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Uno dieci cento anni...di carcere


Vedete cos’è la fotografia: scrittura e, tuttavia, nulla sparte e tange con altri linguaggi che manu militari la tengono in catene (ancora oggi!): quante volte si deve citare Ernst Hass** uno dieci… e centomila?
Andiamo all’immagine parietale, ecco. Vicino al Cimitero (!) Monumentale di questa landa, l’altro è un loculario fuori dal territorio urbano e che affaccia sul verde d’una valle sottostante: mezzo pieno e mezzo no il bicchiere di chi si contenta gode. Loculario, celle, anfratti di un silenzio da obitorio tutt’altro del Monumentale richiamato che sembra la “chiazza” piazza cittadina dove ci si incontrava, centro storico cuore (una volta) di questa landa.
Ora c’è stato un tempo in cui andavo in giro con quei zaini “monospalla” cui interno c’era anche la fidata Olympus C 5060 WZ o la C 5050, questa né più né Meno che una Leica, ma con occhi a mandorla, va.
Senonché l’occhio girovago del fotografo (Manunzio) ha colto al volto l’involontario calembour di qualche buontempone: no, non è di Pshop (il mio Elements per dilettanti, eh!) a fare lo scatto l’assemblato, no. E’ storia molto lunga di fatti che, in un modo o in un altro, compone il mezzo milioni di file l'archivio Manunzio e ci vorrebbe almeno uno scaffale dal soffitto a pavimento a narrare (altra cosa raccontare fattarielli) ogni singolo file. Fatti che Excel non contempla: cosa c’entra questo, beh per una prossima quando si darà conto, alla lettera, degli Excellista, excillador neo nuovo “neologismo” da affiancare a minchiapixellista, scrollatore di schemettini iphoneschi e pure andreottiani (non viene il dito di battere android/androiani). Tutto qua, al solito occhio come mestiere e rubiamo il titolo di Calogero Cascio, ahh, che negli anni Settanta passati a miglior gloria (!?) mise a titolo. Si è fotografi o non si è, altrimenti state core a core con il Nulla della vestale Munari & Co e pure (per altro dire) Padre guardiano di Myphotoportal: tiè tiè i che café pomeridiano mentre le dita batto le ultime lettere. Lettere? Ma si, ma sì siamo tipografi e stampiamo l’immagine che ne vale uno dieci cento...per educarne altrettanti: vabbè è scappato il sessantottino dire. Amen!

**Esiste un mondo letterario di pensare e vedere, per secoli il letterario ha prevalso sul visivo. E oggi i nostri occhi sono costretti a vedere in termini letterali. Mi auguro che, per quanto possibile le immagini possano farlo con il loro Linguaggio. Ernst Haas prefazio in America




Gli attrezzi, parte, di Manunzio per la stampa digitale praticata da circa un quindicennio. E seguito di ripetuti “esperimenti” le sonde colore e tutta la teoria della giostra degli acquisti è stata butta nel cestino, sostituti dall’occhiometro di più di cinquant’anni di fare fotografia magistralmente sintetizzata dal pacco carta analogico, oramai inservibile causa anni stoccaggio, sottostate il terzetto superiore sempre Ilford brand per chi capisce di fotografai e non sentito dire di un Verolino qualsiasi e Munari eterodiretta dalle centrali sulfuree transatlantiche. Carte inkjet di certi brand à la page, nel caso Canson, e per prova provata la squisita eterea leggerezza d'eleganza formale e sostanziale Canon Premium Matt. In alto il pacco Fabriano, carta che ci accompagna dalle elementari dalla fine Anni Cinquanta secolo trascorso, un universo piegato ai nostri fini e “ammorbidita” da spary-fissatore Maimeri 609. Carta Fabriano che fa, anche, da sub-strato alla esile e pure esemplare, dietro Canson, Ilford della serie cadetta il brand dal microcontrasto favoloso per chi ha occhi di fotografo e non di semplici minchiapixellisti onanisti compulsivi, tristi solitari e finale. Su in alto a destra il non ancora provato spray-laminatore-conservativo inkjet della Hahnemühle cui c'è poco da dire tant'è universale brand



Cosa fatta capo ha
Bello le frasi fatte, fritte e rifritte: forse che l’uomo non è animale rituale-abitudinario? Ebbene solo le menti, illuminate da profonde luce interna mica dei grembiulini, e che avete capito! Sanno ciò che è giusto e gettano a mare inutile zavorra.
Breve, Manunzio ha impiegato un quindicennio, giorno più giorno meno, a trovare la quadra della stampa digitale inkjet. Inizio drammatico ché non esistevano profili ICC e il resto pura e semplice roulette cui, però, ci inzuppavano pane & danari a strafottere i vari Boscarol di tre-cotte (http://www.boscarol.com). E così step by step oggi pare una camminata, relativa, la stampa inkjet. Cosa s’intende dire? Anzitutto lungo il tragitto ci si è liberati di tutto l'abaradan fatto di stregoneria-ideologia unica più che matematica e binaria applicata all’inkjet: sonde di calibrazione per questo quello e quell’altro ancora. Sicché pensavamo di aver adempiuto e giunti alla fine. Ma...quando tutto sembra sia finito è li che comincia la salita cantava Antonello Venditti. Proprio così. E non è che la cosa riguardi chi si fa stampe da sé, no. E’ tutto un “ragionamento” falso errato e bugiardo della solita giostra acquisti e prezzolati adepti.
Ora seguiamo a giorni alterni, si è già scritto, Northlight Keith Cooper. Bene o forse no. Sì perché costui, lo si scrive su la sua pagina You-Tube, pensa alla fotografia digitale con solipsismo binario*. E lo vedreste cercare i dot-ink con finanche una lente d’ingrandimento! Poi dice l’esatto opposto: vale a dire che una stampa non la si vede (giudica?) con la proboscide azzeccata la carta di certo allure si capisce. Oddio non è che il primo visto & letto su la Rete delle mirabilia, sebbene sfugge nome, con lente contafili (ingrandimento) azzeccata su la carta, un blasé insieme alla sua proboscide, pontificare su la bontà della stampa! Obbrobrio di chi non capisce un cazzo di fotografia e digitale, casomai consigliato dalla mamma di comprare una, metti caso, Hasselblad da mezzo miliardo di pixel (se li dovrebbe ficcare nell’anatomia del caso e vivere felice e fesso stampando le sue cazzate su Baryta simil argentea Galerie Ilford d'antan) così resta estasiato delle minuscole macchioline di ink casomai certificate Epson Digigraphie e non chiedete all'oste se il vino è buono! Squallidi figuri che Stampa & Regime in sodalizio con gallerioti dalla benda finta all’occhio e gamba di pirata del caso, propalano: vale a dire mettere il palo...letterale pratica medievale o giù di lì. E la claque a seguito. Bis.
E il paziente Manunzio, cui confronto Giobbe biblico ci fa barbino, buttato stavolta, tutte le cazzate che rimanevano attaccate alle richiamate sonde & co. s'è allegerito la mente. Volete una? Le “macchioline” di rumore, e relativo esborso di money a soppressione, a monitor si vedono come patate cuccuziell’ cetrioloni e banane per l'abbisogna anatomica? Beh a stampa non si vedono un c...alibro tant’è impercettibile, senza dire che la stampa di goccioline d’inchiostro sono altra cosa dai bei piselli turgidi, sempre per l'abbisogna, a monitor, per chi capisce di banale tecnologia "contabile". E che dire del razor un-sharp (si dovrebbe sparare a palle incrociate gli inglesi speaker tout court circa il vocabolo, che ci azzecca il solito c...atodo e significava un tempo “maschera di contrasto” in italiano non per aumentare lo “sharp” bensì abbassare il contrasto nelle duplicating slide e non meno che il bellissimo e però micidiale Cibachrome per stampare quelle e non solo) che nel pannello PPL software Canon di una stratosferica razionalità altro che Pshop di Keith Cooper e compagnia cantando, c’è la spunta per questo “riportare l’originale un-sharp” che abbiamo disattivato su stampe A3? Sì così l’impossible impatto grazie a file d’una Olympus Camedia C-8080 da 8, dicasi otto, megapixel su CCD Kodak alla stratosferica tacca, ecco, dei 50 Iso!!! Il resto continuerebbe a ripeter il sulfureo prof. Sator-Sartori: so’ cazzate. Sottoscriviamo


* Il post trovate (cercatelo se vi frega il genio, interesse, ché non lo segnaliamo) su la sua pagina l’ultima sua l’Help lanciato a (s)proposito delle carte Awagami. Anatema e Manunzio gli ha risposto per le rime: vedete ‘a lantern’ ‘mman’ e cecate lanterna messa i mano a ciechi? Senza dire che la splendida carta giapponese, provata proprio agli inizi della carriera di stampadores, ecco, quando per posta aerea (non c’erano ancora distributori internazionali e qui, ora, nel Belpaese la Apromastore e la Chartas, quest’ultima di squisita gentilezza tutta femminile in veste di consulente-venditrice) ne arrivò plico. Benedetti giapponesi della Trilateral, dei Gesuiti (che già sapevano tutto via Archivio Segreto Vaticano e delle “distrutte” pergamene la Mitica Biblioteca d’Alessandria d’Egitto di precedenti civiltà terrestri fra cui Atlantide) scopritori del suolo giapponotto che servirà in seguito a trampolino di lancio via Seconda Guerra Mondiale contro la Cina, odierna fabbrica mondo, che mo’ se ne sbatte ché s’è comprato mezzo mondo compreso debito pubblico degli ameri + cani; anzi, il fondello della personale GH4 Panasonic come pure l'adattatore 4/3 vs Micro 4/3 ne riporta cartiglio altro che made in Japan! E non la finiamo più ché uomini di Mondo che han fatto, ecco, il militare tre anni a Cuneo. Totò dixit. Sic transit gloria mundi!







Letter french
Beh certo oggi è “sabato” per cui il titolo...E fermiamoci qua anche se le lettere, perbacco, ci stanno che l’immagine è zeppa. Logica zeppa, eh.
Dunque l’antefatto e scuorn’ dei minchiapixellisti e di tutti brand(y) fottografici. Vabbene lo si ripete per chi si fosse, suo malgrado, messo in onda. Una volta era l’argento safety-film tanto bianconero che colore a fare la “fotografia” e seguite con attenzione. Viceversa l’odierno orizzonte digitale porta dritto ditto al neologismo “fottografia” dal napoletano fottere che non intende dalla cintola in giù, bensì prosaicamente mettere in c...ompagnia di altre lettere ché di questo si tratta.
Wz 5060 Olympus Camedia favolosa Point&Shoot per palati fini (no ci scassate con le altrettanto buone Coolpix Nikon, molto usata da i grafici, e prima dell’invasione a costi umani di reflex digitali odierno mirror-less) che ha scritto/ripreso lo sterminato archivio digitale di Manunzio: un giocattolo, no? No.
E gira che ti rigira senza esotici paesi da visitare (erotici per donne sole con pensiero fisso lì e non più prerogativa di maschietti, anzi) ‘o street di Verolino, che impesta & impazza il web di cazzate a man salva, nu napulitan’ street photographer mi raccomanda a grafia cumm’ i ‘meri + cani e co' cappiello scritt’ ‘ncap’ NY: ossia Neva Iorca...che uno direbbe “Tu vuò fà l’americano” di Carosone memoria d’antan. Sicché la masseria chiamat’ Potenza, una basolata davanti la Coin a lettere che a prima botta sembra messi a capocchia, si para davanti. Ecco allora che dal “Kaos” una dietro l’altra l’abecedario si decifra. Ecco la “Realtà” lucente ché bagnato un po’ come si fa negli scavi archeologici quando, per meglio distinguere la vista l’acqua di spugna rinviene un mosaico di tessere. Ora immaginate la cosa (scatto) che accade di bella stagione e non vi siete preoccupati dello “scavo” anche perché inaspettato, ergo come si fa a bagnare le pietre? Con acqua Manunzio! Già, ma non c’è acqua in giro...sennonché sotto l’albero nei pressi guarda tu la combinazione del caso titilla una mezza bottiglia di minerale di chissà chi lasciata a prender aria! Ahh quanto a "caso" Manunzio potrebbe scrivere una biblioteca. Punto.
Bottiglia, quindi, che si presta eccome. Certo poi il controluce su l'acciottolato meglio lettere fa anche la sua. Tutto qua. Al resto basta saper guardare e vengono in linea altre lettere che si compongono di senso…anche con sugo (in basso a destra la cover) per domani, però, che è Domenica e pastasciutta!





Numerologia casereccia, così, alla buona

E si certo. Mare spiaggia e da leggera balza l'inquadratura di una bella immagine: cartolina? E perché no, molto meglio della cercatrice di telline o l'immagine (mal impaginata, stampata da cani in fangosa piatta visione) della Munari, così come a pagina 33/34 fig. 2.30 e seguente del suo orrifico “Raccontare per immagini” by Feltrinelli/Apogeo a trenta euro da rapina. E d'altronde chi si contenta gode, ancor più Munari/Feltrinelli la editrice de li “compagni”: compà tu fatic' e je magn'!
E veniamo a noi. Una giornata al mare...con solo mille lire così cantava l'Equipe 84 su testi di Paolo Conte jazzman; canzone pure di Bruno Lauzi a suo modo. L'immagine in copertina è solare e movimentata nella sua “fissità” bi-dimensionale. L'inquadratura, a ben vedere, ecco, è zeppa di triangoli (ovviamente immaginari) su una tela cui sviluppo orizzontale è quasi tagliata in due (non si fa dico i Sacri Testi: di chi?) anche se vista, l'immagine, la battigia (non bagnasciuga!) non è proprio così suddivisa equamente.
Triangoli e solo gli essenziali: la mamma con bimbo ne è un altro con il venditore in primo piano; in alto a destra il triangolo triangola a sua volta con i bagnanti subito a sinistra (una di questi alza la mano in saluto, forse). Infine quei due, maschio e femmina almeno così sembra, in basso a sinistra presi sul momento di uscire di scena danno sale alla staticità, come pure il bimbo nell'atto di muovere.
Scatto su treppiedi (!) in formato Raw (che impiega una ventina e più di secondi a scrivere su scheda, allora meglio il più che buono Jpg!) di Olympus Camedia WZ C-5060.
Tutti al mare, tutti al mare a mostrar le chiappe chiare con li “pesci” in mezzo all'onna noi s'annamo a divertì della Gabriella Ferri non poteva mancare. Si pure Giuni Russo ce sta con la sua...me ne vado ad Algherooo...



Ps. Si è detto alla buona in headline, anche se in scena sono presenti ventuno umani: grand' piccl' e mezzan' o di ogni età. Sicché "il numero 21 è considerato in molte culture il numero della perfezione dal momento che è il risultato della moltiplicazione dei numeri 3 e 7, numeri a loro volta considerati perfetti. Tre il triangolo e Padre-Figlio-Spirito Santo; Problema-reazione-soluzione finale del Deep State luciferino ad Adenocromo. Sette, infine, il patto cui è pieno la Bibbia: il settanta volte sette Secondo Vangelo di Matto 18.21; sette i giorni della settimana, le spade nel cuore della Madonna...il settennato del Capo dello Stato 'taliano p' nuje ca ce chiangnimm' 'O Re, quello di Giancarlo Giannini e che avete capito!

Pss. Il triangolo centrale e lo scatto successivo vedi link, zoom in, oltre alla triangolazione ( non meno dei bagnati retrostanti la coppia del vertice giallo con il tuffatore, anche qui, che da sale movimentando la scena altrimenti “statica”) coglie quelle mani giunte verso l'uomo per chissà cosa, sebbene acqua mare e forse...ci siamo intesi. Questo a ricordare che oltre i triangoli, quadrati cerchi ellissi del piano euclideo...non bisogna dimenticare di conchiudere pur nella bi-dimensione della scena una “storia”. Genere ex novo, certo, da inserire non già nella street photography ammorbante, quanto a ben vedere in "aquatic photography" da far contenta, forse, la Vestale del Pensiero Unico eterodiretta Munari


Manunzio photographer since 1969


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Linee guida “mentale” (si acquisisce con costante lavoro dell'osservare e attingendo alla storia dell'Arte tout court) a ricomporre il quadro, che non è mai il calco fedele della realtà cosiddetta, secondo equilibrio compositivo “armonico” che, tuttavia, si contrappone manu militari all'orchestrata Cancel Culture di stanza, ecco, a Wall Street & City of London templi del'Iddio denaro flat giunto al capolinea come tutto il resto dell'America way of life giudaico-cristiano-greco-romano


Diteggiatura...estiva, va

Anzitutto bisogna esserci fisicamente in situ, mica con il “pensiero” concettuale o dematerializzazione/virtuale corrente. Bisogna saper tener in mano una digicamera, operazione tutt'altro con “pensiero”, come pure analogica che al presente sembra ritornata very nice people in mano a giovani occidentali (meglio se nati a New York la grande mela, vuole il caso). Infine, senza farsi male! Lo si ricorda per i concettualisti eterodiretti proni a novanta gradi, in attesa del Messiah Pensiero Salvifico. Pensa te.
E dunque siete su una spiaggia di buon mattino, cielo terso e pari mare ognuno per la loro parte di scena. Tre bande, l'immagine, orizzontali: cielo mare terra. Ancora l'interno ripetizione del tre (tria sunt perfectionem, no?) di giovani corpi, che proiettano altrettante ombre: sapevamo del Trentatreesimo di Rito scozzese rettificato oliato a puntino per...l'abbisogna. Che dire? Il solito fuori “squadra & compasso” Manunzio...
Cui prodest? Bella domanda e se la ponete siete irrimediabilmente persi (stavo per scrivere con impudente politically in-correct ante Cancel Culture, dannati) figurasi dall'altra parte a tempo debito secondo Parche. Eh stamani siamo di lena e sfoggio di cultura ma ho andato a squola altro che mantra “Emittente-ricevente canale di...Sicilia” madama la marchesa. Fermiamoci qui. Intelligenti, al solito, pauca verba!


Ps. L'immagine, serie centinaia di frame, è il portato di insuperabile leggerezza dell'essere Olympus C 5060 WZ in formato Raw, uno dei rari casi che si è scattato "grezzo" preferendovi, e di gran lunga, il "semplice" formato Jpg. Point&shoot, quindi, digicamera discreta e poco intrusiva. Se carta canta figuriamoci uno scatto fotografico fresco e godibile "fatto" non con soliti brand(y) fullframosi. Stamm' man' all'arte, eh? Proprio così

Manunzio fotografo sin dal 1969







Dedicata a Sara Munari del condominio Myphotoportal

Abitiamo il virtuale condominio, sebbene precediamo la nostra per tempo, poiché fra i primi ad aderire più di dieci anni fa alla “piattaforma”.
L'immagine di copertina in “notturna” è still-life domestico su sfondo acquatico di cartone riflettente. E di una complessa illuminazione? No, per niente, ma semplice penna cinese luminosa pennellata di 10 secondi su vetusto, eppur gagliardo, CCD Kodak di Olympus Camedia C-8080 a 50 equivalenti ISO, su cavalletto Manfrotto vecchia serie 190.
Occhio come mestiere che di certo non è fotocopia di fotocopie yankee style della giostra per acquisti: quieta non movere e mota quietare da Pensiero Unico. La nostra modesta ouverture viene prima dell'uscita di “manuale” della nostra, che si è già prenotato presso solito libraio, per non mancare la primizia (fotocopie di fotocopie) per i tipi della Feltrinelli/Apogeo. Il Tempo Galantuomo è

Manunzio fotografo dal 1969





Ogni promessa è debito compatibilmente con la “memoria”. E togliamoci dal guado. Dunque scrivevamo l'altro giorno del Vario Leica Elmarit 14-50/2,8-3,5 Asph, il vecchio trombone acquistato a buonissimo prezzo: combinazione, sebbene avessi già lo zoom Olympus Zuiko Digitale 14-54mm/ 2.8-3.5 equivalente. Equivalenza per modo di dire,giacché il primo Leica con “motorino” di messa a fuoco, mentre il secondo, Olympus, motore Wave: un fulmine. Lenti dai risultati mirabolanti.
E tornando al vetro Leica l'acquisto è dovuto al fatto che sul barilotto vi è O.I.S stabilizzatore d'immagine, non presente su lo Zuiko-Olympus. Avevamo dei progetti, poi della cosa non se ne avuto necessità, ché nel frattempo con un altro acquisto azzeccato targato “piccola” E-520 sempre Oly, lo stabilizzatore è a bordo corpo macchina, come le nostre due Ammiraglie E-3, evoluzione della mitica E-1, ci ha tolto l'imbarazzo. E a queste i pesi-piuma delle Pen in formato Micro 4/3 ci ha catapultati in altro universo; impensabile quando vent'anni fa, dopo le Camedia Oly, acquistammo proprio l'Ammiraglia di sempre la richiamata E 1 erede di due “prototipi" a nome E 10 e sua evoluzione, che conserviamo con religioso rispetto, E 20.

Ps. Il Vario Leica non nasce per Olympus, sebbene la compatibilità è totale, bensì per Panasonic anch'essa in formato 4/3, successivo Micro via adattatore e si guardi alle mirabilia della serie GH giunta alla sesta generazione, e in nostra dotazione un altro mito targato GH4.
Ottica il Vario che ha due peculiarità: il bottone A, utilizzabile solo sui corpi Panasonic per l'impostazione automatica del diaframma, e ghiera reale a passi di mezzo stop, ma che Olympus emula via software. Un connubio Nippo-Teutonico come un tempo, guarda caso, proprio Leica negli Anni Settanta e sua crisi petrolifera ma non solo, quando armi e bagagli dalla Germania arrivò sino in casa Minolta, eccellente brand (poi pappato a quattro soldi da Sony) e sue Rokkor lens, nonché mitica Srt-101, fotocamera analogica che non ci è stato possibile acquistare ma che ben ricordiamo il feeling solo a tenerla in mano da un amico danaroso, che non capiva assolutamente una mazza di fotografia: potenza, al solito, del soldo, sì del suo babbo!

Pss. Il titolo tutt'altro che peregrino visto le cose sin qui dette è prestito, ecco, dalla partenopea song Duje Paravise. Manunzio non fa mai niente a caso per chi capisce



Poi ti rompi i c...abasisi, eh


Questa volta non è possibile intessere alcun “paragone” con altra immagine. Sì, è vero c'è sta stupidaggine googlesca di prendere un'immagine e aspettare che ne trovi “uguale”. Spiace non funziona. E si parla di Intelligenza (idiota) Artificiale che è parolina diciamo magica stile virus ed antivirus come si è sperimentato, purtroppo, in questo triennio satanico: chi non ricorda il “compagno” miliardario Fazio su Rai3 interrogare a giorni alterni il Burioni superstar? Sì, quel cornacopio che voleva ridurre in casa gli uman(oidi) come topi? E ne ha chiesto scusa. Vero, ma ai topi.
Ritorniamo al sentiero, quindi, e l'immagine che chi scrive ha visto, forse non proprio paro paro, in un dipinto: ci metto la mano sul fuoco stile Muzio Scevola...di lontani libri scolastichi, non è un errore è per chi intende, si capisce.
L'immagine, sovrastante, è di più scatti alla stessa persona, nel momento in cui il medico o l'assistente sanitario sfruculiava il soggetto (siamo all'interno di struttura detta senza giri di politically-correct manicomiale) che voltandosi contraccambia: manfrina per una sigaretta. Sunzione, bocca, tipica dei reclusori (anche gli uffici tout court) che insieme al tabacco, ancora una, si consuma rituale per l' “appagante” ricerca di quiete, così come i lattanti al seno materno, sebbene nei campi lager anzidetti ordinaria regressione uterina!
Sicché lo scatto, di nuovo, somiglia a un déjà-vu. Dipinto-posa-luce che la memoria non riesce a nominare o trovarne su l'infame Google, che di giorno in giorno, oramai, regredisce anch'esso e riduce sempre il range (non solo in caso di specie) per zombi umanoidi.

Ps. Qui l'immagine (in alto) è “diretta” causa il bianconero sufficiente + mente in chiaroscuro caravaggesco: da sinistra, infatti, proveniva l'unico lume di finestrone d'una strana ed insolita ottobrata mattina. Il richiamo a Caravaggio non è, poi, inopportuno, tant'è che la versione originale a colori di Olympus C-5050 (rasoio di Point & Shoot ancora oggi!) giocando con il “nero” a sfondo: eh, avessi voglia!


Il problema (di non poco conto) e soluzione finale, se vi pare

Richiamato il precedente sembra arrivata la quadratura nella new entry del parco macchina Manunzio, FZ300 Panasonic (trovata pressoché nuova a metà prezzo corrente) cui cuore è “solo” 2/3, stesso ma e stellare C (amedia) 8080 Olympus by CCD Kodak che...Andiamo con ordine. Vedo c'è in giro gente che gli funziona ancora il contenuto della scatola cranica, arrivato in cima (dove?) ha capito e torna indietro: uomini non “signore” che non si capacitano ché è loro natura, più e più cercano l'arrampicata su le nuvole. Ma cadranno oh se cadranno rovinosamente esangue dall'altra parte che baldanzose han salito: poco ma sicuro. Il Tempo Galantuomo è. Sempre.
Dunque, c'è chi ri-incomincia a ragionare che di minchiapixel, ritorna il neologismo non a caso, si muore quantomeno di noia, la conta. Sarebbe interessante intessere immagini della Storia fotografica dei Grandi, che usavano sovente Leica, per accorgersi quasi sempre del slight out focus ma “sublime” scena inquadrata, e mai spinta oltre il classico 30x40 incorniciato nell'altrettanto classico passepartout gallerista 40x50 non necessariamente colonne d'Ercole, ma...Si intende vale più una milionata di pixel in più (sembra il remake lessicale di Sergio Leone con Clint Estwood & Lee van Cleef ) o l'essenza il racconto per immagini? Se fra i primi, buona fortuna e che il Cielo usi clemenza nell'ora del Passaggio ad Altra Dimensione; gli altri verosimilmente lasceranno qualcosa di sé, almeno si augura.
Ritorno e chiudiamo: tanto la C-8080 che la new entry FZ300 bridge-ponte, meglio estensione più che protesi corporee ci fate quel che vi pare, pure un 70x100 da non credere appeso ad una parete (vista oltre il metro distante, o doppio diagonale, secondo canoni di psicologia della visone, eh).
Purtroppo non conservo più file e la stampa in dimensione poster fatta, però, con una “topolino” C- 5060 WZ ancor più lillipuziano sensore della Olympus richiamata e FZ300 per suffragare poco sopra: immagine così, stampata senza neanche un ritocco in Pshop, lo avreste ottenuto in analogico non già con Hasseblad, bensì Mamya RB 6x7!
Sicché non abbiamo null'altro da aggiungere e chiediamo alla Corte l'assoluzione piena delle bridge, oggi come oggi non plus ultra...Così è se vi pare!


Ps. Vero è che su la Ep 2 Olympus e suo “tubetto” 24-100 equivalenti FF la manovrabilità non ha paragoni per prova provata, ci mancherebbe. Tuttavia le bridge consentono di non distrarsi, e come estensione corporea (è così e non modo di dire) impareggiabili. E' vero sento già le proteste venire dalle borse fotografiche: Ep-5 la stellare Pen F e i corpi E3, l'Ammiraglia di sempre E1 QuattriTerzi, la 520 e la E20 altrettanto 2/3...anche se, ne sono certo, nella mischia si discosta la C-8080 due terzi CCD Kodak che a 50 Iso impostati non ce ne per nessuno! Il resto so' chiacchiere da osteria una volta, bar sport de noantri al cambio corrente: Cesare artro vino...No grazie!




Da sinistra a destra la famiglia Olympus e su la destra, or ora, la new entry FZ300. La C-5060 WZ (a sinistra) è quella che per anni ci ha accompagnato con bello e cattivo tempo in ogni dove, tant'è che l'archivio di 285.00 file è venuto su grazie a questa incredibile camera Olympus, nome che è una garanzia ancora oggi che non “esiste” più per le note vicende del brand. La seconda (da sx) C- 5050 è una non meno incredibile “Leica” con il suo trentacinque millimetri equivalenti full frame alias 135 di Barnack memoria. F 1.8 lente e pari apertura che si costruiscono solo e soltanto in questi giorni che pare la nuova Gold rush per i brand ancora in vita; la C-8080 CCD by Kodak ancora oggi con “solo” otto-mega-pixel comunque stellare. Infine la FZ 300 Panasonic con ottica Leica che non è uno scherzo, anzi, parente acquisito di Olympus, avendone adottato anche il sensore MicroQuattroTerzi



Il problema (di non poco conto)

La cosa è lunga e la dividiamo. E allora C- 5060 artefice dei 285.00 file d'archivio digitale.
Anzitutto mai avuto un problema, e la soletta porta batterie, per giorni interi uno dietro l'altro ha sempre erogato energia per il suo lillipuziano sensore, incredibile.
Ora per chi è nato adesso e non ha minima idea (Cancel culture docet!) dell'Era analogica, l'italica Ferrania (con cui si è iniziato fine anni Sessanta a sperimentare la sua P30) pubblicizzava le sue pellicole a colori con jingle: “Tempo bello tempo brutto con Ferrania riesce tutto” squisitamente equiparabile alla Oly WZ 5060 in esame.
Fianco a fianco nell'immagine panoramica la “Leica” C-5050, qui con il c...rotto, sì, l'alloggio portabatteria non più chiudibile ma con protesi sottostante, vite e pezzetto di staffa porta lampada degli Anni 70 (sic) avessi voglia ancora.
Quanto alle altre due ritorneremo a breve. Il problema, allora: come conciliare creatività, si vabbè...e armamentario? Ancora come portare per ore ed ore uno zaino pieno di ogni ben di Iddio senza poi, a fine giornata, causa stress e muscolatura dolente evitare il rosario di mannaggia? Impossibile, a meno ché non si è tra coloro che “fanno” i fotografi ad ore stile passeggiatrici ser(i)ali...Il problema, infatti, costoro non se lo pongono: semel in anno, no? Viceversa per chi ci ha la creatività come forma morbosa (!?) lo zaino, eh...
Passo indietro alcuni decenni fa e borsone fotografico analogico: due Contax, tre lenti normale-grandangolo e 135 ché mai andato oltre tranne qualche fugace “toccata&fuga” superiore sempre made Zeiss: noblesse oblige, no? Uhmm. E poi corpo Zenza Bronica SQ-A, magazzini pellicola di riserva, pentaprisma e leva laterale carica otturatore...quattro ottiche cui un padellone, letterale, quaranta millimetri niente male rispetto al pari Distagon 40 mm Zeiss Hasseblad o anche Rollei all'epoca SL-66, detta eine panzer! Poi pellicole 120 rigorosamente Pro Epr 64 tenuta, secondo canone, in frigo, pari pellicola e procedura per il formato 135 delle Contax. A latere, zaino, vettovaglie e non so cos'altro che uno zaino militare, per averlo provato in prima persona da milite, un peso piuma. E a sera, i sacramenti? Ni poiché ero giovane e pure incosciente come quella volta che mi arrampicai su un muro cadente e niente...fori di foscoliana memoria: avevo visto pari angolazione e ci avevo provato, sì, la dia sta ancora in archivio ma a vederla mette ora per allora i brividi di incoscienza! Qui ci fermiamo però e l'invesa risposta...alla prossima. Stay tuned paisà!

Ps. Quante volete scritto che le richiamate camere, eccetto la Pana, sono state nelle mani di Alex Majoli della Magnum Agency: si ma tu Manunzio non sei Majoli, eh. Transeat ma le (foto)camere...e poi qui link è ancora oggi sul sito Getty Images e “fatte” con Point&Shot finanche di Epson 850-Z di “solo” duemilioni-pixel l'immagine bianconero tre finestre con neve: che volemo fa?

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