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Uno dieci cento anni...di carcere


Vedete cos’è la fotografia: scrittura e, tuttavia, nulla sparte e tange con altri linguaggi che manu militari la tengono in catene (ancora oggi!): quante volte si deve citare Ernst Hass** uno dieci… e centomila?
Andiamo all’immagine parietale, ecco. Vicino al Cimitero (!) Monumentale di questa landa, l’altro è un loculario fuori dal territorio urbano e che affaccia sul verde d’una valle sottostante: mezzo pieno e mezzo no il bicchiere di chi si contenta gode. Loculario, celle, anfratti di un silenzio da obitorio tutt’altro del Monumentale richiamato che sembra la “chiazza” piazza cittadina dove ci si incontrava, centro storico cuore (una volta) di questa landa.
Ora c’è stato un tempo in cui andavo in giro con quei zaini “monospalla” cui interno c’era anche la fidata Olympus C 5060 WZ o la C 5050, questa né più né Meno che una Leica, ma con occhi a mandorla, va.
Senonché l’occhio girovago del fotografo (Manunzio) ha colto al volto l’involontario calembour di qualche buontempone: no, non è di Pshop (il mio Elements per dilettanti, eh!) a fare lo scatto l’assemblato, no. E’ storia molto lunga di fatti che, in un modo o in un altro, compone il mezzo milioni di file l'archivio Manunzio e ci vorrebbe almeno uno scaffale dal soffitto a pavimento a narrare (altra cosa raccontare fattarielli) ogni singolo file. Fatti che Excel non contempla: cosa c’entra questo, beh per una prossima quando si darà conto, alla lettera, degli Excellista, excillador neo nuovo “neologismo” da affiancare a minchiapixellista, scrollatore di schemettini iphoneschi e pure andreottiani (non viene il dito di battere android/androiani). Tutto qua, al solito occhio come mestiere e rubiamo il titolo di Calogero Cascio, ahh, che negli anni Settanta passati a miglior gloria (!?) mise a titolo. Si è fotografi o non si è, altrimenti state core a core con il Nulla della vestale Munari & Co e pure (per altro dire) Padre guardiano di Myphotoportal: tiè tiè i che café pomeridiano mentre le dita batto le ultime lettere. Lettere? Ma si, ma sì siamo tipografi e stampiamo l’immagine che ne vale uno dieci cento...per educarne altrettanti: vabbè è scappato il sessantottino dire. Amen!

**Esiste un mondo letterario di pensare e vedere, per secoli il letterario ha prevalso sul visivo. E oggi i nostri occhi sono costretti a vedere in termini letterali. Mi auguro che, per quanto possibile le immagini possano farlo con il loro Linguaggio. Ernst Haas prefazio in America



Trasposizioni (imbarazzante)

Presto detto circa la “traslazione” da analogico a digitale. Lo scatto è sua una insuperabile inimitabile (mi pare sia risorta da qualche parte* e che il soft Nik 7 riesce a rendere verosimile) Agfa Scala 200 e ottica Yashica 24 mm su Contax (RTS o 139 a distanza non si ha record in memoria!) e la location, scenario, è Aliano around, near o come vi pare inglesi che siete li fuori, in Provincia di Matera. Una minuscola comunità che pare vivere ancora i tempi letterali dell'altrettanto libro: non citiamo ad evitare cazzeggiamenti di gente abituata a Munari/Verolino declinare: che declinazioni, eh si raccomanda!
Certo che bisogna aver metabolizzato il libro, tanto l’abbiam fatto che se ne ha due copie con la prima che perde fogli a furia di sfogliane le pagine. Un libro magico. Un libro per iniziati e qui terminiamo.
Pellicola argentea la prima che un giorno (!?) lontano e per prova che non abbiamo più replicato su altri e “dotai” sensori della personale brigata di Olympus Old 4/3 new Micro e Panasonic a complemento, belle bestie quest’ultime. Ma all’epoca c’era soletta (sola piccola a alla romana?) la E 1 Old standard e suo “economico” 35 che senza accessori arriva al rapporto 1:1. Piccoletto niente male a certi diaframmi più che altri (ci siamo dannati l’anima a trovare a prezzo umano il 50 mm Zuiko preferendovi al contempo un 55 mm Yashica/Contax che via adattatore ma questo è storia recente). Old mitica E 1, cui interno è come stare in un monastero tant’è la mistica che diffonde e si percepisce altro che verti e ferraglia (a)varia(ta) di Sony per tacer d’altri brand(y) su trespolo mezzo traballante e mezzo pure...con il 35 millimetri: che dire? Mistica si è detto forse e più qualcos’altro, sicuro. File “traslati” che sono un babbà su soli “cinque” megapixel e stavo per scrivere minchiapixel che è tutt’altra cosa!
Dunque i file che si possono, a sto punto, tirare a settantapercento senza problema alcuno pur del “piccoletto” sensore (old) 4/3. Incredibile cosa fa la mistica non meno che la matematica, pur sempre opinione e fermiamoci qui.
Cenno breve del campo, immagine a mo’ di cover. Centro cittadino e archi che si ripetono, una scala non vista, e giù sul buio un gattino. Ecco è qui il problema che non mi dà requie ogni volta che l’occhio “benedetto” ci cade sopra. Soglie in definitiva: soglie di un di qua verso un al-di-là o forse senza stacco fra parole: mah! Di certo inquietante e non meno che in spirito con il libro che bisogna aver metabolizzato prima degli scatti, questo vale immancabile per Manunzio che non si mette alla ventura per fare clichete e clichete. Street photography, quindi? Eh bel dilemma bisogna chiedere allo strit (calembour per gli idioti minchiapixellisti tou court) fotografer napulitane, sì, chella bella faccia e luna chiena di Verolino semp’ iss’. Scusate Maest’, si vabbè, ma chess’ ca avimm fattt’ (fotografato) a chiamamm’ all’american street o nun è megl’ country (rural?) photography, sa’ visto o paesiell’ ca avimm’ fotografat’…?

* https://www.adox.de/Photo/formati-delladox-scala/

Cover formato intero un po' pesante stile...Manunzio

NB. Si certo si può fare le slide in bianconero con quasi tutte le pellicola in commercio (a questo mi par di capire quei mattacchioni di Branco Ottico e loro kit; c’è pure la Bellini che succhiatasi la mitica Ornano in quel di Milano, propone un pari reversal kit (https://www.bellinifoto.it/prodotto/kit-amatoriale-revbw/) e ci sono pure “formule” in salsa antiche tecniche cui sperimento furono un disastro annunciato ché si staccava letteralmente l’emulsione...di più che onesta Fp4 Ilford nata per fare altro e bene)

Ps. Yashica & Contax o più esatto Contax/Yashica era una joint nippo/germanica (mancava l’itaglia per fare il trittico: Ro.Ber.To Roma-Berlino-Tokyo della IIa Guerra Mondiale) durante gli anni Settanta passati, difficili, se ne è parlato altre volte, quando gli europoide andare a pietire cappello in mano “assistenza” agli occhi a mandorla giapponesi, e prezzi bassi in primis causa problemi petroliferi, all’epoca non c’era il cattivissimo Putin! E oggi si triangola con l’India dei Brics+ (!) a dirne una, che ha preso petrolio a buon mercato dalla cattivissima Russia sotto sanzioni per i coglioni eterodiretti e lo rivende e ci si approvvigiona per l'inesauribile Giostra acquisti!

Pss. Noi la Agfa Scala l'avemmo gratis e prima assoluta in Italia grazie ad una tenace tira e molla (sponsorizzazione?) con la germanica sede in Milano; anzi pure lo sviluppo delle stesse che mandavamo a Roma e ci ritornava senza costi aggiunti coperti da Agfa Italia, si capisce





Zenzaburo SQ-A

Zenza Bronica* via, ripiego economico diciamo così alla stratosferica Hasselblad che come Leica si paga il solo nome. Ma non di solo mito germanico vive(va) il fotografo analogico. Anzi, senza ricordare che proprio Leica era andata a bussare negli Anni Settanta, crisi petrolifera etoridetta ieri e oggi con il cattivissimo, dicono, Putin, in casa Minolta e il resto per l’appunto è storia marchiata, sì, Leica ma con occhi a mandorla. Shhh non ditelo ai puristi (danarosi) della pur sempre mitica M telemetro by Germany. E non ricordate loro la “perla” M 8. 1 2 3! E' gente danarosa, sì, ma molto molto permalosa. Shhh.
Zenza Bronica seisei che per i very nice (idioti è meglio?) nella Milano da bere (il seisette era appannaggio della Mamya Rz, macchinone da studio e cavalletto per moda e affini still life compreso senza necessità di arrivare ai banchi ottici, che avevano comunque gran parte montato a scamotaggio dorsi seisette**) era schifata via, non tanto i modelli tutti a “mano” tipo S2 quanto e come la SQ-A ibrida con pila, ahi. A parte il fatto di non aver mai e poi mai avuto problema di alimentazione che, in caso di défaillance, contava pur sempre, se memoria non falla, sul meccanico d’emergenza cinquecentesimo di secondo. Insomma dalla serie: questa sì ma questa no dei notabili prezzolati dell’allora riviste (non esisteva affatto Internet & Co.) soprattutto Progresso Fotografico a firma di tale Tommesani patron di Tau Visual se ancora esiste lui e sua creatura, che ecumenico una botta al cerchio un’altra al tumpagn’/botte se ne usciva con un: ni. E per noi bastò fino a Roma alla Comaf, in discesa, negozio che dal piano imperiale dei fori (o era vicino a Vaticano Spa?) qualche metro più giù via passerella mostrava ogni ben di Iddio fotografico. E ne uscimmo con quattro-milioni(non c'era Europa & Euro money) di pezzi Zenza: corpo macchina, maniglia laterale simil leva avanzamento reflex analogiche, duje magazzini 120 (uno per B&W l’altro slide) il pentaprisma non con esposimetro CdS, poi l’ottanta millimetri standard una vera bontà; il centocinquanta che su formato sei-per-sei somiglia a un settanta-ottanta millimetri su passo universale venti-quattro-trentasei d’epoca, full-frame odierno. E lui, sì, il padellone quaranta millimetri Zenzanon (una volta impacchettati così da Komura e Nikon). Ottica che faceva e tutt’ora il verso all’equivalente Zeiss però per SL-66 Rolleiflex, ein panzer de facto, no Hassel con più aggraziato e very stilish argenteo quaranta; anche se era più usuale vedere fotografi con il cinquanta millimetri sorta di “ventotto millimetri” in formato 135, codice del formato Leica e affini. Mancava dell'arsenale Zenza il dorso Polaroid, indispensabile per gli scatti “posati” come si vedevano negli studi à la page di Milano (la versione Pola bianconero Type 55 era un babbà di negativo, infatti, staccato lo scatto di carta e lasciato in una soluzione più adeguata di fissaggio, sodio-solfito al 18%, la Polaroid aveva al riguardo un secchiello bianco non da spiaggia, dove conservare al momento i negativi, che poi lavati e asciugati in camera oscura sotto ingranditore...forse Gerardo Bonomo*** ne sa qualcosa) E la scusa era che il Polaroid “mostrava” le disposizioni delle luci sul set e che questi...fosse fedele (molto riferito all'EPR 64 di Kodak standard per dia) e visto dai rompicoglioni di art-director che infestavano gli studi con improbabili layout (un conto è disegnare il prodotto altro è fare lo scatto!). Peggio ancora le gonnelle artistiche: e questo così e quest'altro cosà che una volta un pezzo da Novanta della italica fotografia, sbottò: “E fattela tu!”.
Zenza Bronica, va. L'archivio analogico Manunzio porta la sua firma, in seisei, e che firma a dir vero alla faccia degli eterodiretti prezzolati carogne. Parentesi. Una volta portai i plasticoni (si dicono così in formato più o meno A4 fogli la plastica con retro opalino e davanti trasparente, dove in tasche come su le chiappe dei jeans si inserivano le slide per la visone su banchi retroilluminati da basso) ad una agenzia di Roma che ne aveva anche a Milano: Panda. Il cretino di turno che visionò i plasticoni/slide esclamò: “Hasselblad, vero?” Me lo sarei mangiato vivo, ma me ne usci con “Siii”. Archivio fotografico Manunzio: storia in immagine quella in cover si capisce. Lavatoio pubblico nella terra di Orazio, Venosa. Edifico coperto ma pur sempre di acque fredde, provatevi a lavare panni d’inverno! Luoghi della memoria e vissuto delle donne di quando le mamme, le nostre per i minchiapixellista e la “vestale” che non nominiamo sinnò s’incazza "padre guardiano" di Scampia-Photoportal, le nonne se non addirittura le bisnonne! Noi le abbiamo viste alla fonte coperta o meno, vaghi ricordi di quando andavano al fiume, si, a lavare panni!
Cosa s’intende dire alla fine? Semplice che la historiola dei moderni tempi, venuto giù tutto e Trumptiello lo dimostra per i suoi c...alcoli da imprenditore (un altro Silvio Berlusconi, eh) non le manda a dire generando un casino in quei europoide di Brsuell alla pronuncia De Luca!
Tempi che ora hanno la lavatrice (un tempo si sarebbe detta comodità) e per quei scassa c...di Yankee pure la centrifuga ché sta male spandere i panni tranne negli spot del Mugnaio bianco: spaventato?
E se poi si dice tutta: ecco cos’è lo scrollatore di telefonino. Scrollatore onanista compulsivo che a fine scroll se gli chiedi “cosa hai visto” te lo vedi tutto affranto “e che ne so” sono uno scrollatore e più scrollo e primo arrivo...Umm immagino da Belzebù. E anche oggi è fatta!


* https://www.nocsensei.com/camera/storia/massimilianoterzi/zenza-bronica-ovvero-la-macchina-di-zenzaburo/

** https://www.youtube-nocookie.com/embed/AmXg2d2JOh4

**+https://www.gerardobonomo.it/2021/11/05/polaroid-polapan-type-55-p-n-sviluppare-e-stampare-un-4x5-in-30-secondi/#polapan-type-55-positive/negative



Ps. Cosa sono le mani delle donne a lavà panni è nell’espressione che uso “mani da lavandaia” nel guardare con certo ribrezzo le odierne mani da “signore” che padroneggia ben altri affari! Sì ancor prima di zizze, culo e quant’altro di nascosto, gli occhi corrono alle mani dell’altra metà del cielo, si vabbè buonanotte, che anche di certi livelli sociali, ecco, si mostrano tipicamente screpolate e rosse. Rosso come le mani della piccola e minuta lavandaia...

Pss. La riproduzione in cover è dell'iPhone vetero qualcosa, roba vecchia, senza togliere la slide dalla tasca/plasticone




Immagine ripresa in completo automatismo P ed autofocus in formato originario 4/3 su Olympus E-520 a Iso 400 in luce naturale e di riempimento flash incorporato che non invade la scena, anzi. Ottica il glorioso Olympus 14/54 2.8-3.5 dotato di fuochi mossi da ultrasuoni ancora oggi imbattibile. Ottica prima versione ché infatti ne seguì la II cui poco si sa


Santità & Linguaggi
Un Sant'uomo che un lontanissimo giorno dei Settanta passati incideva a “fresco” scene bibliche su “vile” cemento, che i barbari inglesi chissà perché chiamano “concrete”. Senonché l'altro giorno nel (in)seguire pensieri lungo la strada per l'ora d'aria, come i carcerati i pensieri, di nuovo, senza breviario Don Abbondio/Manzoni mi facevano infilare in Chiesa. Sì, quella del falegname e/o carpentiere Joshef/Giuseppe...mi fermo qui ché conosciamo Scritture e molto altro ancora avversato, guarda caso dal Cancel Culture eterodiretto.
Chiesa? Beh sì la parte esterna, muraria mal tradotta, ennesima, dal Greco biblico che traduce dall'aramaico origine e a sua volta...Occidente fondato così su la “parola” dei soliti grembiulini qui con talare!
Breve il Sant'uomo cui si conosce vita ed opere, in attesa dei miracoli, è un francescano architetto e quand'era in Brasile edificava, costruiva edifici religiosi. Mica uno sprovveduto. La Chiesa, all'epoca dei fatti, aperta alla “filippina” non certo “migrante” quanto in locale parlata, vento e gelo e anche frammisto a neve, perché il concrete affresco bisognava come affresco murario di non essere completamente asciutto, altrimenti più del suo martello-scalpello il Sant'uomo si sarebbe dovuto procurare un martello pneumatico! In archivio Manunzio ci sono immagini in bianconero della sua Opera (maiuscolo d'obbligo senza grembiule, però!) e le mani che, tastando la superficie cementizia, rincorreva il progetto ancor più del bozzetto grafico la sua composizione in capa. Insomma a farla breve ne è venuto fuori un Capolavoro di cinque pannelli più uno del fonte battesimale che richiama passi evangelici, stringati e pertinenti per chi intende il “catechismo”. Lato traslato o come più v'aggrada.
Tutta sta storia per...abituato a vedere l'Opus dalle origini l'odierna neo pitturazione (mi dicono eseguita dallo stesso Sant'uomo) stona e non poco. Anzitutto è come vedere certe ricostruzioni in 3D delle, metti caso, vie e piazze e statue romane che furono: uhm. Pare che se non “pitturi” il bianconero, mettiamola così, i beoti moderni giovani e finti tali ottuagenari analfabeti di andata & ritorno non “capiscono” se non a telecomando il colorato per l'appunto. E l'andazzo (Cancela Culture again?) è oramai la regola. E fateci caso a le ripitturazioni di foto in bianconero, metti Anni Trenta; i treni e le dame che in stazione fine Ottocento non si muovo più a scatti causa il frame-rate dell'epoca, ma passati in un Premiere qualsiasi, rallentano il passo e paiono come al contempo tempo! Una falsificazione che di più non si può. E mica solo l'ambito fotografico tout court. Anche le Scritture, e chiudiamo, vengono ripittate “aggiornate” e falsificate a enne Potenza. E scappato pure il calembour: lato traslato o Landa da dove si scrive quest'ultima perla!

PS. Linguaggi ben altro che l'infantile filastrocca: Emittente-ricevente...nel corpo poco (sopra) s'intende l'edifico sacro; sue malie e sottese liturgie; catechismo di pietra come parietali sacre pitture che lungo lo Stivale ancora oggi “catechizzano” le masse nostrane e con occhi a mandorla. Pensate che la cosa non è circoscritta alle Cattedrali europee soprattutto, infatti i loro codici edificatori sono già vitruviane proporzione esoteriche, richiami, echi. Linguaggio che si concatena ad altri codici, uno per tutti: Caravaggio in ogni salsa corrente pure se aprite il frigorifero alimentare. E i fotografi-cinematografari forse che non usano (linguaggio-luce) Rembrandt mood? Linguaggi, allora, come in sorta di caleidoscopio dell'Occidente tutto, atei compresi eterodiretti, che così si è venuto formando e morente, alleluja

Pss. La Santità non s'acquista ma la si possiede come forza della Natura (Mammasantissima Chiesa, che non ci piace la cosa perché “finita ed immanente” la chiama carisma, o predisposizione che è meglio) ma ci porterebbe molto molto lontano per le sue implicazioni da sconvolgere le “Sorti magnifiche & progressive del Capitale”; alla radice giudaico-cristiana del “besenisse” corrente; la giostra degli acquisti e sangue ad esso immolato da quanti non si piegano “alla democrazia delle regole” Stars & Stripes in salsa europoide





25 Aprile Numerologia del 2 + 5 = 7 ? (farneticazioni o forse no di un sessantottino impenitente sul Venticinque Aprile, quarto cabalistico mese)

Sette Cabala già nella Bibbia ebraica, libro dell'Occidente Giudaico-Cristiano-Greco-Romano delle “regole”. Sette che sta per patto, spartizione del cosiddetto Mondo, qui, fine 1945 in quel di Yalta, suol d'amore e accordi , in Crimea: a volte guarda tu il “caso” o l'odierna Ukraine vs Federazione Russa, oggi come ieri nelle mani dei soliti GM ameri + cani che, prima foraggiarono Benito Mussolini e il buon Adolfo Hitler di qua - di là della Cortina fredda Baffone detto Stalin. Internazionale ebraica, i soliti sionisti gli stessi, che il giorno prima avevano trucidato Zar & Company troppo europeisti-germanico-cattolici, grazie al villeggiante svizzero Vladimir Ilic Ulianov, detto Lenin e famigerato vagone blindato – a darsele sul Vecchio Continente (Russia-Ukraine pura replica, forse) e poi con tromba dell'Apocalisse Settimo Cavallery in stile Ombre Rosse o Stagecoach che dir si voglia, viene e ricostruisce ex novo le bombardate mura diroccate : “muratori” del complesso militar-industriale 'mericano.
Libera muratoria in grembiulino bianco che da un giorno all'altro, vedasi siluri U-Boot Terzo Reich baia New York, i picciotti ci ficero 'u patto cuntrai e cu i 'mericani. Significa? Amaramente che la Mafia Italo-Americana ci pirmisi ai 'mericani d'arrivari sinu in Sicilia da liberatori: a ciascuno la propria trattativa Stato-Mafia, dei martiri innocenti Falcone e Borsellino. Mentre a Nord, e parliamo del venticinque della “libearzione, su le rive del Garda Ciurcillone dalla perfida Albione sguinzagliava i suoi scagnozzi in cerca di carte compromettenti con l'amico Benito...a Nord gli Angli avevano dato le armi ai partigiani (bianchi-democristiani e rossi-comunisti si sa mai ché pari sono) per combattere i 'taliani (vedasi Il Golpe inglese). Continuiamo? Sì, quella Mafia dello sbarco in Sicilia senza colpo ferire vs gli Yankee, notori “esportatori” di democrazia via Wall Street succursale della City of London, che ci venivano, d'amore e accordi, ecco, a liberare: da chi? Vero bandito Giuliano altro a-soldato della CIA per fare della Trinacria altro stato a Stelle $ Strisce? Senonché grazie, a qualche Potenza numinosa dagli occhi a mandorla o un altro ortodosso di impossibile lingua a caratteri a smersa, storti, quel bel mondo basato su “regole” del Kapitale rapace non c'è più, piaccia o meno: vero Zelensky front end of Usa-Uk-Ue and Is + Ra + El?
Si dirà, Manunzio già di mattino...no, niente cicchetto veneto quotidiano. Stravaganze, ecco, mettiamola così. Forse. E d'altronde pure noi, sì, del Regno delle Due Sicilie, un bel giorno siamo stati “liberati” dai i soliti Inglesi vs li Francise, e dallo Stato fallito piemontese, che grazie a l'oro del Banco di Napoli si tirò su pro domo - anche qui il solito e democratico sequestrato aureo come contro la Russia vs Ukraine-Nato-Mafia. Storie, sì, vecchie e non dimentiche come la deportazione a Fenestrelle e altrove degli inconsapevoli soldati del Regno traditi ancor prima dai loro comandanti al soldo dei Savoia: Franza Spagna purché se magna.
Numerologia del 25 o due più cinque? No, non regge più. Tutti antifascisti amici degli amici: well done. E solo qualche giorno addietro gli squadroni della morte in divisa 'taliana su camion militari, cavalli reticolati di Frisia, posti di blocco con mitragliatrici e stato di guerra (contro chi?) basta chiederlo a Speranza Sanitario in primis (Conte da Pietralcina nipote & di certuni santi in Paradiso fiscale; virustar della sempiterna Stampa & Regime catodica) via Fabian Society e uno dice: è quanto potentemente armato era sto virus, eh? Un altro colpo di mano forse maldestro e sgangherato (per vedere che effetto fa per la prossima "pandemia" a base di cambiamenti climatici e "soccorso" Artificial Idiocy detta, guarda caso Dio, come tanti cartelli stradali cifrati indicante che, appunto, “Dio c'è” con lupara e coppola, c'è) del Fascismo Tecnocratico planetario via OMS de 'u cumpari Bill Gates, BigPharma etc.
E allora? A noi! come sui gagliardetti fascisti di Benito & Vaticano Spa dei Patti lateranensi? No: a soreta!


Ps. Quando Italo Balbo atterrò (potenza della pubblicità in camicia nera!) con gli alati idrovolanti nella baja di Neva-Iorke, un tripudio che manco in Italia si vedé mai; anzi, il seguito dei 'mericani Capi Loggia & Mafia, o due al prezzo di uno, nella City Hall, tutti a fare da ala ai “nostri” trasvolatori e, tutti tutti, con la mano alzato nel saluto romano

Pss. Mentre i soliti squadristi da Quirinale alle cosiddette camere o dell'arco prostituzionale (all'epoca qualche baldracca parlamentare si lamentò, forse per perdita di clienti, della neo “eretta” Cicciolina pornostar via sulfureo Giacinto, detto Marco Pannella) giocano alla mora cinese o men che sia, fann' ammuina. Infatti il trottolino Primo Cittadino ed eredi del Duce, mandano armi al camerata nazista Zelensky con benedizione di Vaticano Spa, del buon gesuita Francisco Primerio da la Pampa argentina, eppure 'taliano di sangue: olè, somos todos caballeros!




Sedieciannivisembranopochialcambiolosono

Ecco cominciamo bene ma il senso “lungo” del tempo pare centrato, o almeno si spera: ma di cosa si tratta? Oh di Amalfi, sua bella panoramica costiera, certo di curve infinite per arrivarci, e d'una sua cartiera.
Dunque, Amalfi ex Repubblica marinara con Pisa Genova e Mammasantissima Venezia, clan di “amici” che spadroneggiò nel Mediterraneo, cui sponde africane arrivava il terminal di quella Via della Seta, carichi di certi manufatti in cotone: breve carta pure questa inventata dagli occhi a mandorla quasi mille anni prima. Poi prova che ti riprova anche gli amalfitani dovettero crearne di buone, carte s'intende. Tutto questo: cui prodest? Semplice finalmente dopo dieci anni, tra richieste scritte e mai arrivate in stile italiota, eccoti la carta che è riduttivo chiamarla così. Esagerato? Forse ma il tatto, e avete detto niente, in primis, in secundis, quattro lati sfrangiati, intonsi o english deckle ne fa na bella carta per “belle arti”. E uno dice e non inkjet? Si, certo, infatti, la carta-cotone è passata sotto i rulli della Canon Pro 200, cui coloranti sono altra cosa e squillanti rispetto ai pigmenti della sorosis Pro 300 per non parlare della 1000 a dodici colpi, oops cartucce, ne è venuta fuori ok.
Ebbene la carta è di puro cotone, senza Oba gli azzurranti chimici per “imbellettare” sbiancando il substrato, e penso con riserva alcalina a fine meglio conservare le fibre da sbianchimento colorato. Insomma, nata come detto per il disegno tout court, se la cava egregiamente con set di ink: a dir vero il driver di Canon Professional Print & Layout settato senza complicazioni, sui colori dei diverse brand-carte, dà e produce, sempre buoni risultati come i test dimostrano da un anno a questa parte, prosieguo dei precedenti dieci passati con altre stampanti: Hp a colori e pigmento, questi ancora oggi un must a nome Photosmart Pro 9180, cui copie d'archivio ne sono prova provata.
Ma qual'è il maledetto problema? La visualizzazione a monitor: non c'è santi e men che mai “realtà aumentata” un tot a chiacchiere che consenta di apprezzare colori e anche, non di meno, un bel pastoso e seducente bianconero. Certo un po' old style carico di nostalgie brown (ci mette la sua anche, e non altrimenti, il supporto carta "lievemente giallino") ma funziona e bene alla grande con neri che tali sono, anche se, risaputo che una lucida baryta farebbe impazzire, ma anche così: chapeau! La carta viene da Belle Arti di Akragas/Agrigento, mentre la cartiera da Amalfi, rinomata Amatruda: carambola e sponda via mare-carraia o ferrata, prima giù per lo “stivale” poi sù? Siamo in Itaglia: che dire di più!

NB. I richiamati brand sono a sottolineare, solo e solamente, l'origine manufatto e tecnologia di stampa, il resto è esclusivo esborso di Manunzio, come sempre



Ps. La resa della Amatruda in bianconero è paragonabile, come goduria, ecco, alla Awagami Bamboo: vero sono due sostanze diverse, la amalfitana cotone l'altra, giapponese, bamboo. Eppure al tatto sono “identiche” come la bella e calda, (settaggio nella amalfitana, in “presa diretta” la Awagami e solo settaggio automatici) e piacevole scala di grigi; su questo la Pro 200 la dice lunga. Ci dovete dannà l'anima per il bianconero, tout court, però però alla fine, eh!



Anatomie

Belle ragazze, fertili. Ma non è questo. Infatti è sul “teatro anatomico” che puntiamo lo sguardo. Inciso e quanto mai azzeccato quel “L'analfabeta del futuro è colui che più dell'alfabeto non conosce la fotografia”. E si può scriverlo: fottografaia. Ben altro che raddoppio vocalico per i distratti a telecomando.
E veniamo al sodo e del messaggio. Impaginato orizzontale, evitiamo rifermenti supini...ci siamo intesi. Sviluppo, quindi, da parte a parte e con gli schermi panoramici tout court , ecco quattro interpreti-modelle-attrici fate come ve pare. Tutte passate per il classico casting statene certi.
Ora la leggiamo, ecco, l'immagine da sx a dx o viceversa? Poco importa una volta capito il gioco. Sicché a destra la giunonica “araba” dal senso più che prosperoso (allattamento seriale) dovrebbe mettervi su la giusta via, ma ne parliamo appress' subito dopo. Stacco o vuoto fra giunonica e delle tre di sinistra che, riempito dalla réclame, le unisce per la messinscena. Tuttavia se togliete la scritta non vi perdette nulla. Tre, eh. Tria sunt perfectionem, no? Pare proprio di si. Stiamo al gioco discreto fascinoso e non meno intrigante.
Continuiamo il gioco che mette (intende?) in scena slip e reggiseni va da sé, armi micidiali di “distrazione” per maschietti, anche se la biancheria è modellata, ecco, per le femmine. In apparenza ben s'intende.

Tre donne ma stavolta leggiamo il gruppo contromano da destra a sinistra
che è tutto un programma. La prima dunque da gli occhi a mandorla simbolo d'Oriente. Ora se guardate la mano “morta” dove si posa...certo deve unire sopra (reggiseno) con slip, eppure quelle dita proprio su la gnocca...e cosa sennò?
La seconda modella del trio è una africana de facto: che dire ancora, finis-terrae? Sembra proprio di sì. Vabbene manca quella seduta di carnagione nordica: bianca si sarebbe detta e attenti al politically (in)correct! Ma la poverina, ultima della quaterna, è esatta + mente ciò che i cosiddetti pubblicitari (con tessera da loggia massonica luciferina alla Davos docet) altro non fanno che mettere in scena, per l'appunto, la nuova e futura topografia umana (umanoide, no?) terrestre (in attesa di traslocare armi e molti bagagli sul pianeta dipinto di “rosso” e finiamo qui). Insomma de facto eradicazione della pelle-cultura bianca. Cancel culture non a caso, final + mente.
Oh voi che avete l'intelletti fini mirate cosa s'asconde (non già sotto il velame de li versi strani) bensì davanti “banale” messinscena di belle figliole in mutande e reggiseno. Réclame o anima sulfurea del commercio: mercimonio per caso?



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AE 1 delle mie brame

Passati dalla EE ( Eye Electric) all’Automatic non è certo per formalismo, almeno in apparenza: i nomini sono “cose” e mai neutra, quanto soprattutto possesso, meglio ancora Potere: sta scritto nella Genesi biblica e non è la solita boutade di un Manunzio in vena di.
Canon l’altero ego di ciò che a giorni dispari, e pari pure, scriviamo ad immagine Nikon: CaNikon per l’appunto. Un tempo non lontano, altro che bar sport, stavamo con gli “ascari” di Canon come Coppi a Bartali d’antan: progresso contro certa restaurazione, sempre con occhi a mandorla per il terraqueo però. Ok Paleo qualcosa. E senza giri proprio l’ultima in ordine di tempo usata la AE 1 macchina senza fronzoli, para-meccanica. Pesante in metallo di giusto peso, e diversamente da altri non ci ha cambiato esistenza così come invece le Olympus, scritto è riscritto con cristallina convinzione, macchina non di questo “mondo cane che ci ho sotto i piedi” rubando battuta al Faletti/Catozzo vigilantes del Drive-in anni Ottanta: veniamo da un altro universo, incappati in questa maligna dimensione base coronarica non per scelta!

Canon AE 1



Occhi a mandorla

E si dà il caso che stavolta sia Fujifilm che conosciamo da una vita quando usavamo, scritto e riscritto, negli anni Settanta del secolo breve la G 690 BL, una telemetro in formato 6x9 (!). E poi le pellicole Fujichrome (mitica Velvia 50 che killerò il Kodachrome) che trattavamo in proprio perché anche se sviluppabili nel brodo E-6 dei service, risultavano con dominante magenta causa sbianca-fix più corta di due minuti delle altre pellicole, in primis Epr 64 Kodak.
Sia come sia le rangerfinder così secondo gli “inglesi” (che Iddio ce li conservi in gloria, amen) Fujifilm iniziata con la Pro X-1 poi due e odierna 3 pensa di fare, non già concorrenza alle famigerate Leica, cosa gradita ai fotografi abituati al mirino galileiano, e tra questi chi scrive. E si qui ci può stare, ma con la pro X-3 siamo alle solite: far passare una digitale per quegli imbecilli che non si convincono (i soliti giapponesi nella jungla a guerra strapersa da ‘na vita!) di avere una digitale telemetrica d’antan, ma che come tutte le digitali ha Lcd per vedere e rivedere le immagini oltre che settare la macchina stessa. No con la X-3 Lcd è flippabile, meglio sono flippati gli ingegneri! E sai che novità, il flip, quando la Epson con la sua RD-1 costruita da Cosina ci aveva pensato per prima…sul resto stendiamo un velo pietoso anche perché sono cazzeggiamenti di marketing della Fujifilm. E la fotografia (produzione immagine) è altra cosa, anzi, a sto punto del cosiddetto “progresso” digitale non ci azzecca più una mazza!

Fufifilm Pro X-3(sottotitoli turcomanno, assiro, babilonese e pure italiano)


Man fotografo dal 1969



A gratis è bello

La Teologia incarnata nel "verbo" Mercato è al passo con i tempi come sempre d'altronde. Merce dalla A alla Z come un emporio famoso via Internet. Sia. Tuttavia è nelle pieghe del Iddio Mercato (una volta le si chiamava contraddizioni di certo signore di Trevi) che la guerriglia trova pane (sarebbe meglio dire certe anatomie maschili) per le terga del Mercato, che l'appoggia in quell'altra anatomia che va per la maggiore uso dire, via Stampa & Regime al solito teledipendente a reti omologate. Sia. Evidente quanto l'interfaccia globalista luciferina neofeudale sovrananazionale usi certi loschi figuri tipo il sembiante d'un Soros e controparte nostrana Bonino in chemioterapia permante: non a caso. Chi la l'aspetti. E da queste interfacce che viene l'ideona delle migrazioni: sempre la Bonino aveva tuonato ed ottenuto che i "barcaroli" eterodiretti approdassero solo e soltanto in Italia, il lager ché ce l'ha chiesto l'Europa che sta di là delle Alpi, o meglio aldilà, ecco, del male ma non del loro bene con baffetto e braccio teso copiato dai legionari.
L'ideona in soldoni, via, è presto detto: eradicazione manu militari via barconi del popolo italico in primis, in secundis ibridare con gli uteri nostrani il meticciato senza diritti senza storia nè identità che al Mercato nella sua pazzia fianale via robot e genetica non vuole regole. Dice: cui prodest? Ma contro la Cina a scalzar il "sacro romano impero" in prima battuta e l'Asia tout court: come si permettono costoro? Ma l'iPhone (una su tutte) i bravi Yankee dove li costruiscono se non presso gli occhi a mandorla? E il cosidetto "debito pubblcio" degli americani e figurarsi noi del Vecchio(letterale) Continente chi se l'accolla? Ma i buon cinesi cui vogliamo la pelle a salve: vale a dire abbaiamo sempre noi occidentali che abbiam smarrito il fatto che "cane che abbaia non morde" più o meno, e ne conserviamo memoria di un cane che ci venne addosso mordicchiando il piede tempo fa, e non era cinese!

Migranti, Emma Bonino: “Siamo stati noi tra 2014 e 2016 a chiedere che gli sbarchi avvenissero tutti in Italia


Man fotografo dal 1969


Ps. La consorte è uscita in visita ad un'amica cui figlia ha dato continuità all'italica stirpe (!) ingravidata non di meno da giovane discendente afro algerino tunisino, e il fatto che il neonato ha pelle olivastra è già "buon segno" delle sorti magnifiche e progressive del Kapitale. Sotto la finestra cui si scrive due ragazzi fatti giovanotti di madre nostrana e padre afro algerino tunisino che poi andato via (per la parte?) la mamma italiana li tira su come può; in attesa che il buon Soros li fornisca (gli ibridi) di carte di credito naturalmente anonime e a prelievo illimitato che tanta gola fa ai "barcaroli" eterodiretti dalla Mafia di qua e di là del Mediterraneo
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