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"O voi ch'avete li 'ntelletti sani, mirate la dottrina che s'asconde sotto 'l velame de li versi strani”

In corpore vili (si può fare di più senza essere...'mbrattatel’)

Veniamo cataper’ cataper’ (step by step) da non lontano negozio di Belle Arti cosiddette, a buon ragione: tubetti colore carte matite colorate Faber Castell, si raccomanda, e carte di ogni specie (natura e supporto) a firma Canson che pure si è accatat’ (acquistato) e il buyer, che sta dalle parti di chi scrive, li ha portati citofonando giusto sotto casa a l’ora di pranz' cu ‘ nu buccon’ ‘mmocca, scesi al piano a ritirare con il boccone in bocca vista l’ora con i famigli a tavola.
Sia come sia, sì, esperimenti in copore vili. A voi che zombi siete vi frega de meno non prima di “che ci guadagno”? E però Manunzio ha invertito rotta: go back, no? Proprio così ché schifato nauseato oltre il dicibile di macchine obiettivi e questo e quello, sì, la giostra degli acquisti ne siamo scesi mo' e semp', grazie a Dije. Sia lodato Iiddio o qualcuno in sua fece.
Inversione ad U a dirla tutta ab ovo: origine quando non s'era ancora “ritrattore” che un dì lontano a queste lande identificava il “fotografo” di cerimonie, ritrattista-trattorista tanto per far rima, meniamola così.
Significa? Beh, innanzi tutto, si è andati a riesumare in tre grosse scatole very nice acid free à la page stampe (digitale) che risalgono anche a quindici anni fa, schizzi diremmo abbozzi di idee fotografiche al passo corrente (!) d’una magnificenza unica e colori e contrasto da impallidire l’odierno: un viaggio nel Tempo (che è Galantuomo, sempre) passato e senza usare il Cronovisore di Padre Ernetti chiuso e sigillato nei sotterranei lugubri di Vaticano Spa. Vedete la malia delle stampe (digitale)? Ecco cosa servono gli archivi cartacei. Carta nobile Fabriano, Canson, Awagami tutte non trattate e finanche carta per fotocopie (!) ché l’Arte, qui più che povera poverissima, fuori ordinario comunque la si giri, provarvi a trasmettere un qualche input all'elettroencefalogramma terribilmente piatto tipico dei cadaveri di voi li fuori.
Siam poeti in un modo più che di prosatori ‘mbrustuttator’, di chi sul condominio Myphotoportal (bello e buono messo in prima pagina, pure, un altro ed un altro ancora reporter prezzolato del tipo Munari, ambedue che non san tenere una macchina in mano, però han petto tronfio di medaglie, sì, di Stampa & Regime e non si perde tempo cu sta ‘mmunnezzaglia Myphoportal o men che sia, quinte colonne d'utili idioti del circondario). Finiamo qui che poi ci torneremo su stu signur’ e quatt’ e nu sold’ reporter di guerra embedded. Tiene famiglia e c'è da capirlo, manco i cani!

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‘mbrattatel’, prossimo ad imbianchino, che qui si chiama nientemeno pittore, colui ma pure colei sguattera Dea Madre che imbratta, insozza le tele di pitture poi, come prammatica, amico degli amici l'artista prezzolata (puttana?) è messo su gli altari qui, certo poi lì su ara sacrificale e Belzebù che se la ride avendo fatto fesso l’imbecille di turno, come Colombo con pezzi di vetro e finte collanine dei Vucumprà toccando suolo in America, ci era arrivato ben ultimo e gli amerindi ridevano sotto i baffi.
Cataper’ cataper’ (calcar pedibus, lento pede, festina lente) un'onomatopea il rumore delle scarpe, un dì pesanti scarponi con punte e tacco chiodati di contadino scarpa grossa e cervello fino, uno dietro l’altro lungo il tragitto vero o di fantasia che sia compà.
'mbrsuttator' che spaccia, senso lato, prosciutto infimo per bello e buono, cialtrone, arruffatore, truffatore matricolato


Ps. Evidente che nell’immaginario (!?) dei maschietti ma pure zoccolette ancelle Dea Madre che i gradi (allamari o calamari?) sono azzeccati (petto zizze fate vobis) dopo aver frequentato i corsi di fottografia (!?) della Munari & Co. Senza dire che sta fetenzia non sa, fa finta di non sapere che il medagliere si conquista anche e soprattutto sul campo di battaglia. E lo diceva il nostro Comandate di squadra durante la naja di mezzo secolo fa. Palle al centro e senza moviola!


Immagine in alto stampata su carta (non trattata per inkjet) Arches acquarelle Grain fin da 300 gr. Si nota con tutto il limite del monitor d'ognuno una “patina” già tipica della carta non trattata (sebben funzionale a la visone che si intende proporre al cosiddetto nonché famigerato prossimo) e dominante magenta; sottostante Canson Aquarelle Rag 300 gr che riprende pari tramatura della Arches beneficiando di certo “candore” per la stesa di solfuro di bario, che si ritrovata insieme a carbonato di calcio su tutte le carte dette Fine art per inkjet



Traslitterazioni (di carta e non solo)

Ora senza scomodare alcunché siamo d'accordo una volta tanto che il “supporto” è già messaggio. E capiamoci qui di carta per stampe che si somigliano, tanto poco o forse niente. Analogico-digitale ibridazioni che non da oggi Manunzio mette in pratica, e con buona dose di risultati considerato che i colori e/o il bianconero godono della più ampia infedeltà diciamo cromatica. Stamani non ci viene il ditino a mettere virgolette a mitraglia: mah!
Sia come sia da altrettanto tempo uso di una bellissima Arches a trama fra martellata e buccia di arancia: come toccare na bella femmina, ché non si ha altro riferimento nel paragonane ci siamo intesi, forse. Carta da stampa per artisti tout court che si è piegata per l'immagine digitale, se detto con buona pace del fatto. Senonché, e siamo a tre, la Canson ci ha messo del suo traslando la Arches in digitale e con buon compromesso, diciamo tattile. Ora la carta ancor prima che finire azzeccata a muro, passa per le mani e presenta una vibrazione (siamo fatti di vibrazioni non numeri caro lugubre matematico Odifreddi in grembiulino) che nessuna Ai, oggi o domani potrà algoritica + mente restituire. Per quanto i satanici babilonesi ci provano con il transumano (nel sogno idiota di immortalità) non avranno tatto, lato traslato o come vi pare. Parvenza sì, certo. Siamo umani e spiace per essi che faranno una bruttissima fine e Satanass li aspetta, oh se li aspetta.
Dunque le carte analogico-digitale messe a paragone comunque reggono. Tuttavia bisogna apportare modifiche anche sostanziose al che la scena rifletta l'aria dell'ora meridiana, ergo quel tanto di velo atmosferico tipico, però della carata Arches non trattata per il digitale, quel attutirsi dei passaggi tonali è funzionale al racconto che s'intende trasmettere. Viceversa non così con Canson formato Arches. Insomma la scrittura fotografica (già traslato da ripresa analogica su pellicola Scala diapro convertita in digitale via Ammiraglia E-1 Old M 43 e ottica 35 millimetri Zuiko Macro) è inutile girarci intorno ne risente, però...con qualche colpetto in Pshop (da dilettanti qual ci viene rimproverato aspramente da mane a sera, usiamo Elemnts) è possibile ristabilire lo sguardo primigenio. Infatti enfatizzando fantasmi in scena e le nuvole soprattutto essenza metafisica per antonomasia, attutito il cielo fondale da dominante magenta, che non c'è modo alcuno di attenuare su la stampa non tratta Arches, il resto si può dire: Ok il prezzo è giusto. Certo poi de gustibus


Ps. E siamo a tre con le carte Canson, forse frutto del caso o perché la carta ha scelto me cosa questa e per tanti aspetti inquietante quasi fossi (!?) una marionetta cui fili ben altri tira a proprio disegno. E a questo punto il marchio Canson diventerà (ob torto collo?) una nostra scelta forse anche per il bianconero e se ne conserva un pacco ancora intonso Prestige II, anche se la Galerie Baryta Ilford è di una squisitezza unica; tanto Baryta-baryta quanto la stessa ma con superficie perla degna di ammirazione poiché siamo al top e ambedue le superfici ben s'accordano a quelle lontane emulsioni Galerie analogiche che stampavamo un dì in camera oscura

Pss. Non è che disdegniamo Hahnemühle FineArt Baryta (per tacer di Awagami must have japanese) anzi ci intriga il fatto che anche in formato A3+ la stessa ha introdotto una carta deckle-intonso bordo, questo provata con una stupenda Amatruda fatta a mano con tanto di tramatura da farla sembrare un papiro!

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