Manunzio

Lunghezza d'onda

Verosimilmente quelle assonanze cui parlava Jung: sincronicità. Campo affascinante e per niente incomprensibile, anzi a dirla tutta sin troppo naturale per chi (non) si ostina a vivere in Matrix. Tuttavi non è questo, mai come in questo momento pandemico, inscenato ad arte dai soliti squamati aliene di nome e di fatto, vedere il Re nudo a più non posso. No eh?Salite su la montagna più alta a vostra scelta: che fate? Vi provate ad andare oltre arrampicandovi (besenisse is usual) su le nuove, o capite che è meglio scendere casomai dall'altro versante? Un' anima fa questo mentre il michiapixellista la scalata al cielo: sia ma quale se sta in Matrix?Chiarito il solito “rosario” quotidiano (scemenze?) un tale mette in scena una foto con niente!

Household Lighting Tools
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Vuolsi così cola dove si puote ciò che si vuole e più...non dimandare
L'immagine è ripresa dalla "stazione" orbitale intorno la Terra. L'orizzonte, tuttavia, è completamente piallato e non mostra alcuna curvatura del Pianeta; anzi sembra uno di quei tramonti sul mare in forte sottoeposizione lasciando visibile il "cielo" e i colori del tramonto
https://www.huffingtonpost.it/2018/10/09/alba-in-orbita-le-foto-scattate-dalla-stazione-spaziale-lasciano-senza-fiato_a_23555170/


Immagine di sintesi e dove il disegnatore, a sinistra, mostra una curvatura poco "accetuata" del Pianeta vista dallo "spazio"; a destra, stessa immagine legermente ingrandita, sorprende che la "curvatura" sia un po' più realistica





Immagine di sintesi e dove il disegnatore non ha "curvato" l'orizzonte perfettamente in diagonale: retta





Immagine interno "stazione" orbitale su la Terra. Una flashata in pieno volto serve a congelare la modella/astronauta dopo un salto, non visibile, su quelle reti dei Lunapark che catapultano verso l'alto ripetutamente. E i capelli vol + ano in tutte le direzioni e non già solo verso l'alto, in assenza di gravità come nella "stazione". La mano sinistra della "astronauta" sembra innescare il phon per i capelli e/o il contatto remoto per l'immagine "spaziale" del salto su rete elastica. Infine lo sguardo dell'astronauta/modella sul Nulla, e che un possibile gioco di scontorno in Photoshop, da dietro oblò, ne mostra la "sfericità" del Pianeta visto dall'alto, sebbene una leggera inclinazione dell'immagine verso sinistra chiarisce ancor più l'orizzonte "curvo".

NB. La linea del cosiddetto orizzonte è "annebiato" per l'abbisogna

https://it.sputniknews.com/foto/201511031475947-15anni-stazione-spaziale/

Ps. Pratico la fotografia (occhio come mestiere) sin dal 1969, il resto tipico bar sport non ci riguarda: senza se e senza ma



Lello Arena nell’improbabile giornalista sul palco intervista, ob torto collo, James Senese ‘o nir’ napulitan’ che ad una osservazione del “giornalista” sbotta: “ma a te te piac’ ‘o fumm’ ‘o a music’? Alludendo con la prima agli effetti fumogeni di certi palchi musicali…E come incipit meno cretino del solito, niente male e va mo’ tu a sapè.
Sia come sia la sostanza (?!) è quello che conta, siché altre volte si è narrato (verbo altrettanto improponibile all’odierno orizzonte cui scritturali, tout court, al più raccontano e quasi mai in presa diretta…) di come prendiamo, ecco, le fotografie. Addirittura fino a poco tempo fa non senza la camicia di jeans rituale, consumata e strazzat’/strappata all’inverosimile, finita nel cassonetto (differenziata?) poiché la “signora” si è rifiutata categoricamente lavaggio-stiratura! Ah le donne…e così abbiamo rimediato con una rossa camicia non meno di quella prima di ogni scatto; anzi a volte con la barba incolta e bianca paio Peppin’ Calibbardo con macchina fotografica, ciabatte e na tazz’ e café mentre guardo (sovrintendo?) la “scena” prima dell’esecuzione, oops lo scatto! Ahh paisà che conta la fotografia e mica quanto c’è intorno al set, forse ma che fa tanta “poetica: si vabbè Manunzio...buonanotte

My Home Studio
James Senese.avi



Manunzio fotografo dal 1969


Compravamo pane e...lampadine flash



Tra la parabola di sinistra e destra passa un buon ventennio (pare che in Italia sia la misura del tempo Ventennale…da certo Palazzo). Epoche geologiche al cambio odierno digitale. Si noti la tabellina impressa sul flash di sinistra, marchiato ancora Ferrania made in Italy. Le impostazioni prevedono un tempo sincro di 1/25 oppure 1/30 (!) e pellicola di 80 ASA con relativa apertura di diaframma adatto per un soggetto “medio” o l’altrettanto notorio grigio Kodak 18% delle sue tacche: oggi usa ColorChecker Passpor. Tuttavia per certi lavori sul set fotografico si è inserito le “vecchie” tavole Kodak per facilitare il compito ai litografi digitali per la Chimera detta “bianco”. Immagine con iPhone 4 su cartoncino Fabriano 4 e bank naturale di finestra agostana di primo mattino


Si certo c’erano salumerie dove l’acquisto del pane era abitudine consolidata (i forni sfornavano come secoli precedenti e la mamma ogni tanto vi portava a cuocere di tutto, biscotti compresi…) e d’altronde la mattina presto era rito l’acquisto dal salumiere Amedeo di piccole pagnottelle fragranti per il tuffo nella tazza (enorme) del caffellatte prima della scuola; o per meglio dire, sì pane, ma accompagnato da biscotti Saiwa Bucaneve o Frollini…
E con pari passo, certo non mattutino, si andava da Foto Bucci il grossista della città a comprare lampadine per flash. Già proprio così. Si perché mica c’erano i flash come adesso che se andate su Amazon (vabbene pure noi l’usiamo con parsimonia) per pochi euro ve li tirano dietro (poi non lamentate se vi inondano per l’Eterno via mail dei loro consigli d’acquisti…) con o senza il famigerato TTL: ohh manco il calcoletto della distanza (obiettivo-soggetto) fratto l’altrettanto famigerato NG (numer guide) per ricavarne l’esposizione “esatta”. Macché su la slitta (hot shoe à la page) ci schiaffate un qualsiasi TTL et voilà le jeux son fait: Time is money e la vita breve è.
S’andava, quindi, dal grossista ad acquistare lampadine flash, tante quante gli scatti (risparmiosi) dell’evento: compleanni et simila. I temerari si spingevano finanche on street…Easy rider e l’Amerika (kappa kome killer) faceva scuola, certo per i danarosi.
Lampadine in formato mignon contenete, mi pare, magnesio e qualcos’altro che a contatto elettrico andava in combustione con tanto di “lampo”. Certo lampadine protette da lacca e non esplodenti…che immortalavano per l’appunto l’evento davanti l’obiettivo, quando non si poteva fare a meno del lampo. Infatti (noblesse oblige?) la regola voleva che anche di notte (!) l’uso della sola pellicola “tirata” a 1600 ASA altro che i moderni centoventottomila e rotti (i visori notturni e d’assalto da mo’ che esistono…) l’antesignano dell’odierno ISO: amerikanate…del Nulla

Man


Ps. Flash Cullman degli anni Ottanta e di pregevole fattura (un modulo poteva trasformarlo in TTL) che efficacemente qui illumina, su la destra, il set di vetri per still life; lampo schermato da foglio traslucido per disegno tenuto con due assi di legno a mo’ di finestra. La vignettatura è ottenuta in LTR come la conversione in bianconero

Cullman DC32

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