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Teschio o skull per esterofili incontinenti, grotte cantine. Controra (ora contraria letterale) da Aliano in provincia di Matera. Scena così senza manipolazione Pshop o ricorso famigerata AI. Tutt’altro che riverberi, anzi, poiché le foto e di panorama di Manunzio sono piene all’inverosimile di “presenze”


Fatti che (s)fuggono o meglio in contrasto con il belame, si, pecoreccio cui Munari & C. per l’ammasso eterodiretto quotidiano menano per l’aere maligno. Repetita juvant, dicono. Manu militari, certo. E poiché questa zattera a nome Manunzio punto it, di fotografia ci si prova vediamo di scandagliare l’immagine in copertina.
“...finiamo qui la prima parte...” si diceva.
Il luogo o location say english è lungo rotabile (una volta, in questa contrada, il dialetto gallo-italico, dal francese route, pure così in quel idioma e stavamo per scrivere idiota che è stessa minestra babilonese riscaldata, di tutti e nessuno a nome inglese) da ŕota latina e italica ruota di sicura onomatopea...rrrr rotolante conduce ad Aliano circondario di Matera. Immagini tratte da superba bianconero reversal a nome Scala Agfa, che è ritornata** in formato (codice) 135 alias Leica o corrente FullFrame (che da quella prende indegno nome!) digitale. Riproduzione su GH4 via Wi-Fi thetering, ottica Zuiko 35 millimetri equivalenti via adattatore da Old 4/3 a Micro 43, e diaframma 8. E andare oltre, prova provata, la diffrazione fa sentire i suoi effetti morbidosi. Tavoletta luminosa da cineseria a complemento. Mondi analogico-digitale, “vecchie” ottiche che continuano a far del buon brodo evitando l’agguato mortale per l’anima, meniamola così, della Giostra acquisti, amazzonica o meno.
Infine triste ma vero sì è impiegato trent’anni, durante la stampa su Canon inkjet, per accorgersi delle “presenze” in scena e che la matita ne delimita i bordi. Assolutamente inimmaginabile quell’occhio che campeggia fra le erbe che non è una Photoshioppata o mortifera (per l’anima?) AI, tutt’altro. Significa? Niente di più e niente di meno di quanto scritto…Forse che non cercavamo l’ora canicolare da immortalare? Atmosfera nota con vetusto lemma termine “controra” emulo english after-noon, letterale dopo l’ora nona dell’orologio latino? Tre pomeridiane, o ancora la mal tradotta siesta, hora sexta latina, ora di passaggio dei sacrifici vs l’Iperuranio alle telluriche Potenze sotterranee? Il Mezzogiorno di Pan Satiri e corteo di Ninfe (che anche in pozze d’acqua se le lavano proprio in quel momento topico, e nessuno mortale può vedere la scena, pene, ecco evirati ipso facto ancor prima che accecati: minchia)? Mito amabilmente narrato, anche, da Roger Callois in Les démons de midi

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Ps. Noi dell’Occidente una volta era il Latino durato per circa un millennio a “cementare” le genti, diversamente dall’artificio (tutte le lingue, parlate, dette standard lo sono per definizione, codice alias ID) a nome lingua inglese: di Rito York o Scozzese umidificato e retto-inficcato è vexata quaestio che qui non si tocca

Pss. Vero, corre l’obbligo di citare Roba Apposta di Branco Fotografico che con sua chimica “inverte” tutto dalla carta fotografica a pellicole: di tutto di più. E altrettanto merita menzione BelliniFoto che ha "ereditato" la Ornano chimica (bianco nero e sostituti E-6 favolosi per inversione Ektachrome Pro 64 di Kodak, e pure le Fujifilm, via Jobo tank sperimentata de visu e de manu) di Milano






Alchimia per trasmutare la materia grezza, tanto sul piano fisico che ( non altrimenti) spirituale. E a scuola Dante il Venerabile fa proprio questo con la sua Commedia tripartita: Inferno-Purgatorio-Paradiso. A parte il fatto che la zona franca a nome Purgatorio è invenzione dei soliti teologi ché nelle Scritture non trova traccia: una volta erano gli esami scolastici riparazione a Settembre. Bianconero categoria dello Spirito, quante volte scritto è condizione esistenziale, su le note del bianco&nero e sue nuance di grigi. Pellicole rivelatori e agitazione e contrasto, se stampata poi a condensatore via Durst o in luce diffusa; anche in questo gli ingranditori Durst erano impareggiabili, come la scatola di luce blu (letterale) che trovava posto nello chaissis del mastodontico 139. Luce (non più blu) morbida ha raggiunto l’odierno con la Multigrade Ilford buon standard odierno, certo non straccetto o rag à la page. Catena, quindi, senza scomodare Ansel Adams e suo Sistema Zonale, quando le emulsioni sensibili lo erano poco verso certe lunghezze d’onda spettrale. E l’uso dei filtri colorati giallo-arancio-rosso-verde, sì, un fatto estetico ma anche e non meno per forzare la mano, ecco, a certi colori/grigio. Catena che una volta entrati in Camera oscura la roulette o il terno a lotto relativo al bagno di sviluppo tutt’uno.Vero è che fra Plus-X e anche Tri-X Kodak questi per le “notturne” con D 76 oppure ID 11 o brodi per vasche verticali (solo i puristi usavano le tank a spirale nylon europee Paterson) da trentacinque litri-ti tipo D 50; per non dire della smisurata serie di “universali” alla ST 20 di Ornano by Milano. Certo anche Ilford non paziea ancora oggi fra FP-HP-brutta Delta (come Kodak T-Max) e suoi bagni e il Microphen delle meraviglia. E così Agfa Rodinal…e famiglie di pellicole dell’Est europeo che si mostrano tutt’altro che di serie B nell’odierno analogico panorama. Siché tornata in auge (Pecunia non olet) l’analogica pellicola anche gli sviluppi/rivelatori unici trova posto nell’Era dell’Unico Pensiero

Branco Ottico Zone
http://www.brancoottico.fineartlabo.com/zone-black-and-white-film-developer/


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