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Se come chi scrive state più sul web che di qua o detta vita reale vi accorgete, se persona onesta tutta senza lasciare dubbi di unità, e se due più due fa quattro (in quale universo tolemaico euclideo o cos’altro?) lo scarto, allora, è incolmabile fra l’una e l’altra sponda: “virtuale” e “reale” .
E veniamo alla notizia che si porta poi in link** per chi ne vuole. Breve, Epson ha dismesso i suoi attrezzi di scansione, scanner. Ora è ovvio che con una qualsiasi fotocamera digitale, dicasi tale, vi fate tutte le fotocopiate che vi occorrono. Ma altrettanto le riproduzioni che vi pare, già a partire d’accrocchi per telefonino fino a stativi da tavolo e non, e allora festa ha inizio. E per prova provata i risultai (reprodia, negativi bn e color) sono buoni per le cose che servono, stampa gigante compresa presso service ma anche stampando in proprio (sino A3 +). Epson, naturalmente non è stata sola (non scritto alla romana!) ad essa si è unita Canon per i “letti piani” e tutta altra batteria per gli scan dedicati al 135 o formato Leica: dagli ottimi Nikon scan di agenzie fotografiche per il Terraqueo, Mustek Paragon, Minolta….eh avessi voglia. Sì, anche Canon con il suo Fs2700 che sta lì a dormire il sonno dei giusti, su scaffale. Altri tempi infatti. Ma la cosa non si ferma qui e non a caso: Pippo che c...osa fai, si, di Fornaciari singer.

Arrivammo di primo mattino a Pompei (scritto con solo vocale finale vagli tu a dire agli idioti stranieri che la raddoppiano!) e accompagnavo dei colleghi un po’ speciali: fotografi del Ministero Beni Cultuali una volta, odierno della Cultura, pensa te, di Sangiuliano dire. Amen.
Bene Pompei non è solo rovine e riedificazioni “didattiche” per i turisti che gli piacerebbe vedere finanche figuranti tra-vestiti da vecchi pompeiani...mah! Dunque dentro l’area archeologica ci sono guide, ci sono storici-archeologi intenti a tira fuori terra l’opulenta e godereccia Pompei d’antan. E ci sono pure fotografi. No, un momento non i turisti bensì altri come i richiamati del Ministero. Sicché in un lato isolato degli Scavi per l’abbisogna, lussureggiante ambiente piano terra come all’epoca ante-eruzione in coccio-pesto a pavimento pareti parimenti, una sciccheria e poi...una sala dove troneggiava anche l’ingranditore a colori (Drusi o IFF?) e armadi pieni di ogni grazia di Iddio fotografico: Hasselblad a strafottere, Bowens (all’odierno il brand che non esiste più n’è rimasto l’attacco per accessori flash universale tipo Godox) padelle e padelloni con interno lampade opaline per luce diffusa; tavoli di plex fondo chiaro per scatti di resti vascolare come se fossero scontornati via odierno Pshop et simila. Un paradiso terrestre, va. Passammo mezza giornata con suono partenopeo degli astanti ministeriali fra battute da caserma e donne: sì, straniere che si portavano in albergo mo’ questo e mo’ quest’altro “personale” degli scavi. Un must. E poi a sera il ritorno. ‘mbè? Eh quanta fretta parliamo sempre di Epson, no? Sì, scanner altrettanto. E Pippo L...che scannava, ecco, un giorno sì e l’altro pure di negativi non pompeiani ma prodotti dall’allora Soprintendenza Archeologica di questa landa ministeriale si capisce. Una sciccheria di Epson V 500, negativi ovviamente seipersei di Hassel da leccarsi i baffi che ci potevi e tutt’ora fare manifesti stradali: senza se e senza ma, mira + culo della matematica binaria, trinaria, quaternario...come vi pare. File incredibili.
E mi farebbe piacere dirvi altro, forse per un’altra, che il clock dei pugnettari scrollatori compulsivi (quante pippe si sparano pro die?) non han tempo da perdere per lunghi testi e pure corti o nient’affatto! I scroll? You scroll, his she it scroll...we scroll? Mah!

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Ps. Gli scanner piani venivano usati all’epoca in vece delle ipercostosissime e poco diffuse digicamere, mostruosi incroci fra corpi analogici (in principio Nikon poi anche Canon e Kodak l’ibridatore con suoi CCD) e azzeccate, letteralmente, componenti a base silicio. Si è dovuto attendere la D 1 Nikon (dodici milioni di lire d’epoca quando i primi ircocervi costavano poco meno di cento milioni!) per il crollo del paradigma ed essere traghettati dal Caronte digitale nel mondo che si vive, quale ora ora ha poca importanza, e si vede. Scanner mastodontici quelli altri eXtraLarge della Epson, con il suo letto sino all’A3, che certuni impiegati statali dedichi a fotocopie e null’altro usavano per scannare “carte” (abbiam visto) dell'Archivio di Stato in questa landa, e quanto a risultato lasciamo stare: se uno fa solo fotocopie pensa e mette in pratica la già pessima sua arte, ecco, anche sul richiamato EX di Epson. Poi siccome non era cazzo del suo, eccoti le telefonate di “soccorso” da mane a sera, a volte con grandissimo scoglionamento nel fare, assemblare, aggiustare le stesse “carte” : ma l'Archivio non ha come mission la “copia di riserva” cui abbeverarsi senza intaccare l’originale? Ma per la classe dirigente lì deputata, ma pure presso altre sulfuree stanze ministeriali (Beni Culturali) Exel e mazzette è l’imperativo: alla cassa alla cassa...ché la cosa si fa lunga a dirsi e le carte...in Procura e magistrati che dire corrotti è offesa indicibile, insabbiano. Sic transit gloria mundi. Amen!

Pss. In cover l’Epson scan Perfection 1200 di oltre vent’anni fa che, a volerlo, fa ancora la sua parte riconosciuto dal Mac OS al posto dell’ottimo soft Hamrick Software alias VuScan contro l'obsolescenza, ecco, programmata dalla Giostra acquisti
(https://www.hamrick.com/it/vuescan/epson-perfection-v850-driver.html)






Ora a parte “d'ognitorno altra argilla bianca, senz'alberi, senza erba, scavata dalle acque in buche, coni, piagge di aspetto maligno, come un paesaggio lunare” di leviana memoria del Cristo si è fermato ad Eboli, la seconda immagine a destra è piena di “pesci” fossilizzati a bocca aperta, in verticale de i tagli del terreno; ai piedi di questi volti e poi ancora altri su un terreno di squame, scaglie di Quaternaria Era, i contrasti di luce e la stampa inkjet Canon conferisce alla scena drammatica tridimensionalità gareggiante fianco a fianco una analogica stampa: chapeau all'interprete e printmaker


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Se il Buongiorno si vede dal mattino. L'abbrivo è un problema se la notte, notoriamente nera per ragioni diciamo tecniche va, l'avete trascorsa in “bianco”. Il che per un fotografo in “bianco&nero”...E veniamo alle foto, va e che non potete gustare in diretta manco con la più pallida e sfrenata “realtà” aumentata: de che? Bianconero da brividi, e tuffo indietro di alcuni decenni ai tempi della Dark-room: stampe in camera oscura, analogiche su carta Ilfobrom e certo alla bisogna l'insostenibile leggerezza di gray nuance grigio alias Galerie per gourmet.
Ilfobrom baritata carta in gradazione fissa: 2 morbida 3 con brio sino, a volte, la 4 contrastata e mai come la 3M Ferrania, da impallidire Lanfranco Colombo (paatron della milanese galleria Kodak-Diaframma poi Ilford) che le vide, tramite un amico nella non ancora Milano da bere, stampate su 24 x 30 (stamani diamo i numeri qualità certificata Manunzio) e di reportage duro e puro come era uso all'epoca della “contestazione generale” sì, eppur marcata alla Tomasi da Lampedusa: ho detto tutto.
Stampe bianconero analogiche a lume di lampada giallo-verde, rossa di messinscena funzionavano solo in epoche d'ortocromatiche emulsioni; luce rossa, infine, adatta più ad altre posizioni, si capisce.
E la sigla? Certo: AM sta per Annunziata Mario, che in famiglia chiamiamo da sempre Enzo suo secondo nome: vedete? Nomen omen del casato e terzogenito poco somiglia al Manunzio “artistico” e però...Bussa al citofono e chiede di salire: mo'? Ma mo' sto armeggiando con uno stil-life che poi servirà per prossimo post: ahi per lo squillo e post prossimo si capisce pure questa. Abbozzo. Entra con una rossa cartella prossima a sbrindellarsi, uhmm. Ma aperta: che dire paisà? Gli occhi si lustrano per le stampe digitali ottenute tramite scannaggio, incruento a dir vero, di negativi seipersei trentasei usciti fuori dalla sua monumentale Rollei 6008, rulli che si sviluppa da sé: tombola!
Ora come si descrive l'indescrivibile? Occhio per occhio non vale: abituati al monitor, e l'infame colonna scrollante “telefonica”; obliterati dei sensi, cosa questa da stappar bottiglie gaudio e spes di algoritmi transumani dei bravi Davos boys: cosa dire? Non scantoniamo. Infatti i Sensi sono 5 numerologia esoterica a parte vi si deve aggiunge il 6° (3+3 massoncelli infernali) dell'altra metà del cielo (Manunzio c'è l'ha poppato dalla mamma) si vabbè che si fa notte.
E quindi step by step più o meno i cm 40 x 40 che il fratello scorre fogli quello che è a tutti gli effetti è, sì, un calanco materano eppure più di colline sfarinanti di leviana memoria, luce che accarezza ogni piega del terreno come pelle ancestrale con dettagli incredibili anche con la proboscide del nasino azzeccato sulla materica superficie di stampa, Canon inkjet dice il fratello. Stampe vista a giusta e debita distanza, quantomeno a misura della diagonale fotografica dicono i Sacri testi, qui veramente si termina perché mai e poi mai è possibile gustarsi una stampa bianconero digitale stampata vieppiù con i contro c...ontrasti. Chapeau.
E prima che il telo cali bisogna dire che il Buongiorno inizia dal mattino. Buongiorno? Sì, Lab in quel di San Severo, landa del Principe esoterico e sua Cappella, però, in Napoli. Fine...cifratura.

La sinestesia (dal gr. sýn «con, assieme» e aisthánomai «percepisco, comprendo»; quindi «percepisco assieme») è un procedimento retorico, per lo più con effetto metaforico, che consiste nell’associare in un’unica immagine due parole o due segmenti discorsivi riferiti a sfere sensoriali diverse.Così, Pitagora associava numeri e suoni e Aristotele confrontava gusti, colori e suoni con il tatto. Treccani online


Ps. Il Lab Buongiorno cui riferisce il fratello Mario-Enzo (Giano bifronte ?) Annunziata fa cose turche, non solo stampe con Canon principe inkjet ché la classe n'est pas de l'eau, anche rilegature artigianali: musica per le orecchie, un po' sorde a dir vero ma mica f...uorvianti di Manunzio. Da farci un pensierino. Buongiorno, ecco


Pss. Scrive il fratello..."fatto 30 facevi trenta e uno indicando il Lab link:" presto fatto e, come già avvertito, un semplice copia incolla collegamento è meglio che non trovarsi la pagina per mille e una ragione esulante da Manunzio

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