la Leica con un auricolare monofonico alla radio-televisore portatile con tanto di antenna chilometrica s'avvicinò a Salvo Andò nei pressi…

...Roma, Via Veneto, la sera del 14 Agosto 1958. Tre uomini discendono lentamente la via, lanciando occhiate furtive ai tavolini dei vari locali…

(Copia & Incolla se vi pare)

https://www.nadir.it/pandora/GHISETTI_SECCHIAROLI/la-dolce-vita.htm
https://www.fellinimagazine.com/tazio-secchiaroli/




Cannizzaro, una condomina di Myphotoportal


Della richiamata due cose mi colpiscono: la prima è quell'esser accovacciata, in posa fecale cover sinistra immagine, se non uterina regressiva, nuda va da sé in mezzo a sterpaglie che guarda caso somiglia ad un immagine della sacerdotessa (del Nulla ) a nome Munari, seconda posa lapidea accovacciata in cover a destra.
Orbene la nostra Cannizzaro, dice, che si aufotografa (autoflagella è meglio?) per esprime che

in fotografia l’autoritratto non come gesto egocentrico, come descrizione e raffigurazione sterile di me stessa ma come veicolo di espressione e liberazione di stati d’animo e pensieri



Bello il cioccolatino Perugina. Insomma, via, sempre la nostra (si)fotografa non mica per egocentrismo, nooo, ma che tricche & tracchete ricerca di “senso”, quale non è dato ma pigliatelo per buono. Una volta era il nasino oltre il quale alcuni/ne ponevano le mitiche colonne d’Ercole: Boaz  & Yakin di loggia massonica. Adesso è il corpo tutto ma non più, checché, a rappresentare il “limite della conoscenza”. Dunque Dante…

“O frati”, dissi “che per cento milia
perigli siete giunti a l’occidente,
a questa tanto picciola vigilia
 
d’i nostri sensi ch’è del rimanente,
non vogliate negar l’esperienza,

considerate la vostra semenza: 
fatti non foste a viver come bruti, 
ma per seguir virtute e canoscenza”



Corpo del reato va tu mo’ a sapè. Autorappresentazione di un sé femminile: vabbene. Ma anche un tale a nome De Chirico, certo non fotografo ma compulsivo, nell'’ autoraffigurante effige era, forse, dello stesso avviso?
Vero, in altro appartamento del “glorioso” Myphotoportal condominio c’è una che si “autorappesenta” tale…Rosita Delfino che nuota nelle sue acque amniotiche più che marine.
E poi la nostra, e finiamo, Cannizzaro richiama Jacopone da Todì e il suo “S’i fossi foco”. Ahi lasciando l’autocombustione, meglio il cupio dissolvi che fonda radici di autodistruzione a nome Paolo di Tarso, sua “mossa del cavallo” qui ci fermiamo. Tobola, sure Bingo!



Ps. C’è un immagine, sito web della richiamata, in cui la nostra mostra cartolina del 1936, spiaggia calabrese: un uomo il nonno che regge in braccio, fra altri uomini stesi su la battigia, un bambino il padre della Cannizzaro. Eh ma come il maschio represso? Ma come l’inutile bianco di pellame cui immagine virile, fonda questa dalla cintola in giù, lato traslato o come vi pare? E sì, povere donne del Cancel Culture: non toccatemi il nonno di patriarcale Era; non toccatemi il bel papà (complesso di Elettra). Manca lo zio scapestrato e bell'uomo a fare tris: Tria sunt perfectionem, no? Benedetta Cancel Culure: questo sì, quell’altro no secondo ciclo. Mestruale si capisce legato alla Luna













Trailer: sola + mente?

Se c’è un aspetto degli Yankee che apprezziamo, diciamo così, sebbene li reputiamo barbari che si sono appropriati di lingue altrui storpiandone ovviamente suono e scrittura e viceversa, è loro costante e permanete sarcasmo luogo retorico più ancora della “semplice” ironia. E poi in caso di specie c’è il precedente “Capricorn One” e qui si parla di Propaganda che sputtana il famigerato allunaggio: chi non ricorda il controluce dell’astronauta allunato su scaletta del Lem (Lunar Excursion Module) ma illuminato a giorno? Lo scotch, sure english tape and not drink, che mantiene pezzi sempre del Lem? Tante troppe altre “incongruenze scientifiche” e fasce di Van Allen comprese! Mo’ sempre sti guagliun’ e malavita, altri, ci riprovano a sbertucciare la Propaganda Nasa (Never Space Agency) visto l'iniziale corsa URSS (Repubbliche Socialiste Sovietiche, i Comunisti con il Talmud, il pilastro centrale che regge l'intero edificio spirituale e intellettuale della vita ebraica, l'odierna Russia cattivissima che non rispetta le “regole” by Stars & Stripes). E se il trailer è già un buon viatico c’è da scommettere che, forse, a botteghino farà meglio che la sceneggiata One Dollar/Annuit coeptis paisà. Anzi presta orecchio a la sibillina frase finale della nostra venditrice di fumo arrosto...”ci vorrebbe Kubrick”. E suo 2001 Odissea nello Spazio e…compà studia che l’Immagine non è cosa di minchiapixel!

NB. Sola, alla romana, fregatura più mente fate votis il resto

Ps1 La scemeggiata A + pollo 11 (undici esoterico!) del 16 luglio 1969 è stata la prima “pandemia” in Mondovisione, di come l’immagine (!) sapienziale abbindoli i cretini umanoidi: maggioranza?

Ps2 Sedici Luglio di cinquantacinque anni fa l’Allunaggio e cinquant’anni e spicci dopo lo sbertucciare d’esso: casualità? E in Amerika (k kome killer) ci stanno le elezioni fra un rimbambito e un cotonato in pectore presidente: la storia insegna, ma non ha scolari, eh Tonì, Gramsci si capisce

Ps3 La "protagonista" è donna finta incinta non a caso, e una sua battuta "sono qui a vendere" quanto di Moon/Luna e altro è vexata quaesito più che il solito misogino (!?) Manunzio. En passant esiste pure l'inverso: Misandria corrente e pestifera. Intelligenti pausa verba!

Fly me to the Moon
https://www.youtube-nocookie.com/embed/lW7enw6mFxs


Update, un si sa mai

Bello non c'è che dire, s'intende che gli Yankee e del film in argomento...con una mano danno e con due tolgono. Già, cosa? Sanno, sempre in caso di specie, che la storiella dall'allunaggio (Van Allen fasce permettendo, un po’ come dire che una mosca passi indenne ad una spruzzata di DDT d’antan) è abborracciata; e cinquant'anni dopo con tecnologia, altro che linee per millimetro risoluzioni e mischiate varie, sarebbe, è, possibile passare fotogramma per fotogramma l'intera "historiola" (i film restaurati han stessa logica ideologica operativa) e farne mira + culi. Sì la famigerata presa per...E anche perché, quei mattacchioni dalla Nasa (Never Agency Space) ha perduto, da non credere, gli "originali" della sceneggiata in Mondovisione (prima Pandemia per chi intende il potere suadente & ipnotico dell’immagine con virologi-robot pifferai passati per umanoidi, stessi in attesa del ritorno dell’Aviaria: via aerea e tutto torna!) E quindi, costoro cavalcano l’onda dei soliti “complottisti”. Vero-verosimilmente di certo falsa + mente ciò che vediamo de facto sono delle "copie" a propria immagine e somiglianza, tutt'altro che accomodante. Infatti è l’onnipresente Torah/Antico Testamento a darcene prova provata; ancora ce lo insegna (indottrina manu militari alias Vaticano Spa e suo Catechismo con occhione malefico inscritto in Triangolo/One dollar/Annuit) l'Ecclesiaste detto Qoelet ebraico: sì, quello che dice...c'è un tempo per tutto...Ecco: che dire di più? Amen. Ra si capisce. Onda su onda “tutti ar mare a mostrar le chiappe chiare” così almeno cantava, la singer romana Gabriella Feri, scritto alla romana che li romani non pronucieno e doppie. Chiare e fresche chiappe, però...

La Luna non è misteriosa, vero?

Secondo la “storia ufficiale”, più di mezzo secolo fa, sulla Luna la gente giocava a golf e ci girava in buggy da spiaggia. Oggi non possiamo farlo perché la NASA ha perso tutti i dati telemetrici e il materiale d’archivio della “più grande conquista dell’umanità” e dice di aver dimenticato come si va sulla Luna e, soprattutto, come si atterra e si torna indietro dalla Luna.

Per favore! Dateci un taglio!






Numerologia casereccia, così, alla buona

E si certo. Mare spiaggia e da leggera balza l'inquadratura di una bella immagine: cartolina? E perché no, molto meglio della cercatrice di telline o l'immagine (mal impaginata, stampata da cani in fangosa piatta visione) della Munari, così come a pagina 33/34 fig. 2.30 e seguente del suo orrifico “Raccontare per immagini” by Feltrinelli/Apogeo a trenta euro da rapina. E d'altronde chi si contenta gode, ancor più Munari/Feltrinelli la editrice de li “compagni”: compà tu fatic' e je magn'!
E veniamo a noi. Una giornata al mare...con solo mille lire così cantava l'Equipe 84 su testi di Paolo Conte jazzman; canzone pure di Bruno Lauzi a suo modo. L'immagine in copertina è solare e movimentata nella sua “fissità” bi-dimensionale. L'inquadratura, a ben vedere, ecco, è zeppa di triangoli (ovviamente immaginari) su una tela cui sviluppo orizzontale è quasi tagliata in due (non si fa dico i Sacri Testi: di chi?) anche se vista, l'immagine, la battigia (non bagnasciuga!) non è proprio così suddivisa equamente.
Triangoli e solo gli essenziali: la mamma con bimbo ne è un altro con il venditore in primo piano; in alto a destra il triangolo triangola a sua volta con i bagnanti subito a sinistra (una di questi alza la mano in saluto, forse). Infine quei due, maschio e femmina almeno così sembra, in basso a sinistra presi sul momento di uscire di scena danno sale alla staticità, come pure il bimbo nell'atto di muovere.
Scatto su treppiedi (!) in formato Raw (che impiega una ventina e più di secondi a scrivere su scheda, allora meglio il più che buono Jpg!) di Olympus Camedia WZ C-5060.
Tutti al mare, tutti al mare a mostrar le chiappe chiare con li “pesci” in mezzo all'onna noi s'annamo a divertì della Gabriella Ferri non poteva mancare. Si pure Giuni Russo ce sta con la sua...me ne vado ad Algherooo...



Ps. Si è detto alla buona in headline, anche se in scena sono presenti ventuno umani: grand' piccl' e mezzan' o di ogni età. Sicché "il numero 21 è considerato in molte culture il numero della perfezione dal momento che è il risultato della moltiplicazione dei numeri 3 e 7, numeri a loro volta considerati perfetti. Tre il triangolo e Padre-Figlio-Spirito Santo; Problema-reazione-soluzione finale del Deep State luciferino ad Adenocromo. Sette, infine, il patto cui è pieno la Bibbia: il settanta volte sette Secondo Vangelo di Matto 18.21; sette i giorni della settimana, le spade nel cuore della Madonna...il settennato del Capo dello Stato 'taliano p' nuje ca ce chiangnimm' 'O Re, quello di Giancarlo Giannini e che avete capito!

Pss. Il triangolo centrale e lo scatto successivo vedi link, zoom in, oltre alla triangolazione ( non meno dei bagnati retrostanti la coppia del vertice giallo con il tuffatore, anche qui, che da sale movimentando la scena altrimenti “statica”) coglie quelle mani giunte verso l'uomo per chissà cosa, sebbene acqua mare e forse...ci siamo intesi. Questo a ricordare che oltre i triangoli, quadrati cerchi ellissi del piano euclideo...non bisogna dimenticare di conchiudere pur nella bi-dimensione della scena una “storia”. Genere ex novo, certo, da inserire non già nella street photography ammorbante, quanto a ben vedere in "aquatic photography" da far contenta, forse, la Vestale del Pensiero Unico eterodiretta Munari


Manunzio photographer since 1969


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Sulanto dixit

Carneade chi era costui? Un nordeuropeo che usa il Micro trequarti, Oly & Panas. Ha dei buoni video da vedé, ma non è questo.
Si sa con la bella stagione, mare spiaggia monti...chi usa il Full-frame chi addirittura la buona pellicola d'antan. Certo poi anche falangi di microterzisti, buongustai. Gourment, si fine intenditor, che guardano dall'alto in basso i CanSony (Nikon resiste a questi perché attaccata alla canna acca-due-o, una volta staccata per eutanasia...).
Sicché scritto e riscritto chi capisce (già chi?) di fotografia e Microterzista dovrebbe di ciò fregiarsi, tant'è conclamata bontà le macchine M 4/3, figurarsi lo sterminato parco ottiche, che, quanto meno, sono da definirsi stellari (si provi a dare occhiata al sito Juza). Poi, volendo si dovrebbe parlare di pisicologia della visione che non è si mangia né beve per chi intende.
Ora si fanno robot su teorie pisicologiche, pari ad un ameba e però spacciate per intelligenti più dell'Homo Sapiens. Pisicologia, ancora una, che vuole e l'occhio che a certa distanza nun capisce più niente in fatto di “acutanza” una volta analogica odierna “nitidezza” . Roba come l'Araba Fenice: che esiste ciascun lo dice dove sia nessun lo sa!
Eppure se ne dava conto della “pisicologia” della visione a dimostrazione che, a muro distanza.... inutile continuare, tranne che nel video che si posta c'è una frase del Sulanto anch'essa da incorniciare a muro...fotografie che mi fanno sentire bene ogni volta che le guardo.
E non ditelo alla zelota dei latomisti luciferini stars and stripes, ma si, la Munari front-end e chi sennò?

Ps. Vero la Olympus photo è stata passata ad altri che la chiamano al corrente OM-System, rebrandig che ancora meglio della conosciuta ed ottima “banda” è de facto ancora nominata Olympus per chi sa e apprezza la “ditta” già in evo analogico figurasi nel corretene digitale

Pss. Il richiamato Sulanto fa réclame a...Saal un service online per la stampa. Bene a noi nun ce ne pò fregà de meno perché non l'usiamo né intratteniamo rapporti commerciali


Surprising how little difference sensor size makes in reality prints!

Manunzio fotografo sin dal 1969


Linee guida “mentale” (si acquisisce con costante lavoro dell'osservare e attingendo alla storia dell'Arte tout court) a ricomporre il quadro, che non è mai il calco fedele della realtà cosiddetta, secondo equilibrio compositivo “armonico” che, tuttavia, si contrappone manu militari all'orchestrata Cancel Culture di stanza, ecco, a Wall Street & City of London templi del'Iddio denaro flat giunto al capolinea come tutto il resto dell'America way of life giudaico-cristiano-greco-romano


Diteggiatura...estiva, va

Anzitutto bisogna esserci fisicamente in situ, mica con il “pensiero” concettuale o dematerializzazione/virtuale corrente. Bisogna saper tener in mano una digicamera, operazione tutt'altro con “pensiero”, come pure analogica che al presente sembra ritornata very nice people in mano a giovani occidentali (meglio se nati a New York la grande mela, vuole il caso). Infine, senza farsi male! Lo si ricorda per i concettualisti eterodiretti proni a novanta gradi, in attesa del Messiah Pensiero Salvifico. Pensa te.
E dunque siete su una spiaggia di buon mattino, cielo terso e pari mare ognuno per la loro parte di scena. Tre bande, l'immagine, orizzontali: cielo mare terra. Ancora l'interno ripetizione del tre (tria sunt perfectionem, no?) di giovani corpi, che proiettano altrettante ombre: sapevamo del Trentatreesimo di Rito scozzese rettificato oliato a puntino per...l'abbisogna. Che dire? Il solito fuori “squadra & compasso” Manunzio...
Cui prodest? Bella domanda e se la ponete siete irrimediabilmente persi (stavo per scrivere con impudente politically in-correct ante Cancel Culture, dannati) figurasi dall'altra parte a tempo debito secondo Parche. Eh stamani siamo di lena e sfoggio di cultura ma ho andato a squola altro che mantra “Emittente-ricevente canale di...Sicilia” madama la marchesa. Fermiamoci qui. Intelligenti, al solito, pauca verba!


Ps. L'immagine, serie centinaia di frame, è il portato di insuperabile leggerezza dell'essere Olympus C 5060 WZ in formato Raw, uno dei rari casi che si è scattato "grezzo" preferendovi, e di gran lunga, il "semplice" formato Jpg. Point&shoot, quindi, digicamera discreta e poco intrusiva. Se carta canta figuriamoci uno scatto fotografico fresco e godibile "fatto" non con soliti brand(y) fullframosi. Stamm' man' all'arte, eh? Proprio così

Manunzio fotografo sin dal 1969





Trascurata non a caso nei “manuali” di certuni sedicenti fotografi à la page ben pasciuti di trite ideologie a senso unico omologante, l'essenza luce-anima (statuto) stessa della fotografia è lasciata a semplici espressioni soprattutto tecniche; si lamenta, dicono i sedicenti fotografi-scritturali eterodiretti un tot a telecomando, del pattume fotografico non solo imperante dal web ma anche ai seipertre stradali e rare copie in offset digitale. E d'altronde chi semina liquame, liquame poi raccoglie su l'altare del Moloch transumanista funzionale alla giostra degli acquisti


Munari delenda est...


Chi ben comincia a metà dell'opera è, o il mattino ha l'oro in bocca (solo lì?). Dunque qualche giorno di Full imersion: un momento che avete capito? No, niente acqua mare pubblicitario di uomini e donne (difficile distinguere l'un l'altro ma tant'è) con paletta e secchiello su la spiaggia possibilmente tropicale con anche qualcosa in mano e bocca gocciolante di...panna. E meno male che vuole il film “La vita non è un gioco da ragazzi”. No, ancora imersion in “buia & onirica” dimensione che prova fare il verso, ma è altra cosa dalla dark room dove avveniva e tutt'ora il processo alchemico, trasmutazione della “pietra” filosofale...per i grembiulini.
Ancora presa pure la scatola di impalpabili fogliettini avvolgente Baci Perugina, di quelle frasette (dotte citazioni?), dolci appunto, che leggi mentre le ganasce mascellari triturano i pezzettini di nocciolato inside il cioccolatino.
Più ancora a dir vero il fogliettino, che qui si richiama, è un po' lunghetto e leggerlo su lillipuziani monitor iPhone & Android, na tragedia ammesso che qualcuno riesca a “capire” la lingua in cui è scritto: ci siamo intesi.
Allora mettiamola così: giusto l'abbrivo poi chi vuole arrivare sino al fondo, a proprio rischio e pericolo because time is money, right, all'allegato sottostante di scrittura molto più che condivisibile. Fine prima parte

...la fotografia è un'altra cosa che ha avuto un più reale e più profondo magistero sulle anime...

Link Guido Piovene


Ps. Niente di personale, anzi, l'uso delenda-ideologia-pensiero unico-omologazione che viene dal Latino (calco m.p.catone aggiornato) verbo delere è ben più che nostro “accidente” filosofico; certo da non credere pure l'informatico “omologo” Latino è. Molto più che semplice “loan” ma ci fermiamo qui






Munari : Musa = Fotografia : ?!?

E veniamo al parto (serotino?) della Munari “Raccontare per immagini”. Eppure narrare** sarebbe “grammaticalmente” corretto in prima di copertina, se la narrazione, ecco, è diretta espressione corporale. E ancora per meglio dire, dietro i fumogeni del “linguaggio” iniziatico del tipo: trasmittente-ricevente-rumore sul canale e via cantando, si nasconde il chiaro intendo di “casta”. Troppo lungo a dirsi, e non hic et nuc. Insomma, a farla breve, racconto o narrazione qui stiamo fuori dalla grazia di Santa Lucia, se per i fotografi anche la “vista” è cosa “sacra”.
Libro che ha la peculiarità, ancora una, di essere stampato malissimo, inchiostrato peggio ed immagini piatte: lato traslato e fate come vi pare. Un mix molto esoterico (essoterico vorrebbe il Venerabile Magaldi, quello dell'Opera/Opus Massoni a responsabilità illimitata, anche per noi non “tesserati” a Logge) che la dice lunga.
Già la copertina (alto in copertina a destra) con quel volo dei due “astronauti” nel vuoto, effetto ottico per compressione piani (teleobiettivo?) che dà l'impressione di una spanzata più che splash-down in acqua su sabbia/spiaggia/battigia.
Inquietanti gli scatti (diretti o scelti) della Munari, una su tutte a pg. 32 figura 3.15. A seguire le altre non meno “oscure” pg. 63 figura 3.16; pg. 77 figura 4.6; pg. 78 figura 4.7; pagina 99 figura 4.30. Pagina 100 figura (terribile di mask a volto, sbarre sul fondo di cupo bianconero, che è altra cosa dal “monocromatico” à la page come pretendono manu militari, loro usuale linguaggio, gli Yankee) di gusto mortuario come il resto; non altrimenti a pg. 103 figura di arcate dentarie (?!?) forse maschera figura 4.39.
Infine, si lascia per carità di patria (quale?) altre strane cose che inzuppano il libro, a pagina 105: Don't let my mother know. Dove ci “parla” la Munari di finti-veri più che verosimili marzia-puffi.
Ora l'antifona dell'autrice/libro è diciamo “chiara”. Tuttavia a restituir pariglia c'è per noi quel Capricorn-One, movie sempre degli Yankee, la scena con carrello indietro che mostra il “set” del “rosso” pianeta ricreato in studio stile Odissea nello spazio di Kubrick, che volenteroso si è prestato ad “allestire” l'allunaggio Anno Domini 1969 in Mondo Visone, poiché tutto si tien: fine del messaggio in codice. Sicché se ci tenete alla vostra anima, o qualcosa del genere, tenetevi mille e mille miglia lontani da “Raccontare per immagini” libro di morti che...“lascia che essi seppelliscano morti” Secondo (pure secondo me) Matteo 8. 21

Signorinella (!?) pallida "dolce" dirimpettaia del quinto piano Myphoyoportal ad majora


** Enciclopedia Treccani:v. tr. [dal lat. narrare, affine a gnarus «consapevole»]. – Esporre o rappresentare, a viva voce o con scritti o altri mezzi, vicende, situazioni, fatti storici e reali, oppure fantastici, vissuti o, più spesso, non vissuti in prima persona, riferendoli in modo ampio e accurato e nel loro svolgimento temporale (ha sign. molto simile, ma non identico, a raccontare)

“Apelle figlio di Apollo fece una palla di pelle di pollo, tutti i pesciolini vennero a galla per vedere la palla di pelle di pollo fatta da Apelle figlio di Apollo”...11. Undici come il famigerato settembre. A buon intenditor...

Capricorn One Trailer
https://www.mymovies.it/film/1978/capricorn-one/

Link precedenti
https://www.manunzio.it/-d14416
https://www.manunzio.it/-d14388https://www.manunzio.it/-d14388



Ps. Per non lasciare il “pallino” alla Munari si consiglia tutt'altra visone; d'altronde per chi ha almeno sentito dire di ottiche d'uso in fotografia (fottografia è della Munari e sodali come spesso scriviamo) ognuna di questa ha una propria “scrittura”. E se tanto mi dà tanto, a prezzo di pochi euro Il linguaggio fotografico, altra pasta dalla Munari, che ripercorre con gli scatti famosi della Fotografia, edito da Progresso Fotografico fa alla bisogna. Dispensa, ecco, forse ancora oggi reperibile. Di certo per “abbeverarsi” alla Bella fotografia, almeno i suoi fondamentali iniziatici, Guida completa alla fotografia del glorioso National Geographic (acquistato di propria tasca a € 24.90 cinque euro in meno del richiamato, cartonata copertina di quasi doppio pagine, Munari fatica) che avevamo già letto in una edizione analogica d'antan. E se il Bello, maiuscolo d'obbligo, ci salverà non si capisce motivo dell'orrido mal stampato “esoterico” racconto per immagini della Munari “figlia delle stelle”

Pss. Da quarant'anni “insegno” fotografia, eppure durante i corsi...oops workshop fornisco solo carta penna e “calamaro” al resto cenni non prezzolato, stile Manunzio



© G. B. Gardin Lido di Venezia, 1959. A sinistra, del triangolo compositivo, due coniugi e neonato, l'orizzonte marino, tumultuoso quanto si vuole, è altro dall'immagine colorata del Manunzio, dove il triangolo ipotetico è, sì, dei due su battigia ma il punto è all'orizzonte, in realtà natante. E qui lo sguardo va oltre le figure, non come nel bianconero dai toni cupi e drammatici (due solitudini protagoniste verosimilmente alla stregua, su la stessa lunghezza d'onde, ecco, la celeberrima macchina su la scogliera inglese in pari giorno tempestoso sempre di G.B. Gardin) mentre l'immagine digitale “stratificata” a fasce in orizzontale parla d'altro: i due "solo" protagonisti marini d'una metafora forse ai limiti di significato. E in ogni caso, bianconero reportage e colore meditato, due universi paralleli che un arcano ha fatto sfiorare, rispecchiarsi, per disperdersi nell'Universo mare ognuna per la sua


Al Maestro G. Berengo Gardin

Maestro l'ultima volta che ci siamo incrociati è più di vent'anni fa ad Alberobello, mentre venivo dalla convicina Lucania sotto un diluvio, quel giorno, che Iddio la menava a secchiate (la stampa ancora non la chiamava “bomba” d'acqua).
Trulli che già di prima mattina, una sala, era pronta per il “diner” fra aromi di cuccia pugliese e...d'un trinariciuto Denis Curti, che trafficava incazzato ed inavvicinabile: Potenze Numinose, i cosiddetti “curatori”!
Lei Maestro se ne stava, come i Santi in edicole, dietro i vetri d'ingresso sotto una luce incerta dell'happening, ma come lontano fuori luogo, va tu mo' a sapé. Certo lei contraccambiò il saluto come si conviene a persone dette “civili”, mentre provai a ricordarle quella volta, in un altrettanto remoto spazio-tempo, un workshop su la Riviera del Conero dalle parti d'Ancona.
Un passo indietro ché stamani alle prime luci Manunzio è già al telefonino, un vetusto iPhone per ricerche: e che avete capito! Vagando di qua e di là nella ricerca di un qualcosa che, uso dire, si ha su le labbra, ecco...Sia come sia m'imbatto in quelle pippe di certuni che spartono la fotografai come la testa le orecchie! Maestro ci siamo intesi, giacché proprio in quel lontano workshop, sottponendole plasticoni che mi ero portato da casa-studio, disse e lo ricordo preciso:”Lei, il Manunzio, ha una composizione tipica del bianconero”. Proprio così nato in epoca bianconero.
A farla breve, nella ricerca telefonica mi capita (avevo perso memoria al riguardo) un suo scatto, messo in copertina qui, in alto.
Sicché mi si è acceso un rimando, ché il Manunzio ne ha un simile fotogramma, a colori in digitale, sopra di fianco: confronto no. Sia per la scelta del digitale, allora più di vent'anni fa me l'ero portata dietro in vacanza con un portatile, antelitteram, con Win 98!
Orbene tranne l'analogia di primo acchito null'altro li accomuna: Manunzio quando scatta pensa a sé, all' “attimo (s)fuggente” e tante e troppe altre cose...La prospettiva del bianconero, poi, è piatta e “sbilenca” con soggetti divergenti, inclinati, l'un l'altro; quant'altro di più lontana parentela fra il suo scatto e il digitale “terrestre” a colore.
Scrivo questo perché già un'altra volta (combinazione astrale?) e con Kiarostami regista, si ritorna sopra una prossima, c'è della “somiglianza” d'un suo scatto stradale.
Salute Maestro e che le Potenze Numinose ce ne conservi ancora memoria, vivente

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