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Sibaritas

"A volte sono gli alberi d’Africa a chiamare" così i Treni a vapore di Ivano Fossati e c’è pure quella di Mannoia con la prima, però, di un ritmo più coinvolgente. Ma non è questo parlare di vaporiere, sebbene Manunzio ci è salito sopra e le ha viste sui binari della Stazione...No qui è il giallo che come sorta di sotterranea collegamento rimanda a quel Sibaritas cui headline odierna, che è spagnolo*. E come trovato boh, so solo che al solito metto mano all’etimologia, funziona nelle lingue che conosco, meglio mastico, ivi il barbaro inglese che più finto idioma non poteva essere inventato. Fermiamoci qua.
Dunque con la WZ5060, chissà mai perché settata a 1200 x1600 risoluzione come la precedente 850 Z di Epson, con solo due milioni di pixel da mostro, forse perché “affezionato” ad essa così sta di fatto che molte immagine portano la “bassa risoluzione”. Bassa eh e non si ha voglia di Lunedì di incominciare il rosario e Rocco Siffredi, ci siamo intesi!
Mi trovavo al centro storico di sta landa, quando finirà la punizione di questa reincarnazione impossibile a dirsi non è nota direbbe il sardonico Socrate che terminava (Apologia) “lo sa solo Iddio” o chi per lui, mah. E nel centro cittadino, precisamente la City Hall (siamo international quante altre volte da scrivere?) che adesso è aggraziato edifico e annessa “rotonda” meglio squadrotto spiazzo usato per partitelle giovanili, mercato di erbe e Natale) il giallo muro richiama (Treni a vapore di Fossati-Mannoina) boh. Sta di fatto e Manunzio sa che prima o poi (la mente?) materializza qualcosa, come infatti il giovanotto (spiace che non sia donna com’è uso corrente del Pensiero unidirezionale che vuole così, Lucifero dixit) e ci vuol poco ad immortalare la scena che poi finirà, nientemeno, sul sito della Getty Images lo spazio di un mattino sennò s’incazzano i Pensatori unici ad Adrenocromo. E nell’attesa di aver fatto il colpaccio tra luci ed ombre un must del Manunzio, eccoti lo sguardo spostatosi di poco sempre sul giallo muro la proiezione di una veranda dell’edifico prospiciente che sembra una bocca, fauci, aperta su...Ma sì ma sì basta “azzeccà” in post (senza Ai) le due immagini e gnam gnam il balcone-fauci-ombra si pappa il tutto così almeno nella capa del richiamato Manunzio. E anche oggi è fatta!
*https://dle.rae.es/sibarita
https://unaparolaalgiorno.it/significato/sibarita

Ps. E mica solo gli Yankee possono storpiare le parole, qualsicosa, Manunzio ci ha messo una s finale al titolos, ecco: olé ombre(s):

Pss. Spazio di un mattino (tolto dalle scatole del sito) perché agli ameri + cani non ci piace ciò che non è Amerika (k as killer) way of Life





Passed away, Oliviero Toscani



Devo averlo incontrato de visu nello studio Zuccolin, lo studio era per l’assemblea dell’Afip in Milano, e mi ero portato dietro anche un gigantesco folder con immagini “artistiche” da mostrare a Giovanni Gastel in seguito e nottetempo divenuto anch’egli artista grazie a stuolo di maîtresse di morbo Gallico sifillis (glielo abbiamo scritto in stile Manunzio che non le manda a dire, e mi mandò un bigliettino in archivio e chissà dove con scritto: incontriamoci). Campa cavallo ché tutti i convenuti sembravano d’altro pianeta (non il contraio Manunzio?) e di quelle ammucchiate, cose stucchevoli tipo parenti-coltelli. E sia.
Di Toscani, tuttavia, non è mai piaciuta quell’aria da finto schifato, di color (scappata vocale finale forse per ricordare in modo inconscio, ecco, Benetton dal ponte a complemento tragico) che sputano nel patto dove mangiano e soprattutto si abbeverano, tanto per far vedere della loro libertà nascondendo al contempo con foulard la gola segnata dalla catena, di o da cani fate vobis. Era il Toscani il dispensatore di consigli di sinistra, natural + mente falso come Giuda o l’oro di Bologna (taroccato) che si fa nero per la vergogna, modo di dire qui un dì, che fuori è “aurifero” quando sotto il pelo...la vergogna: patacca va.
E di lui ne abbiamo detto e scritto vedi link sottostanti.
Sit tibi terra levis, quindi? Si certo siamo Galantuomini anche senza Oliviero Toscani

(Copia & Incolla se vi pare)

1 https://www.manunzio.it/page-d14979

2 https://www.manunzio.it/page-d10009

3 https://www.manunzio.it/page-d10005

4 https://www.manunzio.it/page-d9997



Ps. L’immagine in cover è molto inquietante per chi sa di fotografia (Munari si tolga dai cabassisi, grazie) con quel rosso sulfureo e il rosso è il colore della personale triade e parlo a ragion veduta, come sempre. Rosso che de facto irrompe in una monocromia (fondo “bianco” di niente come pontificava in intervista su YouTube: ipse dixit). Nera che tiene un corpicino di bianco essere? Sia ma per cosa un altro omicidio rituale e Adrenocromo a complemento? La zizza a sinistra tutt’altro che “arrapante” è in linea con quanto detto, se poi vi divertite con il comando Soglia di Pshop & Altri…





date » 17-01-2025 09:36

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tags » giovanni pascoli quercia, fotogrammi, alberi nevicata, nati non foste, senza parole,


Dov'era l'ombra, or sé l'albero spande
morto, né più coi turbini tenzona.

Ognuno loda, ognuno taglia. A sera
ognuno col suo grave fascio va.
Nell'aria, un pianto…d'una capinera
che cerca il nido che non troverà

Giovanni Pascoli

(libera interpretazione
d'alberi tagliati indiscriminata + mente seguito di nevicata, come al solito)




FINIS TERRAE, qui
è venuto giù tutto, pure Scampia/Myphotoportal...Verolino & Munari che pari sono


Non solo è venuto giù tutto ciò che i vincitori di turno han ri-scritto la cosiddetta Storia, Cicero pro domo essi si capisce, ma le rovine chi le rimette (riatta?) su un’altra volta come prima più di prima Pirandello permettendo, scrittore dal gusto agrodolce, sardonico siciliano e quanto a verità: Uno, Nessuno e Centomila, no?
Sicché a guardare la cover Iddio solo sa da dove si inizia, figuriamoci dove parare la fine: una qualche fine. E proseguiamo con il riferimento all’immagine in cornice, concreta, fungibile e perché no tastabile. Sono due inkjet, quella a sinistra mortificata dal “corsetto” stretto i margini tout court. E non va bene, dal fondo cremisi, va meniamola così, la stampa troppo simile all’insieme che non “stacca”. L’altra si che va bene: respira con bordi larghi, sopra e sotto e l’ampio bordo lasciato apposta tutt'intorno già l’immagine che fa discreto effetto. Più lingua popolare di così non saprei e ci vorrebbe, metti caso, un Denis Curti svolazzante per l’aere maligno, occhialuto e suo bagaglio tecno-scientifico ad indicare esatta + mente il vocabolo del caso.
Immagine, ancora una, in formato A4 martellata o testurizzata. E qui la prima: vedete (abbiamo provato de visu) texture? Manco con proboscide sul vetro si notala, anzi bisogna mettere di sguincio (inclinare) il vetro-cornice per vederne la trama. Naturalmente se l’immagine va azzeccata alla parete che non è “inclinata: che dire ancora? Anche perché l'empirica (!?) formula circa la visone dell'azzeccata, da una volta e na fiata (leccese per distanza in senso lato) e da questi ancora un’altra mezza, vale a dire circa mezzo metro la piccoletta a sinistra di più la destra, lì gli occhi devono stare, e poi l’organo visivo va a puttane: non vede, alla lettera, differenza se non con richiamata proboscide su. Immagine prodotta (eseguita, inscatolata, incorniciata?) dalla corniceria dirimpetto il balcone di Manunzio. Ahh quante volte: Manunzio sta al centro dell’Universo, a salve come tutto il resto si capisce.

Prima tirata di linea: non servono michipixel miliardari. Anzi l’immagine è una traslazione analogico-digitale, mi piace sta cosa del traslare l’anima de li...tacci di questo o quel teorico prezzolato ed etero diretto.
E così anche il Tono se ne va a farsi f...regare. Infatti e solo la richiamata proboscide sul vetro che nota differenze di “nuance” ma con luce diffusa tipico delle gallerie, d’arte mica ferroviarie, forse, bisogna avere un occhio bestiale parafrasando la canzone di Luca Carboni. Significa? Che nel preparare l’arte, appesa a parete ecco, anche questa variabile di “programmazione” entra in campo: se è bianco wall è un conto, viceversa dal nero al grigio più o meno caldo è altra storia. Chi lo dice? Keith Cooper di Northlight. Concordiamo ora come ora.
E un altra da Sacri testi (di chi?) fotografici: ambedue l’immagine è inkjet ad “acqua” e la notate la differenza con il pigmento secolare? Sì sta storia del “secolarismo” per babbei va più che bene, per Piezography Digigraphie e pure da ultimo Canson che non se ne po’ più. Si deve scrivere al riguardo: so’ cazzate?
E molto altro da dire, sempre le due “salme” in cover come fossimo dinanzi al tavolo anatomico, meglio del Teatro, teatro eh, anatomico così un dì certo lontano assai. E la cornice? Perbacco se ci azzecca, scelta da sfinire il corniciaio e moglie corniciaia, due al prezzo di uno e anche tutto sommato in linea, immagini, con l’andazzo dei prezzi e pure lo sconto ricevuto ci sta.
Cornice, ancora che per quanto “neutra” e di legno aggrazia, ecco, il bianconero e l’occhio ci corre proprio lì non meno, anzi, l’immagine dello stagnino-cavrarar-coppersmith fermato (immortalato?) prima su pellicola Hp5 poi portato su la E –1 Old 4/3 e suoi numeri binari, sequenze di 1 e poi 0 che stravolge tutto, da qui in cascata è venuto giù tutto e non si vede come rimettere su i cocci: sarà la mancanza di malta e/o collante o come vi pare ma qui, senza se e senza ma, siamo alla Finis Terraee non c’è altro manco quel beffardo: Hic sunt leones!



Ps. Ma sì ma sì la cover, nella bottega laboratorio d’arte, è stata pensata per l’Amministratore dello Scampia/Myphotoportal a cui manderemo appena possibile in controcambio na bella fotografia incorniciata, stile Manunzio si capisce

Pss. D'accordo ma tutte le menate sul digitale molto "terrestre" dimostra la strategia vincente oltre ogni immaginazione della Giostra acquisti cui deriva la nostra sacrosanta levata di scudi, documentata come sempre da chi scrive che non le manda a dire! Questione di stile che non è acqua, dye si capisce. Forse





Occhio come mestiere


Problema Reazione Soluzione. Tria sunt perfectione, no? Mah specie se la cosa è fuori dell’ordinario: vero grembiulini bianchi però macchiato di Adrenocromo sangue di innocenti?
Mai dimenticare le cose per il vero nome. E il Mondo è un’apparenza non lo dice Manunzio, come se fosse l’ultimo arrivato, no è Platone e sua Caverna: più chiaro di così, si muore. Infatti la strage degli Innocenti per l’Elisir, dicono, di lunga vita prima del bagno infernale in Saecula saeculorum, amen.
Il cartello in cover, l’affiche, il poster sta(va) sotto la finestra del cortile Manunzio e mica solo quella di Hitchcock; di quando chi scrive teneva a capa fresca (senza pensieri, va) con la fidatissima W z 5060 di Olympus a porta di mano (motivo come altro per uscire a fare quattro passi con la scusa di fotografare, ma pure viceversa ci sta). Senza problemi di sensore piccolo (vabbene ma fa danni, ecco, come un coso grosso senza scomodare certi hard core mio, eh). Una Point & Shoot del caso: che vuoi di più? Miracoli, sì, e pure in formato 70 x 100 cm da non credere, mira + culo della matematica e finiamo qua.
Lo scatto è parte dello sterminato archivio, sempre Manunzio, che a distanza di anni si mostra in tutta la sua diciamo utilità: file conservati e catalogati sotto Lightroom vetusta serie (che in ossequio al proverbio fa ancora buon brodo, versione 5). E si qui l’occhio del fotografo ci sta solo in parte, ché la ripresa è solo il primo step. Infatti il secondo il terzo e via enumerando sta in un altro archivio, cartaceo risalente a più di un quindicennio fa: addirittura è venuto alla luce, manco fosse uno scavo, stampe fatte con la Hp Laserjet gloriosa stampante laser dei mitici tempi di Amiga Computer: veniamo da lontano e parimenti lontano andiamo.
Sia come sia dall'archivio vengon fuori stampe A3+ “lith” pellicola (13 x 18) che in camera oscura analogica adattata o preso a prestito dalle arti grafiche faceva la sua. Anzi stampandoci sopra, come normale carta Ilfobrom del caso, venivano (le conserviamo pure queste in archivio) delle diapositive proprio così bianconero da leccarsi baffi e quant’altro!
Stampe, come in cover, in solo nero (il timbro rosso fuoco ci sta per...chi capisce) e bianco della carta va da sé. Un dì erano molto à la page, oggi? Fa ride e certo de gustibus. Oddio certi palati raffinatissimi senza scomodare la buonanima di Falcone...Insomma in un Universo omologato da paura un attimo che serve a piglia fiato, no? No perché qui ricolorano pure Maria Santissima si capisce, purtroppo!





Al di là dei muri e numeri

Tono fotografico cos’è mai? L’atmosfera che regna all’interno dell’immagine. Tono cardiaco se vogliamo, pulsazioni. Fatto energetico prodotto dal caso e della scienza ambedue da prendere con le molle. Ora se l’immagine finisce rigor mortis su un telefonino, amen. Gli scrollatori onanisti compulsivi a fine giornata avran “scrollato” mille e mille immagini da Guinness del Nulla poiché fatti della stessa natura effimera e virtuale.
Tono che se è bianconero, ancor più, giocata su scala “colore” dei grigi si presta a tante cose con dovuta accortezza. Breve la cover. Sì, sono stampe (una al giorno leva il medico di torno, eh) ma si immagina che la cosa interessi (?!) anche i richiamati scrollatori, almeno quei che van non massimo come cantava Vasco Rossi.
Interno di un qualcosa di indefinibile forse vicino ad una vecchia galleria attraversata da ciuf ciuf sbuffando d’altri tempi. Nero fumo. Era così la bottega dei cavrarar’ stagnini, ramai and english coppersmith, ché siamo International, no? Lì ci han vissuto tre fratelli in immagine Mast’ Antonio maggiore dei tre, il più “fotoigienico” degli altri due: Mast’ Nicola e con puzza al naso, lato traslato come vi pare, Mast’Ciccio che per attacco di cuore non costituì più il terzetto.
Antro di pece e Potenze telluriche: fuoco fiamme ed infinita pazienza nel formare le caldere, dei cavrarar’ per l’appunto. Paioli anche. Unica e solitaria illuminazione della scena una opalina sufficientemente potente ad illuminare, si fa per dire, la richiamata galleria. A latere il mantice a manovella dà il la alla brace del “tavolo” d’attrazione, come fosse un Circo e le mani in volteggi acrobatici senza rete di protezione, a paragone, ganci per i paioli che ricevono lo stagno fuso per uso alimentare altrimenti tossico e dannoso il solo rame delle forme. Ecco questo è scenografia, bassa letteratura che va tradotta in immagine per l’appunto. Bianconero per scelta e necessità, all’epoca volendo fotografare con le color negative oltre i 400 Asa/Iso un problema non da poco, figuriamoci usare slide e grana fotografica come patate, certo, sì, oggi farebbe very nice ma all’epoca ni. E poi già il bianconero come medium e scrittura fotografica basta ed avanza. Ma. Il Tono ancora una: come rendere quell’aria stagnante e pungente di stagno, fuoco ed acidi per la mordenzatura interna dei paioli chiamiamoli così in senso lato? Il problema è tutto qua e non di poco e basta osservare le due immagini a “confronto” di niente ma qualcosa pur bisogna dire. A sinistra una bella carta inkjet dai neri travolgenti, impossible ad avere con i pigmenti e qui soccorre il “tester” Keith Cooper di Northlight Images a proposito degli ink della Pro 200. Ipse dixit. Ma di nuovo il nero bello pieno da non sfigurare affatto con i neri di una stampa silver halide, tipo Ilfobrome ordinaria per non citare la mitica Galerie sempre Ilford, anzi. Tuttavia il prezzo è troppo, il velo richiamato, l’aria tutta perde a favore di una immagine per cretini, quei che pensano di emulare paro paro il cartoncino fotografico di darkroom. Cazzate eppure c’è gente prezzolata che con il lentino contafili appoggiato su la stampa...vede patate tricromiche mezzo addormentate e grigi: vabbene c’è la Piezography per i very nice, e sono stampe realmente stupende solo per Epson e curve e questo e quello, vabbè ma bisogna pur vivere! A proposito dei solo (stavo per scrivere sola alla romana!) grigi pare che il nuovo driver della new entry Prograf (de facto un plotter da tavolo erede del precedente modello mille) 1100 Canon A2 è in grado di usare solo ink nero & grigi, almeno stante gli ingrandimenti (al microscopio) di certi tester e non ricordo se così anche il richiamato Northlight. Una figata? Mah l’immagine vista a certa distanza la Epson...e la prova ne sono i cartelloni stradali che, sì, estremizzando la cosa, le patate dei punti causa quella chiavica dell’occhio umano che a certa distanza nun capisce chiù nient e s’impappina, scambia la cosa per buona poi se si avvicina al cartellone può solo chiedere il prezzo delle patate: quanto al chilo?
All’opposto, a destra della cover un A3 stampato su bellissima carta Arches per pittori, meniamola così. Sì stacchetto. Canson ne ha fatto sua la base ed è uscita una bella trasmigrazione (anime?) in digitale, provata. Peccato il peso che ha un suo suono, sì, la cosa è lunga e non entriamo oltre. Suono però. Quindi di ritorno la bella carta “martellata” dalla gradevole texture passata per la ghiottona, eh catturare i neri i grigi che pure le stampanti ci hanno la panza...Pro 200 di Canon dà tutto quello che è possibile su carta, ancora una, non trattata con solfato di bario e questo e quello accorgimento per inkjet. Però il Tono c’è, quello, l’aria dell’immagine sa d’acido fiamme fuoco fuliggine di...galleria. Resta il nero poco erotico, ahh e mica è possibile la moglie ubriaca il vino nel tino l’uva nell’orto e un c...in quella regione anatomica, no uso dire a queste latitudini? Troppa grazia Sant’Antonio, troppa e il confronti è impari e tifiamo per la destra immagine, senza se e senza ma, ché il supporto e gli ink han restituito a sufficienza il Tono (senza color correction!) che non è mai paro paro la capa del fotografo che re-immagina l’immagine, però ci va vicino assai. E tanto basta




Ps. Sì anche l’uso dye ad “acqua” della Pro 200 è perfettamente sensata e scelta a suo tempo da Manunzio che puntava anche su i “colori” vivaci al posto degli smorti pigmenti: l’un l’altro ampiamente collaudati, e le immagini d'archivio alcune di quindici anni addietro su Hp 1220 C e pigmenti d’incredibile Photosmarth 9180, un mostro per l’epoca, ne sono la prova inconfutabile che si può fare “arte” il vezzo di Manunzio anche con poca spesa, lato traslato e come vi pare


© Archivio Manunzio

Una giornata campanile con abbrivo la sovrastante fotografia e non solo, immagine ricavata da un vecchio CD con il lettore che...na tragedia e siamo in casa Apple quando si dice peste e corna di Windows Os annessi & connessi (!). Alt ci siamo detti, una alla volta per carità...da Figaro canto. Insomma tons d'immagini dal "fondo" Manunzio e oggi non è cosa ma roba che andrebbe riprodotta e messa in Rete, detta così na passeggiata mica tanto e le migliaia se non milionate riga in "codice" intesa come didascalia/e esplicativa da tremare i polsi e riempire scaffali di libri/fotografici (!) e Manunzio non è così più in erba: o fotografiamo (ancora) o ci chiudiamo al Mondo e "sistemiamo" l'Archivio per future generazione, si vabbè...buonattoe!

Ps. Alcide de Gasperi la cover da questa landa durante il suo tour elettorale post fascismo (era stato protetto l'amico per tutto il tempo necessario al "nuovo" da Vaticano Spa e benedetto l'amico bello ed innocuo dagli Ameri + cani e suo famosissimo viaggio da lacchè da coda scodinzolante a prendere ordini; sì, quei Yankee "esportatori" democrazia nel caso cristiana da bravi figli ensemble "guardiani" del mondo libero e meravigliao come il cacao di Arbore. Niente di nuovo sotto il sole come l'odierna Meloni ex Movimento sociale ex fascista!. De Gasperi, poi, messo a capo dell'italietta non più in camicia nera bensì Biancofiore di sagrestie, potente cinghia di trasmissione in Sicilia e pure in Veneto alias Dc nota come Balena bianca niente Melville please. Dc...simbolo d'amore i meglie femmemn’ si fott' (pompare, chiavare, copulare?) monsignore....il controcanto comunista fra pari commedianti ma c'è voluto una vita (nostra) a capirlo!
Cover, a latere, destra di profilo, il sorridente occhiali da ginnasiale il neo Ras locale Z' Emilio Colombo, il quale dopo anni e siamo ai primi dei Settanta passati divenne pure Presidente del Consiglio...c'è un'altra foto d'archivio, sarà per la prossima volta, attorniato da tonache nere tipo Bergoglio sedute con alla sua "destra pulita dalle squadre fasciste" il Ras Nero suo mentore sponsor Mons. D'Elia. Una prece in memoria. E nel suo tour per la campagna lucana z’ Emilio Colombo (colmbo/colomba forse Babele/Babilonia come anche lo scopritore a salve dei ‘mericani?) preceduto noi più dai labari delle Legioni da poco passate, siamo in democrazia compà mica nel sempiterno fascismo italiota, da "pasionarie" cheerleadears, baccanti festanti e 'mbriache salmodianti con occhi sul basso ventre come dire..."Votatelo (z'Emilio) che è casto" Proprio così al tempo che fu si capisce

Pss. La fotografia in cover è finita nel più vasto Archivio di Manunzio pur tuttavia di Vincenzo Carrese, forse non proprio lui in persona ma un suo fotografo dell'Agenzia che non esiste più Publifoto, che riforniva di fotografie/didascalie le redazioni come dall'altro faceva a fa l'Ansa, agenzia eterodiretta di fake news da "vendere" alla lettera ai superstiti odierni giornali ed emittenti sotto il tallone del Mossad, casomai per una prossima volta. Propaganda live, no? Si oops Yes-sir! come il "mosso" del tendere la mano...De Gasperi gli avevano insegnato gli Yankee che era "very fine" porgere la mano, per i bocconi si capisce pure quest’ultima!



Cinquecento-novanta-nove-virgola-ventuno furbate (mica fesso l'amico)

"Rankin is known for his vibrant shots of the world’s most famous faces, from Kate Moss and Daniel Craig to the Rolling Stones and Madonna. He has even photographed Queen Elizabeth II. But for RankinLive, which has been running for 15 years, he invites members of the public to have their portraits taken. At the inaugural event in London, in 2009, he shot more than 1,800 people, and he has since rolled it out in six cities around the world. ‘Everyone has the right to experience and enjoy photography,’ goes the tagline, although it comes at a price – the photo shoot costs £500."

Ps. A parte sta pover' Maronna in cover, capelli rasati non à la page bensì per la sua disperata lotta a base chemioterapia usualissima di sti tempi infami; la messa in pagina, quindi, e soprattutto il beffardo e sotteso sarcasmo (etimo scarnificare!) "Everyone has the right to experience and enjoy photography" sembra rifare il verso della Coca-Cola durante la Seconda Guerra mondiale, quando ai Gm per sostenerne il "morale" prima della morte per fucilata avversa, diceva il jingle che i "nostri" ragazzi devono poter trovare (mica regalare!) una bottiglia a pochi centesimi poi chi s'è visto s'è visto. Mors tua vita mea, no?

https://www.blackandwhitephotographymag.co.uk/news/ready-for-your-close-up/




© Archivio Manunzio



Racconto per immagine (mille inutili parole)

C’eravamo tanto amati, film di certo più d’ogni altro, Ettore Scola regista emanazione by Pci, mette in evidenza la “crisi” susseguente illusione della presa Palazzo d’Inverno cosiddetto una volta a sintetizzare la Rivoluzione bolscevica del Novecento scorso in Russia cui derivò l’URSS, o Repubbliche Socialiste Sovietiche che poi l’alcolizzato Eltstin a distruggere tutto e seguente Gorbaciov prezzolato come l’altro in dollari. Storia mica chiacchiere Verolino. Sarà. L’immagine in cover più di mille parole (inutili!) pur sempre parla anch'essa di fine e del Pci seguito tramonto il cosiddetto Compromesso storico, e non solo, con la morte di Aldo Moro e sua scorta via Stars & Stripes: altro che quei cretini eterodiretti di brigatisti che non stavano in piedi figurasi fare fuoco della Madonna su la scorta, roba da professionisti tipo Mossad in Via Fani, Roma 16 marzo 1978.
Sia com sia passata la festa, dopo aver scatenato il Movimento a salve del ‘77 la porta girevole mostra il Craxi-craxismo italiano “riformista” come cantava Antonello Venditti; Mitterrand in Francia, Santiago Carrillo in Spagna, ma premier Felipe Gonzales altro “socialista” dall’allora, trio insieme a Berlinguer che avrebbe dovuto essere il “piano” per il fantomatico Eurocomunismo in salsa pummarò Cia-Mossad-Pentagono: ammuina.
Vedete come una “banale” immagine narri questo ed altro? Come è presto detto. Quattro cadaveri “eccellenti” parafrasando il film di quegli anni di sangue sparso giovanile da l’una (fascista) l’altra (sessantottini tout court tipo ma non lontano Giorgiana Masi uccisa dai fascisti della Celere Polizia) illusi comunisti con maître-à-penser Tony Negri che entrava ed usciva dall’Hiperyon de Paris, luogo di spie spioni trafficoni globalisti luciferini ad adrenocromo. E sì il teorico prof a salve di rivoluzioni aldilà del bene e del male: babbei Manunzio compreso che data l’età non aveva ancora tanta finesse d’esprit. Infatti siamo stati banco di prova generazionale per quello che è ora il Nuovo Ordine Mondiale, piaccia o meno, purtroppo.
A noi, dunque. L’immagine ancora una, mi par di ricordare a colori (sono passati tanti anni) o forse no, ma non è questo tant’è che basta ricolorare via digitale la scena...e si perde tutto con la massa lattiginosa tipo Blob ammorbante e sviare di conseguenza la nuove generazioni dette Z pur sempre l’ultima lettera dell’italico alfabeto: che dire di più? Così invece “tonata” l’immagine è meglio, il funerale sfocaticcio (scatto da fotocopia da screeplay-scenografia che mai vedrà luce su la città dove si vive). E poi c’è poco altro che il colore possa aggiungere come pure i “fuochi”. Infatti già con quella capa torta (ob torto collo?) dell’unica donna sul palco, sperso lo sguardo e sorriso triste solitario e finale si discosta dall’oratore venuto da Botteghe Oscure (nomen omen eh!) sede nazionale del Pci non distante da Piazza del Gesù l’altra parrocchia, democristiana poi fusesi in ogni senso nei Ds e attuale Pd, Partito Distrutto, Partito di Destra, Partito degli amici Stars & Stripes!
Oratore colto, ecco, nell’atto di aggiustarsi gli occhiali con tipico gesto professorale: ehi voi vil plebaglia che ascoltate! Sennonché se ci si mette nei panni di Reichlin tale al secolo don Alfredo (don siculo per chi capisce) sebbene egli guardi, manco i cani, a destra! Come Amendola, altro paraculo “riformista” Pci e quell’altro prima Ministro degli Interni poi nientemeno Presidente della Repubblica ‘talia Giorgio Napolitano. Sì, quello che il globalista Kissinger (k come Kossiga su i muri) disse: “My favorite comunist!” Meno male che ce lo siamo tolti dai cabassisi, e giù a spalar carbone per la “classe operaia” che tanto ma proprio tanto odiava, a morte. Morte del Pci, eh. E quei due cadaveri alla destra la cover? Seppur stavolta messo in prospettiva sono a sinistra: Franza Spagna purché se magna. Uno consigliere comunale, Beppe Biscaglia, l’altro trinariciuto Silvano-silvestre-uccel di bosco Micele. Senatore che abitava aldilà del ponte che si vede dalla nostra retrocucina: Manunzio è al centro dell’Universo! Camminava il senatore di tre cotte insieme alla consorte in ogni dove e un palmo da terra; altezzoso quanto basta e amico degli amici. Tutto qua? No certo, se non in altra immagine che non postiamo in cui il quartetto dei morti viventi, avvolto nel sudario di rosso stinto, socialdemocratico quanto dire, è ripreso in Campo Lungo stesso palco cui si scorgono i tralicci e la Piazza Prefettura alias centro cittadino (ci è passato Zanardelli e sua legge su la Basilicata da vita da cani, Benito Mussolini e suo discorso scolpito fatto sparire da quei soliti notabili in orbace il giorno prima, poi giacca e cravatta vescovile alla Z’ Emilio Colombo ras democristiano e pure Premier benedetto in loco, in fotografie d’archivio recuperate con peripezie; poi Benito Craxi e suoi boys al soldo amerikano, k as killer e film Costa Gavras, e altri ancora dignitari pagati da Cia-Mossad-Pentagono come pure il mitico affabulatore Giorgio Almirante, casomai un’altra volta mostreremo la piazza delle piazze cittadine s’intende: Potenza nomen omen, no? No!) e piazza vuota manco i cani a didascalia per i “compagni” . Che di li a breve si venderanno il culo, alla lettera, in formato LGBT+ cui la lesbica dichiara Elena Ethel Schlein (una volta tanto al contrario come migrante è la Svizzera a venire qui sull’italico suolo!) impronunciabile, parabola d'oltretomba d’un partito Pd che della “classe lavoratore” se dissociata (pecunia americana non olet) è abbracciata la “diversità” tout court e ci ha pure provato contro Slavi, che non ci riscalda il cuore, contro gli africani cui viaggi sono pagati da Soros & Davos boy, per il meticciato para-robotico: “Mamma tu sei bianca mentre papà è nero, ed io chi sono?” La Verità innocente dei bambini. Già ma noi (chi) siamo? Per un’altra volta… E’ questa è pure “street photography” scatti e fuggi tanto di diman non v’è certezza, signor Verolino Vincenzo? Noi vi preferiamo ché c'è tutta una storia, "reportage" d'ieri oggi e di diman...


Nb. Immagine a latere ma non troppo la Piazza come festa mentre accoglie l’allora Segretario Pci Enrico Berlinguer. Festa a tratti da strapaese ma almeno ci si conosceva e in quanto “classe” provava ad opporsi prima ai Chicago Boys (prove fatte in Cile di Allende-Pinochet) poi la Commissione, da pronunciarsi in lingua siciliana, sì, l’avvisaglie ante-litteram vs. Van der…E l’odierni Davos Boy di Soros & C.


Pss. Per gli scrollatori onanisti a tutto spiano che pensano esista il Mondo nell’atto dello scrolling aifonesco o androidiani che pari sono, sì, la Generazione Z Ultima della Giostra acquisti, PCI Sta per PARTITO COMUNISTA ITALIANO costola fuoriuscita del Congresso socialista di Livorno 1921, miglia e migliaia di secoli fa!









C’è uno strano padre-padrone di Fotospeed, si scrito senza ph benedetti “inglesi”! Tester che stavolta, pensa te, ci stupisce e ripesca la Pro 200, che ora aggiunge una S (per strunz’?) e migliorie del nulla Wi-Fi a parte. Sicché grazie al c...osto delle cartucce, dice il fotospidico, sì, è possibile fare “arte” su carte artistiche ad hoc. Vedete? Ciuf ciuff il trenino, vaporiera, gira su lo stesso binario del Pensiero Unico e chi lo dice? La Mamma della Giostra acquisti. Stucchevole oltre il dicibile, sennonché quando dalla tremolante (niente a che vedere con quell’altra splendida stampante a nome Hp 9280 che sembrava sbiellarsi letteralmente durante la stellare stampa e ne conserviamo dopo oltre un decennio di ottime stampe alcune, poi, messe sotto vetro per i figli che adornano le loro case, e sono stampe dye dell’altra insuperabile Hp 1220 C) Canon escono dei fogli stampati: che dire? Chapeau Canon!


Ps. Il problema della ripetizione ad libitum non risparmia quest’altro luogo comune: aqua così scritto contro pigmenti, questi pressappoco eterni, a salve. Chi garantisce la loro efficienza chimica? Il solito Wilhelm Imaging Research, buono con una patatina e messa al forno? Chi certifica l’ambiente inquinante di inquinanti che si respira, e noi zitti e muti? Chi garantisce i supporti cartacei esenti da “impurità”...chi e non la finiamo più figurasi le puttanate a nome timbro a secco Digigrahie*, dalla serie non si chiede all’oste Epson se il suo vino...andazzo che colpisce ex novo pure Canson. Un po’ come dire di certa pubblicità “neutra” quel “difenditi da fake news” che quelli lì amici nostri non sono, ahh. E poi noi siamo noi e voi nun siete un c...del sempiterno Marchese Onofrio del Grillo/Sordi d’antan!

Pss. Manunzio legge, sperimenta, prova e riprova poi parla a ragion veduta senza mazzette come certi soggetti (glielo scriviamo in faccia su i loro blog eterodiretti) “neutri” loro attrezzature e soprattutto libero pensiero, dicono, come può essere un bipede con catena, lunga sinché si vuole pur sempre agli ordini della Giostra acquisti!


A fresh look at the Canon Pro-200
https://www.youtube-nocookie.com/embed/4lU4jMqEBtM

Io, la stampante e lo scuro
https://www.manunzio.it/-d14859





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