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Finis Terrae
"Guai a chi avrà in vita amato solo corpi, forme, apparenze. La morte gli toglierà tutto". Victor Hugo


...se fosse accaduto di combattere ancora sarei andato avanti, ma per conto mio; senza curarmi di quelli che mi avrebbero seguito o sorpassato. Avrei fatto la mia battagli per mio conto; personalmente; isolato e da isba a isba, da orto a orto; senza ascoltare comandi, senza darne. Libero di tutto”.
Rigoni Stern Il Sergente nella neve (di Russia) e mai come ora attualissimo se si ascolta quel froscione pervertito Macron via Attali/Rothschild, dimentico del suo predecessore Napoleone Buonaparte, italiano divenuto con accomodanti libri di storia francese, alla Beresina 26 e il 29 novembre 1812 (per quanto riguarda il retaggio storico, il termine "Beresina" nella lingua francese è perfettamente comparabile a quello di "Caporetto" nella lingua italiana) scornato a sangue, inchiappettato, dai Cosacchi. Fatti che, s’è detto, come l’attualissima nazista Ursula Gertrud Albrecht, coniugata von der Leyen cui predecessore Adolfo Hitler è stato scotennato a Leningrado, 8 settembre 1941 al 27 gennaio del '44 sempre dei russi; a testa in giù a Piazzale Loreto quell’altro attore (eh Zelensky!) alla Scipione l’Africano a nome Benito Mussolini e sua (nostra) Anabasi del Don 1941-43: ieri per chi ha dignità non per le giovani e Z (ultima lettera italiota alfabeto!) generation, che se gli levi il giocattolo iphonesco o android sono letteralmente morti, già essendone de facto zombie. Chi è cagion del suo male pianga se stesso sebbene avvertiti dalle Scritture, che non è un nuovo titolo azionario di Wall Street-City of London, bensì fondamento dell'Occidente e loro telefonino morsicato (costruito in Cina!).

Allora fra l’altro...
vorrà dire che l’esperienza di un epoca non è trasmissibile, che un tessuto sottile di percezioni va inevitabilmente perso?”(Italo Calvino Autobiografia di uno spettatore, prefazio al Fare un film di Federico Fellini Einaudi Editore). Sì, e noi togliamo l’inutile orpello segno interrogativo con un più aderente sonoro esclamativo! Après nous, le déluge. Finis terrae compà.


Ps1 Non è che quei (chi?) della mia generazione laidi grassi sfasciate signore di lordume di uffici statali-parastati-comunali et consimili, siano da meno: basta guardarli mentre pascolano per il defunto centro storico di questa landa; fanno jogging su le rive del cesso a cielo aperto o Basento dei mille scarichi fognari; palestrati tutti per tenere su la trippa o evitare del tutto prolassi uterini! Altri, dispersi su le rive di oceani esotici (alcuni li conosciamo de visu) vagano già nel Nulla in moto ondoso permanete, dove li coglierà l’ultimo respiro a bocca aperto e occhi sbarrati (!) aperti sul Nulla delle loro squallide esistenze pur preavvertiti dalla “coltura” cattolica di Vaticano Spa

Ps2 Il sito in origine, quindici anni fa forse l’anno appriesso nascita Scampia-Myphotoportal odierno ricettacolo squallido di fottografi (scritto con raddoppio e spiegato troppe volte!) si raccomanda le fotocopiste di antecedenti fotocopie à la page (!) le squallide e non solo il Nulla a nome Munari, chiude per aver sprecato tempo vs chi ha il massimo nella conta del pixel: analfabeta di andata e ritorno. No, non scompariamo del tutto naturalmente, ci troverete qua è là da non allineato come sempre

Ad majora.
E stavolta il punto (mai messo nei precedenti post e non a caso) finale ci sta tutto. Punto.







Uno dieci cento anni...di carcere


Vedete cos’è la fotografia: scrittura e, tuttavia, nulla sparte e tange con altri linguaggi che manu militari la tengono in catene (ancora oggi!): quante volte si deve citare Ernst Hass** uno dieci… e centomila?
Andiamo all’immagine parietale, ecco. Vicino al Cimitero (!) Monumentale di questa landa, l’altro è un loculario fuori dal territorio urbano e che affaccia sul verde d’una valle sottostante: mezzo pieno e mezzo no il bicchiere di chi si contenta gode. Loculario, celle, anfratti di un silenzio da obitorio tutt’altro del Monumentale richiamato che sembra la “chiazza” piazza cittadina dove ci si incontrava, centro storico cuore (una volta) di questa landa.
Ora c’è stato un tempo in cui andavo in giro con quei zaini “monospalla” cui interno c’era anche la fidata Olympus C 5060 WZ o la C 5050, questa né più né Meno che una Leica, ma con occhi a mandorla, va.
Senonché l’occhio girovago del fotografo (Manunzio) ha colto al volto l’involontario calembour di qualche buontempone: no, non è di Pshop (il mio Elements per dilettanti, eh!) a fare lo scatto l’assemblato, no. E’ storia molto lunga di fatti che, in un modo o in un altro, compone il mezzo milioni di file l'archivio Manunzio e ci vorrebbe almeno uno scaffale dal soffitto a pavimento a narrare (altra cosa raccontare fattarielli) ogni singolo file. Fatti che Excel non contempla: cosa c’entra questo, beh per una prossima quando si darà conto, alla lettera, degli Excellista, excillador neo nuovo “neologismo” da affiancare a minchiapixellista, scrollatore di schemettini iphoneschi e pure andreottiani (non viene il dito di battere android/androiani). Tutto qua, al solito occhio come mestiere e rubiamo il titolo di Calogero Cascio, ahh, che negli anni Settanta passati a miglior gloria (!?) mise a titolo. Si è fotografi o non si è, altrimenti state core a core con il Nulla della vestale Munari & Co e pure (per altro dire) Padre guardiano di Myphotoportal: tiè tiè i che café pomeridiano mentre le dita batto le ultime lettere. Lettere? Ma si, ma sì siamo tipografi e stampiamo l’immagine che ne vale uno dieci cento...per educarne altrettanti: vabbè è scappato il sessantottino dire. Amen!

**Esiste un mondo letterario di pensare e vedere, per secoli il letterario ha prevalso sul visivo. E oggi i nostri occhi sono costretti a vedere in termini letterali. Mi auguro che, per quanto possibile le immagini possano farlo con il loro Linguaggio. Ernst Haas prefazio in America





Breve succinto e...circonciso


Fa presto Padre guardiano Myphotoportal a rampognarci su certi comandi (sito) per la presente e precedente e futuribili cose scritte! Codici di programmazione (aumma aumma) e noi mortal utenti siamo altrimenti ce lo saremmo fatti da noi il Sito con un bel programma d’antan. Ma devi averci la capa appriess’ e nummer’. E c’è un limite o colonne d’Ercole (Jakin e Boaz** dei grembiulini sempre all’erta e di stanza in quelle sulfuree dell’Agenzia delle Entrate, che doveva essere soppressa, il Ghino di Tacco).
Dopo sta cosa? Dulcis in fundo paisà, un bel sito che si apre alla grande (non solo panoramico dire, no) e di come certe arie dànno il senso delle cose, ci provano, s'avvicinano per chi non è programmatore né minchiapixellista men che meno scrollatore compulsivo che più corre corre più s’avvicina s'avvinca all’ultimo respiro. E lì come la si vuol chiamare ed intendere non c’è nulla che la capa di m...dell’umanoide con deliri di finta-falsa onnipotenza s’è costruita: compà lì non c’è Excel, lato traslato e come vi pare. Alla cassa, hic et nunc, si capisce, e avanti il prossimo...beduino. Allah Akbar, no? Mah!


** ...nel tempio massonico le colonne sono quelle del tempio di Salomone, J e B, Jakin e Boaz, che di solito sono poste a occidente dove tramonta il sole. Esse segnano anche la fine della giornata del libero muratore. Egli entrando, superando le colonne lascia dietro di sé il mondo finito e si rivolge a oriente dove nasce il sole. L’oriente è il luogo cui volgere lo sguardo perché da esso ha origine ogni cosa e si origina anche la via interiore dell’iniziato...



Dea Kalì** dalle tante braccia e solo due occhi, o cos’altro? Sì, che figura barbina se è così la nuova (!?) LX100 versione III. Vale a dire? Possibile che sti spargnini di Panasonic usano la stessa réclame per due corpi diversi: I e III? Noi che ci abbiamo memoria fotografica, cosa vuol dire essere e non minchiapixellista avere, è bastato un attimo: ma dov’è che lo già vista? A chi si contenta gode ma sotto i link per chi ne vuole, si capisce

**https://it.wikipedia.org/wiki/Kālī#:~:text=%22La%20Nera%22)%2C%20chiamata,e%20del%20cambiamento%20nello%20Shaktismo.

Introducing Panasonic LUMIX DMC-LX100 I (dieci anni fa)
https://www.youtube-nocookie.com/embed/5JmK5sCcqlo

Panasonic LX100 III – Release Date, Specs & Price Revealed! (quattro giorni fa)
https://www.youtube-nocookie.com/embed/WMnSyhqQZJ4

Ps. Nella seconda réclame, dicamo così, è bastato tagliare e non inquadrare la scritta Lx100 e tutto si tiene, piglia e domani una LX100 IV V VI VII...così si fa "economia" di scala compà: accatta accatt' dice la Giostra acquisti. Accattà sempre dal francese acheter a queste latitudini, ma pure Napoli e dintorni, poi certo è l'evergreen buy, compà buy che il tempo strige e con i restringimenti (Totò truffa 62) sono dolori, anali non a caso (!) si capisce







Il giochino è semplice: si provi a pronunciare una qualsiasi parola di senso compiuto e in italiano (!). Ora a prima volta il suono (ci si eviti le pippe sociondropodeché e filosoficamente morte tipo Umberto Galimberti che impazza a Web, e pure quell’altro compare a nome Biglino che pari sono nell’opera fittizia di acculturazione, quando poi l’esatto opposto, di portare anch’essi all’ammasso il popolo forse già bue di suo, e la posta è,comunque, Vaticano Spa) non accade Nulla come la vestale Munari, E continuate il giochino, d’altronde la Giostra acquisti questo vuole, manu militari si capisce. Giocare e le donne oggi Otto marzo altro che Idi di Cesare memoria, ci giocano con le palle: lato traslato o come vi aggrada.
‘mbè? Veramente questo lo dico io: ‘mbè! Il suono, sociondropodeché etc, perde senso, svanisce, evapora tant’è l’usura del vocalizzo e se vogliamo si de-sacralizza: vero grembiulini?
Bene, anzi no. Se dai vocalizzi si evocano i fantasmi immagine fottografiche* al corrente l’usura è, né più né meno, come esalare l’ultimo respiro senza scomodare Montale** bensì Platone e suo Mito. Signori inglesi (!) il Mito sono le fondamenta dell’Occidente tutto, anche della vostra capa di m...ammalucchi, e sì. Allegoria come traslate è altra cosa e non sono sovrapponibili, giacché il Mito della Caverna è carne viva, mica chiacchiere.
Immagini in cover veniamo al sodo d’autore che avevamo già didascalizzato efficacemente in altro post ma che potremmo, ci sta tutta, ripetere paro paro. Una volta tanto Myphotoportal torna ab-ovo (io fui ciò che tu sei, tu sarai ciò che io sono dice il teschio ridens al pellegrino che si fermi nei pressi del tumulo di terra!) Bianconero, infine, di una tristezza travolgente eppure...si provi a pronunciare una qualsiasi parola di senso compiuto e in italiano...

https://www.filippocristallo.com/dualita_urbana-p29232

*Fottografia conio, come minchiapixel, di Manunzio che sta a significare il salto quantico, dal mestiere & hobby d’antan con attrezzatura analogica e pure digitale sino all’altro ieri, allo spaesamento l’evaporazione di senso e pratica del fare click e click (le digicamere emulano tramite finto suono l’otturatore che scatta) sostituita dalla conta a chi c’è la più lungo e grande e bello, il pixel, si capisce

**Eugenio Montale “Forse un mattino”
https://online.scuola.zanichelli.it/letterautori-files/volume-3/pdf-online/45-montale.pdf


Ps. Vedete? Due spiegazioni, si vabbè, che più idiote manco Crist’ riuscirebbe, preso dalla Treccani...a memoria di Faber memoria: cazzate a man bassa quando si “intellettualizza” pure l’aria che si respira: il Nulla, la vestale Munari!

https://www.treccani.it/vocabolario/mito/
https://www.treccani.it/enciclopedia/ricerca/allegoria/?search=allegoria











Per grazia ricevuta. Forse

Vi siete svegliati con il piede giusto (!?) uso dire. Fuori è nuvolo ma non piove. E quindi tutte le premesse per cominciare la settimana nel meno peggio dei modi: seee buonanotte!
Sicché ancor prima di arrivare al dunque, rispondo prima ad una mail di tale Cole Thompson black & white fine art, mi raccomando, fotografo ameri + cane. Sì di quei tizzi, che sanno certo il fatto loro e le immagini lo dimostrano non c’è dubbio, ma da buon ameri + cani boriosi si pompano all’impossibile circa il restame umano: sono gli “indispensabili” si pensano sul Terraqueo natural + mente Stars & Stripes. Allora ritorna in mente il pullover, sempre quello estate e inverno come divisa o talare religioso, di Marchionne che ci azzeccava nel dire che i ‘mericani capiscono solo e soltanto il linguaggio della forza, forse per questo fan “pace” con i Russi ché gli Yankee sanno di prenderle di santa ragione. E noi memori di questo si è scritto al Cole Thompson, facendogli capire “confrontation” che non veniamo dal nulla, anzi pur vivendo in Provincia italiota e mica per questo fessi siamo: lato traslato e come vi pare. Senza ricordare ai pischelli scrollatori onanisti compulsivi e pure minchiapixellisti "melius est abundare quam deficere" che l’Itaglia è venuta formandosi con uomini (le donne se la contano secondo prestazione, ecco, per i fatti loro e stavo scrivendo nel giusto c...) della spina dorsale dell’italico suolo: letteratura, pittura, canzone, teatro Eduardo docet non meno che il Principe della risata...schiere di intellettuali in senso ampio. Poi gli altri italioti, oggi come oggi, al più posso fare come i meneghini della Milano da bere d’un provincialismo, altro e pernicioso e diverso dal richiamo di luoghi dello Stivale, bieco manco i cani e Milano è piena zeppa di “colletti bianchi” che ci parlano u siciliano, ahh, per chi capisce.
Il reply del compare americano, siamo pari età anagrafica, tutto d’una correttezza e complimenti per il breve curriculum vitae inviatogli, e grazie al c… che c’è arrivato ma se le prese di santa ragione (Marchionne dixit!) castigat ridendo mores, e ho cliccato unsubscibe nell’augurio di non essere più rotto etc etc etc. Seee mo’ mo’ quasi offeso del fatto in sorta in “lesa majestatis”...Sicché quando il gioco si fa duro come i Blues Brothers. Stop.
Archivio (non c’è santi ché non riesco mai a metterci la i finale, e il correttore provvede, al solito senza sacramentare s’immagina!) Manunzio è immagine che pare notturna da punto punto di vista fisico-bestiale. Una processione e per strada (quindi street Verolino?) per intercedere una grazia o…Oh voi che avete l’intelletti sani, mirate cosa s’asconde sotto il velame delle...foto strane di tale Manunzio: mah!



Ps. Il titolo è un prestito, ecco, dal film scritto diretto e interpretato da Nino Manfredi

Pss. Immagine in cover corre lungo diagonale, con PP nu pover' scemo (siam politically in-correct), dietro donne ridens, il resto della colonna, poi tromboni lato e traslato, chiude la parata l'immagine del Santo, in caso di specie, San Giuseppe lavoratore (secondo gli Apocrifi Vangeli nun era cazz' du soje e per questo, su invito della Maronna Gesù lo seguiva, pecchè diceva semp Maria "è person' anziani e nugn' alluzza troppo" da vecchio non ha più buona vista e po' cumbinà qualche dann', Gesù vanegn'' appress' a ta sir, segui tuo padre putativo,prestanome, si capisce!)



Sabato del Villaggio, ancora una. Anno Domini 2025 addì primo Marzo

D’accordo il Sabato, scritto come una volta ci insegnava la maestra tanti anni fa, sarebbe di pausa o “annotazioni” che il buon Manunzio, ecco, propone nel Diary a quanti si soffermano anche del tutto casualmente, via tag, a leggere le solite menate: stavo per scrivere stronzate secondo vulgata della coniuge, che Iddio ce ne conservi, ancora.
Dunque smanettando in archivio eccoti affiorare, sì, come relitto un’immagine di quando una volta eravamo umani al posto di non si sa cosa l'odierno che passa il convento. Sia come sia un Notturno dall’Italia: lato traslato o come vi pare al solito. Elezioni parlamentari lo si deduce dalla scritta “Senato” l’altro ramo dell’italico parlamentare: roba vecchia da archeologia industriale, post mortem, post questo e quello che al minchiapixellista tout court, meglio lo scrollatore di telefonini, nun gliene po’ fregà de meno, dietro ricorsa a chi scrolla di più per Guinnes dei primati, si capisce. Insomma della “generazione” che non genera per mille e un motivo che non conviene indagare ché non si finisce più.
Archivio Manunzio, fotogramma bianconero, di street eh Verolino: chessa senza dubbio è proprio street, p’ strada. E’ inutile dire che l’originale, e che funebre originale (a destra cover) a sinistra di soft online che usiamo di tanto in tanto per “colorare” questa e quella immagine e vedere che effetto che fa alla Jannacci singer. Scena notturna s’è detto su la Main-street (cui fotografia di street, eh) meglio orazione funebre in nome e per conto del PCI (Partito per dove non si sa, Comunista Italiano per lo scrollatore triste solitario e finale verso l’ultima dimora) E allora? ‘mbè quella signora con bimbo (jena ridens?) il piede cosi in bianconero originale, l’operatore a sinistra fra lo scoglionato e quant’altro...la borsa sotto palco (esplosivo?) carte sull'acciottolato, infine a sinistra colorata gente pascolante...E allora vai con sforbiciata: Oliva oliva oliva a strafottere del candidato, Prospero Bonito Oliva dai tratti di caballero mexicano con baffos e mancante di sombrero, olè. Prospero compagno di mezza tacca, altezza quanto al resto un prob’uomo, fratello guarda caso di quel cacazzo di critico a nome Achille* mentre il terzo-genito fratello è stato Responsabile protocollo del Tribunale di questa landa (Tolstoj: dove c’è un tribunale c’è ingiustizia, sante parole, sante). Sicché colpi da cane in Pshop, una riquadratura più umanoide e il colore...mi fa sorridere, amaro a dir vero che manc’ Crist’ sa e potrebbe: fotografia che si lascia “leggere” eh Munari**. Sine ha detto proprio così: leggere?!? Eppure certo Haas che sicuro avrà spulciato la "nostra" dice esatto contrario: "Mi auguro, dice Haas, che, per quanto possibile le immagini possano (parlare!) farlo con il loro Linguaggio.” Visivo che altra cosa***

*https://it.wikipedia.org/wiki/Achille_Bonito_Oliva (Nato a Caggiano basso salernitano ma più vicino a noi lucani, Vietri di Potenza San Cazziano Le Fratte qui a due passi)

** Andate a rileggere sta "perla" della vestale del Nulla
https://saramunari.blog/2023/12/06/fotografia-e-testi-di-accompagnamento/


***Il cinema che (è fotografia ndr) si avvale di immagini, linguaggio visivo. Federico Fellini "Fare un film" Einaudi editore






(https://www.arte.tv/it/videos/122232-000-A/can-t-feel-nothing/?utm_source=email&utm_medium=organic&utm_campaign=it)



Trasposizioni (imbarazzante)

Presto detto circa la “traslazione” da analogico a digitale. Lo scatto è sua una insuperabile inimitabile (mi pare sia risorta da qualche parte* e che il soft Nik 7 riesce a rendere verosimile) Agfa Scala 200 e ottica Yashica 24 mm su Contax (RTS o 139 a distanza non si ha record in memoria!) e la location, scenario, è Aliano around, near o come vi pare inglesi che siete li fuori, in Provincia di Matera. Una minuscola comunità che pare vivere ancora i tempi letterali dell'altrettanto libro: non citiamo ad evitare cazzeggiamenti di gente abituata a Munari/Verolino declinare: che declinazioni, eh si raccomanda!
Certo che bisogna aver metabolizzato il libro, tanto l’abbiam fatto che se ne ha due copie con la prima che perde fogli a furia di sfogliane le pagine. Un libro magico. Un libro per iniziati e qui terminiamo.
Pellicola argentea la prima che un giorno (!?) lontano e per prova che non abbiamo più replicato su altri e “dotai” sensori della personale brigata di Olympus Old 4/3 new Micro e Panasonic a complemento, belle bestie quest’ultime. Ma all’epoca c’era soletta (sola piccola a alla romana?) la E 1 Old standard e suo “economico” 35 che senza accessori arriva al rapporto 1:1. Piccoletto niente male a certi diaframmi più che altri (ci siamo dannati l’anima a trovare a prezzo umano il 50 mm Zuiko preferendovi al contempo un 55 mm Yashica/Contax che via adattatore ma questo è storia recente). Old mitica E 1, cui interno è come stare in un monastero tant’è la mistica che diffonde e si percepisce altro che verti e ferraglia (a)varia(ta) di Sony per tacer d’altri brand(y) su trespolo mezzo traballante e mezzo pure...con il 35 millimetri: che dire? Mistica si è detto forse e più qualcos’altro, sicuro. File “traslati” che sono un babbà su soli “cinque” megapixel e stavo per scrivere minchiapixel che è tutt’altra cosa!
Dunque i file che si possono, a sto punto, tirare a settantapercento senza problema alcuno pur del “piccoletto” sensore (old) 4/3. Incredibile cosa fa la mistica non meno che la matematica, pur sempre opinione e fermiamoci qui.
Cenno breve del campo, immagine a mo’ di cover. Centro cittadino e archi che si ripetono, una scala non vista, e giù sul buio un gattino. Ecco è qui il problema che non mi dà requie ogni volta che l’occhio “benedetto” ci cade sopra. Soglie in definitiva: soglie di un di qua verso un al-di-là o forse senza stacco fra parole: mah! Di certo inquietante e non meno che in spirito con il libro che bisogna aver metabolizzato prima degli scatti, questo vale immancabile per Manunzio che non si mette alla ventura per fare clichete e clichete. Street photography, quindi? Eh bel dilemma bisogna chiedere allo strit (calembour per gli idioti minchiapixellisti tou court) fotografer napulitane, sì, chella bella faccia e luna chiena di Verolino semp’ iss’. Scusate Maest’, si vabbè, ma chess’ ca avimm fattt’ (fotografato) a chiamamm’ all’american street o nun è megl’ country (rural?) photography, sa’ visto o paesiell’ ca avimm’ fotografat’…?

* https://www.adox.de/Photo/formati-delladox-scala/

Cover formato intero un po' pesante stile...Manunzio

NB. Si certo si può fare le slide in bianconero con quasi tutte le pellicola in commercio (a questo mi par di capire quei mattacchioni di Branco Ottico e loro kit; c’è pure la Bellini che succhiatasi la mitica Ornano in quel di Milano, propone un pari reversal kit (https://www.bellinifoto.it/prodotto/kit-amatoriale-revbw/) e ci sono pure “formule” in salsa antiche tecniche cui sperimento furono un disastro annunciato ché si staccava letteralmente l’emulsione...di più che onesta Fp4 Ilford nata per fare altro e bene)

Ps. Yashica & Contax o più esatto Contax/Yashica era una joint nippo/germanica (mancava l’itaglia per fare il trittico: Ro.Ber.To Roma-Berlino-Tokyo della IIa Guerra Mondiale) durante gli anni Settanta passati, difficili, se ne è parlato altre volte, quando gli europoide andare a pietire cappello in mano “assistenza” agli occhi a mandorla giapponesi, e prezzi bassi in primis causa problemi petroliferi, all’epoca non c’era il cattivissimo Putin! E oggi si triangola con l’India dei Brics+ (!) a dirne una, che ha preso petrolio a buon mercato dalla cattivissima Russia sotto sanzioni per i coglioni eterodiretti e lo rivende e ci si approvvigiona per l'inesauribile Giostra acquisti!

Pss. Noi la Agfa Scala l'avemmo gratis e prima assoluta in Italia grazie ad una tenace tira e molla (sponsorizzazione?) con la germanica sede in Milano; anzi pure lo sviluppo delle stesse che mandavamo a Roma e ci ritornava senza costi aggiunti coperti da Agfa Italia, si capisce





Zenzaburo SQ-A

Zenza Bronica* via, ripiego economico diciamo così alla stratosferica Hasselblad che come Leica si paga il solo nome. Ma non di solo mito germanico vive(va) il fotografo analogico. Anzi, senza ricordare che proprio Leica era andata a bussare negli Anni Settanta, crisi petrolifera etoridetta ieri e oggi con il cattivissimo, dicono, Putin, in casa Minolta e il resto per l’appunto è storia marchiata, sì, Leica ma con occhi a mandorla. Shhh non ditelo ai puristi (danarosi) della pur sempre mitica M telemetro by Germany. E non ricordate loro la “perla” M 8. 1 2 3! E' gente danarosa, sì, ma molto molto permalosa. Shhh.
Zenza Bronica seisei che per i very nice (idioti è meglio?) nella Milano da bere (il seisette era appannaggio della Mamya Rz, macchinone da studio e cavalletto per moda e affini still life compreso senza necessità di arrivare ai banchi ottici, che avevano comunque gran parte montato a scamotaggio dorsi seisette**) era schifata via, non tanto i modelli tutti a “mano” tipo S2 quanto e come la SQ-A ibrida con pila, ahi. A parte il fatto di non aver mai e poi mai avuto problema di alimentazione che, in caso di défaillance, contava pur sempre, se memoria non falla, sul meccanico d’emergenza cinquecentesimo di secondo. Insomma dalla serie: questa sì ma questa no dei notabili prezzolati dell’allora riviste (non esisteva affatto Internet & Co.) soprattutto Progresso Fotografico a firma di tale Tommesani patron di Tau Visual se ancora esiste lui e sua creatura, che ecumenico una botta al cerchio un’altra al tumpagn’/botte se ne usciva con un: ni. E per noi bastò fino a Roma alla Comaf, in discesa, negozio che dal piano imperiale dei fori (o era vicino a Vaticano Spa?) qualche metro più giù via passerella mostrava ogni ben di Iddio fotografico. E ne uscimmo con quattro-milioni(non c'era Europa & Euro money) di pezzi Zenza: corpo macchina, maniglia laterale simil leva avanzamento reflex analogiche, duje magazzini 120 (uno per B&W l’altro slide) il pentaprisma non con esposimetro CdS, poi l’ottanta millimetri standard una vera bontà; il centocinquanta che su formato sei-per-sei somiglia a un settanta-ottanta millimetri su passo universale venti-quattro-trentasei d’epoca, full-frame odierno. E lui, sì, il padellone quaranta millimetri Zenzanon (una volta impacchettati così da Komura e Nikon). Ottica che faceva e tutt’ora il verso all’equivalente Zeiss però per SL-66 Rolleiflex, ein panzer de facto, no Hassel con più aggraziato e very stilish argenteo quaranta; anche se era più usuale vedere fotografi con il cinquanta millimetri sorta di “ventotto millimetri” in formato 135, codice del formato Leica e affini. Mancava dell'arsenale Zenza il dorso Polaroid, indispensabile per gli scatti “posati” come si vedevano negli studi à la page di Milano (la versione Pola bianconero Type 55 era un babbà di negativo, infatti, staccato lo scatto di carta e lasciato in una soluzione più adeguata di fissaggio, sodio-solfito al 18%, la Polaroid aveva al riguardo un secchiello bianco non da spiaggia, dove conservare al momento i negativi, che poi lavati e asciugati in camera oscura sotto ingranditore...forse Gerardo Bonomo*** ne sa qualcosa) E la scusa era che il Polaroid “mostrava” le disposizioni delle luci sul set e che questi...fosse fedele (molto riferito all'EPR 64 di Kodak standard per dia) e visto dai rompicoglioni di art-director che infestavano gli studi con improbabili layout (un conto è disegnare il prodotto altro è fare lo scatto!). Peggio ancora le gonnelle artistiche: e questo così e quest'altro cosà che una volta un pezzo da Novanta della italica fotografia, sbottò: “E fattela tu!”.
Zenza Bronica, va. L'archivio analogico Manunzio porta la sua firma, in seisei, e che firma a dir vero alla faccia degli eterodiretti prezzolati carogne. Parentesi. Una volta portai i plasticoni (si dicono così in formato più o meno A4 fogli la plastica con retro opalino e davanti trasparente, dove in tasche come su le chiappe dei jeans si inserivano le slide per la visone su banchi retroilluminati da basso) ad una agenzia di Roma che ne aveva anche a Milano: Panda. Il cretino di turno che visionò i plasticoni/slide esclamò: “Hasselblad, vero?” Me lo sarei mangiato vivo, ma me ne usci con “Siii”. Archivio fotografico Manunzio: storia in immagine quella in cover si capisce. Lavatoio pubblico nella terra di Orazio, Venosa. Edifico coperto ma pur sempre di acque fredde, provatevi a lavare panni d’inverno! Luoghi della memoria e vissuto delle donne di quando le mamme, le nostre per i minchiapixellista e la “vestale” che non nominiamo sinnò s’incazza "padre guardiano" di Scampia-Photoportal, le nonne se non addirittura le bisnonne! Noi le abbiamo viste alla fonte coperta o meno, vaghi ricordi di quando andavano al fiume, si, a lavare panni!
Cosa s’intende dire alla fine? Semplice che la historiola dei moderni tempi, venuto giù tutto e Trumptiello lo dimostra per i suoi c...alcoli da imprenditore (un altro Silvio Berlusconi, eh) non le manda a dire generando un casino in quei europoide di Brsuell alla pronuncia De Luca!
Tempi che ora hanno la lavatrice (un tempo si sarebbe detta comodità) e per quei scassa c...di Yankee pure la centrifuga ché sta male spandere i panni tranne negli spot del Mugnaio bianco: spaventato?
E se poi si dice tutta: ecco cos’è lo scrollatore di telefonino. Scrollatore onanista compulsivo che a fine scroll se gli chiedi “cosa hai visto” te lo vedi tutto affranto “e che ne so” sono uno scrollatore e più scrollo e primo arrivo...Umm immagino da Belzebù. E anche oggi è fatta!


* https://www.nocsensei.com/camera/storia/massimilianoterzi/zenza-bronica-ovvero-la-macchina-di-zenzaburo/

** https://www.youtube-nocookie.com/embed/AmXg2d2JOh4

**+https://www.gerardobonomo.it/2021/11/05/polaroid-polapan-type-55-p-n-sviluppare-e-stampare-un-4x5-in-30-secondi/#polapan-type-55-positive/negative



Ps. Cosa sono le mani delle donne a lavà panni è nell’espressione che uso “mani da lavandaia” nel guardare con certo ribrezzo le odierne mani da “signore” che padroneggia ben altri affari! Sì ancor prima di zizze, culo e quant’altro di nascosto, gli occhi corrono alle mani dell’altra metà del cielo, si vabbè buonanotte, che anche di certi livelli sociali, ecco, si mostrano tipicamente screpolate e rosse. Rosso come le mani della piccola e minuta lavandaia...

Pss. La riproduzione in cover è dell'iPhone vetero qualcosa, roba vecchia, senza togliere la slide dalla tasca/plasticone



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