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Per grazia ricevuta. Forse

Vi siete svegliati con il piede giusto (!?) uso dire. Fuori è nuvolo ma non piove. E quindi tutte le premesse per cominciare la settimana nel meno peggio dei modi: seee buonanotte!
Sicché ancor prima di arrivare al dunque, rispondo prima ad una mail di tale Cole Thompson black & white fine art, mi raccomando, fotografo ameri + cane. Sì di quei tizzi, che sanno certo il fatto loro e le immagini lo dimostrano non c’è dubbio, ma da buon ameri + cani boriosi si pompano all’impossibile circa il restame umano: sono gli “indispensabili” si pensano sul Terraqueo natural + mente Stars & Stripes. Allora ritorna in mente il pullover, sempre quello estate e inverno come divisa o talare religioso, di Marchionne che ci azzeccava nel dire che i ‘mericani capiscono solo e soltanto il linguaggio della forza, forse per questo fan “pace” con i Russi ché gli Yankee sanno di prenderle di santa ragione. E noi memori di questo si è scritto al Cole Thompson, facendogli capire “confrontation” che non veniamo dal nulla, anzi pur vivendo in Provincia italiota e mica per questo fessi siamo: lato traslato e come vi pare. Senza ricordare ai pischelli scrollatori onanisti compulsivi e pure minchiapixellisti "melius est abundare quam deficere" che l’Itaglia è venuta formandosi con uomini (le donne se la contano secondo prestazione, ecco, per i fatti loro e stavo scrivendo nel giusto c...) della spina dorsale dell’italico suolo: letteratura, pittura, canzone, teatro Eduardo docet non meno che il Principe della risata...schiere di intellettuali in senso ampio. Poi gli altri italioti, oggi come oggi, al più posso fare come i meneghini della Milano da bere d’un provincialismo, altro e pernicioso e diverso dal richiamo di luoghi dello Stivale, bieco manco i cani e Milano è piena zeppa di “colletti bianchi” che ci parlano u siciliano, ahh, per chi capisce.
Il reply del compare americano, siamo pari età anagrafica, tutto d’una correttezza e complimenti per il breve curriculum vitae inviatogli, e grazie al c… che c’è arrivato ma se le prese di santa ragione (Marchionne dixit!) castigat ridendo mores, e ho cliccato unsubscibe nell’augurio di non essere più rotto etc etc etc. Seee mo’ mo’ quasi offeso del fatto in sorta in “lesa majestatis”...Sicché quando il gioco si fa duro come i Blues Brothers. Stop.
Archivio (non c’è santi ché non riesco mai a metterci la i finale, e il correttore provvede, al solito senza sacramentare s’immagina!) Manunzio è immagine che pare notturna da punto punto di vista fisico-bestiale. Una processione e per strada (quindi street Verolino?) per intercedere una grazia o…Oh voi che avete l’intelletti sani, mirate cosa s’asconde sotto il velame delle...foto strane di tale Manunzio: mah!



Ps. Il titolo è un prestito, ecco, dal film scritto diretto e interpretato da Nino Manfredi

Pss. Immagine in cover corre lungo diagonale, con PP nu pover' scemo (siam politically in-correct), dietro donne ridens, il resto della colonna, poi tromboni lato e traslato, chiude la parata l'immagine del Santo, in caso di specie, San Giuseppe lavoratore (secondo gli Apocrifi Vangeli nun era cazz' du soje e per questo, su invito della Maronna Gesù lo seguiva, pecchè diceva semp Maria "è person' anziani e nugn' alluzza troppo" da vecchio non ha più buona vista e po' cumbinà qualche dann', Gesù vanegn'' appress' a ta sir, segui tuo padre putativo,prestanome, si capisce!)



Sabato del Villaggio, ancora una. Anno Domini 2025 addì primo Marzo

D’accordo il Sabato, scritto come una volta ci insegnava la maestra tanti anni fa, sarebbe di pausa o “annotazioni” che il buon Manunzio, ecco, propone nel Diary a quanti si soffermano anche del tutto casualmente, via tag, a leggere le solite menate: stavo per scrivere stronzate secondo vulgata della coniuge, che Iddio ce ne conservi, ancora.
Dunque smanettando in archivio eccoti affiorare, sì, come relitto un’immagine di quando una volta eravamo umani al posto di non si sa cosa l'odierno che passa il convento. Sia come sia un Notturno dall’Italia: lato traslato o come vi pare al solito. Elezioni parlamentari lo si deduce dalla scritta “Senato” l’altro ramo dell’italico parlamentare: roba vecchia da archeologia industriale, post mortem, post questo e quello che al minchiapixellista tout court, meglio lo scrollatore di telefonini, nun gliene po’ fregà de meno, dietro ricorsa a chi scrolla di più per Guinnes dei primati, si capisce. Insomma della “generazione” che non genera per mille e un motivo che non conviene indagare ché non si finisce più.
Archivio Manunzio, fotogramma bianconero, di street eh Verolino: chessa senza dubbio è proprio street, p’ strada. E’ inutile dire che l’originale, e che funebre originale (a destra cover) a sinistra di soft online che usiamo di tanto in tanto per “colorare” questa e quella immagine e vedere che effetto che fa alla Jannacci singer. Scena notturna s’è detto su la Main-street (cui fotografia di street, eh) meglio orazione funebre in nome e per conto del PCI (Partito per dove non si sa, Comunista Italiano per lo scrollatore triste solitario e finale verso l’ultima dimora) E allora? ‘mbè quella signora con bimbo (jena ridens?) il piede cosi in bianconero originale, l’operatore a sinistra fra lo scoglionato e quant’altro...la borsa sotto palco (esplosivo?) carte sull'acciottolato, infine a sinistra colorata gente pascolante...E allora vai con sforbiciata: Oliva oliva oliva a strafottere del candidato, Prospero Bonito Oliva dai tratti di caballero mexicano con baffos e mancante di sombrero, olè. Prospero compagno di mezza tacca, altezza quanto al resto un prob’uomo, fratello guarda caso di quel cacazzo di critico a nome Achille* mentre il terzo-genito fratello è stato Responsabile protocollo del Tribunale di questa landa (Tolstoj: dove c’è un tribunale c’è ingiustizia, sante parole, sante). Sicché colpi da cane in Pshop, una riquadratura più umanoide e il colore...mi fa sorridere, amaro a dir vero che manc’ Crist’ sa e potrebbe: fotografia che si lascia “leggere” eh Munari**. Sine ha detto proprio così: leggere?!? Eppure certo Haas che sicuro avrà spulciato la "nostra" dice esatto contrario: "Mi auguro, dice Haas, che, per quanto possibile le immagini possano (parlare!) farlo con il loro Linguaggio.” Visivo che altra cosa***

*https://it.wikipedia.org/wiki/Achille_Bonito_Oliva (Nato a Caggiano basso salernitano ma più vicino a noi lucani, Vietri di Potenza San Cazziano Le Fratte qui a due passi)

** Andate a rileggere sta "perla" della vestale del Nulla
https://saramunari.blog/2023/12/06/fotografia-e-testi-di-accompagnamento/


***Il cinema che (è fotografia ndr) si avvale di immagini, linguaggio visivo. Federico Fellini "Fare un film" Einaudi editore

Trasposizioni (imbarazzante)

Presto detto circa la “traslazione” da analogico a digitale. Lo scatto è sua una insuperabile inimitabile (mi pare sia risorta da qualche parte* e che il soft Nik 7 riesce a rendere verosimile) Agfa Scala 200 e ottica Yashica 24 mm su Contax (RTS o 139 a distanza non si ha record in memoria!) e la location, scenario, è Aliano around, near o come vi pare inglesi che siete li fuori, in Provincia di Matera. Una minuscola comunità che pare vivere ancora i tempi letterali dell'altrettanto libro: non citiamo ad evitare cazzeggiamenti di gente abituata a Munari/Verolino declinare: che declinazioni, eh si raccomanda!
Certo che bisogna aver metabolizzato il libro, tanto l’abbiam fatto che se ne ha due copie con la prima che perde fogli a furia di sfogliane le pagine. Un libro magico. Un libro per iniziati e qui terminiamo.
Pellicola argentea la prima che un giorno (!?) lontano e per prova che non abbiamo più replicato su altri e “dotai” sensori della personale brigata di Olympus Old 4/3 new Micro e Panasonic a complemento, belle bestie quest’ultime. Ma all’epoca c’era soletta (sola piccola a alla romana?) la E 1 Old standard e suo “economico” 35 che senza accessori arriva al rapporto 1:1. Piccoletto niente male a certi diaframmi più che altri (ci siamo dannati l’anima a trovare a prezzo umano il 50 mm Zuiko preferendovi al contempo un 55 mm Yashica/Contax che via adattatore ma questo è storia recente). Old mitica E 1, cui interno è come stare in un monastero tant’è la mistica che diffonde e si percepisce altro che verti e ferraglia (a)varia(ta) di Sony per tacer d’altri brand(y) su trespolo mezzo traballante e mezzo pure...con il 35 millimetri: che dire? Mistica si è detto forse e più qualcos’altro, sicuro. File “traslati” che sono un babbà su soli “cinque” megapixel e stavo per scrivere minchiapixel che è tutt’altra cosa!
Dunque i file che si possono, a sto punto, tirare a settantapercento senza problema alcuno pur del “piccoletto” sensore (old) 4/3. Incredibile cosa fa la mistica non meno che la matematica, pur sempre opinione e fermiamoci qui.
Cenno breve del campo, immagine a mo’ di cover. Centro cittadino e archi che si ripetono, una scala non vista, e giù sul buio un gattino. Ecco è qui il problema che non mi dà requie ogni volta che l’occhio “benedetto” ci cade sopra. Soglie in definitiva: soglie di un di qua verso un al-di-là o forse senza stacco fra parole: mah! Di certo inquietante e non meno che in spirito con il libro che bisogna aver metabolizzato prima degli scatti, questo vale immancabile per Manunzio che non si mette alla ventura per fare clichete e clichete. Street photography, quindi? Eh bel dilemma bisogna chiedere allo strit (calembour per gli idioti minchiapixellisti tou court) fotografer napulitane, sì, chella bella faccia e luna chiena di Verolino semp’ iss’. Scusate Maest’, si vabbè, ma chess’ ca avimm fattt’ (fotografato) a chiamamm’ all’american street o nun è megl’ country (rural?) photography, sa’ visto o paesiell’ ca avimm’ fotografat’…?

* https://www.adox.de/Photo/formati-delladox-scala/

Cover formato intero un po' pesante stile...Manunzio

NB. Si certo si può fare le slide in bianconero con quasi tutte le pellicola in commercio (a questo mi par di capire quei mattacchioni di Branco Ottico e loro kit; c’è pure la Bellini che succhiatasi la mitica Ornano in quel di Milano, propone un pari reversal kit (https://www.bellinifoto.it/prodotto/kit-amatoriale-revbw/) e ci sono pure “formule” in salsa antiche tecniche cui sperimento furono un disastro annunciato ché si staccava letteralmente l’emulsione...di più che onesta Fp4 Ilford nata per fare altro e bene)

Ps. Yashica & Contax o più esatto Contax/Yashica era una joint nippo/germanica (mancava l’itaglia per fare il trittico: Ro.Ber.To Roma-Berlino-Tokyo della IIa Guerra Mondiale) durante gli anni Settanta passati, difficili, se ne è parlato altre volte, quando gli europoide andare a pietire cappello in mano “assistenza” agli occhi a mandorla giapponesi, e prezzi bassi in primis causa problemi petroliferi, all’epoca non c’era il cattivissimo Putin! E oggi si triangola con l’India dei Brics+ (!) a dirne una, che ha preso petrolio a buon mercato dalla cattivissima Russia sotto sanzioni per i coglioni eterodiretti e lo rivende e ci si approvvigiona per l'inesauribile Giostra acquisti!

Pss. Noi la Agfa Scala l'avemmo gratis e prima assoluta in Italia grazie ad una tenace tira e molla (sponsorizzazione?) con la germanica sede in Milano; anzi pure lo sviluppo delle stesse che mandavamo a Roma e ci ritornava senza costi aggiunti coperti da Agfa Italia, si capisce




© Archivio Manunzio



Sabato del Villaggio, oggi, di Leopardi memoria suggerirebbe...Senonché tutt’altro che versi, quanto prosaica cover che ci ri-porta con i piedi per terra terra si capisce.
Breve lo scatto è di un Ventennio fa che pare misura temporale dell’Itaglia da Piazza Venezia in camicia nera, e mai tolta, sino ad oggi. Sia come sia l'archivio consultato stamani per una di quelle cose che frullano nella capa di Manunzio, che tuttavia è rimasto disorientato ancora una volta di tali immagini. E allora conviene fare un passo indietro, non di ventennale scorrere temporalesco: no, non piove e né nevica in pieno Febbraio tra queste montagne!
Dunque quattro lustri fa ero in Ospedale, sì, psichiatrico: no, non saltate a piè pari che poi cadendo potreste spezzarvi le cosce! Lavorava lì un’amica pisicologa e siccome mi era venuto lo sghiribizzo (non trovo altro termine detto razionale) di fotografare i matti la pregai di intercedere presso il Direttore sanitario che non ebbe, in verità, problemi a concedere permesso forse immaginando di trovarsi con un pazzo in più da...aggiungere non a tavola come il musical ma al reparto dei “normali” degenti: pacc’ in dialetto che dice tutto e dice niente tant’è l’uso non certo anatomico-funzionale cui si riferisce in caso che qui, ecco, non è caso. Insomma un manicomio intendere, daje.
L’Ospedale, Casa di cura per problemi intellettivi (!?) direbbe il falso politically (in)correct ospitava e tutt’ora gente da “manicomio” che il buon Basaglia decise di abbattere sebbene a babbo morto errore tragicissimo per mille e una ragione che qui non è il caso ché si farebbe notte, profonda e senza manco lume. Ah in proposito “Morire di classe” Gianni* Berengo Gardin (insieme a Carla Cerati) ne è squisito esempio, di manicomi si capisce.
Allora di ritorno non ci fu molto da aspettare ché il Direttore sanitario, grazie a intercessione più della Madonna dell’amica pisicologa, e daje scritto così e basta!, concedesse il Nulla osta. Girai per padiglioni che all’esterno non sembravano così enormi, popolata d’una umanità refrattaria triste solitaria e finale abbandonati al loro destino. Pazzia ancora oggi, diciamo, fa paura ché sa di tutto e di niente tranne il fatto che so’ na cosa pirandelliana alla “Così è se vi pare”. Ecco se vi pare.
Ero accompagnato all’epoca degli scatti fra i padiglioni da sanitario non so’ se pisichiatra e/o pisicologo, insomma sorta di fra’ guardiano o body guard. E mai avuto problema coi “matti”.
Era Novembre con un sole che spaccava le pietre, uso dire qui quando l’arsura spacca e rende la terra fessurata per mancanza di acqua; dietro i finestroni con grate (un si sa mai) fu il mio teatro della memoria. Passarono in posa tanti a farsi fotografare, alcuni ben consci dietro la loro approvazione (scritta come da prassi del caso) e altri no, non meno coscienti dei firmatari, forse oltre l’immaginabile costatatio d’essere Nulla di chi ha già capito e su propria carne: Tutto. Lì per lì ci rimasi ché c’erano dei volti come tanti libri di vissuto...però anche quelli che sono in archivio non sono da meno. “Volti che un dolore immenso ha trasformato in maschere” prendo a prestito un passo delle Orme** che cazzeggiavano gli Emerson-Like & Palmer ‘mericani (o inglesi?), sì, un complesso musicale (le Orme) degli Anni Settanta passati.
E volete voi? La luce che di questo siam fatti, tutti, certo alcuni sono solo “fatti” e basta nelle vene. Caravaggio va, luce non cercata ma a disposizione in quel momento. Alloa? Sono volti e dolori senza altra mediazione: volti come scritture.
E la cover? Un assoluto colpo di culo che più di così: no, non è vero. Quello messo in vetrina, è di due o tre scatti a seguito, cui due pur ben messi...Ma il dito che punta alla testa (manicomio, eh) l’ha fatto il “matto” senza niente dire: Manunzio non fa il Director casomai si ferma a che l’evento venga fuori di per sé, sebbene a distanza di anni quello scatto sembra ascrivibile a telepatia. L'atmosfera in cover è oltre il dato contingente, finta: ah dirà qualcuno finalmente il trucco. No, tutt’altro. Finto nel senso che l’immagine a colori è convertita da bianconero a sua volta da color e dato in pasto a certi algoritmi “colorize” che ha ri-creato atmosfera su + reale. La coloritura (veniamo dal bianconero e aniline colorate per chi capisce) è meglio dello scatto originale, una magia inesplicabile e non dicibile con linguaggio di noialtri umanoidi, Manunzio compreso che qui ci sta.
Non ho altro da aggiungere vostro onore, ecco, così chiudeva Perry Maison in tv, senza ricordare che tutto vien fuori da stellare Olympus C-5050 Point&Shoot che è offensivo definirla così per Manunzio, che altre volte ne ha cantato meritate lodi, insomma una Leica in tutto e per tutto con suo stratosferico equivalente passo universale o Full-frame 35 mm a 1.8 di apertura! Stellare da dieci e lode all’ingegnere che l’ha progettato, lente e non solo. Deo gratia!

Ps. Una domanda per Francesco Verolino & Co: ma chess’ fotografie mo’ cumm’ e chiamamm’ pcché nun stann’ miez’ na via, quindi, nun putimm’ dicere street: cumm’ amma mett’ nome?

Pss. Ad onor di cronaca devo ricordare i veri matti, purtroppo, che giacevano come Iddio vuole all’ultimo piano dello psichiatrico Ospedale. Da un finestrino, di quei che si vedono in televisione ma di celle carcerarie, lato traslato o come vi pare, con caschetto da sparry partner di Conte memoria, agitarsi in moto senza fine da una parete a l’altro della stanza o seduti per terra. Un inferno

*https://en.wikipedia.org/wiki/Emerson,_Lake_%26_Palmer
**https://it.wikipedia.org/wiki/Morire_di_classe



© Archivio Manunzio



Racconto per immagine (mille inutili parole)

C’eravamo tanto amati, film di certo più d’ogni altro, Ettore Scola regista emanazione by Pci, mette in evidenza la “crisi” susseguente illusione della presa Palazzo d’Inverno cosiddetto una volta a sintetizzare la Rivoluzione bolscevica del Novecento scorso in Russia cui derivò l’URSS, o Repubbliche Socialiste Sovietiche che poi l’alcolizzato Eltstin a distruggere tutto e seguente Gorbaciov prezzolato come l’altro in dollari. Storia mica chiacchiere Verolino. Sarà. L’immagine in cover più di mille parole (inutili!) pur sempre parla anch'essa di fine e del Pci seguito tramonto il cosiddetto Compromesso storico, e non solo, con la morte di Aldo Moro e sua scorta via Stars & Stripes: altro che quei cretini eterodiretti di brigatisti che non stavano in piedi figurasi fare fuoco della Madonna su la scorta, roba da professionisti tipo Mossad in Via Fani, Roma 16 marzo 1978.
Sia com sia passata la festa, dopo aver scatenato il Movimento a salve del ‘77 la porta girevole mostra il Craxi-craxismo italiano “riformista” come cantava Antonello Venditti; Mitterrand in Francia, Santiago Carrillo in Spagna, ma premier Felipe Gonzales altro “socialista” dall’allora, trio insieme a Berlinguer che avrebbe dovuto essere il “piano” per il fantomatico Eurocomunismo in salsa pummarò Cia-Mossad-Pentagono: ammuina.
Vedete come una “banale” immagine narri questo ed altro? Come è presto detto. Quattro cadaveri “eccellenti” parafrasando il film di quegli anni di sangue sparso giovanile da l’una (fascista) l’altra (sessantottini tout court tipo ma non lontano Giorgiana Masi uccisa dai fascisti della Celere Polizia) illusi comunisti con maître-à-penser Tony Negri che entrava ed usciva dall’Hiperyon de Paris, luogo di spie spioni trafficoni globalisti luciferini ad adrenocromo. E sì il teorico prof a salve di rivoluzioni aldilà del bene e del male: babbei Manunzio compreso che data l’età non aveva ancora tanta finesse d’esprit. Infatti siamo stati banco di prova generazionale per quello che è ora il Nuovo Ordine Mondiale, piaccia o meno, purtroppo.
A noi, dunque. L’immagine ancora una, mi par di ricordare a colori (sono passati tanti anni) o forse no, ma non è questo tant’è che basta ricolorare via digitale la scena...e si perde tutto con la massa lattiginosa tipo Blob ammorbante e sviare di conseguenza la nuove generazioni dette Z pur sempre l’ultima lettera dell’italico alfabeto: che dire di più? Così invece “tonata” l’immagine è meglio, il funerale sfocaticcio (scatto da fotocopia da screeplay-scenografia che mai vedrà luce su la città dove si vive). E poi c’è poco altro che il colore possa aggiungere come pure i “fuochi”. Infatti già con quella capa torta (ob torto collo?) dell’unica donna sul palco, sperso lo sguardo e sorriso triste solitario e finale si discosta dall’oratore venuto da Botteghe Oscure (nomen omen eh!) sede nazionale del Pci non distante da Piazza del Gesù l’altra parrocchia, democristiana poi fusesi in ogni senso nei Ds e attuale Pd, Partito Distrutto, Partito di Destra, Partito degli amici Stars & Stripes!
Oratore colto, ecco, nell’atto di aggiustarsi gli occhiali con tipico gesto professorale: ehi voi vil plebaglia che ascoltate! Sennonché se ci si mette nei panni di Reichlin tale al secolo don Alfredo (don siculo per chi capisce) sebbene egli guardi, manco i cani, a destra! Come Amendola, altro paraculo “riformista” Pci e quell’altro prima Ministro degli Interni poi nientemeno Presidente della Repubblica ‘talia Giorgio Napolitano. Sì, quello che il globalista Kissinger (k come Kossiga su i muri) disse: “My favorite comunist!” Meno male che ce lo siamo tolti dai cabassisi, e giù a spalar carbone per la “classe operaia” che tanto ma proprio tanto odiava, a morte. Morte del Pci, eh. E quei due cadaveri alla destra la cover? Seppur stavolta messo in prospettiva sono a sinistra: Franza Spagna purché se magna. Uno consigliere comunale, Beppe Biscaglia, l’altro trinariciuto Silvano-silvestre-uccel di bosco Micele. Senatore che abitava aldilà del ponte che si vede dalla nostra retrocucina: Manunzio è al centro dell’Universo! Camminava il senatore di tre cotte insieme alla consorte in ogni dove e un palmo da terra; altezzoso quanto basta e amico degli amici. Tutto qua? No certo, se non in altra immagine che non postiamo in cui il quartetto dei morti viventi, avvolto nel sudario di rosso stinto, socialdemocratico quanto dire, è ripreso in Campo Lungo stesso palco cui si scorgono i tralicci e la Piazza Prefettura alias centro cittadino (ci è passato Zanardelli e sua legge su la Basilicata da vita da cani, Benito Mussolini e suo discorso scolpito fatto sparire da quei soliti notabili in orbace il giorno prima, poi giacca e cravatta vescovile alla Z’ Emilio Colombo ras democristiano e pure Premier benedetto in loco, in fotografie d’archivio recuperate con peripezie; poi Benito Craxi e suoi boys al soldo amerikano, k as killer e film Costa Gavras, e altri ancora dignitari pagati da Cia-Mossad-Pentagono come pure il mitico affabulatore Giorgio Almirante, casomai un’altra volta mostreremo la piazza delle piazze cittadine s’intende: Potenza nomen omen, no? No!) e piazza vuota manco i cani a didascalia per i “compagni” . Che di li a breve si venderanno il culo, alla lettera, in formato LGBT+ cui la lesbica dichiara Elena Ethel Schlein (una volta tanto al contrario come migrante è la Svizzera a venire qui sull’italico suolo!) impronunciabile, parabola d'oltretomba d’un partito Pd che della “classe lavoratore” se dissociata (pecunia americana non olet) è abbracciata la “diversità” tout court e ci ha pure provato contro Slavi, che non ci riscalda il cuore, contro gli africani cui viaggi sono pagati da Soros & Davos boy, per il meticciato para-robotico: “Mamma tu sei bianca mentre papà è nero, ed io chi sono?” La Verità innocente dei bambini. Già ma noi (chi) siamo? Per un’altra volta… E’ questa è pure “street photography” scatti e fuggi tanto di diman non v’è certezza, signor Verolino Vincenzo? Noi vi preferiamo ché c'è tutta una storia, "reportage" d'ieri oggi e di diman...


Nb. Immagine a latere ma non troppo la Piazza come festa mentre accoglie l’allora Segretario Pci Enrico Berlinguer. Festa a tratti da strapaese ma almeno ci si conosceva e in quanto “classe” provava ad opporsi prima ai Chicago Boys (prove fatte in Cile di Allende-Pinochet) poi la Commissione, da pronunciarsi in lingua siciliana, sì, l’avvisaglie ante-litteram vs. Van der…E l’odierni Davos Boy di Soros & C.


Pss. Per gli scrollatori onanisti a tutto spiano che pensano esista il Mondo nell’atto dello scrolling aifonesco o androidiani che pari sono, sì, la Generazione Z Ultima della Giostra acquisti, PCI Sta per PARTITO COMUNISTA ITALIANO costola fuoriuscita del Congresso socialista di Livorno 1921, miglia e migliaia di secoli fa!








Fotografare è difficile asseriva Ando Gilardi da le antiche pagine di Progresso Fotografico. E poi è molto difficile o persino impossibile tradurre il significato profondo dell’immagine attraverso la scrittura.
Una foto d’archivio di Manunzio (in cover interpretata) e scatto della personale Leica a nome C 5050 della gloriosissima (ex) Olympus Photo Division. Sì una terribile Point & Shoot, poi certo il solito manico fa differenza tanto o poco che altra questione.
Archivio che sembra l’altro giorno eppure son passati dieci lunghi anni da quel click (accludo schermata di Lightroom, pure ogni tanto bisogna far vedere di essere à la page e usare i softar’, così pronunciato da un amico pure lui fotografo a temp’ pers’ o per hobby, from french language, dei professionisti). Aqui (lasciato senza correggere lo spagnolo involontario da tastiera!) non si narra del buon Verolino ‘o stritt' fotografer’ scritto accusì per gioco di suoni o più nobile calembour, semp’ iss' co’ cappiell’a beseboll’ ‘merican’ ‘ncap’ ca scritta NY, vale a dire Neve Iorca: ma iss’ so leva quann’ s’ va a cuccà, from verb french coucher?
Tuttavia in quel quadretto che si para davanti l’occhio corre alla donna-ombra, non sua ma di chi la precede, veramente molto strana a dirsi che doveva essere più sfuggente sul muro se rafforzata alla stazza dell’uomo a procedere: boh, che dire? Senonché non si è avuto modo di azionare lo zoom della “leica” che già di suo è lento, quindi di necessità virtù in post rimesso a posto quello che la capa di Manunzio, i suoi occhi, avevano visto. Dice ma ‘o stritt’ nun’ s’adda mette man’ ‘ncopp’ sinnò Cartier Bresson s’arrevota’ dint’ a tomba! Ni pecché nuje è over’ nascimm’ reporter ma a chiss’ tiemp’ ca, ce simm’ convertite, no all’Islammo none, a cose chiù terra terra (missili?) artistiche. Ma nun’ ‘amm’ truvat’ nu fetiente e gallerista (con benda su un occhio e gamba di legno da pirata) ca c’avess azzeccate ‘ncopp’ a mur’ ste chiaviche e foto “artistiche”!

Un populu
diventa poviru e servu
quannu ci arrubbanu a lingua
addutata di patri:
è persu pi sempre.
Ignazio Butitta



Original photo


Ps. In un tempo in cui Stampa & Regime RaiNews24 fa, o ci fa è vexata quaestio, i tiggì in lingua inglese mattina pomeriggio e sera, parimenti in lingua persa in ogni accezione ukraina, seguita da “lingua” dei segni un tempo sordomuti al corrente “diversamente abili” ma sempre sordomuti sono e restano, ché siamo contro l’imbecillità del politically correct (pane al pane e vino al vino che non ce ne po’ fregà de meno)senza parole, quindi dell'italiano...poi si fan "statistiche" già taroccate dei giovani e la lingua...che il pensiero va non altrimenti all'altro giorno: Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole...si dissero l'un l'altro «Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra». Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo. E il Signore disse: «Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l'inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l'uno la lingua dell'altro». Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra. Genesi 11. 1-9




E si dicevamo che di tanto in tanto, sempre meno se guardiamo le proposte senza capa né coda d'indegne fottografe su Myphotoportal, stavolta ci azzecca. In cosa? Semplice in qualcuno che sa tenere una fotocamera in mano, e da quel che da presso diremo pare divertirsi di sti tempi ammorbati da Sara Munari & Co, che non capisce una mazza di fotografia, bensì fottografia e per un donna (!?) il termine, meglio verbo napoletano…
Allora il nostro va. Diego come il nome di compagno d'infanzia finito chissà dove per le strade del Mondo.
Sia come sia il bianconero che il fotografo Bardone mette in pagina, a prima botta fa buon umore, sempre di sti tempi, il resto viene da un occhio vigile, ma. E sì, ma non sta scritto da nessuna parte che il reportage (proprio così e mica stiamo parlando di Verolino ‘o stritt’ scritto per chi intende il calembour partenopeo, napulitan’ con ‘o cappiell’ ‘ncap a beseboll) non può e deve essere "aggiustato": manipolazione è quella diuturna censoria tout court di Stampa & Regime sionista-anglo-americana. Reportage, quindi, per noi vetero qualcosa s’intende.
Sicché qualche buon colpetto in Pshop & Co non inficia né tradisce la bontà dello scatto (spiace Maestro Berengo Gardin) fosse anche un Burn & Dodge, ma pure un po’ di sfocatello non guasta.
Quindi fatevi quattro buon alzate di labbra nel vedere il Diego Bardone fotografo: chiamiamolo sorriso? E vabbene così. Il resto? Mancia così il cadenzato dire di Gabriele Agamennone, l’americano che fotografava con un enorme porta-filtri Kodak montato sull’ottica di Canon Ftb; d'inverno in jeans con neve (!) e scarpe da tennis veniva allo studio AGL-FotoLampo con fustino (vuoto) di ACE, sì, candeggina, a chiedere un po’ di bagno. No, che avete capito, bagno non per bisogni vari, no. Bagno cosiddetto in gergo per lo sviluppo e nel caso stampa bianconero...ma poi come sviluppava i negativi, con lo stesso? Sì, qui c’è molto più di vexata quaestio al riguardo, non foss’altro che il “bagno” per stampa era ed è terribilmente contrastato, si vede che lo diluiva nella tank Paterson per negativi, comunque mai investigato della cosa. Vedete il bianconero, già Lingua come anche il nostro Bardone mette in pagina, è un’altra cosa fra l’alchemico darkroom e tante troppe impossibili variabile che oggi un Verolino qualsiasi, semp’ co capiell ‘ncap e besebollo, vi riuscirebbe. Vale a dire puro artigianato che non si apprende in un’ora, manco fosse la cosa che si consuma con la signora di turno...a pagamento o meno, no. E manco in settimane quanto in anni e anni di pratica. Vabbè si fa notte e sono le dieci e trenta di mattino, tredici Novembre Anno Domini (per noi si capisce) Duemilaventiquattro. Amen

Nb. Fottografare nulla sparte con la conosciuta arte dello scatto, e viene dal classico ma pure oramai italico verbo "fottere" per chi intende

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A distanza di decenni dallo scatto, l’atto conclusivo del Golgota sotto la Croce del Nazareno secondo le Scritture, nell’ora in cui i soldati romani cazzeggiano, tranne il primo a dx che a testa bassa sembra echeggi il biblico...era veramente figlio di Dio…dell’avvenimento tragico appena concluso, ritrovo, a dirla tutta, una sorta di sovrappensiero che muove al fotogramma. Un automatismo apparente, quanto si vuole ma che, se non fossi stato "indottrinato" di Catechismo, mai così il pathos sottotraccia dell'inquadratura.
I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca.
Così si adempiva la Scrittura: Si son divise tra loro le mie vesti e sulla mia tunica han gettato la sorte.
Vangelo Secondo Giovanni 19, 23-24





Venerdì Santo, Crucifige


E’ il clou della Settimana Santa, quando all’ora nona e siamo intorno le tre pomeridiane il supplizio volge al termine: questa è storia vulgata, fra Pilato dalle mani candide di sapone sopraffino e gli intabarrati Caifa & Co. del Sinedrio ebraico; lesti di mano i romani quanto al resto "Graecia capta ferum victōrem cepit". Dite? Sì, proprio spizzicati, e barbari ça va sans dire, gli odierni Yankee. Quanto ai secondi, soliti scribi farisei e Benjamin Netanyahu Gaza docet su tutte le televisioni terrestri. E fermiamoci.
Questa volta la cover non è dotta citazione, Crocefissione, pittorica della Storia dell'Arte, quanto uno scatto fotografico, giacché qui si parla pur sempre di fotografia tout court. Certo anche bisognerebbe domandare se lo scatto rientri a pieno titolo nel canone street o reportage: vexata quaestio Eccellentissimo Cattedratico nonché Luminare Prof. Vincenzo Verolino, che impazza sul web con sua ideologia di strada, questa a conti fatti la sua street photography o e stritt' sritt' vicoli di Napoli dove egli signoreggia da Viceré.
Lo scenario, infine, è Atella in Vulture che non è un "cornacchione" quanto prende nome dal Vulcano spento dei monti circostanti. Atella già ieri ha aperto la tre giorni dei Misteri. Molto suggestivo l’ambientazione, l’immagine conclusiva del Golgota, ambientato sotto le mura cimiteriali del piccolo borgo!

Ps. Vero la Sacra Rappresentazione per antonomasia, sebbene molto inflazionata e scompaiata da tempo, è sicuramente Barile a un tiro di schioppo da l’atellano luogo, vi si arriva ancora con una stradina interna, pur se vi è un tragitto rotabile più moderno e fruibile. Nome men, quindi, per l’ottimo vino Aglianico del luogo (non è uno spot bensì ottima costatatio) e terre lucane convicine. Borgo che mette in scena, oggi Venerdì, per vie e vicoli i cosiddetti Misteri. La prima volta che andammo ero molto piccolo sul finire degli Anni Cinquanta, con la nonna battagliera napoletana. Era un giorno velato, e su la vaporiera, sì, quelle che si vedono nei film di Agatha Crist’, le porte (ogni passo una!) dei vagoni non più scritto Terza Classe di Fascista memoria quanto una più democratica (Cristiana) Seconda classe: panche toste e dure da far male le chiappe a starci seduti, ma tutto il tempo stemmo al finestrino che ci apparve, e lo era, un avventura



Pss. L’immagine non è toccata in alcun modo se non colorata artificialmente, eppure molto intrigante del bianconero di partenza su HP5 Ilford e Contax 24mm Yashica (se già detto, ma repetita juvant della pari bajonetta Yashica-Contax). Cielo magnificamente nuvolo ma non troppo: sospeso che manco i migliori registi di film riuscirebbero. E se vi capita una giornata così, con tanto di casse acustiche che irradiano musica classica, oh, fa effetto a noi che non siamo né saremo ferraglia robotica “eterna”


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