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A volte


Bussavano alla porta una giovane e anziana, forse decana o già istruiti va mo’ tu a sapè. Sempre su la soglia, gentili. E a me questa storia non è mai piaciuta di ricevere gente su la “sogliola” di casa, ma anche con insistenza non c’era verso che entrassero e mi dispiaceva. Testimoni di Geova. E su le porte degli imbecilli condominiale senso esteso, non ci sono solo gli idioti minchiapixellisti, una targhetta tutte uguali ammoniva tuonante: Testimoni non suonate. Immaginate che su la porta di casa (appartamento sotto l’egida finanziaria della coniuge) manco i cognomi della richiamata e sottoscritto ci sono impressi con ottonate targhe o più modeste plastiche: niente.
Sennonché questi benedetti “genoani” ecco adesso si sono motorizzati con trespoli su rotelle campeggiante Torre di Guardia, Svegliatevi etc tutte stampate in Stars & Stripes natio, emanazione di Cia-Mossad-Pentagono basta non indagare ché la loro missione, guarda caso, è fare la festa a Vaticano Spa. Apriamo parentesi per gli imbecilli prezzolati e a telecomando: la tripartizione almeno del morente Occidente (dicasi batoste che mena Trumptiello alla Commissione europea dixit) è Roma con San Pietro & Co, regno dicamo spirituale. Londra piazzaforte della moneta, City of London. Terzo ed ultima Washington la deterrenza militare, triade che un tempo apparteneva a Roma (la prima che conosciamo by Italy, seconda Bisanzio-Costatinopoli-Istambul e terza Mosca, sì, proprio così Putin o men che sia) e tutt’è tre tenute a bada da un “obelisco”: tutte. Vero ce ne altri in giro per le richiamate nazioni-capitale ma non è qui il caso. Chiusa parentesi.
Testimoni di “genova” li chiamo sempre così non bussano più a porte ma, carrelli a parte vicino a supermarket (!) e fiere rionali per chi capisce, ora sta brava gente, senza ironia e virgolette, ché c’è ne pure in mezzo a loro e non sanno di essere eterodiretti da centrali di Intelligence, ché anche così si conducono le guerre e non solo e tanto con le “scoppette” schioppo in senso lato armi tout court. Su telefonino o sul cordless non ricordo la chiamata ma suono d’anziana (più che chiedere sembra voler essere confortata che lì, in altra vita, le cose...) come quella di mia madre dolorante per gli acciacchi e dolente anche e forse soprattutto per il primo figlio: chi scrive. Imbarazzo da non dirsi mentre l’anziana prosegue e non ho voglia di interrompere tanto conosco la “materia” e riesco a dire che ho due Bibbie in casa e molti altri libri che un tempo avrebbero fatto felice Santa Inquisizione e rogo a conseguenza come Giordano Bruno. Manunzio dialettico al telefono fa scena muta: Manunzio! Poi qualche altra battuta di convenevoli e il saluto. Quella voce quella signora che manco so com’è fatta me la sono sentita nelle orecchie per giorni, così come certe immagini cui potenza devastante non fa dormire Manunzio la notte, proprio così o quasi. Sic transit gloria mundi!

Ps. Non diamo il solito link alla famigerata Wikiqualcosa il perché, anzitutto da prendere con le molle la “presunta” imparzialità dell’Unica Enciclopedia dell’Unico Pensiero, Unico Hamburger...rediviva Babilonia/Torre adotta questa come “testimonial” dai credenti di Geova più o meno Dio, più o meno. Altro motivo e che se non si ha una benché minima infarinatura delle Scritture precetti e conoscenza su propria carne di Vaticano Spa non si va da nessuna parte; le cosiddette giovani leve (minchiapixellisti a complemento) già lavate di cervello...ci siamo intesi. Certo se uno tiene la capa tosta...s’affoga nel mare magnum del Web, fatto apposta per i pischelli che non conoscono com’è fondato l’Occidente che fra le tante ha partorito, ecco, proprio i telefonini e per minchiapixellisti già del buon Steve Jobs e riguardatevi la su “effige” più satanica di così...


Alamiré alla fiera di Mast’André
(in memoria di)



Il talare caffellatte con tanto di cordone a cingere il fianco dai tre nodi: obbedienza, castità e povertà, il passo sandalato il pomeriggio di sabato al culmine di partita a slargo Portasalza (rione cittadino che nel nome ricorda la scomparsa porta di borgo turrito) sotto un cielo infuocato, si para davanti. E’ un fuggi fuggi generale tranne chi si è attardato alle pinze dell’indice e pollice che stringono i lobi degli orecchi: colpito e affondato. E per i fuggitivi, tanto prima o poi… Così conciati che un plotone d’esecuzione forse è meglio, il frate cappuccino da buon pastore, ritrovata non la pecorella smarrita biblica ma una turba, sotto le scale di una impossibile gradinata di marmo vede, con sottesa crudeltà, salire una ad una le povere anime sin lassù al piano dove spalanca il salone mezzo appannato per l’afa. Il tavolo da refettorio è lungo e tutt’intorno noi ragazzi, il segno di croce e la immancabile filastrocca stile Branduardi. Fine. Momentanea si capisce. Il catechismo, o come era uso dire l’adunanza, passa dall’orate frate a le povere orecchie che si riprendono dalla pinzata, mentre gli occhi guardano l’uscio come extrema Thule, appunto, nostra salus. Ed è così l’immagine di Padre Vitale francescano più che secolare che alla veneranda età dei cento-e-tré se ne andato proprio oggi, e domani Undici settembre (!) Anno Domini 2024 i funerali vedrà l’apoteosi. Grazie per le “pinzate” eppure non mi è concesso terminare con l'aver appreso, il segno di croce, ché in sua vece più amaro e laico: Sit tibi terra levis!


Ps. L’immagine è parte di un narrato fotografico stampato che imposi, manu militari proprio così, all’Assessore Cultura di questa landa e che se ne dolse con la mi madre responsabile d’asilo d’infanzia; a sua volta e nel suo stile non me ne fece grazia, una che fosse una a dirla tutta


Suor Mary Kenneth Keller

A mia madre che avrebbe voluto studiare

"Se l’Informatica e Internet sono oggi come li conosciamo, il merito è di molte donne: matematiche, fisiche, ingegnere, programmatrici, scienziate, imprenditrici che hanno contribuito in modo essenziale a questa rivoluzione tecnologica e culturale. Se ne sono accorte Cinzia Ballesio e Giovanna Giordano che nel libro L’informatica al femminile. Storie sconosciute di donne che hanno cambiato il mondo (Neos edizioni) hanno raccolto una serie di ritratti di donne che hanno cambiato il mondo. Storia e scienza, aneddoti divertenti e spiegazioni scientifiche, si intrecciano nella pubblicazione che racconta, tra le altre, le vicende di personaggi come Ada Lovelace Byron, la prima programmatrice della storia, Hedy Lamarr, che ha ideato la tecnica di trasmissione basata sulla variazione di frequenza (le sue intuizioni e i brevetti depositati sono alla base delle moderne tecnologie wireless), Margaret Hamilton, che può essere considerata l’inventrice dei software moderni, e Mary Kenneth Keller, la suora-ingegnera-professora che non solo è stata la prima donna a conseguire nel 1964 un dottorato in Informatica all’Università del Wisconsin, ma anche colei che ha inventato il linguaggio di programmazione BASIC. È proprio la protagonista dell'estratto che vi proponiamo"

La storia di Mary Kenneth Keller, la suora tecnologica





La zia d’America & lo zio scapestrato

Figaro prima e postino poi deciso a mettere la testa a posto, uso dire, con matrimonio “combinato”. E da chi come e quando non è possibile ricordare ché son passati cinquant’anni.
Vi arriviamo, a casa della futura sposa, a piedi dopo la tratta ferroviaria lungo uno sterrato in salita, a verificare questa volta il corredo nuziale di casse ed armadi pieni di “dote”. Senza dire che la sposa accompagna il tutto con appezzamenti di terreno, su cui scorribando sino al fiume laggiù.
Sì certo la casa è rustica, eppure tenuta come una civilissima abitazione cittadina, e senza acqua corrente in casa (un fontanile per mandrie a poche centinaia di metri svolge il suo compito e ci si reca con gusto a far provvista d’acqua per l’abbisogna) così pure la luce elettrica, sostituita a soffitta, da lucerna a gas a certa ora della sera dalla “nonna” la sposa, vestita in abito locale: possente e presente tutto il giorno in cucina come Nume tutelare della famiglia.
E poi camere e soffitta dove curioso fra aromi di cipolle aglio e conserve per l’inverno, e sottostante stalla dirimpetto all’orto tenuto con geometrica precisione. Infatti il papà della sposa (poi mia zia) è un marcantonio mai fermo: ora qui ora là per il podere che termina a valle lungo la ferrovia; a monte tra rocce e orrido su fiumara nel caldo torrido d’un Agosto fine anni Sessanta.
Terminata la “rassegna” del corredo fra donne in nero della sposa da occupare una stanza intera, a latere nonna (madre dello zio) e mia madre (sorella dello scapestrato) che non ne lascia passare una, al solito rompiglione…mentre si prepara una tavolata per la “colazione” e sono appena le dieci di mattina quando escono dalla madia: caciocavallo salsiccia soppressata sottolio…pane nero buonissimo, tanto per gradire e si scusano (i parenti della sposa) per la poca roba in tavola (!). Naturalmente vino, acqua minerale aranciata a temperatura, così della piccola ghiacciaia (non c’è ancora il frigorifero) domestica in un angolo della cantina.
Fuori è caldo e pizzica la pelle, immancabile la romiglione madre non vuole che prenda sole: vabbene che in mezzo a tutti loro mediterranei olivastri la mia pelle chiara occhi pari e capelli che virano al biondo, sembro un nordico, consiglierebbe cautela ai raggi solari, e però…sarò a sera di un color “aragosta” su viso braccia gambe in pantaloni corti a dispetto della (mia) “madre”.
E mentre il giorno scorre in cucina si prepara il pranzo della domenica (dopo la colazione mattutina!) con la zia d’America venuta apposta da New York. Messa a confronto con il babbo della sposa, sorella gli somiglia in tutto “stazza” compresa da corazziere. Impasta e stende con il mattarello la sfoglia come in un quadro fiammingo, mentre poco più in là seduto ad un pizzo dell’enorme tavolo da cucina, un tale con macchine fotografiche al collo. Solo molto più tardi quando avrò contratto il virus della fotografia (che non m’abbandonerà mai più, incurabile purtroppo) nel ritornare alla memoria di quel tempo saprò che essere Leica e lui, il fotografo, nientemeno che di Life…ma questa alla prossima e del matrimonio dello zio e la zia mai capacitata della sorte ricevuta, ecco, dello scapestrato ex figaro poi postino alle Poste!

Man


Ps. La zia americana preparò quel giorno una lasagna lieve e dolce, zuccherina esagerazione ma per capirsi, mai più mangiata. Anzi è proprio quel gusto morbido e dolce che, nell’ora meridiana del pranzo domenicale, fa riemergere dal quel tempo oramai lontano
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