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A dirla tutta: boh. Partito da un pizzo (niente siciliano, quanto locale da “un punto, da una parte”) simm’ arrivat’, di nuovo a boh.
Lightroom va. Una cartella di cose che poi diremo a suo tempo in Mondovisione, e Manunzio non fa chiacchiere. Dunque immagini prese per strada e di notte: vetrine. E a dirla tutta, ancora, se non avessi avuto quel piccolo mostro a nome Olympus C 5060 Wz l'archivio digitale costruito in un Ventennio manco l’ombra: in Italia è uso misurar il tempo ventennale, e noi senza fez nero ed Eja eja alalà di fascista memoria ne facciamo a meno.
Dunque una immagine in particolare richiama, come in gioco di specchi, un’altra di qualche “giorno prima” mettiamola così: Novecento, Parigi, Monsieur Eugène Atget. Un Eugène prima di quell’altro, americano. Certe assonanze. Certe fine: morti in canna tutti e due, quanto dire.
Sia come sia, dopo aver faticato non poco a Pshop Elements (sempre per dilettanti e Manunzio, dicono, fotocopia è) per aggiustare certe scritte sin troppo invadente il risultato pare discreto. Ma è pura assonanza, si vede, tuttavia, che il “modulo” daje e daje, vedi e rivedi è rimasto inconscia traccia: neuroni specchio?
Assonanze, quindi, il terzo e sotto si riporta i precedenti due. E prima di finire due cose: la prima Atget in pubblicazione dell’allora Fabbri Editore (dite come ve pare ma dare dell’ignorante patentato a Manunzio potrebbe costarvi un...stramortax con annessi e connesso, lassù qualcuno strano ma vero ci ama, mah, e qualche fulmine potrebbe...uomo avvisato) e mai più ristampato ché si offende la Munari & Co e lor dogma detto Cancel Culture.
Secondo ma non troppo in scena delle lastre, letteralmente, di vetro in formato 18 x 24 non dissimili da quelle usate da Atget. Hanno una novantina di anni, quindi non le ha riprese Manunzio ma è storia che purtroppo non è lecito qui narrare, mentre declinava a questa vita l’Atget francese che fotografava al di là del bene e del male e lo comprendo benissimamente bene. Assonanze, no? Sì


https://www.manunzio.it/page-d14146
https://www.manunzio.it/page-d14186




Allitterazione

A sinistra in alto la prima del notorio Franco Fontana, immagine che a quanto si dice non piacque poi molto ai critici: questione di mazzetta mal data. Certo poi il nostro si rifece, eccome, da farne gran carriera e di stampe Cibachrome vendute e di workshop. Sicché le sue “macchie di colore” (Fabbri Editore I Grandi Fotografi, 1983) anche da queste latitudini ove si scrive. E non meno, pure il “maestro” ci inzuppò u pilu*, e come tira iddu...
Ora non è che l'immagine, a destra, del Manunzio ne ricalchi il “modulo espressivo” pensa te, del Fontana nazionale, no. E manco incidente di percorso o semplice calembour che dir si voglia. None. Il rosso di Manunzio viene da lontano, zeppo come è il suo archivio di “rosso”, colore parte della sua triade.
La macchina, maggiolino, poi è stazionata proprio lo spiazzo che affaccia la “finestra sul cortile” e come chiosa finale, niente male. Eh le citazioni fan figo, vero e trovarle di giuste...Manunzio, divoratore di Baci Perugina, ne conserva a tons e celeberrime frasi inside il fogliettino avvolgente ogni cioccolatino: gnam. Forse ché la classe non è “cioccolataia”? Mah...

*pilu acquatico (copia e incolla se vi pare)
https://www.grandi-fotografi.com/franco-fontana?lightbox=i118vz

Link a precedenti

Al Maestro G. Berengo Gardin
Accostamenti profani




A volte la navigazione in Rete fa affiorare “relitti”. Sì, certi tipi alla Epstein & Maxwell anzitempo, ci siamo intesi.
Navigazione, poi, del tutto “fortuita” se accettiamo la cosa, tutt'altro per il Manunzio, e ci si ferma qui altrimenti sconvolgeremmo il NWO o detto Annuit Coeptis: vero front-end Soros?
Via, ecco di Hamilton qui ci capita, e che di nome faceva “David” come la stella impressa di certune popolazioni, del quale si era persa memoria; fotografo delle ninfette, Lolite e ci siamo intesi pure qua. Forse varrà la pena (pene è meglio, no?) di ripassare le sue “pudiche” immagini fotogra + fiche . Fotografo, sempre Hamilton, portato in palmo di pene per sue creature, eppure un pochino triste: come mai non trovate?

A latere fotografia di D. Hamilton tratta da la Serie I Grandi Fotografi Fabbri Editore.

Una madre porta sua figlia da un famoso fotografo, un artista di mezza età. Lui apre la porta, è nudo, vestito della sola macchina fotografica. La figlia, tredici anni appena compiuti, entra da sola. La porta si chiude.

Probabilmente conoscete tutte le immagini di David Hamilton. Negli anni Settanta era uno dei più famosi fotografi al mondo; sicuramente il più acclamato, ritenuto da tutti un maestro. A novembre del 2016 è morto suicida nel suo appartamento di Parigi: su di lui pendeva da qualche tempo la pesante accusa della pedofilia.

Direte: 'mbè? Bocche sempre più buone, o, meglio, omertose là fuori e sai che novità. Una Mamma/Maxwell, eh. Due M due Morte, va tu mo a sapé. Adescatrici ambedue, sempre Mamme o la Morte. Capisco non ve ne fotte un c...Eppure di queste cose si propala, mettere il palo nel c...atodo tubo, ecco, e se ne vede da mane a sera dell'Occidente giudaico-cristiano-greco-romano che fa la guerra altrui e le perde (vedi Napoleone-Mussolini-Hitler) non solo moralmente (!) pure e soprattutto economicamente: i Bankister crollati, e non è finita. Certo le storti magnifiche e progressive del Kapitale. K alias Kaput: finis terrae. E u pilu? Gia...

Link copia ed incolla (se vi pare)
"Lui, il grande fotografo, che mi fotografava bambina e mi stuprava"
https://news.robadadonne.it/flavie-flament-david-hamilton-fotografo-pedofilia/

Ps. Coincidenze “astrali” Epstein muore “suicidato” a New York, pari sorte capita, forse, al David Hamilton, trovato già cadavere nel suo quartierino francese alla “venerabile” età di ottantatré anni (8+3 = 11 detta la Giustizia esoterica) che, notorio, poi i trapassati non parlano per l'eternità


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