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Il giochino è semplice: si provi a pronunciare una qualsiasi parola di senso compiuto e in italiano (!). Ora a prima volta il suono (ci si eviti le pippe sociondropodeché e filosoficamente morte tipo Umberto Galimberti che impazza a Web, e pure quell’altro compare a nome Biglino che pari sono nell’opera fittizia di acculturazione, quando poi l’esatto opposto, di portare anch’essi all’ammasso il popolo forse già bue di suo, e la posta è,comunque, Vaticano Spa) non accade Nulla come la vestale Munari, E continuate il giochino, d’altronde la Giostra acquisti questo vuole, manu militari si capisce. Giocare e le donne oggi Otto marzo altro che Idi di Cesare memoria, ci giocano con le palle: lato traslato o come vi aggrada.
‘mbè? Veramente questo lo dico io: ‘mbè! Il suono, sociondropodeché etc, perde senso, svanisce, evapora tant’è l’usura del vocalizzo e se vogliamo si de-sacralizza: vero grembiulini?
Bene, anzi no. Se dai vocalizzi si evocano i fantasmi immagine fottografiche* al corrente l’usura è, né più né meno, come esalare l’ultimo respiro senza scomodare Montale** bensì Platone e suo Mito. Signori inglesi (!) il Mito sono le fondamenta dell’Occidente tutto, anche della vostra capa di m...ammalucchi, e sì. Allegoria come traslate è altra cosa e non sono sovrapponibili, giacché il Mito della Caverna è carne viva, mica chiacchiere.
Immagini in cover veniamo al sodo d’autore che avevamo già didascalizzato efficacemente in altro post ma che potremmo, ci sta tutta, ripetere paro paro. Una volta tanto Myphotoportal torna ab-ovo (io fui ciò che tu sei, tu sarai ciò che io sono dice il teschio ridens al pellegrino che si fermi nei pressi del tumulo di terra!) Bianconero, infine, di una tristezza travolgente eppure...si provi a pronunciare una qualsiasi parola di senso compiuto e in italiano...

https://www.filippocristallo.com/dualita_urbana-p29232

*Fottografia conio, come minchiapixel, di Manunzio che sta a significare il salto quantico, dal mestiere & hobby d’antan con attrezzatura analogica e pure digitale sino all’altro ieri, allo spaesamento l’evaporazione di senso e pratica del fare click e click (le digicamere emulano tramite finto suono l’otturatore che scatta) sostituita dalla conta a chi c’è la più lungo e grande e bello, il pixel, si capisce

**Eugenio Montale “Forse un mattino”
https://online.scuola.zanichelli.it/letterautori-files/volume-3/pdf-online/45-montale.pdf


Ps. Vedete? Due spiegazioni, si vabbè, che più idiote manco Crist’ riuscirebbe, preso dalla Treccani...a memoria di Faber memoria: cazzate a man bassa quando si “intellettualizza” pure l’aria che si respira: il Nulla, la vestale Munari!

https://www.treccani.it/vocabolario/mito/
https://www.treccani.it/enciclopedia/ricerca/allegoria/?search=allegoria











Sibaritas

"A volte sono gli alberi d’Africa a chiamare" così i Treni a vapore di Ivano Fossati e c’è pure quella di Mannoia con la prima, però, di un ritmo più coinvolgente. Ma non è questo parlare di vaporiere, sebbene Manunzio ci è salito sopra e le ha viste sui binari della Stazione...No qui è il giallo che come sorta di sotterranea collegamento rimanda a quel Sibaritas cui headline odierna, che è spagnolo*. E come trovato boh, so solo che al solito metto mano all’etimologia, funziona nelle lingue che conosco, meglio mastico, ivi il barbaro inglese che più finto idioma non poteva essere inventato. Fermiamoci qua.
Dunque con la WZ5060, chissà mai perché settata a 1200 x1600 risoluzione come la precedente 850 Z di Epson, con solo due milioni di pixel da mostro, forse perché “affezionato” ad essa così sta di fatto che molte immagine portano la “bassa risoluzione”. Bassa eh e non si ha voglia di Lunedì di incominciare il rosario e Rocco Siffredi, ci siamo intesi!
Mi trovavo al centro storico di sta landa, quando finirà la punizione di questa reincarnazione impossibile a dirsi non è nota direbbe il sardonico Socrate che terminava (Apologia) “lo sa solo Iddio” o chi per lui, mah. E nel centro cittadino, precisamente la City Hall (siamo international quante altre volte da scrivere?) che adesso è aggraziato edifico e annessa “rotonda” meglio squadrotto spiazzo usato per partitelle giovanili, mercato di erbe e Natale) il giallo muro richiama (Treni a vapore di Fossati-Mannoina) boh. Sta di fatto e Manunzio sa che prima o poi (la mente?) materializza qualcosa, come infatti il giovanotto (spiace che non sia donna com’è uso corrente del Pensiero unidirezionale che vuole così, Lucifero dixit) e ci vuol poco ad immortalare la scena che poi finirà, nientemeno, sul sito della Getty Images lo spazio di un mattino sennò s’incazzano i Pensatori unici ad Adrenocromo. E nell’attesa di aver fatto il colpaccio tra luci ed ombre un must del Manunzio, eccoti lo sguardo spostatosi di poco sempre sul giallo muro la proiezione di una veranda dell’edifico prospiciente che sembra una bocca, fauci, aperta su...Ma sì ma sì basta “azzeccà” in post (senza Ai) le due immagini e gnam gnam il balcone-fauci-ombra si pappa il tutto così almeno nella capa del richiamato Manunzio. E anche oggi è fatta!
*https://dle.rae.es/sibarita
https://unaparolaalgiorno.it/significato/sibarita

Ps. E mica solo gli Yankee possono storpiare le parole, qualsicosa, Manunzio ci ha messo una s finale al titolos, ecco: olé ombre(s):

Pss. Spazio di un mattino (tolto dalle scatole del sito) perché agli ameri + cani non ci piace ciò che non è Amerika (k as killer) way of Life






Colpire al cuore (Stato dell’Arte)

Così il titolo di un film d’Anni di piombo, tempo della “lotta armata” e clou il rapimento e uccisione dell’On. Moro e sua scorta a opera, anche, delle Brigate Rosse che, tuttavia, non sapevano tenere un’arma in mano secondo ricostruzioni di Commissioni parlamentari d’inchiesta sul caso Moro; fatto che rima con quei “terroristi” che non guidavano una macchina, né un alare Piper però il jet che si “schiantò” su una torre del famigerato accadimento storico “torri gemelle” fake d’abborracciata grafica 3D (tutti i testimoni oculari dei fatti “morti” in strane e più che sospette circostanze). Fermiamoci qui.
Quindi li francisi, gli ideatori della nuova “cosa” fotografica telemetrica si sono ispirati, guarda te, a Leica. Un blasone da Cancel Culture. Paradigma delle moderne Full-frame e tutto ciò che ha che vedere con il codice (Da Vinci?) 135, detto appunto formato Leica ventiquattrpertrentasei, classico. Ma la cosa ha un precedente, proprio così, quando Zenit russa strinse accordo con Leica per la commercializzazione di un “mostro” bicipite a telemetro: design russo resto germanico. E se tanto mi dà tanto già ai tempi dell’analogico Konica* diede alla luce, ecco, una telemetro molto “perforante”. Tanto l’uno che l’altro durate lo spazio di un mattino.
Viceversa pare che Le Coq (Galli, Francesi) ora si avvicinino al Mito M, tutt’altro che a modica cifra, ça va sans dire, per ricavarne sangue da rape? Mah.
Infine, siamo, dopo la Pentax17 in clima nicchia, diciamo così mezzo e mezzo, almeno sino al giorno in cui Samsung telefonica, e Mela (morsicata o bacata?) decideranno il “game over” finale e addio a sogni di gloria per tutti vero: Canon, Sony et simila. Sì, anche Nikon che da mo’ in “rianimazione” irreversibile. Il resto direbbe il fu Sator Sartori Prof & Accademico: “So’ cazzate”. Sottoscriviamo! Ah sì, en passant, c’è anche Fujifilm digitale telemetro serie X-Pro, brand(y) che già in epoca analogica aveva la sua “Leica” tipo Fuji Fujica G690 BL ottica intercambiabile formato...seipernove, e recente passato TX-1**

*https://www.gerardobonomo.it/2022/05/03/konica-hexar-rf-o-leica-m/

**https://jonasraskphotography.com/2019/06/17/fujifilm-tx-1-the-original-xpan/


https://pixii.fr/

Wow! Zenit and Leica Present Joint Production Camera!
https://www.mirrorlessrumors.com/wow-zenit-and-leica-present-joint-production-camera/

https://leica-camera.com/en-int/press/counterstatement-ukraine-insider-russia-shipments





L’immagine a sinistra è una pagina di cm 24 x 33,5 base e verosimilmente scattata dal fotoreporter Francesco Cito su Ektachrome Pro (fisime e chi scrive ne ha avute proprio così) o men che sia Iso/Asa 64. E oggi la si direbbe poco definita, sgranata senza meno. Eppure non guasta affatto.
Immagine di una pattuglia motorizzata di Sbirri napoletani che affianca una vespa cinquanta di pover’ maraonn’ di guaglione corrieri della droga: pesciolini che si posso mettere, per l’appunto, in prima pagina. Tempo di nome e di fatto, rivista che durò lo spazio di un mattino, sebbene il colophon/timone porti la prestigiosa firma al Coordinamento immagine di Uliano Lucas, per gli imbecilli italiani, caciaroni analfabeti di andata e molto ritorno grazie alla tonaca nera (!) di Vaticano Spa e quella melassa (intellettuali del menga) prezzolata, con ancora in tasca la tessera dei “tengo famiglia” a nome Pci (terminerà sua esistenza di Partito Comunista italiano rosso-luciferina cinque anni dopo l’immagine di Cito,con il crollo del muro di Berlino, Anno Domini 1989) già sguazzante liquame del Kapitale da impallidire le etere greche, a pagamento ben s'intende


Era ora che un po’ di serietà fotografica re-apparisse sul condominio Myphotoportal che troppo spesso rimanda, ecco, voci, di queruli ed inutili fottografi: sì, raddoppio come gramigna, o nel caso di specie, edera che dove cresce s’attacca (!) o di chi manco sa declinare, in italiano, le proprie generalità figurasi a tenere in mano un apparato per l'appunto fottografico. E vive il tapino fesso e cuntent’ supportato pure à la page da Myphotoportal. Allora il Cito fotografo d’antan, che almeno sa quel che fa: vi pare poco? Ma per niente a fronte dei richiamati con doppia “f” che non sta per traslato F, bensì proprio: fessi alla napoletana. E pure alla pugliese, abruzzese, lucana: fessi e basta!
Senza farla lunga, Cito dalla sua Home ha discreta pretesa di dire qualcosa se ci si sofferma un attimo e senza “zappare” come ci insegna, ecco, Mammasantissima televisione o lo “scrollo” infinito dei tablefonini: sempre sia lodato Steve Jobs. Amen.
Tuttavia a scanso di equivoci di Cito non ci piace granché per il fatto d'essere fotografo embedded e che non avrebbe mai potuto far carriera onori prebende e quant’altro senza inchino (novanta gradi?) alle Centrali del Pensiero Unico: anglo-american-sioniste. E ognuno s'è detto tiene famiglia


Ps1 Tempo, mensile edito da “Tempo Illustrato” fu l’inutile accanimento terapeutico per rianimare un’idea fotografica tutt’altro che peregrina, visti i precedenti di Panunzio & Co. dopo guerra. Non ancora visibile sui radar la “rivoluzione” dal latino malandrino re-volvere, di Internet e compagnia bella, tuttavia il Grande Moloch Fratello (che grado rito scozzese?) Televisione con sue “dirette” vedesi l’allucinazione mondiale del cosiddetto “allunaggio” se ne riparla quando esce a breve il “remake” ancora in mondo visone cinematografico però, mise pietra tombale su la cosiddetta “carta” stampata si capisce

Ps2 Cito di tre-cotte, il fotografo, si fece il suo tour, nascondendo bene bene le sue fotocamere sotto i baffi e barba posticcia, turbante afgano bastone del viandante e quant’altro. Suo fotografare era mettere alla berlina il compagno Ivan, quando c’era ancora l’Urss dei compagni russi, ecco. Sì, sputtanare l’Armata Rossa che invadeva il povero (!?) Afghanistan di papaveri oppiacei e avvertiva Israele della prossima aria: quel che adesso è il Genocidio di Gaza e non solo. Tuttavia, morto un papa se ne fa un altro quando arrivò con squilli apocalittici il 7th Cavalry Regiment (lo stesso di Ombre rosse-Stagecoach). I soliti esportatori e benevoli e buoni, di democrazia. Stesso suolo stessa fine in quel Afghanistan con i cargo americani che decollano (Saigon, Vietnam 29 Aprile 1975, dixit) con afgani attaccati alle ali! Talebani già eterodiretti Cia-Mossad e prima combattuti a chiacchiere, ipso facto promossi alla guida del martoriato paese (alla faccia degli uteri marci di verminaio che blateravano contro il Burqa che le donne lì fregava di meno) non prima che sottobanco prebende agli anglo-americani-sionisti in formato polvere-papavero

Ps3
Quando comparvero le immagini su Stern, i nazisti germanici le provarono a suonare ai camerati fascisti orfani di Mussolini: spaghetti people vs mangiatori di krauten. Gazzarra studiata da ambo le parti a tavolino e brindisi con champagne, di quello italiano però
Reportage Cito, Napoli
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Un mattino

Venivo chiamato per fare questo e quella riproduzione cartografica, così la mattina alla pensilina (trovare parcheggio al centro storico cittadino e di primo mattino un terno al lotto) insieme a ragazzi di scuola attendevamo bus; Piazza XVII Agosto e scale mobili su ancora per lo “sbarco” (così i cartelli d’allerta dei tapis-roulant) in Piazza Mario Pagano, nota per il lungo mausoleo del Prefetto, da qui Piazza Prefettura, appunto. Poche centinaia di metri, a volte senza anima viva quando un tempo popolata di gente e aroma di caffè che riempiva la strada Pretoria o Main street.

Non troverai mai la verità se non sei disposto
ad accettare anche ciò che non ti aspetti.
Eraclito


Soprintendenza Archivistica fuori Porta San Gerardo (di fianco Cattedrale omonima) e d’una pianta grassa, quasi cascante che a giorni cercavo di potare, senza essere visto, pur senza alcuna conoscenza di questo; irrigavo, comunque, ogni fine settimana. Un giorno come altri, non ci pensavo manco più, entro nel salone di due porte finestre, lì all’angolo vicino al termosifone (molte volte aprivo le vetrate per far arrivare aria fresca e non chiuso, e pare portasse bene all’arbusto) la pianta s’era ripresa per metà, l’altra di sé rinsecchita. Eppure mai visto quelle foglie, rami a dir vero, mostrami quel disegno: possibile? Si un Cuore (scritto maiuscolo per dare reale e consistente idea del fatto) come gli innamorati ne disegnano sui muri...la pianta, mi aveva “premiato” con un Cuore verde!



Roma immortale

Un mattino prima delle canoniche sette quando “milano incomincia ad urlare” il catodico manda il Tg delle reti con biscione, serpente iconico sulfureo anche esso, l’immagine dell’amata Amerika: nostra salus extrema Thule. Paradeison immaginifico.
Breve che il sole sorge e...Mussolini è già a cavallo dell’eterno fascismo (Fellini dixit) italico: due fasci littori bronzei ai lati della Speaker nell’immagine sovrastante, forse la Pelosi di quella lontana immagine catodica. In verità in verità vi dico: tre. Infatti il terzo fascio è la stessa bandiera americana in verticale, tant’è vero che se togliete la parte sottostante le “Stelle” voilà un fascio ovviamente stilizzato. No, eh! Quando negli Anni Trenta gli idrovolanti di Italo Balbo in orbace (divisa fascista, sebbene qui ordinanza della Regia costituita Aeronautica) ammararono come da programma nella baia di Neveiorche, fu un tripudio e lo si vede dai film d’epoca, meno noto ma pur documentato, quando i fascisti entrarono nella City Hall , tutti ma proprio tutti gli “Americani” convenuti replicarono festanti al braccio levato del saluto romano: A Noi, no? Certe scene che si ripetono ad libitum, perché così i babilonesi del Corona + virus, non a caso latino anch’esso. Certe combinazioni astrali o meglio “Stellare” come la ricordata Stars & Stripes!


NB. In alto il sornione “In God we trust” che per gli idoti è “dio la nostra fiducia”. Ma in cosiddetto inglese trust è:”A trust is a fiduciary relationship in which one party, known as a trustor, gives another party, the trustee, the right to hold title to property or assets for the benefit of a third party, the beneficiary. Trusts are established to provide legal protection for the trustor’s assets, to make sure those assets are distributed according to the wishes of the trustor, and to save time, reduce paperwork and, in some cases, avoid or reduce inheritance or estate taxes. In finance, a trust can also be a type of closed-end fund built as a public limited company”. Insomma il “dio” denaro


Click on for more

Lo spazio di un mattino l’immagine vincitrice di non so cosa e quando spedita, certo tanto per celia. Ma non è questo, a dirla tutta nun me po’ fregà de meno, poiché conosco il valore “artistico” di chi scrive, ma tant’è. Insomma una bocca in agrodolce per quanto è banale la foto nella sua essenza tutt’altro che peregrina. Intendiamoci anche quando faccio il naif tutto è ponderato, vale a dire per usare metafora, poi mica tanto, quando uno è elegante tout court anche con una foglia davanti e una dietro, si sa mai, non dismette per questo certo allure. Manunzio non è fesso, lascia correre in spirito partenopeo dal basso profilo, ma quando c’è da dare la zampata, anch’essa tout court, attenzione alla sciabolata di Manunzio, che fa molto ma molto male.
Una tazzina vera di vero caffè bevuto in un giorno di inverno freddo e gelido con una “scherda” di sole, quel tanto di sole per creare la magia di uno still life venuto a “caso”. Qui Manunzio non procede oltre ché solo pochi fortunati, stavo per scrivere eletti, possono anzitutto vedere e poi intendere…e del perché non il 19 invece che l'odierno 17 kabalistico!


Ps. La fissa della mamma era di avere per il figlio roba di certo valore e per questo che a cadenza regolare ci arrampicavamo per una scale di legno, più che altro una parte di sesto grado, fino lassù da Mast’ Aniello sarto, fine napoletano chissà come catapultato tra le montagne lucane. Rito per un taglio su misura invernale ed estivo dai pantaloni corti che ancora indossavamo pur grandicelli


Niente di nuovo sotto il sole figurarsi da un McDodanld’s qualsiasi e con la fotografia…come cavolo a merenda? Più o meno. Solo che le vie della fotografia sono infinite e basta poco a fare una foto fuori dall’ordinario, certo che poi duri lo spazio di un mattino…sic transit gloria mundi, no? No. Ahh allora ditelo del contagio di un Manunzio “ordinario”!

Foto take...away

Man fotografo sin dal 1969


Ps. L’effetto diciamo così si ottiene anche e forse soprattutto con Lr o fratellone Ps, però…







Certe coincidenze...Un indizio resta tale, due un po’ meno e tre la prova. Tutto nasce nel sistemare la soffitta (incoscio) cui si è dedicato con “abnegazione e sprezzo del pericolo” il figliol di Sky, anche perché tutte le sue canne…da pesca deve pur sistemarle!
Sia come sia non tutto nuoce se cum grano salis si riesce a discernere, che di questi tempi poi…una gran fortuna per sé mica per il teleguidato detto prossimo felice e fesso: c’è chi si diverte così. E chi siamo per distorglielo? Tanto un giorno farà i conti con la (sua?) cosiddetta coscienza, e non è detto nell’aldilà quanto e più soluzione finale aldiquà.
Giacomelli, dunque, che si rileggeva nel sistemare il mare di riviste di un cinquantennio scampata alla furia “iconoclasta” del figlio che mette ordine in soffitta, si è detto.
Rivista morta nel giro di un mattino inizi Anni Duemila. Fresca e tuttavia inusuale per lunghezza, intervista al Giacomelli nazionale, del quale si dice mai “uscito dai confini di Senigallia” sua terra d’origine. Ecco qui il punto ché il nostro è riuscito a farsi “capire” diciamo universalmente, è riuscito a mettere sul Pentagramma esoterico materiale da poter suonare, vedere ai quattro angoli del terraqueo. Morale? Beh sempre per certi “indizi” siamo anche noi così, anzi, pensiamo sia realmente così quando premiamo il pulsante di scatto. Fine prima parte

Man

Parigi val bene...
A proposito di Mario Giacomelli, da un caos all’altro

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Giacomelli_iterview.pdf (2.76 MB)

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