E’ stato il tool seipersei più usato dopo la Yashica Mat 124G (impiegata per battesimi comunioni e matrimoni) la SL 66. Camera impareggiabile e discreta brandengiabilità, anche se in questo la piccoletta Hasselbad calza meglio. Strutturalmente la SL è d’una meccanica che non si ferma davanti a niente, come nei giorni del terremoto Ottanta sul cratere sismico e vento e nevischio a riprendere centri storici e chiese e castelli diroccati.
Eppure tra la tedesca Rollei e svedese Hasselbad ci sono tanti piccoli dettagli a fare differenza, come il soffietto incorporato su la prima, cosa questa che permette di entrare nei dettagli della macro anche con il solo 80 mm di base (standard del quadrato o 120 in codice).
Ma il must è nel basculaggio dell’obiettivo, che collegato al soffietto, permette di estendere enormemente la profondità di campo secondo il principio di Scheimpflug. Basculaggio che agisce entro il limite verticale di 8° verso l’alto e verso il basso (con fantasia e soprattutto pentaprsima al posto del classico pozzetto è possibile, ruotando la camera, anche su asse orizzontale). A chi sembri un limite quello di 8° consiglio basti, per esempio la vista del grandangolare Distagon 40mm innestato per notare l’impressionante aumento della profondità di campo che si ottiene. La variazione dell’angolo di inclinazione dell’obiettivo, verso l’alto o verso il basso (e anche in orizzontale con piccola acrobazia) è altresì controllabile su una scala graduata “azzeccata” su una targhetta solidale con il soffietto estensibile, e che evidenzia in un sol colpo le scale per il tiraggio del soffietto fattori di ingrandimento e l’inclinazione dell’obiettivo. Ein kleiner Panzer: clap clap clap!
Man
Rolleiflex SL 66