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NO WORD
E' sempre un piacere ritrovare G. B. Gardin, Maestro in frequentato workshop su la Riviera del Conero/Ancona sul finire degli Anni Ottanta del Novecento; un'altra volta incrociato ad Alberobello, in un trullo/ristorante sin dalle prime ore del mattino, già saturo d'invitanti aromi, per un happening fotografico curato da critico Denis Curti


Link video, copia ed incolla (altrimenti s'incazza Youtube, mah!)
https://www.youtube-nocookie.com/embed/TWDarS8qW94





Mondo cano che ci ho...sotto i piedi?
Virus veneni veneno, veleno che detta così normale cosa è. Tuttavia di questi tempi parola che assurge, stravolta, a tutt'altra cosa: Potenza di Stampa & Regime. In altre parole la MORTE SUPRA VOBIS (lor signori untori pandemici di logge globaliste inoculatori di virus a tempo opportuno sono esenti come dal portare mascherine-museruole) cosa che zela sott' (fa cagare di paura) ognuno in Era d' Ottimismo del fu Tonino Guerra per una réclame di negozi. MORTE (specialmente persone da ottant'anni in poi secondo Iss che non è la sigla per Stato Islamico, forse) aumma aumma si seppellisce con non più di 15 congiunti per l'estremo saluto causa infezione morto evidente). Senonché Stampa & Regime catodica dagli e dagli alimenta PAURA panacea di ogni cosa e ottimo espediente del POTERE per imprigionare le menti. E se prima (quanto, mesi secoli o millenni?) la mattina ci zufolavano via televisione e /o radio con lo SPREAD, mo' invece il necrologio de facto Covid. E fateci caso, mentre nella prima onda marzolina 2020 c'erano i salvati quotidiani da Covid, nella seconda e corrente onda su onda scomparsa è: muoiono tutti mentre su Corriere.it Servignini, servo de facto nome omen di regime, festante plaude al rialzo azionario per l'annuncio e salvifico antivirale che appare lì lì per essere ino + cul + ato al popolo beota si capisce; non sollievo per la gente, nient'affatto il tronista di ogni dove stile Otto&Mezzo di Gruber via Bildeberg, il sollevamento di dividendi per il Mercato flaconcini antivirali che tanti han scommesso su: che dire ancora?
Vero è che assuefatti al Coronavirus nessuno fa più caso a niente (prima no?) e si comporta come pecore, giallo arancio rosso secondo l'ovile Dpcm a ripetizione: Mattarella li firma tranquillo atti anticostituzionali e chiede pure, sfrontato, Unità nazionale! Certo al netto di quel tale che Urbi et Orbi la moglie non vuole vada a Catanzaro: poi si dice che le donne non comandano (a bacchetta) gli uman(oidi) dei tengo, per l'appunto, famiglia! Senza ricordare che sono i Commissari mandati da Roma a commissariare la Sanità calabrese da 10 lunghissimi anni: e arrestano i calabresi, dopo dieci anni! Però il circo equestre governativo (Conte sta lì per intercessione di Vaticano Spa e non eletto da nessuno) tira fuori il volto di Gino Strada: “compagno“ Gino lei sbaglia “strada” mentre si presta ad operazioni da baraccone in bancarotta fraudolenta italiota. Vada nel Terzo Quarto Mondo e lì operi secondo scienza e coscienza, se le pare!



Buchi neri
https://www.1854.photography/2020/11/mattia-marzorati-pictures-the-dark-secret-poisoning-an-italian-town/?utm_campaign=oot814%7Ekaley_sweeney%7Ebjp_online_editorial%7E17_nov_2020%7Ehubspot%7Econtent_promo%7E%7E&utm_medium=email&_hsmi=100244086&_hsenc=p2ANqtz-_t7DHm0_3i07PnNoV9Josn2i06FYJi-92SislI9pPatx1-hsBKwCQAOG2AM25kSsaC_P9M4poh2LS_Kolv64EJpRP9Ew&utm_content=100244086&utm_source=hs_email



Ps. In tutto questo verebbe da dire: quanto polluzioni e particolato su Brescia incidono, anzitutto, su bronco-polmoniti interstiziali o meno? Che relazione intessere con l'inquinamento di acque, amianto e scorie nuckleari cui pure l'articolo in link parla? E delle antecedenti punture antinfluenzali degli anziani (poi deceduti a sciame accusando di questo il cattivissimo Covid) considerato che più d'uno studio in rete censurato amabilmente da Stampa & Regime ha inciso, incide ed inciderà non solo a Brescia ma per il Covid del Terraqueo? Purtroppo non c'è il “compagno” fratacchione Michael Moore “democratico” pro Biden a mostracelo non a caso




Gentile Elena Givone

Abitiamo lo stesso condominio a nome Myphotoportal.com. E sino a non molto tempo fa preso a "sfogliare" siti di photoportalisi adesso più rare volte tant'è la ripetitività del modus fotografandi del proponente. Fotocopie di altre fotocopie. Vede quando accendo il computer sono un utente di immagini ancor prima che fotografo, che cerca immagini di gusto e composizione e con propria anima, non prese dall'immaginario Yankee: povera gente non avendo altro che palazzi e palazzi in ogni dove l'occhio posi, pensano sia così per il terraqueo. E lo impongono il loro horror vacui manu militari. Omologazione democratica si capisce, ché costoro ha mania da custode (carcerario) planetario con solo trecento e rotti anni di storia alle spalle. America way of life che sta, per l'appunto, serrato e chiuso nella scatola cranica hollywoodiana e decisamente prossimo alla fine, il Covid è l'ultimo catalizzatore. E quindi da utente, di nuovo, più spesso inorridisce della vacuità di chi tiene in mano (augurandogli non farsi male) non si sa cosa e le immagine la diretta conseguenza del Nulla, nel ricorrere a stilemi narrativi (che bella parola) della televisione liquame.
S'intende che mai e poi mai il fotografo (proponente) fa ricorso a figure retoriche (non è detto nè scritto che per mostrare la solita mela bisogna fotografare, la mela) cui pure il linguaggio fotografico è dotato come qualsiasi altro, con buona pace di Roland Barthes e precursori trasumani, assertori della fotografe, si, ma fatte dalla macchina fotografica. Precursori e non ci siamo mai accorti della cosa, ciò malgrado siamo loro grati per la solita imbecillità a mano libera e Paese cui ignoranza crassa è lì: Istat o non Istat. Bestiario di andata e figurasi il ritorno, grazie anche a certi “metri” di altezza beduini (critici prezzolati che sparlano di fotografia) pascolanti nella Milano da bere, antivirus va da sé.
E delle sue immagini, Givoni che lasciano amaro in bocca e senza scampo alcuno, quei poveri piccoli appena nati: non a caso il fondale è Nero tanto è introitato Thanatos. Il quale si accompagna al gemello Hypnos cui sonno è effigiato nelle sue inquadrature, ambedue tenuti a laccio dalla Notte madre. Infatti avesse modo di guardare i cosiddetti album di famiglia, cartaceo analogico, s'accorgerà che pari attenzione a neonati, anzitutto, è il bianconero delle cartoline, soprattutto bimbi sul lettone matrimoniale ad occhi aperti e che sorridono: eppure tra questi bambini e gli odierni non ci sono migliaia di anni a differenza, tutt'al più un secolo distante, non già anni luce si capisce. Il resto delle sue immagini è messinscena, quando una volta erano fototessere per documenti o per cerimonia da mandare ai parenti lontani, come se ne vedono a miliardi per il Web

Sito
https://www.elenagivone.com/

Un saluto
Man




The Deadly Spectacle of Brazil’s Gold Mines

"In recent years, Vale has sponsored a major photographic project by Salgado, called “Genesis,” as well as an environmental nonprofit he founded. After the Mariana dam collapse, Salgado vowed to aid in the clean-up, and his nonprofit, Instituto Terro, itself devoted to mitigating deforestation, planted trees in the area. But he also came to Vale's defense, arguing that, while it should pay for the damage it caused, “we need these companies in the society we live in.” Thus far, he has remained silent about last month’s catastrophe in Brumadinho"

Photographic link


© Gordon Parks


"Do you ever wonder why one person gets chosen over another, or how a story comes to be told in a certain way? Well here’s something that happened to me recently that gave me new insights about how choices are sometimes made and what it tells us about the people who make them.
In 1961 Gordon Parks went to Brazil for Life magazine to shoot a story about poverty in the favelas of Rio. Parks was famous, the first black photographer to shoot for Life magazine and a consummate storyteller with a camera. His assignment was to photograph a family, concentrating on the father, to illuminate the conditions the family lived in. Through the Life office in Rio, Parks was connected to a family, and he began working on the story.
But the more he shot, the more he found himself concentrating on a different family member, a young boy named Flavio, the eldest of eight children. Flavio, then twelve, was painfully thin and suffered from severe asthma, but something in him connected with Parks and Parks began to concentrate his pictures heavily on the boy. When the Life office heard about it, they tried to get the story back on track. But Parks worked hard to convince them that he was right to concentrate on Flavio, and ultimately they agreed. For twenty days, he focused his camera on the boy, and in the end, he brought home a rich trove of beautifully humanistic images that showed the poverty of the Favelas but also the humanity there."

Gordon Parks, Flavio and Me




Reportage? E perché mai…

Civiltà dello spettacolo "The show must go on" è la cinica lapide per l’odierno vivere, ancor più in mano a certi minchiapixellisti senza passato presente e futuro: Orwell docet. E c’è gente (disonesta a pagamento) che è convinta che la fotografia poi fotografi la “realtà”: su questo non spendiamo più neanche l’aria da respirare.
Messinscena, come quando Chavez in conferenza stampa della sua rielezione disse ad una impaurita Paola Newton, forse per caso giornalista, che il “teatro" degli eventi in Liba era stato ricostruito e girato altrove nel Doha e spacciati per “vero”. Senza troppe pippe per chi ne vuole qui c’è un link molto esausitvo circa il “vero” e nel reportage…che se pure il mitico Capa: già e perché ma scelse a nome d’arte, ecco, ed in italiano regionale (!) la “capa”?

The Problem Isn’t the Photo Contest, It’s Us

Man
Fotografo sin dal 1969

Ps. Va da sé che chi conosce grammatica&sintassi (e Storia) della Fotografia potrebbe e raccontare con le figure retoriche, come spesso facciamo noi, e senza neanche andare su posto: dice ma allora è un "falso"! E cosa se tutto è barzelletta per i teledipendenti a telecomando?



"Giornalismo grafico, un reportage in cui fotografia e fumetto si alternano, dialogano, si mescolano. Coconino Press-Fandango, in collaborazione con Medici senza frontiere - dopo il grande successo in Francia e negli Stati Uniti - edita in Italia Il fotografo (formato 23x30, 280 pagine a colori, 29 euro), la cronaca di un viaggio in Afghanistan in tempo di guerra attraverso le immagini del fotoreporter Didier Lefèvre e i disegni di Emmanuel Guibert, uno dei più importanti autori della nuova scena del fumetto francese.

Luglio 1986. Lefèvre parte al seguito di un'équipe di Medici senza frontiere diretta nell'Afghanistan dilaniato dalla guerra tra sovietici e mujaeddin. L'obiettivo è individuare un sito dove allestire un ospedale. Il fotografo non sa nulla del mondo in cui viene paracadutato e gradualmente cade sotto l'incantesimo dell'Afghanistan. Da quel viaggio Lefèvre - morto poi nel 2007 per un infarto - torna con più di 4 mila scatti in bianco e nero, ma solo poche immagini all'epoca vengono pubblicate dai giornali. Guibert, suo amico d'infanzia, ascolta il suo racconto, usa le foto come vignette e riempie i vuoti della narrazione tra uno scatto e l'altro con sequenze a fumetti, basate sui ricordi di Lefèvre e sulla registrazione dei suoi commenti a ogni immagine"

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