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L’immagine per essere trattata ci vorrebbe un trattato, ben altro che gioco di parole. Un losco figuro forse Android stile Blade runner, insignificante, fa da sfondo e tiene con discreta nonchalance, stile Leica sotteso mica tanto, la Fuji X 100 VI già in codice: X numerale latino per dieci, la scritta “rossa” di sapore sulfureo, sempre in latino sta per 6. E allora 10 x 100 x 6 kabalistico? Resta l’immagine centrale del robot umanoide che punta l’occhio, in questo caso il destro diciamo “reale” bensì chi osserva è il “sinistro” di nome e di fatto: occhio di Horus, sì, identico al triangoloso occhio-veggente su l’One-Dollar. Espressione mortuaria che di più non si può, stemperata dalla “donna” in bianco sporco virginale che più di mostrare la coscia di prammatica, con tanto di pilu, ne mostra la sola rotula. Forse per brodo di “coltura”

Noi della AGL (Agenzia Giornalistica Lampo) su la Main Street, qui da dove si scrive, oltre le immancabili Rollei biottiche, usavamo Fuji precisamente la BL 69, una tascabilissima seipernove. Tascabile come può esserlo un piccolo carrarmato!
Il fatto che fosse già una cartolina a contatto (caricata con negativo bianconero Agfapan) di notevole formato più per banco ottico (ed alcuni tramite adattatori sostituivano la classica seinove o singola negativa ma pure diecidodici formato) da farci i manifesti stradali veniva presa per la sua ratio non meno di poter montare (!) ottiche grandangolari. Naturalmente tutta sta bestia l’usava il “Baffo” in boss della Foto-Lampo (Agenzia, sì, ma anche e soprattutto di cerimonie).
Certo non era, la visione, discreta di un H. C. Bresson (sua inseparabile Leica) quanto un arma letale puntata contro, la Fuji BL.
E sin qui il solito pistolotto dei tanti “t’arrcuord’” o amarcord che furoreggiano di sti tempi pre-elettorali, locali nazionali continentali galattici e verso l’Infinito ed oltre…? No certo, la storia potremmo, ecco, insegnarla (Manunzio è pur sempre, curriculum, an Elmentary Teacher!) solo che non ci sono scolari, o meglio i finti tonti là fuori, a telecomando ante Sanremmo, post Sanremo a tutte le ore giorno and night: quieta non movere et mota quitare, no? Ni.
Sia come sia, certi ricordi basta zacchete associ nome, foggia (minuscolo e non è pugliese) l’inquadratura e pose. Cadaveriche quanto basta, mortuarie da non dirsi, da Dea Madre coloured finta viva. Evviva! E non si capisce, infine, in cosa e soprattutto perché uno debba spendere quasi duemila-euro per portarsi a casa (obitorio?) un trofeo che tutto serve, oramai, tranne che fare (?!) immagini. Accatatevill’? No Sofì** grazie assai avimm’ già dato!


** accattatevill’, compratelo, così Sofia Loren che in uno spot pubblicizzava prosciutto: mo’ cotto o crudo che sia sempre su gli occhi (sì, certo anche altri distretti anatomici, casomai arrotolati e con un po’ di burro in punta...ci siamo intesi) finisce. E con belle fette su gli occhi del caso sai che vista: alla cassa, via!

(Copia & Incolla se vi pare)
https://fujifilm-x.com/en-us/products/cameras/x100vi?utm_campaign=EID_X100VI_launch&utm_medium=email&utm_source=adestra

Ps. Nell'inquadratura verticale della réclame nipponica Fuji la Dea Madre, abbronzata di prammatica e non si può dire altrimenti ché si finirebbe in tribunale e/o gogna mediatica Urbi et Orbi, la manina tiene la digicamera, in volteggio acrobatico, come qualsiasi imbecille il suo smartphone. E meno male che su la Rete ci sono tutorial circa il "dettaglio" da ottenere in più dallo scatto (acrobatico). Senza dire che con sistemi anti-gravitazionale in essere (vedi soggetto volante durante riprese Formula Uno in, pare ricordare, Germania) con un tocco di voce "Ehi Siri scattami, brevi manu, a mezz'aria sta foto mentre poi visto che ti trovi me lo porteresti, sì, l'affare gocciolante, a fare pipì...che sono occupato per altre cose più (sic) importanti?"






La giostra degli acquisti. Vendete sti benedetti ghiaccioli agli Eschimesi o, controcampo, aspirapolvere ai Tuareg del deserto: ma si può? Eppure se n'è letto di tutto di più (Photokina ultima) come quella cazzata a man salva, ultima in ordine di comparsata L-Mount e relativo salto fantasmatico Full Frame (rapporto esoterico 3:2) che poi sempre a detta di questi “inventori” rappresenta solo il 30% del Market(ing) mentre il restante è mirrorless 4/3 formato micro (esoterico pure questo) e Fujinate Aps-C e varie.
Sony poi pare voglia fare il terzo incomodo alla CaNikon: de gustibus. E in tutto questo gongolano i brand(y) iPhone Samsung Huawei...Pantarei, no? No macché come prima più di prima! Sebbene: “owner after I too was suckered into following the mindless herd over the cliff. It was largely a mistake.”

Sony’s Full Frame Pro Mirrorless Was a Fatal Mistake

Man


Ps1 Panasonic micro quattro terzi con l'avvento del formato consortile L bayonet pare si dia sui maroni: sì perché le sue camere e fortuna commerciale è costruita su lo standard inventato da Olympus, e zitta zitta pure Leica si è fatto fare macchinette in sorta di franchising su pari baionetta: quindi vedete un po' voi le contorsioni della fine d'una Era sotto l'avanzata delle Valchirie wagneriane (mitica scena di Apocalypse Now) alias telefonini cine-fotomatografici, ecco

Ps2. Una volta si fotografava di tutto e di più in analogico e con le macchinette (spesso donate) dai padri se non dei nonni, in sorta di staffetta tra generazioni, e più o meno Leica & Rollei tanto per capirsi, sebbene certe folding di Zeiss e moltitudine di consimili hanno immortalato il Novecento tutto: testimonianza non il Cloud (Cia&Mossad) che a giorni dispari perde i dati (!) e se ne legge a web, bensì cartacei album familiari o meno custodi della Memoria, senza scomodare Orwell. Si fotografava di tutto e di più in analogico. Oggi si gioca. E dove il giorno prima dovevi dannarti l'anima a tirar fuori una qualche buona immagine generalmente bianconero dal “formato leica”, al passo odierno tutto finisce su gli stramaledetti smartphone e per i nostalgici il desktop (anglolatinismo). Cinquepollici portatili dove è difficile capire la pesantezza dei minchiapixel fullfremici o appieseci. E uno dovrebbe far contento la giostra degli acquisti con l'ultima corbelleria via Photokina? Detta in breve: Panasonic-Leica-Sigma L –Mount. o full frame però senza specchio CaNikon (con adattatore per passate lenti!) e pure Sony. Cazzate riverberano così dalla bocca di un prof. Sartori che fu. Una volta si fotografava di tutto e di più oggi ci si trastulla con gadget mentre riecheggia lo spot della Loren: “E accatevil...” solo che quello era prosciutto, buono anche su gli occhi, al corrente per altre parti anatomiche!



E accatatevillo, no? No. Veniamo scrivendo a giorni dispari che la fottografia per l’appunto questo è diventata: fottere il giovin fotografo, meglio con la "a" finale che come tira una donna, il Mercato e che avete capit. Così l’ultima trovata, e non si capisce come un altro ed un altro flash, ma super compatto, debba riuscire nell’impresa di fare ‘na bella fotografia very nice à la page, da award quanto meno. Naturalmente facciamo finta che le camere (no)girano pure i video e sempre più, e che ci fate con il flash ultimo arrivato? Cose dell’altro mondo…

Man

New flash pocketable

Ps. Accattatevillo (verbo napoletano accattare, dal francese acheter) in italico compratelo e con in mente Sofia Loren a proposito di un prosciutto mica da mettere su gli occhi, forse in altro distretto anatomico, a libera scelta

Pss. Per molto meno si possono acquistare, in rete dal “solito” grossista planetario, due o tre flash anche manuali (così abbiam fatto) e ci fate quel che volete, tanto i risultati e senza manco le pippe del flashimetro li controllate a monitor; quando una volta avreste usato un Polaroid in più per la verifica luci & set. Mo' con Lcd è gratis e risparmiate pure. Anzi casomai v’attrezzate, questo sì, a cosa fotografare pre-visualizzando anche con semplice schizzo (vedeste quelli di Manunzio, indicibili) et voila. Per di più se al posto del flash usate quei “lampadari” detti Led a luce continua (sempre dal grossista planetario) manco attraverso il miro (!) ci dovete trafficare tant’è a occhio nudo, allenato e con lentino Kodak da Direttore della fotografia che la classe non è acqua…

Non le mandiamo a dire





Abstract
speaking of the actress Sofia Loren or metaphor of star system by Hollywood, of how to do so-called career accepting every sexual "performance" to achieve the purpose: fame, honor and money. Except to flaunt later on the so-called, perhaps supposed, abuses suffered


Qui il testo inviato allo Smargiassi (nomen omen) del caso con il vizietto della censura "quanto" la cosa è fuori da certe logiche cui Repubblica...

Notazioni in tipico sviamento di massa, e non altrimenti sotto le insegne di Repubblica. E al riguardo se ne scritto nel nostro Diary: “Hollywood party” prendendo a spunto ciò che è notorio da sempre ai quattro angoli dell’Universo, in espansione, a man salva. Insomma: verso l’Infinito e oltre va da sé.
Articolo che mena il can per l’aja a sviamento delle masse teledipendenti. E per quelli che non ci cascano, le insegne di repubblica vivono di questi espedienti.
Sia come sia la vicenda della “aggressioni” all’altra metà del cielo più spesso sono pianificate, come la bella attrice del Mossad che incastrò, a salve, il buon Strauss Khan cui memoria è già dispersa il caso. E arrivò di rincalzo Madame Christine Madeleine Odette Lagarde, nata Lallouette…Il gioco è chiaro anche senza habitué del bar sport Repubblica e assimilati.
La fotografia o meglio la copertina di Time, poi, è un’orchestrata messinscena con tutto quel nero che qualche candida mente, poco addentro ai barba trucchi ideologici che s’asconde dietro uno scatto, beve. A parte l’imbandierata “posa” da Trionfo della Morte tout court (non centra un fico secco la violenza su le donne) è carino evidenziare: basso a sinistra il corpaccione della Nera Dea Madre: tota mulier in utero. Cinque donne-danno-dominio in posa, numero sin troppo esoterico, con quello sguardo (smorto come tutte le altre guarda caso) cui una che s’erge sotto la I di Time: donna wasp deve trattarsi a contrappasso della Nera Madre.
Certo c’è un gomito, destra foto copertina, o meglio una sgomitata in cerca di gloria o di un attricetta dal nome che è tutto un thriller: Asia Argento, verosimile in rappresentanza dello Stivale, e ci si ferma qui quanto a Kabala. Anch’essa “violentata” in illo tempore per la carriera. E che con le altre a scoppio, molto molto ritardato, nel momento topico, stile Femen, fan scattare la “denuncia” in Mondovisione Rete omologate e Repubblica non meno allineata nel dare palcoscenico alla sceneggiata. Anche perché lo stupratore è, ancora, in intimità del Clan Hillary (non l’ha denunciato come le altre e come mai?) Clinton del Partito Democratico…Intelligenti pauca verba.
“L’analfabeta del futuro non è colui che ignora l'alfabeto, bensì che ignora la fotografia”. Attribuita a Walter Benjamin che pare l’ha rimasticata da altri, ma poco importa

Man

Una gomitata negli occhi, per vedere meglio

Hollywood party



Abstract
speaking of the actress Sofia Loren or metaphor of star system by Hollywood, of how to do so-called career accepting every sexual "performance" to achieve the purpose: fame, honor and money. Except to flaunt later on the so-called, perhaps supposed, abuses suffered


A volte sono le cose più semplici a scatenare la catena delle connessioni, poiché tutto si tiene. Immagini di quelle che affiorano dal database della memoria: una trasmissione televisiva con una diva italiana a nome Sofì, nome che è un brand.
Trasmissione televisiva in cui la nostra (!?) all’apparire di una sua immagine a torso nudo, più dell’imbarazzo televisivo (ne uscì un putiferio e pare che vertici Rai fecero voce grossa con Pippo Baudo e Bruno Vespa marpioni in veste d’intrattenitori l’incontro) se ne usci, e non altrimenti, candida: “Sono foto alla francese, e poi perché al contrario non mi avrebbero fatto lavorare”.
Siché quando tempo addietro è scoppiato uno scandalo, non a caso hollywoodiano, le tante Sofì (nome quale pretesto) americane e non, che hanno accettato e bel altro che semplici pose, levarono gli scudi le “donne” contro l’infamia maschile. Immagine (!?) deturpata. E sia ma a scoppio ritardato (anni & lustri) e in luce, ce ne fosse bisogno, ciò che è lo star system, che le “donne” non vogliono si sappia. Troppo brave dimentiche dell’imperativo: Do ut des. O meglio se Pecunia non olet, allora…Ciak si gira: immagini

Fonte Rai

Man


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