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Munari l’avanspettacolo impazza e avanza

La nostra (!?) vestale by Cia-Mossad-Pentagono eterodiretta manco i cani, ne trova un’altra. Pensiero artificiale e cosa di meglio dell'odierno Artificiale Intelligenza dei richiamati tre compari neo “muratori” delle “sorti magnifiche e progressive” di Babele, la Torre, con obbligo di fila, manco fosse una “orchestra” di sulfurea orchestrazione?
Vedete siamo figli di...Occidente giudaico. Landa costruita secondo Pensiero Unico del Libro maledetto a nome Bibbia, cui autori, giusto e bene ricorda Mauro Biglino (ci eravamo arrivati molto prima, giacché in casa conserviamo due Bibbie e libri che un tempo, alla Giordano Bruno, sarebbe costato il fuocherello per eresia, comunque, grazie Mauro) non si sa chi sono. Già non si sa "chi" del Copia & Incolla da altre religioni.
Cosa c’entra Munari e le Scritture? Seguite che la cosa che è pura “coincidenza”. Benedette virgolette ma non se ne può fare a meno, e sappiamo che Umberto eco si agita nella tomba infuocata. Sia come sia pigliate, ecco, il Vangelo Secondo Giovanni: vedete ancora? Secondo e ci fosse una che sia una volta primi e di paternità e/o maternità d’autore biblico certo. Ma si scoprirebbe il trucco di Vaticano Spa proprietario, diciamo così, del copyright biblico.
Dunque Giovanni, quello dei grembiulini, in Incipit delle sue baggianate eterodirette “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio” Mammamia che cazzata linguistica, che contorcimento sintattico grammaticale (!) figuriamoci “logica”.
E mo’? Ecco la Munari pensiero non meno eterodiretto di quei, due punti a capo.

Se un'opera d'arte è creata da un algoritmo, chi è l'autore? L'artista che ha fornito i dati o l'algoritmo stesso? La domanda sull'autore di un'opera d'arte generata da un algoritmo è al centro di un dibattito complesso e in continua evoluzione. Non esiste una risposta univoca e definitiva, ma possiamo analizzare le diverse prospettive e argomentazioni….L'algoritmo come co-creatore: Altri sostengono che l'algoritmo stesso è un co-creatore (vedi Giovanni sopra ndr) dell'opera d'arte, in quanto apporta un contributo originale e inaspettato al processo creativo. L'algoritmo, infatti, è in grado di generare combinazioni e associazioni che l'artista non avrebbe potuto prevedere….L'opera come prodotto collettivo: Una terza prospettiva considera l'opera d'arte generata dall'AI come il prodotto di un processo collettivo, in cui l'artista, l'algoritmo e i dati utilizzati per addestrare (verbo ubiquo ndr) l'algoritmo stesso contribuiscono in modo paritario alla creazione dell'opera.

Baggianate, no? Molto di più amabilmente già del siculo “Uno, nessuno e centomila”. Evidente che la nostra Munari in perfetto delirio (squilibrio?) fa la maestrina, zitta zitta parla per ellissi, parabola terrestre si capisce, e chi intende gongola.
Ora rimaniamo in tema di fottografia: per cortesia non zufolate sul raddoppio consonantico ché, grazie, già postato e datevi requie. Sicché senza scomodare Walter Benjamin e sua riproducibilità artistica grazie alla “tecnica” ponetevi una domandina semplice semplice: ma se l’Opera, maiuscolo per i grembiulini pensiero luciferino, metti caso è fatto “democratico” e quindi di tutti e di nessuno, l'Egotico Kapitale tout court afferma pretende e infin manu militari proclama: ma se è di tutti allora è di NESSUNO, gnam gnam...e ci siamo intesi.
Sicché se ci spostiamo un cicinino nel campo della cosiddetta arte, con obbligo di maiuscolo che poco ci frega, e senza scomodare Sgarbi in joint-venture d’antiche tele aumma aumma taroccate, la riproducibilità già da secoli addietro (scuola dì questo e quel compare copista, dicono) per croste passate per “vere” (Pirandello sopra richiamato non a caso) dipinti e non solo, capite la portata del “falso” elevato a “vero”. E la firma poi olografa un tempo solo Digigraphie Epson che autenticava, in numero limitato e firmato e timbrato e garantito da galleristi-mercanti con benda all’occhio? Codazzo cui si accoda pure Canson che timbra a secco le sue “perle” di carta, del sedicente artista fottografo: come la mettiamo? Ma alla pecorina natural + mente alla faccia dell’unicità fottografica (leggasi Benjamin) del rag/straccetti o Awagami gelso e alberi ed arbusti affini, ink da cazzate centenarie ed oltre passe-partout acid free e chi più ne ha ne metta. Questa è Munari & Co. birichina con la mano alla gola della cover, certe inquadrature per chi capisce!

https://saramunari.blog/2024/11/19/arte-e-ai-un-binomio-in-evoluzione/



Ps. La Munari viene mandata avanti, che a noi vien da ridere dicono lor signori. Vien da ridere abbriva dalla leggenda metropolitana che vuole due compari, che introdottisi furtivamente in pollaio uno si prende legnata sui denti dal proprietario, poi tornato indietro al sodale compare gli dice di proseguire perché a lui vien da “ridere” coprendo così la legnata presa. Non abbiamo traslitterazione inglese, spiace per gli anglofili seguaci acefali della Munari, ieri oggi e di diman non v’è certezza. La cosiddetta AI è arma di dominio, arma al posto delle “scuppette” o più o meno fucili in senso lato d’antan, tant’è che se fate un retro-passo, un riavvolgimento di moviola oppure odierno Non-Linear editing video, cosa accade? Semplice le “intelligenze” umane che lavoravano nel corso dei secoli (scrivendo in latino!) sperimentavo, provavano o come vi pare Urbi et Orbi. E rimaner in Fotografia analogica metti un Sir Herschel-fissativo e un Daguerre, meglio poi Talbot inventore de facto del negativo-positivo, secondo vulgata della Storia fotografica. Caravanserraglio che han creato ante quello che oggi passa il convento silicio-digitale. Uomini che tuttalpiù menavano per Simposi o Forum odierni per scambi di vedute, panoramiche, zoomate o meno. Ecco e più intelligenza collettiva di così, si muore. Infatti è la natura poi mica tanto oscura di coloro che ri-sognano il castello medievale, caccia alla volpe a perder tempo e schiavi via Covid ed Haarp cambi climatici per il resto. E d’altronde se si guarda il sionista genocida (tutti se ne sono resi conto, soprattutto la Francesca P. Albanese giurista e docente italiana, specializzata in diritto internazionale e diritti umani che dal 2022 è relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, tranne il pupazzetto bianco vestito di Vaticano Spa, che lassù in “loggia” in San Pietro (guardato in bella vista da un obelisco, altri due sono a Washington e City of London o tripartizione religoso-militar-finanziario babilonese) con afflato paterno chiede se per caso c’è da quelle parti di Terra poco santa, un fattariello di genocidio. Stesso pupazzetto che insieme ai fratelli “maggiori” mangioni che è meglio, ebrei sionisti perniciosissimi, faranno di Gerusalemme (Trump in altro momento l’ha controfirmato) la Caput Mundi del popolo eletto, sebbene non si sa chi come e quando con quale sistema elettorale e inviati Onu a scongiurare brogli, si è svolta la cosa. Cristiani & Sionisti core a core nella costruzione del Tempio “che ricostruirò in tre giorni” Secondo Vangelo Giovani 2. 19, per l’avvento dell’astronave che porterà il tristo Yahweh/ Yawe quello pure dei Testimoni di Geova per la seconda volta; sì, lo Jhwn gutturale di cavernicoli pastori a pasc’ i pecur’, a benedire Is + Ra + El e il resto di Goym, dopo olocausto nucleare rimasti a far da servi a questi

Pss. Una vetusta e bordò-nero spelacchiata Bibbia, conservata, forse, ancora c/o Biblioteca Nazionale di questa landa, con Imprimatur ecclesiastico doc della sua “confraternita” di Neri Gesuiti, lo stesso del pupazzetto bianco vestito di Vaticano Spa, al riguardo della Parusia/Venuta neotestamentario di Gesù lo dà come “equipaggiato”. Ma un “equipaggio” se non è di nave è pur sempre di...flotta aerea in forma discoide o men che sia?




Il Nulla

Cosa favolosa è questo cupio dissolvi circolante per l’Occidente terraqueo, e non è che altrove se la passino bene ché il marchio della Bestaia (666 secondo certi mattacchioni esegeti che così leggono ed interpretano le Scritture giudaico-cristiane) marchia tutti come e più della Babilonia un dì: ah en passant fateci caso, ché il Mondo è retto da segni e simboli non chiacchiere più o meno così il sempiterno Confucio, all’architettura della Sede Ue, semplice e simil diroccata come la mai terminata Torre di Babele. E sue “confuse” lingue gli uni con gli altri quando oggi ci pensa un McDonald qualsiasi a ripristinare l’orda per chi intende.
Chiuso il pistolotto quotidiano, poi mica tanto, alé le odierne digicamere a marchio Leica anch’essa forse del richiamato bestiario. E tuttavia a noi vien da ridere nel vedere tutti sti regnicoli (una volta così chiamati gli italioti sotto la dinastia dei Savoiardi, non i biscotti) protendere la “pargoletta mano” nell’afferrare il “simbolo” fottografico. Si e lo diciamo a giorni alterni quello che era fotografico l’odierno passo è trasmutato alchemica + mente (salve grembiulini come va?) fottografico. Meglio inchiappettato….e quanti ne godono da invidiare Legione (pare si chiami così il Diavolo negli esorcismi) dei culattoni. De gustibus.
Leica che oramai si è fatto la sua nicchia (loculo è meglio?) di mercimonio, e tra poco d’acquistare, mutuo ipotecario a parte, nelle gioiellerie tipo Cartier et simila lo prendete, il corpo macchina, che avete capito o malfidate lingue!
Dunque nel video una teutonica signora, lo piglia in mano, mo’ questo e mo’ quest’altro obiettivo: lungo corto o barzotto che sia per quella sottocategoria par di capire Leica non M crème de la crème, che metterla al c...ollo vi da ipso facto, penna e carta tipo Digigraphie, allure di fotografo à la page: amico degli amici. E infatti tutti noi ci abbiamo la Ferrari sotto casa: come dite? Beh certo stiamo giocando con i “simboli”...vabbé si fa notte e bevetevi il video appresso. Et oui from French loan (senza interesse ipotecario?) après. Ah benedetto Gallo-italici dialettale…

(Copia & Incolla se vi pare)
https://www.youtube-nocookie.com/embed/li705BtvLgQ&t=7s

Ps. Repetita juvant, nella più che lunga carriera avessi voluto, a fronte di mutuo ipotecario si capisce, comprare (acquistare?) una Leica e ottiche non c’è mai fregato niente ché bastian contrari nel Dna, che più volte si è modificato; non è una boutade quanto visone Olistica/Fotografica, stavo per aggiungervi “mente” per l’avverbio, ma qui è Realtà senza veli di Maya: vero Munari & Co?



So ragazzi (smartphone accesso mane e sera)



Qui è giustamente un abisso, diciamo di generazione? Una frattura insanabile, certo generazionale senza dubbio per chi viene da altra dimensione Spazio-tempo: definirsi vecchi alquanto fuorviante a gli occhi dei “giovani” fotografi o sedicente tale.
Sia come sia la disputa fra “Bianconero vs Colore” è un match senza senso. Vale a dire parliamo di due Mondi inconciliabili, tant’è che il buon Wim Wenders ha lasciato ad epigrafe:” Il Mondo è sì a colori benché la realtà bianconero”. Fuor di metafora paisà. Il Bianconero è una condizione-categoria dello Spirito. Un modo di vedere, ragionare, vivere la cosiddetta “realtà” by United Color of…che ci circonda. Una titanica battaglia che però la giostra degli acquisti e per teledipendenti ino + cul + a nel tentativo di eradicare estirpare ciò che è stato il giorno prima, ché si vive (come animali?) un Eterno presente senza scomodare l’auto agiografia tipo Giovanni Gastel! E sebbene tutta la Storia della Fotografia poi si bianconero, e chi l’ha fatta poteva benissimamente usare i fotocolor (una volta così chiamati nelle redazioni al posto di diacolor) il mitico Kodachrome/Leica a sviluppo cromogeno (ossia venivano "aggiunti" i colori nel processo chimico essendo il film bianco e nero pure questi) è degli anni Trenta del secolo trascorso…Al netto della fecola di patate tricromica delle belle immagini a “grande schermo” del Novecento passato a miglior gloria.
Categoria dello Spirito. Linguaggio eccelso. Manualità pura, artigianato non addomesticabile come il Supermarket colorato della Grande Puttana di Babilonia: i framassoncelli capiscono, oh se capisco queste riga! Essenza, sintesi del messaggio: chi lo dà il colore? Ma va a dà i ciapp’ paisà…

Man


Ps1 Così come il 1839 data “fatale” dell’invenzione fottografica (tutt’altro che errore) determina un prima e dopo l’Umanità tutta, altrettanto l’introduzione del colore (sino a quel momento appannaggio della Pittura eccetto lavori al tratto alla Durer per capirsi) che guarda caso si “insedia” negli anni Sessanta o del nostro Boo(mete) italiota. Il “progresso” o le sorti magnifiche e progressive del Kapitale (k as killer) e le reclame televisive: lavoro, elettrodomestici, belle case, bella vita Fellini docet e che doveva essere “eternato” proprio con pellicole a colori e filmati 8 millimetri…familiari. Costume che cancellava con un tratto di “colore” duemila anni di “bianconero”. E gli effetti quotidiani ne danno (inteso danneggiamento) conto: Montepaschi docet…e ce lo chiede pure l’Europa!

Ps2 Sarà un caso se galleristi/mercanti d’arte dinanzi ad un argenteo bianconero baritato non si fan scrupolo d’acquisto in un’epoca di Digigraphie by Epson?

Ps3 La normale ancora odierna tipografia usa quattro lastre CMYK bianconero cui si aggiunge, qui sì letteralmente, i colori durante la stampa offset

Why Photography’s B&W vs Color Debate Is No Debate At All

Kodachrome

Autochrome le meraviglie dell'autocromia la fotografia alla fecola di patate

Leica M-Monochrom
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