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L’immagine di Pinna (a destra) è del 1952 presa con Rolleiflex durante i festeggiamenti della Madonna di Pierno, Santuario importante tant’è che prima di entravi bisogna percorrere e per tre volte l’intero perimetro sacro. Pierno (indagata da De Martno ed altri della sua equipe in pari epoca, la località in Provincia di Potenza) dove un tempo e adesso non sapremmo della cosa, si svolgeva il Rito e in certo senso apotropaico lungo a dirsi; rituale che affonda, naturalmente, nei precedenti secoli pre-cristiani, infatti, tutti luoghi detti antichi, come in staffetta, assurgono poi a luoghi sacri del cristianesimo che “ricicla” solo (soltanto?) le apparenze pagane



Un rovello che non trovava requie
E cosa? Lo spot di Alce Nero girato in superbo bianconero (via Premiere o DaVinci Resolve) e la camera mostra un bimbo al seno succhiare, poi allargando il campo la giovane mamma, che seduta sorseggia bevanda del Brand.
Ora sento già più che ‘mbé di rito il beeee-lare degli eterodiretti minchiapixellisti (mettiamoci pure Munari: salve, come va?) senza passato presente e figurasi futuro: zombie.
Sicché pensando al breve ma intenso spot la mente richiama analoga inquadratura ma del fotografo Franco Pinna, già di De Martino l’antropologo socialisteggiante che all’indomani della persa guerra seconda mondiale, forse anche su la scorta del famoso libro-inchiesta-autobiografico Cristo si è Fermato ad Eboli di Levi memoria, va al Sud "arretrato" di Lucania/Basilicata. Fotografo in seguito su i set di Fellini e amico di quell’altro “felliniano” Tazio Secchiaroli, fotografo paparazzo, conosciuto durante un workshop analogico su la Riviera del Conero nelle Marche.
Ma il ricordo è na brutta bestia e l’immagine di confronto (Pinna) dove sarà mai? La monografia, sfogliata dalla libreria su in alto sovrastante il computer cui si scrive e già di malavoglia, non ne fa presa. Allora? Giro per Web: manc’ pa capa venire a capo! E allora giorni e giorni fino alla “lampadina” finale: Archivio Pinna. E scrivo, e mi rispondo, e sfoglio e non trovo incazzato nerissimo. Riscrivo, mi rispondo: guardi che così e così. Vero eccola lì l’immagine, santi numi!
Nulla altro da dire...vostro onore. Fiuuu è andata pure sta vorta 'bbona grazie alla proverbiale capa (!?) tosta di Manunzio

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La realtà del cinema nel suo farsi tra Federico Fellini e Franco Pinna
https://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/la-realt-del-cinema-nel-suo-farsi/137056.html





Il fascino discreto del banco ottico
(disciplina e forma mentis essenziale)



Quando venivano (clienti) per fototessere...sì, interno lo Scalo Inferiore ex Ferrovie (reali) dello Stato, qui in questa umida landa di lampi e tuoni mentre scriviamo, uno scatolone consentiva già d’ auto-fotografarsi, e dopo pochi minuti (tre) la striscia di quattro (1+3 per i grembiulini all’ascolto pruriginoso) pronte tessere per documenti d’identità. Certo dal fotografo avevi un lavoro fatto a mestiere (arte) più “levigato” di matite e mattolina.
Sia come sia era la piroettante 6 x 9 Fatif su colonna, appunto, per fototessere. Colonna con saliscendi a filo via pomello, cui asse orizzontale era la fotocamera, tutt’altro semplice da usare. L’immagine, infatti, come da camera oscura scolastica (sottosopra per leggi fisiche per ovviarvi in uso e negli studi à la page di Milano un visore a specchio, quarantacinque gradi, capovolgeva la scena pur con lati invertit sinistra destra) bisognava d’essere mossa, su ruote sottostanti colonna, focheggiata (senza autofocus) e sul vetro smerigliato (niente mirroless FF o trequarti e na gazzosa) quadrettato per guida, in basso a capa sott’ (in giù) vi avevamo disegnato apposta la sagoma per “inquadrare” il soggettone uso dire, un dì, per cliente. Poi? Beh si caricava lo châssis al buio completo; una tacca su pellicola Ilford, Ferrania o Agfapan a sto punto non ricordiamo più, per i bordi si lasciava scivolare in scanalatura ad hoc, mentre in luce il resto della ripresa.
Vero al buio tutto è difficile e gli “occhi” sono le mani/tatto. Senonché un nostro amico, fotografo dell’Antichità sottostazione, così detta l’allora, Ministero della Pubblica Istruzione ché I Beni Culturali o pomposamente al corrente della Cultura (!?) senza mitico oltralpe Jack Lang verrà, ad opera del Senatore Spadolini nel millenocentosettantaquattro, il distacco definitivo dalla Pubblica Istruzione, e trasmutato in Beni Culturali tout court.
Ebbene il nostro veniva a trovarci, armato di Leicaflex ché la classe n'est pas de l'eau (!) il flash monotorcia grigio lieve Rollei, e rare volte con Rolleiflex. Viceversa chez-lui ministeriale Hasselblad e luci elettriche; i flash Bowens chiesti con insistenza dal suo assistente arriveranno agli inizi degli Ottanta, fra rimostranze di Pippo, questo era il suo nome, che guardava come “americanate” il tutto, sebbene funzionassero e bene.
Dunque, Pippo qualche volta si prestava a la posa, d’altronde era di casa o liaison con FotoBaffo, alias Rocco Abriola alias FotoLampo già ricordato altrove, simil Publifoto di Carrese memoria in Milano. Pippo, allora, entrava in camera oscura e ci stava tempo, tanto quanto a smontare alla lettera lo châssis, pezzo a pezzo, caricare la pellicola e, finalmente, novello Lazzaro venire di nuovo alla luce. Oh l'avessimo provato a fare noi “ragazzi di bottega” si sarebbero sentite le campane della circonvicina Chiesa S. Michele on main-street a coprire la “litania” di rimbrotti, termine pulitissimo e in lingua ‘taliana, lontana miglia e miglia...
Banco ottico e non solo per fototessere, l’usavamo anche, visto il soffietto estensibile oltre misura, per riproduzioni in un angolo dello studio su bacheca. Sicché l’ incombenza spettava a chi scrive e non altri, ché avevamo fatto callo e occhio, allo sviluppo negativo in base a matrimonio, ritratto eccetera. E di sti tempi con pioggia gelo e freddo il “bagno” (please not translate toilette or wc) di Dk-50 Kodak in vasche verticali di famigerati trentacinque litri (rigenero una volta ogni tanto aggiungendovi altro bagno più contrastato, Dekotol per carta fotografica, però) standard dell’epoca. Vasconi in bachelite rinforzata. Tempo di sviluppo s’aggirava per un ora causa freddo anzidetto (niente termostato se non...un’altra volta). E infine l’unico dello studio “abilitato” nel frattempo ad andarmene (la moglie brutta ed arcigna del Baffo, l’aveva sposata per la ricchissima dote, ma riempita di corne, ci provava, querula, a trattenermi) in giro per il centro cittadino. Scaduta infine l’ora, altri “canonici” quindici minuti di fissaggio senza bagno intermedio d’acqua e/o acido acetico, usato solo e soltanto durante la stampa; puzzo insopportabile di aceto!
E di banco ottico un po’ strano venne la Technika Linhof trediciperdiciotto a fotografare, tra l’altro, i “lucidi” disegni tecnici piante edifici e sezioni per conto, all’epoca, Soprintendenza Beni Paesaggistici e Architettonici in loco.
Infine, Cambo acquisto personale, formato novedodici. Tutto questa lunga promenade, ecco, mentre in giro per il web delle mirabilia si vedono e leggono di “triadi espositive” rumore “grana” che cacciata dalla porta rientra dalla finestra di plug-in emulazione della grana (!) che “gradiscono” i gallerioti con benda su occhio, non quello di Horus sinistro, gamba di legno di filibusteria e LGBT+ a corredo: culattoni come curatori.
E dinamismo di gamma, no? E “taglio” lenti ma che non devono tagliare alcunché se si gira, emulando, la pellicola analogica. Fotografia è una cosa, cine-video altra, quando si usavano i Cooke lens.
A noi vien da sorridere, dall’altro l’inverso a vedere, questo sì, il pollaio di parvenu si raccomanda certi pontefici napulitani e street photography oi né che scrivono baggianate a man salva, su “forum” o quelle cose che bisognano di “campanelle” per essere avvisati di altre baggianate; like sennò a sti pover’ marann’ finti benché imbonitori de facto così campan’ e tengono famiglia. Consigli per gli acquisti...va!

NB. Americani, pensa che ti ripensa, trovano il tempo (vedi link sottostante) di costruire cose fuori tempo: camere (convertibili pure ingranditori!) da banco o fascino e réclame della Giostra, che gli frega di trovarsi in Era digital, del bianconero e camera oscura...E pecunia non olet! Degno di nota l’ibridazione “plastica” via stampa 3D di banchi ottici di sti guagliune

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https://it.wikipedia.org/wiki/Linhof





Mammarcato a buon mercato
(arrivata la buferaaa chi sta bene chi sta maleee)


La enne Potenza del Matriarcato (malgré nous) che secondo alcuni ritorna più bella e più gaia che pria: grazie, prego di Petrolini memoria. Si, esiste un passato e non sempiterno presente per gonzi e qui che di foto tout court si (cerca) di parlare, i minchiapixellisti, crème de la crème dell’imbecillità, formato fotogragralfico per l’appunto.
A capo lato traslato o come vi pare. Immagine, ancora, simulacro piene di ossa e putredine eppure linde e pinte di fuori con tanto di fiori olezzante. Pure. Utero, placenta che tutto trattiene più che espellere secondo Natura (altra maiuscola del caso) dopo i faticosi Nove (3+3+3 di rito forse secondo Rito Scozzese, oliato retto + rificcato, mah) mesi durante il quale il neonato attraversa, fisicamente non meno che in forma psichica, lo stadio della cosiddetta evoluzione secondo Vangelo di Darwin. Falso non meno che i Canonici. Infatti dall'ovocito fecondato (!?) sebbene oggi sono funzionanti farm, che senza bisogno dell’un e dell’altro, a leggere certi gazzettieri (vocabolo tutt’altro che positivo, anzi) inglesi nei loro lab da invidiare quelli sino-americani by Covid-19, e in Rete delle mirabilia basta pazienza e proprio dagli Yankee se ne viene a conoscenza. Punto.
Un Mondo (quale?) che fa a meno della Natura, ecco il maiuscolo d’obbligo sovrastante, e si affida alla tecnica formato silicio, ossia terra:...Memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris...by Vaticano Spa dixit.
Quindi sta Dea Madre, che va e “viene” ad ore, di questo si parla, forse più imbelletta di Chanel Five un che di Zolfanel, dai piedi mica tanto di Venere quanto di Caprone, e crine adorno non già di corona, e fosse pure intreccio di rami sacri alloro e affini, quanto di protuberanze notevoli: corna. Apocalittica creatura, spacciata per donna per i coglioncelli che han testa a spartir orecchi, ma che gli si arrizza solo ad immaginare u pilu di Albanese memoria pure questa. Certo de gustibus. Quand'anche l’immagine è spacciata alla lettera per buonissima o bona fate voi. Illusione prospettica quinta teatrale. Infine se siete onesti (!?) provatevi a vedere e soprattutto leggere a Web come queste sataniche creature quando si parla del loro “bel papà” del nonno “patriarcale” dello zio “matto” ma affascinante donnaiolo...Ebbene vedrete la Dea Madre andare in brodo di giuggiole. Un caso, due tre? No, forse Uno nessuno e centomila!


Ps. Da presso link, forse complottardo e spara petardo fumogeno boh, si è letto e trovato intrigante e se ne consiglia cum grano salis per chi ne vuole: siamo adusi leggere di tutto fieri e forti delle nostre idee di maschio….Oddio è scappato. Forse

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E' arrivata la bufera - Renato Rascel
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Martiri del ritorno del matriarcato
https://www.renovatio21.com/martiri-del-ritorno-del-matriarcato/

Quello che non avete capito del caso montato dell'omicidio di "Giulia Cecchettin"
https://sadefenza.blogspot.com/2023/11/quello-che-non-avete-capito-del-caso.html






Status quo (ante)

E che non è il nome del complesso inglese Anni Settanta trascorsi, lo leggevamo dalle pagine settimanali di musica e altro “Ciao 2000” che all’epoca l'odierno sembrava lontanissimo, e invece…
Status quo ante a dir vero da quella cosiddetta lingua morta, fateci caso tutto un mortorio immaginifico secondo i grembiulini: mala tempo currunt, no? Sì et peiora parantur e finache l’atomica (!) per spianare a Ground Zero1 i palestinesi, tutti civili ben s’intende. Immagine pure questa. E ci sarebbe da fare dotta ed accademica disquisizione se i cosiddetti fotografi, meglio paparazzi voyer e loro paparazzate, si inscrivono nella vetusta categoria del reportage o l’odierno street photography che, come Araba Fenice, esiste ciascun dice ma dov’è e cosa sia nessun lo sa...avanti con gli acquisti.
E torniamo a bomba, ecco. Mattina ancora ‘ndraveglia e suonn’ (assonnati ancora un po’) televisione e Telenorba (meridunal brod cast television) di default (!?) che mostra una manifestazione dinanzi la Trinità; si la “chiesa” di Elisa cui eccidio va in onda, la ricostruzione, su Rai1, cui alcune scene sono state riprese sotto la finestra (campo calcio a cinque) di chi scrive. Cosa c’entra e con un Diary che parla d’immagine, o almeno ci prova? Tutto. Immagine s’è appena detto, e allora…
Stadio belga2 dove avvenne una mattanza calcistica, oggi raso al suolo: occhio non vede cuore non duole. Abu Ghraib3 della bella “donna” Dea Madre molto luciferina, e cosa sennò, torture in Mondo visione: raso al suolo: occhio non vede cuore non duole, no? Avete visto come c’entra, eccome, l’immagine. E per tornare ad Elisa, la Chiesa Trinità (!?) prima lasciata con eterna impalcatura, poi zitti zitti, linda e pinta riaperta al culto (l’abbiamo visitata ma sino alla “sogliola” laterale d’ingresso e non quello su la Main street alias via Pretoria) ma senza messa, e da qui la manifestazione della sua “riconsacrata” usanza. La Massoneria, eh! Occhio non vede cuore non duole, e non possono abbattere, la Trinità, però tutt’intorno le casupole, meglio i “suttan’” abitazioni grotte sotto livello strada tipiche una volta del centro storico cittadino, e quelle sì. Mah!

Ps. Immaginate ancora in piedi la Bastiglia...di certi grembiulini

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1 "Sganciare una bomba atomica su Gaza è un'opzione"
https://www.rainews.it/articoli/2023/11/sganciare-una-bomba-atomica-su-gaza-e-unopzione-bufera-sul-ministro-israeliano-subito-sospeso-6d7e33c4-97bb-4dc1-ad6a-dd1f5a60a030.html

Netanyahu Criticizes Minister Who Suggested 'Option' of Dropping Nuclear Bomb on Gaza
https://www.haaretz.com/israel-news/2023-11-05/ty-article/netanyahu-criticizes-minister-who-suggested-option-of-dropping-nuclear-bomb-on-gaza/0000018b-9e7b-db71-a7df-ffffe4510000

2 Strage dell'Heysel
https://it.wikipedia.org/wiki/Strage_dell%27Heysel

3 Scandalo di Abu Ghraib
https://it.wikipedia.org/wiki/Scandalo_di_Abu_Ghraib


NB. Strano che in nota Wikipedia sovrastante link non c’è traccia della “generalessa” Janis Karpinski a comando del lager, come ai tempi dei “camerati” germanici, niente di nuovo sotto il sole. Rimediamo:

Retired Army Col. Janis Karpinski was one of two officers punished over Abu Ghraib.)
https://edition.cnn.com/2009/US/04/22/us.torture.karpinski/index.html

Last update

“Il destino di quella chiesa lo decideranno i cittadini”: così Gildo Claps durante la protesta contro la riapertura dell’edificio in cui fu uccisa e nascosta sua sorella Elisa"
https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/11/06/il-destino-di-quella-chiesa-lo-decideranno-i-cittadini-cosi-gildo-claps-durante-la-protesta-contro-la-riapertura-delledificio-in-cui-fu-uccisa-e-nascosta-sua-sorella-elisa/7344738/





Archivi? Pare vero e proprio no sense nel corrente mondo , dove tutto (immagini suoni breve clip segnatamente) sta su un telefonino non già, appunto, stampate immagini in album e/o cassetti più o meno nobili d’archivio, o cassettiere domestiche d’antan. Storie senza maiuscola dei soliti grembiuli pure “vincitori” della Coppa del Nonno, adusi a camuffare ieri, nascondi oggi, manipola sino a domani che prima o poi il naso lungo di Pinocchio vien fuori.
Questo è ciò che chiamano (chi?) “progresso” dove la Memoria è inutile quanto ancor più dannosa al Carosello degli acquisti eterodiretto tant’è vero che necessita richiamare la filastrocca del “buon” massone di turno Or/well nomen omen:

“Who controls the past controls the future. Who controls the present controls the past”


“La fotografia nel nostro Paese (dice Rete Fotografia ndr) è un bene culturale tutelato, ma per gli archivi dei fotografi la realtà odierna si presenta sfaccettata e soprattutto incerta: pochi sono i progetti che ne favoriscono effettiva salvaguardia e valorizzazione, sporadiche le donazioni e le acquisizioni da parte di enti pubblici o privati, che li collochino all’interno del sistema dei beni culturali, e ne facilitano la loro conservazione e fruizione. In molti casi, inoltre, si assiste a scorpori e dispersioni che ne precludono definitivamente la conoscenza”.

Due casi sotto il naso di Manunzio testimonia che la cosa è drammaticamente vera. La prima il cosiddetto “Archivio Vernotico” a queste latitudini. Archivio fotografico non già di fotografo quanto personale, che travalica tuttavia le mura domestiche, poiché intriso di Storia accaduta e naturalmente vissuta dall’Autore, incontrato per quelle “coincidenze” che se le messe una dietro l’altra…
Breve l’Archivio si compone di immagini del Ventennio fascista, e cimeli, e carte, e timbri e ogni ben di Iddio che solo la caparbietà di chi scrive (c’è un fax al riguardo a testimonianza spedito a un comune qui vicino ne conserva memoria: Municipio a nome Savoia di Lucania originariamente Salvia del Brigante Passavate autore di un fallito attentato alla vita del re Umberto I di Savoia per l’appunto cui in seguito, in segno di riparazione, si chiamò il paese) ha evitato la fine indegna di un pompinoso (fellatio!) popolo italiota che si sciacqua la bocca da Cesare…alla spazzatura della Capitale e non solo! E di un Ministero (!?) della cosiddetta Cultura, appaltata sino a qualche giorno fa, esempio mica estemporaneo, al Camerata germanico Gabriel Zuchtriegel in Pompei. Ministero dato in omaggio, di terza infima categoria, nelle compagini compra & vendi governative italiote, pur di “accontentare” questo e quel amico degli amici. Accontentatore, ecco, che la mattina uscendo di casa alla classica “dove vai” della consorte replica “Al Ministero” e di rimando la querula “Mica dei Beni Culturali, dico, eh!”. Nooo mentre guadagna l’uscita il consorte ministro con fronte madida di sudore per averla fatta franca, almeno sino al giorno seguente…

Secondo e più importante “caso” quello di un archivio fotografico con foto-laboratorio, che stampava a queste latitudini già a colori negli Anni Sessanta: Bucci/Pecoriello detto Zatopec affibbiatogli per il “sotteso” correre in cerca di scoop cittadini come il mitico runner etiope Zatopec, per l’appunto, alle Olimpiadi di Roma Anni Sessanta secolo passato in cavalleria. Archivio sterminato, in mostra e per certo periodo lungo la Main street del centro storico, l'anodizzata vetrinata ne metteva in mostra immagini di “fototessere” ritoccate dallo zio di chi scrive, Panunzio.
Sicché non c’è stato verso per la beduina, animalesca, dedita a traffici poco chiari del Potere: Sindaco, Assessore alla Cultura, pensa te, di questa landa. E poi Ministero….Un muro di niente. Ora sembra che l’archivio sia sotto “tutela” delle figlie del fotografo passato e da tempo a miglior vita. Figlie che stanno a Firenze così ultime notizie. Amen.


Seppure di straforo, mica tanto, l’Archivio fotografico del Ministero sempre "cultura" in Potenza nomen omen da barzelletta...cui ha partecipato in foto chi scrive; soprattutto di un fotografo rinomato e primo “trasvolatore” via Paiper biposto, cui è lungo scrivere se non fosse che tutto ciò che oggi, pompinosamente ancora un’altra fellatio, si sa e conosce de l’Archeologia lucana: dalla costa jonica o Magna Grecia e Matera sino, qui, sotto i piedi di Malvaccaro, Domus pavimentata a tessere monocromatiche lo si deve a queso grande a nome che fu Aldo LaCapra morto tragicamente con la sua compagna di seconde nozze. Archivio ministeriale, ecco, che sta in bella mostra per chi ne vuole, sì, ma nel suttan’ (nome che una volta indicava abitazioni-grotte disotto livello strada, come si possono osservare oggi nei Sassi materani) sottoscala del richiamato Ministero qui da questa sperduta masseria lucana...del petrolio, però. E quanto a questi traffici... ci siamo intesi!


Immagine ripresa in completo automatismo P ed autofocus in formato originario 4/3 su Olympus E-520 a Iso 400 in luce naturale e di riempimento flash incorporato che non invade la scena, anzi. Ottica il glorioso Olympus 14/54 2.8-3.5 dotato di fuochi mossi da ultrasuoni ancora oggi imbattibile. Ottica prima versione ché infatti ne seguì la II cui poco si sa


Santità & Linguaggi
Un Sant'uomo che un lontanissimo giorno dei Settanta passati incideva a “fresco” scene bibliche su “vile” cemento, che i barbari inglesi chissà perché chiamano “concrete”. Senonché l'altro giorno nel (in)seguire pensieri lungo la strada per l'ora d'aria, come i carcerati i pensieri, di nuovo, senza breviario Don Abbondio/Manzoni mi facevano infilare in Chiesa. Sì, quella del falegname e/o carpentiere Joshef/Giuseppe...mi fermo qui ché conosciamo Scritture e molto altro ancora avversato, guarda caso dal Cancel Culture eterodiretto.
Chiesa? Beh sì la parte esterna, muraria mal tradotta, ennesima, dal Greco biblico che traduce dall'aramaico origine e a sua volta...Occidente fondato così su la “parola” dei soliti grembiulini qui con talare!
Breve il Sant'uomo cui si conosce vita ed opere, in attesa dei miracoli, è un francescano architetto e quand'era in Brasile edificava, costruiva edifici religiosi. Mica uno sprovveduto. La Chiesa, all'epoca dei fatti, aperta alla “filippina” non certo “migrante” quanto in locale parlata, vento e gelo e anche frammisto a neve, perché il concrete affresco bisognava come affresco murario di non essere completamente asciutto, altrimenti più del suo martello-scalpello il Sant'uomo si sarebbe dovuto procurare un martello pneumatico! In archivio Manunzio ci sono immagini in bianconero della sua Opera (maiuscolo d'obbligo senza grembiule, però!) e le mani che, tastando la superficie cementizia, rincorreva il progetto ancor più del bozzetto grafico la sua composizione in capa. Insomma a farla breve ne è venuto fuori un Capolavoro di cinque pannelli più uno del fonte battesimale che richiama passi evangelici, stringati e pertinenti per chi intende il “catechismo”. Lato traslato o come più v'aggrada.
Tutta sta storia per...abituato a vedere l'Opus dalle origini l'odierna neo pitturazione (mi dicono eseguita dallo stesso Sant'uomo) stona e non poco. Anzitutto è come vedere certe ricostruzioni in 3D delle, metti caso, vie e piazze e statue romane che furono: uhm. Pare che se non “pitturi” il bianconero, mettiamola così, i beoti moderni giovani e finti tali ottuagenari analfabeti di andata & ritorno non “capiscono” se non a telecomando il colorato per l'appunto. E l'andazzo (Cancela Culture again?) è oramai la regola. E fateci caso a le ripitturazioni di foto in bianconero, metti Anni Trenta; i treni e le dame che in stazione fine Ottocento non si muovo più a scatti causa il frame-rate dell'epoca, ma passati in un Premiere qualsiasi, rallentano il passo e paiono come al contempo tempo! Una falsificazione che di più non si può. E mica solo l'ambito fotografico tout court. Anche le Scritture, e chiudiamo, vengono ripittate “aggiornate” e falsificate a enne Potenza. E scappato pure il calembour: lato traslato o Landa da dove si scrive quest'ultima perla!

PS. Linguaggi ben altro che l'infantile filastrocca: Emittente-ricevente...nel corpo poco (sopra) s'intende l'edifico sacro; sue malie e sottese liturgie; catechismo di pietra come parietali sacre pitture che lungo lo Stivale ancora oggi “catechizzano” le masse nostrane e con occhi a mandorla. Pensate che la cosa non è circoscritta alle Cattedrali europee soprattutto, infatti i loro codici edificatori sono già vitruviane proporzione esoteriche, richiami, echi. Linguaggio che si concatena ad altri codici, uno per tutti: Caravaggio in ogni salsa corrente pure se aprite il frigorifero alimentare. E i fotografi-cinematografari forse che non usano (linguaggio-luce) Rembrandt mood? Linguaggi, allora, come in sorta di caleidoscopio dell'Occidente tutto, atei compresi eterodiretti, che così si è venuto formando e morente, alleluja

Pss. La Santità non s'acquista ma la si possiede come forza della Natura (Mammasantissima Chiesa, che non ci piace la cosa perché “finita ed immanente” la chiama carisma, o predisposizione che è meglio) ma ci porterebbe molto molto lontano per le sue implicazioni da sconvolgere le “Sorti magnifiche & progressive del Capitale”; alla radice giudaico-cristiana del “besenisse” corrente; la giostra degli acquisti e sangue ad esso immolato da quanti non si piegano “alla democrazia delle regole” Stars & Stripes in salsa europoide



Uno slargo più che vera e propria piazza della Trinità (Potenza, Lucania) in soggettiva dalla porta d'ingresso su la Pretoria: a sinistra la città racchiusa ancora nelle sue mura novecentesche, qui la rimessa di meccanico. Controcampo a destra l'odierno “struscio” anche “monopattizzato” così l'andare e venire delle suole lungo la Main-Street cittadina: bipedi più o meno senzienti al pascolo brado. Singoli monadi in collisone perenne con l'evangelico Prossimo, funzionale, tuttavia, al Sistema e ben altra cosa con il “sentimento” di appartenere, un tempo, allo stesso destino di classe. Compatire dal latino cum + patire. Sentire insieme empatia, pari “dolore”. Universi ieri contrapposti all'odierno di cellule/organismi tumorali sul piano fisico, specchio della “pazzia” del circondario che l'intimo percepisce struggendosi mentre sfoca in neoplasie e altre “moderne” patologie. L'urbs contro il resto del terraqueo: ideologia presa di peso dalle Sacre Scritture, e certa idolatria già della Polis greca



Memorie del Novecento
Terminate le riprese still-food: da Maggio a ieri diciotto settembre, Anno Domini duemilaventitré di qualche migliaio di frame della visone mangereccia e non solo di Manunzio.
Sicché ritornati alle tastiere, eccoci , allo street. Dunque (qui cosa noi intendiamo per esso, il genere si ma acculturato) se vogliamo continuare il giochino “facciamo finta che” lo street del Sistema sia cosa buona e giusta, sebbene ammorbante per Web, altro non è che la riproposizione, mica poi tanto sottesa, della millenaria lotta urbs vs il fuori le mura: pagus che campus, silvestre foreste, acque di ruscelli fiumi e laghi dove nei pressi pure si accampava l'esistenza della “plebe”. Sicché parafrasando Vaticano Spa: Extra moenia nulla salus?
Insomma immagini all' Amarcord stile ieri ed oggi ché di diman' non ve certezza? No manco per il c...aricatore un dì analogico odierno “fail” digitale a confronto. Memori, infatti, del' orwelliano “ Chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato” del (Potere/potentati/stampa & regime/web). E sì la “città di 15 minuti” che non può essere New York Londra Parigi Battipaglia si cambia...a meno di volare! Riproposizione, pure questa, dei lager nazisti alla Mengele l'Angelo della Morte (già a prestito dall'ideologia liberticida del Novecento Stars & Stripes) per il controllo Urbi et Orbi fin + a + nale, via chip sottocutanei...non si poteva vendere e comprare da Apocalisse 13 e seguiti. Tutto qua e pare niente, certo al solito: paisà appizz' e recchie. In campana, eh!

Ps1. Le immagini quasi quattrocento scelte dovevano servire a story-board di video: una galoppata lungo un secolo della città (Potenza, Basilicata altro nome d'una strana terra/regio italica) cui si vive. Impresa titanica, giacché esistono clip di “assaggio” che definire una faticaccia è offendere il vocabolo. Oltre al fatto che il video adesso c'è e...domani? Resta allora una scaletta una sceneggiatura in formato cartaceo, sic et simpliciter, che altrettanto non vedrà mai luce ad offset digitale per le Rotative degli amici degli amici, ahh si capisce.

Ps2. Questione di “suoni” lo street, de facto cartolina di turisti “acculturati” con digicamere, oggi ma pure redivive analogiche from Amerika way of life. Sembra H. Cartier Bresson e suo attimo fuggente “Carpe diem”? Niente di tutto questo che “cultura” a parte certuni prezzolati etero-diretti, dopo trasmutato alchemicamente il reportage in street, ossia il Nulla, gongola su gli stessi passi (assassino torna sempre sul luogo del delitto, no?) e luoghi alias New York High and Lower Manhattan in primis. E reitera ossessiva la fotocopia di precedenti fotocopie, funzionale ai dettami del depopolamento mentale/etico formato Cancel Culture, ché il resto è "mancia". Lato traslato e fate come vi pare

Banco ottico e dintorni

Immagine cover: Cambo dieci-dodici e pellicola Fujifilm 64T no Kodak Tungsten à la page. Emulsione nipponica bella e talentuosa. E fummo i primi sull'italico suolo a farne prova grazie ad un amico che a Bari ne aveva fatto, come in sordina, prime scorte e anche dell'ottima Fujichrome 100. Anzi di questa una selezione d'archivio ne inviammo ad una di quelle riviste (Bell'Italia?) che ancora lo pigliavano...il plasticone con trenta dia intelaiate. Senonché dovevano essere Kodak perché aggiunse la gentil donzella “abbiamo macchine tarate”. Tara mentale a dir vero. E tutto giocato su abile marketing, equivoco, eterodiretto al solito, anzi la chiameremmo oggi in orizzonti di guerra: sabotaggio. Certo vi era un che di vero nella taratura e stava nel fatto che i cosiddetti lab (uno o due sempre “tarati” per solo Fujifilm nella Milano da...bere all'epoca analogica) che calavano nel brodo simil Pensiero Unico per il terraqueo (lei capisce perfettamente Munari, eh) E-6; vi buttavano, anzitutto Kodak e non si chiede all'oste se il vino e buono. Le Agfachrome stupende stellari e dai grigi squisiti passate le Forche Gaudine del' E-6 unico “trattamento” per il terraqueo (pensare che prima i film li potevi “processare” a casa a venti-gradi ed inversione a luce**). E non così l'eccelsa Fujifilm che doveva stare uno o due minuti in più nella sbianca-fix sempre E-6 per avere colori giusti non affetti da “cast” magenta e bei verdi.Pure quei babbei di Progresso Fotografico lamentavano, in test aumma aumma, il “cast” richiamato.
E qui due cose: incominciammo a sviluppare da noi tanto le Kodak EPR-64: un must in brodo E6, via alternativa chimici Ornano (scomparsa la quale logo e chimica è ripreso da Bellini nazionalpopolare) che le Fujiifilm, allungando il tempo dello sbianca-fix...
La seconda è tragicomica mazzetta non altrimenti: “contrordine compagni” direte dai soliti compagni russi per noi sessantottini? Macché gli Yankee diedero disco verde (confezione Fujifilm lo sono guarda caso, come grigio le Agfachrome non a caso pure questo; giallo Kodak che su le stampe per carità di patria finiamo qui) e fu Fujfilm a sbancare con la gloriosa Velvia50, detta Kodachrome in brodo E-6 “tarato”. Una doppia pagina offset da pellicola trentacinque-millimetri da impallidire quei del National Geographic. E così tutti i lab e rotative a seguire si piegarono, al solito a novanta agli Yankee a gradi, ma vuoi mettere? Ma Fujifilm was is again the best(iale).
E ritorniamo a noi. Dunque l'immagine: Cambo camera si è detto Fujifilm. Luci? Semplice Nitraphoto sul fondo a sinistra e basso destra sebbene schermata. Props “caffettiera” fatta a mano e zampillo di cartone per “caffellatte” in tazza di latta e ovatta a mo' di schiuma: cornetto preso in pasticceria ché ancora non c'erano confezionati come appare, così, l'immagine in Manunzio.it/Still (se vi pare dateci un occhiata altrimenti amici come prima). Il solito Manunzio fra “vero” e finzione scenica. To be or not to be...beh ai posteri l'ardua sentenza, no? Mah che s'adda fa per chiudere il pezzo...

**Lungo a dirsi facile a farsi e per le Agfachrome l'inversione dopo un “normale” sviluppo in tank iniziale bianconero, consisteva nel far “prendere luce” con buona potenza luminosa artificiale: alcuni testi sacri volevano, addirittura srotolata l'intero rullino da le spirali Paterson (e con il piffero rimettere in sito) e continuare poi, al chiuso della tank, il successivo sviluppo poi sbianca-fix e lavaggio terminale va da sé. Il risultato, e che risultato, appagava la fatica di tenere a bagnomaria tutto: chimici e tank




Nb1. Epr indicava su scatoletta e rullino la dia “fresca” di giornata e si consigliava stoccaggio in frigo come per le uova appena munte...oops rilasciate. Senza la r finale, pur sempre Kodak slide, invece le diapositive già “maturate” pronte all'uso: friggi e magna. E fra pro e dilettanti emulsioni solo differenza di prezzo avec allure: archivio Manunzio docet. Vero è che dopo tempo il trattamento domestico con teutonica Jobo tank termostata da paura (!) trovammo il nostro buon Samaritano, non biblico bensì a pagamento, si capisce. Un paese alle falde del Vulture buon Aglianico, il lab che andavamo a trovare di notte quando nell'ora delle tenebre, ecco, si calavano non già strascinati orecchiette o manate caserecce, bensì i 135 e 120 diacolor (così un tempo la dizione e circolava per agenzie stile Grazia Neri la decana, qualcuno lo dica alla “pimpante” Munari: anzi che se vuole le facciamo in qualsiasi workshop a gratis un servizzietto, ma un servizietto da leccare la f...accia) del giorno. E portavamo: doppio corpo Contax e ottiche Zeiss, Asahi Pentax seisette e ottiche, Zenza Bronica...roba che neanche un sergente mangione usavamo dire durante la naja militare oserebbe
Nitraphoto 250 Watt di potenza in lampade opaline per luce artificiale simil giornata diurna velata, opalescente



Stagione estiva, ieri oggi e domani

Tanti e troppi anni fa mentre preparavo i bagni (non acquatici!) per la stampa quotidiano della Foto-Lampo, già ricordato a josa, la radio in camera oscura a tot ora con refrein richiamava la cocente estate: non solo ora che Televisione & Regime angosciano di change climate antropico, quando finanche il premio Nobel Rubbia “dissente” (con buona pace di Mentina e suo eterodiretto Open pro Covid, da ultimo) dal mantra Pensiero Unico.
Sia come sia in camera oscura, ritorno ad incipit, quando nessuno era nei pressi ci stampavamo i nostri bianconero still-life, a volte di food altre volte “Natura morta” a loro e chi ha coniato il vocabolo!
Sicché a distanza di tempo con il digitale è tutt'altra faccenda accorciandosi la filiera pensiero-braccio. E qui la “dritta” su la messinscena della copertina.
Fondale copri tavolo che mal sistemato e spiegazzato, su le prime lì per lì durante lo scatto, mica sembra simil sabbia. Infatti si era interessati ai vetri, riflessi caldi attraverso solita window/finestra vera esposta a Sud. E vetreria di bicchierone, coppa e smilza bottiglietta. Ripiena di nettare vino bianco? Macché due gocce d'aceto diluite in acqua, proprio così. Altre volte drops di Amaro Montenegro e/o Amaro Lucano a “piacere”...
Nient'altro che luce della finestra richiamata, a cert'ora del giorno, prima che il tragitto solare (pure lui tiene famiglia!) declini a pomeriggio; pure buono ma l'atmosfera è per altre cose, degne di essere narrata, forse per una prossima.
La digicamera, dite? Point&Shoot Olympus C (amedia) 8080 a 50 Iso da sballo su CCD Kodak, tant'è che se la vede, e fa vedè sorci verdi gialli e altre cromie, finanche con doppio superfice “sensoriale” 2/3 vs. 4/3 della mitica E 1. Certo macchina sul Manfrotto 190 Old version. Tutto qua.
Sì è una stampa di prova su cartaccia di copisteria, così la copertina del post, utile tuttavia a farsi idea dal “vivo” non meno, correggere questa o quella cosa che troppo spesso a monitor si dà per scontato: come leggere a “pappagallo” uno scritto ed accorgersi che il “correttore” legge quello che c'è a monitor mica nella capa. Succede oh se succede.
Ancora (impaginato) troverà posto il complemento-integrazione, richiamo di Cesare Pavese. Pavese: di “Lavorare stanca” da Canelli fianco a fianco il vignaiolo zio delle Langhe? Proprio lui.
Finalino: scegliere fra un migliaio d'immagini, ne parleremo a suo tempo, impaginare...stanca, giacché le mani puoi fermarle a riposare la capa no, funziona sempre e non ha orario, almeno per Manunzio!

Ps. I soliti del Pensiero Unico ci avevano detto a fracasso dei c....ome si chiamano, e ci siamo capiti che l'Era computerese avrebbe abolito la carta: cazzate casomai raddoppio esponenziale senza se e senza ma. Tuttavia un file a video ci devi stare seduto davanti, un impaginato pure se abbozzo su carta non consuma corrente “ecologico” in nuce com'è. L'apri, nel caso dalla pila di fogli, sfogli e scarabocchi con note a margine

Pss. I richiami ipertestuale, diciamo esatti, al verso/paragrafo Manunzio l'ha chiesto invano all'amministratore Myphotoportal, senonché vi beccate l'intero post come pure si sorbe chi scrive che a volte farebbe comodo arrivare al “sodo”. Mi si dice che unico grafomane Myphotoportal scordi la “feature”. Sic transit gloria mundi, no? Amen

Manunzio fotografo sin dal 1969




Quosque tandem abutere patienta nostra, Munari?
(Parte prima, sorta di preambolo)


Ma si potrebbe prender prestito il Saulo-Paulo (de facto inventore del cosiddetto Cristianesimo) postquam pensiero “Munari, redde rationem!” E via a dotte citazioni, d'altronde “ho andato a squola” e poi ho uno scatolone di Baci Perugina, inde conservati i dolci impalpabili foglietti in forma di aforismi, in guisa di artiglieria. E ci siamo intesi quanto a Potenza, ecco, di fuoco.
Ma ritirato il libro dal solito libraio: uscita prevista 06 Giugno Anno Domini 2023 giunto a questa Contrada il giorno Addì 09 pari anno. Milano-Napoli-Battipaglia-Eboli e in terra Lucana, c'est très chic al posto di Basilicata-Basileus. Nome questo chiesastico che, tra l'altro, non tiene conto del lucus-boscus. Ecco. Terra di Enotri, sì, letteralmente coltivatori in senso di “coltivare passione” per il vino, così il Prof. Dinu Adamesteanu che si è conosciuto, e il civico Museo archeologico della Città Capoluogo del Techesasse estrattivo 'taliano dedicato è.
Ma con ordine.
Dunque in sorta di preambolo, non altrimenti “Raccontare per immagini” libro, più ancora scrigno di saggezza sapienziale a la modica cifra di € 0,503355705 a grammo per un peso complessivo di Kg 0,596 impacchettato in formato: Largo cm 19,05 e Alto cm 25,5 per complessivo pagine 175 + due lasciate in bianco per appunti, si capisce. E la carta? Una patinata con copertina moscia/floscia e risvolti, su cui, in seconda di copertina...ci torneremo poi.
Scritto, quindi, il parto letterario in caso di specie per Apogeo o Culmine...
"Apogeo la Casa Editrice italiana fondata a Milano il 17 gennaio 1989 dagli scrittori (informatici) Ivo Quartiroli e Mauro Risani insieme a Moreno Confalone, inizialmente specializzata in manuali di grafica computerizzata e soprattutto di informatica...del Gruppo Giangiacomo Feltrinelli Editore."
Ma sì, ma sì, el companeros revolutionario muerto (suicida o suicidato dai soliti servizi filo-americani-mossad?) sotto un traliccio di alta tensione in quel di Sagrate. Defunto il quale vi è subentra la Teutonica (Ordine Templare?) Inge mujer de Feltrinelli. Una Casa Editrice de sinistra che conosciamo como nuestra tascas porque sessantottini muy impenitenti, ma che siamo stati!
Ma prima della chiusura, Sarah nomen omen, la Munari da bilico nome entrato in auge come nome di persona, che caso, dopo la “riforma” protestante e diffusa, ad esempio, fra gli adepti (Setta?) dei testimoni di Geova, vetero testamentari adoratori di ben altro che “Dio”. E ci si ferma qui, alla prossima paisà!

Puntata precedente
Dedicata a Sara Munari del condominio Myphotoportal
https://www.manunzio.it/-d14388


Link Feltrinelli
https://it.wikipedia.org/wiki/Giangiacomo_Feltrinelli


Ps. L'immagine icona del Che, Querillero Heroico, è stata veicolata per il Terraqueo proprio da Giangiacomo Feltrinelli, sebbene immagine è del fotografo cubano Alberto Gutierrez detto Korda
https://it.wikipedia.org/wiki/Guerrillero_Heroico
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