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Sermo vulgaris

Di quelle cose che si dissolvono in un “poof” così il suono dell'apparizione o disapparizioni delle strisce dei ballons, strip dei giornaletti d’antan, quando esistevano i chioschi di giornali. Ere fa, mah.
E’ dire che a squola, ecco, ci aveano imparato, di nuovo, che li romani tutti tutti latino parlavano, quindi tutti Cicerone, che con il lanternino non di Diogene Laerzio si capisce o forse no, a trovare il verbo, giù in un ultima riga di traduzione: lo possino! Cicerone, dite? Beh li inglesi direbbero Chichero Chicheronis, questa secondo essi (loro?) la esatta pronuncia altro che il Cicero Ciceronis di Mammasantissima Vaticano Spa. Mah pure qua. Va a finire che gli insulani so’ li antichi romani e noi...da essi (loro?) deriviamo origine! E Cesare, sì, quel rompiglione (rompere + c...) de Bello Gallico l’aveva capito appena sbarcato in Britannia nel vedere dondolare da un ramo all’altro (licenza poetica del solito Manunzio, forse) che con sta ‘ggente intorno al tavolo The five o clock: milk or lemon, sir? C’era poco da fa. E l’ordine perentorio: ah Centuriò trornamose a Roma che sti barbari...poi ci pensò quell’altra capa gloriosa dell’Imperatore Claudio….Londinium/London/Londra se ci fate caso o forse no tanto è lo stesso, è attraversato dal Tamigi-Tevere, sì, tutt’ e due con pari T, certe combinazioni. Astrali senza dubbio. E il sermo vulgaris? Già se non che mica tutti tutti locuutum esse, no chi in Ciociaro dire chi Francese, oops Gallo (noi qui a questa contrada ne siamo gonfi, pieni, ecco, di gallicismi: vai e vien della “storia” va a sapè) e mettici pure il British latin sound, eh avessi voglia...Infatti ognuno per la sua a dire fare indovinare. Beh ancora una: metti caso equs, eh che rima equità, l’importante classe equestre, certo pure equino tutt’altro che bella capa, si capisce. E caballus da cui cavallo: come c...facevano ad intendersi alta & bassa corte, un mistero misterioso! Is-ea-id? Lui/egli qui da noi fa “ iedd’ ” proprio come il neutro poco sopra richiamato: id. E via così.
Divisone di classe ferrea, sino a certo punto, fra istruiti è volgo. Popolo in fin dei conti: compà mo’ hai capit’ l’uso frequente ed irriverente che Manunzio, di tre cotte, fa del sermo vulgaris? Pigliate, no quelle anatomie lì, forse, no metti mente, ecco alla brutta parola “volgare” cazzo. Ah Manunzio...mo’ l’ho finito di dire: niente di che. Sempre qui in questa landa dantesca quando di qualcuno si vuol dare ad intendere che è “nu cazz’ chien’ d’acqua” e mica fatto letterale è. Tutt ‘altro, e traslitterato in dengua (lingua) taliana: stupido tout court per farla breve. Dite? Beh ancora un’altra: mo’ s’ ne van’ cazz’ cazz’...lo stupido di prima ma lemme lemme diciamo per approssimazione di lingua, sempre ‘taliana. Ed immaginate lo scompisciarsi delle risa quando una sera d'estate come ora, qui sotto Manunzio, il campetto di calcio a cinque, un florilegio di cazz’ nell’espressione, ecco, “volgare” del trio la Ricotta, che si è visto pure a Zelig ma più “pulito” dire. Ah uno del richiamato trio è un collega, proprio così Mario Ierardi che un tempo fotografo e stampatore è stato: minchia. None e che cazz’...appunto!

Ps. Vi vedo corrucciati increduli e quant’altro nel leggere (?!) queste strambe cose tipico del Manunzio: bocche buone che siete per tacer d’altro suon e però su richiamato, un fotografo (chi?) che dirsi vuol essere tale non può fare a me di “volgarità” di classe. Stravolti ed istupiditi ancora? Basta leggersi la filastrocca di Ansel Adams...we don’t make a photograph just with a camera...



Photo © Michele Annunziata


Verdi truffaldini. Colore della sintesi additiva, infatti. Siché quando si stampava il Cibachrome prima versione, vale a dire quel materiale cartaceo della Ilford (famosa però per il bianconero) che permetteva la stampa da diapositiva, si doveva combattere proprio con i Verdi, discreta dominante.
E s'immagini che l'ingranditore ancora non aveva i filtri dicroici, bensì lastrine di plastica (van ancora bene per la bianconero Multigrade) in densità Magenta Giallo e poco Ciano a dir il vero, da inserire nell'apposito cassetto porta filtri. E numerate in passi di 5 Unità in scala sino a 50. E ancor prima prima il provino, terno a lotto di stampa, così step by step. Poi fattoci la mano si andava spediti: tutto abbastanza pionieristico e rudimentale. E pensare che gli occhi puntavano su un AC 650 Durst, printer-ingranditore dalle caratteristiche simile ai mastodonti laboratori colore del tempo. Ma costava un botto sebbene l'ingranditore monster faceva più che bene e si provò a chiedere consiglio a Renato Acri che su “Tutti Fotografi” aveva la sua brava rubrica colore.
Ma i Verdi? Un insidia. Presenti a questo e quello fotogramma che quando crollava una parte della scala colore, tipo Cristiano sociali bavaresi by Germany eccoli puntuali a far da stampella al “sistema” Euro. Organici coloranti, truffaldini i Verdi con quel tanto di giovanile&donna segretaria da pigliare per culo anch'esso di silicone. E così che crollata la CSU eccoli con boccaloni (!?) di birra festante a far da argine ai populismi cattivoni che han torto di non amare l'Ordoliberismo, immigrazioni alla Soros, Wall Street e sul Tamigi City of London.
Si certo “boccaloni” in italico non sono proprio bicchieri più grandi, però la magia della “parola” addomestica le menti che tutto è eterno, come Bruxelles.
Ahi che confusione Manunzio: dalla stampa dei Verdi a finire a “stampa & regime” pro Verdi. Però paga bene sempre la confusione orchestrata dal Regime dei cambi fissi: uno perde ma l'altro sodale vince: Germany uber alles.
Tuttavia svuotati i “boccaloni” il giorno seguente il mal di testa non passa più. E' l'inizio della Fine Her camerata Richard Verde (una volta rossobruno SS).
E poi a Maggio altro che rose, l'apoteosi europarlamentare con il gambo, o stelo fate vobis, da mettere però nelle terga di certa socialdemocrazia al guinzaglio del Kapitale che adesso non gli serve più: vero Bersani-Boldrini-Zingaretti-Camusso-Landini della "colazione sociale"?
E che sarà mai se l'ora vostra signori è fuggita e seguito: a tutto c'è fine, no?
Benedetta confusione cromatica dei...Verdi!

Man

Magic of Ilfochrome


Ps. Ritornando a fare i “seri” la Ilford poi mise in produzione il Cibachrome II con trattamento meno violento (chimici e suo smaltimento) e soprattutto il notevole miglioramento del contrasto, decisamente più morbido da “equilibrare” l' ipercontrasto insito nelle diapò a tutto benefico della stampa finale che non erano solo alla Franco Fontana

Microcosmo




Abstract
I think isn’t necessary travle around the world’s for shoot a mood photography, twhen hen all subjects imaginable is possible recrate, in own town and territory where living evedy day. Seems a paradox but for who has an inside vision, firstly, is possible shoot many images like living in America, China, and any lterritory whitout moving from the city where you live every daily. Few words suffice for he who understands


Così un post di qualche giorno fa. In buona misura abbiamo elevato a paradigma universale le visuali, oggetti e quant’altro, della nostra modesta città del Sud e dintorni a palcoscenico mondiale: che parolona.
Presunzione o cosa? A dir vero né l’un e né l’altro, casomai, un affinamento della vista (da oltre cinquant’anni di pratica) ove una qualsivoglia veduta si presenti o meglio costruiamo già nella capoccia, grande piccola e mezzana (media) lo facciamo diventare un “universale” capibile da tutti: quei che voglio capire!
E le sperimentazioni in tal senso su diverse, cosiddette, piattaforme compreso sharing and furting my images (!) corrobora appieno il fatto che non c’è assoluta necessità, mettiamo, di “fotografare dal vivo” in Amerika (k kome killer) in China…Naturalmente non si parla di Muraglia o Golden Gate, ma la cosiddetta “aria” americana o da metropoli europea, eh avessi voglia…come quel autobus tipicamente londinese che è una falsa ambientazione sul Tamigi innevato!
Come dite? Ahh ma allora siete proprio fessi con il cuore: no, non avete capito. Niente trucchi tridimensionali o levatacce PShop. No. Microcosmo c’est tres chic.
D’altronde era la Scimè a ricordarci che si sa vedere con il cuore (fegato polmoni …) riesce a trasmettere - manco fossimo una radio – a gli atri, forse spectator alla Roland Barthes, visioni cui dànno credito. Intelligenti pausa verba

Man

Getty Images Agency

Ps. Il link è la “fotografia” esatta e puntuale di quanto poco sopra detto
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