manunzio.it logo





...la cambio io la vita che
mi ha deluso più di te
portami al mare, fammi sognare
e dimmi che non vuoi morire...


Ma sì la Patty Bravo di noi sessantottini prossimo al gran salto. Fujifilm, via e chi non la ricorda oltre la Belvia-Velvia 50 che disarcionò le Kodachrome in bagno E-6 universale pure in Bangladesh (con la Jobo tank stabilizzata per lungo periodo trattavamo in cosiddetto domestico, ad evitare “nuance” per diverso tempo sbianca-fix tipico del beverone e sei, i nostri scatti su diapò Ektachrome Epr 64 & Velvia)?
Si noi “assistenti” di studio usavamo la BL 690* tascabile, ecco, seipernove a telemetro! Negativi per lo più in bianconero che finivamo su carta Ilfobrom (gradazione fissa e non MG) per i più svariati motivi, dalla cronaca a oggettistica per cataloghi (in diapositiva che a guardarle in rapporto era de facto già fotografie) che si stampava lassù a Milano. E immagini di paesaggio, i paesaggi lucani d’antan su brochure dell’APT (allora Azienda Provinciale Turistica, l’odierno brand è chilometrico pomposo ed ampolloso però à la page!).
E allora che ce ne viene? Oh bella il fatto che la richiamata Fuji propone un nuovo accrocco** diciamo mezzo formato sempre più miniaturizzato, e domanda: a quanto questi brand(y) a furia di lillipuziane, ecco ancora, miniaturizzare non le faranno, fotocamere, in scatole di assemblaggio per risparmiare ancora? Cose dell’altro mondo come ci si riduce: è finita compari belli, si è scritto già che “un telefonino” ci seppellirà e se date una ri-sbirciata ai link dell’altro giorno con sti telefonini che oramai inarrestabili pappatesi la fascia entry level vanno all’assalto finale. Sì la fine!
Oltretutto cosa serve più di un sensore già full-frame? Cinquemila euro per cosa, se anche con no scassato e richiamato sensore si fanno miracoli, meglio mira + culi alla medievale maniera ma non troppo? Se pigliate, come lo pigliate affar vostro è, di quegli accrocchi tipo Cambo***, de facto complesso “banco ottico” eh avessi voglia a decentramenti e pippe varie. Fatto salvo che chi sa il fatto suo, anche con i notori stack-focus, per non dire ottiche, qui penso a Canon, che schifitano come vi pare, decentrano acca a là (stavo per scriverlo all’araba che è altra cosa!) di tutto di più. Ce la caviamo in finale ancora una volta con l’indimenticabile Eugene Smith: “A cosa serve una grande profondità di campo se non c'è un'adeguata profondità di sentimento”?

(Copia & Incolla se vi pare)

*http://camera-wiki.org/wiki/Fujica_G690

**https://www.dpreview.com/news/3766780604/fujifilm-creates-gfx-100s-ii-5000-compact-medium-format-camera

***https://www.youtube-nocookie.com/embed/JSVvDHPGbbA



Link tablefonini impossibile



Ps. E' un fatto scenico, mostrare il petto "professionale" cosparso di medaglie di stagnola luccicante. Doppia illusione con fiocco: libidine!

Patrick Hanez GFX & Cambo Actus
https://www.youtube-nocookie.com/embed/4vzmuO9Nhds

Pss. In nostra dotazione per anni era anche una Campo 10 x 12 e ottiche stratosferiche Rodenstock & Schneider Symmar
https://www.manunzio.it/-d14551






Misurare le misurazioni che misurano, a misura

Numeri (idolatria) passi centimetri millimetri inch soprannumerari, che è un fatto dei Gesuiti ma non c’entra, forse**. Cui prodest? Assolutamente a Nulla non foss’altro che esistono le “tolleranze”.
E vada in definitiva per il prima, progettazione accocchiata a la cassa. Ci spieghiamo: quanti soldi voglio fare da questo XYZ coso tout court? Ma tutto il cucuzzaro si dirà: troppa grazia Sant’Antonio! E come di quelle igieniche pubblicità che “ammazzano il 99,9% percento di cattivissimi batteri ché al resto il virus ci pensa...BigPharma & Co via Oms per il depopolamento del caso ben s’intende.
Ecco quel figlio di p...ulce solo soletto si fa beffa di tutto il novantanove etc etc etc. Ora fuor di metafora, mica tanto, questa illusione ottica (qui si parla di fotografia senza raddoppio) serve a coloro i quali, soliti minchiapixellisti, devono contare a chi ce l’ha più lungo, il pixel full-frame e che avete capito, doppio forse. Sviamento di masse amorfe e decerebrate. Vabbene ma la “fotografia”? Raddoppiata in fottografia svolge proprio la funzione appropriata, e viene dal napoletano e non solo: fottere polisemico. Avvertendo che per lo scopo “basso” sempre in napoletano e altri dialetti meridiunal’ il verbo tiene a che fare con le “chiavi” che regolarmente entrano nelle “toppe”. Mastro di chiavi...Gostbuster movie docet!
Finale, serve? No ma facciamo finta di sì: “A cosa serve una grande profondità di campo (in senso lato ndr) se non c'è un'adeguata profondità di sentimento (aggiungendo il circondario ndr)?” Eh caro Eugene Smith ce lo chiediamo ancora oggi, hic et nuc

**(San) Josemarìa Escrivà de Balaguer, Opus Dei, Massoneria Vaticano Spa

(Copia & Incolla se vi pare)

Behind the scenes: Setting up DPReview's studio test chart
https://www.dpreview.com/articles/1316027046/setting-up-dpreview-camera-test-chart


Ps. In Quantistica il fatto di "misurare" (!?) ha già "modificato" tutto. Vai o vien' paisà?





Nudi & Crudi alla meta

Le immagini che “non vengono bene” è per lo scarto quantico occhio-mente. Problema enorme a dirsi , complice libri scolastici che meccanicisticamente sovrappongono visone e fantasia mettiamola cosi per adesso.
Sino al XVIII Secolo la visone umana (stavo per scrivere umanoide e non sbaglio) era altra cosa dall’odierno, non parlo della fatale Fotografia, no. Ante citata epoca e così a ritroso l’umana visone era più ricca fantasiosa e artisitica, capirete che per il Dominio indicibile e altamente fuorviante al controllo Unico. Infatti meccanica, squisitamente positivista e darwiniana, fa dell’occhio “una macchina fotografica” misurabile tot al kilo. Siché dagli oggi e dagli domani generazione dopo generazione la “meccanica” umana prende piede: quella è e non si discute. Certo alla buona discount maniera tutto ok, poi appena aprite un libro (non e-book please) saltan fuori “si però” e “ ma e però” della Scienza in maiuscolo delle sorti magnifiche e progressive anch’essa del Kapitale; però, appunto qualche dubbietto buttato lì, certo in ambito iniziatico scientifico la cosa finisce a tarallucci e vino e tutti alla cassa.
Visone oculare purtroppo per lor signori magistralmente sputtanata da un Tale** non distante dai “cenacoli” anzidetto:”L’occhio vede la realtà umanamente, con tutto il suo carico di emozioni, di idee, di preconcetti, di cultura”. Cultura scolastica e il cerchio si chiude. No eh? Il “buco” iride non è funzionalmente associabile al “diaframma” fotografico: toglietevelo dalla testa. Iride/diaframma assolvono funzioni diverse : il primo si apre e chiude in presenza o meno di banale luce diurna o artificiale che sia (ok anche un bacio fa di sti scherzi). Il secondo “buco” ha podestà sui fuochi-profondità di campo. Amen? Ma manco per niente.
E se i “fuochi” per cortesia non coglioniamo con lunghezze d’ottica, che pure c'entra e però non la finiamo più!, lo fan i diaframmi meccanici delle camere, i fuochi della visione umanoide li mette in essere, ecco, il buon Cristallino oculare, flettendosi o al contraio per mettere “tutto a fuoco”.
Si comprenderà che la “meccanica” è funzionale all’invenzione coerente di qualsiasi Coronavirus sotteso.
Ultima. Napoli Cappella del Sangro, Frammassone. Macchine anatomiche (leziosamente spiegate da Alberto Angela Rai1, il Verbo) macchina eh, corpo umano dissolto resta il suo apparato circolatorio, vene: da capo a piedi. E fermi che basta e avanza, hic et nunc, semplice razionalità aristotelica a proseguire.
Al fine come Cirano, tocco. Le mele sono reali (immagine sovrastante) diciamo così, nella fruttiera in ombra a latere sul tavolo in cucina, mentre la capa vagheggia (sempre specialità Manunzio) sorseggiando ‘o café. Davanti la finestra una tenue luce mattutina, non vi arriva mai luce del sole, sfiora la soglia marmorea mentre un canovaccio bianco è da fondale: inquadratura prima di farsi è, tuttavia, nella MENTE (mondo delle idee e scomodiamo Platone?) cosa mooolto diversa dalla visione meccanicista oculare di “stimoli elettrici a base bit robotica”: siamo macchine, dicono.
Tuttavia è solo grazie all’ausilio del Pshop Elemts (Manunzio è poco ortodosso) che il “fantasma” si incarna e dalla mente alla sua “raffigurazione” mentre i fortunati Faust vanno alla cassa formato Gallery.
Si vabbè però “non è venuto bene” perché non l’ho ripreso (questo e quello) come i veri fotografi (chi?) . Ah tutto qua? E fatti un vaccino...oops comprate una nuova fotocamera. Consigli per gli acquisti...va!

** Fare un film pg. 95 Federico Fellini Einaudi


[font1]Ps. Perché il vocabolo italico Mente fa rima con Mentisco più che Mentire e purissimo Ossimoro?[/font2]



Eccola qua un'altra giubilata dall'Era analogica: Yashica FX-3 dalla meccanica robusta e senza dipendenza da batterie e scatto più morbido (!) della Contax Rts**. Insomma è un piacere brandeggiarla ancora e sue ottiche, il classico terzetto: 50-24-135 dotazione “standard” al netto di un pesante Zeiss 200 mm poco usato e altrettanto 35 millimetri decentrabile, che al confronto degli shift CaNikon d'una tenerezza...
E della triade il più usato l'immarcescibile 24, gran pezzo di vetro e anche secondo Test Mtf, sempre ad f 8 e, poiché usato all'esterno così le immagine delle migliaia l'archivio analogico dimostra, raramente a muover fuoco data l'elevata profondità di campo prerogativa delle ottiche grandangolari. Infine il 135 vetro senza pregio alcuno ma che tuttavia ha fatto il suo mestiere egregiamente

Man


** Contax Rts

SL 66 Rollei impareggiabile Panzer




E’ stato il tool seipersei più usato dopo la Yashica Mat 124G (impiegata per battesimi comunioni e matrimoni) la SL 66. Camera impareggiabile e discreta brandengiabilità, anche se in questo la piccoletta Hasselbad calza meglio. Strutturalmente la SL è d’una meccanica che non si ferma davanti a niente, come nei giorni del terremoto Ottanta sul cratere sismico e vento e nevischio a riprendere centri storici e chiese e castelli diroccati.
Eppure tra la tedesca Rollei e svedese Hasselbad ci sono tanti piccoli dettagli a fare differenza, come il soffietto incorporato su la prima, cosa questa che permette di entrare nei dettagli della macro anche con il solo 80 mm di base (standard del quadrato o 120 in codice).
Ma il must è nel basculaggio dell’obiettivo, che collegato al soffietto, permette di estendere enormemente la profondità di campo secondo il principio di Scheimpflug. Basculaggio che agisce entro il limite verticale di 8° verso l’alto e verso il basso (con fantasia e soprattutto pentaprsima al posto del classico pozzetto è possibile, ruotando la camera, anche su asse orizzontale). A chi sembri un limite quello di 8° consiglio basti, per esempio la vista del grandangolare Distagon 40mm innestato per notare l’impressionante aumento della profondità di campo che si ottiene. La variazione dell’angolo di inclinazione dell’obiettivo, verso l’alto o verso il basso (e anche in orizzontale con piccola acrobazia) è altresì controllabile su una scala graduata “azzeccata” su una targhetta solidale con il soffietto estensibile, e che evidenzia in un sol colpo le scale per il tiraggio del soffietto fattori di ingrandimento e l’inclinazione dell’obiettivo. Ein kleiner Panzer: clap clap clap!

Man

Rolleiflex SL 66
search
ITA - Informativa sui cookies • Questo sito internet utilizza la tecnologia dei cookies. Cliccando su 'Personalizza/Customize' accedi alla personalizzazione e alla informativa completa sul nostro utilizzo dei cookies. Cliccando su 'Rifiuta/Reject' acconsenti al solo utilizzo dei cookies tecnici. Cliccando su 'Accetta/Accept' acconsenti all'utilizzo dei cookies sia tecnici che di profilazione (se presenti).

ENG - Cookies policy • This website uses cookies technology. By clicking on 'Personalizza/Customize' you access the personalization and complete information on our use of cookies. By clicking on 'Rifiuta/Reject' you only consent to the use of technical cookies. By clicking on 'Accetta/Accept' you consent to the use of both technical cookies and profiling (if any).

Accetta
Accept
Rifiuta
Reject
Personalizza
Customize
Link
https://www.manunzio.it/diary-d

Share on
/

Chiudi
Close
loading