Manunzio



Song n'omm' 'nzist


No niente english sound please ché è napoletano e letterale: sono un uomo 'nzist ossia capace, temprato, squadrato quanto serve, positivo, ecco. Vabbè si fa notte. E dunque cercavo proprio lo sketch di sessant'anni fa a dimostrazione di un fatto, ennesimo, ma non è il caso. Viceversa, di nuovo, l'invenzione de l' “accavallatore” (minuto 11.30 video) si inscrive in quel uso dire “killer application”. Killer, eh e ce l'hanno nel sangue certe paroline sanguinanti gli inglesi 'mericani.
In una scenografia completamente vuota e oggi una bestemmia, Raimondo Vianello e Ugo Tognazzi (Stasera Rita Pavone 1965) in completo scuro giacca e cravatta d'antan, calamitano inesorabili: E, ancora, tutto scorre in bianconero in formato quattro-terzi in scatole di legno finto-vero-veromile così un tempo i televisori, spesso su carrelli in vetro o nell'angolo chic del salotto a soprammobile. Tutto questo, oggi il Nulla sistemico e Cancel Culture a salve, eterodiretto che non intacca (mica fessi!) le “sorti magnifiche e progressive del Capitalismo” stavolta scritto senza k-killer: intelligenti pauca verba, no? Mah...

Manunzio photographer since 1969


Tognazzi à la carte (Copia & Incolla se vi pare)

https://www.raiplay.it/video/2020/09/Tognazzi-a-la-carte---A-Stasera-Rita-5393db18-2ebd-47b8-bd8e-e4b15245fd32.htmla



Vuolsi così colà dove si puote

Era stato per lunghi anni anni un tormentone non tanto e non solo per le più fantastiche “ricostruzioni” della scomparsa di Elisa Claps, quanto l'ossessivo numero uncinato che compariva sui muri del Centro cittadino; vicoli e fuori dal contesto urbano su ingressi, detti civili.
Cinquantatré a spray, stessa mano stesso segno grafico come fosse una Matrice. Cinquantatré, ma scisso in: 5 + 3 le iniziali dall'alfabeto di C(laps) E(lisa). Un qualcosa che somiglia ad un codice “identificativo”.
Dramma conosciuto in ogni dove per lo Stivale e pure in Inghilterra, dove l'esecutore dell'efferato delitto ne aveva duplicato pari strategia, a Londra.


Ora di quella storia blasfema, sacrilegio ché il corpo alla fine venne rinvenuto nel sottotetto della Chiesa Trinità, della centralissima Main street via Pretoria, se ne gira in questi giorni di inizio duemilaventitré una Fiction per la Rai firmato da Marco Pontecorvo, del celebre padre Gillo quello della “Battaglia di Algeri” degli anni Sessanta ultimo trascorso. Riprese sino a tutto Marzo, e stamani, sotto casa Manunzio, nel campetto di calcio a cinque alcune riprese sotto raffiche di vento e nevischio. Sit tibi terra levis Elisa





Lo sfondo di questa fotografia, dice la didascalia, è una diapositiva a colori 35 mm (full frame digitale) proiettata su uno schermo di acetato opaco con un proiettore da 500 watt. Sono state fatte due lunghe esposizioni: una per il soggetto senza sfondo, l'altra per lo sfondo proiettato, senza alcuna illuminazione del soggetto (coperto di panno nero ndr). Per eliminare i punti di luce al centro dello schermo, a metà esposizione dello sfondo il fotografo ha usato come schermo una spatola nera di cinque centimetri. L'immagine è parte di una brochure stampata da Kodak negli Anni Sessanta e sino ai primi dei Settanta


Ante Photoshop natu est

Proprio così. Infatti non è che il Mondo (quale?) appena schiocchi le labbra manco, alé si materializza. Per carità! Esula il presente, se è la “mente” (di chi?) a creare la cosiddetta realtà più o meno aumentata. Sabbie mobili e si farebbe un regalo ai Davos boy e suo gran
venerabile, o più che altro panzone flaccido ed accidioso Klaus Schwab $ Corporation più che Company.
Dunque, va. Per fare foto ambientate, metti qualcosa d'esotico mare, spiagge, ma fatto in casa/studio era d'uso telo particolare traslucido, e retrostante diaproiettore: davanti il set per l'abbisogna. Sì, vero un po' primitivo, parliamo di tanti anni fa, per fare fotografie “ambientate” poi. E poi venne in soccorso il fronti-frontigrafo, non più da dietro ma davanti, libidine ironia a parte. In pratica il proiettore alle spalle del fotografo, mettiamola così. Eccone un'altra.
E' vero altresì che certe campagne a stampa largheggiavano (c'era spesso tomesani, quello di Tau Visual, che ne scriveva per Progresso Fotografico anni Settanta) senza ricorrere a Cinecittà ma ci siamo intesi. Allora si costruiva ex novo proprio ma proprio tutto il set in studio senza ricorso a “davanti & pure dietro”. Altri tempi altri costi e senza ancora all'orizzonte la “realtà” aumentata” e quel popò, stamani siamo di filotto..manco i Photoshop o Gimp e chi più ne ha ne metta, scontorno compreso in digitale, quello analogico era a Milano d'agenzie specializzate in questo, e reprodia troppo lungo a narrarsi. Sino a quando l'Ikea ex novo in grafica 3D, da leccarsi il...portafoglio. Si capisce


Ps. Si è provato a consultare polverose enciclopedie fotografiche e il "manuale del fotografo" d'antan, niente da fare. Vero che in quest'ultimo c'è schema, fotografia e quant'altro, ma manca la dizione di fronte-fontigrafo e non è che l'inglese "front projection unit" aiuti poi molto, confondendosi con quei artifizi usati agli albori cinematografici, o l'home theater domestico. E Manunzio qui si ferma, segnalandovi, comunque, questo link






Tale & Quale



Vabbene stavo vagabondando (senza fissa dimora, ecco) sulla Rete delle mirabilia, poi certo il “caso” fa si che mi imbatta in Eugene Smith, un Grande della fotografia. E la sua camera, una Olympus Pen F ante litteram, analogica a pellicola e pure mezzo formato, che un arcano aveva messo in mano pure a me sul finire Anni Sessanta trascorso secolo, detto “breve”: mah!.
Il fatto è che la Pen era una settantadue pose su rullino da trentasei: miraculo (scritto così per chi intende)? No la mascherina interna per metà in verticale il 24x36 o formato Laica, ancora, in codice 135. Sembrava un giocattolo, eppure, la Pen era capostipite di un intero corredo fotografico e con tanto di ottiche e accessori da non dirsi. Ottiche mitiche: Zuiko le stesse, che “caso” stanno su la personale Pen F digitale: corsi e ricorsi storici? Quien sabe.
E dal “mezzo formato” sviluppata in Dektol Kodak di vasche verticali (lunghi e parallelepipedi, no tank tipo Paterson) da 35 litri, usati in tutti Lab bianconero dell'italico stivale, prestando attenzione alle già ridotte dimensioni si ricava un buon dicottoperventiquattro o un decente ventiquattrotrenta: primo su Ilfobrom Ilford mentre il secondo su foglio Vega della Ferrania.
di più non si poteva a meno di fare gli “artisti” grana (granuli d'argento stesi su materiale safety film, pellicola) come patate. Ma un'altra cosa è, diciamo, inquietante, l'immagine di Deep/Smith sembra lo specchio di Manunzio: basco (sessantottino e non celerino!) occhiali vintage e barba brizzolata: mah!

Minamata e la storia di Tomoko




Fuori ordinario...

...e vorrei vedé se Manunzio, eh. Non è questione di bastian contrario sine die, ci mancherebbe. E solo che “sono” fotografo sin dai banchi di scuola delle Elementari: gli ultimi fogli dei quaderni era il rifugio per disegnare set cinematografici, oppure sul bordo, pagina dopo pagina disegnare immancabili tuffatori, poi svolti velocemente fra pollice ed indice dava l'impressione del movimento. E, quindi, capirete il non allineato Manunzio, che viene da molto lontano, se vi pare.
Ora che dagli Anni Sessanta siamo ai Settanta ma di età, giorno più giorno meno via, la cosa di mettere in movimento oggetti “statici” non è mai passata.
Si, la malia ipnotica dell'immagine fissa eppure in movimento (niente ossimoro, please) si è rafforzata grazie anche a quelle sere estive di fine Anni Ottanta su la riviera del Conero/Ancona, allorché in piazza di sera (buio, caverna, Platone, ombre dette cinesi, onde Alfa...) la batteria di Kodak Carousel faceva sfrecciare, con tanto di musica a complemento, le immagini diurne scattate da noialtri e Prof; avevo G. Berengo Gardin, senza aggiungere altro. 
Proiettori che animavano, alla lettera, le slide prodotte durante le ore diurne dei vari Workshop. Cose fenomenali, immaginatevi adesso con il “digitale terrestre” cos'è possibile e niente NLE, o montaggio detto non lineare.
E qui gli strumenti per fare codeste cose si restringono al numero d'una mano. Infatti scartati, e non che sia possibile ci mancherebbe, i FinalCut-Premiere-DaVinci e tutta la schiera di sofficiume Open Source, mettiamola così, come ben ”perforante” ShotCut, ebbene una sola mano basta e avanza. E con ordine, esclusi i teutonici Wings Platinum (mi pare sia il solo soft a girare unicamente su Windows) e m. object approdato, però, da poco anche su Mac (nazionalizzato e non solo da Andreella Foto) rimane cosa? Beh programmi estremamente user friendly del tipo, una volta ProShow fallita House ma che era per solo Windows, e poi il ventennale AV PTE giunto alla undicesima release, or ora.
AV PTE V. 11 in versione Pro, soft che per i “montatori” fa rabbrividì. Sia come sia: cosa non può fare sto programma? Tutto e costruito artigianalmente senza fronzoli da Circo: di nuovo non è un NLE, ma basta e avanza per mettere in movimento immagini “fisse” cui malia non ha paragoni cinematografici, pur usandone il linguaggio simile e preparazione.
Insomma la facilità di fare e disfare uno “slideshow” o court-métrage c'est plus chic, e niente a che fare con PPoint e/o Keynote. Tant'è che solo alla fine, il PTE AV al contrario degli NLE soft potete scegliete come “esportarlo”: sempre più via Rete e quindi universale MP4 e pure 4K , mentre per i pochi puristi l'impareggiabile Exe(cutable) da leccarsi i baffi. No, eh? Tra musica detta ordinaria e Jazz: vabbene così il paragone?
E ancora, prima di lanciare “accatatevil” di Loren memoria, circa un prosciutto, qui niente di ciò e su gli occhi (!) ma un vero must per chi è fotografo. Essere e non avere: Erich Fromm ca l'avit' accattà, from French acheter per anglofili subalterni e a novanta gradi à la page, to buy. Compà mett' man' a tela, della tasca e compra. Oh dovessi impallidire se alzato il culo dalla sedia poi cataper' cataper', step by step, a calcar pedibus infili la libreria che più ti aggrada? PTE invece lo scarichi se ti piace poi l'accatt'...


Ps1 I menzionati teutonici soft hanno, a modesto pare, ancora impianti diciamo “ideologico” delle proiezioni analogiche, e non meno che certe arzigogolature procedurali come se, sic et simpliciter, dal piano “fisico” siano trasmigrate al digitale, che è tutt'altra cosa

Ps.2 La Wnsoft House produttrice di AV PTE non mi paga affatto per la marchette, ma come tutti gli utenti registrati e da tempo applica un discreto sconto su, nel caso in specie, la nuova Release

Ps3 C'è un tale a nome Bachham che via Youtube spiega per filo e per segno ogni piega di Av Pte. Al solito, compà copia ed incolla, ché non si assume responsabilità circa soppressione o cambio di link
https://www.youtube-nocookie.com/embed/lY1erzx_jeo


Ferrania



Click on to see Ferrania Annual Review start

Un po' prima della fine Anni Sessanta si andava, da questa landa, sino a Foto Bucci distante poche centinaia di metri, quando la città era ancora confinata entro le mura e delle Porte del Centro storico, grossista e pure laboratorio colore Agfa-Ferrania-Kodak con ognuna propria linea di sviluppo negativo colore non ancora omologate all'universale C-41 degli Yankee Kodak. Si andava, quindi, a fornirsi di sviluppo Ferrania (busta da sciogliere in litro d'acqua) per pellicola bianconero, e quant'altro per la camera oscura: la mamma aveva mandato alla Bagnini di Roma richiesta per l'ingranditore Durst J(unior) 35 adatto al formato detto Leica, una piccola sciccheria, ma non arrivava mai: possibile? Aveva tutto calcolato la mamma e il pacco lo trovai un giorno di ritorno dalle Medie sotto il letto e la Befana (allora e non Babbo Natale portava i doni) già da tempo passata!
Foto Bucci dove "stanziava" lo zio retrostante l'ingresso vetrina di macchine e ogni possibile ben d'Iddio fotografico, con in mano matite e mattolina la speciale “colla” stesa sui negativi seipernove usata per le fototessere: ritocco di visi che oggi Pshop e suoi tool per ammorbidire la pelle e togliere imperfezioni si fa in un click. Matite come bisturi affilatissime nelle mani dello zio e non abbiamo mai capito come provaci, ché una cosa per adepti pure questa, altrettanto erano i “misteri” diaframmi da usare sulle Rollei con i flash. Segreti e li si rubava con gli occhi facendo finta di niente per non prendersi il cazziatone tipico dei grandi!
E in un angolo del negozio la vetrinetta-tavolo ad elle separava, di là Foto Bucci e sua cenere-sigaretta a sfida della gravità: per inciso a dir vero il patronimico era Pecoriello, tuttavia, aveva conservato il “brand” Bucci...di qua del bancone-vertrinetta i clienti e su la sinistra in disparte accatastata FotoNotiziario (oggi solo online) e il mensile Ferrania sfogliata con avidità per apprendere fatti ed attrezzature ante Internet natu est...


Da sinistra a destra la famiglia Olympus e su la destra, or ora, la new entry FZ300. La C-5060 WZ (a sinistra) è quella che per anni ci ha accompagnato con bello e cattivo tempo in ogni dove, tant'è che l'archivio di 285.00 file è venuto su grazie a questa incredibile camera Olympus, nome che è una garanzia ancora oggi che non “esiste” più per le note vicende del brand. La seconda (da sx) C- 5050 è una non meno incredibile “Leica” con il suo trentacinque millimetri equivalenti full frame alias 135 di Barnack memoria. F 1.8 lente e pari apertura che si costruiscono solo e soltanto in questi giorni che pare la nuova Gold rush per i brand ancora in vita; la C-8080 CCD by Kodak ancora oggi con “solo” otto-mega-pixel comunque stellare. Infine la FZ 300 Panasonic con ottica Leica che non è uno scherzo, anzi, parente acquisito di Olympus, avendone adottato anche il sensore MicroQuattroTerzi



Il problema (di non poco conto)

La cosa è lunga e la dividiamo. E allora C- 5060 artefice dei 285.00 file d'archivio digitale.
Anzitutto mai avuto un problema, e la soletta porta batterie, per giorni interi uno dietro l'altro ha sempre erogato energia per il suo lillipuziano sensore, incredibile.
Ora per chi è nato adesso e non ha minima idea (Cancel culture docet!) dell'Era analogica, l'italica Ferrania (con cui si è iniziato fine anni Sessanta a sperimentare la sua P30) pubblicizzava le sue pellicole a colori con jingle: “Tempo bello tempo brutto con Ferrania riesce tutto” squisitamente equiparabile alla Oly WZ 5060 in esame.
Fianco a fianco nell'immagine panoramica la “Leica” C-5050, qui con il c...rotto, sì, l'alloggio portabatteria non più chiudibile ma con protesi sottostante, vite e pezzetto di staffa porta lampada degli Anni 70 (sic) avessi voglia ancora.
Quanto alle altre due ritorneremo a breve. Il problema, allora: come conciliare creatività, si vabbè...e armamentario? Ancora come portare per ore ed ore uno zaino pieno di ogni ben di Iddio senza poi, a fine giornata, causa stress e muscolatura dolente evitare il rosario di mannaggia? Impossibile, a meno ché non si è tra coloro che “fanno” i fotografi ad ore stile passeggiatrici ser(i)ali...Il problema, infatti, costoro non se lo pongono: semel in anno, no? Viceversa per chi ci ha la creatività come forma morbosa (!?) lo zaino, eh...
Passo indietro alcuni decenni fa e borsone fotografico analogico: due Contax, tre lenti normale-grandangolo e 135 ché mai andato oltre tranne qualche fugace “toccata&fuga” superiore sempre made Zeiss: noblesse oblige, no? Uhmm. E poi corpo Zenza Bronica SQ-A, magazzini pellicola di riserva, pentaprisma e leva laterale carica otturatore...quattro ottiche cui un padellone, letterale, quaranta millimetri niente male rispetto al pari Distagon 40 mm Zeiss Hasseblad o anche Rollei all'epoca SL-66, detta eine panzer! Poi pellicole 120 rigorosamente Pro Epr 64 tenuta, secondo canone, in frigo, pari pellicola e procedura per il formato 135 delle Contax. A latere, zaino, vettovaglie e non so cos'altro che uno zaino militare, per averlo provato in prima persona da milite, un peso piuma. E a sera, i sacramenti? Ni poiché ero giovane e pure incosciente come quella volta che mi arrampicai su un muro cadente e niente...fori di foscoliana memoria: avevo visto pari angolazione e ci avevo provato, sì, la dia sta ancora in archivio ma a vederla mette ora per allora i brividi di incoscienza! Qui ci fermiamo però e l'invesa risposta...alla prossima. Stay tuned paisà!

Ps. Quante volete scritto che le richiamate camere, eccetto la Pana, sono state nelle mani di Alex Majoli della Magnum Agency: si ma tu Manunzio non sei Majoli, eh. Transeat ma le (foto)camere...e poi qui link è ancora oggi sul sito Getty Images e “fatte” con Point&Shot finanche di Epson 850-Z di “solo” duemilioni-pixel l'immagine bianconero tre finestre con neve: che volemo fa?


Click on enlarge image


Stargate uber alles
Kurt Vogel Russell chi non lo ricorda nel film omonimo? E sì proprio così anche in fotografia, certi concorsi va da sé che mettono in discussione, certificata ben s'intende, il fatto che non si possa andare avanti ed indietro nel Tempo come e più piace e senza manco appartenere a certe élite sataniche transazionale con stella di David (da non confondere con il popolo, quindi uomini e donne, che vivono, hic et nuc, con quella Stella) a pretesto.
Non s'aggiunge altro anche perché è la prima in assoluto e tutt'altro che erore in singola consolante si capisce pure questa: che sarà mai se tra transumanesimo chip robot e cosiddetta realtà (quale please?) ci dicono da mane a sera? Sera, meglio Notte in ogni lugubre accezione del putrefatto Occidente laido-giudaico-cristiano-greco-romano si ca + piscia, e lo scambio vocalico voluto come licenza poetica così ci insegnavano alle Elementari nei favolosi, daje, inizi Anni Sessanta del trascorso Secolo detto pure breve, ma!

Ps. Al corrente tranne "smentita" siamo a tre mesi e spicci dal finire Anno Domini 2021


Link alla pagine previo copia/incolla piglia e...spostano la stessa o ci ripensano e Manunzio c'entra niente
https://35awards.com/8th/welcome/upload/


Arcani maggiore minore sopra sotto, fate vobis



Non ci occupiamo di tarocchi ma di taroccate, sì, e da presso il perché: o meglio l'allestimento o messinscena che è tutt'altra roba, forse.
Sia come sia e lo accennavamo in post precedente, qui il pensiero ha fregato la fantasia pratica. Allora vai: si era alla ricerca, in molteplici scatti come prassi Manunzio, di immagini dalla memoria...e ne uscita un fotogramma marino. L'uno è l'altro erano, sì, nei pensieri (testa?) di chi scrive poi...Lo strato di sabbia, quindi, è copri tavolo tipo canapa (che non si fuma, peccato) con pieghe impossibili: tira di qua scoccia (scotch a fermo) di là infine la vittoria, delle pieghe. Cosa questa che dà aria di sabbia (almeno nella capa di Manunzio). E quanto al resto, dite? La bottiglietta è troncata con brutale colpo di Pshop ché non ne potevamo più di trovare la “quadratura”. La coppa, invece, trafugata alla “coniuge” inconsapevole nel sonnellino pomeridiano tse tse, quanto al bicchiere: colpo di culo, vabbé. O meglio dentro non c'è altro che acqua, che però da dietro riflesso di bottiglietta...ci siamo capiti. E però proprio ciò che si è scritto da qualche parte nel ricordare le estati degli Anni Sessanta. Vale a dire che l'aranciata, che qui sembra altro dato il colore ma fa niente, veniva preparata con acqua (bustina Idrolitina) in bottiglia con tappo a cavaliere e dentro si lasciava cadere una minuscola fialetta di colorante...buona da non dirsi. E come vedete le vie della messinscena sono infinite: voi ci mettete la manovalanza ed una mano invisibile (decine di volte accaduto) si incarica del resto: sarà stato ennesimo stato di trance? Ohh quanto a questo si possono riportare centinaia di casi da scrivere, chissà, in prossimo post. Stay tuned paisà


Ps. La luce sfondo, paisà, è data dalla sovraesposizione della tenda che copre la finestra nel mezzogiorno estivo, ora di apparizioni ephifania d'ombre e non la finiamo più: Controra che nel Mezzogiorno ha valenza molto molto antica e profonda e riprende miti greci dell'ora canicolare


© iPhone Manunzio/Michele Annunziata

Senza complicare i panni

Stativi da “saloon” belli robusti tutto fare, ma per spazi scenici ad hoc. Cavalletti a “cremagliera” detti da dilettanti: chi lo dice? La mamma! Cavalletti cavalletti, via, che servono alla bisogna. Vero. Provarsi con immagini da fermo ma pure da outdoor è a volte semplice necessità, nel primo caso da puristi nell'altro. Vero pure questo. Alzo specchio diaframma consono e “classico” f 8 i risultati (ap)pagano. Certo. Ma il tarlo rode sicché dopo aver ideato una base da ombrellone, nera pesante da non dirsi e acquisto via web non la solita Amazonia, però, invece del palo-ombrello ci ficcate il monopiede Manfrotto che tenete a far polvere...agganciata in verticale una lunga piastra tipo time-lapse, ancorata con strisce velcro, rotaia quindi, cui ci avete azzeccata una delle tante teste di...Manunzio eccoti una colonna saloon. Figo, sì, ma ci dovete stare attenti alle oscillazioni: alzo specchio, ritardo scatto-autoscatto-remote a filo. Vabbè e come lo muovete sto tabernacolo? Semplice dal soggiorno-salone-pensatoio-sala di posa tolto dalla “serra” di piante della coniuge (semp' cu 'na fell' e limon' mmocca...alias aspri mugugn...ché questo non è uno studio!) un quadrilatero di legno da sottovaso con rotelle...finisce sotto il basamento-colonna. Figo e tiene e ci fa le piroette: finalmente anche noi ci abbiamo lo “stativo saloon”. Dura minga. Ritorno al cavalletto Manfrotto, al braccio orizzontale che fa “figo” su cui una testa... del solito Manunzio va più che bene. Però. Ma allora uno non fotografa più? Gaudio fuochi d'artificio e festa una settimana ché finalmente ci siamo tolti di mezzo Manunzio e suo decennale Diary! Tombola. None. Il Colombo uovo? Forse. Agganciata alla camera, in immagine la splendida E 510 di Olympus con possibilità un po' macchinosa a dir vero del “live” scatto, la piastra ad L per verticali immagini ma pure orizzontale con in più l'invenzione del “caravelliere” che partito alla volta delle Indie si trova in America, a sua insaputa dicono i testi (scritti da chi?) scolastici. Insomma il genovese e suo uovo ci ha tolto ogni problema di “brandeggio” volante tanto da diventare una fissa (?!) usanza. E la protuberanza? Ahh ma è l'uovo anzidetto: una mano (destra) sul grip camera l'altra (sinistra) su la cicciottella staffa smontata da qualche parte che manco più si ricorda, almeno sino al giorno in cui...la manopola tornerà su l'accrocco stipato e saltato fuori: e mo'? Mo' mo' Moplen così il Carosello delle nove e poi tutti a nanna di Bramieri anch'egli cicciottello nella réclame della plastica a sostituire questo e quello nelle case degli italici Anni Sessanta!


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