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Cartolina dall’Amerika (k kome killer)

È andata malissimo per lo Stato Profondo. Sbarazzarsi di Donald Trump utilizzando un assassino solitario il 13 luglio avrebbe fatto pendere la gara presidenziale a favore di Joe Biden.
Ma non ha funzionato. E, dal punto di vista dello Stato Profondo, non poteva andare peggio. Trump se l’è cavata con un graffio ad un orecchio e un’iconica opportunità fotografica che lo ha trasformato in un eroe americano, dandogli la spinta per riprendersi la Casa Bianca.

Gli attori chiave dell’establishment statunitense – lo Stato Profondo dell’impero – hanno fatto una scommessa per necessità. Trump non è il loro genere di persona. Ha parlato troppo di porre fine al lucroso racket della guerra in Ucraina contro la Russia. Ci sono però troppi interessi personali che spingono per il mantenimento di questa guerra per procura. Non si tratta solo di profitti per il complesso militare-industriale e per Wall Street. Si tratta anche di affrontare geo-politicamente la Russia per preservare l’egemonia statunitense.
L’opposizione dichiarata di Trump al racket e la sua promessa di porre immediatamente fine al conflitto in caso di elezione a novembre lo hanno messo nel mirino.

C’è una stretta somiglianza con il caso di John F. Kennedy. JFK era contrario all’intensificazione della guerra per procura contro l’Unione Sovietica in Vietnam e, più in generale, voleva un ridimensionamento della Guerra Fredda. La sua opposizione agli enormi interessi acquisiti dello Stato Profondo aveva portato all'”azione esecutiva” di Dallas, il 22 novembre 1963.
Come nel caso dell’attentato a Trump a Butler, in Pennsylvania, anche a Dallas c’era l’apparente circostanza di un tiratore solitario. A differenza di Thomas Matthew Crooks, che ha sparato diversi colpi contro Trump, non era stato il ventiquattrenne Lee Harvey Oswald a sparare contro JFK mentre attraversava in un’auto scoperta la Dealey Plaza. Oswald era stato solo un capro espiatorio scelto dallo Stato Profondo per coprire i veri assassini – diverse squadre di cecchini dispiegate quel giorno dallo Stato Profondo.
Nel caso del ventenne Crooks, anche lui è un capro espiatorio, ma la differenza è che gli è stato permesso di entrare in un luogo di massima sicurezza e di sparare qualche colpo prima di essere eliminato.
Come l’Oswald opportunamente ucciso, i morti non parlano. Quindi non sapremo mai fino a che punto Crooks sia stato aiutato per riuscire ad eludere gli agenti di polizia e i servizi segreti e salire su un tetto per sparare a Trump.

Come nel caso di JFK, l’insabbiamento è già iniziato. In mezzo a furiose critiche di incompetenza, il Dipartimento di Sicurezza Nazionale e l’FBI stanno indagando sugli eventi che hanno portato al tentato assassinio. Come si fa a credere che organizzazioni complici e coinvolte nel fatto indaghino correttamente su se stesse? Non possono – e non lo faranno, per definizione


https://comedonchisciotte.org/lo-stato-profondo-aveva-puntato-tutto-sulleliminazione-di-trump-e-ora/

NB.
Infatti...The Secret Service’s Failure-to-Protect Is Being Blamed on “an Operational Failure”
https://www.paulcraigroberts.org/2024/07/22/the-secret-services-failure-to-protect-is-being-blamed-on-an-operational-failure/










Bar sport

No, non ci occupiamo di cose calcistiche, tanto nazionalpopolare che europee, anche se di quest’ultima in certo senso…
Immagine cos’altro? Fotogrammi usa e getta. Effimero come il brand dell’assessore Nicolini in quel di Roma tante estati fa e che dura na voltata e na girata.
Dunque il popolo europoide andato alle urne, meno degli aventi diritto**, ora che accade? La sceneggiata e dei “camerati” antisemiti dei Giovani meloniani, diciamo così, al posto d’una volta quando c'era a il MSI (Movimento Sociale Italiano partito tutt’altro che di nostalgici, gli Usa e Britannici foraggiavano in chiave anti-comunista; reduci della Repubblica di Salò e molto altro ancora, e con a capo il pifferaio affabulatore Giorgio Almirante) si chiamava Giovane Italia con tanto di saluto romano (braccio e mano tesa ad angolo particolare secondo canone “matematico” l’allora Ministro Starace: Eja eja alalà). E qual’è sta sceneggiata a reti unificate, il cosiddetto fascismo che fa paura a na vecchia ‘nzallanuta Segrè che fa mettere paura, agli ebrei? Ma se l’allora Gianfranco Fini, nel frattempo a Fiuggi/Rifondazione da Movimento trasmutò alchemicamente nome in “Alleanza Nazionale” e il neo segretario venne ricevuto, anche, dal Gran-capo Sinagoga in Roma. E lo stesso Fini poi in veste ufficiale andò in Is-Ra-El (si scrive così per chi capisce) al “cimitero ebraico” per antonomasia lo Yad Vashem, con kippah in testa, in segno più d’omaggio sottomissione, sempre per chi ha orecchio. Si eran già messi a parte semiti ed antisemiti, ecco, altro che Auschwitz. E vuoi tu ora...siccome la Meloni rompe i c...onsigli europei, fotocopia della precedente fotocopia, con sue legittime rimostranze (i voti dei bovini, forse meglio, pecorame che si è recato ai seggi euopoidi per trovarsi, niente sorpresa per chi capisce, il muro inossidabile impenetrabile immarcescibile immondo gattopardesco de “Tutto deve mutare ché resti come prima e più di prima) le fan capire con avvertimento Mafioso, ma pure Massonico, due al prezzo di uno: ducetta de Trastevere, stai ‘bbona sinnò...quel che è successo da ultimo il “tamponamento” di Orban, anche lui tanto rompe a Bruxelles, il tentato omicidio (da parte di un poeta!) di Fico, o l’attentato alla...Mette Frederiksen: eh Giorgia: Ubi major (Bruxelles) minor (Meloni et simila) cessat, tanto un “incidente” o killeraggio-dossieraggio via Stampa & Regime si trova sempre

** La valanga astensionista priva l'Europa di Sovranità popolare. E’ la sconfitta del “Sistema dei Partiti”
https://comedonchisciotte.org/la-valanga-astensionista-priva-leuropa-di-sovranita-popolare-ignorati-gli-appelli-di-mattarella-e-la-sconfitta-del-sistema-dei-partiti/


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Danimarca, la premier Mette Frederiksen aggredita in strada: un arresto
https://www.corriere.it/esteri/24_giugno_07/danimarca-la-premier-mette-frederiksen-aggredita-in-strada-un-arresto-fbc8398a-8e7a-415e-8e67-c5d4bdf78xlk.shtml

Nicolini Renato
https://www.artapartofculture.net/2022/09/14/renato-nicolini-la-magia-delleffimero/

Giovane Italia, M.s.i.
https://it.wikipedia.org/wiki/Giovane_Italia_(1954)

Gianfranco Fini
https://www.treccani.it/enciclopedia/gianfranco-fini/




COMMA 22, IL VERBO...DIO


Paradigma universale

Sperimetazione in primis. E sentire certe cose non sorprende affatto. Certo segnatamente qui della stampa inkjet, che a dirla tutta a meno di essere delle teste di c...ocomero il risultato lo si ottiene con le buone o le cattive, inteso fra pre-tarature e profili questo è quello. Tuttavia non è di questo che qui si continua a scrivere. No, Il paradigma è proprio il fatto che, oggi come oggi, di tecnologia in tutta l'accezione possibile e immaginabile, ci si abbuffa. E quando il ventre, ecco, e satollalo all'impossibile che i numeri vengono fuori. E non sono certo terni quaterne o gratti e vinci, no. Sono di quelle immagini che scorrono a monitor, di tubo più o meno catodico o schermettini iphoneschi su cui farci di tutto: manca solo la presa per il caffè e non tarderà pure questa feature.
Sperimentazione e due che è, infine, una squisita contraddizione delle “sorti magni + fiche del Kapitale” (sempre k come killer). Proprio così il compulsivo usa e getta. E invece è l'esatto opposto. Si certo qualche prova. poi però se il giocattolo, di nuovo, non da soddisfazione non meno che assuefazione, il bambino lo butta anzitempo e obsolescenza programmata, il giocatolo e non è detto che...a meno poi di farsi nelle vene, sempre il bimbo! Lato traslato o come ve pare. Prova e riprova per chi viene dall'analogica camera oscura, sa di cosa si parla. Stampa e finiamo che aveva/ha bisogno di molteplice “prove” per essere padroneggiate, cui in seguito grandi soddisfazioni che non si ottengono leggendo o youtubando questo e quest'altro guru eterodiretto e prezzolato...Vabbè di più non so: fate come vi pare!



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Ps. Ammesso e non concesso: una volata “imparate” le regole tout court poi con pari zelo, sì, vabbé le buttate nella differenziata, caso a caso si sa mai

Pss. Il titolo sarebbe dovuto essere "Comma 22" del disegnatore strips Bonvi & Sturmtruppen (ricavarono anche un film con Renato Pozzetto) e per chi vuole se le cerchi sulla Rete delle mirabilia, ojné!





In camera oscura gli ingranditori Durst, cavalli di battaglia e muli di fatica praticamente indistruttibili come il 659 a condensatori con doppia ottica in torretta a scamotaggio orizzontale per coprire il 135 o Leica format ed equipaggiato di 50 mm per stampa; l'altro era l'ottanta millimetri classico normale per le stampe da negativo Rollei, adatto per cerimonie come battesimi comunioni cresime e soprattutto matrimoni. Solo in seguito Hasselblad sostituì Rollei per sua capacità di montare ottiche intercambiabili e magazzini per le prime immagini a colori, sebbene bisognerà aspettare metà degli Anni Settanta per il pieno regime colore su ventiventicinque (sostituto dei bianconero dicottoperventiquattro) d'album che si conservano ancora, altro dai “fail” usa e getta e proprietario compreso va da sé.
E con il Durst si faceva di tutto, tranne quando i suoi condensatori erano affatto utili, anzi, per riproduzioni partendo, casomai, da stampe “millepunti” Ferrania, sorta di superficie a buccia d' arancio vero e proprio incubo; allora l'alternativa era il Siluro cosiddetto per sua conformazione “militare”. Privo di condensatori internamente di specchi, rimandava sul piano focale luce più che morbida ad attenuare difetti e l'immancabile “moiré” (un gioco da ragazzi eliminare oggi con i Pshop o Gimp equivalente) della millepunti.
Siluro e chassis porta negativi eran sistemati già belli e grandi i seinove, stessa pellicola Agfapan in uso per fototessere, alfine di no esasperare il tiraggio-ingrandimento-lineare della Ferrania bella da vedersi ma s'è detto incubo se riprodotta.
Sicché il ricorso ad una calza di donna indispensabile. Oh niente di “luci” rosse come adesso uso vedere a web! Calza abilmente sagomata a sandwich fra due cartoni neri, sotto l'obiettivo, durante la posa mossa in continuazione sino al termine della stessa già calcolata tramite piccolo provino-posa.
E dopo? Certo mani e matite “appzut'” affilatissime a completare l'opera. Quanto al resto, visto a certa distanza, la stampa difficile distinguere le “bravate” della millepunti: tanto se re-incorniciata, sotto vetro e altro costo per il malcapitato cliente, riprodotta su diciottoperventiquattro; tanto se in formato trentaperquaranata “appesa” a cap' diett', su la testata del letto come tanti e tanti anni addietro, incastonata fra Santi e Madonna. Mussolini e il Re stavan dall'altra parte: lato traslato e fate come ve pare!

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Ps. Fate caso al "diaframma" dell'obiettivo: fori a diversa "misura" e niente a che vedere con i notori delle fotocamere, digitale o men che sia. Vero che pure la Diana plasticotta fotocamera in formato 120 o seipersei montava altrettanto disco/fori a mo' di diaframma o buchi che dir si voglia






Avec le temps, va, tout s'en va 

Proprio così l’eleganza tutta francese del noto “Panta rei” tutto scorre di Parmenide. Headline con un velo di nebbie e il sole che a queste latitudini, poi, s’è deciso ad uscire e spazzare ste acque stagnanti per l’aere maligno, ecco.
E veniamo a noi che è meglio. Iphone 15 e qualcosa uno di quei spartiacque della storia, decidete se con maiuscola o meno.
Sia come sia a leggere di qui e di là per la Rete delle mirabilia sembra di poter mettere ad Epitaffio, che non è la contrada ancor più in alto del Capoluogo del Techesasso lucano da dove si scrive, no. Lapide sì e di un mondo che è stato in un orizzonte di Cupio dissolvi (San Paolo, prima lettera Filippesi) questo gusto sfrenato dell’annichilimento, della Morte, che proprio perché fa paura da cacarella (liquame) per alcuni…un attrezzo l’iPhone fresco di mercato che, tuttavia, ha già spazzato via come i precedenti modelli ciò che una volta si chiamava “entry level” fotografico il segmento, qui digitale, dell’ingresso al mondo base bit che se appena detto non esiste più pappato dall’iPhone in primis e non che il verde Android pazzea (gioca, non è secondo e da meno).
E dalle cose che dicono certuni (influencer?) si vede la reticenza prezzolata, non si può, tuttavia, che essere d’accordo non foss’altro di averlo già scritto “il telefonino ci seppellirà” o qualcosa di simile. Resta tutta aperta la vexata quaestio se ciò comporterà, iPhone del caso, una più migliore, ecco, capacità di scattare immagini che non siano il “piacere” reso a Cia-Mossad-Pentagono e Sara Munari varie a complemento oggetto: oggetti più che altro da spiare, catalogare estorcere e minacciare via Grande data base, l’umana gente. Usa e getta...intelligenti pauca verba

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iPhone 15 Pro – Is another camera segment now in danger? 
https://www.cined.com/iphone-15-pro-is-another-camera-segment-now-in-danger/

iPhone 15 Pro è meglio della fotocamera?
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Ps. E mo’ che dirà il buon ragionier Salgado (buono, sì, co’ na patat' ‘mmocca e fatt’ a u forn’) quello che la fotografia la faccio solo mi, che so’ bell’ brav’ e buon’ protetto da International grembiulini ad Adenocromo? Insomma il tizio che aveva pontificato da Pontifex Maximo prezzolato, che quella con telefonino non è fotografia. Vero, infatti, la sua è pura Fottografia con raddoppio funzionale al buon mondo andato, senza quei puzzolenti, inutili analfabeti di andata e ritorno, a nome Umanità. Je e scitt’ lu cuan’ idiomatica espressione qui vicino, Avigliano country, per “me e il cane” che basta e avanza






Status quo (ante)

E che non è il nome del complesso inglese Anni Settanta trascorsi, lo leggevamo dalle pagine settimanali di musica e altro “Ciao 2000” che all’epoca l'odierno sembrava lontanissimo, e invece…
Status quo ante a dir vero da quella cosiddetta lingua morta, fateci caso tutto un mortorio immaginifico secondo i grembiulini: mala tempo currunt, no? Sì et peiora parantur e finache l’atomica (!) per spianare a Ground Zero1 i palestinesi, tutti civili ben s’intende. Immagine pure questa. E ci sarebbe da fare dotta ed accademica disquisizione se i cosiddetti fotografi, meglio paparazzi voyer e loro paparazzate, si inscrivono nella vetusta categoria del reportage o l’odierno street photography che, come Araba Fenice, esiste ciascun dice ma dov’è e cosa sia nessun lo sa...avanti con gli acquisti.
E torniamo a bomba, ecco. Mattina ancora ‘ndraveglia e suonn’ (assonnati ancora un po’) televisione e Telenorba (meridunal brod cast television) di default (!?) che mostra una manifestazione dinanzi la Trinità; si la “chiesa” di Elisa cui eccidio va in onda, la ricostruzione, su Rai1, cui alcune scene sono state riprese sotto la finestra (campo calcio a cinque) di chi scrive. Cosa c’entra e con un Diary che parla d’immagine, o almeno ci prova? Tutto. Immagine s’è appena detto, e allora…
Stadio belga2 dove avvenne una mattanza calcistica, oggi raso al suolo: occhio non vede cuore non duole. Abu Ghraib3 della bella “donna” Dea Madre molto luciferina, e cosa sennò, torture in Mondo visione: raso al suolo: occhio non vede cuore non duole, no? Avete visto come c’entra, eccome, l’immagine. E per tornare ad Elisa, la Chiesa Trinità (!?) prima lasciata con eterna impalcatura, poi zitti zitti, linda e pinta riaperta al culto (l’abbiamo visitata ma sino alla “sogliola” laterale d’ingresso e non quello su la Main street alias via Pretoria) ma senza messa, e da qui la manifestazione della sua “riconsacrata” usanza. La Massoneria, eh! Occhio non vede cuore non duole, e non possono abbattere, la Trinità, però tutt’intorno le casupole, meglio i “suttan’” abitazioni grotte sotto livello strada tipiche una volta del centro storico cittadino, e quelle sì. Mah!

Ps. Immaginate ancora in piedi la Bastiglia...di certi grembiulini

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1 "Sganciare una bomba atomica su Gaza è un'opzione"
https://www.rainews.it/articoli/2023/11/sganciare-una-bomba-atomica-su-gaza-e-unopzione-bufera-sul-ministro-israeliano-subito-sospeso-6d7e33c4-97bb-4dc1-ad6a-dd1f5a60a030.html

Netanyahu Criticizes Minister Who Suggested 'Option' of Dropping Nuclear Bomb on Gaza
https://www.haaretz.com/israel-news/2023-11-05/ty-article/netanyahu-criticizes-minister-who-suggested-option-of-dropping-nuclear-bomb-on-gaza/0000018b-9e7b-db71-a7df-ffffe4510000

2 Strage dell'Heysel
https://it.wikipedia.org/wiki/Strage_dell%27Heysel

3 Scandalo di Abu Ghraib
https://it.wikipedia.org/wiki/Scandalo_di_Abu_Ghraib


NB. Strano che in nota Wikipedia sovrastante link non c’è traccia della “generalessa” Janis Karpinski a comando del lager, come ai tempi dei “camerati” germanici, niente di nuovo sotto il sole. Rimediamo:

Retired Army Col. Janis Karpinski was one of two officers punished over Abu Ghraib.)
https://edition.cnn.com/2009/US/04/22/us.torture.karpinski/index.html

Last update

“Il destino di quella chiesa lo decideranno i cittadini”: così Gildo Claps durante la protesta contro la riapertura dell’edificio in cui fu uccisa e nascosta sua sorella Elisa"
https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/11/06/il-destino-di-quella-chiesa-lo-decideranno-i-cittadini-cosi-gildo-claps-durante-la-protesta-contro-la-riapertura-delledificio-in-cui-fu-uccisa-e-nascosta-sua-sorella-elisa/7344738/



Immagine © Archivo Fratelli Alinari


Un mondo
Era una volta la lingua italiana: offrire il destro (braccio) per cogliere il pretesto, qui d'immagine trovata, a caso, su la Rete.
Il brusio degli astanti “è arrivato il ritrattore” materializza, su la soglia di casa, la silhouette del fotografo in abiti da cerimonia. E non si sa se il giorno del si, matrimonio che di lì a breve immortalerà, sia la figura più importante ed elegante del resto; sottotraccia la tensione percorre i futuri sposi, anche perché a lui è demandata la memoria visiva del fausto evento, formato album, che oggi è sostituito da telefonini usa e getta. Fotografie, pattuite da tempo con caparra, in bianconero trediciperdicotto per “sparagnà” qualche soldo, diciotto per ventiquattro per chi gode di certo status e, approfittando dell’evento, mostrare agli altri (l'album fotografico poi come edicole votive richiudibile girava di casa in casa) il suo “avanzamento” sociale, per di più posto fisso in questo o quell’Ente, Anni Sessanta del Novecento.
Si veniva scaricati (non eravamo patentati ché squattrinati dal patron dello studio fotografico nelle masserie più sperdute, piccoli paesi; vigeva allora la regola non scritta ma concordata in “assemblea” di categoria per la spartizione, zona d’influenza, luoghi di “conquista” cui si ricavava rendita dalle cerimonie tout court, come più o meno usanza medievale grazie soprattutto al compare locale, iscritto in una più vasta rete familiare e di compari San Giovanni; sensale, factotum, in accordo con il fotografo vi ricavava “ringraziamento” formato cartamoneta, o servigi di varia natura, patrocinato sempre dal patron lo studio fotografico, nel Capoluogo: visure catastali, ricette mediche e simila per sé e la rete di amici e famigli del clan) già di buon mattino quando tutt’intorno sembrava ed era la camerata allo squillo della tromba: chi di qui chi di là, mezzo calzati e vestiti usava dire. Un vai e vieni discretamente spaesato. E la “capera” al solito che tarda ad arrivare e preoccupazione. Tutto il tramestio avveniva fra mura domestiche della sposa, figura preminente dell’evento.
Frammisto a profumi di toilette, aleggiava per la masseria, casolare, altrettanto aroma di cucina con i suoi addetti, scelti fra le migliori della zona o da altre convicine e rinomate per preparare il pranzo nuziale, da lasciare con tanto di occhi di meraviglia, e panze piene all’inverosimile: ‘ann gì cu li man’ p’ ‘nderra. Tanto venivano “riempiti” gli invitati da tornarsene, poi, nelle proprie abitazioni satolli, sazi e pieni da "strisciare" su le ginocchia, il massimo dell’ospitalità. Crepi l’avarizia almeno quel giorno!
Nella borsa (da stadio, baule enorme) del fotografo, tra rullini 120 Agfapan bianconero, Rollei biottica doppia si sa mai, e Metz gemelli per ogni evenienza, controllato e verificato con maniacale fare il giorno prima dell’evento, trova posto finanche il bouquet per la sposa, “pensierino” da parte dello “studio fotografico” e sornione compare di San Giovanni lì presente, a sottolineare…
La mattina si presenta già calda, afosa, il sole fa la sua, ma il Metz/Multiblitz flash montato su staffa alla Rollei, e lì proprio per il fill-in ed evitare ombre sui volti (s'immagini il lieve candore della sposa e l’abbronzatura, ecco, dello sposo-zappatore e quand'altri più bianconero di così!) soprattutto all’aperto.
Il corteo finalmente avanza tra ali di folla dei paesani. Una processione elegante. Si, a volte le macchine (auto anche a nolo) sono indispensabili per il tragitto verso la Chiesa Madre, e tanto per sottolineare l’importanza del giorno e l’evento; più sovente è un procedere lento (anche troppo) del corteo con la sposa in abito bianchissimo e poco strascico (mica quei filmati bianconero Rai di regine, nobili e parvenu, spose dagli strascichi chilometrici e paggi scoglionati per la cosa!).
La sposa al braccio del babbo, del fratello nel caso avverso, finanche zio diretto muove verso destinazione. E l’ora dello scampanio e l’ingresso in chiesa addobbato lungo navate. E poi...lo sposo che prende in “carico” la sposa e…Fleshate si susseguono: scambio anelli, rituale della firma da non mancare per nessuna ragione è per questo il doppio corpo Rollei: una raffica non motorizzata ma meditata al momento giusto.
L’usciata fra scampanio, un’altra, e riso su gli sposi. Riso? Una pioggia torrenziale pure pericoloso ché era d’uso menare manciate su i poveri sposi, chini la testa a protezione del riso e “confetti” e monete auguranti, ma contundenti non poco!
Flash a seguire, manovella della Rollei un giro avanti uno dietro per “armare” l’otturatore e spingere in avanti la pellicola d’un altro fotogramma.
La sala, l’ammuina da stadio, bambini a rincorrere su l’acciottolato ancora confetti e monete; l’ingresso degli sposi con “brinns’” in coppe di metallo poi vetro pretenzioso. Tutto fra mura domestiche, tutto al più di “ristoranti” bardati, o en plein air di masseria tirata a "specchio" come non mai. Così lo sposalizio dello zio da somigliare a quei festini all’aperto stile “’mericano” come se ne vedono negli odierni schermi televisivi, a puntate, da Dallas in poi.
A sera (notte!) mezzo distrutto per il giorno, eccoti pimpante il patron azzimato ed impomatato da paura, mellifluo avvicinarsi agli sposi per i convenevoli del caso, sotto lo sguardo, a latere, del compare di San Giovanni, e rituale: “A posto?” e rimando “Si, tutt’apposto!” draconiane parole. Saluti, infine pacche su la spalla a questo e quello, infilato la macchina il fotografo di lato con il patron giusto due battute e il sonno cala inesorabile, così sino al Capoluogo. Domani è un altro giorno con sviluppo dei negativi, poi la stampa...



Ps. Tutti i giorni venivano dalla provincia ‘ncapa a lu monn’” le seicento multiple, millecento fiammanti d’autisti noleggiatori, portavano gente per i servizi più vari e disparati da sbrigare ne Capoluogo lucano. Un’avventura che si leggeva sui volti dei “forastieri” fra l'incredulo e spaurito come certi passi di Lauzi, Genova per noi.
Non c’erano liste nozze, sicché ogni regalo era per di più pensato per “praticità”. Si, i parenti più stretti chiedevano cosa abbisognasse gli sposi, per il resto si è detto.
Capera/pettinatrice/parrucchiera a domicilio la donna esperta per “aggiustare messa in piega” della sposa e della mamma, zie e…
Ritrattore con voce guttural-sguaiata sta per ritrattista fotografo





Viva la Rai

Così cantava quel saltimbanco di Renato Zero, personaggio costruito a tavolino. Ma non è certo questo che qui interessa e ci mancherebbe. No è che la Rai e il suo quindo canale ogni tanto manda qualcosa di valido, oddio rispetto al liquame ordinario e evergreen “Pecunia non olet”. Pecunia dalla pipì, proprio così, de li romani che la mettevano in otri e dinanzi le proprie abitazione in attesa del carrettiere a recupero; pipì utile additivo, meniamola così, per la tintura dei panni romani: certo di fascia non elitaria.
Sia come sia una volta tanto il Demone tivù ci regala immagini dal tubo che altrimenti si dovrebbero rintracciare, spesso a spizzichi e bocconi, su la Rete delle meraviglie (dove fare acquisti ma vietato é lo spirito critico di documentati negazionisti). Immagini di Tale Elliott Erwitt che pure ha scritto pagine memorabili (fotografie) in quel calderone chiamato Storia della Fotografia, dove c'è di tutto di più. E come ogni vincitore scritta pro-domo sua dai babilonesi del debito. Anzi qui come altrove la cosiddetta storia, ecco, va riscritta come ben dice Roberta Valtorta nel suo incipit “Il pensiero dei tipografi” per i tipi di Bruno Mondadori. Anche se poi venissero a galla i tanti e soliti altarini? Si avanza dubbi.
E senz'altro aggiungere le belle immagini in bianconero di Elliott/Rai, sue laconiche affermazioni; di quella bimba (figlia dell'autore) fotografata su letto nuda con la mamma vicina che così si faceva sino agli anni Sessanta e gli album (analogici) di famiglia testimoniano: corpicini ridenti tutt'altro che incappucciati, passo corrente fotografia digitale, e na vota in scatole n'altra in ceste, tutte in pose squisitamente Rigor mortis a colori per l'estetica della Morte: creature inconsapevoli laboratori in corpore vili di esperimenti alla Covid, oops Sars-Cov-2 che sembrano le sigle dei razzi (cazzi?) lanciati da Von Braun nazista poi però no via Usa e getta: sì le V1 poi V2 come attuale Sars, il giorno prima Aviaria e pure Hiv. L'Occidente ne lancia di cazzate tanto poi ci sono gli abboccatori di ogni risma, e fotografi di complemento, sì, di pompe funebri con allure si capisce che potete “osservare” sul Web e Photoportal.it compreso nel prezzo per palati fini, per chi intende

Elliott Erwitt - Il silenzio ha un bel suono
https://www.raiplay.it/video/2020/10/Elliott-Erwitt-il-silenzio-ha-un-bel-suono-5dc38151-78e4-4c7a-8660-bf2513de9d3b.html




Template

Ebbene sì da Templum latino, cosa (luogo, edifico, zona) sacra: e Templare idem? Divagazioni, forse e mica tanto, che equivale per vie sotterranee al detto napoletano:” Mettr’ a fessa ‘mman’ e criature” Qui c’entra poco l’anatomia, c’è vocabolo apposta in lingua partenopea, e molto la pazziella, il gioco o trastullo infantile con abbondante retro-pensiero. Ecco.
E se basta un’immagine al computer spacciata per vera, a salve in 3D, al corrente e pandemonio generando pure crash in titoli ed affini: che dire? Seguite di come certi furbi di treccotte infinocchiano, nelle intenzioni con riserva, i giurati di questo o quel concorsone internazionale per merli fessi e contenti. E notorio tutti tengono famiglia, amorale quanto si vuole però: “Pecunia non olet” o merda liquida va.
Accade tuttavia come prassi normale (consolidata che manco fa più notizia) che la copia della copia (latente una volta a base bit odierna) va mo’ tu a sapé nell’Epoca dell’ottimismo alla Tonino Guerra buonanima, se il vero è vero, come l’acqua vera di certa réclame. E non c’è pure la realtà (quale?) aumentata un tot a kilo a pendant? Ma non sottilizziamo e radiamoci con l’usa e getta, alla lettera, rasoietto di Occam tanto caro al Maître à penser de sinistra Doc o delle ”sorti pure magnifiche e progressive del Kapitale” corretto con un po’ di anice e sana socialdemocrazia morente alla Flores d’Aracis: un nome una garanzia in bianco poco esigibile. Virale. ma che bella invenzione. Razionale e spendibile (anche in cripto valute) in ogni dove e del morente giudaico-cristiano-greco-romano Occidente alla ricerca disperata di qualsivoglia cosa continui immarcescibile su note ma funerbri della marionetta di Charles Gounodi o ssmpiterno debito babilonese. Verso l’infinito e pure oltre. Virale e di sti tempi...

When Carbon Copies fade



Acqua calda, sì, ma non troppo

Infatti solo per il primo bagno: ok non si parla di mare e annesso “lavaggio” acquatico. Qui ci si riferisce al trattamento fotografico del 135 (detto formato Leica per ovvi motivi diciamo di copyright) e 120 altresì detto dalla primigenia che l'inventò, ossia Rollei, poi a seguire Hasselblad Zenza Pentacon Mamya solo per citarne al volo.
Materiale analogico da trattarsi nelle mitiche tank Paterson e sue rocchetti impossibili in nylon. E per i fiorellini appena sbucati, quelli che vengono abbindolati dalla giostra per gli acquisti corrente bianconero ché il digitale non tira più, prestate orecchio. Infatti le prime spirali dove avvolgere in completa oscurità (!) le pellicole poi da trattare, erano senza “rampa” di innesco. Poco male per il 135: una tragedia per il 120, da scartocciare al buio e provarci non senza ripetuti astemma (imprecazioni o meglio blasfemia a questo e quel santo non meno che le terga di mamme terrestri e celesti!). Tant'è vero che la Paterson poi venne in soccorso con spirale alettate “giganti” dove far passare alla grande sempre il 135 e senza blasfemia accessoria il formato 120. Altri tempi.
Ora saltato a piè pari il consiglio per gli acquisti (se uno sta da mane a sera a smartphone e detti “social” e a mai visto de visu il Mondo in bianconero, l'unica cosa che capisce è il trandy la corrente moda bianconero by Usa e getta per l'appunto) il processo di sviluppo dell'argenteo rullino 135/120 è una relativa passeggiata: leggasi il Negativo di Ansel Adams o vecchi tromboni alla Feininger “Libro della Fotografia” dove pur ci siamo formati su quando era l'unico modo ante Internet natu, libro in traduzione italiana e che non cambia codifica binaria tipico dei vari OS ma che si può leggere e senza alcuna presa di corrente (!) da qui all'eternità. Potenza della carta stampata!
E dunque trattamento chimico/alchemico che prevede uno sviluppo bagno intermedio di sola acqua, o secondo certuni canoni addizionato con Acido Acetico Glaciale: na puzza indicibile! Infine il fissaggio, che diversamente da altri canoni, non è come per il trattamento carta carta fatto di un pre-fix o chiarificatore, e fissaggio finle: na rottura di...
E invece cosa accade per il revival dei cretini in bianconero che fa tanto moda? Alla vaschetta perfetta di Paterson, cui inserire più spirali/film contemporaneamente, di base due 135 alla volta, han tirato fuori uno scatolotto en plein air. Vabbene ma il costo è di 150 euro, poco più poco meno. E con quella cifra comprate una multi tank Paterson, cilindri in plastica graduata per chimici e...vi divertite anche! Gioco come altro così vi vogliono la giostra degli acquisti.
Ah già sti furbacchioni di “invetor” scoprono l'acqua calda, si, perché una soluzione originaria era la vaschetta Agfa Rodinax Daylight: niente di nuovo sotto il “sole” massonico si capisce!

Man fotografo sin dal 1969


Ps. Libidine voleva all'epoca di trasmissioni via telefax degli avvenimenti di cronaca, già anatra zoppa la fotografia rispetto al tubo catodico, tout court quando i reporter in zone di accadimenti rientrati in albergo, nelle toilette attrezzate per l'abbisogna si apprestavano allo sviluppo del bianconero da teletrasmettere: i più very fine con trasmittenti portatili plugin e presa doppino telefonico mentre il resto della ciurma si recava presso trasmettitori pubblici e/o di sedi distaccate dei giornali per cui lavoravano. E c'erano tecniche, rintracciabile su vecchi numeri di Progresso fotografico e Tutti fotografi così a memoria, con doppia libidine e fiocco per trattamento del rullino 135 già nel suo caricatore (!) in bicchiere (!!). In seguito e con tank ordinaria il prezioso e azzeccatissimo Mono-bagno, vale a dire sviluppo e fissaggio contemporaneamente: terminata l'azione chimica del primo interveniva il secondo. E la Ornano chimica italiana in Milano (dalla stazione centrale si vedeva il cartellone pubblicitario) offriva il suo Monofino ST 47...quarantasette? Ah bella questa, si, perché nella Smorfia è...il Morto che parla!

Pss. Si è detto che il trattamento del bianconero è in tutto e per tutto assimilabile a rito alchemico, da perdersi solo all'inizio per le innumerevoli variabile, Ansel Adams docet, e diluizioni e marche e scuotimenti di tank e l'ibibente finale il bagnetto della pellicola per essiccazione perfetta e senza macchia di calcare: temerario e temibilissimo per il piccolo 135, inutile e fuorviante per il gigante 120 alla Tazio Secchiaroli e dei Paparazzi di tanti estati fa!
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