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Affioramenti & Memorie

Di necessità virtù? E che v’ vogl’ dì, cosa dirvi. State dietro un idea che frulla da tempo, specialità casa Manunzio, per la testa, e ci provate. Ma il taglio (non è la maschera messa sull’immagine come vuole il grafico figlio di Sky, ma semmai una prossima volta alzeremo velo) è troppo. Prova che ti riprova la cosa finisce poi in Polonia: Manunzio così lontano? A farla breve su un altro storicino rispetto allo storone webico, a prezzo modico due o tre fondali di vinile, non quei che i fotografi “seri” accattatn’, comprano dal falegname o marmista di Vaglia, che non è la moglie di Vaglio paese qui vicino chi scrive. Scemenze quotidiane tanto ci siete abituati. Arrivati i fondali che più piegati e strapazzati non si può, s'abbozza. E stiracchiando due dei tre neo acquisti, il terzo irrecuperabile sta in rianimazione...sistemati su dei cartoni settantapercento, messi a pisolare su l’armadio in camera da letto, così la signora o segugio alla F 451 non ci arriva. E cosi (malmessi) su lo stesso cartone dupleface gira che ti rigira il fondale sfumato, che fa il “verso” ad un marmo arabo, o di altra area geografica ancora ignota del terraqueo, il circuito si chiude. Si perché o accidentalmente o perché perché in editing voilà lo scatto “perfetto”. Manunzio in ripresa è molto schiatto, a volte, e non vuole nient’altro che il soggetto, aggeggi e pannelli di schiarita se non ci sono meglio è, tanto poi in post-produzione chi sacramenterà più e meglio dello stesso per una “schiarita” omessa? Fine prima parte.

Seconda parte e su il sipario. Fondale trovato verificato etc . Macchina fotografica, quale delle Olympus? Generalmente quel carrarmato della E3 che fa dannare per il suo peso e inquadrature da sistemare ogni volta, poi i fuochi e nun è cosa. La rediviva C 5060 Wz che tant' ha dato per non dire della stellare C 8080 e suoi 50 Iso (!) da seipertrestradai vabbè, ma. Un mormorio viene dalla borsa dove sta una Ep-2 e blasé Ep-5, con ottica 35 equivalente micidiale, abbiamo già scritto. E adattatore pure questo detto from 4/3 to M 4/3 per azzeccà, collegare ottiche Quattro terzi sul bocchettone della serie Micro: che s’adda fa p’ fotografà e sparagnà evitare inutili duplicati danarosi. Vero è arrivato un giocattolino trovato a buon prezzo, ottica 12/50 Oly, che strano a dirsi, fa cose turche e ne riparliamo. La signorina Ep-5 la schifiltosa non vuole l’adattatore ma solo tipo appena detto, mentre la Ep-3 pare andarci a letto, dopo nozze secondo vetusto costume. Breve che è già tardi, luce bank naturale di finestra e tende filtranti d’una calda luce mediterranea, e manico (pure questo già scritto) gli scatti che in post questa volta senza astemma (rosario poco cristiano) restituiscono...Cosa Manunzio, cosa? E vabbene senza arrabbiarvi: Memorie, affioranti come sub che riportano dai relitti marini...

Riproduzioni planetarie Archivi, documenti e...pecore

Manunzio è speciale e vabbene mettiamola così, però sta storia del planetario va detta subito. E di certo non è Gaia (accontentiamo i luciferini che tengono famiglia) né il terraqueo più accessibile ai più, quanto la colonna dove una volta era la “scatola” di 35 ma e pure 16 mm analogica pellicola che in tutti gli Archivi di Stato, e altrove (da militare se ne usato al Quartier Generale in Napoli d’antan) veniva usata per copie di sicurezza** di documenti a vario titolo, comprese “pecore”: sì, una volta scuoiate, da un lato si magnavano, non prima di produrre latte (pecorino e/o caprino anche a mezza via l’un l’altro formato caciotte) e la pelle usata a mo’ di pergamena. Operazione lunga e articolata e ne parlò con me l’amica Marilù dell'Archivio statale qui dove si scrive.
Pergamene per atti solenni e contabili come sempre: scrittura cuneiforme quanto si vuole in quel di Ur (starter civiltà umana d’occidente) sono solo e soltanto pagine “Excell” Microsoft ante litteram. Certo poi quando lo scriba/sacerdote nun’ teneva at che fà riportava i cosiddetti fatti della vita, di sei mila anni fa o giù di lì . Tempo che i maligni (luciferini?) vogliono l'inizi vero dell’umana storia, altro che milioni. E visto che ci siamo, altri ancora datano il bipede Sapiens-Sapines (una sola volta sapiente, no eh!) ibridato con DNA di mattacchioni alieni solo duecentomila anni fa. E se aggiungiamo la terra “piatta” non se ne esce più.
Planetario che una volta sparita poi la pellicola, eccoti sostituito l’asse verticale (stativo) con piano, così quelli della IFF (Industria Fototecnica Firenze) e digitale da padrona. Si vabbè dirà il solito buon “tampone”. Su quella colonna ci sistemammo la Olympus 5060 WZ da micro sensore, che fa senso: in che senso? Nel senso che sputtana tutta l’architettura dei minchiapixel orchestrata quotidianamente dai soliti babilonesi, a debito.
File infine per i tipi della Eni, si avete capito bene, di un loro calendario (starà da qualche parte, impilato del monumentale archivio Manunzio) sul Tecsass ‘taliano in Lucania/Val d’Agri formato fusti di petrolio firmati appunto Eni/Agip. Luogo dove vi arrivarono i Greci da Meta-ponto, poi i mena mano romani fondarono Grumentum, e non la finiamo più.
Viceversa la stampa (calendario) in formato A3 dei file un qualcosa di fenomenale per fattura di stocastica stampa, che fa a meno del maledetto retino. Una cremosità tonale da stampa fotografico e non già tipografica in quel di Milano, tant’è vero che il contafili (usato una volta proprio nelle tipografie a controllo dei registri CMYK, poi sui plasticoni di agenzia alla Grazia Neri meneghina, a verificare i fuochi dei fotocolor detti così anziché diapò) non mente.
Insomma contafili alla mano e vedere (letterale) tanti dettagli su pezzo di carta patinata, da un sensore lilipuziano ma della stratosferica Olympus C(amedia) 5060 WZ roba da leccarsi i baffi, da intenditore. E solito “intelligenti pauca verba”
** Film di sicurezza già dal nome sorta di “fotocopia” dell’originale cartaceo o menbranaceo di animale conservato e preservandolo da “maneggi” e distruttivi, in sua vece la riproduzione filmica a base argento una volta, oggi via digitale, per studi tout court



Di questo e di altri mondi

Lavoro che vi prende da tempo. Un luogo (piazza) conosciuto e già accorsato. Mattina presto caldo di mezza estate. Appostato davanti al muro, dove una volata era il bar dell'infanzia, aspettate quel quid che fa premere lo scatto. E mentre girovagate con la mente ai ricordi, di questo è l'anima del racconto per immagini, una donna in età fertile attraversa la strada proprio come la fotografia presa di tanti anni addietro; la mano e l'occhio in sincrono e dal vetro Lcd come d'antan quello Rollei l'inquadratura è ferma, immobile “attimo fuggente” non poteva che essere così, Olympus 5060 WZ esecutrice impareggiabile.
Dopo e molto tempo dopo rivedendo l'immagine, però, il tarlo va un'altra estate (vista dalle pagine di storia fotografica) del millenovecentocinquantaquattro del Belpaese. Mo' tu va a sapè se è suonn' o fantasie le due immagini tanto distanti. Assonanze forse
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