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Il problema (di non poco conto) e soluzione finale, se vi pare

Richiamato il precedente sembra arrivata la quadratura nella new entry del parco macchina Manunzio, FZ300 Panasonic (trovata pressoché nuova a metà prezzo corrente) cui cuore è “solo” 2/3, stesso ma e stellare C (amedia) 8080 Olympus by CCD Kodak che...Andiamo con ordine. Vedo c'è in giro gente che gli funziona ancora il contenuto della scatola cranica, arrivato in cima (dove?) ha capito e torna indietro: uomini non “signore” che non si capacitano ché è loro natura, più e più cercano l'arrampicata su le nuvole. Ma cadranno oh se cadranno rovinosamente esangue dall'altra parte che baldanzose han salito: poco ma sicuro. Il Tempo Galantuomo è. Sempre.
Dunque, c'è chi ri-incomincia a ragionare che di minchiapixel, ritorna il neologismo non a caso, si muore quantomeno di noia, la conta. Sarebbe interessante intessere immagini della Storia fotografica dei Grandi, che usavano sovente Leica, per accorgersi quasi sempre del slight out focus ma “sublime” scena inquadrata, e mai spinta oltre il classico 30x40 incorniciato nell'altrettanto classico passepartout gallerista 40x50 non necessariamente colonne d'Ercole, ma...Si intende vale più una milionata di pixel in più (sembra il remake lessicale di Sergio Leone con Clint Estwood & Lee van Cleef ) o l'essenza il racconto per immagini? Se fra i primi, buona fortuna e che il Cielo usi clemenza nell'ora del Passaggio ad Altra Dimensione; gli altri verosimilmente lasceranno qualcosa di sé, almeno si augura.
Ritorno e chiudiamo: tanto la C-8080 che la new entry FZ300 bridge-ponte, meglio estensione più che protesi corporee ci fate quel che vi pare, pure un 70x100 da non credere appeso ad una parete (vista oltre il metro distante, o doppio diagonale, secondo canoni di psicologia della visone, eh).
Purtroppo non conservo più file e la stampa in dimensione poster fatta, però, con una “topolino” C- 5060 WZ ancor più lillipuziano sensore della Olympus richiamata e FZ300 per suffragare poco sopra: immagine così, stampata senza neanche un ritocco in Pshop, lo avreste ottenuto in analogico non già con Hasseblad, bensì Mamya RB 6x7!
Sicché non abbiamo null'altro da aggiungere e chiediamo alla Corte l'assoluzione piena delle bridge, oggi come oggi non plus ultra...Così è se vi pare!


Ps. Vero è che su la Ep 2 Olympus e suo “tubetto” 24-100 equivalenti FF la manovrabilità non ha paragoni per prova provata, ci mancherebbe. Tuttavia le bridge consentono di non distrarsi, e come estensione corporea (è così e non modo di dire) impareggiabili. E' vero sento già le proteste venire dalle borse fotografiche: Ep-5 la stellare Pen F e i corpi E3, l'Ammiraglia di sempre E1 QuattriTerzi, la 520 e la E20 altrettanto 2/3...anche se, ne sono certo, nella mischia si discosta la C-8080 due terzi CCD Kodak che a 50 Iso impostati non ce ne per nessuno! Il resto so' chiacchiere da osteria una volta, bar sport de noantri al cambio corrente: Cesare artro vino...No grazie!



Affioramenti & Memorie

Di necessità virtù? E che v’ vogl’ dì, cosa dirvi. State dietro un idea che frulla da tempo, specialità casa Manunzio, per la testa, e ci provate. Ma il taglio (non è la maschera messa sull’immagine come vuole il grafico figlio di Sky, ma semmai una prossima volta alzeremo velo) è troppo. Prova che ti riprova la cosa finisce poi in Polonia: Manunzio così lontano? A farla breve su un altro storicino rispetto allo storone webico, a prezzo modico due o tre fondali di vinile, non quei che i fotografi “seri” accattatn’, comprano dal falegname o marmista di Vaglia, che non è la moglie di Vaglio paese qui vicino chi scrive. Scemenze quotidiane tanto ci siete abituati. Arrivati i fondali che più piegati e strapazzati non si può, s'abbozza. E stiracchiando due dei tre neo acquisti, il terzo irrecuperabile sta in rianimazione...sistemati su dei cartoni settantapercento, messi a pisolare su l’armadio in camera da letto, così la signora o segugio alla F 451 non ci arriva. E cosi (malmessi) su lo stesso cartone dupleface gira che ti rigira il fondale sfumato, che fa il “verso” ad un marmo arabo, o di altra area geografica ancora ignota del terraqueo, il circuito si chiude. Si perché o accidentalmente o perché perché in editing voilà lo scatto “perfetto”. Manunzio in ripresa è molto schiatto, a volte, e non vuole nient’altro che il soggetto, aggeggi e pannelli di schiarita se non ci sono meglio è, tanto poi in post-produzione chi sacramenterà più e meglio dello stesso per una “schiarita” omessa? Fine prima parte.

Seconda parte e su il sipario. Fondale trovato verificato etc . Macchina fotografica, quale delle Olympus? Generalmente quel carrarmato della E3 che fa dannare per il suo peso e inquadrature da sistemare ogni volta, poi i fuochi e nun è cosa. La rediviva C 5060 Wz che tant' ha dato per non dire della stellare C 8080 e suoi 50 Iso (!) da seipertrestradai vabbè, ma. Un mormorio viene dalla borsa dove sta una Ep-2 e blasé Ep-5, con ottica 35 equivalente micidiale, abbiamo già scritto. E adattatore pure questo detto from 4/3 to M 4/3 per azzeccà, collegare ottiche Quattro terzi sul bocchettone della serie Micro: che s’adda fa p’ fotografà e sparagnà evitare inutili duplicati danarosi. Vero è arrivato un giocattolino trovato a buon prezzo, ottica 12/50 Oly, che strano a dirsi, fa cose turche e ne riparliamo. La signorina Ep-5 la schifiltosa non vuole l’adattatore ma solo tipo appena detto, mentre la Ep-3 pare andarci a letto, dopo nozze secondo vetusto costume. Breve che è già tardi, luce bank naturale di finestra e tende filtranti d’una calda luce mediterranea, e manico (pure questo già scritto) gli scatti che in post questa volta senza astemma (rosario poco cristiano) restituiscono...Cosa Manunzio, cosa? E vabbene senza arrabbiarvi: Memorie, affioranti come sub che riportano dai relitti marini...

I libri di Man




Abstract here to speak of books, and their reliable soul, when everything around seems to fall



Nella stanza “bunker” dove ci sono pure le Olympus, su la mensola la sfinita C 5060 Wz dell’archivio fotografico e di ciò che vedete su Getty Images; le analogiche Rolleiflex Yashica Electro ancora funzionate dopo più di cinquant’anni, poi cavalletti stativi dietro la porta, di fianco il divano la borsa con dentro le ottiche Olympus con la gloriosa E1, E3, E510. E più in là una borsa metallica (quella che serviva ai fotografi a bordo campo per starci seduti sopra e molti filmati d’epoca ne dànno conto) servita il giorno che il Presidente Sandro Pertini (un grande) nel post sisma ottanta venne ad inaugurare la tanto attesa Università di Basilicata (dove zitto zitto pure abbiamo tenuto lezioni di fotografia ma non ditelo a nessuno). E ora nella scatola metallica, passata per borsa, c’è di tutto e di più compreso una mini livella: quella da muratori che uso per riproduzioni. E piena di filtri Cokin con ancora attaccato il prezzo in lire, costavano all’epoca un botto e pure di plasticaccia ma con allure della griffe francese e made d’un fotografo, favore di un fotolaboratorio (un giorno venne a tener lezione tale Lanfranco Colombo da Milano, che rimase di stucco davanti le mie trentaperquaranta bianconero, lamentando solo che, noblesse oblige, erano stampate su Politenata e non su Baryta Ilford che pure usavamo) colore del Vulture che adesso non c’è più.
Bunker con il tavolo, a latere televisione panoramix, e l’immancabile Mac, noblesse oblige pure qua, che fa il paio nell’altra stanza del figlio grafico di Sky. Mentre il portatile Winzoze come uso dire, dell’altro figlio l’usa come…televisore: digital generation.
E ancora bunker (spesso dico ai profani che vi entrano di comportarsi come si va in chiesa e il grafico figlio fa l’esatto opposto, chissà di chi ha preso…) della mia Cancelleria lo scaffalone dei libri e paio del dirimpettaio, con Enciclopedie e saggistica fotografica, sopra la mensola fianco a fianco alle Analogiche macchine cui si è detto. Ma più in là, nella nicchia ricavata che prospetta la cucina (non di solo pane vive l’uomo, no?) altra scaffalatura di classici e su tutti la Storia della Letteratura Italiana e Storia della Fotografia per i tipi, uso dire, della Einaudi. Vero che anche il comodino ne è pieno, finanche la testiera del letto, una volta fatta, come minuscolo scaffale, a contener libri anzi la notte. E riviste fotografiche a tonnellate che un giorno ho regalato alla Biblioteca Nazionale del Capoluogo della regione che si (s)fregia alla Giano bifronte di due nomi: uno aulico l’altro da servo curiale bizantino. Biblioteca dove c’è un piccolo reparto di classici su la Fotografia che ottenni all’acquisto con le “buone” dal direttore, che non fiatò anche perché quando doveva riprodurre sue cose le voleva solo e soltanto da me, sebbene fosse circondato di impiegati “fotografi” o in città da fotonegozianti che si fregiavano del titolo, uno addirittura cacagl’ o balbuziente come Ernesto Salinardi, ladro di fotografo; e un giorno lo vidi fasciato la mano armeggiando, immagino volesse aprire come scatoletta di sardine, il suo pisciatur’ (pitale ma qui in senso lato) Nikon digitale che odiava da cacagl’ come tutto il resto).
Libri che quando c’è stato e per molti anni il cielo congiunto alla linea dell’orizzonte con in mezzo chi scrive, e del tutto innocente, han fatto compagnia più e meglio del pane che a volte è mancato per la pusillanimità di “certuni” che oggi sono stati rinviati a giudizio. E poi certi altri, sodali di quelli, non pensano che il Tempo è Galantuomo. Sempre!

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