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Immagine di street non foss’altro che i manichini in vetrina sta(va) su la Main street e quindi...non di meno fotogrammi che non trovate (manco se si stacca' Criste da la croc') negli scatti degli amanti della strada a tutte le ore. E c’è da capirli ché infame Quinte colonne Munari & C. troppo presi a fornire coordinate a Pentagono-Cia-Mossad su volti e raggruppamenti non più vietati così come durante il Covid del Tandem Speranza-Conte via BigPharma. Pare una boutade alla Manunzio eppure garantiamo che per le ore e i giorni passati su Web così non è, ma poco importa. E d’altronde era un giornalista Gianni Lanes** a rivelare che i dati sanitari viaggiano oltre Oceano, al Pentagono.
Sia come sia si ritorna all’essenza, lo scatto. E non siamo un Atget, solo d’uno che con la macchina, qui una Point&Shoot Olympus, guarda osserva calibra e nel caso scatta. Vetrine a dirla tutta di quando la Main Street a nome Via Pretoria su l’impianto romano non a caso, finisse completamente distrutto alla Soros maniera via Davos Boy gli stessi del clan Chicago o Disordine Mondiale.
Immagine in poche battute passata alla gloriosa Hp 9180 su carata da fotocopia riesumata dall'archivio di carta, ecco, Manunzio e spruzzata di vernice per inglobare il “carbone” degli ink, immagine stesa su cartoncino per migliore manovrabilità. Click on to enlarge image

Sì, bianconero e colorata a mano per togliere dal mondo “reale” e trasferirla come Manunzio sa fare in quello “immaginario” o da questo a quella fate come vi pare. Manipolazione, incrocio fra analogiche matite, pastelli, gessetti e ink digitale. Un manufatto che mai e poi mai potrà restituire una qualsiasi AI. Infatti il taste/tastà (tastare, toccare in dialetto indigeno) è la trasmissione di energie intrappolate dal supporto non meno dall’occhio. Siamo in buona misura ancora analogici tout court.
Per i cultori del Nulla (lasciate che i morti seppelliscano i morti) si continui a vedere fotocopie di fotocopie che Mayphotoportal mena in primo piano (!) e certi funghetti nati di notte tempestosa, fotografi pensa te (al peggio non c’è mai fine) usciti, guarda caso, da quella brava fotocopista della Munari & Co. E si vede. Il Nulla elevato al Nulla. De gustibus certo, non a caso si parla al corrente e di generazione Z che è l’ultima lettera dell’Alfabeto italiano. Ultima. Una prece

** Complottardo, No Vax, Diertrologista un tempo, Terrapiattista, Scemo di guerra, Giapponese nella Jungla, Sessantottino impenitenti d’antan fate come vi pare ma qui il lik lo mettiamo qui augurandosi che Google-Cia-Mossad non l’han a togliere bper “oblio”
http://oppt1776.blogspot.com/p/tessera-sanitaria.html

Atget
https://it.wikipedia.org/wiki/Eugène_Atget



Ps. Scemo di guerra quanto volete ma qui il Pdf...a buon intenditor





Chi offre di più? E uno e due...aggiudicato!

Lo scriviamo a giorni dispari e pure pari che il marchio Leica è tutto tranne che, oramai, un “apparato” fotografico. Si, certo con alcuni modelli, non dico analogico, ma digitale ci si può volendo pure fare qualche scatto, in rigoroso bianconero digitale si capisce. E non siamo a conoscenza se nel nuovo tipo rangerfind c’è ancora, visto il vezzo di toglierlo da un modello e reintrodurlo nel successivo, il tanto vituperato Lcd per riveder gli scatti: che obbrobrio vile e per gente incolta, via. Siamo pur sempre in ansia costante in attesa che Leica decida di togliere pure il sensore: e che sarà mai? L’essenziale e farsi pagare, cosa importa non è dato, con mutuo ipotecario accesso presso banche: Deutsche Bank in odore di fallimento, oops default?
E se non fotografi che ci fai? Interessante quesito delle auction/asta per portarsi a casa il trofeo del caso come certuni che vanno in Afrika (Korps?) sparano a pagamento e si portano a casa, semmai, a testa do lione. Trofeo per trofeo certo una Leica XYZ è meno cruento, e sia.
E della serie L con Panasonic e Sigma Corporation? Del secondo brand, mettiamo subito mani avanti, ché tutto il bene possibile ed immaginabile: ho tre macchine Micro 4/3 cui una bridge. E se ne dico peste e corna, a ben ragione, immaginate le ritorsioni ché sono diventai permalosi i giapponotti + Leica joint. Sì, vero, manca Roma per fare il famigerato trio d’antan: Ro-Ber-To. E sappiamo come è finita nell’Anno Domini 1945 l’Asse italico-germanico-nipponico! La storia insegnerà pure ma non ci sono scolari ma sordidi esseri ripetitivi. I soliti babilonesi alla frutta: Gaza docet ma pure l’Ukraina nun pazzea, anzi.
Dunque anche i ricchi piangono? Ni sennonché è certo che la serie L si trova pure usata (!?) da Leica, dalla serie: che s’adda fa p’ campà. Sic transit gloria mundi. Amen

Ps. Oddio come siamo diventate permalose oh digicamere Olympus. Vero ce ne sono tre stipate (conservate) in pari formato Micro 4|3. Quattro in originale 4/3, e due ancora funzionate “point & shoot” Contente della nomina? Fiuuu...

(Copia & Incolla se vi pare)
https://classic.leica-camera.com/it/it/lcit/Leica/Sistema-SL/
https://classic.leica-camera.com/it/it/lcit/Leica-Black-Paint/





Upgrade

Un blog di “compatte” che seguivo tempo fa e anche adesso si può gustare come un buon bicchiere di vino spagnolo. Si perché l’autore è iberico e decisamente fuori squadra e pure compasso, va mo’ tu a sapé. Chiariamo per i perfidi CaNikonisti, qui non trovate vagonate di minchiapixel (vocabolo coniato tempo addietro mettendoci a prestito un siculo “attributo” con Pi X El che pronunciamo erroneamente pixel ma non così, poiché molto più esoterico) ma immagini altamente creative con una manciata di bit quanto basta. Evidente che per i laudatores “duopolio” non significa molto però se uno fa la conta del “pixel”, come dire: de gustibus. E questo al più sono operazioni commerciali da famigerato Store via Internet, che usiamo pure noi cum grano salis.
E il blog offre il destro, ma pure mancina, a chi scrive che nel corso di un “ventennio (pare che nel Belpaese sia l’unità di misura della linea temporale eventi) ha storato su hard-disk (bello è grammaticalmente esatto il francese disc-dure che così sarebbe anche in italiano, ma esterofili a telecomando…) centinaia e centinaia di GB, ripresi con “macchinette” Point&Shoot, si, ma della gloriosa stirpe Olympus: fotocamere per buongustai

Buscado la magia de la luz
Juan Carlos Martin Flicker gallery


Olympus C- 5050
Una Leica…a mandorla
Aqua de Marco



Ps. L’immagine del post è una foto di “famiglia” con vetusta e pur sempre tosta C- 5050 in perfetto esercizio, affiancata da una Ep-2 (trovata in buono stato e manciata di Euro) su formato M 4/3 e dotato di un bestiale 35 millimetri, su passo Leica, f 1.8. Un upgrade notevole, oltre l’antitremolio a bordo Ep-2 che evita, nei limiti del possibile, il ricorso ad alti Iso a tutto vantaggio della levigatezza, ecco, dell’immagine finale, comunque sempre usabile grazie a miracoli di Olympus. Aggiornamento Ep-2, quindi, di un già sperimentato 1.8 su la C-5050 dei miracoli. E per altrettanta manciata di Euro, il pentaprisma da innestare ‘ncoppa o contatto caldo (hot shoe per gli esterofili incalliti). L’inquadratura è della sempre verde E-20 e suo 2/3 di CCD altrettanto portentoso by Kodak. Quadro di famiglia, si è detto, e ripetiamo per buongustai fotografi



5060 (post obsolescenza programmata)

A non farci caso tant'è l'abitudine, male. Anzi come una bolla che viene dagli abissi si presenta, e chiede conto. E allora non si può far finta di niente, e d'altronde sta scritto: “Date a Cesare...” E sia. Anzitutto i numeri non sono segni grafici, casomai per Excell dei ragionieri di Casoria, quanto e forse presagi. Tant'è vero che se fate così: 5 + 6 escludendo nel caso gli inutili zero, il totale è un bell'Undici: Giustizia numerologica? Può anche darsi e mai dire mai. Siché tolto il riferimento kabalistico, resta la sostanza di una camera fotografica targata Olympus seguente i precedenti, tutti ben risusciti. Vero è che tra gli eterodiretti prezzolati (con famiglia) tra le point & shoot, che qui si narra, è conosciuta più la saga Nikon Coolpix (sebbene antecedente ad esse una Fujifilm veniva proposta per “reportage” e spiace non trovare il numero di Progresso Fotografico che ne trattò).
Sia come sia il ramo cadetto delle “punta & scatta” è stata la palestra tecnologica per le linee professionali: laboratorio se vogliamo. E questo vale anche seppure in maniera limitata in Era analogica quando certe feature comparvero prima in serie “cadetta”.
5060, dunque, e precedente modello 5050 di Casa Olympus, ma che sarebbe fuorviante metterla così, poiché due linee diverse e tutt'altro che antagoniste. La prima con una “dolcezza” per farci di tutto e di più, la seconda con un taglio, senza virgolette, pure escludendo del tutto il settaggio di default, è ineguagliato e con la strepitosa apertura f 1.8 su lillipuziano sensore. E non di meno assimilabile (nientemeno) che a Leica per prova ben più che provata verificata e stampata e poi Majoli docet.
E di nuovo 5060 che l'archivio digitale venutasi a strutturare negli anni (gerarchizzato da vetusto Lightroom v. 5.5) è per buon novanta percento Opera, maiuscola per chi intende, di questa incredibile fotocamera digitale. E del suo booster per due pile inside a creare un attrezzo magnificamente brandeggiabile, di una autonomia spaventevole: giornate intere con il monitor aperto (sebbene la camera ha un tunnel passato per mirino ottico e scarsamente praticato).
Insomma una 5060 conosciuta sin nelle remote pieghe, fatto che ha consentito a Manunzio di essere ciò che vedete, in caso di specie nel Portfolio per esempio.
E per gli schiumanti e biechi prezzolati la pagina della Getty Images è quanto di più eloquente al riguardo: senza se e senza ma. Infine parafrasando l'anglo-napoletano (magistrato) Henry John Woodcock...e fotograf' parlan' co' è fotogramm' oj né!


Ps1 Tranne l'immagine, sul sito Getty richiamato, delle finestre su Epson 850 Z quelle di food bianconero riprese su stellare nitidezza di C-8080 sempre di Casa Olympus, il resto è della “morbidezza” C-5060 Wz

Ps2 Siamo per i confronti arditi, apparente, secondo i codici codificati e prezzolati di Stampa&Regime (con famiglia) del settore. Insomma poco incline a baciapile e iscrizione a Logge cui deriva lo status e lauto conto bancario di fotografo di Regime tout court. Così come in Era analogica non c'è stato sistema (brand) provato e soluzioni in camera oscura (bianconero colore e sviluppo invertibile) provate e sperimentate “controcorrente” per poter poi fotografare con scienza e soprattutto fantasia, parimenti in Epoca digitale cominciata su computer Amiga che la solerte eterodiretta “stampa” misconosce preferendovi una “mela” morsicata cui pure si sta digitando. Siché alla 5060 il passo più che breve in considerazione che la si è usata per la cerimonia di nozze del fratello in tandem con una Epson 850 Z e nel Diary se ne parlato. Insomma più che confronti aridi, fine a se stesso, cognizione di causa come al solito

Ps3 L'immagine a corredo è di un “misero” iPhone 4 con post-produzione in PS Elements quando si è creativi, viceversa Lightroom per fare i “fotografi” di grido



LX II Panasonic

Nei serial il II è associato alla…vendetta. E qui non è il caso. Infatti II è quel tanto di buona cosmesi, in buona sostanza “cipria” abbellente su la più che ottima LX prima versione. E non tanto e non solo per il fatto che il sensore è un vero 4/3 più o meno, quanto è soprattutto per il fatto che la Lumix è tascabile. E si riescono a fare (provato per poco la versione LX del fratello) cose sbalorditive. E chi usa macchine tascabili (Olympus per noi serie Camedia Point&Shoot) sa cosa vuol dire trovarsi davanti LA foto e non perdere il cosiddetto attimo (ma niente HC. Bresson, eh). Una cosa questa che i minchiapixellisti onanisti a tutto spiano potranno mai intendere con i corredi (al cado di coperte domestiche) iper-ultra reflex…tant’è vero e lo si riscrive che a Getty Images mica ci han chiesto mai quale sensore risoluzione ottiche e pippe varie. E c’è gente che fotografa con meloni: me cojoni! Man fotografo sin dal 1969

LX II Panasonic


Man fotografo sin dal 1969

Still food in breve




Infatti ridotto all’essenziale il set. Una bottiglia che ricorda i vecchi fiaschi impagliati di una volta, una stozz’ (raffermo) di pane coltello di tutti i giorni (usato a tavola) un cernecch’ (setaccio per farina) e null’altro tranne il tovagliolo bianco. Tavolo d’ordinanza della mia sala da pranzo.
Luci: una sola e Led. L’immagine è assemblaggio di più scatti, non altrimenti. L’ambientazione è una “prova d’orchestra” su Olympus Point&Shoot di quello che al corrente è il “dark food”. E più in generale la richiamata orchestrazione ci conforta per altre immagini in itinere: work in progress

Man

Una Leica…a mandorla




Abstract
like the italian photographer Alex Majoli, from Magnum Agency, I used same camera or poin&shoot C-5050 by Olympus for thousand images of my personal archive


Bastian contrari si nasce o si diventa? Bella botta: l’un e l’altro va da sé. E infatti se non fosse per una base (condicio sine qua non) ben difficilmente, a meno della roulette russa o teoria dei grandi numeri a raffica, la cultura tirerebbe fuori qualcosa di “artistico”. Insomma eretici si diventa manipolando l’eresia che si è succhiato dal latte materno. E meno male che non siamo ai tempi di Giordano Bruno! Sia come sia e tralasciando album di famiglia arriviamo al dunque. Sì, il bastian contrario più che professione è una Fede, e noi l’abbiamo incrollabile tant’è vero che facciamo cose che, secondo standard casomai stars and stripes o di certo liquame di Stampa&Regime settoriale, sarebbe/è inconcepibile se non con la premiata ditta CaNikon e blasé Sony (che fa la gradassa su le ceneri di Minolta che acquistò tempo fa) o Fuji che ha una certa tradizione fotografica, oltre che produttore di ottime pellicole bianconero e soprattutto colore: Velvia ricorda niente? La chimica E-6 che ha steso letteralmente il famoso Kodachrome di Mammasantissima Kodak: vero National Geographic?
Immagine notturna va: Olympus C5050 tirata, ecco, a 400 Iso/Asa che più in là non va ma dall’obiettivo equivalente 35 millimetri in passo universale/full frame corrente, F 1.8. E stiamo parlando di una point&shoot da sensore lillipuziano. Roba da matti? No faceva così, e pure in notturna un certo Alex Majoli della Magnum: e mo che state a dì? Le solite cape chinate quando gli allineati e coperti a telecomando non sanno cosa rispondere perché il “suggeritore” delle masse non sa che pesci “prendere”. Majoli-Magnum-C 5050 Olympus e dall’altro Man-Getty Images-C 5050. Si fa quel che si può, via.
S’intende dire che se c’è qualcosa da narrare la “macchina” è relativamente importante: intendiamoci la camera è il fotografo per chi intende. Punto.
Una sera di pioggia, quindi, con la Olympus C 5050 e il Manfrotto monopod, si sa mai. Poi più che altro è servito quale bastone del viandante…ché la luce ambiente (calda per intrinseca natura e preset del bianco che si lascia a manetta su “caldo”) dai lampioni color ambra consentiva tempi di otturazione di 1/25 a f 1.8 più che sufficiente a “fermare” la scena inquadrata. Naturalmente il “mosso” è voluto e ricercato altrimenti che bastian contrario…

Man

Notturno (bagnato) dall’Italia


Ps. Majoli come la miglior tradizione vuole usava Leica a pellicole poi Olympus digitale per ritornare all’ovile dal momento che Leica è diventata digitale: noblesse oblige…
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