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Anche nella materia rimane infuso un verbo…
Gerard de Nerval, Versi aurei



Omologati? None e per banale costatatio, diciamo così, tecnico. Infatti, qui sempre di fotografia si chiacchiera, ci si prova. E dunque sì, le ottiche che ci danno (dannazione?) una visione prospettica differente fra, mettiamola così, grandangolo e tele. Non osiamo dire si tratti di scritture, per carità che il minchiapixellisti potrebbe offendersi. E allora vai con il politcally (in)correct. D'accordo messa così pare il solito Manunzio, se vi accontentate: che dire? De gustibus. Ma non a caso si parla di ottiche, e se a queste aggiungiamo la categorie dei “quasi vicini” o detti macro, il campo s'allarga che pare un ossimoro! Tutt'altro e seguite la cosa. Tecnicamente il macro stringe il campo e vabbene, fatto ottico è. Tuttavia la sottesa eppur parallela creatività, che non si compra da McDonato, ecco, si allarga grazie alle restrizioni fisiche dell'ottica macro tout court: anche le semplici letti addizionali pur parente povero dei blasé apparati macro veri e propri lo sono. Un Mondo lo si scrive in maiuscolo non a caso, se è vero che ne esistono di infiniti e senza scomodare Giordano Bruno et simila.
Sicché spostando una pianta in soggiorno (luogo perfetto dei delitti di Manunzio) e sistemata la digicamera sul quello strano trespolo fatto già segno in precedenza, complice la luce filtrata da domestica tenda, vien fuori l'immagine della cover-occhio in alto. E sin qui tutto bene. E poi cosa? Volti e tali di pietra prossimamente in immagini. E non siamo a giochini prospettici, no. I volti (si rimanda a precedente della sezione Landscape) ci sono e da qui, per chi vuole s'intende, leggersi l'allegato e spassoso/dotto Pdf, insieme a link video non meno che gustoso su quel (altro) pianeta verde di segni & simboli tutt'intorno. E con una avvertenza: l'affabulatore verde dice, sì, cose condivisibili e Manunzio ne potrebbe narrare di proprie a sostegno da impallidire i verdi rami. No, si presti attenzione alla trita e ritrita sottotraccia alchemica-esoterica o “glorificazione” della Natura; sua idolatria a tratti stucchevole se non proprio vomitevole. No, non è la New-Age orientalista bla bla. Manco Panteismo spiccio per quanto ci riguarda, giacché Manunzio al riguardo una sua idea precisa ce l'ha e non è demoniaca come vorrebbe Mamma-santissima Chiesa e suo Catechismo, questo sì, luciferino. Insomma, breve date un'occhiata più da vicino, ecco. Lato traslato e al solito come vi pare!

Ps, Se fossi una pianta tout court mi risentirei di quell'umanoide esprimere, da sottospecie per l'appunto, bipede maligno che si comporta con gli altri con pezzi di vetro e finte collanine, come un Cristobal Colon qualsiasi nel cosiddetto Nuovo Mondo già disegnato a tavolino dai soliti grembiulini babilonesi. Tuttavia accanto al sangue rosso, che il maligno bipede confezione in Adenocromo, scorre non meno importante la verde linfa, ben altro che acqua substrato vegetale. A dirla tutta la bestia umanoide assomma in sé il triregno: animale per l'appunto il vegetale e pure il minerario, sì miniera, di rame argento, soprattutto aurum maligno da zolfo putrescente. Nigredo albedo rubedo tanto per cambiare: solita alchimia alchemica e pari grembiulini

Pss. L'immagine della cover (occhio che scruta, guarda ed osserva) è prodotto da un eccezionale Fz300 Panasonic, sì, una bridge di molta classe e qualità ottico-meccanica. Anche in questo Manunzio è proprio fuori dalla grazia, prego, di Iddio preferendovi la compattezza all'ottica macro presente nel suo corredo Olympus in formato originale (E-1 mitica, E 3 Ammiraglia e 520 mordi e fuggi) 4/3 e con adattatore tanto scuè scuè (alla buona, economico universale) che della Casa in M 4/3 convertito su le Pen e Pen F da brividi


È vero che le piante sono intelligenti?
(Copia & Incolla se vi pare)
https://www.youtube-nocookie.com/embed/Tg28ILMaWfQ




Non troverai mai la verità se non sei disposto ad accettare anche ciò che non ti aspetti. Eraclito. L'immagine calcare al naturale color “cemento” è del tutto insignificante alla cosiddetta luce del giorno, un pezzo di “qualcosa”. Scontornata in bianconero e con luce led cinese puntati su gli occhi acquista, quantomeno, più pathos; luce-scrittura che non si trova su manuali friggi & mangi eterodiretti dalla Centrale del Pensiero Unico




Luce & Ombra
(Delenda Munari est, eziandio)

Il precedente post prendevamo distanza, motivandone, da certa manualistica d'accatto che pretende (Munari docet) di insegnare fotografia e con tanto di mantra, dice la maestrina richiamata, “trasmittente-ricevente-canale...di Sicilia per i naviganti” per darsi aria autoreferenziale d'altronde tanto di “passaporto” (Avatar?) su la Home page Munari/Myphotoportal by Nasa (Never Aereospatial Agency) anzi se fate a meno della finale, diventa Nas, ossia National Stars-Stripes Agency Spionage...e siamo in assonanza con il Poeta: leggi Ezechiel!
Sicché la “full immersion” altro dall'alchimia Dark-room per rinsaldare l'Origine della Luce.

Tutte le cose si dicono luce ed ombra, e poiché luce ed ombra sono presenti a questa e quella cosa, secondo le loro possibilità, il tutto è pieno di luce e invisibile ombra, e luce e ombra sono uguali perché nessuna prevale sull'altro. Parmenide
Sopratutto immersione con boccaglio e pinne equivalente, mezzi rudimentali(vedi immagine in piccolo) come una penna led ad “illuminare” tutt'intorno il Nero materico che potete sentire, anzi “toccare”. Questa è la Quintessenza della Fotografia. Infine padrone della Luce potete fare qual c...che vi pare, niente vi sarà precluso dal Micro al Macro, come in Alto così in Basso.
Sorta di Ps.
La Munari bontà sua nell'immediato ha partorito un nuovo libercolo “Troppa fotografia, poca fotografia. Riflessioni sui linguaggi contemporanei” Ahh la nostra ci tiene assai a fare l'Umberto Eco in gonnella, oscillando fra il Pendolo di Foucault & Nome della Rosa. Fate mente che ci sono “colonne d'Ercole” alias Jachin e Boaz, che non posso essere superati bellamente, giacché si finirebbe con fare i “teorici” amici degli amici, e, a sto punto addio Fotografia. E fateci caso la Munari per quel si vede non uno che sia uno scatto intrigante che la ricordi qui e in aeternum! Non una fotografia, di strada su la strada a cert'ora del calar sera si intravveda il “bello”. Non a caso, non certo un caso!
Insomma buttate i manuali e della Munari che non vale una pagina, sempre stampata da cani, non a caso! Prendete una lampada a led e capitene la malia, nel buio totale s'è accennato. Dedicate tempo assai a fare still life, disciplina del fotografo per chi vuol dirsi tale, più ancora, se in post evirate il colore per il B&W meglio ancora. Archiviate nella capa vostra le variabili luce-ombra. Senza fretta, poi uscite (!) dalla “Caverna di Platone” dove la eterodiretta Munari vi tiene incatenati a moduli fottografici, ecco, refuso di certo non è, che risalgono ai tempi di Babilonia/Babele per chi intende. Aria, aria via: lato traslato e fate come ve pare!


Link precedenti
Uno
Due
Tre
Quattro

Fine seconda e ultima parte



Storia d’amori e d’anarchia

Va tu mo’ a sapé se non era meglio ricordarlo prima: cosa Manunzio mattutino già alle tastiere fra Win & Mac? Di tre fotografi in mostra che il dottor Covid, ecco, farà mai vedere alla ‘ggente preoccupata a telecomando di quei contatti sociali specchiati, invece, nelle immagini di D’Amico Uliano e Battaglia: due uomini e una siciliana. E di questa a dir vero manco sapevo sino a non molto tempo fa, fotografa (anche) de l’Ora di Palermo. Tano D’Amico lo si trovava quasi quotidianamente sul Manifesto di Pintor Rosanna Rossanda ma pure Luciana Castellina e Valentino Parlato, mica sti utili idioti attuali e ci teniamo alla larga da decenni. Uliano Lucas se ne scritto già. Battaglia che di nome fa Letizia è oramai una “nonna” di ottantacinque anni e sin troppo grossa vista in un documentario dedicatole. Ma della siciliana a pensarci c’è un foto in particolare che è ritornata in mente e che, per altre drammatiche vie, ho visto da ragazzo: non ci ho dormito al ricordo. Le due immagini distanti tempo e spazio, condividono un lenzuolo sotto cui giace un corpo scia di sangue, che al solo ricordo forma nodo in gola. E qui da Battaglia in Trinacria alle nostre latitudini: sera d’estate viale e due ali di folla, che ancora ricordo per silenzio sospeso, un Lupetto (camionabile) e per terra lenzuolo bicicletta e macchia di sangue (pare che il camion in retromarcia non s’accorgesse del dramma). E ogni volta che in passato mi trovavo li, Parco cittadino con transito “macchine”, passavo dall’altra parte per non calpestare quel corpo di ragazzo, oggi avrebbe la mia stessa età. Il volto è impossibile a definirsi per i troppi anni e portavo i pantaloni corti. Forse come di quei passeriformi affacciato ad un balcone e sottostante non ricordo cosa dicevamo, e poche ore dopo il lenzuolo. Sit tibi terra levis
"Le indagini sociali e antropologiche sul lavoro, sulla città e sull’umanità varia che l’abita, sono una parte consistente dello sterminato lavoro di Uliano Lucas, fotografo e insieme storico e teorico della fotografia; l’indagine sul cambiamento di orizzonti e di sguardi negli anni della ribellione è facilmente riconducibile alla straordinaria alchimia che amalgama poesia e impegno civile delle foto di Tano D’Amico; il corpo a corpo di Letizia Battaglia con il mostro della Mafia, nella stagione dei morti ammazzati, dell’escalation della violenza ma anche della risposta indignata, dell’orgoglio antimafia, di chi sa rimanere impermeabile al Male"

https://www.sistemamuseo.it/ita/3/mostre/868/fermo-marche-la-strada-la-lotta-lamore/#.X03wHtwzaM9


Ps. A volte il tarlo torna utile, infatti, non già di Battaglia l’omicidio (immagine sovrastante) bensì lo scatto è di Franco Zecchin, dal libro “Il fotogiornalismo in Italia 1945-2005” edito da l’allora Fondazione Italiana per la Fotografia in quel di Torino

Alchimia per trasmutare la materia grezza, tanto sul piano fisico che ( non altrimenti) spirituale. E a scuola Dante il Venerabile fa proprio questo con la sua Commedia tripartita: Inferno-Purgatorio-Paradiso. A parte il fatto che la zona franca a nome Purgatorio è invenzione dei soliti teologi ché nelle Scritture non trova traccia: una volta erano gli esami scolastici riparazione a Settembre. Bianconero categoria dello Spirito, quante volte scritto è condizione esistenziale, su le note del bianco&nero e sue nuance di grigi. Pellicole rivelatori e agitazione e contrasto, se stampata poi a condensatore via Durst o in luce diffusa; anche in questo gli ingranditori Durst erano impareggiabili, come la scatola di luce blu (letterale) che trovava posto nello chaissis del mastodontico 139. Luce (non più blu) morbida ha raggiunto l’odierno con la Multigrade Ilford buon standard odierno, certo non straccetto o rag à la page. Catena, quindi, senza scomodare Ansel Adams e suo Sistema Zonale, quando le emulsioni sensibili lo erano poco verso certe lunghezze d’onda spettrale. E l’uso dei filtri colorati giallo-arancio-rosso-verde, sì, un fatto estetico ma anche e non meno per forzare la mano, ecco, a certi colori/grigio. Catena che una volta entrati in Camera oscura la roulette o il terno a lotto relativo al bagno di sviluppo tutt’uno.Vero è che fra Plus-X e anche Tri-X Kodak questi per le “notturne” con D 76 oppure ID 11 o brodi per vasche verticali (solo i puristi usavano le tank a spirale nylon europee Paterson) da trentacinque litri-ti tipo D 50; per non dire della smisurata serie di “universali” alla ST 20 di Ornano by Milano. Certo anche Ilford non paziea ancora oggi fra FP-HP-brutta Delta (come Kodak T-Max) e suoi bagni e il Microphen delle meraviglia. E così Agfa Rodinal…e famiglie di pellicole dell’Est europeo che si mostrano tutt’altro che di serie B nell’odierno analogico panorama. Siché tornata in auge (Pecunia non olet) l’analogica pellicola anche gli sviluppi/rivelatori unici trova posto nell’Era dell’Unico Pensiero

Branco Ottico Zone
http://www.brancoottico.fineartlabo.com/zone-black-and-white-film-developer/


date » 01-08-2019 08:29

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tags » contest nikon 2019, umani e umanoidi, post moderno, fotografia digitale, la morte supra nos,


Il rumore e l’eccitazione generati dalle tecnologie altro non sono che logica reazione ad una cultura imbevuta di materialismo, nel creare l’illusione che ogni atto mentale possa essere ridotto a materia, senza considerare quando povera o incompleta sia questa alchimia umida. E la tecnologia nel progredire nella possibilità di manipolare e comunicare esclusivamente con immagini produce eradicazione di ogni spazio mentale, fissato in piatte estensioni di precise superficie



La morte supra nos


Ancora un altro cinquantenario per la giostra degli acquisti e stavolta Nikon è. Il contest della casa giallo-nero che sembra un ape o vespa va tu mo’ a sapè. International ovviamente come si conviene dal gusto sino-americano, e quest’ultimo che fa la guerra al primo ma leggasi dazi, è come quei pugili suonati che mulinano pugni nell’aria nel vaniloquio finale prima della fine: per chi intende di fotografia.
Sia come sia è il contest Nikon la certificazione aggiunta dell’evaporazione dell’essere umano (umanoide?) se necessario altra prova “documentale”: fotografia via, ecco. E non a caso si è scelto l’immagine di questo post con una negra, forse ibridazione di una carcassa maschile, che regge un pupo, sì, alla siciliana! di colore bianco forse di quei albini con doppia disgrazia addosso. Il nero che tiene per la gola il bianco triste solitario e finale…il solito Nuovo Ordine Mondiale che ci fa ridere con la sua “scienza” positivista ottocentesca, posticcia!

Nikon Photo Contest 2019

Man fotografo sin dal 1969


L’immagine vede la tavola (Ultima cena alchemica) piena di personaggi forse in cerca di autore ed in nero (nigredo) sovrastante una farfalla bianca (albedo) per giunta femminile (Grande Madre) attaccata o in segno di, a destra, il Presidente Gastel nell’ evidente ascensione finale (rubedo).
Al centro il canuto napoletano (Partenope Mimmo Jodice novello Raimondo di Sangro principe di Sanservero) con a latere, assisa a destra e dell'emisfero cerebrale, una riconoscibile “Maddalena” del Nazareno-Messia-Maestro.
Messinscena alchemica di trasmutazione, scelti e selezionati uno ad uno qui la Casta sacerdotale dei “fotografi”. A destra e non in abito talare il barbuto Maurizio Rebuzzini già di Foto/graphia



Alchimia


Milano da bere: cos’altro ancora? Sentite questa della Milano bene. Il Presidente Giovanni Gastel (già a cavallo così nella tavola XXII di Un eterno istante by Mondadori editore) dell’Afip (Associazione fotografi interamente padani) in un luogo deputato agli affari lancia, in resta, una rivista per amici: ad arte. Si perché a parte i fortunati della rivista, nientemeno: “Fotografia e/è Cultura” , tutto lascia immaginare di una boutade.
Infatti se siete padani residenti in Milano, da qualche parte pure la si trova sempre la “rivista”. E meno male. Si perché fuori da via Monte Napoleone, meglio ancora il famigerato quadrilatero dei Navigli, dove sono asserragliate le ultime residuali truppe giapponesi in foresta, qui di Mode annesso & connesso (somos todos caballeros!) provatevi ad aver copia della rivista di “fotografia&cultura”. Niente da fare e per l’intero Stivale (oramai ridottasi di nuovo a mera espressione geografica di Metternich memoria di vetusti libri di scuola) e la situazione è questa: tranne alcune fortunate edicole e/o librerie milanesi, s’è detto, la Hoepli di Milano “vende” e non già distribuisce la “rivista”. Tant’è vero che se provate dal vostro libraio di fiducia, questi non può chiederla alla menzionata Hoepli bensì acquistare dall’Editore: carneade chi era costui?
Morale della favola: la rivista c’è per gli amici iniziatici. Viceversa non esiste un piano serio di distribuzione, almeno, sotto il Po’ diciamo Bologna: il Granducato di Toscana una gran fortuna!
Una rivista cartacea al corrente contradizione cristallina è: smartphone tablet ebook-reader docet! E dà la misura culturale della Operazione “alchemica”. Sic transit gloria Mundi


Conferenza stampa per la Rivista FC
Una Rivista sulla Fotografia, Arte e Cultura


Man fotografo dal 1969


Ps Per l’immediato inviamo la presente al vicepresidente Afip, giacché il Presidente Gastel non scende mica da cavallo per i non “associati”. E naturalmente l’Editore



Last update I

Gentilissimo sig. Annunziata,

la ringraziamo per l'attenzione posta verso la nostra nuova rivista. Mi preme però dirle che, come specificato nella precedente mail, in cui le rispondevo circa il modo per procurarsi la rivista cartacea, che sebbene sia vero che la rivista per ora si trovi fisicamente nei punti vendita indicati (sottolineo anche che le Gallerie d'Italia non hanno sede solo a Milano bensì anche a Napoli e Vicenza) e che questi punti vendita aumenteranno nel corso del tempo anche in Italia, è anche vero che le avevo indicato l'indirizzo dell'editore presso cui ordinare e farsi spedire senza spese di spedizione il primo numero.

Nel caso ce ne fosse bisogno le ripeto l'indirizzo: fc@oberonmedia.com

Per quanto riguarda invece l'edizione digitalale, questa per nostra specifica scelta non esisterà. La rivista sarà solo ed esclusivamente cartacea.
Nel prossimo futuro sarà disponibile un sito, al momento in costruzione, presso cui sarà possibile leggere stralci degli articoli e informazioni riguardanti il mondo della fotografia.

Nella speranza di esserle stato utile, la preghiamo di rivolgere in futuro direttamente a noi i suoi dubbi e le sue considerazioni prima di comunicarli urbi et orbi attraverso il suo blog, onde evitarle di scrivere informazioni inesatte e conclusioni affrettate. Saremo lieti di risponderle.

Cordiali saluti

G.

Giuseppe Biancofiore - Photographer
www.giuseppebiancofiore.com

e-mail: giuseppebiancofiore@gmail.com
mobile: +39 349 81 55 452
P.Iva: 03729120711


Reply Manunzio

Ringrazio per la sua e a stretto giro di posta uso dire: generalmente uso il libraio di fiducia per ogni evenienza. Quanto poi all' "urbi et orbi" potrà trovare questa sua gradita a piè pagina del post: tanto per correttezza e senza negligenza alcuna. Tuttavia resta discreta zona d'ombra su quanto narrato in post circa Fc “Fotografia & Cultura”.
La ringrazio altresì per aver sottolineato che "non esisterà versione cartacea". Anche così nella Silicon Valley dove i rampolli della Upper-class studiano come noi già degli Anni Sessanta e precedenti: carta penna e calamaio. Non a caso, così come Steve Jobs "strigliava" nella doppia accezione i suoi discendenti dall'uso “intensivo” delloi smartphone tout court: intelligenti pauca verba

I milgiori saluti
Man fotografo sin dal 1969



Last update II

Gentilissimo Annunziata

Le chiedo, per ora attraverso la presente, di togliere dal suo blog la mia risposta e soprattutto i miei contatti, in quanto tale pubblicazione di una conversazione privata non rispetta la privacy e non è stata autorizzata.

La prego in futuro di inviare le sue comunicazioni all'indirizzo dell'associazione info@afipinternational.com.

Cordiali saluti

G.

Giuseppe Biancofiore - Photographer

www.giuseppebiancofiore.com

e-mail: giuseppebiancofiore@gmail.com
mobile: +39 349 81 55 452
P.Iva: 03729120711



Reply Manunzio

Privata lei dice: di un fatto pubblico e via Youtube? Posso adempiere alla sua richiesta solo pubblicando in aggiunta al "Last Update " cui ricorro per l’evenienza, e certo non rimuoverla: e perché mai e tra persone civili e pubbliche? Quanto al suo cahier de doleances, le ricordo che mi è stato girato dalla "segreteria" luisa.radicefossati[at]imageservicesrl.it, cui per primo ci si è rivolti, indirizzando la mail, appunto al Presidente Afip Gastel

I migliori saluti
Man fotografo sin dal 1969


Last update III

Gentilissimo sig. Annunziata,

le scrivo nuovamente e spero per l'ultima volta ben sapendo che questa mia presto sarà di pubblico dominio presso il suo sito, anche se non vedo la necessità di pubblicare tutta la nostra corrispondenza che a questo punto poco ha a che vedere con il suo post originario, con la rivista e con l'Associazione. Ma tant'è, chi leggerà saprà giudicare quanto opportuno sia o non sia da parte sua continuare con questo atteggiamento.

Le chiedo nuovamente di rimuovere i miei dati sensibili dal suo sito, così come quelli (indirizzo mail) della sig.ra Radice Fossati, che nello specifico non ha nulla a che fare con l'AFIP, dato che è responsabile dello studio Gastel, di cui si occupa anche della segreteria. Lo studio di Gastel e l'Associazione, sebbene facciano capo alla stessa persona, non sono direttamente collegate e operano in maniera distinta e separata, con segreterie distinte e separate. Tant'è vero che la sig.ra Radice Fossati non le ha risposto direttamente ma ha inoltrato la sua mail a me.

Questa conversazione, le faccio notare, non si svolge su Youtube, dove i commenti sono aperti e pubblici, ma tra i nostri rispettivi indirizzi mail privati. Errore mio averle risposto tramite il mio indirizzo (credendo di farle una cortesia) e non attraverso i canali ufficiali dell'Associazione. Dati i recenti sviluppi, non ricapiterà in futuro.

Tra l'altro, pur avendole risposto cortesemente con tutti i dati necessari, lei non si è risparmiato il suo post non solo pieno di imprecisioni, ma anche scortese sia nei confronti sia dell'Associazione che del suo presidente e infine nei confronti di chi ha lavorato duramente a questa rivista negli ultimi mesi, pur non avendo lei mai ancora toccato con mano la suddetta rivista. D'altronde, c'era da aspettarselo. Ma noi non siamo permalosi, quindi come vede siamo ancora qui a risponderle, sempre con gentilezza e cortesia.

Per qualsiasi comunicazione o segnalazione le rinnovo l'invito a scrivere alla segreteria dell'Associazione, la quale poi girerà la corrispondenza, se necessario, a Gastel o a qualsiasi eventuale destinatario.

Nella speranza che la mia preghiera venga esaudita,

porgo i miei cordiali saluti a lei e a chi ci sta leggendo

Giuseppe Biancofiore - Photographer

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Reply Manunzio

Per l'ultima volta: cosa? Il fatto che lei entri in campo, dovrebbe averla letta, è perché ci si è rivolti in primis al Presidente Afip Gastel, anzi, in risposta della sua segreteria Fossati che l'ha girata a lei. Non meno del fatto che l'Afip, cui lei è vice presidente, è Associazione pubblica e che, in caso di specie la presentazione di FC, cui notizie si legge s sulla home page Afip accessibile da chiunque, è pubblica. Così come pubblico è il video della conferenza stampa di FC su Youtube, presentata dal Gastel Presidente Afip. Tutto alla luce del sole, quindi. Per parete nostra si è trovato strana la cosa, rivisita Fotografaia e Cultura, tant'è vero che prima di scrivere il post se ne chiesto al riguardo Hoepli compresa in quel di Milano. E poi ovviamente non c'è alcun disclaimer/agreement cui appellarsi e senza ledere alcunché, anzi, si dà conto del presente reply che s'aggiunge al post Alchimia.

I migliori saluti
Man fotografo sin dal 1969


Last update IV

Gentilissimo sig. Annunziata

Cito: "Per l'ultima volta: cosa?"

Rispondo: tolga gentilmente dal suo sito la firma in calce alle mie mail: sito, indirizzo mail, numero di telefono e p.Iva, e con i miei quelli della signora Fossati

Lasci pure il resto, ciò che avevo da dirle l'ho detto e non credo di dover aggiungere o togliere altro

Grazie

Buona serata

G.

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Reply Manunzio

Sono dati che restano e che lei ha fornito (ivi compresa questa sua ennesima a piè di pagina) insieme  alla Fossati, e di questi rinvenibile pubblicamente senza restrizioni di sorta alla pagina http://www.giovannigastel.it/contact. Ho eseguito solo un copia/incolla delle sue inviatemi. Nessun disclamair/agreement poi è stato chiesto e/o sottoscritto manco fossimo al cospetto di Segreti di Stato (!) Veramente incomprensibile la sua "esternazione" sull'acqua.

I migliori saluti
Man fotografo sin dal 1969


Last update V

Non le appaiono perché ho risposto da smartphone, dove la firma digitale non è automatica...

Senta, faccia come le pare. Le abbiamo chiesto ripetutamente e sempre con gentilezza di togliere i nostri dati dal suo sito perché non vogliamo assolutamente che siano associati al suo nome o al suo blog. Glielo chiederei nuovamente, se oramai non sapessi che è inutile.
Non so voglia dove arrivare e perché. Pubblichi pure tutto. Ai lettori l'ardua sentenza.

Non perderò ulteriore tempo con lei, considerato il suo atteggiamento, la sua ostinazione e la sua poca disponibiltà.
I dati che cercava le sono stati forniti. Tutto il resto è un surplus inutile e poco inerente col resto, ma contento lei...

Buona serata.

G.

Giuseppe Biancofiore - Photographer

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Reply Manunzio

Ripeto: fa tutto lei. E poi per forma mentis sul mio Diary pubblico di tutto senza reticenza alcuna: da uomo libero che si è pagato la sua integerrima sostanza virtuale e professione senza banner e altro. Un must unico nel Belpaese, anzi proprio perché lei insiste, le inoltro un file che guarda caso è indirizzato al Presidente Gastel: è del lontano 1992 quando si era socio Afip. Come vede niente di personale. Mi duole non accogliere la sua "rimostranza": dura lex sed lex.

Migliori saluti
Man fotografo dal 1969


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Gastel.jpg (3.19 MB)

Occhio come mestiere




Berengo Gardin è sempre un piacere l'ascolto e di un vecchio lupo di mare, del bianconero. E nella chiacchierata dai tratti irriverente (da un romano che t'aspetti de più) il sapere antico sapienziale dell'artigianato, ovvero sia di come l'immagine ottica dalla presa (su Leica M noblesse oblige) sino alla stampa era un che di alchemico: quante volte lo si scriverà deve ancora?
Il fatto stesso di stare al chiarore di una fioca luce (!) e cavarne dalla bacinella il più classico dei trentaperquaranta, limite estremo di un buon negativo 135 o codifica Leica appunto, è un qualcosa che non si può descrivere neanche con il più cristallino prosatore: un esperienza da presa diretta e null'altro che questo è l'alchimia del bianconero cui padroneggio il nostro Berengo Gardin non pare essere secondo a nessuno; anche senza la “dedica” di Henry Cartier Bresson, un Massone eclettico blasè, ma non ditelo in giro: n'est pas?

Intervista a Berengo Gardin
https://www.youtube-nocookie.com/embed/nPQX84Mx8zk

Man


Ps. L'importanza di certi nomi non mai acqua fresca, ci mancherebbe, e quando il Maestro non ci sarà più tireremo dall'archivio in soffitta la lettera all'indirizzo del Presidente Azeglio Ciampi, e ministro Urbani Beni Culturali, ché concedesse il Titolo di Cavaliere per meriti di Cultura a Gianni Berengo Gardin, che il cielo lo conservi lucido e in buona salute ancora per molti anni

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