Cartoline dall’Euro(pa)
Fotogrammi cartacei che una volta si stampava in bianconero in formato settedieci per poi essere, appunto, cartoline dieciquindici. Bianconero degli Anni Settanta. Ricordi per lo più, cartoline, conservati in album di faglia: praticamente eterni a meno che fisicamente non è distrutto il supporto. Oggi sono “faile” che oggi leggi e domani? Non v’è certezza e chi vuol essere lieto sia (ad ore). Tuttavia ci interessa, qui ed ora, altro tipo d’immagine, quella del sogno corrente (partita contabile?) della fabbricazione dell’Euro(pa) ad opere di luridi individui, i soliti camerieri politici del Kapitale (k as killer). E nelle vesti qui nell’italiota Belpaese di un detto “dottor” sottile ex Psi, ex Presidente Consiglio, sbolognato alla Corte Costituzionale: il
compagno socialista Giuliano Amato!
Amato confessa: ecco come vi abbiamo portato nell’Euro
E ce l’hanno detto in faccia
Man fotografo dal 1969
Ps. Giuliano Amato bojardo estensore insieme con sodali europoidi delle regole EU o del famigerato Trattato di Lisbona che eradica (nelle intenzioni) il concetto e prassi degli stati nazionali per creare un meticciato (a questo servono gli sbarchi quotidiani, ma solo nel lager a cielo aperto a nome Italia, voluto manco a ricordarlo dalla chemioterapizzata, non a caso per chi intende, Emma Bonino di quel Partito Radicale nato nel 1955 proprio perché “ce lo chiede” l’Euro(pa) della City of London e dall’altra Wall Street Stars and Stripes). Finalizzazione di quel progetto (a salve) a nome Nuovo Ordine Mondiale: unico hamburger per tutti, unico e planetario talk show, unica lingua: guarda caso quando si dice il caso, come Babilonia d’antan di cui qualcuno, a certo punto, confuse le lingue: metafora per disarticolare già l’allora Ordine Mondiale. La storia cosiddetta quando si ripete è tragedia, come quella della Grecia per chi ha orecchio, intenda