manunzio.it logo



Martedì Santo


“Gesù entrò poi nel tempio e scacciò tutti quelli che vi trovò a comprare e a vendere; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe e disse loro «La Scrittura dice:La mia casa sarà chiamata casa di preghiera. ma voi ne fate una spelonca di ladri”.
Vangelo Secondo Matteo 21, 12

Martedì Santo: è il giorno dello sdegno (Mammasantissima Vaticano Spa, parla non a caso del giorno del Tradimento di Giuda, ma chi ha letto il suo Vangelo...) momento della Settimana Santa in cui si ricorda lo sdegno di Gesù che scaccia i mercanti dal tempio, accusandoli di aver trasformato il Tempio in un luogo dedito al denaro, del suo Potere e profitto personale. E quando toccate il Moloch della Proprietà privata, so c...ataclismi amari!

Ps. Enciclopedia...che non è pubblico (proprietà) in quanto è riservato a una sola persona o a una ristretta cerchia di persone. Togliere a qualcuno qualcosa di suo; lasciare senza, portare via, prendere, strappare, cavare, rubare, derubare, denudare, spolpare, escludere. I fondamenti della Proprietà Privata che è un furto Proudhon o men che sia




Un luogo un momento una sensazione

Capitava di arrivarci con regolarità sul pianoro dopo aver costeggiato il Pantano lago poi i tornanti alberati, qualche immancabile “fuoss” buche stradale. E’ così la vecchia stazione d’un tempo, un treno andava in paesaggio fantastico (gli altri civili popoli anche italioti l’avrebbero mantenuta per farci la grana la vecchia ferrovia a scartamento ridotto, e oggi sarebbe un via vai di turisti, è invece la ferrata strada non porta mercimoni e voti: ho detto tutto direbbe De Filippo de la Banda del Torchio). L’aria dei suoi quasi milletrecento metri d’altitudine un piacere per polmoni ed occhi: a volte lungo la divelta massicciata s’arrivava a un ponticello sull’orrido sottostante, d’una vista che con cielo terso spaziava lontano e l'orizzonte tutt’intorno. Poi un giorno chiusero il passo al pianoro, problemi di “ordine pubblico” chiudiamo così le umane imbecillità.
Interno della stazione, inverno, neve. La finestra è un’ottima cornice che si perde laggiù all’imbocco della galleria che porta, catapere catapere, step by step ad un paesino che si apre su la Valle dell’Agri e, da lì, un tempo sino alle Calabrie, tante quante si riesce ad immaginare. Erano le Calabro-Lumache come chiamavamo la strada ferrata per la Calabria.
L'iconoclasta e belluina analfabetismo (di andata e ritorno) del politicamente corretto ha fatto il resto: sarà che Tempus fugit...
L’interno casolare-sala aspetto della minuscola fermata dell’Arioso, nomen omen, si presta a tante rimandi che qui non è il caso. Immagine ripresa su Contax analogica e pellicola, presumibilmente Kodak slide, e ottica Zeiss cinquanta-millimetri. A destra il muro dice più di quanto sin qui detto: volto stampato su intonaco cadente echeggia l’Urlo di Munch. Un caso, di volto, probabile ma a Manunzio ne capitano tanto quanto l’intero archivio analogico, non meno che digitale…





NO WORD

"Wim Wenders ha affermato che ogni foto è un tentativo di scoprire qualcosa di una persona o di un luogo, di stabilire in qualche modo la verità di un contesto.
Secondo il grande fotografo e cineasta tedesco il concetto d’identità nei tempi passati non esisteva, è una questione che nasce nel ventesimo secolo così come le sue dirette conseguenze: dissociazione e solitudine.
Non se ne avvertiva il bisogno perché “le persone si identificavano con se stesse o con il proprio ambiente. Appartenevano a un luogo, e l’identità non poteva essere messa in discussione: c’era.”
Ma cosa accade se smarrito in larga parte il passato e afflitto da un presente sciagurato è il luogo stesso a non possedere più un’ identità?"

(Copia & incolla se vi pare)
https://www.filippocristallo.com/senza_tempo-r16024






Vexata quaestio, ya, Fräulein Munari & Co. E si perché quando esci dall'urbs/street (extra moenia nulla salus?) e ci provi a fotografare...come chiami allora il davanti: cartolina, nein, reportage geographic style National? Nein. Travel? Oh ya wunderbar.
E vada per travel tanto per non fare il Manunzio quotidiano e inchiodare i minchiapixellisti che devono pure inventarsi, storpiando nomi nel barbaro inglese, qualcosa altrimenti la Giostra degli acquisti tout court s'incazza e di brutto. E i nomi, diciamo così, è Potere. Travel da travailler, altro che old english! e fermiamoci qui.
Travel, dunque. E di un luogo cui fatti tengo a tenermi lontano se non per le cose da presso. Arco riflesso, luogo comune dei soliti imbecilli tutti di andata e di ritorno, si mischierebbero nella solita “casella-pensiero” e buona notte ai suonatori.
Mi chiamò il Responsabile all'epoca EPT poi lestamente trasmutato alchemicamente secondo canone dei grembiulini (salve, come va?) in Azienda Turismo Basilicata, che noi vecchi nostalgici e filologico dire: Lucania. Nomen omen, qualche tempo fa.
Breve mi si chiedeva una veloce pubblicazione su Aliano, e non aggiungo altro e vedi sopra anzidetto, per i “camerati” germanici. Tourist für immer.
Ora dovete sapere che ogni volta che Manunzio provasse per una qualche pubblicazione “turistica” eh avessi voglia a filosofeggiare, ché il richiamato responsabile...sembrava un simposio fra Manunzio, lui, e cerchia di impiegati dell'APT, appunto. Si cominciava d'estate e si finiva a chiacchiere sine die; non vi dico per il calendario cui “discussione” iniziava in primavera e finiva, stampato a gennaio successivo. E d'altronde una volta l'anno iniziava a Marzo!
Caricate le Contax, 139 Quartz e RTS che ancora oggi, cinquant'anni dopo, funziona ancora (!) ed in una la EPR-64 Kodak slide, nell'altra AGFA Scala 200 e via verso la Valle dell'Agri di stupendi paesaggi e valle e acque...poi a salire che sembra una mulattiera verso Aliano, in Provincia di Matera, le nostre “Colonne d'Ercole” lungo a dirsi e non oltrepassabile.
Click di qua e click di là, al solito Manunzio non lesina su gli scatti: una decina di rotoli 135 pari a trecentosessanta immagini una enormità in era analogica e di solo colore, non vi dico la mitica Scala, di nome e di fatto d'armoniche note. E finiamo qui la prima parte


A latere nel riquadro il colophon segnato in rosso Manunzio/Michele Annunziata, ché non riferisce e fotografa “de relato” per chi intende



18 Maggio maggio 2023 ore 7.11 Forlì a bordo gommone Vigili del Fuoco un momento di tregua del cielo. La strada che giorni prima si percorreva a piedi, ora è invasa dai detriti alluvionali. Proseguono le operazioni di soccorso dei Vigile del Fuoco per mettere in sicurezza gli abitanti rimasti intrappolati nelle abitazioni


Emilia-Romagna submerged
Un collega fotografo parte insieme con altri due alla volta dell'Emilia-Romagna, Manunzio li segue per vedere l'effetto che fa, trovarsi dinanzi immane distesa d'acque. Porto solo la Olympus C-5050 tanto per avere qualche appunto, ché i tempi del mitico reportage Sessantotto e d'intorni (quando fessi fessi immaginavamo di cambiare il mondo, pensa te, con le fotografie cosiddetta sociale) è remota reliquia.
Arriviamo alle prime luci dell'alba sotto un cielo di ferro e paesaggio spettrale: acque a perdita d'occhio inimmaginabile, come le immagini di Stampa & Regime catodica, con l'aggravante, se è possibile, che queste dall'alto in streaming dà alla tragedia estensione metafisica, d'Apocalisse, via Riscaldatori atmosferici a Stelle & Strisce; lo si intuisce. E' l'Agenda 2030 controllo anche del tempo a scopo bellico vs il popolo inerme (!?) a dispiegare sue di essi, come per il Covid, le ali luciferine.
Acqua dove lo sguardo si posa, a 365 gradi della scala Mercalli, sì, un terremoto di acqua fango smottamento lacrime e morti.
Sicché in un punto indeterminato perdo la cognizione del tempo, e i miei amici che vanno per la loro a fotografare. Sì, prima ci siamo dati appuntamento in un luogo di ritrovo: ma ognuno per sé e Iddio per tutti.
Ora da dove si comincia a “documentare”? Non c'è anima viva. Acque. Stupore pure sui volti dei soccorritori, intorpiditi dinanzi l'inenarrabile. Ecco un grido come la tela di Munch che squarcia l'aria, qualcuno chiede aiuto da una casa, dal tetto. Lì un casolare alla deriva nelle acque, che vien giù senza tregua e che Iddio la manda. Manunzio guarda, osserva e di tanto intanto quasi a ritrosia uno scatto tanto per...
Il cielo è appena schiarito quando i primi gommoni e pagaie valica acque di strade, che qualche ora prima si percorrevano a piedi. Rumori di pale e rotori ma chi le guarda? L'acqua immonda trascina e mescola tutto, i morti dai cimiteri: no, non si vedono bare uscite dalla terra solcare l'onda. Ma morti e vivi, sì. Le chiare acque domestiche frammiste a liquami di fogna, un bel mix per il prossimo colera e vaccinazione di massa, stile Covid. Infine acque zuppe di oli minerali di fabbriche divelte e spettrali. Una tragedia nella tragedia che Stampa & Regime si guarda bene dal mostrare, mettendo in onda, ora “angeli” giovani che...ma a Firenze dell'Arno 1966 lì c'era la meglio gioventù e da tutto il mondo, qui volti di ragazzini con occhio all'iPhone in scampagnata eppure immortalati dalle televisioni. E dove i giornalaisti, scritto così? Eccoli con i pedi in acqua e teletrasmettono: verrebbe voglia di affogarli, nelle acque.
A sera mezzo fradicio e 'mbriaco (instupidito dal tutto) finalmente con l'aiuto di “gommisti” salva gente arrivo al luogo convenuto con gli altri fotografi. E ci accoglie un bar non meno invaso del resto, ma il gestore di quei romagnoli sanguigno e volitivo ci invita a salire al piano nobile del locale e prendere qualcosa di caldo. Si chiacchiera, sì, ma le parole sono tese, anche per noi che veniamo da lontano. Si accendono i portatili e schede delle fotocamere dentro i soft d'elaborazione: PhaseOne Capture fianco a fianco Lightroom. Caricate le immagini il silenzio raddoppia.
Il cielo non smette un attimo di buttar bombe: così il neo linguaggio orwelliano. Bombe d'acqua. Guerra meteorologica in Emilia-Romagna fertile e sana. Che dà fastidio all'Agenda 2030.
Fa qualcuno...sì, ecco le mie immagini, dico. E appena compaiono a monitor, altro silenzio e c'è da capirli: questo è scemo, anche se non espresso a viva voce, viene fin qui per fotografare a spizzichi e bocconi, e non si vede un'immagine di reportage like Amerika style, americanate con grandangolo spinto su corpi inermi, vivi o morti che siano. Fuori l'aria è fredda, umida, e qui al computer i fotogrammi di Manunzio...arte mal posta. Niente, soprattutto, immagini strappa lacrime che tanto ma proprio tanto “commuovono” i tele-utenti eterodiretti dalle Televisioni: e uno pensa ma se dobbiamo ricalcare i fotogrammi via etere che ci siamo venuti a fare?


Ps. Scritto mica male è parto di pura fantasia, quanto a immagine della “tragedia” la fonte è l'archivio di Manunzio...ricordava lo scianco Ando Gilardi (pure altri detti teorici del linguaggio fotografico) dalle pagine di Progresso Fotografico che la "fottografia", ecco, è la didascalia. La fotografia, infatti, è altra cosa: lato traslato e fate come vi pare



Il deserto di Mojave (destra immagine) dove si trova la profonda depressione degli Stati Uniti, 86 m sotto il livello del mare, è conosciuta come la Death Valley, Valle della Morte, a circa 150 km a Nord-Ovest di Las Vegas, è uno dei luoghi più inospitali di tutto il pianeta. A sinistra lo scatto di Manunzio a migliaia di kilometri dal sito

Mille e più miglia lontane


Assonanza malandrina. E quanto mi ha fatto piangere sti immagine da non credere.
Antefatto e per tutt'altro: caldo anzitempo e sospetto come l'odierno, ecco, ma “chine d'acqua a zeffun'” pioggia continua. Il luogo “esotico” di quando narriamo è sempre il circondario (carcere?) da dove si scrive: Manunzio ha un occhio universale meniamola così. Senonché tra i due scatti, a parte migliaia di chilometri di distanza, a dex il lago secco della Death Valley, a sinistra viceversa na tonza-laghetto prosciugato anch'esso, e che oramai non eiste più. Fine. E il pianto?...già. Il caldo che non vi dico, benché provvisto di cappello in paglia stile Banana Joe alla Bud Spencer...il sudore seppure dell'ora mattutina viene giù che hai voglia a detergere: straripa, invade le sopracciglia, infine si “getta” negli occhi. Bruciore e vista (?) annebbiata che a stento riesco a ritornare in macchina (all'epoca Manunzio aveva una Ford Fiesta sgangherata quanto basta, stile 'merikano di certi film) e provare un minimo di sollievo; anche se ci volle una settimana e passa fra lavaggi continui, colliri, qualche “rosario” frammisto a urticante ma “chi c...m' a fatt' fa?”

Link previous

Ps. Se fossi disonesto e prezzolato al punto giusto, vedi Stampa & Regime diuturna e codazzo di Muse, avrei potuto imbastire, stile d'antan pietre-blackdeker modigliani in Arno di Firenze, pari passeggiata misteriosa pietrosa (scatti più d'uno su Camedia Olympus C-5060). E tutto sarebbe avvenuto con il “concorso” dei prezzolasti “scienziati” (avrei mandato file in ogni redazione del Terraqueo) ancora, di un luogo che, dopo gli scatti, sede odierno condomini, è scomparso: insomma basta(va) la parola, suvvia. E come nel famoso Deserto, sue baggianate spiegazioni “scientifiche” stile Odifreddi numerologo a libro paga dei soliti “ignoti”, corre e tuttora un corso d'acqua...a spiegazione che lì e qui “uguale” fenomeno è: da scompisciarsi dal ridere




Di questo e di altri mondi

Lavoro che vi prende da tempo. Un luogo (piazza) conosciuto e già accorsato. Mattina presto caldo di mezza estate. Appostato davanti al muro, dove una volata era il bar dell'infanzia, aspettate quel quid che fa premere lo scatto. E mentre girovagate con la mente ai ricordi, di questo è l'anima del racconto per immagini, una donna in età fertile attraversa la strada proprio come la fotografia presa di tanti anni addietro; la mano e l'occhio in sincrono e dal vetro Lcd come d'antan quello Rollei l'inquadratura è ferma, immobile “attimo fuggente” non poteva che essere così, Olympus 5060 WZ esecutrice impareggiabile.
Dopo e molto tempo dopo rivedendo l'immagine, però, il tarlo va un'altra estate (vista dalle pagine di storia fotografica) del millenovecentocinquantaquattro del Belpaese. Mo' tu va a sapè se è suonn' o fantasie le due immagini tanto distanti. Assonanze forse



Chiamata per l’aldilà…E ci spieghiamo: questo è sempre un diario di fotografia, vero? Diamolo per certo. E dunque di analogico riferimento qui da presso si dirà; di un lungo lavoro che dura in pratica da almeno trent’anni (Manunzio è tenace!) poi con i computer…una facilitazione da non dirsi. E stoppiamo qua.
Chiamata allora, va. Si ad un luogo non distante da dove si scrive: esisterà ancora? Vabbene nell’archivio non solo della Memoria di certo fotografico e personale sicuro: ma son passati troppi anni che non si mette piede lì. E poi…insomma della telefonata è presto detto: sono su le tracce di immagini che vidi tanti anni fa, sì qui da dove digitiamo. O di storie che una volta si sarebbe detta “ai confini della realtà” come la serie di film americani che scorrevano sui primi televisori bianconero anni Sessanta del Novecento! Immagini passate e del Ventennio a dirne. Dicottoperventiquattro bianconero di un nitore assoluto e di una gamma tonale che Pshop da un lato e Digigraphie dall’altro gli tira il pelo più lungo, uso dire! Una festa per gli occhi per chi intende di fotografia e non doppia (consonante) al passo corrente come spesso scriviamo (siamo costretti).
E questo posso rivelarlo, nessuno le avrebbe prese (consegnate alla memoria di chi verrà) quelle immagini e una montagna di altre cose del Fascismo, se il “rosso” Manunzio non avesse speso tempo ed energie (a gratis al solito!) a trovarvi riparo dall’oblio e distruzione certa; manco le “istituzioni” preposte. Una volta parlare di Fascismo bestemmia era, e i “compagni” usava il mantra apologetico che “nero” è Satana, quanto poi lo è (certificato) di rosso non a caso! E poiché bastian contrario ci fregava allora come adesso una cippa. Siché adesso faremo la nostra marcia sul piccolo borgo per andare a rivederle e…ora il patto firmato (con chi please?) mi vieta di parlare oltre. Poi si vedrà. Saluti al Duce, no? Ahhh e come al solito non avete capito ‘na mazza voi altri eterodiretti e masturbatori incalliti sull’ultimo chip Full frame o mezzo (litro e ‘na gazzosa?) formato da settemiliardi of minchiapixel, e cosa se non?

Man fotografo dal 1969


L’immagine vede la tavola (Ultima cena alchemica) piena di personaggi forse in cerca di autore ed in nero (nigredo) sovrastante una farfalla bianca (albedo) per giunta femminile (Grande Madre) attaccata o in segno di, a destra, il Presidente Gastel nell’ evidente ascensione finale (rubedo).
Al centro il canuto napoletano (Partenope Mimmo Jodice novello Raimondo di Sangro principe di Sanservero) con a latere, assisa a destra e dell'emisfero cerebrale, una riconoscibile “Maddalena” del Nazareno-Messia-Maestro.
Messinscena alchemica di trasmutazione, scelti e selezionati uno ad uno qui la Casta sacerdotale dei “fotografi”. A destra e non in abito talare il barbuto Maurizio Rebuzzini già di Foto/graphia



Alchimia


Milano da bere: cos’altro ancora? Sentite questa della Milano bene. Il Presidente Giovanni Gastel (già a cavallo così nella tavola XXII di Un eterno istante by Mondadori editore) dell’Afip (Associazione fotografi interamente padani) in un luogo deputato agli affari lancia, in resta, una rivista per amici: ad arte. Si perché a parte i fortunati della rivista, nientemeno: “Fotografia e/è Cultura” , tutto lascia immaginare di una boutade.
Infatti se siete padani residenti in Milano, da qualche parte pure la si trova sempre la “rivista”. E meno male. Si perché fuori da via Monte Napoleone, meglio ancora il famigerato quadrilatero dei Navigli, dove sono asserragliate le ultime residuali truppe giapponesi in foresta, qui di Mode annesso & connesso (somos todos caballeros!) provatevi ad aver copia della rivista di “fotografia&cultura”. Niente da fare e per l’intero Stivale (oramai ridottasi di nuovo a mera espressione geografica di Metternich memoria di vetusti libri di scuola) e la situazione è questa: tranne alcune fortunate edicole e/o librerie milanesi, s’è detto, la Hoepli di Milano “vende” e non già distribuisce la “rivista”. Tant’è vero che se provate dal vostro libraio di fiducia, questi non può chiederla alla menzionata Hoepli bensì acquistare dall’Editore: carneade chi era costui?
Morale della favola: la rivista c’è per gli amici iniziatici. Viceversa non esiste un piano serio di distribuzione, almeno, sotto il Po’ diciamo Bologna: il Granducato di Toscana una gran fortuna!
Una rivista cartacea al corrente contradizione cristallina è: smartphone tablet ebook-reader docet! E dà la misura culturale della Operazione “alchemica”. Sic transit gloria Mundi


Conferenza stampa per la Rivista FC
Una Rivista sulla Fotografia, Arte e Cultura


Man fotografo dal 1969


Ps Per l’immediato inviamo la presente al vicepresidente Afip, giacché il Presidente Gastel non scende mica da cavallo per i non “associati”. E naturalmente l’Editore



Last update I

Gentilissimo sig. Annunziata,

la ringraziamo per l'attenzione posta verso la nostra nuova rivista. Mi preme però dirle che, come specificato nella precedente mail, in cui le rispondevo circa il modo per procurarsi la rivista cartacea, che sebbene sia vero che la rivista per ora si trovi fisicamente nei punti vendita indicati (sottolineo anche che le Gallerie d'Italia non hanno sede solo a Milano bensì anche a Napoli e Vicenza) e che questi punti vendita aumenteranno nel corso del tempo anche in Italia, è anche vero che le avevo indicato l'indirizzo dell'editore presso cui ordinare e farsi spedire senza spese di spedizione il primo numero.

Nel caso ce ne fosse bisogno le ripeto l'indirizzo: fc@oberonmedia.com

Per quanto riguarda invece l'edizione digitalale, questa per nostra specifica scelta non esisterà. La rivista sarà solo ed esclusivamente cartacea.
Nel prossimo futuro sarà disponibile un sito, al momento in costruzione, presso cui sarà possibile leggere stralci degli articoli e informazioni riguardanti il mondo della fotografia.

Nella speranza di esserle stato utile, la preghiamo di rivolgere in futuro direttamente a noi i suoi dubbi e le sue considerazioni prima di comunicarli urbi et orbi attraverso il suo blog, onde evitarle di scrivere informazioni inesatte e conclusioni affrettate. Saremo lieti di risponderle.

Cordiali saluti

G.

Giuseppe Biancofiore - Photographer
www.giuseppebiancofiore.com

e-mail: giuseppebiancofiore@gmail.com
mobile: +39 349 81 55 452
P.Iva: 03729120711


Reply Manunzio

Ringrazio per la sua e a stretto giro di posta uso dire: generalmente uso il libraio di fiducia per ogni evenienza. Quanto poi all' "urbi et orbi" potrà trovare questa sua gradita a piè pagina del post: tanto per correttezza e senza negligenza alcuna. Tuttavia resta discreta zona d'ombra su quanto narrato in post circa Fc “Fotografia & Cultura”.
La ringrazio altresì per aver sottolineato che "non esisterà versione cartacea". Anche così nella Silicon Valley dove i rampolli della Upper-class studiano come noi già degli Anni Sessanta e precedenti: carta penna e calamaio. Non a caso, così come Steve Jobs "strigliava" nella doppia accezione i suoi discendenti dall'uso “intensivo” delloi smartphone tout court: intelligenti pauca verba

I milgiori saluti
Man fotografo sin dal 1969



Last update II

Gentilissimo Annunziata

Le chiedo, per ora attraverso la presente, di togliere dal suo blog la mia risposta e soprattutto i miei contatti, in quanto tale pubblicazione di una conversazione privata non rispetta la privacy e non è stata autorizzata.

La prego in futuro di inviare le sue comunicazioni all'indirizzo dell'associazione info@afipinternational.com.

Cordiali saluti

G.

Giuseppe Biancofiore - Photographer

www.giuseppebiancofiore.com

e-mail: giuseppebiancofiore@gmail.com
mobile: +39 349 81 55 452
P.Iva: 03729120711



Reply Manunzio

Privata lei dice: di un fatto pubblico e via Youtube? Posso adempiere alla sua richiesta solo pubblicando in aggiunta al "Last Update " cui ricorro per l’evenienza, e certo non rimuoverla: e perché mai e tra persone civili e pubbliche? Quanto al suo cahier de doleances, le ricordo che mi è stato girato dalla "segreteria" luisa.radicefossati[at]imageservicesrl.it, cui per primo ci si è rivolti, indirizzando la mail, appunto al Presidente Afip Gastel

I migliori saluti
Man fotografo sin dal 1969


Last update III

Gentilissimo sig. Annunziata,

le scrivo nuovamente e spero per l'ultima volta ben sapendo che questa mia presto sarà di pubblico dominio presso il suo sito, anche se non vedo la necessità di pubblicare tutta la nostra corrispondenza che a questo punto poco ha a che vedere con il suo post originario, con la rivista e con l'Associazione. Ma tant'è, chi leggerà saprà giudicare quanto opportuno sia o non sia da parte sua continuare con questo atteggiamento.

Le chiedo nuovamente di rimuovere i miei dati sensibili dal suo sito, così come quelli (indirizzo mail) della sig.ra Radice Fossati, che nello specifico non ha nulla a che fare con l'AFIP, dato che è responsabile dello studio Gastel, di cui si occupa anche della segreteria. Lo studio di Gastel e l'Associazione, sebbene facciano capo alla stessa persona, non sono direttamente collegate e operano in maniera distinta e separata, con segreterie distinte e separate. Tant'è vero che la sig.ra Radice Fossati non le ha risposto direttamente ma ha inoltrato la sua mail a me.

Questa conversazione, le faccio notare, non si svolge su Youtube, dove i commenti sono aperti e pubblici, ma tra i nostri rispettivi indirizzi mail privati. Errore mio averle risposto tramite il mio indirizzo (credendo di farle una cortesia) e non attraverso i canali ufficiali dell'Associazione. Dati i recenti sviluppi, non ricapiterà in futuro.

Tra l'altro, pur avendole risposto cortesemente con tutti i dati necessari, lei non si è risparmiato il suo post non solo pieno di imprecisioni, ma anche scortese sia nei confronti sia dell'Associazione che del suo presidente e infine nei confronti di chi ha lavorato duramente a questa rivista negli ultimi mesi, pur non avendo lei mai ancora toccato con mano la suddetta rivista. D'altronde, c'era da aspettarselo. Ma noi non siamo permalosi, quindi come vede siamo ancora qui a risponderle, sempre con gentilezza e cortesia.

Per qualsiasi comunicazione o segnalazione le rinnovo l'invito a scrivere alla segreteria dell'Associazione, la quale poi girerà la corrispondenza, se necessario, a Gastel o a qualsiasi eventuale destinatario.

Nella speranza che la mia preghiera venga esaudita,

porgo i miei cordiali saluti a lei e a chi ci sta leggendo

Giuseppe Biancofiore - Photographer

www.giuseppebiancofiore.com

e-mail: giuseppebiancofiore@gmail.com
mobile: +39 349 81 55 452
P.Iva: 03729120711


Reply Manunzio

Per l'ultima volta: cosa? Il fatto che lei entri in campo, dovrebbe averla letta, è perché ci si è rivolti in primis al Presidente Afip Gastel, anzi, in risposta della sua segreteria Fossati che l'ha girata a lei. Non meno del fatto che l'Afip, cui lei è vice presidente, è Associazione pubblica e che, in caso di specie la presentazione di FC, cui notizie si legge s sulla home page Afip accessibile da chiunque, è pubblica. Così come pubblico è il video della conferenza stampa di FC su Youtube, presentata dal Gastel Presidente Afip. Tutto alla luce del sole, quindi. Per parete nostra si è trovato strana la cosa, rivisita Fotografaia e Cultura, tant'è vero che prima di scrivere il post se ne chiesto al riguardo Hoepli compresa in quel di Milano. E poi ovviamente non c'è alcun disclaimer/agreement cui appellarsi e senza ledere alcunché, anzi, si dà conto del presente reply che s'aggiunge al post Alchimia.

I migliori saluti
Man fotografo sin dal 1969


Last update IV

Gentilissimo sig. Annunziata

Cito: "Per l'ultima volta: cosa?"

Rispondo: tolga gentilmente dal suo sito la firma in calce alle mie mail: sito, indirizzo mail, numero di telefono e p.Iva, e con i miei quelli della signora Fossati

Lasci pure il resto, ciò che avevo da dirle l'ho detto e non credo di dover aggiungere o togliere altro

Grazie

Buona serata

G.

Giuseppe Biancofiore - Photographer

www.giuseppebiancofiore.com

e-mail: giuseppebiancofiore@gmail.com
mobile: +39 349 81 55 452
P.Iva: 03729120711


Reply Manunzio

Sono dati che restano e che lei ha fornito (ivi compresa questa sua ennesima a piè di pagina) insieme  alla Fossati, e di questi rinvenibile pubblicamente senza restrizioni di sorta alla pagina http://www.giovannigastel.it/contact. Ho eseguito solo un copia/incolla delle sue inviatemi. Nessun disclamair/agreement poi è stato chiesto e/o sottoscritto manco fossimo al cospetto di Segreti di Stato (!) Veramente incomprensibile la sua "esternazione" sull'acqua.

I migliori saluti
Man fotografo sin dal 1969


Last update V

Non le appaiono perché ho risposto da smartphone, dove la firma digitale non è automatica...

Senta, faccia come le pare. Le abbiamo chiesto ripetutamente e sempre con gentilezza di togliere i nostri dati dal suo sito perché non vogliamo assolutamente che siano associati al suo nome o al suo blog. Glielo chiederei nuovamente, se oramai non sapessi che è inutile.
Non so voglia dove arrivare e perché. Pubblichi pure tutto. Ai lettori l'ardua sentenza.

Non perderò ulteriore tempo con lei, considerato il suo atteggiamento, la sua ostinazione e la sua poca disponibiltà.
I dati che cercava le sono stati forniti. Tutto il resto è un surplus inutile e poco inerente col resto, ma contento lei...

Buona serata.

G.

Giuseppe Biancofiore - Photographer

www.giuseppebiancofiore.com

e-mail: giuseppebiancofiore@gmail.com
mobile: +39 349 81 55 452
P.Iva: 03729120711


Reply Manunzio

Ripeto: fa tutto lei. E poi per forma mentis sul mio Diary pubblico di tutto senza reticenza alcuna: da uomo libero che si è pagato la sua integerrima sostanza virtuale e professione senza banner e altro. Un must unico nel Belpaese, anzi proprio perché lei insiste, le inoltro un file che guarda caso è indirizzato al Presidente Gastel: è del lontano 1992 quando si era socio Afip. Come vede niente di personale. Mi duole non accogliere la sua "rimostranza": dura lex sed lex.

Migliori saluti
Man fotografo dal 1969


more
Gastel.jpg (3.19 MB)




Foto panoramiche. Azione – Reazione –Soluzione per gli “hegeliani” dal candido grembiulino un ghigno. E in ogni dove fuor di metafora. Siché come fottere (fare grana) il popolo che ama pazzamente farsi fottere (impoverirsi)? Semplice: si lascia briglia sciolte e poi, zacchete na nuova “Pecunia non olet” per chi intende. Hai voluto la bici e mo’ pedala. Fuori di ogni metafora: ti piace un luogo noto? Vacci e consuma (prima te stesso poi il resto) e fotografa e condividi clip sino all’indebitamento (nuovi gadget o giostra degli acquisti) e sfruttamento di risorse. C’è stato sotto il governo Craxi e dintorni anni Ottanta secolo breve chi d’estate sotto l’onda del “tutto bene madama la marchesa” fittava anche i garage delle auto (!) a villeggianti che, a malapena, camminavano dritti. Significa cosa? Non certo negare chi non ci ha i soldi in condizioni di godersi un po’ di vacanze, no. Tuttavia la deregulation ha poi partorito, ecco, la “soluzione” finale cui prodromi si ritrovano (memoria docet) già ad Aushwitz che alle latitudini della Risiera San Saba, tanto per capire che dietro la maschera ammiccante c’è sempre lui, il Signore delle Tenebre.
E così che si spiega questa fregola (ma con la “coltura” non si mangia Tremonti ex ministro?) di masse sciamante per luoghi famosi, e siccome il digitale di smartphone, alé, il resto viene purtroppo da sé. E unica soluzione (studia nottetempo a tavolino) poi è quella della tassa che tassativamente tassa: Venezia del caso che reintro - duce fascista il controllo del territorio annesso e connesso ...Cambridge Analityca. Hai voluto la bicicletta: e mo’ pedala per il Nuovo (dis)Ordine Mondiale paisà.

Ps. Se qualcuno (milioni& miliardi) di cosiddetti innocui fotografi a telecomando non ha capito o più estesamente fa finta di non averlo ben chiaro (grazie d’esistere Cia & Mossad) la fottografia ben più di banale refuso oltre al controllo capillare delle menti di tutto e di più, porta con sé il meccanismo di autodistruzione totale: a telecomando ben s’intende, Guide Stone Georgia
Pss. E non ci si lamenti della immonda immondizia che abietta il Web sotto forma di file che ritraggono solo e soltanto “certi” posti, tralasciando che stare alla catena fordista (fotografare) in senso lato ovvio, genera dei perfetti Yesman utili idioti alla giostra degli acquisti: e avanti popolo

How Geotagged Photos are Harming Natural Landmarks

Man

search
pages
ITA - Informativa sui cookies • Questo sito internet utilizza la tecnologia dei cookies. Cliccando su 'Personalizza/Customize' accedi alla personalizzazione e alla informativa completa sul nostro utilizzo dei cookies. Cliccando su 'Rifiuta/Reject' acconsenti al solo utilizzo dei cookies tecnici. Cliccando su 'Accetta/Accept' acconsenti all'utilizzo dei cookies sia tecnici che di profilazione (se presenti).

ENG - Cookies policy • This website uses cookies technology. By clicking on 'Personalizza/Customize' you access the personalization and complete information on our use of cookies. By clicking on 'Rifiuta/Reject' you only consent to the use of technical cookies. By clicking on 'Accetta/Accept' you consent to the use of both technical cookies and profiling (if any).

Accetta
Accept
Rifiuta
Reject
Personalizza
Customize
Link
https://www.manunzio.it/diary-d

Share on
/

Chiudi
Close
loading