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Ottiche digital (ottica 24 mm Yashica al centro, Zeiss Planar 50 mm a destra su Contax) verso analogiche e tutt'altro che sfida pro questo e quello; ricette ottiche di più di cinquant'anni l'un l'altra reggono bene per chi non ha per la testa che minchiapixel e/o risoluzioni inutili e dannose all'immagine finale. La Contax Rts (destra immagine) a mezzo secolo di distanza con suo scatto felpato di classiche tendine a scorrimento orizzontale regge benissimo l'odierno seppure necessita di batteria per funzionare. Retrostante la Yashica meccanica che simile ad Panzer macina ancora fotogrammi senza problemi. Lato opposto le telecentriche Zuiko (camera Pen F e Ep 5) milestone che han segnato e tutt'ora la storia delle fotocamere digitali insieme all'intramontabile “telecamera” Panasonic GH4, pimpante a tutt'oggi



FAMIGLIA ALLARGATA
Mondi diversi l'analogico e digitale, troppo a dirsi per chi quel mondo non sa che è esistito ed in gran prate ripreso in bianco e nero l'anima della Fotografia. Fotocamere tutto d'un pezzo, lato traslato e come vi pare. Pesanti eppure ben disegnate, anzi, per restare alle Contax pare fossero uscite dalle matite (non c'erano Cad all'epoca) della Porsche. Vero o meno anche queste macchine furono “mal comprese” ché imperava Nikon tallonata da Canon che oggi le batte l'ultimo chiodo della bara; Sony manco l'ombra, quando al suo posto la gloriosa (ne ha fatto le scarpe) Minolta cui ceneri l'odierna richiamata. E le ottiche? Era un fiorire di pezzi di vetro, poi tra cui gli Zeiss & Leica a farseli nei propri crogioli, quanto al resto vi provvedeva la Hoya soprattutto a fornire delle buone ricette, ottiche. E a queste si aggiungevano le cosiddette “sotto-marca” impossibile da ricordare tipo Cosina-Petri-Voigtlander e altre che non viene più in mente. Certo insieme l'Olimpo, lassù l'Olimpo le mitiche Ashai Pentax e loro stellari Takumar.
Certo poi la progettazione ottica teneva al fatto che era, qui, il ventiquattrotrentasei cui disegnare il vetro tout court; del tretaquaranta inquadrato per gallerie à la page quando a maggioranza bastava il ventiquattrotrenta. Tranne quella volta che insieme ad altri mattacchioni osammo sfidare le Aquile Zeiss con vetri equivalenti (stessa baionetta) Yashica. E ne tirammo in camera oscura uno stratosferico poster cinquatapersessanta, e lì si vide differenza. Eravamo giovani e mica sapevamo che per legge psico-fisica a distanza di osservazione (non il naso incollato al supporto) pari ad una volta, volta e mezzo la diagonale dell'immagine tutto era/è inutile fra i due vetri: germanico vs. nipponico. E questa regola vale anche oggi per tutto e dimostra l'imbecillità dei minchiapixellisti che corrono dietro a l'ultimo pixel.
E delle ottiche? Capitava a sera di scattare in luce ambiente di lampioni cittadini, senza Noctilux Leica, per strade e manifestazioni sicché la pellicola per di più HP5 “tirata” a milleseicento Asa “equivalente” odierno Iso la Contax & Zeiss faceva ancor bene la loro parte; certo con tempi lunghi e mano ferma. Era allora il Planar de noatri unoesette al posto dell'inarrivabile (money) unoquattro dal centro favoloso e bordi...Non altrimenti, oggi una Photoshoppata qualsiasi con o senza plug-in, eh avessi voglia a “pareggiare” i conti.
E venne il contrordine degli anni Duemila: compagni è l'ora non dei Pavesini, così la réclame d'epoca, ma del digitale terrestre, molto terrestre. Storia recente che le ottiche, c'è l'ha insegnato Olympus con sua progettazione telecentrica dei favolosi Zuiko, che la luce digitale è diversa dal quella naturale, analogica. Olympus delle mirabilie, anche questo “incompreso” a salve eterodirette, in Mondovisione.
Sicché uno dice: 'mbè? Se nonché la bajonetta Olympus/Panasonic tramite robusti adattatori consente a chi ne vuole di “resuscitare” non già Lazzaro delle Scritture, gloriosi vetri qui il Planar, insieme ad un superlativo Yashica (usavano stessa bajonetta) ventiquattromillimetri che si “raddoppia” dato il cosiddetto cropp del Micro 4/3: niente male. Certo l'inizio è un casino per fuochi manuali e diaframmi, casomai assistiti dall'automatismo di questi, però le immagini (file) sono di certo gusto: vintage? Yes very nice e niente niente male. Anzi





...un popolo dovrebbe capire quando è sconfitto...
Il Gladiatore



Hitlerian Jugend 2.0

Vabbene che la Storia è maestra ma non ha scolari, che la prima di qualcosa storica si manifesta e materializzi in tragedia e la replica 'na tragica buffonata. Ora se come me saltate di palo in frasca, sai che novità dirà qualcuno, canale televisivo per trovare requie (fra poco il calderone atomico ci verrà consegnato brevi manu, la requiem eterna) optate, allora, per il Web anchesso Meravigliano come il famoso sponsorao della trasmissao di Arbore & Co memoria, ebbene requie non trovate pure qui, pero.
Sposorao resta, si, il Pensiero Unico via Davos Boy, si capisce. Happy End? None ché questo, l'attualità, in replica ucraina pare il Bunker di: Ein Volk, ein Reich, ein Fuhrer. Infatti dalle parti della (ex?) Ucraina, o ci fanno, o ci sono in tutta sta “avanzata” vs la Russia, televisiva. Viceversa certi bontemponi, in rete, mettono in mano al “popolo” gli ultimi ritrovati bellici: non crediate ai vostri occhietti filo-russi ché quell'arma letale in mano a 'na “povra maronna” imbacuccata, è vera ma dipinta color carne (da macello) per sviare i cattivissimi russi. Sì, una volta in Europa, come deterrente, erano i missili da “teatro” così fosse capitato di morire, finito il ciak ognuno per sé e Iddio per tutti: 'na finta. E mo' le armi cartone finto-vero: un gioco pure questo?

Ps. Schizofrenia, altro che lapsus quotidiani di Freud memoria. Il tubo MediRai-La7, delle deiezioni catodiche, mostra sempre stesse scene tale il povero criceto su ruota, in gabbia. Scissione pura di un modo oltre il sotto-sopra, e d'altronde milioni di babbei si sono sottoposti, come pecorame, al siero salvifico senza batter ciglio, anche se nel frattempo “passati a miglior vita”. Evidente la posta in gioco, ben oltre la zuffa-eterodiretta Yankee di naziucraini-ruski panzer: chi governerà il futuro sempre il Dollaro o cos'altro?

Pss. Ier sera Domenica 12 Febbraio Anno Domini 2023 nel salotto Rai radical-chic di tartine e molto “burro” da Ultimo tango a Parigi, Fazio il “compagno” miliardario, ha davanti sul divano tre scimmiette (una non vede, l'altra non sente, ancora, una che non parla se non eterodiretta, si vedeva l'auricolare suggeritore tipo Brendon-Biden) due omini e una donna, si vabbè donna. De Bortoli cotonato e non si sposta un capello che sia uno del Corriere dei Piccoli/Sera; la Goracci sui teatri di “guerra” casomai corrispondenze dalle lontane retrovie, suite di albergo stellare à la page; il crasso Molinari ebreo-chic già Direttore della sionista Stampa in Torino; in collegamento Direttore Giannini e già Repubblica, poi un bel dì: change dame da Repubblica a Stampa e viceversa, si scambiano i posti a tavola per bonbon, si capisce. Scimmiette insieme a Fazio, cinguettavano della Siria/Assad e scandali su gli aiuti umanitari, post sisma via Haarp insieme alla Turchia, così imparano, rei non “allineati” al dettame NATO, eppure compagnucci della cattivissima Russia. Senonché zitti tutti: Zelensky, il comico d'accatto di Sanremo in differita notturna, licenziava i suoi amigos de goberno per corruzione! Sssh. Taci che il nemico ti ascolta, scimmiette, che alzatesi all'unisono fan posto al redivivo Burioni: ohh e fateve sto siero Meravigliao



Impressioni fenomeniche (?!)

Per carità non apriamo “danze” contro chi dogmatico afferma che la “capa” fa (crea?) tutto: qualche milione di dubbi e prassi ci viene ma non è questo. O meglio se la citata scatola “crea” il tutto e che bisogno c'è , metti caso, di andare a fregare (letterale) il petrolio altrui? Pensi e lo fai sotto i piedi, no? Cazzate a giorni alterni come i listini “pandemici” in mondovisione a reti omologate e lubrificate per l'ino + cul + azione quotidiana. Ma passiamo oltre.
L'immagine a corredo duplex per un verso il backstage (anche il retrobottega serve, diciamo, come fil rouge) e dall'altro l'immagine finale che sembra tutt'altra cosa: come mai dirà qualcuno ancora dotato di “capa” per spartir orecchi?
Il fatto offre il destro e la sinistra pure perché è la filiera, una volta catene, che dall'idea arriva all'editing finale non ha prevalenze bensì un che di pari fra pari: vale a dire la traduzione (un che di tradimento) dal porto delle nebbie della “capa” al tangibile, qui fotografico, e provarsi a farsi capire. Ma dov'è l'inghippo? Semplice l'inscatolamento o casellario che ogni mala-capa si porta dietro: a volte un bene spesso l'esatto contrario, come se il sole non si alza la mattina per finire a sera e buonanotte ai suonatori. Insomma fra chi produce e chi è “spectator” così scomodiamo l'insulso Roland Barthes, se c'è più del mefistofelico “Mi piace” e altrettanto e notorio “Non mi piace” dato in sé irrazionale, allora lo scambio può e avviene. Altrimenti?


Ps. Quando andavo per mostre, foto pittura scultura e altro ancora, seguivo una carrellata veloce, poi una seconda adagio e, infine, terzo step by step davanti ad ogni manufatto; non irrituale, anzi, il ritornarci sul “luogo del delitto” e senza nessuno a rompere c...olori cromie contrasti, finalmente entrare “dentro” ogni cosa esposta e approfittando della non presenza di quei strani animali bipedi, che alcuni chiamano Sapiens, aè tie tie, rivolgere qualche parola all'autore. Significa? Spogliarsi quanto umanamente possibili delle “scatole” mentali: no eh? Matrix paisà!



Upgrade

Un blog di “compatte” che seguivo tempo fa e anche adesso si può gustare come un buon bicchiere di vino spagnolo. Si perché l’autore è iberico e decisamente fuori squadra e pure compasso, va mo’ tu a sapé. Chiariamo per i perfidi CaNikonisti, qui non trovate vagonate di minchiapixel (vocabolo coniato tempo addietro mettendoci a prestito un siculo “attributo” con Pi X El che pronunciamo erroneamente pixel ma non così, poiché molto più esoterico) ma immagini altamente creative con una manciata di bit quanto basta. Evidente che per i laudatores “duopolio” non significa molto però se uno fa la conta del “pixel”, come dire: de gustibus. E questo al più sono operazioni commerciali da famigerato Store via Internet, che usiamo pure noi cum grano salis.
E il blog offre il destro, ma pure mancina, a chi scrive che nel corso di un “ventennio (pare che nel Belpaese sia l’unità di misura della linea temporale eventi) ha storato su hard-disk (bello è grammaticalmente esatto il francese disc-dure che così sarebbe anche in italiano, ma esterofili a telecomando…) centinaia e centinaia di GB, ripresi con “macchinette” Point&Shoot, si, ma della gloriosa stirpe Olympus: fotocamere per buongustai

Buscado la magia de la luz
Juan Carlos Martin Flicker gallery


Olympus C- 5050
Una Leica…a mandorla
Aqua de Marco



Ps. L’immagine del post è una foto di “famiglia” con vetusta e pur sempre tosta C- 5050 in perfetto esercizio, affiancata da una Ep-2 (trovata in buono stato e manciata di Euro) su formato M 4/3 e dotato di un bestiale 35 millimetri, su passo Leica, f 1.8. Un upgrade notevole, oltre l’antitremolio a bordo Ep-2 che evita, nei limiti del possibile, il ricorso ad alti Iso a tutto vantaggio della levigatezza, ecco, dell’immagine finale, comunque sempre usabile grazie a miracoli di Olympus. Aggiornamento Ep-2, quindi, di un già sperimentato 1.8 su la C-5050 dei miracoli. E per altrettanta manciata di Euro, il pentaprisma da innestare ‘ncoppa o contatto caldo (hot shoe per gli esterofili incalliti). L’inquadratura è della sempre verde E-20 e suo 2/3 di CCD altrettanto portentoso by Kodak. Quadro di famiglia, si è detto, e ripetiamo per buongustai fotografi



Old time

Serie infinita dei numeri in spazio euclideo possiamo dire che ci sta: stretto ma ci sta. Numeri che poi sta dietro il digitale e Pshop in particolar modo, qui in versione “amatoriale” Elements fianco a fianco con Lightroom: e mo’ che volemo fa? E per uno che non ci ha regole, usuali del Sistema, con l’aggravante artistico poi in ogni sua foto…ma non corriamo. L’immagine in specie vien fuori da circa mille scatti (!) fatti ad una modella “non professionista” (gran figa laureata al corrente ben piazzata in Olanda, olé) ma dall’espressività e tenuta di scena, da regina: fidatevi che in cinquant’anni di mestiere ne abbiam visto di belle, ecco! Infatti il merito sta nella modella “non professionista” che in pose naturali ha permesso di estrarre, anche, questo scatto, frutto del caso forse. Per meglio dire l’immagine finale è elaborata in Elements con alcuni livelli di regolazione, poi il colpo di grazia, ossia la tonalità che si vede, per l’appunto di Tonality Stand-allone ma pure plug in per Elements e ovviamente LR dei “professionisti”. Cos’è accaduto? Un taglio immagine da file 4/3 con “solo” cinque milioni di pixel (!) all’altezza della bocca che ha dato senso al tutto, e con la “virata” esattamente come la mente, che qui non mente alla manunzio, l’ha vista. Niente di più se non un'aria d'altri tempi, di cartoline licenziosette e profumate che sotto Natale i barbieri regalavano ai loro clienti...per chi ne vuole due file: originale e il cosiddetto set, si vabbè…

Man fotografo sin dal 1969

Ps. Olympus 4/3 E1 una camera che trascende l’umana esperienza terrena: una volta appresi della sua elaborazione/nascita, insomma il progetto e l’ingegnere che l’aveva partorito (una volta era così in lingua italiana) aggiungendovi di trovarla al di là delle sue aspettative e con una malia interna tutta sua e particolare, la camera eh. Ipse dixit. E noi con lui.
Obiettivo 2.8/3.5 prima serie equivalente ad un 28/105 su diagonale pieno formato: tanto alla posizione grandangolare (!) che alla massima adattissima a ritratti, qui in esempgio. Iso a paletta 800 la Extrema Thule della E1 su CCD Kodak, comunque un mostro! Luce di finestra con cielo coperto: the must. E a rischiarare le ombre un ombrellino con all’interno il fidatissimo “cobra” così dicono li francisi per flash, Culman altrettanto teutonico come i gloriosi Metz: eine panzer! Ai milanesotti & radiofonisti farebbe ridere. Qui c’è poco dal ridere: se ne dia pace i Sandro Jovine a pagamento con Giovanni Gastel Settimio Benedussi Oliviero nazionale…che la classe è arte e mica inscrizione a loggettina massonica per pugnettari. L’aria è cambiata dal 1717: intelligenti pauca verba!

Pss. Manunzio pare “fesso” ma guarda lontano e ci ha sempre un piano B in tasca: che si intende? Semplicemente che l’immagine postata, nel caso su ViewBug sharing foto, taste al disotto di ogni immaginazione “popolare” ci conforta. Con calma s’intende perché, tuttavia, si può ora dare scacco matto (ci arrovella da anni) ad una corazzata chiamata Getty Images e natanti consimili, restata unica e solitaria ad imbottire le teste dei teleguidati planetari. Siamo abituati alle sfide “impossibili” come ben sa il Tribunale di Potenza, Pm vari Ministri sottosegretari e merdaglia varia…siamo una forza tranquilla che naviga altrettanto e va lontano!


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Modella_I.jpg (4.13 MB) Modella_II.jpg (3.94 MB)



Minchiapixelisti (non se ne può più)

L’assurdo certificato o meglio: glorificato. Il Top dell’imbecillità va da sé. Infatti non c’è più nulla di cosiddetto “razionale” o la filastrocca per bambini adulti deficienti: “Tutto ciò che è reale è razionale, e viceversa Madama la Marchesa”. Tant’è che ancora oggi, e lo scriviamo a giorni dispari, non si sa in maniera certificata univoca eterna ed immutabile, cosa sia il “reale-razionale” a meno di ridurre tutto a besenisse, e manco quello.

Qui tuttavia ci interessa un’altra angolazione “reale-razionale” più da Diary, che si occupa pur sempre di fotografia, anche questo scritto a giorni alterni: vale a dire la disputa teologica ché di questo oramai si tratta, dei pixel per la stampa non offset o Hp Indigo che dir si voglia. Apriti cielo.
E dunque quanti pixel? Uno dice per farne cosa? Oh bella si ribatte quella per la stampa. Vabbene s’è inteso ma dove: indoor o esterno? Galleria very nice o cartellone stradale? Un bel casino. No qui il nostro (minchiapixellista?) che sottoponiamo a visione via Youtube si occupa di stampa da azzeccare su una white wall, bianco muro di galleria, se non proprio di domestica abitazione del probabile acquirente di stampa vieppiù digitale. Casino ancora, nebbia o fumogeni fate voi. Vero esistono formulette matematiche (siamo tutti numeri, no?) che dicono che…Resta il fatto che a far riferimento l’Era analogica, e suo cerchio di confusione, il classico 30x40 incorniciato su formato immediatamente superiore A2 più o meno era la regola dei gallerioti. Si dirà altri tempi: giusto. Tant’è vero che si potevano esporre foto, anche, in formato a metro quadro partendo dal formato Rollei cosiddetto: che poi fosse Hasselblad Mamya seisette oppure dorsi paralleli su banco ottico, sai che novità. Ma erano, ancora, fotografie a metro quadro come tappezzeria.

Quindi il trentaperquaranta che si declina in A3 e aggiungendovi il segno + quasi poco meno del quarantapercinquanta, formato Galleria.
E dopo sta filippica il video, dove il nostro da “candido” ammette che a livello A3 tra una macchina “uhm” e altra “doppio uhm” non si vede differenza: bella scoperta dell’acqua calda (noi ne abbiamo ricavato esemplari da camera 4/3 di soli cinque megapixel!) nel caso tra macchine Fuji in formato una Aps-C e mezzo formato. E andiamo bene. Stampa a trecentodipiai ahi ahi quando poi giocherellando con Pshop la massima è duecentoquarantadipai più che buona per la stampa offset analoga o digitale che sia ivi galleria.
Siché per autogiustificarsi, dice il nostro, i soldini spesi per il mezzo formato (si parla nel video anche della Nikon Z come Zorro, fantasia di markettari!) si deve ingrandire: ah. Infatti sempre a video lo vede uscire di scena e ricomparire con un discreto “lenzuolo”: solo che il nostro “candido” dice che più ingrandisci e più l’immagine va vista (!) da certa distanza. E più la distanza più l’occhio non discerne più un c…apello, oltre al fatto che a certa distanza i canonici trecentodipai sono l’atomica che ammazza la mosca! Questione di fisiologia dell’occhio paisà e fattene ragione.
Ergo l’occhio deve saper discernere nella verde (!?) vegetazione primordiale un possibile aggressore in sorta di darwinismo precoce, falso e buono a giustificare e glorificare il Kapitalismo (kappa kome killer) rapace! Verde della Matrix Bayer al 50% in ragione di poco sopra Blu e Rosso della sintesi Adittiva, rispettivamente fifty-fifty per comporre via interpolazione l’immagine finale su silicio. Trucchetti matematici.
Stampa che, e finiamo, messa a distanza e ancor più sottovetro (!) incorniciata e conseguente vista a distanza manda a fa…l’industria bellica del minchiapixel a suon di miliardi pixel: la giostra degli acquisti via. Allora vale la conta del minchiapixel non ciò che rappresenta…ma allora ditelo ragazzi. E infatti qui noi cosa scriviamo da ben otto anni?

How BIG can you print your photos? (Fuji XT3 vs Nikon Z7 vs GFX 50R


Man fotografo sin dal 1969



Grande Oriente d’Italia senza scomodare il venerabile Magaldi s’intende, quanto piuttosto oggetti di foggia orientaleggiante che intrigano. Piccole cose come al solito e senza null’altro che “fantasia” al netto di più di cinquant’anni di mestiere…e di sti tempi di minchiapixellisti d’accatto improvvisati e pure, pensa te, con paginettina a web! Munnezzaglia o liquame che dir si voglia: senza arte né parte tanto basta una CaNikon e il resto, mancia come diceva una volta Gabriele Agamennone oggi settantenne e nonno, che negli anni Settanta secolo breve, veniva a bottega (Fotostudio Agenzia Lampo alla Carrese d’antan) con fustino vuoto di candeggina e chiede il bagno per la stampa, così in pieno inverno con neve e scarpe da ginnastica: oyeee.
Oriente va, rimestando pensieri e fantasie con ciotolina di riso bottiglia a motivi, un’altra volta, orientali e due bacchettine da riso che non si è mai capito come capitate in casa Manunzio! Poi altri interpreti e tra cui una bella e sinuosa bottiglia, bicchieri blu cupo e tant’altro ancora.
L’immagine finale, tuttavia, si è poi concentrata su ciotola bottiglia bicchieri e bacchette. Già ma lo sfondo? Avevamo comprato uno di quei stuoini altrettanto orientale da sistemare su fondo giallo, effetto decisamente buono e alcuni scatti lo confermano. Senonché poi rovistando tra i fondali (scampoli di stoffa comprati su bancarelle) ecco la soluzione finale: tono su tono di un blu dominante.
Quanto alla la luce è la solita di finestra, dopo l’acquazzone impossibile di un Novembre prossimo a terminare, del soggiorno mentre i famigli ancora dormono e ci moviamo regolarmente in panciolle sorseggiando caffè preparato con cura maniacale, prima dello scatto finale

Man


Ps
Le immagini a corredo sono state trattate in Lightroom enfatizzando il tutto per conferire una certa aria orientale, parto senza dubbio della fervidissima fantasia di Manunzio, ma che altri manco sanno cosa sia interessati a rifare (fotocopie di fotocopie) da sera a mane lo stesso stillicidio di morti in metropoli che camminano: lato traslato e fate vobis. E le raccontano svergognati a radiofoniche webcast, senza manco nesso grammaticale!

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Immagine finale




Di quei fatti che paiono se non marginali marchiati di “certa” epoca e per noi, restiamo Tonino Guerra e spottone, che siamo nell’era dell’ottimismo a pagamento ben s’intende: che dire?
Sta scritto che un “pensiero” non sopravvive alla fine della sua religione capitalista. Cosa questa che sembra criptica solo in apparenza. Tutto l’Occidente giudaico-cristiano-greco-romano è nato e sviluppato intorno alla “sua” religione. Basti pensare a Saul o Paolo che “cade” da cavallo, o meglio fa la mossa del cavallo nel dare corpo al nascente Occidente post ebraico, innestando, che combinazione, proprio il cristianesimo sul ramo maligno della Proprietà Privata o di Satanas in persona.
Si certo per chi nulla mastica di religione tout court e si diverte a passare giornate con Tip&Tap a smartphone (un giorno gli verrà chiesto conto e non è detto sia un aldilà bensì un più cocente triste solitario e finale aldiquà) pare un discorso sul sesso degli angeli. Strano per noi che mastichiamo fotografia da oltre mezzo secolo. Strano e perché mai? Oh bella è pensate che la fottografia (non è refuso, anzi) sia stata inventata per accontentare Arago (o finale accentata) fisico? Ah sciocchini a telecomando, la fottografia nasce quale inganno luciferino che s’abbevera a piene mani e non altrimenti, dalle Scritture: “facciamo l’uomo a nostra Immagine” della Genesi a dirne una grossa grossa!
O infine si provi a “replicare” una luce (materia fottografica per antonomasia) il Caravaggio o più ancora Rembrandt, luce piena di flou hollywoodiano che se non è zuppa caravaggesca e pan bagnato nordico… Bene luce-lucifero-abbaglio dice niente? Una Sindone “fotografica” a sviamento e sostituzione neanche? Le “apparizioni” fotografica + mente celestiali neppure? Vabbene oggi sono teletrasmesse a reti unificate. Ma non sono anch’esse fottografie in…movimento illusorio causa persistenza retinica?
Ah birboncelli ortol + ani…e per penitenza diecimila Ave Gloria…no no niente smartphone per tre giorni (!) e sai che Inferno la mancata interconnessione: con chi?

Man

Mai un cardinale prima ha parlato di Grande Apostasia. Conseguenze geopolitiche.

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