Photo © Michele Annunziata
Parigi val bene…una foto. Il francese è quello scolastico che mi ha fatto dannare l’anima negli Anni Sessanta. Francese di scuola. Tuttavia è la Fotografia che mi fa preferire quel Paese: resto e sono italiano senza se e senza. La fotografia (sovrastante) qui in minuscolo come scatto, sorto dal magma interno che ognuno poi si porta dietro e noi con discreta consapevolezza espressiva e narrativa. Di quelle cose (ante scatto) vaghe di Francia, non certo mediate da un cretino a tutto tondo alla HC Bresson: chissà un Atget o un Doisneau. Anche se non è detto siano state le loro immagini (fascinazioni) ad “ispirare” lo scatto. Infatti anche di qui fumosi film con Jean Gabin, o una nebbia di Simon Signoret con Alen Delon: mirabile la scena di lei (L'evaso) che rientra in casa con una panella di pane che sembra proprio qui e ora, ma già nella memoria del tempo!
Di certo c’è che quel giorno (fotografia sovrastante) e non un altro con pari nebbia, il mestiere di fotografo ha ri-creato lo scatto. Quella nebbia e quel silenzio di centro cittadino della mia città e non già Parigi. Fotogramma “parisienne”. Impressione mattutina (fotografia sovrastante) ripresa con una Camedia Olympus presa dallo zaino anch’esso quotidiano: e quanti minchiapixel?
E tuttavia l’immagine si presta a ben altro, ché a questo punto (entrati nell’ottavo anno da quando esiste Manunzio.it) bisogna scriverne, e di come sia possibile far breccia nelle genti ai quattro angoli del terraqueo che vedono le immagini prodotte…come di Giacomelli mai mossosi dal suo luogo natio. Paralleli che saltano fuori dalle pagine di riviste…
Man