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Gentile Elena Givone

Abitiamo lo stesso condominio a nome Myphotoportal.com. E sino a non molto tempo fa preso a "sfogliare" siti di photoportalisi adesso più rare volte tant'è la ripetitività del modus fotografandi del proponente. Fotocopie di altre fotocopie. Vede quando accendo il computer sono un utente di immagini ancor prima che fotografo, che cerca immagini di gusto e composizione e con propria anima, non prese dall'immaginario Yankee: povera gente non avendo altro che palazzi e palazzi in ogni dove l'occhio posi, pensano sia così per il terraqueo. E lo impongono il loro horror vacui manu militari. Omologazione democratica si capisce, ché costoro ha mania da custode (carcerario) planetario con solo trecento e rotti anni di storia alle spalle. America way of life che sta, per l'appunto, serrato e chiuso nella scatola cranica hollywoodiana e decisamente prossimo alla fine, il Covid è l'ultimo catalizzatore. E quindi da utente, di nuovo, più spesso inorridisce della vacuità di chi tiene in mano (augurandogli non farsi male) non si sa cosa e le immagine la diretta conseguenza del Nulla, nel ricorrere a stilemi narrativi (che bella parola) della televisione liquame.
S'intende che mai e poi mai il fotografo (proponente) fa ricorso a figure retoriche (non è detto nè scritto che per mostrare la solita mela bisogna fotografare, la mela) cui pure il linguaggio fotografico è dotato come qualsiasi altro, con buona pace di Roland Barthes e precursori trasumani, assertori della fotografe, si, ma fatte dalla macchina fotografica. Precursori e non ci siamo mai accorti della cosa, ciò malgrado siamo loro grati per la solita imbecillità a mano libera e Paese cui ignoranza crassa è lì: Istat o non Istat. Bestiario di andata e figurasi il ritorno, grazie anche a certi “metri” di altezza beduini (critici prezzolati che sparlano di fotografia) pascolanti nella Milano da bere, antivirus va da sé.
E delle sue immagini, Givoni che lasciano amaro in bocca e senza scampo alcuno, quei poveri piccoli appena nati: non a caso il fondale è Nero tanto è introitato Thanatos. Il quale si accompagna al gemello Hypnos cui sonno è effigiato nelle sue inquadrature, ambedue tenuti a laccio dalla Notte madre. Infatti avesse modo di guardare i cosiddetti album di famiglia, cartaceo analogico, s'accorgerà che pari attenzione a neonati, anzitutto, è il bianconero delle cartoline, soprattutto bimbi sul lettone matrimoniale ad occhi aperti e che sorridono: eppure tra questi bambini e gli odierni non ci sono migliaia di anni a differenza, tutt'al più un secolo distante, non già anni luce si capisce. Il resto delle sue immagini è messinscena, quando una volta erano fototessere per documenti o per cerimonia da mandare ai parenti lontani, come se ne vedono a miliardi per il Web

Sito
https://www.elenagivone.com/

Un saluto
Man
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