Manunzio



Sotto la neve...pane

In che senso? Beh acquistarlo e mica la metafora del seme che sotto il candido manto, e chissà che detersivo per il candeggio...
Certo è che la neve e da noi qui su le montagne, difronte la finestra si alzano sui milleduecento di altitudine, porta ad un atavico ricordo di vecchi libri, dove l'elzeviro riportava che da Novembre a tutto Marzo la neve era padrona. Tempo da lupi. E in parentesi l'ultimo preso a fucilate qui in città, risale a più di mezzo secolo e nelle fotografie di Gennaro il foto-studio con bacheca espositiva su la Pretoria (Main street) ma che stava in un suttan' (abitazione sotto livello strada come altre, sebbene più ad uso domestico) con lunga gradinata sino al fondo dal tipico odore pungente dei bagni: no toilette please, bensì l'idioma dei fotografi e d'antan indicasse, e tutt'ora, i chimici per il trattamento del bianconero, anche se, filologicamente, ecco, si riferisca al solo sviluppo della carta fotografica.
Neve e pane e da qui l'arco riflesso di approvvigionarsene. E infatti stamane il “candido manto” così dai libri di squola, la coniuge e richiamo a prenderne “perché finito”. Vabbene e seppure controvoglia infiliamo gli scarponi, poi giusto cento metri la boulangerie, che però ha lasciato il negozio chiuso...e fila di vecchietti presi a ricordare. Arco riflesso quanto tutt'intorno si è “circondati” di market, anzi uno, a quattrocento metri più o meno, ne sforna (surgelato ma buono al sesamo) in continuazione per chi ne vuole!

Man

Ps. Tanto a rimembrare i cretini, battaglioni, che squola si è scritto a bella posta e non già su “quaderno di bella” scrittura, usato per esercitare la mano (senza tastiere) e mettere “ordine” a ciò che si era scritto corretto e cancellato sul quaderno di “brutta” sorta di canovaccio antecedente la “bella scrittura” certe finesse d'esprit d'antan con tanto di bacchettate su le palme di mano in caso contrario, negligente. E usavamo il pennino che s'intingeva nell'inchiostro da un piccolo e nero bicchiere infisso nel banco, sorta di tavolone nero anch'esso, e che tutte le mattine la bidella riempiva da un bottiglione! E le pagine dei quaderni Pigna, l'ultima dal doppio uso: pitagorica per moltiplicazioni, che noi abbiamo mai imparato e tutt'ora computiamo a mano (!) e d'altro verso assorbente, proprio per “assorbire” le immancabili macchie di inchiostro “sparso” qua e là
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