date » 28-02-2023 12:25
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© G. B. Gardin Lido di Venezia, 1959. A sinistra, del triangolo compositivo, due coniugi e neonato, l'orizzonte marino, tumultuoso quanto si vuole, è altro dall'immagine colorata del Manunzio, dove il triangolo ipotetico è, sì, dei due su battigia ma il punto è all'orizzonte, in realtà natante. E qui lo sguardo va oltre le figure, non come nel bianconero dai toni cupi e drammatici (due solitudini protagoniste verosimilmente alla stregua, su la stessa lunghezza d'onde, ecco, la celeberrima macchina su la scogliera inglese in pari giorno tempestoso sempre di G.B. Gardin) mentre l'immagine digitale “stratificata” a fasce in orizzontale parla d'altro: i due "solo" protagonisti marini d'una metafora forse ai limiti di significato. E in ogni caso, bianconero reportage e colore meditato, due universi paralleli che un arcano ha fatto sfiorare, rispecchiarsi, per disperdersi nell'Universo mare ognuna per la sua
Al Maestro G. Berengo Gardin
Maestro l'ultima volta che ci siamo incrociati è più di vent'anni fa ad Alberobello, mentre venivo dalla convicina Lucania sotto un diluvio, quel giorno, che Iddio la menava a secchiate (la stampa ancora non la chiamava “bomba” d'acqua).
Trulli che già di prima mattina, una sala, era pronta per il “diner” fra aromi di cuccia pugliese e...d'un trinariciuto Denis Curti, che trafficava incazzato ed inavvicinabile: Potenze Numinose, i cosiddetti “curatori”!
Lei Maestro se ne stava, come i Santi in edicole, dietro i vetri d'ingresso sotto una luce incerta dell'happening, ma come lontano fuori luogo, va tu mo' a sapé. Certo lei contraccambiò il saluto come si conviene a persone dette “civili”, mentre provai a ricordarle quella volta, in un altrettanto remoto spazio-tempo, un workshop su la Riviera del Conero dalle parti d'Ancona.
Un passo indietro ché stamani alle prime luci Manunzio è già al telefonino, un vetusto iPhone per ricerche: e che avete capito! Vagando di qua e di là nella ricerca di un qualcosa che, uso dire, si ha su le labbra, ecco...Sia come sia m'imbatto in quelle pippe di certuni che spartono la fotografai come la testa le orecchie! Maestro ci siamo intesi, giacché proprio in quel lontano workshop, sottponendole plasticoni che mi ero portato da casa-studio, disse e lo ricordo preciso:”Lei, il Manunzio, ha una composizione tipica del bianconero”. Proprio così nato in epoca bianconero.
A farla breve, nella ricerca telefonica mi capita (avevo perso memoria al riguardo) un suo scatto, messo in copertina qui, in alto.
Sicché mi si è acceso un rimando, ché il Manunzio ne ha un simile fotogramma, a colori in digitale, sopra di fianco: confronto no. Sia per la scelta del digitale, allora più di vent'anni fa me l'ero portata dietro in vacanza con un portatile, antelitteram, con Win 98!
Orbene tranne l'analogia di primo acchito null'altro li accomuna: Manunzio quando scatta pensa a sé, all' “attimo (s)fuggente” e tante e troppe altre cose...La prospettiva del bianconero, poi, è piatta e “sbilenca” con soggetti divergenti, inclinati, l'un l'altro; quant'altro di più lontana parentela fra il suo scatto e il digitale “terrestre” a colore.
Scrivo questo perché già un'altra volta (combinazione astrale?) e con Kiarostami regista, si ritorna sopra una prossima, c'è della “somiglianza” d'un suo scatto stradale.
Salute Maestro e che le Potenze Numinose ce ne conservi ancora memoria, vivente