Una foto di still life niente di che, anche se in questa immagine, come pasta sfoglia più che stratigrafia paleografica, qualcosa ha a che fare con la memoria, che è poi tutta la mia produzione da cinquant’anni in qua.
La tovaglia bianca e candida come quella che la mamma tirava fuori dal baule del corredo tutte le Domeniche e giorni comandati, il pranzo con i parenti; e vino fresco che il babbo sistemava in un secchio argentato, almeno così sembrava, sotto il filo d’acqua e frutta estiva, ché i frigo Stars and Stripes non c’erano ancora in ogni casa.
E per noi più piccoli (il rosso di Bacco era proibito) limonata a volontà, a volte di quelle prime bustine liofilizzate combinate con l’Idrolitina, un po’ di bicarbonato per rendere “frizzante” l’acqua
Man
Ps. Il set è quanto di più semplice si può: luce finestra naturale filtrata da normale tenda domestica alta tre metri; per asse il legno casalingo per i lavaggi brevi; la tovaglia altro non è che tanti pezzi assemblati in Pshop Elements ché noi non siamo “professionisti” a sentire questo e quello. La bottiglia comprata in un negozio di chincaglieria sulla Main Street cittadina, mentre il bicchiere di “limonata” è clonata dalla parete di fondo. Impareggiabile scatto su Olympus E-20 d’altri tempi come il set che rimanda d’una giornata estiva Anni Sessanta della provincia italiana al Sud