Manunzio




Materia Alchemica

Da l'archivio Manunzio e non siamo nella Cappella di Sangro l'alchemico frammassone in Napoli, bensì dinanzi copia in miniatura della Deposizione del Cristo. Trasfigurato e Marmorizzato velo, poi, su cui s'è scritto di tutto e di più (compreso Alberto Angela) ma non ci frega granché. Viceversa certe “traslazioni” partenopee in questa contrada da cui scriviamo, il Capoluogo del Techesasse per via di certi idrocarburi, ci incuriosisce un giorno.
Tuttavia, lo diciamo a giorni alterni per i minchiapixellisti onanisti compulsivi che immaginano d'essere fotografi, ma da mettere a rogo) certe messinscena sono ben altro per “caso”. Vedi l'altare cui si è fatto profanazione (forse c'è ancora scomunica nei confronti de li massoni, anche se l'Opus Dei o la Compagnia di Gesù cui epitome il reggente blasfemo Bergoglio Primero da la Pampas argentina, è quanto dire) poggia la “metafisica” del Corpo Incorruttibile. Manunzio ci ha messo del suo, grazie a gagliarda Olympus C-5050 de facto mini Leica da lente tagliente, riportando l'immagine o “come in Alto così in Basso” ma ci sta pure il contrario. Ah la Chiesa è detta S. M. del Sepolcro, sì, luogo questi che una volta i crociati-alchemici visitavano per arrivare, poi, in Terra Santa per l'ennesima crociata: Intelligenti pauca verba!

Ps. A destra della richiamata Chiesa, tanto per restare in argomento, in una spogliata aula frutto di “sapienziale” restauro da cani, un altare barocco conserva nel tabernacolo un frammento della Croce per antonomasia: quella della Crocifissione-Trasfigurazione...Morte e Rinascita come ricorda quel INRI, altra cosa dal Jesus Nazareno Rex Judeorum, ma "parola sacra" ma pure "parola di potere"



Apocatastasi? None!
(Mamma mia che abbiamo fatto che abominio commesso da taluni scientemente!)


Nel Grande Inquisitore a certo punto si riferisce di un poema monastico russo dal greco “La Madre di Dio tra i tormenti” in cui la Madonna visita insieme all'Arcangelo Michele un lago infernale bollente, dove sono immersi i dannati che oramai Dio ha dimenticato. Allora ella inginocchiandosi piangendo, chiede perdono a Dio nel suo trono per tutti i dannati, senza distinzioni. Dio le mostra le piaghe delle ferite di Gesù e le chiede come sia possibile perdonare anche i suoi carnefici; ma ella invita tutti i presenti (santi, martiri, angeli) a inginocchiarsi con lei per chiedere perdono per tutti, senza distinzioni.Alla fine ottiene che i dannati siano liberati dai tormenti ogni anno, dal giorno del Venerdì Santo fine alla fine della Pentecoste; i peccatori rendono grazie dall'abisso infernale,
Ma dinanzi a tantà bontà materna ci siano altre letture circa il “lasciapassare” di Maria.
Troppo sempliciotta la “madre di Gesù”. Troppo è tutt'interno al “buonismo” allora e corrente come El Papa Bargoglio Francisco Primerio de Argentina, olé: Francesco da Sales gesuita (!) e mica il d'Assisi! Intelligenti pauca verba.
“Il cielo si ritirò come un volume che si arrotola e tutti i monti e le isole furono smossi dal loro posto. Allora i re della terra e i grandi, i capitani, i ricchi e i potenti, e infine ogni uomo, schiavo o libero, si nascosero tutti nelle caverne e fra le rupi dei monti; e dicevano ai monti e alle rupi: cadete sopra di noi e nascondeteci dalla faccia di Colui che siede sul trono e dall'ira dell'Agnello.”
Apocalisse 14, 16

Ps1 “Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello....(e giusto ca ce state pure 'o culo datele!)” Matteo 5, 40

Ps2 Apocatastasi /a·po·ca·tà·sta·ṣi/ sostantivo femminile. Il ristabilimento di ogni cosa nell'ordine voluto da Dio, alla fine dei tempi.
Dunque: chi avut' avut' chi ha dat'dat' scurdammece do passato simm' e Napule paisà? No grazie assai “paisà”. None chi sbaglia paga, eternità o meno, ché qui non è che l'ultimo arriva chiama "tana" e tutti assolti e si ricomincia la giostra come prima: se questa non è "eternità" infernale cos'è?


Ps3 La storia del “perdono” impregna tutto il Cristianesimo, funzionale al Potere come nell'immagine del Ritorno del figlio prodigo narrato in Luca 15 11, 32 e in pittura per esempio da Rembrandt; sicché rispetto al “perdonismo” siamo lontani mille e mille leghe, e in questo siamo per cultura più protestante che “cattolico apostolico romano” eja eja alalà





Fatti non pugnette...Ciavoli dixit

Il Tempo Galantuomo è. Sempre. Ovvietà per modo di dire se si pensa che nel Libro di Qoelet o Ecclesiaste (Vetero testamento) c'è quella “filastrocca” che vuole: c'è un tempo...Insomma cosa nota a chi è un filino sopra la media dell'imbecillità, e ça va san dire se ne distacca per l'appunto.
Sia come sia nel video sottostante pescato al solito in Rete c'è ne da squisita prova: Galantuomo Tempo. Anzitutto una osservazione o meglio un paletto: chi si crede (pretende?) un fotografo non dovrebbe portare al collo nient'altro che Olympus, brand che attraverso vicissitudini azionarie non ha smesso, tuttavia, alcuna feature che l'han reso stellare; non solo dagli Anni Settanta secolo trascorso con l'incredibile saga OM-1, ma anche prima sempre per chi pratica la fotografia come categoria dell'anima, e si pensi al “mezzo” formato Pen-F su pellicola 135 codice che identifica il “full frame” 24x36, si, però di Oskar Barnack memoria e la finiamo qui.
Olympus categoria dello spirito, e sue stratosferiche Zuiko lens non ce ne è per nessuno, e qui torna la headline e non vado oltre: intelligenti etc. Ecco.
Ora c'è il malvezzo (altrimenti come una puttana riesca e adeschi il cliente merlo?) di sfornare ogni ventiquattro ore (ha stato Putin pure questa?) un ottica extra luminosa che buca la notte, e non si capisce a che pro se esistono e da tempo i visori notturni!
Orbene Olympus dai mitici Zuiko finalmente in versione fotografica seria, zoom a max f 4 d'apertura. Basta e ne avanza per fare fotografie non...pugnette

M.Zuiko 40-150mm f4 PRO, the BEST OM System Lens yet? - RED35 Review


NB. Poiché Youtubb' rompe i cabasisi con i collegamenti, un copia/incolla/link riga precedente su vs browser preferito e provatevi a leggere il post



Ps1 Da tempo “immemore” fotografiamo con un “piccolo tubo” a nome Zuiko Digital 12-50 mm, f 3.5-6.3 Ez ed Msc con possibilità Macro da paura e, tramite stacco su obiettivo, anche la possibilità di zoom manuale e/o elettrico per video che è una figata! Se poi voglio “fare” il fotografo avec allure...sul corpo della Oly EM-2 (in borsa ci ho una Ep-5 e quel gioiello a nome Pen-F or The best of best) tramite adattatore universale via Amazon (il dedicato Oly le schifiltose camere citate non va proprio giù, roba da matti!) 4/3 su Micro 4/3 le più “perforanti” ottiche 4/3 e Macro di più di vent'anni fa. Stellare Olympus.

Ps2 Per qualche im...belle che si trovi a leggere su Olympus tout court, si rassicuri se al collo (macina di pietra delle Scritture?) ci ha una Nikon-Canon-Sony-Fuji...così come in Era analogica si è provato pressoché ogni brand, anche meno noto, pari bontà per prova provata si riscontra nei sopra citati marchi. E ci mancherebbe. Ma Lady & Gentleman Olympus ha una Mistica&Malia ineguagliabile per chi brandeggia già ogni tipo di fotocamera (e banco ottico) sin dal 1969: scusate se è poco!

Ps3 E non c'è due...il 90% per cento dell'archivio digitale di Manunzio, ecco, è il prodotto di Point&Shot Olympus: Camedia 5060WZ, C 8080 stellare e la mia piccola “Leica” al secolo C-5050 con ottica 1.8 da brividi. Lillipuziana camera usata pure da certo Alex Majoli della Magnum Agency: per cortesia non fatemi scrivere (incazzare no?) sempre le stesse cose!

Ps4. Vabbene c'è stata una piccola protesta da parte...delle altre Olympus Pro in borsone, ossia E-1 The Immortal 4/3 la E-3 e la piccoletta E-510 tutte versione standard 4/3. Ecco accontentata il resto della ciurma...oh mamma mia!



Si io fossi foco

Il Cecco Angiolieri di scolastica memoria, offre il destro ma pure il sinistro: farne cosa? Ah ma allora ditelo che siete fessi...con il cuore! Fotografia e “macchine”. Vero se ne parla sempre meno di ferraglia-vetro e chip (non si mangiano casomai sotto pelle per un qualche controllo a debita distanza s'intende, l'umanoide ci tiene a fare Iddio ma prima o poi si rompe corna e zoccoli almeno per mille anni) però nello sfogliare il Web, eccoti l'esatto contrario. Panasonic S5 (video-camera e molto) continua la sua marcia nel segmento L, joint venture con Leica aè tiè tiè e Sigma pragmatica di alternative le classiche lenti, anche di strani cubi detti fotografici: de gustibus.
Breve solo a vedere l'immagine il riflesso pensiero dice che è un fatto serio. Capiamoci: Panà & Olympus portano avanti l'idea del Micro Quattro Terzi, ambedue provengano dall'originario Standard Quattro Terzi per buongustai per chi capisce l'anima della Fotografia, qui declinata a base bit.
Panasonic, non prima del salto del Cavallo, convince già come immagine nella sua nuova S5 formato Full frame, che non ci riscalda il cuore, però fossimo fessi à la page, senza ombra di dubbio saremmo della partita.
E dunque veniamo alle corti. Se io fossi...nudo e crudo ma pur sempre, s'è detto, fra i “veri nais” adepti del Mercato Panasonic sarebbe mia. Non un ratto quanto un gatto, è venuta benino e se non vi piace la rima, fa lo stesso. Manunzio è così da dieci anni qui su la Rete delle mirabilia. E si può permettere lo sputtanamento del terraqueo fotografico, Milano da bere compresa: vile tu uccidi una morta gente (fotografica)!
A chiudere, si può provare a metterci mano e poi sentenziare, no? No e perché mai se oltre al tatto la S5 vi è l'intuizione (sesto senso?) che l'affare per le mani è giusta misura per fotografare, sino a certo punto poiché l'attrezzo è tagliato su misura per i video-maker "veri fain". Certo la macchina c'è poi bisogna vedere il manico, che a quanto leggo e vedo non vende Panasonic né altri. E se lo viene a sapere il signor Mercato...uhh. Intelligenti pauca verba, va!


Ps. Chi scrive con oltre mezzo secolo ininterrotto di prassi fotografica, avendone viste di tutte e di più, il fascino o meglio la sostanza si vede già da come congegnata. Oscuro? Mica tanto. A tutti capita di assistere ad anteprima catodica più che cinema (mascherina?) e tra quelli che sono di natura cartacea (critici a pagamento) attendono il parlato e l'intreccio per dire che c'è storia. Viceversa chi intende pur sempre d'immagine bastano i primi dieci secondi di apertura e guardare la luce, sostanza per eccellenza tant'è che adesso come adesso con musica (senza manco una sillaba) te ne fotti dei critici prezzolati, e ci fai un filmone; se c'è (luce) si prosegue altrimenti intreccio o non intreccio cambi canale o spegni per un cartaceo libro, l'ascolto della Radio alla Finardi maniera

Riproduzioni planetarie Archivi, documenti e...pecore

Manunzio è speciale e vabbene mettiamola così, però sta storia del planetario va detta subito. E di certo non è Gaia (accontentiamo i luciferini che tengono famiglia) né il terraqueo più accessibile ai più, quanto la colonna dove una volta era la “scatola” di 35 ma e pure 16 mm analogica pellicola che in tutti gli Archivi di Stato, e altrove (da militare se ne usato al Quartier Generale in Napoli d’antan) veniva usata per copie di sicurezza** di documenti a vario titolo, comprese “pecore”: sì, una volta scuoiate, da un lato si magnavano, non prima di produrre latte (pecorino e/o caprino anche a mezza via l’un l’altro formato caciotte) e la pelle usata a mo’ di pergamena. Operazione lunga e articolata e ne parlò con me l’amica Marilù dell'Archivio statale qui dove si scrive.
Pergamene per atti solenni e contabili come sempre: scrittura cuneiforme quanto si vuole in quel di Ur (starter civiltà umana d’occidente) sono solo e soltanto pagine “Excell” Microsoft ante litteram. Certo poi quando lo scriba/sacerdote nun’ teneva at che fà riportava i cosiddetti fatti della vita, di sei mila anni fa o giù di lì . Tempo che i maligni (luciferini?) vogliono l'inizi vero dell’umana storia, altro che milioni. E visto che ci siamo, altri ancora datano il bipede Sapiens-Sapines (una sola volta sapiente, no eh!) ibridato con DNA di mattacchioni alieni solo duecentomila anni fa. E se aggiungiamo la terra “piatta” non se ne esce più.
Planetario che una volta sparita poi la pellicola, eccoti sostituito l’asse verticale (stativo) con piano, così quelli della IFF (Industria Fototecnica Firenze) e digitale da padrona. Si vabbè dirà il solito buon “tampone”. Su quella colonna ci sistemammo la Olympus 5060 WZ da micro sensore, che fa senso: in che senso? Nel senso che sputtana tutta l’architettura dei minchiapixel orchestrata quotidianamente dai soliti babilonesi, a debito.
File infine per i tipi della Eni, si avete capito bene, di un loro calendario (starà da qualche parte, impilato del monumentale archivio Manunzio) sul Tecsass ‘taliano in Lucania/Val d’Agri formato fusti di petrolio firmati appunto Eni/Agip. Luogo dove vi arrivarono i Greci da Meta-ponto, poi i mena mano romani fondarono Grumentum, e non la finiamo più.
Viceversa la stampa (calendario) in formato A3 dei file un qualcosa di fenomenale per fattura di stocastica stampa, che fa a meno del maledetto retino. Una cremosità tonale da stampa fotografico e non già tipografica in quel di Milano, tant’è vero che il contafili (usato una volta proprio nelle tipografie a controllo dei registri CMYK, poi sui plasticoni di agenzia alla Grazia Neri meneghina, a verificare i fuochi dei fotocolor detti così anziché diapò) non mente.
Insomma contafili alla mano e vedere (letterale) tanti dettagli su pezzo di carta patinata, da un sensore lilipuziano ma della stratosferica Olympus C(amedia) 5060 WZ roba da leccarsi i baffi, da intenditore. E solito “intelligenti pauca verba”
** Film di sicurezza già dal nome sorta di “fotocopia” dell’originale cartaceo o menbranaceo di animale conservato e preservandolo da “maneggi” e distruttivi, in sua vece la riproduzione filmica a base argento una volta, oggi via digitale, per studi tout court



Una tantum

Tempi cupi quanto vero o messo in scena da Stampa& Regime è a volte difficile da seguire, sul quel terreno labile che è la “terra di nessuno”. Ma stiamo al gioco come sembra. E in tempi correnti più di sovente si trova chi per un verso e per un altro trova ad alleggerire l'aria: fateci caso che quando tutto è perduto (per gli altri) viene fuori lo spirito “guerriero” dell’italiano; che strano popolo. Sia come sia e per farla breve nel surfare di qua e di là l'editrice Progresso Fotografico mette a “gratis” dei fascicoli, dove per anni ci siamo fatti le ossa almeno a leggere: ne abbiamo regalato vagonate di numeri alla locale Biblioteca Nazionale! E intelligenti pauca verba in link del numero dedicato alla “notte”, che sembra fatto apposta, poi ognuno si attrezzi come meglio crede.

Progresso Fotografico Serie Oro 60



C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi, d'antico

E certo non ci riferiamo all'Aquilone di scolastiche memorie, quanto, sopratutto, in questi giorni di distrazione di massa planetaria, come non si era mai vista. Balza agli occhi anche del più sprovveduti (a telecomando) che qualcosa di nuovo, per l'appunto, veicola per l'aria tanto odierno a dirla tutta, che pare antico.
Chiariamo subito per chi si imbatte in questo Diary, che apparteniamo de facto alla schiera dei cosiddetti “complottisti” per il semplice fatto o arco riflesso, del chiedersi ogni santo giorno: i perché. E in quanto fotografo nel percorrere, sempre e comunque, altre angolazioni, o narrazioni del caso che dir si voglia. A capo quindi.
Siché senza dubbio ciò che passa il catodico, reti omologate al Pensiero Unico imperante ma non ancora vincente, deve somigliare le attuali vicende a quella primigenia battaglia “celeste” che vide i soliti Buoni contrapposti ai Cattivi, attivissimo compreso. E che vide quest'ultimi soccombere e per punizione, ecco, lasciati in prigione su questo terraqueo: vero, falso? Verosimile senza dubbio. Sia come sia evidente che il “Sistema” babilonese ad usura sta collassando, basti osservare l'Armageddon Mediorientale: Siria ma ancor più l'ineffabile Iran, cui spalle sornione sta la Cina e mica tanto la Russia. In parole molto povere (forse) si assiste alla fine di un Mondo unipolare a guida Stars and Stripes e masnada di Sion vs il resto dell'Umanità. E proprio la rediviva Sars cui anagramma contiene: ars-arte, infatti ci vuole certa dose di arte a far quel che è stato e al corrente, pure. Arsa altra scomposizione che fa rima con “fuoco”, poi ardere...tutto questo senza dimenticare oltre ai “polli” veicoli dell'infezione polmonare, si disse all'epoca, che il focus era la Cina che, guarda caso, è pure l'odierna landa del redivivo parente della Sars, al secolo Corona + virus. Anagramma che danno, scritto proprio così alla lettera quale danneggiamento: rancori, cranio, nocivo, caos, nuca (tra capo e collo!) ano per l'abbisogna dell'appoggio. E fra le tante pure urna, che di certo non è quella elettorale, casomai di foscoliana memoria per chi intende, ché il Mondo è governato da segni e simboli...non da virus dal sen fuggiti letteralmente. Intelligenti pausa verba
Pandemia. Il business del terrore
Coronavirus e “guerre senza limiti”

Ps. Siamo ad appena il primo mese del 2020, anno Bisesto e che mai e poi mai si dica funesto: Qasim Soleimani abbrivo




Asteroidi (a pagamento)

Guarda caso quando si dice il “caso”. E qui l’immarcescibile Adobe nientemeno, cui pronuncia in “inglese” è da terno a lotto: cosa c’entra? Bocche buone là fuori se poco ci capite…Ma d’altro qui si scrive. E l’altro è una “falla” nella nuvoletta (il sole dell’avvenire così dice la réclame dei transumani) dove tutto sta e fa felici Cia&Mossad: più di così una manna planetaria di controllo degli umanoidi!
Sia come sia la breccia apertasi nel Cloud di Adobe è paro paro a quelle notizie (vedi nuove macchinuzze per minchiapixellisti) che trapelano, tranne poi lo stesso brand(y) stare al gioco scusandosi questo è quello, e per l’intanto la immagine del caso fa il giro del Web ed iniziano le lodi dei laudatores (oggi influencer domani statene certi ino+cul+atori) prezzolati: tutta pubblicità a gratis e testare il pubblico beota. Si dice che così va il Mondo: sia, ma di grazie quale? Avanti con gli acquisti…
Adobe Exposed 7+ Million Creative Cloud Accounts to the Public
7 million Adobe Creative Cloud accounts exposed to the public
Security Update

Man fotografo dal 1969

Ps. Evidente che un'operazione del genere sparte poco con la fotografia e/o video, l'essenziale per questa elité, che agisce conto terzi, è quella di arraffare il resto sono "iddalismi" che lasciano il tempo che trovano: prendi i soldi e scappa del buon woody Allen. Intelligenti pauca verba

Last update (per chi intende)
Unicredit, accesso non autorizzato ai dati di 3 milioni di clienti: “Non compromesse le coordinate bancarie”


Fate che le glorie, ecco, appunto da diciasette anni poco onorevole monito già di un "buco nero senza fondo" firmato da Verrastro in concorso con terzi


Abbiamo spalle larghe


Ci concediamo qualche giornata di relax alla faccia della sbirra “polizia” che tiene pure il telefono sotto controllo (buon giorno maresciallo come va la famiglia, niente guai?) di chi scrive e del suo legale (!) e che guarda caso, quando si dice il caso, arriva sotto ferragosto (!) una cartella esattoriale comunale del 2014 (!) indirizzata e non si sa per cosa, forse basta la parola dell’estensore come il famoso confetto Falqui, lassativo, usato all’epoca per defecare, in cui si “asserisce” che il Manunzio è “evasore” (così al telefono il proprio legale) nei confronti del Comune Capoluogo (!?). Ah che mente fervida ed immaginifica. E uno dice, riflette, ma se è evasore e da cinque anni (!) come mai gli si concede proroga inusitata a tutt’oggi 20019, senza riscossione coatta tramite (ex) Equitalia? Ma se l’estensore (analfabeta putrido di scalcinata loggia di borgata) aveva bisogna di duemila euro per sue spese (riferisce il legale) c’era bisogno di fare un atto intimidatorio? Bastava chiederle aumma aumma pro manu come è abituato l’estensore della richiesta, e uno metteva (!?) mano alla sacca…e quietanzava. Solo che nel caso le “quietanze” le svolge in mia vece il legale già poco propenso ed incline ad atti mafiosi: intelligenti pauca verba.
Dice: ma a noi cosa ce ne viene? A voi niente! Ma a me si anche perché da ultimo si è depositato (ad ogni azione questi frammassoni di borgata scalcinata fanno corrispondere una sconclusionata ed infantile reazione) ennesimo esposto su un “cantiere” terminato a salve nel 2013, sei anni fa. E tale è il completamento dei lavori che lo stesso deve riprendere…un settembre però sine die! E con quali danari se già quelli stanziati si sono involuti?
Tranquilli da un decennio che teniamo duro: vero Valeria Verrastro ex Direttore Archivio di Stato ex dirigente Stazione appaltante del “cantiere” messa da parte (qualcuno bene informato dice degradata e per altro Ufficio!) dal Ministero Beni Culturali in Roma. Cantiere partito nel lontano 2002, diciassette anni fa, con fallimenti sospetti delle imprese incaricate dei lavori (nella Sentenza del Tar Basilicata 2008 si legge come niente “che la Pouchain srl - prima iniziata - non doveva partecipare alla gara appalto” e più in là scrive ancora della “sospensiva richiesta per il comportamento dei Commissari preposti all’analisi costi-benefici delle offerta" per la Grande Opera” va da sé con grembiulino bianco squadra e compasso! Insomma un buco nero senza fondo…come pure la stampa locale ha titolato (oramai la cosa è patrimonio pubblico e non di solo addetti ai lavori) che inghiotte Ministero Beni Culturali, Direzione degli Archivi afferente, Direzione regionale Basilicata idem, Tesoreria territoriale Basilicata, Avvocatura dello Stato idem, Procura della Repubblica…l’elenco è decisamente lungo come presentato in esposto ai CC a latere il fido avvocato.
Ah insieme, pensa te che testa hanno Procura della Repubblica in Potenza e l’Arma dei Carabinieri (sic e non aggiungiamo altro sul trappole presentato e regolarmente smontato, atomo per atomo altro che viti!) che ambedue, secondo la Verrastro teste molto attendibile, che dichiara tra l’altro il falso finanche alla giudi cessa Tedone (sic) in Tribunale (deposizione canta!) poi trasferita altrove…dopo la parte magistrale…
Dunque ambedue con calzamaglia e mascherina, chi scrive e suo legale, furtivamente introdottosi nottetempo nell’Archivio di Stato in Potenza abbiamo/avremmo sottratto un documento scottante, detto Studio De Bonis (in esposto ai CC) su l’appalto del “cantiere”. Strano poi che l’esposto della Verrastro è stato archiviato, non solo ma che delle sue farneticazione non vi è traccia alcuna sul registro dei custodi/guardie giurate dell'Archivio di Stato preposte a monitorare ogni cosa accade in esso e con telecamere a circuito chiuso: altro che Banda Bassotti. Possibile? Eh in Procura anche ad arrampicarsi su gli specchi bisogna avere discreta arte…
e logica!
Un buco nero senza fondo video

NB. In allegato Cartello cantiere uno & bino (a destra dal giorno 15. 06. 2019 quando dal Ministero Beni Culturali arrivano certuni non meglio identificati per rilasciare intervista costruita, non meno che nottetempo, a tavolino) è priva della data re-inizio e re-termine cantiere (a sinistra per decenza è riportato seppure in modo sospetto) ma in ambedue privi dell’importo che per legge, Dpr n.380/2001 s.m.i. dev’essere riportato. Importo pari a più di sette milioni di euro in una triangolazione Fondi europei (riscontrabile nel primo cartello a sinistra) Regione Basilicata Ministero Beni Culturali e Provincia di Potenza (proprietaria dell’immobile e che dalla sua vendita ricava un bel gruzzoletto cui cifra è poco “chiara” e scarsamente documentabile, almeno leggendo il report della Regione che contrasta notizie a mezzo stampa della Verrastro, degradata ed mandata ad altro Ufficio



Ps. Anche Rai regione Basilicata è parte della partita di giro, già a far data 2014 quando censurò e mai mandato in onda l’intervista che la stessa aveva chiesto a chi scrive: prova documentale la lettera dell’avvocato al riguardo e l’inoltrata ai vertici Rai nazionale e finanche l’allora Presidente Fico della Vigilanza Rai. E nell’ultima di alcuni giorni fa un “coccodrillo” Rai Basilicata che inanella pirle una dopo l’altra. Solo che al riguardo una dura nota sindacale è stata inoltrata alla Sede regionale per contrastare, documentata, le asserzione della “giornalista”. A dimostrazione che quando il gioco si fa duro…

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Cantiere_ex_Biblioteca_Provinciale.jpg (1.61 MB) XVIII_AgostoRpdf.pdf (0.51 MB) Cantiere_XVII_atto_finale.pdf (453.73 KB) Cisal_Rai.pdf (120.24 KB)


L’immagine vede la tavola (Ultima cena alchemica) piena di personaggi forse in cerca di autore ed in nero (nigredo) sovrastante una farfalla bianca (albedo) per giunta femminile (Grande Madre) attaccata o in segno di, a destra, il Presidente Gastel nell’ evidente ascensione finale (rubedo).
Al centro il canuto napoletano (Partenope Mimmo Jodice novello Raimondo di Sangro principe di Sanservero) con a latere, assisa a destra e dell'emisfero cerebrale, una riconoscibile “Maddalena” del Nazareno-Messia-Maestro.
Messinscena alchemica di trasmutazione, scelti e selezionati uno ad uno qui la Casta sacerdotale dei “fotografi”. A destra e non in abito talare il barbuto Maurizio Rebuzzini già di Foto/graphia


Alchimia


Milano da bere: cos’altro ancora? Sentite questa della Milano bene. Il Presidente Giovanni Gastel (già a cavallo così nella tavola XXII di Un eterno istante by Mondadori editore) dell’Afip (Associazione fotografi interamente padani) in un luogo deputato agli affari lancia, in resta, una rivista per amici: ad arte. Si perché a parte i fortunati della rivista, nientemeno: “Fotografia e/è Cultura” , tutto lascia immaginare di una boutade.
Infatti se siete padani residenti in Milano, da qualche parte pure la si trova sempre la “rivista”. E meno male. Si perché fuori da via Monte Napoleone, meglio ancora il famigerato quadrilatero dei Navigli, dove sono asserragliate le ultime residuali truppe giapponesi in foresta, qui di Mode annesso & connesso (somos todos caballeros!) provatevi ad aver copia della rivista di “fotografia&cultura”. Niente da fare e per l’intero Stivale (oramai ridottasi di nuovo a mera espressione geografica di Metternich memoria di vetusti libri di scuola) e la situazione è questa: tranne alcune fortunate edicole e/o librerie milanesi, s’è detto, la Hoepli di Milano “vende” e non già distribuisce la “rivista”. Tant’è vero che se provate dal vostro libraio di fiducia, questi non può chiederla alla menzionata Hoepli bensì acquistare dall’Editore: carneade chi era costui?
Morale della favola: la rivista c’è per gli amici iniziatici. Viceversa non esiste un piano serio di distribuzione, almeno, sotto il Po’ diciamo Bologna: il Granducato di Toscana una gran fortuna!
Una rivista cartacea al corrente contradizione cristallina è: smartphone tablet ebook-reader docet! E dà la misura culturale della Operazione “alchemica”. Sic transit gloria Mundi


Conferenza stampa per la Rivista FC
Una Rivista sulla Fotografia, Arte e Cultura


Man fotografo dal 1969


Ps Per l’immediato inviamo la presente al vicepresidente Afip, giacché il Presidente Gastel non scende mica da cavallo per i non “associati”. E naturalmente l’Editore



Last update I

Gentilissimo sig. Annunziata,

la ringraziamo per l'attenzione posta verso la nostra nuova rivista. Mi preme però dirle che, come specificato nella precedente mail, in cui le rispondevo circa il modo per procurarsi la rivista cartacea, che sebbene sia vero che la rivista per ora si trovi fisicamente nei punti vendita indicati (sottolineo anche che le Gallerie d'Italia non hanno sede solo a Milano bensì anche a Napoli e Vicenza) e che questi punti vendita aumenteranno nel corso del tempo anche in Italia, è anche vero che le avevo indicato l'indirizzo dell'editore presso cui ordinare e farsi spedire senza spese di spedizione il primo numero.

Nel caso ce ne fosse bisogno le ripeto l'indirizzo: fc@oberonmedia.com

Per quanto riguarda invece l'edizione digitalale, questa per nostra specifica scelta non esisterà. La rivista sarà solo ed esclusivamente cartacea.
Nel prossimo futuro sarà disponibile un sito, al momento in costruzione, presso cui sarà possibile leggere stralci degli articoli e informazioni riguardanti il mondo della fotografia.

Nella speranza di esserle stato utile, la preghiamo di rivolgere in futuro direttamente a noi i suoi dubbi e le sue considerazioni prima di comunicarli urbi et orbi attraverso il suo blog, onde evitarle di scrivere informazioni inesatte e conclusioni affrettate. Saremo lieti di risponderle.

Cordiali saluti

G.

Giuseppe Biancofiore - Photographer
www.giuseppebiancofiore.com

e-mail: giuseppebiancofiore@gmail.com
mobile: +39 349 81 55 452
P.Iva: 03729120711


Reply Manunzio

Ringrazio per la sua e a stretto giro di posta uso dire: generalmente uso il libraio di fiducia per ogni evenienza. Quanto poi all' "urbi et orbi" potrà trovare questa sua gradita a piè pagina del post: tanto per correttezza e senza negligenza alcuna. Tuttavia resta discreta zona d'ombra su quanto narrato in post circa Fc “Fotografia & Cultura”.
La ringrazio altresì per aver sottolineato che "non esisterà versione cartacea". Anche così nella Silicon Valley dove i rampolli della Upper-class studiano come noi già degli Anni Sessanta e precedenti: carta penna e calamaio. Non a caso, così come Steve Jobs "strigliava" nella doppia accezione i suoi discendenti dall'uso “intensivo” delloi smartphone tout court: intelligenti pauca verba

I milgiori saluti
Man fotografo sin dal 1969



Last update II

Gentilissimo Annunziata

Le chiedo, per ora attraverso la presente, di togliere dal suo blog la mia risposta e soprattutto i miei contatti, in quanto tale pubblicazione di una conversazione privata non rispetta la privacy e non è stata autorizzata.

La prego in futuro di inviare le sue comunicazioni all'indirizzo dell'associazione info@afipinternational.com.

Cordiali saluti

G.

Giuseppe Biancofiore - Photographer

www.giuseppebiancofiore.com

e-mail: giuseppebiancofiore@gmail.com
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Reply Manunzio

Privata lei dice: di un fatto pubblico e via Youtube? Posso adempiere alla sua richiesta solo pubblicando in aggiunta al "Last Update " cui ricorro per l’evenienza, e certo non rimuoverla: e perché mai e tra persone civili e pubbliche? Quanto al suo cahier de doleances, le ricordo che mi è stato girato dalla "segreteria" luisa.radicefossati[at]imageservicesrl.it, cui per primo ci si è rivolti, indirizzando la mail, appunto al Presidente Afip Gastel

I migliori saluti
Man fotografo sin dal 1969


Last update III

Gentilissimo sig. Annunziata,

le scrivo nuovamente e spero per l'ultima volta ben sapendo che questa mia presto sarà di pubblico dominio presso il suo sito, anche se non vedo la necessità di pubblicare tutta la nostra corrispondenza che a questo punto poco ha a che vedere con il suo post originario, con la rivista e con l'Associazione. Ma tant'è, chi leggerà saprà giudicare quanto opportuno sia o non sia da parte sua continuare con questo atteggiamento.

Le chiedo nuovamente di rimuovere i miei dati sensibili dal suo sito, così come quelli (indirizzo mail) della sig.ra Radice Fossati, che nello specifico non ha nulla a che fare con l'AFIP, dato che è responsabile dello studio Gastel, di cui si occupa anche della segreteria. Lo studio di Gastel e l'Associazione, sebbene facciano capo alla stessa persona, non sono direttamente collegate e operano in maniera distinta e separata, con segreterie distinte e separate. Tant'è vero che la sig.ra Radice Fossati non le ha risposto direttamente ma ha inoltrato la sua mail a me.

Questa conversazione, le faccio notare, non si svolge su Youtube, dove i commenti sono aperti e pubblici, ma tra i nostri rispettivi indirizzi mail privati. Errore mio averle risposto tramite il mio indirizzo (credendo di farle una cortesia) e non attraverso i canali ufficiali dell'Associazione. Dati i recenti sviluppi, non ricapiterà in futuro.

Tra l'altro, pur avendole risposto cortesemente con tutti i dati necessari, lei non si è risparmiato il suo post non solo pieno di imprecisioni, ma anche scortese sia nei confronti sia dell'Associazione che del suo presidente e infine nei confronti di chi ha lavorato duramente a questa rivista negli ultimi mesi, pur non avendo lei mai ancora toccato con mano la suddetta rivista. D'altronde, c'era da aspettarselo. Ma noi non siamo permalosi, quindi come vede siamo ancora qui a risponderle, sempre con gentilezza e cortesia.

Per qualsiasi comunicazione o segnalazione le rinnovo l'invito a scrivere alla segreteria dell'Associazione, la quale poi girerà la corrispondenza, se necessario, a Gastel o a qualsiasi eventuale destinatario.

Nella speranza che la mia preghiera venga esaudita,

porgo i miei cordiali saluti a lei e a chi ci sta leggendo

Giuseppe Biancofiore - Photographer

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Reply Manunzio

Per l'ultima volta: cosa? Il fatto che lei entri in campo, dovrebbe averla letta, è perché ci si è rivolti in primis al Presidente Afip Gastel, anzi, in risposta della sua segreteria Fossati che l'ha girata a lei. Non meno del fatto che l'Afip, cui lei è vice presidente, è Associazione pubblica e che, in caso di specie la presentazione di FC, cui notizie si legge s sulla home page Afip accessibile da chiunque, è pubblica. Così come pubblico è il video della conferenza stampa di FC su Youtube, presentata dal Gastel Presidente Afip. Tutto alla luce del sole, quindi. Per parete nostra si è trovato strana la cosa, rivisita Fotografaia e Cultura, tant'è vero che prima di scrivere il post se ne chiesto al riguardo Hoepli compresa in quel di Milano. E poi ovviamente non c'è alcun disclaimer/agreement cui appellarsi e senza ledere alcunché, anzi, si dà conto del presente reply che s'aggiunge al post Alchimia.

I migliori saluti
Man fotografo sin dal 1969


Last update IV

Gentilissimo sig. Annunziata

Cito: "Per l'ultima volta: cosa?"

Rispondo: tolga gentilmente dal suo sito la firma in calce alle mie mail: sito, indirizzo mail, numero di telefono e p.Iva, e con i miei quelli della signora Fossati

Lasci pure il resto, ciò che avevo da dirle l'ho detto e non credo di dover aggiungere o togliere altro

Grazie

Buona serata

G.

Giuseppe Biancofiore - Photographer

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Reply Manunzio

Sono dati che restano e che lei ha fornito (ivi compresa questa sua ennesima a piè di pagina) insieme  alla Fossati, e di questi rinvenibile pubblicamente senza restrizioni di sorta alla pagina http://www.giovannigastel.it/contact. Ho eseguito solo un copia/incolla delle sue inviatemi. Nessun disclamair/agreement poi è stato chiesto e/o sottoscritto manco fossimo al cospetto di Segreti di Stato (!) Veramente incomprensibile la sua "esternazione" sull'acqua.

I migliori saluti
Man fotografo sin dal 1969


Last update V

Non le appaiono perché ho risposto da smartphone, dove la firma digitale non è automatica...

Senta, faccia come le pare. Le abbiamo chiesto ripetutamente e sempre con gentilezza di togliere i nostri dati dal suo sito perché non vogliamo assolutamente che siano associati al suo nome o al suo blog. Glielo chiederei nuovamente, se oramai non sapessi che è inutile.
Non so voglia dove arrivare e perché. Pubblichi pure tutto. Ai lettori l'ardua sentenza.

Non perderò ulteriore tempo con lei, considerato il suo atteggiamento, la sua ostinazione e la sua poca disponibiltà.
I dati che cercava le sono stati forniti. Tutto il resto è un surplus inutile e poco inerente col resto, ma contento lei...

Buona serata.

G.

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Reply Manunzio

Ripeto: fa tutto lei. E poi per forma mentis sul mio Diary pubblico di tutto senza reticenza alcuna: da uomo libero che si è pagato la sua integerrima sostanza virtuale e professione senza banner e altro. Un must unico nel Belpaese, anzi proprio perché lei insiste, le inoltro un file che guarda caso è indirizzato al Presidente Gastel: è del lontano 1992 quando si era socio Afip. Come vede niente di personale. Mi duole non accogliere la sua "rimostranza": dura lex sed lex.

Migliori saluti
Man fotografo dal 1969


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